C’era una volta, tanti anni fa, una bambina che viveva nei Grandi Boschi del Wisconsin, in una casettina grigia tutta fatta di tronchi d’albero. Intorno alla casa c’erano gli immensi alberi scuri dei Grandi Boschi, e più in là c’erano altri alberi, e più in là altri alberi ancora. Se camminavi per un giorno intero verso nord, o anche per una settimana, o addirittura per un mese, non trovavi altro che boschi. Nessuna casa. Nessuna strada. Solo alberi. E gli animali selvatici che ci abitavano in mezzo. A est e a ovest della casetta c’erano miglia e miglia di boschi, e qua e là, lungo il margine dei boschi, qualche altra casetta, anche quella fatta di tronchi. Ma erano poche e sparse e la bambina non le aveva mai viste.
Laura Elizabeth Ingalls Wilder (Pepin, 1867 - Mansfield, 1957) aveva appena quattro anni quando suo padre decise di lasciare il Wisconsin per cominciare una nuova vita nei territori messi a disposizione dei coloni dal governo americano. Fu solo il primo dei numerosi spostamenti che la famiglia dovette affrontare in quegli anni. Studentessa brillante, nonostante i lunghi soggiorni in zone isolate e prive di scuole, Laura riuscì a coronare il sogno di dedicarsi all’insegnamento. Dalle sue memorie sviluppò la saga letteraria Little House, che ebbe un grandissimo successo. Dal terzo dei nove volumi scritti dalla Ingalls, prese avvio l’omonima serie televisiva, che in Italia è andata in onda innumerevoli volte ed è amatissima, come ovunque nel mondo.
All’inizio di tutto Laura Ingalls ha quattro anni e con i suoi vive ancora in una piccola casa di legno, ai margini dei Grandi Boschi del Wisconsin. C’è sempre tanto da fare per tutti ma la sera, dopo una lunga giornata di lavoro, le allegre note del violino di papà riuniscono la famiglia felice intorno al fuoco.
Mary era più grande di Laura e aveva una bambola di pezza che si chiamava Nettie. Laura aveva solo una pannocchia avvolta in un fazzoletto, ma come bambola andava bene lo stesso. Si chiamava Susan. Non era colpa di Susan, se era solo una pannocchia. A volte Mary imprestava Nettie a Laura, ma solo quando Susan non se ne accorgeva.
“Oggi il lettore italiano sembra chiedere alla letteratura qualcosa di diverso: paesaggi rurali, piccole città e fattorie isolate. È l’altra America, che in Italia arrivò per la prima volta con un telefilm degli anni Settanta decisamente iconico: La casa nella prateria” Vanni Santoni, la Lettura - Corriere della Sera
“La Ingalls è perfetta nel raccontare la meraviglia dell’erba che vibra nel vento, la vita spartana in armonia con la natura, le vicissitudini, le battaglie, le malattie, la solidarietà” Bruno Ventavoli, ttL - La Stampa
La serie completa: 1. La casa nella prateria 2. Sulle rive del Plum Creek 3. Sulle sponde del Silver Lake 4. Il lungo inverno
“Alla fine ogni episodio diventa una magnifica avventura dove sono i valori dell’amicizia, del rispetto e della solidarietà a far superare le difficoltà, e dove prevalgono i gesti semplici e genuini”
5. Piccola città del West 6. Gli anni d’oro 7. I primi quattro anni Nei Grandi Boschi del Wisconsin La storia di Almanzo
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Francesca De Sanctis, l’Unità
traduzione di
Immagine di copertina: © Lee Avison / Arcangel Images e Brina Blum / unsplash Illustrazioni e lettering: Pemberley Pond Progetto grafico: Camille Barrios / ushadesign
Paola Mazzarelli
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