Sarò una stella. Il sogno americano

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UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni Sarò una stella 13

Si ringraziano per il prezioso aiuto:

Élisabeth Platel, direttrice della Scuola di ballo dell’Opéra di Parigi

Astrid Boitel, assistente alla direzione della Scuola di ballo dell’Opéra di Parigi

Anne-Sophie Bach, responsabile dello sviluppo commerciale dell’Opéra di Parigi

Elizabeth Barféty

Sarò una stella. Il sogno americano disegni di Magalie Foutrier

traduzione dal francese di Camilla Diez

Della stessa serie: Amiche e rivali

Perfetta… o quasi

Sfide in famiglia

Piccola ribelle

La più timida spicca il volo

A tutti i costi

ISBN 978-88-3624-909-1

La tournée in Giappone

Prima, o niente! Intrigo all’Opéra

La nuova arrivata

L’inchino

Un passo di lato

Prima edizione italiana gennaio 2023

ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

anno 2027 2026 2025 2024 2023

© 2023 Carlo Gallucci editore srl - Roma

Titolo dell’edizione originale francese: 20, allée de la Danse. Le rêve américain

© 2019 Éditions Nathan, Sejer - Parigi, Francia

Gallucci e il logo sono marchi registrati

Se non riesci a procurarti un nostro titolo in libreria, ordinalo su:

galluccieditore.com

Il marchio FSC® garantisce che questo volume è realizzato con carta proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile e da altre fonti controllate, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su https://ic.fsc.org/en e https://it.fsc.org/it-it

Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.

Sarò una stella Il sogno americano

Elizabeth Barféty

disegni di Magalie Foutrier

traduzione dal francese di Camilla Diez

Maina osserva la vicina di posto con un sorriso intenerito. Dopo due ore di angoscia ha finito per addormentarsi contro l’oblò. La poverina ha sempre la stessa paura dell’aereo. Non è molto pratico, quando sei destinata a diventare una ballerina professionista e quindi a viaggiare spesso!

Le due amiche sono allieve della Scuola di ballo dell’Opéra di Parigi, in quinta divisione, cioè al secondo anno. Fan-

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no parte della “banda”, un gruppo di sei topolini1 inseparabili che condividono lo stesso sogno: entrare nel Corpo di ballo dell’Opéra.

Per il momento sono tutti in aereo, diretti a New York. Un gruppo di dodici allievi è stato scelto per rappresentare la Scuola in un festival internazionale, quest’anno organizzato dalla School of American Ballet. Una quindicina di scuole di ballo sono invitate per uno spettacolo unico che intreccerà vari stili di danza provenienti da diversi Paesi!

Maina si emoziona ancora ripensando al momento in cui la signorina Pita ha annunciato la bella notizia. Stavano

1 I piccoli allievi della Scuola di ballo dell’Opéra vengono chiamati affettuosamente petits rats, “topolini”.

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preparando lo spettacolo della Scuola, che si svolge ogni anno ad aprile al Palais Garnier. L’intera banda era già molto felice di esibirsi, in quell’occasione, in “Leçon de danse”, prima parte del balletto Le Conservatoire. Ed ecco che la direttrice li aveva convocati, insieme agli altri sei topolini che danzavano nella stessa parte dello spettacolo, per parlargli di questo viaggio straordinario. Una settimana a New York con i suoi amici… Maina non avrebbe mai osato nemmeno sognarlo!

La voce di Niky, il bel biondino seduto alla sua destra, la distoglie all’improvviso dai pensieri.

«Dorme?» le chiede indicando Constance.

La giovane ballerina annuisce.

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«Era ora!» esclama Zoe dalla fila dietro. «Secondo voi si può chiedere un altro gelato?»

È la più piccola della banda.

«Mi sa che qualcuno vuole che si parli inglese al suo posto!» la prende in giro il suo vicino, Jamal, un ragazzo alto, moro e scherzoso.

