Il mago di Oz. La Città di Smeraldo di Oz

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Lyman Frank Baum

OZ La Città di Smeraldo di

Quando il Generale Guffo tornò nella caverna del Re Nomo, Sua Maestà gli chiese: «Be’, com’è andata? Gli Scapricciati si uniranno a noi?»

«Sì» rispose il Generale. «Metteranno a nostra disposizione tutta la loro forza e la loro astuzia» «Bene!» esclamò il Re. «Quale ricompensa hai promesso?»

«Vostra Maestà dovrà usare la Cintura Magica per concedere a ciascuno di loro una testa grande e bella che possa sostituire la testolina che hanno ora»

«Ricompensa accordata» disse il Re. «Questa sì che è una buona notizia, Guffo: con il loro aiuto sarà più facile conquistare Oz».

YOUNG

Lyman Frank Baum

La Città di Smeraldo di Oz

traduzione dall’inglese di

Stella Sacchini e Mirko Esposito

della stessa serie:

Il Meraviglioso Mago di Oz

Il Fantastico Paese di Oz

Ozma, la Regina di Oz

Dorothy e il Mago nel Paese di Oz

La Strada per Oz

ISBN 979-12-221-0959-6

Prima edizione luglio 2025

ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2029 2028 2027 2026 2025

© 2025 Carlo Gallucci editore srl - Roma

Titolo originale:

The Emerald City of Oz

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Lyman Frank Baum

La Città di Smeraldo di Oz

ROMANZO 6

traduzione di Stella Sacchini e Mirko Esposito

Questo libro è dedicato con affetto a Sua Altezza Reale Cynthia II di Syracuse e a tutti i bambini, la cui sincera devozione mi ha spinto a scrivere i romanzi di Oz

Nota alla traduzione

Dopo il successo di Il Meraviglioso Mago di Oz, Lyman Frank Baum decise di dare seguito alle avventure ambientate nel Paese di Oz, scrivendo in tutto 14 romanzi, molti dei quali sono tuttora poco o per nulla noti ai lettori italiani. Abbiamo perciò intrapreso la pubblicazione dell’intera saga, affidandone la traduzione ai migliori professionisti, appassionati di questo autore, con l’intento di dare una voce nuova e moderna a un intramontabile classico della letteratura. Questa scelta può comportare delle lievi differenze di resa e di stile da un romanzo all’altro, senza però che venga mai meno l’attenzione critica nei confronti della storia e dell’opera di Baum.

Ai miei lettori

Forse nel frontespizio bisognerebbe indicare che questo libro è stato scritto da “L. Frank Baum e i suoi corrispondenti”, visto che ho utilizzato molti suggerimenti ricevuti dai bambini nelle loro lettere. Da “autore di fiabe”, come mi immaginavo un tempo, sono passato a essere un semplice revisore o il segretario personale di una miriade di ragazzini che mi chiedono di inserire le loro idee nella trama delle mie storie.

Si tratta spesso di trovate ingegnose, interessanti e con una loro logica. Ecco perché le ho usate ogni volta che mi sembrava opportuno; mi pare quindi corretto esplicitare il mio debito di riconoscenza nei confronti di questi piccoli amici.

Santo cielo, è davvero incredibile l’immaginazione dei bambini! A volte resto senza parole di fronte alla loro audacia e al loro talento. In futuro non rimarremo certo a corto di autori di fiabe. I lettori mi hanno dato indicazioni precise

riguardo a Dorothy, alla zia Em e allo zio Henry, e io mi sono attenuto ai loro ordini. E mi hanno fornito così tanti spunti che avrò un bel po’ da scrivere nei prossimi anni. Sono davvero orgoglioso di tale collaborazione. I bambini amano queste storie perché hanno contribuito a crearle. I lettori sanno bene quello che vogliono e io faccio del mio meglio per accontentarli. Il risultato è soddisfacente per la casa editrice, per me e (ne sono certo) anche per loro. Mi auguro, miei cari, che passi molto tempo prima che si interrompa la nostra collaborazione.

L. Frank Baum Coronado, 1910

La Città di Smeraldo di Oz

Capitolo 1

Di come il Re Nomo si infuriò

Il Re Nomo era furibondo, e quando era furibondo diventava insopportabile. In quei momenti, tutti si tenevano alla larga, persino Kaliko, il Gran Maggiordomo.

