CMYK
Esecutivo 140x210mm
10mm
ERNESTO FERRERO
«Mi appassionavano i calcoli astrusi. E poi la matematica serve per prendere le misure al mondo. Senza mate-
(Torino, 1938-2023). Intellettuale raffinato e con molte-
matica non si può cambiare il mondo e io ero così ambi-
plici interessi, nel 1963 entrò nella casa editrice Einaudi, di cui poi divenne responsabile editoriale. Ha guidato anche la Mondadori e la Garzanti e ha diretto, dal 1998 al 2016, il Salone del Libro di Torino. È stato autore di numerosi saggi e romanzi, tra i quali N., la storia ispirata alla vita di Napoleone all'Isola d’Elba, con cui vinse nel 2000 il Premio Strega e da cui è stato tratto un film.
«E tu, che bambino eri?» Sollecitato a Sant’Elena dalla piccola Betsy, Napoleone racconta la propria infanzia. Parla del suo nome che faceva ridere i compagni. Del cognome italiano che non piaceva ai francesi. Della tribù di fratelli e sorelle. Del coraggio della madre e dei sogni del padre. E di come si preparò, da ragazzo, a diventare imperatore e mutare il corso della Storia.
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“Mi pareva che Parigi l’avessero costruita dei giganti. Tutto quello che avevo visto fino allora mi sembrava così piccolo, come la casa delle bambole delle mie sorelle. Ero come ubriaco, sempre con il naso all’aria, e dovevo stare attento a non farmi investire dalle carrozze”.
In copertina Illustrazione: © Antonio De Luca Art director: Francesca Leoneschi Graphic designer: Pietro Piscitelli / theWorldof DOT
Consigliato dai ai anni
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zioso che volevo cambiarlo, farlo più grande e più bello e più efficiente, a mia immagine e somiglianza» «A me la matematica non piace per niente» disse Betsy. «Invece mi piacciono i temi» «Per amor di Dio! Io non ero proprio bravo, nei temi. I professori non riuscivano a leggere la mia calligrafia, la mia sintassi era un disastro. Però leggevo moltissimo, la notte, a lume di candela. La tenevo così vicina ai capelli che ogni tanto me li bruciacchiavo un po’. Leggevo le Vite parallele di Plutarco, le storie di grandi eroi. Ammiravo Alessandro Magno e Cesare. Mi dicevo che dovevo diventare come loro, anzi, più grande di loro! Rimpiango solo di non avere avuto più tempo per leggere libri, anche se ho letto molto, dappertutto, non appena avevo un minuto, perfino in battaglia. È bello avere in casa una biblioteca, sai? È come avere tanti amici».