«Ma che dici!» ribatte la rossa facendogli la linguaccia.

«Guarda che le hostess parlano francese» osserva Niky. «Ma puoi chiedere a Sofia di ordinare per te» suggerisce voltandosi verso la ragazzina bionda che occupa il posto dal lato del corridoio proprio dietro al suo.

Sofia, l’ultima del gruppo, è italiana… ed è soprattutto molto timida. Diventa subito rossa. E siccome Maina non sop-

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porta di vederla a disagio, fa un cenno all’adorabile hostess che si occupa di loro dall’inizio del volo.

Dieci minuti dopo i cinque amici assaporano un cono gelato, estasiati, quando Jamal esclama:

«Ci pensate? È pazzesco, stiamo andando a New York! L’ho sempre sognato!»

«Vedrai, dal vero è ancora più impressionante» risponde Niky.

Il biondino conosce la Grande Mela per esserci stato più volte con la famiglia, e ne parla alla banda da più di un mese.

«E va bene, signorino so-tutto-io» ribatte Jamal ridendo. «In ogni caso sarà

impressionante ballare al Lincoln Center… il teatro del New York City Ballet!

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Mi sa che se non mi prendono nel Corpo di ballo dell’Opéra, è lì che vorrei fare carriera»

«Ah sì?» chiede stupita Maina. «Non lo sapevo…»

«Credo che a me piacerebbe entrare al Royal Ballet di Londra!» esclama Zoe.

«E a me alla Scala di Milano» aggiunge Sofia.

Maina riflette. Contrariamente ai suoi amici, non ha immaginato un piano B.

Il suo sogno è l’Opéra di Parigi. Punto e basta.

Il signor Fauché, l’insegnante di danza classica dei ragazzi della quinta divisione, interrompe la conversazione fermandosi vicino a loro, lungo il corridoio centrale.

«Tutto bene?» chiede. «Non dimen-

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ticate di sgranchirvi le gambe durante il volo. Bisogna far circolare il sangue, così all’arrivo sarà più facile recuperare… Forza, mancano solo cinque ore!»

Mentre torna al suo posto un po’ più

giù, accanto alla signorina Pita, Zoe si alza e scavalca Jamal e Sofia.

«Vado a chiedere di visitare la cabina di pilotaggio!» esclama prima di allontanarsi.

«Illusa!» dichiara Niky guardandola.

Maina annuisce: sa che i piloti non accettano mai. Una volta ha visto un passeggero fare un’autentica scenata perché gli negavano l’accesso, urlando per tutto l’aereo che era una vergogna, che non sapevano con chi avessero a che fare. Per calmarlo, le hostess avevano minacciato di chiamare la polizia all’arrivo.

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Siccome ride da sola a quel ricordo, decide di raccontarlo ai suoi amici.

«Non fatico a immaginare Zoe che si rotola per terra davanti alla porta della cabina!» dice Jamal.

«Battendo per terra con i suoi pugnetti, come i bambini inferociti nei supermercati» aggiunge Niky.

«Io la immagino piuttosto a martellare la porta senza tregua» dice Maina.

«…e poi trascinata dagli steward lungo il corridoio» ride Jamal.

«La gente è matta» mormora Sofia.

«Non capisco come alcune persone possano fare cose del genere…»

“E in aereo è ancora peggio” pensa Maina. Ormai ha una certa esperienza. La sua famiglia vive in Martinica. Da quando è entrata nella Scuola, che si tro-

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va a Nanterre, nella periferia di Parigi, fa avanti e indietro regolarmente tra la sua isola e la Francia. Ogni volta che ci sono vacanze lunghe corre a ritrovare il sole, i manghi e la sua famiglia. A casa la aspettano sua madre, Christine, che è “maestra di scuola”, come diceva tutta fiera Maina quando era piccola, e poi suo padre, Zacharie, di cui sa che il titolo ufficiale

è “ingegnere” ma soprattutto che lavora in continuazione, e suo fratello Olympe, di diciassette anni, che per molto tempo

è stato per lei un modello assoluto. Preme il tasto del telefono per far apparire la foto sullo schermo, che li mostra tutti e quattro la sera di Natale, con in testa cappelli rossi e bianchi nonostante il caldo.