Così il Re si ritrovava da solo a gridare come un pazzo e a camminare su e giù per la caverna dalle pareti incastonate di gioielli, in preda al delirio, e col passare dei minuti la sua furia montava sempre di più. Anche stavolta era fuori di sé dalla rabbia, ma a un certo punto si rese conto che, senza qualcuno da affliggere o terrorizzare, non aveva molto senso adirarsi; si diresse, quindi, al suo enorme gong e lo colpì con tutta la forza che aveva in corpo.

Accorse il Gran Maggiordomo, cercando di non mostrare al Re Nomo quanto fosse impaurito.

«Mandami subito il Gran Consigliere!» gridò il monarca infuriato.

Kaliko si precipitò fuori dalla stanza alla velocità che le sue gambette sottili, gravate dal peso di un corpo grasso e

rotondo, potevano sostenere e, nel giro di un istante, il Gran Consigliere fece il suo ingresso nella caverna. Dopo avergli

lanciato un’occhiataccia torva, il Re gli disse: «La perdita della Cintura Magica mi ha gettato nella più cupa disperazione. Ogni volta che provo a fare una magia, mi rendo conto che non posso perché non ho la Cintura Magica. E allora mi arrabbio, e quando mi arrabbio non riesco a divertirmi.

Cosa mi consigli?»

«Ci sono persone che si divertono ad arrabbiarsi» disse il Gran Consigliere.

«Ma non sempre è così…» sentenziò il Re. «Fin quando si tratta di affliggere o terrorizzare qualcuno, arrabbiarsi può anche essere divertente. Ma essere arrabbiati mattina, pomeriggio e sera, come nel mio caso, è noioso e ti impedisce di goderti le altre gioie della vita. Allora, che mi consigli?»

«Be’, se vi arrabbiate perché volete fare magie e non ci riuscite, l’unico modo per non arrabbiarvi più è smettere di desiderarlo».

A queste parole il Re lanciò al Consigliere un’occhiataccia furiosa e prese a tirarsi i favoriti bianchi con tale veemenza che urlò dal dolore.

«Sei uno sciocco!» esclamò.

«È un onore che condivido con Vostra Maestà» disse il Gran Consigliere.

Il Re ringhiò furibondo, battendo i piedi per terra.

La Città di Smeraldo di Oz

1. Di come il Re Nomo si infuriò

«Ehilà, mie guardie!» gridò. “Ehilà”, nel linguaggio regale, significa: “Venite subito qui!”.

Quando le guardie ebbero risposto all’ehilà regale, il Re disse: «Portate via all’istante il Gran Consigliere».

A quel punto le guardie lo presero, lo incatenarono per evitare che si dimenasse e lo trascinarono via. E il Re ricominciò a camminare su e giù per la caverna, più arrabbiato di prima.

Infine si precipitò al gong, colpendolo e facendolo risuonare come un allarme antincendio. Kaliko comparve di nuovo, pallido e tremante per la paura.

«Portami la pipa!» gridò il Re.

«La pipa ce l’avete, Vostra Maestà» rispose Kaliko.

«Allora portami il tabacco!» ruggì il Re.

«Il tabacco è nella pipa, Vostra Maestà» precisò il Maggiordomo.

«Allora portami un carbone ardente dalla fornace!» ordinò il Re.

«Il tabacco è acceso, e Vostra Maestà sta già fumando la pipa» replicò il Maggiordomo.

«Accipicchia, è vero!» disse il Re, che se l’era dimenticato «ma non è carino da parte tua ricordarmelo»

«Sono soltanto un ignobile e misero plebeo» chiosò il Gran Maggiordomo, in tono dimesso.

Il Re Nomo, non sapendo cosa rispondere, fece un tiro di pipa e prese ad attraversare la stanza a grandi passi.

Alla fine si ricordò di quanto fosse arrabbiato e gridò: «Ti pare il caso, Kaliko, di mostrarti così contento quando il tuo sovrano sprofonda nell’infelicità?»

«Perché siete tanto infelice?» chiese il Maggiordomo.

«Ho perso la mia Cintura Magica. Una ragazzina di nome Dorothy, che era qui con Ozma di Oz, me l’ha sottratta e se l’è portata via» disse il Re, digrignando i denti per la rabbia.

«Se l’è conquistata in uno scontro alla pari» azzardò Kaliko.

«Ma la rivoglio! Devo riaverla! Senza la Cintura, metà del mio potere è perso!» ringhiò il monarca.

