CULTURA nelle 20 REGIONI ITALIANE
Rivista20 N째3- maggio-giugno 2013 arte e cultura
Francesco Preverino
MODIGLIANI, SOUTINE a Milano MANET a Venezia
TIZIANO a Roma
Edito dal Centro Culturale ARIELE
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Enzo Briscese opere 2013
Rivista 20 MENSILE DI INFORMAZIONE CULTURALE
Direttore responsabile: Roberto Borra
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Paesaggio Praghesei - tecnica mista su tela
Caporedattore: Nicoletta Balani Art director: Giovanna Alberta Arancio Redazione: Gianguido Oggeri Breda Paolo Durandetto Valentina Savastano Virgilio Patarini Emanuela Romano Michele Govoni Angelo Andriuolo Ilario D’Amato Annamaria Parlato Maria Arcella Tommaso Evangelista Vanessa Rusci Laura Coppa Valentina Grecco Francesco Mastrorizzi Impaginazione: Enzo Briscese Silviu Tanasa Segreteria: Rosaria Di Dio ----------------------------------------------------------
Rivista20 del Centro Culturale Ariele Presidente: Enzo Briscese Vicepresidente: Giovanna Alberta Arancio -----------------------------------------------------
natura morta - tecnica mista su tela
L’editoriale di Roberto Borra
100+100 ARTISTI CERCASI
Il periodo di profonda trasformazione sociale,culturale ed economica che stiamo vivendo ci induce a ridefinire i nostri progetti e a rivalutare quel patrimonio di conoscenze e di capacità che avevamo relegato negli antri secondari della nostra esistenza.La parola “crisi” che per molti appariva come un retaggio di un passato quasi remoto, oggi si manifesta in svariate forme minando le certezze di quel “modus vivendi” che sembrava inattaccabile. Anche il ruolo dell’arte, tra le asperità di un’epoca così travagliata, assume nuove forme e nuove valenze. Alcuni artisti della mia rete confessano,tra le righe,che nel “fare arte”essi trovano una sorta di pratica risarcitoria che li riconcilia con il proprio senso di autostima, spesso minato dall’incertezza di un lavoro precario e conseguentemente di un ruolo sociale in evidente decadenza. Negli ultimi anni con lo sviluppo esponenziale e la diffusione dei social network e delle nuove tecnologie informatiche, l’artista che vive d’arte si è sempre più trasformato in una sorta di imprenditore di se stesso che deve essere in grado di interagire con le gallerie,con le associazioni culturali e con le riviste di settore per far conoscere e promuovere la propria arte attraverso una metodologia organica e il più possibile multidisciplinare. In quest’ottica il Centro Culturale Ariele, in virtù del qualificato background dei suoi soci e dei collaboratori, nonché di una capillare rete di contatti istituzionali e di collaborazioni artistiche nazionali ed estere, si rivela un interlocutore ideale per gli artisti che hanno la necessità di far conoscere la qualità del loro percorso artistico nel modo più serio e qualificante. La specificità della Galleria Ariele è rappresentata dall’intenso lavoro di “scouting” finalizzato a far emergere (dopo rigorose selezioni) gli artisti che ritiene degni di nota nel contesto dell’arte contemporanea.Entrare a far parte della sua equipe artistica è dunque un importante traguardo sia per l’artista “emergente”,sia per la Galleria che attraverso la presenza e la promozione di Artisti di qualità,rende sempre più prestigiosa e qualificata la sua presenza nel sistema dell’arte nazionale.Non solo,con il progetto 100+100 la selezione degli artisti apre paritariamente i confini alle realtà emergenti a livello internazionale offrendo un’interessante opportunità di esposizione collettiva nelle prestigiose sale del Museo di Scienze Naturali di Torino,uno dei luoghi simbolo della città.Al contempo il progetto prevede l’ingresso del catalogo nella biblioteca virtuale degli artisti della Galleria Ariele che lo diffonderà in modo capillare tramite la consistente rete di contatti internazionali e attraverso la “Rivista 20” sul territorio nazionale.L’artista avrà a disposizione il proprio catalogo in formato pdf in italiano ed in inglese,stampabile anche in limitatissime tirature.Nell’insieme il progetto 100+100 ha tutte le caratteristiche per rivelarsi un’arma vincente nella promozione degli artisti e della loro arte grazie alla varietà dell’offerta che lo contraddistingue. Un progetto culturale e promozionale utile,qualificante ed economico ma dalle forme e dai contenuti di ottima qualità….in tempi di crisi,un vero e proprio piccolo miracolo
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
PIEMONTE
Assessore Michele Coppola
La Barca Sublime 01/03/2013 - 21/07/2013 Palcoscenico regale sull'acqua
Nell’imponente Scuderia Grande si può ammirare la mostra su La Barca Sublime, il “Bucintoro del Re di Sardegna”, il più incredibile dei manufatti di Casa Savoia, l'ultima imbarcazione veneziana originale del Settecento esistente al mondo. All’interno della Scuderia, opera di Filippo Juvarra che partecipò alla realizzazione anche dello stesso Bucintoro, è stato ideato un allestimento multimediale curato da Davide Livermore, registra specializzato in teatro musicale. La “messa in scena” della Peota si basa sulla valorizzazione della sua funzione di imbarcazione da parata per le feste barocche di corte e costituisce un’attrazione permanente della Reggia. Arie musicali settecentesche di Antonio Vivaldi, coeve alla Barca Sublime, accompagnano con immagini avvolgenti e oniriche la visione dello spettacolo.
Realizzazione
La Barca Sublime concessa in comodato alla Venaria Reale dalla Fondazione Torino Musei - Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica è presentata dal Consorzio di Valorizzazione Culturale. La Venaria Reale in collaborazione con Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, dopo il restauro promosso e finanziato dalla Consulta stessa e realizzato dal Centro Conservazione e Restauro dei Beni Culturali La Venaria Reale, con la supervisione della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte. Il “Bucintoro dei Savoia” è l'unico esemplare veneziano del Settecento superstite di imbarcazione antica ad uso cerimoniale e di parata. Di proprietà di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, è in comodato alla Reggia di Venaria; la Consulta per la Valorizzazione dei BeniArtistici e Culturali di Torino ne ha promosso e finanziato l’intervento di restauro con circa 250.000 euro, affidandolo al Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.