Niky butta uno sguardo al telefono e le dà una piccola spallata.

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«Devi essere impaziente di rivederli!»

Il sorriso della giovane ballerina si allarga.

«Ancora stento a crederci!» risponde. «Per una volta potranno vedermi danzare…»

Quando i topolini viaggiano, in tournée con la Scuola o, come in questo caso, per eventi eccezionali, la signorina Pita propone sempre alle famiglie che lo desiderano di accompagnare i bambini.

E stavolta la madre di Maina è riuscita a liberarsi. Verrà con Olympe e farà da accompagnatrice, per seguire il gruppo dei “piccoli” durante il soggiorno. “Il vantaggio è che, con il mestiere che fa, ci è abituata!” dice Maina tra sé.

Scuote la testa ripensando alla sua prima reazione quando la madre aveva an-

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nunciato che sarebbero venuti. Era riuscita a sentirsi in colpa per il fatto di farle spendere tutti quei soldi e percorrere tutti quei chilometri solo per vederla danzare. Per di più in un ruolo secondario.

Per fortuna sua madre e i suoi amici l’avevano rassicurata, e adesso è soltanto felice di poter condividere quel viaggio con loro.

Dopo un’interminabile attesa alla dogana, i topolini sono finalmente saliti sull’autobus che li porterà nel cuore di Manhattan. La fatica del viaggio comincia a farsi sentire perfino per Maina, che guarda il paesaggio sfilare come in un sogno.

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L’autobus si ferma davanti all’Empire Hotel, situato nell’Upper West Side, un quartiere molto chic di New York. Il gruppetto segue nella hall il signor Fauché, la signorina Mouneyrac, l’insegnante di danza classica delle ragazze della terza divisione, e la signorina Pita. All’improvviso Jamal tappa gli occhi di Maina con le mani. Poi, attorno a lei, l’intera banda si mette a gridare:

«Sorpresa!»

Disorientata, la giovane ballerina si immobilizza.

«Cosa succede?»

Le risponde una voce che conosce molto bene. Una voce che le fa immediatamente venire le lacrime agli occhi:

«Ciao Nanà, tesoro mio…»

«Mamma!»

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Maina si getta di corsa tra le braccia della madre.

«Mi sei mancata!» le dice in un sussurro.

«Sempre così sentimentale, eh, sorellina?»

Olympe si avvicina per battere il cinque agli amici della sorella, come se li conoscesse da sempre. Maina ha l’impressione che sia cresciuto di dieci centimetri; le succede ogni volta che lo rivede.

Come in un film, la ragazzina guarda la madre che parla con la signorina Pita, Olympe che scherza con Jamal, Zoe che contratta qualcosa con il portiere dell’albergo, Constance addormentata su una delle poltrone della hall, Sofia e Niky che tentano qualche passo di danza un po’ più in là…

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La mamma di Maina torna verso la banda e annuncia:

«Andate a prepararvi, ragazzi. Ceniamo fuori. Per la vostra prima serata non potete perdervi le luci della città!»

«Fantastico!» esclama Zoe, mentre si precipita verso di loro agitando un volantino. «Il portiere mi ha detto in quale ristorante fanno i migliori hamburger del mondo!»

La madre di Maina scoppia a ridere.

«Mi sa tanto che la Scuola ha avuto le stesse informazioni che hai avuto tu, perché è proprio lì che abbiamo prenotato!»

Olympe lancia allora un’occhiata a Constance, poi sussurra a Maina:

«Che dici, portiamo anche la Bella addormentata nel bosco?»

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Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Rotolito spa (Pioltello, MI) nel mese di gennaio 2023

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