Feminist Art

16 mm

La Feminist Art non è soltanto l’arte realizzata da donne, è un vero e proprio movimento artistico e politico, pieno di sfaccettature.

Le sue interpreti sono attiviste che si servono dell’arte come mezzo di lotta, per riappropriarsi delle parole, dei loro corpi, della libertà di essere se stesse ed essere rappresentate.

VALENTINA GRANDE è docente, autrice e conduttrice radiofonica di programmi di letteratura su Radio Onda d’Urto e Radio Città Fujiko. Oltre a Feminist Art, ha pubblicato, tra gli altri, Bauhaus. L’idea che ha cambiato il mondo e, con Eva Rossetti, Gertrude Stein e la generazione perduta. Vive e lavora a Bologna.

LE DONNE CHE , HANNO RIVOLUZIONATO L ARTE

EVA ROSSETTI ha illustrato graphic novel e opere di storia dell’arte, tutte tradotte in più lingue, oltre a diversi libri in ambito educativo e inchieste a fumetti. Vive e lavora a Roma.

FEMINIST ART

Questo è il primo graphic novel che racconta, attraverso le esperienze di Judy Chicago, Faith Ringgold, Ana Mendieta e delle Guerrilla Girls, le donne che hanno cambiato per sempre la storia dell’arte.

VALENTINA GRANDE EVA ROSSETTI

"Le artiste sono come piante pioniere: danno vita a terreni con poco nutrimento, permangono, resistono, lo rendono adatto alle specie che a esse seguiranno"

N U OVA E D I Z I O N E

€ 24,00

VALENTINA GRANDE • EVA ROSSETTI

FEMINIST ART LE DONNE CHE , HANNO RIVOLUZIONATO L ARTE

Valentina Grande Feminist Art. Le donne che hanno rivoluzionato l’arte illustrazioni di Eva Rossetti delle stesse autrici: Gertrude Stein e la generazione perduta con i testi di Valentina Grande: Bauhaus. L’idea che ha cambiato il mondo Publisher Balthazar Pagani – BesideBooks Graphic design Studio RAM ISBN 979-12-221-1125-4 logo orizzontale altezza minima 12 mm Prima edizione Centauria: 2020 logo verticale altezza minima 17 mm

Prima edizione Gallucci Balloon rinnovata: novembre 2025 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2029 2028 2027 2026 2025 © 2025 Carlo Gallucci editore srl - Roma

Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl da Rubbettino print - Soveria Mannelli (CZ), nel mese di ottobre 2025 Gallucci è un marchio registrato Se non riesci a procurarti un nostro titolo in libreria, ordinalo su:

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FEMINIST ART VALENTINA GRANDE • EVA ROSSETTI

LE DONNE CHE HANNO RIVOLUZIONATO L'ARTE

PREFAZIONE ALLA NUOVA EDIZIONE Quando Feminist Art. Le donne che hanno rivoluzionato l’arte è stato pubblicato per la prima volta in Italia, nel 2020, non immaginavamo che ci avrebbe offerto così tante soddisfazioni e che avrebbe viaggiato più di noi: è stato tradotto in Germania, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Francia, in Corea e – con nostra grande gioia – ha trovato un’accoglienza particolarmente calorosa in Spagna. Ancora oggi riceviamo messaggi da lettrici e lettori, dall’Australia così come dal Sudamerica, che ci ringraziano per aver raccontato il movimento femminista nel mondo artistico, la vita di chi ha sposato questa pratica e l’attivismo politico, trasformando il processo creativo in uno strumento di lotta e di visibilità.

Nato da un’idea di Balthazar Pagani, che aveva compreso la necessità di un fumetto su questo argomento, scritto da me e disegnato con sensibilità e potenza da Eva Rossetti, il progetto sin da subito è stato per noi un atto d’orgoglio e una presa di posizione. La sua realizzazione, però, non è stata priva di ostacoli.

Eva Rossetti ha compiuto un lavoro straordinario, in quanto per ragioni di copyright non le era possibile riprodurre le opere originali. Questo l’ha portata all’impresa complessa e delicata di creare tavole che trasmettessero la stessa forza espressiva, senza tradire lo stile delle artiste. Trovare un equilibrio è stato difficile, ma abbiamo affrontato il compito con profondo rispetto per le protagoniste, bilanciando continuamente anche la sceneggiatura: volevamo un libro accessibile, plurale, capace di parlare a un pubblico ampio, senza mai rinunciare all’intensità delle storie raccontate. Non è stato facile occuparsi di un volume che fosse, allo stesso tempo, divulgativo e coinvolgente, ricco di informazioni ma anche emozionante. Il rischio era quello di risultare didascaliche o, all’opposto, troppo vaghe. La sfida è stata proprio trovare un linguaggio, grafico e letterario, che restituisse la portata storica e politica delle vite in questione, senza appiattirle o semplificarle.