DOVE: Scuderie Juvarriane QUANDO: Fino al 21 luglio (spettacolo ogni 40 minuti: è consigliabile la
prenotazione per gli orari d'ingresso previsti); riapertura dal 21 settembre, senza vincolo di orario, nell’ambito della mostra “Gran Gala Reale”. I giorni di visita sono i medesimi della Reggia.
COME: biglietto per La Barca Sublime Intero: 10 euro
Biglietto "Tutto compreso" euro 20 39 euro (“PACCHETTO FAMIGLIA”: 2 adulti + massimo 3 under 18 anni) PACCHETTO FAMIGLIA”: 2 adulti + massimo 3 under 18 anni: 39 euro Per informazioni e prenotazioni: tel. + 39 011 4992333 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Venaria Reale
Lorenzo Lotto nelle Marche 09/03/2013 - 07/07/2013 Un maestro del Rinascimento Dopo la recente rassegna al Museo Puškin di Mosca, approda alla Reggia la preziosa mostra dedicata a Lorenzo Lotto, uno dei più grandi e intensi interpreti del Rinascimento, arricchita da una decina di nuove opere provenienti da chiese e musei italiani. È inoltre aggiunto l’affresco trasportato su tela, raffigurante San Vincenzo Ferrer in gloria (proveniente dalla chiesa di San Domenico di Recanati), restaurato per l’occasione. Una mostra di grande raffinatezza e rigore con una ventina di opere di seducente bellezza per un omaggio all’artista più vicino alla sensibilità e alle inquietudini contemporanee, e al tempo stesso un affascinante viaggio nella produzione marchigiana del pittore. Le opere di Lotto per le Marche segnano, infatti, uno dei momenti più importanti della sua poetica e del Cinquecento italiano. Pittura di devozione, di destinazione sia pubblica sia privata, ritratti e allegorie di carattere profano per rappresentare lo straordinario ed eccentrico percorso biografico e stilistico del grande artista. L'artista fu tra i principali esponenti del Rinascimento veneziano del primo Cinquecento. Nacque, infatti, a Venezia nel 1480 e morì a Loreto tra il 1556/1557. La sua vita è stata caratterizzata dalla sua forte incapacità di scendere a compromessi in campo artistico. Non cercò mai di diventare famoso come pittore e pertanto si trovò più volte in difficoltà economiche. Dopo un breve periodo in cui godette di una certa fama, venne dimenticato e schernito nella sua Venezia. Così, dopo secoli di oblio, la sua arte fu riscoperta alla fine dell'Ottocento da un grande critico d'arte, Bernard Berenson, che ripercorse gli spostamenti di Lotto fin nelle Marche, svelandolo progressivamente come un eccellente artista rinascimentale, che infine fece conoscere al grande pubblico. Bresson scrisse di Lotto in questi termini: "Per capire bene il Cinquecento, conoscere Lotto è importante quanto conoscere Tiziano". Ciò che potrà essere apprezzato dal visitatore durante il percorso museale è la pittura di devozione, di destinazione sia pubblica sia privata, ritratti e allegorie di carattere profano per rappresentare lo straordinario ed eccentrico percorso biografico e stilistico del grande artista.
DOVE: Reggia di Venaria - Sale delle Arti, I piano QUANDO: Dal 9 marzo al 7 luglio.
I giorni di visita sono i medesimi della Reggia.
COME: biglietto per la mostra Intero: 8 euro biglietto "Tutto in una Reggia - Tutto compreso" euro 20 PACCHETTO FAMIGLIA”: 2 adulti + massimo 3 under 18 anni: 39 euro In collaborazione con Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche, Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle Marche, Regione Marche, MondoMostre. Per informazioni e prenotazioni: tel. + 39 011 4992333 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Venaria Reale
Francesco Preverino
(foto di Maurizio Bosio)
[…]La pittura si riprende la vita Il complicarsi, fino alla perdita di identità, di soggetti figurativi è un fatto largamente presente in varie forme nell’arte contemporanea. La ricerca di Francesco si colloca negli sviluppi della figurazione che ben oltre gli anni del dopo guerra si confrontano drammaticamente con lo spazio come luogo di vita, con il mutare delle condizioni e degli eventi, con i mezzi materiali per dare esistenza a un mondo. I soggetti figurativi non emergono da una conclusa delineazione ma portano pesi, hanno vincoli, sembrano sparire eppure riescono ad essere icone. L’interesse per le persone, le cose, la natura è esplorazione interiore che si fa arte senza ricorrere alla verosimiglianza. Preverino pratica la pittura come introspezione, un guardarsi dentro, un chiedersi chi siamo e quali sono i nostri rapporti, quale valore ha quello che si fa, in quale direzione continuare se ha un senso continuare. Nello scavare in se stessi s’incontrano gli altri che hanno contribuito a farci quello che siamo. Nelle opere forze contraddittorie comprimono e chiudono spazi dove a fatica si delineano figure, ambienti, eventi. Tra le variazioni di nero e gli affioramenti rossastri e bianchi ha una parte determinante anche il contrasto tra spessori e dilavamenti che danno spazio a trasparenze. Non importa quanta e quale materia Francesco stenda sul supporto; ne risulta sempre leggerezza per il variare dei toni, per le aperture dei piani di profondità, per l’atmosfera generale. E la indefinitezza delle forme, al loro interno e rispetto ai fondi, è uno stile di definizione rappresentativa che assicura carattere di necessità a coraggiose invenzioni. La pittura di idee, di esplorazione, di disorientamento realizza bellezza che ti attrae in un mondo. Certo sgomento per i movimenti negati, per l’impenetrabilità della natura, turbamenti di fronte al presente e alla memoria, ai rapporti e alle barriere, ma alla fine l’impossibilità cede alla necessità di fare pittura. E la pittura si riprende la vita. 2013-pres.pers.Francesco De Bartolomeis Palazzo Salmatoris- Cherasco(CN)
