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PRIMO PIANO osa sta succedendo nell’amministrazione Di Bartolomeo? Big Gino, stando agli amici più stretti, sarebbe incazzato nero: per i soldi che mancano nelle casse del comune e per i troppi soldi spediti in direzione Sea nonostante l’aumento della tassa sull’immondizia. Il barometro segna tempesta per Di Bartolomeo e quelli gli sono a fianco preannunciano guai grossi per i responsabili. Ma andiamo con ordine e partiamo dal buco nelle casse di Palazzo San Giorgio. Stando ai rilievi della Corte dei Conti, nel bilancio preventivo 2010 l’amministrazione comunale aveva inserito, tra i ricavi, 350.000 euro per violazioni al codice della strada. In pratica Palazzo San Giorgio pensava di poter introitare queste somme elevando sanzioni agli autom o b i l i s t i cittadini. Non solo: altri 80.500 euro sarebbero dovuti derivare da violazioni per i limiti di velocità, quelle sanzionate con l’autovelox. Ma stando alla Corte dei Conti, dei 350.000 euro per le multe in materia di circolazione stradale il comune ne ha accertato solo 3.791,66, mentre degli 80.500 euro derivanti dagli autovelox il Comune ne ha sinora accertato solo 6513. In sostanza, nel bilancio

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Di Bartolomeo nel panico. In cassaforte mancano i soldi delle multe e degli autovelox

Buco da 400mila euro nelle casse del Comune comunale, se non arriva Babbo Natale con un sacco pieno di soldi, si è aperto un buco da 420195,4 euro, la differenza tra multe e verbali sin qui accertati e quelli previsti nel bilancio 2010. Un casino. Ma non finisce qui, perché c’è anche la questione dei soldi mandati alla Sea, nonostante l’aumento della tassa sulla ‘munnezza’. Carmelo

Parpiglia, Augusto Massa, Antonio Battista, Pietro Maio e Maurizio D'Anchise stanchi di ascoltare le chiacchiere della maggioranza hanno vuotato il sacco, affermando che l’amministrazione di Big Gino è un’accozzaglia di sprovveduti. In particolare i consiglieri di minoranza hanno fatto riferimento alla ricapitalizzazione

della Sea: "Non riusciamo proprio a capire come mai l'amministrazione ha deciso di destinare 600mila euro alla società partecipata nonostante l'aumento della Tarsu senza considerare che la Corte dei Conti afferma che non è dato conoscere con esattezza quali interventi l'ente abbia effettivamente adottato per far fronte

alle perdite della Sea, società totalmente partecipata. Nessun mistero, nessuna maxi congiura operata alle spalle di Di Bartolomeo - hanno detto i consiglieri di minoranza – è l’amministrazione che dovrà vedersela con la Corte dei Conti, pena il commissariamento. Ignazio Annunziata

Accuse, cambi di partito e cadute di stile: il centrosinistra allo sbando

Tutti sparano addosso a Romano e Leva tace CAMPOBASSO - Ribaltoni e capriole. Erminia Gatti migra nell’Api di Rutelli, divenendo la coordinatrice regionale del partito di centro. Già dipietrista e democratica, la consigliera comunale di Termoli è pure cofondatrice del movimento Costruire democrazia assieme al presidente Massimo Romano che invece, pare, resterà al suo posto. Ormai è ufficiale, è già partita la volata elettorale e ognuno si arrangia come può. Le voci si intensificano e i telefoni trillano, esaltando l’indole camaleontica dei cacciatori di poltrone. Da parte sua la Gatti, nella prima dichiarazione da coordinatrice molisana, lancia la sfida “nel nuovo polo per superare lo stallo imposto da un bipolarismo imperfetto e comatoso”. Quello di ieri è stato anche il giorno della ‘rivolta’ nel centrosinistra: il segretario regionale del Psi, Giuseppe Scarano, replicando agli sfoghi dell’esponente di Costruire democrazia, insinua che “le re-

centi uscite, intempestive e strumentali”, sarebbero solo un modo per “rompere i piani” della coalizione e crearsi “un alibi in vista di scelte di campo diverse”. Del resto, il terzo polo molisano potrebbe costruirsi sull’asse Gatti, Romano, Ruta quale evoluzione dei movimenti extrapartito Cd e Alternativa, già bistrattati da Pd e Idv, nel tentativo si sfondare al centro. E se il “bambino prodigio, imposto a suo tempo come candidato sindaco per Campobasso da Di Pietro” non può dare lezioni al centrosinistra su come scegliere il leader, affonda Scarano, emergono evidenti le lacerazioni di uno schieramento a corto di fiato e di idee. Più accorto a segnare il territorio che ad una elaborazione di concerto. Al malumore si aggiungono Mauro Natalini (Sinistra ecologia e libertà) e soprattutto il segretario regionale del Pdci, Gianni Montesano che si prodiga nello sport più in voga a sinistra, il tiro a segno: “Romano pecca di presunzione”, puntando

a delegittimare il tentativo unitario dei segretari. Interpellato in proposito, Massimo Romano si dice all’oscuro di tutto, ma respinge al mittente le accuse: “Non sono io a delegittimare il tavolo di segretari, ma è la loro convinzione di essere rappresentativi della complessità che c’è nella società” che dimostra “presunzione e autolesionismo”. Piuttosto che “tergiversare su spartizioni di poltrone - attacca il consigliere di Cd - i segretari dei partiti che oggi mi accusano, farebbero bene a dire una parola chiara sull’eolico, sugli ‘affaracci’ dello Zuccherificio e della Solagrital, su Molise dati e sulla gigantesca questione morale che travolge i vertici del centrodestra”. Una colazione che ha scelto “di aggrapparsi a simbolo di partito che rappresentano ormai poco o nulla”. L’unico che tace è il segretario del Pd, Danilo Leva. L’unico presente sia al tavolo del centrosinistra che in Alternativa. Un silenzio decisamente imbarazzante. afv


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