Abbiamo scritto che «le artiste sono come piante pioniere: danno vita a terreni con poco nutrimento, permangono, resistono, lo rendono adatto alle specie che a esse seguiranno».

Questa frase, oggi come allora, ci sembra riassumere il cuore del graphic novel: raccontare le radici profonde della lotta femminista nel mondo culturale come forma di resistenza, di cura e di rigenerazione.

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Questa edizione pubblicata da Gallucci segna un nuovo inizio. L’editore ha voluto offrirle una veste rinnovata e una stampa pensata per valorizzare ancor di più i colori e la forza espressiva delle tavole. È un’edizione che rende giustizia all’intensità visiva e politica del nostro racconto, che è prima di tutto un omaggio alla libertà creativa delle donne e al coraggio di chi, con la creatività, ha sfidato lo status quo.

A distanza di anni, questo libro continua a parlarci con urgenza. Perché l’arte è ancora oggi uno spazio da conquistare e la storia delle sue protagoniste merita di essere conosciuta, letta e ricordata.

Grazie a chi ci ha accompagnato fin qui e benvenutə a chi scopre queste pagine per la prima volta.

Valentina Grande

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INTRODUZIONE Può un solo libro raccontare il movimento artistico femminista?

La risposta è no. Da sceneggiatrice, non ho la pretesa di raccontare cosa sia stata l’arte femminista, soprattutto a partire dalla definizione di femminismo: non esiste un femminismo, ma tanti. Uno degli scopi di questo libro è di fare per il lettore un po’ di luce su alcuni temi importanti e trasversali ai femminismi.

L’arte femminista non è l’arte realizzata da donne, non è un movimento che si differenzia per scelte tecniche o per forme innovative, ma è un movimento artistico e politico in cui le artiste erano attiviste per i diritti delle donne e utilizzavano l’arte come mezzo di lotta.

Ci sono grandi artiste che non si sono definite femministe, o che hanno rifiutato questa definizione pur avendo prodotto nel loro corpus opere con chiari temi femministi. Ho dato la preferenza a chi di loro si era dichiarata femminista e ne aveva fatto la propria marca stilistica, dedicando tutta la produzione al tema, nella speranza di dare voce attraverso quel lavoro anche a tutte le altre artiste e a tutti i nomi importanti per il movimento, ad esempio: Gina Pane, Regina José Galindo e Hannah Wilke, che mancano per ovvie ragioni di spazio.

Le artiste che racconto in questo libro ci offrono quattro riflessioni differenti. Judy Chicago è stata una pioniera del movimento, lo ha visto nascere e ha lavorato sulla riappropriazione delle parole, sulla scelta politica di nominare e rappresentare quelli che erano, e purtroppo sono ancora, dei tabù: il sangue, la vagina, gli assorbenti. Il suo attivismo ha avuto un punto di svolta a Fresno, lavorando con un gruppo di studentesse che, prima ancora di imparare delle tecniche artistiche, necessitavano di un lavoro di empowerment sulle proprie capacità. Sono i primi passi del movimento e Chicago parte dalla vagina, che in quel momento storico era un forte simbolo identitario della donna.

La seconda artista, Faith Ringgold, da afroamericana riflette sui limiti del femminismo degli Anni Settanta in quanto movimento delle donne bianche della classe media, come sosteneva anche Ana Mendieta, che non includeva nella lotta i diritti civili per le persone afroamericane. Le donne nere lottavano su due fronti diversi – in quanto donne e in quanto nere – e spesso, come accade a Ringgold, trovavano un muro anche nella propria comunità, perché gli uomini si sentivano minacciati.

