Le disavventure di Bepi il filosofo

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Antonello Rossi

disegni di Lucia Carlini

Mentre viene trascinato via dalla sua amata, Bepi si accorge che qualcosa si sta agitando accanto a lui: si tratta di un granchio. Ma non uno qualsiasi, bensì un pericoloso granchio blu, una specie da poco approdata nei suoi mari, che sta seminando il terrore tra i pesci di zona. [...]

Il pesciolino, ignaro del fatto che il granchio non lo ha liberato per generosità, gli si avvicina e si affretta a ringraziarlo. «Sei il mio salvatore! Come potrò mai sdebitarmi? Come ti chiami?»

Universale d’Avventure e d’Osservazioni

Antonello Rossi

Le disavventure di Bepi il filosofo disegni di Lucia Carlini

ISBN 979-88-221-0935-0

Prima edizione maggio 2025

ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

anno 2029 2028 2027 2026 2025

© 2025 Carlo Gallucci editore srl - Roma

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Le disavventure di Bepi il filosofo

disegni di Lucia Carlini

A Barbara, Veronica e Valentina

Venezia

«Venezia di notte è ancor più bella» dice Gina avvicinandosi teneramente al suo Bepi.

«Tu lo sei di più» le risponde l’amato. «Sarei perduto s’io vivessi un solo momento senza di te».

«Che tenerone!» commenta lei, e lo guarda perdendosi nei suoi occhioni tondi.

Bepi, lusingato dal complimento, le confessa: «Lo sai, non è tutta farina del mio sacco: mi è sempre piaciuto fermarmi vicino a San Marco ad ascoltare Cesco, il custode della Biblioteca Marciana, mentre di notte legge ad alta voce i libri che deve tenere d’occhio. E, delle frasi più belle, ne faccio tesoro. Ma il “tesoro” più grande ce l’ho di fronte a me».

Gina risponde all’ennesimo apprezzamento del compagno, roteandogli intorno con movi-

menti sinuosi, prima di fermarsi di nuovo a fissarlo, con gli occhi a cuoricino.

Gli sguardi dei due si intrecciano in un vortice di passione e i loro respiri si fanno sempre più lievi. Eh, sì, perché Bepi e Gina non sono due umani che passeggiano lungo le suggestive calli veneziane, ma giovani e paffute orate dagli occhi grandi e dolci che nuotano nei canali che le attraversano. E rimanere troppo tempo fuori dall’acqua per ammirare Venezia, toglie loro “letteralmente” il fiato.

Ma il loro amore non è certo meno intenso di quello che può esserci tra un uomo e una donna: si amano tanto e non si separano mai. Soprattutto adorano nuotare fianco a fianco di notte, quando la città è più tranquilla. Coi musetti appena fuori dall’acqua, adesso stanno ammirando piazza San Marco illuminata. Con i suoi antichi portici, la basilica, il campanile e, in alto, le figure dei due Mori che sembrano dormire cullati dalla leggera brezza della laguna, non ci potrebbe essere scenario più romantico. È una serata fresca in un’estate particolarmente calda.

Sulla punta di uno di quei paletti che servono ai naviganti per orientarsi nel dedalo dei canali e controllare le maree, a far loro compagnia, ecco Nena, una giovane garzetta dalle zampe sottili e dal lungo becco.

«Ragazzi, siete proprio belli quando vi guardate così» dice. E, sorridendo, continua «Devo ammettere che vi invidio molto… e invidio il vostro amore. Potessi trovare anche io un bel tipo per me: zampette lisce e snelle, becco sexy, ali che mi facciano aria quando fa caldo. Occhi… occhi… occhi? Vabbè, due occhi. L’importante è che mi guardino come vi guardate voi»

«Grazie Nena, sei sempre gentile. Un’amica come te è merce rara. Sono proprio contenta di averti conosciuta e ti auguro tutto il bene del mondo. Spero anche che tu possa trovare l’amore vero, come quello che mi lega al mio Bepi»

«Così mi commuovi, Gina, non esagerare. Lo sai che pure io ti voglio tanto bene, anche se può sembrare strana un’amicizia tra una garzetta e una pesciolina. E forse, ancor più strano che mi vedano sempre sola come una zitella,

con voi, eh. Comunque, dopo quello che mi hai detto, vado a dormire contenta… ah, dimenticavo: ricordatevi che domani è domenica e si va tutti a Murano!»

Quindi, dandosi una spinta con le zampette, Nena spicca il volo e si allontana salutando i due pesci: «A domani, amici miei!»

«Ciao Nena, a domani. Solito posto, solita ora!» urla Bepi.

«Dài, Bepi, andiamo a riposare anche noi» gli dice Gina.

«Ok, amore, hai ragione! Facciamoci una bella dormita, così possiamo partire presto per la gita! Da qui a Murano ne abbiamo di pinnate da dare, eh!» le dice il pesciolino, affiancandosi alla compagna, che, muovendo coda, si sta allontanando.

Per Bepi e Gina nuotare nella laguna è molto rischioso: il traffico di piccole e grandi imbarcazioni è aumentato a dismisura e, con loro, anche il numero di piccoli pescatori che la domenica si divertono a buttare le lenze nell’acqua. Ma per le due orate vale la pena correre il rischio: Venezia, oltre a essere la città più bella e

romantica del mondo, è casa loro e non vogliono rinunciare all’abitudine di andare a visitare piazza San Marco, prima di andare a Murano, come promesso a Nena. D’altronde come potrebbero dimenticare il luogo del loro primo incontro? Quel giorno in cui Bepi piombò inavvertitamente su Gina mentre giocava con i suoi amici d’infanzia a chi sarebbe arrivato prima alla Giudecca. Dopo il colpo preso e lo spavento, Gina si ritrovò muso a muso con Bepi e… il classico “colpo di fulmine”.

Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Puntoweb srl (Ariccia, Roma) nel mese di aprile 2025

Antonello Rossi è nato a Milano nel 1968. Da quasi 40 anni “confeziona” i servizi di Striscia la Notizia, Paperissima e Paperissima Sprint. Memore delle tante storie lette alle due figlie in tenera età, ha deciso di scrivere un racconto per bambini.

Bepi è un’orata e Sarad un granchio blu. Un giorno, mentre nuotano tranquillamente lungo i canali della laguna di Venezia, sono prelevati all’improvviso da un gigantesco uccello di metallo giallo. Poco dopo il Canadair li scarica insieme all’acqua e finiscono in un torrente sulle Alpi.

Lontani da casa, i due amici vivono tante straordinarie avventure: fiumi impetuosi, dighe invalicabili, pericolosi predatori…

Nel frattempo Gina, la fidanzata di Bepi, lo cerca disperata, con l’aiuto della garzetta Nena e di un gruppo di impavidi piccioni…

Il tuffo nel vuoto di Bepi e Sarad termina sopra una distesa di larici in fiamme. Vengono sbalzati da un ramo infuocato a un altro finché, cadendo a terra e rimbalzando per qualche metro, per loro fortuna finiscono in un torrente. Spaventati e un po’ acciaccati, ma vivi, non hanno la benché minima idea di cosa li aspetti!

Consigliato dai 7ai 99 anni

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