Ferrovia - 2007 - 180x220 tecnica mista e riporti su tavola […]Nello sviluppo dei vari cicli si mantiene intatta la magia della vitalità, della scoperta e della meraviglia. Gli elementi tendono a rassomigliarsi morfologicamente come a indicare la comune origine non meno nella natura che nei pensieri e nelle emozioni. E’ uno scavare nella memoria lo svolgersi dei piani di profondità con il colore, con le aperture, con il segno. Il nero? Non abbuia e non cancella: ha vibrazioni per leggeri affioramenti di cobalto, di rosso, e accoglie il confronto con il bianco. Una strada difficile per far nascere una luce mutevole. La perizia tecnica nell’usare una grande varietà di materiali riesce Diario intimo - 2010 - 220x360cm - tecnica mista su tavola sempre a metamorfizzarli nella purezza della pittura, nella sua leggerezza. E dove sembra che non ci sia altro che irruenza e approssimazione come destino della precarietà delle forme c’è il tentativo tenacemente ripetuto di conservare a ciò che si compone come disegno, come pittura, come scultura le incertezze e le contraddizioni che sono nella vita.[…] 2008-pres.pers. F.De Bartolomeis-Casa delle Arti e dell’Architettura-La Giardinera-Settimo Tor..(TO)
9-035F Mare del non ritorno - 2011-2012 - tecnica mista su tavola […] L’espressione diventa il suo grido, tutto intero; ed è sempre, per chi lo può osservare da una specola, il grido di una situazione di ieri; mentre, per chi è al centro di una situazione, si ripropone continuamente secondo la propria dimensione spazio-temporale, che anche se già verificatasi altrove o in passato non è per questo meno attuale. Certo per accettare questa espressione di Preverino bisogna accettare che la dimensione tempo non sia eguale per tutti e soprattutto bisogna credere che una partenza così dichiarata costituisca un atto artistico[…]
7-008C Pioggia acida - 2011 - tecnica mista su tavola
1968-pres.pers. A.Passoni Galleria Casabella S. Margh. Ligure (GE).
6-006C Prima del buio - 2011 tecnica mista su tavola
3a 022F La mia anima - 2007 tecnica mista su tavola
[…] Il discorso e la pittura di Preverino propongono come poche altre il dilemma critico fra la storicizzazione e la vitalità continua, fuori dalla contingenza temporale, della capacità creativa e linguistica di dare forma ad una visione elementare e profonda del mondo interiore dell’artista e del contesto in cui vive.[…]
[…] Non ragiona in termini di “piccolo spazio” da conquistarsi, né di scelte o strategie. Si ostina titanicamente, invece, sugli estremismi dell’impossibile: prova ne sono, maggiormente che le”Figure”, le verifiche sul terreno dell’installazione, attento a scegliere i luoghi attraverso il proprio modus pingendi.[..]
1995-pres.pers.M.Rosci Gall. Salto del salmone-Torino.
1990-pres.pers.L.Beatrice Gall. De Groote Meer-Amsterdam.
10-044F Il luogo dei miei pensieri - 2012 - tecnica mista su tavola […] Un sottile velo di pessimismo domina la scena buia come la notte dei tempi, ma all’improvviso poche pennellate di colore caldo ed intenso illuminano la scena e danno speranza.[…] 1993-pres.pers. G. Cordero Galleria Artifex - Torino.
[…] Tra il nero e il bianco,tutte le gamme, spartite sui versanti dell’ombra e della luce:equamente,se si considera che,secondo una prospettiva,il polo di attrazione prevalente è l’ombra onnivora,secondo un’altra prospettiva ogni movimento è nella direzione della luce. Da colorista qual è, Preverino saggia,fra gli estremi, una gamma straordinariamente ricca di toni.[…] 2000-pres.pers.P.Mantovani Gall. Caelum Gallery New York. […] l’uomo di Preverino è l’uomo dei poeti, l’uomo “ di pena “ ungarettiano e anche quello più emblematico di Montale a cui non resta che presentarsi per dirci solo “ ciò che non è e ciò che non vuole. [..] 2002-pres.pers.D.Carlesi Chiesa S. Agostino - Pietrasanta.(Lu).
4-024F L’albero- 2008 tecnica mista su tavola
…] Il ricordo, insomma, non produce appagamento né malinconia, piuttosto nuove occasioni di fare. E forse, al fondo di tutto, c’è una specie di pacificazione da cercare ancora, una stabilità intuibile magari per una via tutta lirica, ma non afferrabile nella consistenza definitiva di un’immagine data, così come nella pienezza di un attimo che li contiene tutti e che, di fatto, potrebbe coincidere soltanto con quello finale.[…] 2007-pres.pers.M.Corgnati Palazzo Bricherasio - Sale StoricheTorino
SFIDE ARTISTICHE AL CONTEMPORANEO: LATERALITA’ E FRAMMENTO dal 18 maggio al 1 giugno 2013
galleria Ariele via Lauro Rossi, 9c Torino galleriariele@gmail.com www.galleria-ariele.com espongono:
CINZIA LORUSSO ELISA FUKSA-ANSELME ROBERTA CORAL A cura di Giovanna Arancio inaugurazione: sabato 23 febbraio, ore 18.00
L’opinione GIOVANNA ARANCIO presenta Elisa Fuksa-Anselme e Roberta Coral Talento, perizia, invenzione, sono la risposta positiva di poetiche e opere: eccone alcune. Elisa Fuksa Anselme, fotografa e pittrice, lavora spesso a partire dal frammento, La memoria, il tempo familiare, la natura, una sperimentazione con passeggiate nel fantastico, il rapporto con il passato, l'ignoto dentro istanti di verità: sono tratti salienti della poetica di Elisa. "Portami il tramonto in una tazza / sommando le caraffe del mattino / e dimmi quante stillano di rugiada" (Emily Dickinson) Parlando di sè, l'artista sottolinea anche che la sua poetica si basa sulla ricerca di simmetria e di armonia del corpo umano tramite la contrapposizione di figure, la destrutturazione e la ricomposizione, quasi si trattasse di un mosaico dell'immagine stessa. Cerca cioè di suscitare un senso di inquietudine in chi osserva stimolandolo verso una nuova visione del soggetto ripreso e inducendolo a interagire in modo diverso con il mondo circostante. Le opere in mostra sono fotopitture e il suo occhio di fotografa guida la creazione pittorica, libera per ricchezza espressiva e per suggestioni cromatiche, sbrigliate grazie a una potente carica visionaria. I lavori sono raccolti in serie. Una di esse, di cui possiamo fruire alcune immagini in galleria, risulta da un esperto e paziente impegno. Le opere riportano alla luce una narrazione costruita attraverso l 'incontro di vecchie pellicole fotografiche rappresentanti una famiglia del passato e attraverso l'elaborazione di questi frammenti d'un tempo che fu, supportata dall' intervento pittorico con tecnica mista. Anche l'artista, Elisa, può riflettere, come un visitatore, intorno ad un mondo storico che non è più quello originale, salvato e diverso "L'essere sta / nel centro dell' amore, / lo circonda il breve spazio / che gli è dato". (Rainer Maria Rilke) Le narrazioni pittoriche di Roberta Coral inscenano un vissuto introspettivo, dischiuso, come un invito discreto, verso chi boccheggia nell'affollamento quotidiano. Frammento