Ana Mendieta, esule cubana negli Stati Uniti, volge il proprio sguardo sui concetti di origine e di identità. Cerca un ritorno, ma non alla patria, bensì all’origine di tutte le cose: il

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mito della Dea Madre che è principio, divenire e fine di ogni essere vivente. Al contempo, le sue ricerche si concentrano anche sull’identità attraverso le performance. Mendieta indaga quanti possibili “io” sono contenuti in ogni persona. Proprio in quegli anni i gender studies definivano il genere come una ripetizione performativa di azioni associate al maschio o alla femmina. Le artiste fanno proprie queste istanze attraverso la body art e permettono a chi guarda di partecipare alle molteplici possibilità insite in ognuna di noi. Mendieta muore tragicamente nel 1985, cadendo dal balcone del suo appartamento al trentaquattresimo piano. Il marito, lo scultore Carl Andre, viene indagato per omicidio perché il vicino di casa testimoniò di aver sentito la coppia litigare e, successivamente, la voce di Mendieta urlare “no” prima della caduta. Il marito verrà prosciolto dopo due processi, per mancanza di prove evidenti. La vicenda ha spaccato il mondo dell’arte tra accuse e difese e, ancora adesso, a ogni mostra di Andre ci sono manifestazioni per boicottare il suo lavoro, ma soprattutto per ricordare Ana. Nella storia che leggerete abbiamo deciso di non affrontare la sua morte, ma la sua vita, e di non nominare Andre. In qualsiasi modo sia andata questa vicenda, Ana Mendieta deve esistere come artista e non come vittima.

L’ultimo capitolo di questo libro si chiude con le parole delle Guerrilla Girls, le quali esprimono la conclusione più piena di questo percorso: sono artiste femministe, non hanno una collocazione geografica e non possiedono un’identità specifica. Rappresentano tutte le donne, quelle del passato che sono state dimenticate e quelle attuali che ancora lottano affinché la cultura sia di, e rappresenti, tutte, tutti e tuttə. Sono femministe intersezionali: denunciano le ingiustizie nel mondo dell’arte perpetrate non solo nei confronti delle donne, ma anche verso le persone nere, gay, lesbiche, trans e tutte quelle che sono oppresse da un potere basato sul privilegio patriarcale.

Sul gradino più basso della piramide del privilegio c’è una donna trans, lesbica, nera, disabile e migrante. Esisterà? Certo che esiste, ma è invisibile.

Le Guerrilla Girls e tutte le artiste femministe lavorano perché possa rappresentarsi e nessuno si interroghi più sulla sua esistenza.

Valentina Grande

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ALLA FINE DEGLI ANNI ‘60 SI RESPIRAVA IL CAMBIAMENTO, I CORPI SFILAVANO ALLA RICERCA DI UN RICONOSCIMENTO.

...A

ATLANTIC CITY, 1968

IL CONCORSO DI MISS AMERICA DEL 1968 SARÀ RICORDATO COME IL GIORNO IN CUI LE DONNE BRUCIARONO I LORO REGGISENI...

...IN REALTÀ NESSUNA ACCESE MAI UN FUOCO, MA BUTTARE LA BIANCHERIA INTIMA IN UN BARILE FU COSÌ IRRIVERENTE DA DARE L’IDEA CHE QUALCOSA STESSE BRUCIANDO DAVVERO.

AVEVANO RAGIONE.

...AD ALCUNI LA SCENA RICORDÒ CUT PIECES UNA PERFORMANCE DEL 1964 DI YŌKO ONO...

LA GENTE CONTINUAVA A TAGLIARE...

...RESTAVO IO AL CENTRO, COME UNA PIETRA...

...MA NESSUNO POTEVA SAPERE QUANTA FORZA CI FOSSE DENTRO LA PIETRA.

YŌKO ONO, ARTISTA

IONE. 9

NEL 1972 LE WOMEN IN ARTS PROTESTARONO DI FRONTE ALL’INGRESSO DEL BROOKLYN MUSEUM CHIEDENDO PIÙ MOSTRE DI ARTISTE: IN CENTO ANNI DI STORIA, SOLO UNA DONNA AVEVA AVUTO QUESTA POSSIBILITÀ...

NEL 2007 NELLO STESSO MUSEO NASCE L’ELIZABETH A. SACKLER CENTER FOR FEMINIST ART, UNO SPAZIO INTERAMENTE DEDICATO ALLE ARTISTE CHE HANNO RIVOLUZIONATO NON NELLE FORME, MA NEI CONTENUTI, IL MONDO ARTISTICO...

...CREANDO UNA FRATTURA NELLA CULTURA DOMINANTE, APRENDOLA VERSO LA PROSPETTIVA DELLE DONNE E IGNORANDO UNA STORIA CHE NON ERA LA LORO.

