Raffinato interprete della belle époque italiana, Arturo Noci godette di uno straordinario successo nel primo Novecento grazie ad una non comune abilità tecnica e disegnativa e uno spiccato senso del colore, spesso modulato sui toni caldi. La sua particolare sensibilità nel ritrarre le belle signore dell’alta società, nonché il fascino esercitato su di lui dal glamour della mondanità, contribuirono a farne uno dei ritrattisti più apprezzati dall’aristocrazia internazionale e, a partire dagli anni Dieci, persino dalle dive del Cinema muto. La sua originale interpretazione della tecnica divisionista fece parlare Enrico Prampolini di “divisionismo aristocratico”: una definizione che – sebbene impiegata in senso ironico – si rivela particolarmente appropriata per descrivere il divisionismo nociano, caratterizzato da atmosfere soffuse, calde e velatamente sensuali soprattutto per ciò che concerne soggetti intimisti o ritratti eleganti.