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REGIONE Autoconvocati, ultima chiamata per le primarie Il neo comitato, allargato al coordinamento della sinistra, parteciperà alla competizione elettorale di maggio con un proprio candidato dopo il no scontato di Pd e Idv

Izzi, Massa, di Toro CAMPOBASSO – Un appello, l’ultimo, quello che il ‘neo’ comitato permanente degli autoconvocati (di cui fanno parte, da un paio di giorni, anche pezzi di Rifondazione e Comunisti italiani), ha lanciato ai segretari dei partiti del centrosinistra affinché vengano fatte le primarie per indivi-

duare il candidato presidente che guiderà la coalizione alle provinciali di maggio. Quasi superfluo immaginare la risposta che daranno oggi i segretari di Pd, Sel e Psi – che sponsorizzano Micaela Fanelli – come pure l’Idv, già in campagna elettorale con il segretario Pierpaolo Nagni. Non appena i

vertici dei partiti rispediranno al m i t t e n t e l’istanza, verrà fuori anche il nome del candidato. In pole c’erano il presidente uscente

nio che, a sentire i beninformati, ha già rinunciato alla corsa per la ricandidatura a palazzo Magno (complice anche un impossibile quorum da raggiungere) e l’assessore di via Roma, Gigino D’Angelo. Non a caso ieri gli autoconvocati hanno scritto che “quale sia la loro posizione – riferendosi ai segretari di tutti i partiti dello schieramento - ne prenderemo atto e saremo pronti ad assumerci tutte le responsabilità che coerentemente ne seguiranno nella direzione di proAstore muovere la massima consapevolezza e presenza alle Nicola D’Ascascelte che ci vedranno protago-

nisti attivi sia nelle imminenti provinciali sia in quelle regionali in modo autonomo”. In parole più semplici, significa che esprimeranno anche loro un candidato presidente. Ma sostenuto da una o due liste del coordinamento della sinistra nato dopo l’assemblea di giovedì allo scopo di portare una connotazione meno moderata (o terzopolista che dir si voglia) tra gli autoconvocati “l’unico soggetto che - come scrivono - si è sinora tenacemente impegnato per la partecipazione popolare alle scelte dei candidati e delle linee programmatiche”. Fanno parte del coordinamento provinciale provvisorio: Barrea Michele, Ciarfeo Marco, Ziccardi Rino, Di Sabato Italo, Macoretta Nicola, di Toro Angelo, Isabella Astorri, Arcolesse Silvio, Trentalance Aida, Fusco Maria Giuseppina. AD

Il centrosinistra dei mercanti e delle bancarelle Accusato di tradimento Petraroia replica: “Non ci sto a passare per pagliaccio o baccalà” CAMPOBASSO – Ristabilire la verità dei fatti. Michele Petraroia respinge al mittente l’accusa di tradimento, mossa nelle ultime ore e nei suoi confronti da stampa e dirigenti di partito del centrosinistra. Il tavolo dei segretari, prima di convergere su Micaela Fanelli, aveva designato lui quale candidato della colazione ormai priva dell’Idv di Pierpaolo Nagni. “Vero. Peccato che il mio partito non possa indicare nessuno – ammonisce il consigliere regionale del Pd – senza rispettare lo statuto”. Petraroia è un fiume in piena. Alla rabbia per una situazione politica oggettivamente difficile, somma la delusione personale per un apparato che, a suo dire, di democratico ha solo il nome. “Io non mi posso alzare la mattina e dire che tu (mi indica mentre lo intervisto) sei il candidato”, nota il consigliere. “Il segretario del Pd aveva un mandato chiaro, assegnatogli nell’assemblea regionale del 6 marzo. Lì votammo all’unanimità un documento che impegnava Leva su due semplici punti. Il primo era tentare di unire la colazione, senza perdere l’Idv, anche rinunciando alle primarie. Il secondo e alternativo ad un’alleanza ampia e coesa – continua l’esponente della minoranza democrats – erano le primarie, da fare il 3 aprile”. Petraroia mi fa

notare che nella conferenza stampa indetta per dare comunicazione dei punti di cui sopra, c’era anche lui, seduto accanto a Danilo Leva, Roberto Ruta e Annamaria Macchiarola. “Ora, io non ci sto a passare per un pagliaccio, per un baccalà. Io faccio opposizione interna ma voto con il mio partito per non spaccarlo”. Tuttavia il Pd resta una somma di sensibilità anche molto lontane: da Augusto Massa a Candido Paglione, da Gigino D’Angelo ad Annamaria Macchiarola e Danilo Leva. Tutti con posizioni e progetti spesso alternativi, non solo per quanto concerne le imminenti elezioni provinciali. Un coacervo di punti di vista e aspirazioni (personali) sulle quali svetta l’indiscutibile ascendente di Roberto Ruta. Influenza sulla quale Michele Petraroia non fa sconti: “Qualcuno mi spieghi perché adesso Ruta va dalla Fanelli o da me e propone cose diverse da quelle deliberate dall’assemblea regionale del mio partito”. Se il Pd avesse voluto proporre un suo candidato alle provinciali, “avrebbe dovuto fare un passaggio interno, verificare sì la mia disponibilità, ma dopo aver chiesto il via libera agli organi interni”, attacca il consigliere regionale. Invece, taglia corto Petraroia “siamo in tempi di mercanti e di bancarelle, dove le norme vengono disat-

tese ogni giorno. Per noi le primarie sono una carta d’identità, ma ancor di più è vincolante lo statuto”. Invece tra Nagni e le primarie si è scelta una terza via, discutibile perché imboccata senza una decisione di concerto, sostituendo anzi alle direttive collegiali una risoluzione d’arbitrio. Ancora una volta il Pd si accoda e perde credibilità, tanto nell’amministrazione di se stesso quanto della cosa pubblica. afv


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