dietro frammento, dall'ombra di un cantone, l'artista trevigiana ci porta "alla ricerca di se stessi nella luce", rappresentando appieno questo passaggio nel quadro Labirinto giallo. Roberta Coral lavora per cicli a cui corrispondono le tappe della sua sperimentazione artistica. Inizialmente figurativa, con allusioni preraffaellite e cenni di arte floreale; decompone ogni parte della sua struttura spaziale senza però sostare nel nichilismo modernista. Nei suoi temi finali si avverte l'attenzione per l'esterno e l 'interno del pianeta uomo tramite il suo legame con il mondo. Dopo aver sondato ostacoli in suggestivi grovigli viventi, approda attualmente ad un ciclo dove creazione e vita interiore toccano l'apice. Colore e luce disegnano tizianamente il quadro. Nei suoi lavori ci fermiamo a vedere. Si tratta di un complesso intrigante: impianto, armonia cromatica, segno sicuro, sinuoso o lineare, marcato e icasticoo leggero come un respiro.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
LOMBARDIA
“MODIGLIANI, SOUTINE e gli artisti maledetti. La collezione Netter” Dopo il grande successo alla Pinacothèque de Paris, la mostra “MODIGLIANI SOUTINE e gli artisti maledetti. La collezione Netter”, a cura di Marc Restellini, giunge a Milano. Per la prima volta in Italia, si possono ammirare i capolavori appartenenti alla ricca collezione di Jonas Netter (1867 – 1946), acuto riconoscitore di talenti. La mostra presenta oltre 120 opere di straordinaria bellezza oltre a Modigliani, anche Soutine, Utrillo, Suzanne Valadon, Kisling e altri artisti che vissero e dipinsero a Montparnasse agli inizi del Novecento durante i cosiddetti “anni folli”, in cui il noto quartiere parigino divenne centro culturale di avanguardia e luogo di incontro di artisti e intellettuali. In questo turbine di cambiamenti e trasformazioni, Jonas Netter ricoprì indubbiamente un ruolo fondamentale. Il percorso espositivo mette a confronto i capolavori acquistati nell’arco della sua vita dal collezionista , che, affascinato dall’arte e dalla pittura, diventò un amateur illuminato, grazie all’incontro col mercante d’arte e poeta polacco Léopold Zborowski, che gli suggerì opere di artisti non famosi ma che Netter, che di mestiere faceva il rappresentante, poteva permettersi di acquistare. Grazie a lui Netter entrò in contatto con questi grandi artisti, la cui produzione lo affascinò e lo spinse a comprare dal mercante molti dei loro lavori.Di tutti i pittori con cui venne in contatto, il collezionista alsaziano rimase maggiormente colpito dall’arte del giovane livornese e fu tra i primi ad acquistare le sue opere. Di Modigliani Netter ammirò l’originalità del genio creativo, amò profondamente i suoi volti femminili stilizzati su lunghi colli affusolati, come Elvire con colletto bianco (Elvire con collettino) del 1918 e Fanciulla in abito giallo (Ritratto di giovane donna con collettino) del 1917, entrambi esposti insieme a Ritratto di Zborowski (1916) e Ritratto di Soutine, questo realizzato nel 1916 dopo l’incontro tra i due artisti che strinsero una solida amicizia, al punto che fu proprio Modigliani a presentare Soutine a Netter. Di quest’ultimo sono esposti in mostra oltre venti olii, tra cui Uomo con cappello, Scalinata rossa a Cagnes e La pazza.
PALAZZO REALE Piazza del Duomo, 12, 20100 Milano metà febbraio – giugno 2013 INFOLINE E PREVENDITA Telefono: 02/54918 Online: Ticket.it/Modigliani ORARI Lunedì: 14-30-19.30 Dal martedì alla domenica: 9.30-19.30 Giovedì e sabato: 9.30-22.30 BIGLIETTI Intero: € 11,00 Ridotto: € 9,50 Ridotto speciale: € 6,50 La pazza - 1919 circa Chaïm Soutine Olio su tela, cm 87 x 65,1 © Pinacothèque de Paris /Fabrice Gousset © Chaïm Soutine by SIAE 2013
Tel: 02 88465230 / 02 88445181
http://www.mostramodigliani.it/
Elvire con colletto bianco (Elvire con collettino) - 1917 o 1918 Amedeo Modigliani Olio su tela, cm 92 x 65 © Pinacothèque de Paris /Fabrice Gousset
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NOVECENTO MAI VISTO
Capolavori dalla Daimler Art Collection, From Albers to Warhol to (now) e Opere dalle Collezioni bresciane, Da de Chirico a Cattelan e oltre 8 marzo – 30 giugno 2013
Questa sarà un’occasione unica per visitare una fra le collezioni d’arte contemporanea più importanti d’Europa e che per la prima volta viene allestita in Italia, la DAIMLER ART COLLECTION con la grande mostra NOVECENTO MAI VISTO. From Albers to Warhol to (now) presentata da Mercedes Benz - Italy. La collezione Daimler conta quasi duemila opere di oltre settecento artisti internazionali: un percorso di grande interesse, che spazia dai classici dell’Arte Astratta, del Costruttivismo e dell’Arte Concreta, alle tendenze minimaliste e concettuali degli anni ‘60 e ’70, fino ad arrivare ai giorni nostri e ai lavori su commissione dedicati all’automobile. Non solo. Brescia è anche una città forte della presenza di importantissime collezioni private, nonché di una quanto mai prestigiosa raccolta civica. Saranno queste collezioni insieme a dar vita alla mostra collaterale, NOVECENTO MAI VISTO. Da de Chirico a Cattelan e oltre. Santa Giulia ritrova, per lo spazio di questa mostra, le opere che qui furono esposte dal 1964 al 1972, in quella che all’epoca era la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea poi chiusa e trasferita nei depositi per lasciare spazio alle collezioni archeologiche e medievali che hanno reso celebre il museo bresciano. Un’occasione per ammirare una raccolta importante, tra le maggiori tra le collezioni pubbliche del settore in Italia, da 40 anni inaccessibile al pubblico. Con un plus non secondario: la proposta di altre opere di straordinario interesse e spesso inedite, concesse dalle notevoli collezioni private della città. E infine dall’8 marzo riapre la splendida area archeologica del Capitolium, con un nuovo percorso museale, sia nell’allestimento delle grandi aule, sia nelle innovative modalità di comunicazione, frutto delle più moderne tecnologie. Una installazione multimediale permetterà ai visitatori di conoscere ed esplorare il sito così come doveva presentarsi in origine, valorizzando l’ambiente e consentendo di comprendere meglio il significato del Tempio e rendendo la visita indimenticabile.