«Non vi resta che andare al Paese di Oz a riprendervela, ma non c’è modo che Vostra Maestà possa riuscirci» disse il Maggiordomo, con un sonoro sbadiglio, perché era di turno da novantasei ore e crollava dal sonno.

«Perché no?» chiese il Re.

«Perché quel Paese magico è circondato dal Deserto della Morte, impossibile per chiunque da attraversare. Lo sapete bene quanto me, Vostra Maestà. La Cintura è persa, rassegnatevi. Vi è rimasto un potere immenso: comandate ancora su questo regno sotterraneo come un tiranno e avete migliaia di Nomi ai vostri ordini. Vi consiglio di berci su un bel bicchiere di argento fuso per calmarvi i nervi, e poi mettervi a letto».

La Città di Smeraldo di Oz

1. Di come il Re Nomo si infuriò

Il Re prese un grosso rubino e lo tirò, mirando alla testa di Kaliko. Il Maggiordomo fece appena in tempo a schivare quella pietra pesante, che gli sfiorò l’orecchio sinistro, andando a infrangersi sulla porta.

«Togliti dalla mia vista! Sparisci! Vattene… e mandami subito il Generale Bluffo» gridò il Re Nomo.

Kaliko si congedò in tutta fretta, e il Re Nomo riprese a camminare per la caverna, sbattendo i piedi, finché non comparve il Generale dei suoi eserciti.

Era un Nomo che aveva fama di essere un guerriero temibile e un comandante crudele e spietato. Disponeva di cinquantamila soldati Nomi, tutti ben addestrati, avvezzi a temere soltanto il loro inflessibile condottiero. Eppure, al suo arrivo, il Generale Bluffo si mostrò un tantino a disagio, vedendo quanto fosse arrabbiato il Re Nomo.

«Eccoti qui, finalmente!» esclamò il sovrano.

«Eccomi qui» ripeté il Generale.

«Invia all’istante il tuo esercito contro il Paese di Oz, assedia la Città di Smeraldo e distruggila, se necessario, ma riportami la Cintura Magica» urlò il Re.

«È una follia» rispose il Generale, mantenendo la calma.

«Perché? Perché? Perché?» Il Re Nomo prese a saltellare come un pazzo sulla punta dei piedi, stravolto dalla rabbia.

«Parlate senza cognizione di causa» continuò il Gene-

rale, sedendosi sopra un grosso diamante intagliato. «Vi consiglio di mettervi buono in un angolino e contare fino a cento prima di dire un’altra parola. Forse allora sarete più ragionevole».

Il Re si guardò attorno alla ricerca di un oggetto da tirare contro Bluffo, ma nei paraggi non c’era nulla che facesse al caso suo: allora cominciò a pensare che forse il Generale non aveva tutti i torti… forse la sua idea non era poi così insensata. Alla fine si lasciò cadere sul trono scintillante e, incrociando le gambe, si sistemò la corona sulla punta delle orecchie. Poi squadrò Bluffo con sguardo truce.

«Tanto per cominciare» esordì il Generale «è impossibile raggiungere il Paese di Oz attraversando il Deserto della Morte. Anche se ci riuscissimo, la Sovrana di quel luogo, la Principessa Ozma, con i suoi poteri magici annienterebbe in un istante il mio esercito. Se non aveste perso la Cintura Magica, magari avremmo potuto sconfiggerla, ma ormai la Cintura è andata»

«La rivoglio!» strillò il Re. «Devo riaverla a qualsiasi costo»

«Allora pensiamo a un modo più ragionevole per recuperarla. A sottrarvela è stata una ragazzina del Kansas di nome Dorothy»

«Ma poi l’ha lasciata nella Città di Smeraldo, affidandola a Ozma» sentenziò il Re.

«Come fate a saperlo?» chiese il Generale.

La Città di Smeraldo di Oz

1. Di come il Re Nomo si infuriò

«Una delle mie spie, un Merlo, ha perlustrato in volo il deserto intorno al Paese di Oz e ha visto la Cintura Magica nel palazzo di Ozma» rispose il Re con un gemito.

«Fatemi riflettere un attimo» disse il Generale, con aria pensierosa. «Ci sono due modi per raggiungere il Paese di Oz, senza dover per forza attraversare il deserto sabbioso».

«E quali sarebbero?» chiese con impazienza il Re.

«Uno è volando sopra il deserto, l’altro è passandoci sotto, attraverso il terreno».

