

LE METAMORFOSI
Riduzione e adattamento a cura di
Marco Giuliani
Ovidio
Ovidio Le Metamorfosi
Riduzione e adattamento a cura di Marco Giuliani Disegni di Simona Trozzi e Sandra Marziali
ISBN 979-12-221-0952-7
Prima edizione rinnovata: maggio 2025
ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0
anno 2029 2028 2027 2026 2025
© 2025 Gallucci – La Spiga
Prima edizione © 2020 ELI – La Spiga Edizioni
Foto: Shutterstock, Archivio Eli - La Spiga Edizioni
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Ovidio LE METAMORFOSI
Riduzione e adattamento a cura di Marco Giuliani
disegni di Simona Trozzi e Sandra Marziali
Introduzione
15 libri di metamorfosi: è questo il titolo (in lingua greca, anche se l’opera è scritta in latino) che Ovidio aveva scelto per il poema che raccoglie e rielabora un gran numero di miti provenienti dalla tradizione greca.
Questo titolo dà immediatamente conto di quale sia il tema e la struttura dell’opera: vediamo l’uno e l’altra più nel dettaglio.
Nei primi due libri sono narrati i miti relativi alla trasformazione del Caos nei vari elementi della natura, quindi la creazione dell’uomo, il diluvio universale, l’incendio della terra causato da Fetonte e infine la nascita di una nuova generazione di uomini.
Vale la pena di soffermarsi sul fatto che presso quasi tutti i popoli della Terra è presente il ricordo di un diluvio universale, che in tempi remotissimi si sarebbe abbattuto sul genere umano provocando morte e distruzione. Anche se elaborati in epoche e luoghi diversi, sono racconti fra loro molto simili, soprattutto nella trama: gli uomini con il passare del tempo divennero malvagi, abbandonarono la via del bene entrando in conflitto con la divinità, che, in
preda all’ira, li punì mandando sulla Terra una terrificante inondazione. Si salvarono solo in pochi: gli uomini buoni e giusti, scelti dalla divinità per dare origine a una nuova generazione di esseri umani.
La più antica versione di questo mito ci viene dall’Epopea di Gilgamesh, un poema che rappresenta l’esempio più alto della produzione letteraria di ambiente mesopotamico ed è frutto della fusione di molteplici racconti indipendenti, a lungo trasmessi in forma orale. Un’altra versione è presente anche nella Bibbia e ha per protagonista il patriarca Noè. A lungo si è ritenuto che la narrazione mesopotamica fosse la fonte da cui era scaturita quella biblica. Oggi è invece prevalente l’opinione che il racconto biblico derivi da una tradizione indipendente e molto antica.
Anche il mito greco di Deucalione e Pirra presenta notevoli analogie con l’Epopea di Gilgamesh, che sembrano avere radice in un effettivo incontro e scambio culturale tra Greci e Mesopotamici, verificatosi nell’VIII-VII secolo a.C. in Asia Minore.
Ovidio, narrando l’origine del cosmo, parte proprio da questo episodio, dalla collera di Giove scatenata dagli atti di empietà commessi da Licaone, re degli Arcadi (che per punizione fu trasformato in lupo).
Adirato, dunque, con gli esseri umani, Giove mandò una terribile tempesta sulla Terra. Solo Deucalione si salvò (insieme alla moglie Pirra), perché, avvertito dal padre

Prometeo, aveva costruito un’arca. Quando i due coniugi si ritrovarono incagliati sul monte Parnaso, chiesero a un oracolo come rimediare alla rovina che li circondava e fu loro concesso di ripopolare la Terra gettandosi alle spalle “le ossa della grande madre”, ovvero le rocce. Le pietre che lanciava Deucalione divennero uomini, quelle che lanciava Pirra donne.
Oltre alla storia dei due progenitori dell’umanità, tra i tanti miti raccontati da Ovidio nei due libri iniziali abbiamo scelto lo sfortunato inseguimento di Apollo alla ninfa Dafne (trasformata in alloro), e il rapimento di Europa, compiuto da Giove nelle sembianze di un toro.