Museo di Santa Giulia
via Musei 81/b -25121 Brescia dall’8 marzo al 15 giugno: da martedì a domenica ore 9.30-17.30 dal 16 giugno al 30 giugno: da martedì a domenica ore 10.30-19.00 Biglietti: Intero € 10,00 - CUP (Centro Unico Prenotazioni): tel. 030.2977833-834 santagiulia@bresciamusei.com - www.bresciamusei.com Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
IL GESTO CHE NUTRE la lavorazione della pasta madre nelle fotografie di ANNA MARIA DI CIOMMO Società Umanitaria | Chiostro dei Glicini Via San Barnaba 48 Milano apertura lunedì 6 maggio ore 18.00 dal 6 al 11 maggio, dal lunedì al sabato, dalle 9.00 alle 19.00 mostra a cura di Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus www.fondazionedars.it | info@fondazionedars.
L’opinione Vi r g i l i o P a t a r i n i Guardare con il corpo. (da “La via italiana all’Informale. Da Afro, Vedova, Burri alle ultime tendenze”, a cura di V. Patarini, Ed. Giorgio Mondadori, 2013) C’è un rapporto diretto tra la precisione del gesto e la precisione del segno sulla tela. E un rapporto altrettanto diretto tra tale precisione e l’efficacia di quel segno sullo spettatore. Perché chi guarda un quadro in realtà non guarda solo con gli occhi, ma guarda con tutto il corpo. In ogni processo di fruizione c’è una fortissima componente di mimesis. Sì, la mimesi è di chi fruisce non di chi fa un’opera d’arte, con buona pace di Aristotele. Si tratta di un processo spontaneo: quando ascoltiamo una canzone ci viene spontaneo di cantarla (se ci piace). Quando leggiamo un libro ripetiamo con o senza voce le parole. È stato provato che anche chi legge “mentalmente” in realtà ha dei movimenti e delle contrazioni dell’epiglottide come se parlasse, come se ripetesse le parole che sta leggendo. Quando guardiamo un danzatore sulla scena il nostro corpo partecipa dell’azione sulla scena, con impercettibili micro-movimenti che assecondano, eseguono “in potenza” la danza. E chi guarda un quadro? Chi guarda un quadro dipinge: e tutto il suo corpo esegue “in nuce” la danza che ha generato quel dedalo di segni sulla tela. Per questo davanti ad un quadro di Vedova ci sentiamo squassati e in balia di una tempesta, mentre davanti ad un quadro di Afro un vago languore e una musica sospesa ci cullano. E davanti ad un taglio di Fontana un brivido ci corre lungo la schiena. È il nostro corpo che rivive il ritmo dei gesti che hanno generato quello che abbiamo davanti. E dal moto del corpo scaturisce poi l’emozione. Tuttavia ci sono delle palesi differenze tra il fluire di forme, segni e colore nella pittura surrealista-astratta di Mirò o di Kandinsky e l’Action Painting di Pollock o di Vedova. Nei Surrealisti c’è un gioco di forme che scorre e galleggia sulla tela: sagome disegnate a mano libera che a tratti definiscono forme geometriche a tratti forme più libere e biomorfe. L’Informale cerca di scardinare anche la gabbia di tale sintassi, innanzitutto rinunciando all’elemento cardine sia della pittura figurativa, compresa quella delle Avanguardie precedenti, che di quella astrattogeometrica o astratto-surreale: il disegno.