A queste parole, il Re Nomo lanciò un grido di gioia, con un balzo scese dal trono e riprese a camminare su e giù per la caverna.

«Perfetto, Bluffo!» esclamò. «È un’idea meravigliosa, Generale, io sono il Re del Mondo Sotterraneo e i miei sudditi sono minatori. Farò scavare un tunnel segreto sotto il deserto fino al Paese di Oz… ma certo!… dritto fino alla Città di Smeraldo… e guiderete là il vostro esercito, conquistando tutta la nazione!»

«Con calma, Vostra Maestà, con calma. Non correte troppo» lo ammonì il Generale. «I miei Nomi sono guerrieri ben addestrati, ma non abbastanza forti da conquistare la Città di Smeraldo»

«Ne sei certo?» chiese il Re.

«Sicurissimo, Vostra Maestà»

«Cosa dovrei fare, allora?»

«Rinunciare all’impresa e pensare ai fatti vostri» lo consigliò il Generale. «Il governo di questo regno sotterraneo vi dà già gran pensiero»

«Ma io rivoglio la Cintura Magica… e la riavrò, costi quel che costi!» scattò il Re Nomo, con un ruggito.

«Voglio proprio vedere come farete» ribatté il Generale, scoppiando in una risata maliziosa.

A quel punto il Re, al colmo dell’esasperazione, afferrò lo scettro, sormontato da un enorme zaffiro a forma di sfera, e lo lanciò con tutta la forza che aveva contro il Generale Bluffo. Lo zaffiro lo colpì in piena fronte scaraventandolo a terra, privo di sensi. Poi il Re fece suonare il gong e ordinò alle guardie di trascinare fuori il Generale, e loro obbedirono.

Il Re Nomo si chiamava Roquat il Rosso e non era amato da nessuno. Era un uomo malvagio e un monarca potente che si era messo in testa di distruggere la magnifica Città di Smeraldo, ridurre in schiavitù la Principessa Ozma e la piccola Dorothy, insieme agli abitanti di Oz, per riprendersi la Cintura Magica. Quella stessa Cintura che, un tempo, aveva consentito a Roquat il Rosso di mettere a punto i suoi piani malvagi; ma questo avveniva prima che Ozma e i suoi sudditi marciassero alla volta della caverna e se ne impadronissero. Il Re Nomo non riusciva a perdonare né Dorothy né la Principessa Ozma, ed era deciso più che mai a vendicarsi.

La Città di Smeraldo di Oz

Dal canto loro, Ozma e Dorothy non sapevano di avere un nemico così pericoloso. A dire il vero, si erano proprio dimenticate che un individuo come il Re Nomo continuasse a vivere sotto le montagne del Paese di Ev… al confine estremo del Deserto della Morte, a sud del Paese di Oz. Un nemico insospettabile è due volte più pericoloso.

1. Di come il Re Nomo si infuriò
Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Puntoweb srl (Ariccia, Roma) nel mese di giugno 2025

Lyman Frank Baum

(1856 - 1919) nacque a Chittenango, nello stato di New York. Figlio di un ricco petroliere, intraprese le carriere più disparate, finché raggiunse il successo con la saga del Mago di Oz, di cui Gallucci ha in corso la traduzione aggiornata di tutti i 14 volumi.

Della stessa serie:

In copertina

Art director: Francesca Leoneschi

Graphic designer: Pietro Piscitelli / theWorld ofDOT

DEI 14 VOLUMI SCRITTI DA L. FRANK BAUM, PER SCOPRIRE NELLA SUA COMPLETEZZA

IL CAPOLAVORO AMERICANO PER RAGAZZI

Dorothy e i suoi zii stanno per cominciare una nuova vita nella splendida Città di Smeraldo, la capitale del magico Paese di Oz. Popolato da creature bizzarre e uniche –come i Pezzipazzi, i Catastrofetti, i Vanverini e molti altri – questo straordinario mondo sembra aver accolto al meglio i suoi nuovi cittadini… eppure una terribile minaccia è dietro l’angolo: il Re Nomo, il malvagio Roquat il Rosso, è deciso a distruggere il regno fatato con l'aiuto dei suoi crudeli alleati e a ridurre in schiavitù i suoi pacifici abitanti. Riusciranno Dorothy e i suoi amici a salvare Oz? «Il motivo per cui tanta gente è cattiva è perché non ha mai provato a essere buona. Ora, dovete sapere che il Re Nomo non aveva mai provato a essere buono, e quindi era cattivissimo».

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