“IL MIO POTERE DI DONNA CONSISTE NEL DEFINIRE ME STESSA E NEL NON FARMI DEFINIRE DALL’ESTERNO”

AUDRE LORDE, SCRITTRICE E ATTIVISTA FEMMINISTA

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JUDY CHICAGO L'orgoglio del corpo e il potere delle parole

e a 3 anni.

Iniziai a disegnar ll’anticomunismo I miei genitori furono vittime de forzò la porta di maccartista . Un giorno un uomo un agente FBI. casa, anni dopo scoprii che era Sarò sempre grata a mia madre per non avermi mai chiesto di sacrificare i miei sogni per renderle la vita meno difficile.

Volevo essere un’artista, ma compresi che il mio genere era l’ostacolo per diventarlo.

A causa del suo attivismo politico mio padre perse il lavoro, si ammalò e poi morì a causa di un’ulcera .

Ho avuto il mio primo orgasmo con Tommy a 16 anni, la vigilia di Capodanno. Pensai di ess ere una puttana.

Mio marito Jerry morì per un incidente stradale.

Andai in spiaggia tra il vento, la sabbia e il suono delle onde e nel dolore compresi che ero l’unica cosa su cui potessi fare affidamento perché tutto è precario. rte chiare politica e a is m i d ta a us cc a o Mi h ann ggio. e di trarne vanta re olevano solo porta v i m e ch i in m uo o ri Ho conosciut re e attenzioni, alt cu o n va ta et p s a i s a letto, altri o. tati dal mio lavor en v a p s o n a er ra anco Ho camb iato il mio cognome in Ch icago come facevano le Black Panther perc hé volevo autodeterminarmi, volevo sceg liere da sola il mio nome.

i

mi erle

ri

NEW YORK, 1985

JUDY DISSE CHE I FIORI SAREBBE ANDATA A COMPRARLI LEI.

ERA UNA GIORNATA FRESCA DI SETTEMBRE. LA SERA SI SAREBBE TENUTA UNA COLLETTIVA DI ARTISTE AL BROOKLYN MUSEUM.

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ERA PASSATO MOLTO TEMPO DA QUANDO IL SUO SECONDO MARITO, LLOYD, ARTISTA ANCHE LUI, AVEVA PREGATO UN CURATORE DELLA MOSTRA DI NON GUARDARE SOLO LE SUE OPERE, MA ANCHE UNA SCULTURA DI JUDY. QUESTI ERA STATO RILUTTANTE.

PERCHÉ, SÌ, LEI ERA UNA DONNA.

NON GLIELO AVEVANO RIPETUTO SPESSO?

SEI BRAVA JUDY, MA DEVI DECIDERE SE ESSERE UN’ARTISTA O ESSERE UNA DONNA.

IL TUO QUADRO È COSÌ BELLO CHE SEMBRA DIPINTO DA UN UOMO!

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La Feminist Art non è soltanto l’arte realizzata da donne, è un vero e proprio movimento artistico e politico, pieno di sfaccettature.

Le sue interpreti sono attiviste che si servono dell’arte come mezzo di lotta, per riappropriarsi delle parole, dei loro corpi, della libertà di essere se stesse ed essere rappresentate.

VALENTINA GRANDE è docente, autrice e conduttrice radiofonica di programmi di letteratura su Radio Onda d’Urto e Radio Città Fujiko. Oltre a Feminist Art, ha pubblicato, tra gli altri, Bauhaus. L’idea che ha cambiato il mondo e, con Eva Rossetti, Gertrude Stein e la generazione perduta. Vive e lavora a Bologna.

N U OVA E D I Z I O N E

LE DONNE CHE , HANNO RIVOLUZIONATO L ARTE

EVA ROSSETTI ha illustrato graphic novel e opere di storia dell’arte, tutte tradotte in più lingue, oltre a diversi libri in ambito educativo e inchieste a fumetti. Vive e lavora a Roma.

FEMINIST ART

Questo è il primo graphic novel che racconta, attraverso le esperienze di Judy Chicago, Faith Ringgold, Ana Mendieta e delle Guerrilla Girls, le donne che hanno cambiato per sempre la storia dell’arte.

VALENTINA GRANDE EVA ROSSETTI

"Le artiste sono come piante pioniere: danno vita a terreni con poco nutrimento, permangono, resistono, lo rendono adatto alle specie che a esse seguiranno"

VALENTINA GRANDE • EVA ROSSETTI

FEMINIST ART LE DONNE CHE , HANNO RIVOLUZIONATO L ARTE