Il disegno, la linea, il contorno che definisce le forme, quali che siano, viene individuato come elemento “razionale” che finisce per limitare, ingabbiare la forza espressiva, tellurica della materia-colore. Per la prima volta nella storia dell’arte si contraddice apertamente al precetto leonardesco secondo cui il disegno è alla base della pittura. Anche sotto questi aspetti l’Informale è una vera e propria rivoluzione.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
LIGURIA
Scenografie tra mistero e meraviglia Allestita nell'Appartamento del Doge, l'esposizione è un’occasione unica per scoprire i cartelami, particolari scenografie così chiamate in Liguria perchè costruite con il cartone. Dette décors o monumentos. in altre regioni dell’Europa mediterranea, sono apparati - in mostra saranno esposti oltre cento pezzi - per lo più di gusto popolare, legati a particolari momenti del rito cristiano, come la Settimana Santa e l’adorazione eucaristica delle Quarantore. Tra il XVII e il XIX secolo, la loro produzione ha una grande varietà di soluzioni compositive e ricorre ai più diversi materiali di supporto: oltre al cartone, il legno, la tela e la latta. Il materiale conosciuto e schedato si è fatto molto più consistente negli ultimi anni, grazie anche al protrarsi delle ricerche condotte sul campo dai tecnici della Soprintendenza. Il crescente interesse per questi apparati ha portato a recenti restauri in Catalogna e nei Pyrénées-Orientales, nel Nizzardo e nelle Alpi Marittime, nonché in Corsica, in Sardegna e in Toscana. In mostra, i materiali liguri sono posti a diretto confronto con quelli delle altre aree europee, mettendo così in evidenza differenze e tratti comuni. In Liguria sono molto frequenti le libere composizioni di sagome in cartone (i cartelami in senso stretto), ma sono stati anche riscoperti veri e propri "teatri sacri" composti di boccascena, quinte e fondale, pensati per ambientarsi senza sforzo nello spazio architettonico di una chiesa. Emblematico il caso dell'apparato di Ligo, nelle vicinanze di Albenga, e addirittura clamoroso quello del "Sepolcro Istoriato" di Laigueglia, davvero colossale - raggiunge i 15 metri d'altezza - e completamente smontabile. Nel Savonese, in particolare a Sassello, e nel Nizzardo (ma anche nelle Alpes-Maritimes, a Sospel, e in Corsica, a Bastia), le sagome sono ricavate nel legno. A Castelnuovo Magra si conserva invece un raro complesso di figure dipinte, nell'Ottocento, a olio sulla banda stagnata: la latta.
In mostra, il valore e il significato dei numerosi apparati sono opportunamente commentati, anche attraverso una serie di suoni e rumori: in particolare, si ricreerà l'alta tensione emotiva legata ad alcuni, specifici riti pre-pasquali, come l'Ufficio delle Tenebre. Con gli strumenti originali (bàttole e raganelle, corni, trombe di corteccia) si è registrato, e viene riproposto, lo strépito col quale le comunità "chiamavano Barabba", riproducevano il clamore della folla nel percorso al Calvario e allontanavano, in definitiva, antichissime paure ed angosce legate al buio e alla presenza del male. L'esposizione è promossa dalla Fondazione Carige di Genova e organizzata da Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria.
Palazzo Ducale, Appartamento del Doge 11 maggio – 25 agosto 2013 orario: da martedì a domenica, ore 10-19 Lunedì chiuso. biglietti: € 7 intero, € 6 ridotto, scuole € 4. informazioni: tel. 0105574065 – biglietteria@palazzoducale.genova.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito di Palazzo Ducale
Galleria ANTIGONE Direzione artistica CLAUDIO MARCIANO
Arte antica e moderna da tutto il mondo, sculture e pitture.
Spazio disponibile per allestimenti di personali e collettive, su selezione. Operte in permanenza dei seguenti artisti: Briscese Enzo, Fiorini Felice. Marciano Claudio, Raffaele Capuana, Sante Battaglia. Angela Merli, Claudine Poinsard, Giglioli Marco, Chiappalone Saverio, Sergio Longhi, Normanno Locci, Curioni.
Via castello, 46 - 18035 - Dolceacqua - (Imperia) tel. 0184.20 69 69 mail: marciano.claudio@libero.it www.claudiomarciano.altervista.org
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
VALLE D’AOSTA
Renato Guttuso. Il Realismo e l’attualità dell’immagine Martedì 26 marzo 2013, al Museo Archeologico Regionale di Piazza Roncas ad Aosta, è stata inaugurata l’esposizione Renato Guttuso. Il Realismo e l’attualità dell’immagine, realizzata dall’Assessorato Istruzione e Cultura e curata da Flaminio Gualdoni con Franco Calarota. Si tratta della prima mostra antologica dedicata a Renato Guttuso (1912-1987) realizzata in Valle d’Aosta. Figura di rilievo nel panorama artistico del Novecento, Guttuso rielabora nella sua pittura gli stimoli di matrice espressionista, le suggestioni dell’arte popolare della sua terra di origine, la Sicilia, senza dimenticare l’influenza del cubismo di Picasso, che conosce personalmente nel 1946. L’esposizione presenta al pubblico, nelle sale espositive del Museo Archeologico Regionale, una selezione di quaranta opere primarie di Guttuso tra dipinti ad olio, opere su carta e grafiche, che vanno dalle nature morte della fine degli anni ’30 e dei primi ’40 al drammatico Partigiana assassinata, 1954, dal visionario Bambino sul mostro, 1966, all’epico Comizio di quartiere, 1975. Le opere d’arte in mostra, provenienti da collezioni private e dal MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, documentano i temi tipici elaborati con grande libertà d’immaginazione e originalità di soluzioni dal Maestro, dai paesaggi urbani, ai soggetti sociali. Attraverso un percorso espositivo articolato, il visitatore potrà instaurare un dialogo con l’opera di un artista che cerca la verità proprio nella relazione con il suo pubblico. Sin dalla metà degli anni ’30 la scelta artistica di Renato Guttuso è chiara, in nome di una figurazione che da un lato recuperi in modo critico l’identità antica della pittura, la sua capacità di farsi racconto ed emblema, e dall’altro sia lo specchio critico di un rapporto intenso, lucido, drammatico anche, con la storia. “Vorrei arrivare alla totale libertà in arte, libertà che, come nella vita, consiste nella verità”, scrive Guttuso. E ancora: “Sempre ha contato, soprattutto, per me il rapporto con le cose. Trovare, o credere di trovare questo rapporto (naturalmente non stabile né fisso) ha significato, in qualche modo, tentare la possibilità di comunicare tale rapporto. Un’arte senza pubblico non esiste”. Colta quanto anti-intellettualistica, la pittura di Guttuso sceglie temi di genere, dalla natura morta al ritratto, al nudo, fondendo registri che vanno dall’amore per il Rinascimento e il Seicento all’umore popolaresco, dalla sintesi formalmente forte alla narratività, dall’evidenza potente delle cose all’allegoria. La sua è, anche, partecipazione al dibattito delle avanguardie, di cui ha piena consapevolezza ma che sempre guarda da un punto di vista di piena, rivendicata autonomia. Guttuso riflette sull’espressionismo, instaura un dialogo serrato con Picasso e le sue sintesi brucianti, polemizza con il disimpegno etico delle correnti a lui contemporanee, perché per lui la realtà “è un rendiconto di ciò che la realtà è, di ciò che è dell’uomo”. La rassegna rimarrà aperta sino al 22 settembre 2013 e sarà accompagnata da un catalogo bilingue italiano e francese, edito da Silvana Editoriale, posto in vendita al prezzo di € 28,00 in cui sono riprodotte tutte le opere in mostra, con testi di Franco Calarota, Daria Jorioz e Flaminio Gualdoni.