I libri dal III all’XI sono dedicati ai miti che hanno per protagonisti semidei e dèi. Gli immortali abitanti dell’Olimpo, dotati di sentimenti umani e somiglianti agli umani anche nell’aspetto, si innamorano o provano ostilità per i mortali, i quali finiscono spesso per essere tramutati in animali, in piante o in oggetti inanimati. All’azione dei semidei, invece, i Greci attribuivano le forze che si sprigionano dalla natura e che l’evoluzione della scienza ha spiegato successivamente in modo razionale. Ovidio racconta poi di alcune divinità minori, come le ninfe e i fauni, creature immortali che vivono però sulla Terra, animandola.
Da questa ampia rassegna di miti, abbiamo scelto di raccontare le celebri vicende di Narciso ed Eco, l’amore infelice tra Piramo e Tisbe, il rapimento di Proserpina, la sfida tra Aracne e Atena, la sacra ospitalità di Filemone e
Bauci, l’ambizioso piano di Dedalo e Icaro, l’amara ricerca di Euridice da parte di Orfeo, la punizione beffarda toccata a re Mida.
Si giunge così al libro XII, in cui si narra della guerra di Troia, dal sacrificio di Ifigenia fino alla morte di Achille. Con il libro XIII, dopo aver raccontato della contesa tra Ulisse e Aiace per le armi di Achille, Ovidio descrive la fuga di Enea da Troia, insieme con il padre Anchise e il figlioletto Ascanio. Il libro XIV contiene l’ultima parte del viaggio di Enea, l’approdo in Italia e i miti legati alle origini di Roma.
Nel libro XV, l’ultimo, ha particolare rilievo il discorso del filosofo Pitagora sulla metempsicosi, ovvero la trasmigrazione delle anime da un corpo all’altro, dagli uomini agli animali e viceversa. Pitagora afferma di esporre le leggi dell’universo che gli ha dettato lo stesso Apollo: l’anima non muore ma, lasciata la sede precedente, vaga. Nessuna cosa è stabile e ferma, ma tutto varia e si rinnova. È quasi l’enunciazione del filo rosso che lega le storie di metamorfosi raccontante nell’intero poema.
Infine, l’opera di Ovidio si chiude con la divinizzazione di Giulio Cesare, che viene accolto in cielo sotto forma di astro, e con la celebrazione di Augusto.
Marco Giuliani
Nota del curatore
Quello delle Metamorfosi è un mondo multiforme e cangiante, dove nulla sembra costretto ad assumere una forma definitiva, che delimiti le infinite potenzialità dell’Essere.
In questo primo scorcio del terzo millennio, spesso affannati da un presente contraddittorio e un futuro incerto, la prospettiva offerta da Ovidio può esserci d’ispirazione per interpretare sotto una luce positiva gli incessanti cambiamenti del mondo che ci circonda, che spesso ci spaventano più di quanto non ci sorprendano.
È solo una delle possibili letture dei passi che abbiamo selezionato dall’immenso poema di Ovidio, un’opera che merita di uscire dagli stretti confini degli studi classici.
Accanto alla rielaborazione in prosa dei racconti mitici, viene proposta pertanto una traduzione poetica, per dare a tutti la possibilità di accostarsi ai versi che hanno suggestionato generazioni di lettori, da Dante a Montale, e che hanno reso il poeta di Sulmona contemporaneo all’uomo di ieri, di oggi, di domani.
M. G.
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Le Metamorfosi
La natura vive di trasformazioni incessanti: nessuna cosa è stabile e ferma, ma tutto varia e si rinnova. Per illustrare questa legge dell’universo, il poeta latino Ovidio compose una raccolta di miti incentrati sulle metamorfosi, i cui protagonisti – dèi, semidei ed esseri umani – mutano d’aspetto perché premiati o puniti per il loro operato. Nelle affascinanti storie di Eco e Narciso, Dafne e Apollo, Dedalo e Icaro, così come nelle molte altre qui raccontate, il cambiamento si rivela una forza a volte vitale e a volte rovinosa, ma sempre creatrice.
• Focus di approfondimento sulle creature del mito, sull’età augustea e sulla statua di Apolloe Dafne realizzata da Gian Lorenzo Bernini
• Con un’intervista (immaginaria) a Ovidio disegni di Simona Trozzi e Sandra Marziali