Comizio di quartire, 1975
Case di Palermo, 1976
Edicola, 1965
Natura morta con lampada, 1940-41
Biglietti: € 5,00 intero, € 3,50 ridotto, riduzione 50% soci TCI, gratuito per i minori di 18 anni e per i maggiori di 65.
In abbinamento con l‘ingresso alla mostra Pepi Merisio. Il gioco presso il Centro Saint-Bénin: abbonamento intero € 6,00, ridotto € 4,00. Orario: Martedì – Domenica dalle 10,00 alle 18.00 – Chiuso il Lunedì
Per informazioni:
Assessorato dell’Istruzione e Cultura – Attività espositive: tel. 0165.274401 E-mail: u-mostre@regione.vda.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
Terra ALL’UOMO
Yann Arthus-Bertrand
DALLA
un ritratto aereo dell’uomo
Gli incredibili ritratti aerei del fotografo-registra francese Yann Arthus-Bertrand dedicati ai profondi e inquietanti cambiamenti ambientali del pianeta sono al centro del nuovo grande evento espositivo del Forte di Bard, Dalla Terra all’Uomo, visitabile dal 7 dicembre 2012 al 2 giugno 2013 nelle sale delle Cannoniere. L’esposizione si pone l’obiettivo di presentare in chiave artistica e divulgativa la migliore produzione dell’artista. Si tratta della prima retrospettiva italiana a lui dedicata.
LA TERRA VISTA DAL CIELO Il percorso espositivo presenta oltre cento fotografie di grandi dimensioni che rappresentano la migliore produzione del progetto “La terra vista dal cielo – La Terre Vue du Ciel” realizzato sotto l’Alto patronato dell’Unesco e sostenuto da Air France comprese le più recenti immagini scattate nel corso degli ultimi viaggi dell’artista e quindici fotografie realizzate site specific sulla Valle d’Aosta. HOME Alle fotografie, che sono corredate da didascalie ricche di contenuti, si affiancano spettacolari film realizzati da ArthusBertrand, tutti proiettati in alta definizione e su maxi schermi. Il film “Home” viene per la prima volta proposto con la voce narrante di Isabella Rossellini. La pellicola, presentata nel 2009 in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente e realizzata con la collaborazione di Luc Besson e François Henri Pinault, vuol essere una fotografia dello stato di salute del pianeta e dei problemi cui l’umanità deve fare fronte. VU DU CIEL VAL D’AOSTE In mostra anche il nuovissimo video “Vu du ciel Val d’Aoste”, incredibile viaggio sulle montagne più spettacolari delle Alpi. La produzione dell’artista è accompagnata dalle straordinarie musiche originali di Armand Amar, compositore israeliano, autore di numerose colonne sonore per il teatro, il cinema e la televisione. Armand Amar ha vinto il Premio César nel 2010 per la miglior colonna sonora per il film Il Concerto. 7 MILIARDI DI ALTRI Una sezione del percorso è dedicata al progetto della Fondazione GoodPlanet presieduta da Arthus-Bertrand, dal titolo “7 miliardi di Altri” che, rifocalizzando l’attenzione dalla Terra all’Uomo, raccoglie decine di interviste realizzate in 84 paesi che raccontano esperienze di vita, sentimenti e valori, dando così testimonianza dell’universalità e dell’individualità che caratterizzano tutti gli uomini. Si tratta di un’installazione di grande effetto, suggestiva e immersiva, che pone i visitatori di fronte a immagini giganti raffiguranti testimoni reali di ogni razza del pianeta: dal pescatore brasiliano all’artista tedesco, all’agricoltore afgano. Ognuno ha risposto alle stesse domande in merito alle proprie paure, ai propri sogni, alle proprie speranze per il futuro. Il progetto “7 miliardi di Altri” è stato realizzato dalla Fondation GoodPlanet con il sostegno di BNP Paribas. Prezzi: Intero: 6,00 € Ridotto/Ragazzi: 4,00 € Orari: dal mercoledì al venerdì 10.15 | 18.00 sabato, domenica e festivi: 10.15 | 19.00 Info: + 39 0125 833811 www.fortedibard.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
ALESSANDRO ROSSI
ALESSIA BROZZETTI
LAURA SCARINGI
ALBERTO BESSON
CONSUELO RODRIGUEZ
ANGELA IPPOLITO
ANGELO PANTALEO
GAETANO FIORE
MILENA PEDROLLO
GALLERIA ARIELE - Via Lauro Rossi, 9c - 10155 - Torino - Tel. 011.20 73 952
ALESSI CAMILLA
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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
VENETO
Manet. Ritorno a Venezia 24 aprile al 18 agosto 2013
Manet. Ritorno a Venezia è il titolo della mostra che la Fondazione Musei Civici di Venezia ospiterà dal 24 aprile al 18 agosto 2013 nelle monumentali sale di Palazzo Ducale: un’esposizione di un’ottantina circa tra dipinti, disegni e incisioni, progettata con la collaborazione speciale del Musée D’Orsay di Parigi, l’istituzione che conserva il maggior numero di capolavori di questo straordinario pittore. La mostra nasce dalla necessità di un approfondimento critico sui modelli culturali che ispirarono il giovane Manet negli anni del suo precoce avvio alla pittura. Questi modelli, fino ad oggi quasi esclusivamente riferiti all’influenza della pittura spagnola sulla sua arte, furono diversamente assai vicini alla pittura italiana del Rinascimento, come dimostrerà l’esposizione veneziana nella quale il pubblico potrà ammirare, accanto ai suoi capolavori, alcune eccezionali opere ispirate ai grandi tableaux della pittura veneziana cinquecentesca, da Tiziano a Tintoretto a Lotto in particolare. Come è ben noto, gli studi su Manet, il grande precursore dell’Impressionismo, si sono per lungo tempo concentrati sull’idea di una sua diretta discendenza dall’opera pittorica di Velázquez e di Goya, vedendo proprio nell’ispanismo non solo l’unica fonte della sua modernità, ma anche la ragione e lo stimolo per il suo rifuggire dai “ritorni” alla tradizione accademica. Un approccio per così dire progressista, che non tiene però conto della passione di Manet per l’arte italiana della Rinascenza, che fu una fascinazione e un legame davvero intenso, di cui darà piena dimostrazione l’esposizione veneziana, che metterà finalmente in luce il suo rapporto stringente con l’Italia e la città lagunare. Curata da Stéphane Guégan, con la direzione scientifica di Guy Cogeval e Gabriella Belli, la mostra si propone come un autentico evento: mai la pittura di Manet è stata presentata Piazza San Marco, Venezia in maniera così significativa in Italia, e mai è stato affrontato Telefono: 041 271 5911 sul piano critico un aspetto così peculiare della sua arte. Il progetto è reso possibile grazie non solo ai prestiti eccezionali Orario di apertura del Musée d’Orsay ma anche di tante altre istituzioni 9.00 – 19.00 da domenica a giovedì internazionali, come il Metropolitan Museum di New York, 9.00 – 20.00 venerdì e sabato la Bibliothèque Nationale de France, il Courtauld Institute di Biglietti: Londra, The Museum of Fine Arts di Boston, The National euro 13,00 Gallery di Washington, l’Art Institute di Chicago, il Musée tel. 041.8520154 des Beaux-arts di Digione, il Musée di Grenoble, il Musée www.ticket.it/manet des Beaux-arts di Budapest, lo Städel Museum di Francoforte, www.mostramanet.it che hanno aderito all’evento insieme a numerosi collezionisti http://palazzoducale.visitmuve.it/ privati. Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Palazzo Ducale
Palazzo Ducale
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L’opinione Angelo Andriuolo Enrico Lombardi
“INATTUALI”
Giorgio Tonelli
RIMINI – MUSEO DELLA CITTA' dal 20 aprile al 2 giugno 2013
Questa esposizione, realizzata in collaborazione con l'assessorato alla Cultura di Rimini, presenta una scelta ampia e significativa delle opere realizzate dai due artisti negli ultimi dieci anni. L'evento sarà testimoniato da un volume bilingue edito da Damiani Editore contenente tutte le opere esposte, un testo-manifesto dei due pittori e un pregevole contributo saggistico del filosofo Rocco Ronchi. “L'idea originaria di questa mostra, come di questo testo, nasce da desideri ed esigenze profonde. Prima, fra tante, l'esigenza di testimoniare, con un'opera corale, una lunga e straordinaria amicizia e un sodalizio artistico che dura, senza crepe, da tanti anni. Due pittori, come noi, che si sono riconosciuti sulla soglia dei loro silenzi, della loro comune esigenza di risolvere tutte le domande e le risposte, estetiche e non solo, in seno al gesto primario del dipingere e che hanno ostinatamente difeso questa loro perenne inattualità come una grande possibilità di pratica del senso e della verità, realizzano, con questo progetto, il desiderio di vedere, allestiti insieme, gli esiti del loro lavoro. La presenza di entrambi al Padiglione Italia della 54esima Biennale di Venezia, insieme a tanti colleghi 'pittori', ha rafforzato in noi l'esigenza di marcare teoricamente e fattivamente una nostra specificità e differenza. Naturalmente non nel senso di una pura affermazione autoreferenziale che risulterebbe infondata e velleitaria. Al contrario: l'idea di questa mostra nasce proprio dall'esigenza autentica, sentita fortemente da entrambi, di reinterrogare lo statuto dell'immagine oggi in relazione alla sua storia e ai suoi risultati, teorici e pratici, per capire se questa nostra sensazione di distanza e perenne inattualità abbia qualcosa di fondato.” (dal testo di presentazione “Inattuali” di Enrico Lombardi e Giorgio Tonelli”)
RIMINI – MUSEO DELLA CITTA' Via L. Tonini 1 per info. 0541 704414/ 704416 www.museicomunalirimini.it www.lombardienrico.it Orari: dal 20 aprile al 31 maggio da martedi a sabato 8,30-13; 16-19 domenica e festivi 10-12,30; 15-19 lunedì non festivi chiuso. Sabato 1 giugno 14-23. Domenica 2 giugno 17-23. (ingresso libero) musei@comune.rimini.it www.facebook.com/museicomunalirimini
LORENZO CURIONI
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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Casa d'Arte Futurista Depero "Quando vivrò di quello che ho pensato ieri, comincerò ad avere paura di chi mi copia" Fortunato Depero
La Casa d'Arte Futurista Depero è l'unico museo fondato da un futurista – lo stesso Depero, nel 1957 – in base a un progetto dissacrante e profetico: innovazione, ironia, abbattimento di ogni gerarchia nelle arti. L'edificio si trovava nell’elegante centro storico della Rovereto medioevale. Depero, un vero pioniere del design contemporaneo, curò personalmente ogni dettaglio: i mosaici, i mobili, i pannelli dipinti. Morì nel 1960, poco dopo l’apertura. Il 17 gennaio 2009, in occasione del centenario del Futurismo, il Mart ha dato una seconda vita a Casa Depero. Un complesso restauro, firmato dall’architetto Renato Rizzi, ha recuperato le zone originali progettate dall’artista, completandole con due nuovi livelli ispirati direttamente al gusto di Fortunato Depero. Dentro si possono ammirare, esposti a rotazione, circa 3000 oggetti lasciati dall’artista alla città, fra dipinti, disegni, tarsie in panno, grafiche e giocattoli. Casa Depero ospita anche un ricco programma espositivo, che reinterpreta in chiave contemporanea l’originaria vocazione di questo luogo al dialogo tra artisti e comunità locale.
MART ROVERETO Corso Bettini 43, 38068 Rovereto (TN) T 0464 438887 - Numero verde 800 397760 info@mart.trento.it http://www.mart.trento.it Orari Martedi - Domenica 10.00 - 18.00 Venerdi 10.00 - 21.00 - lunedi chiuso Biglietti Intero 11 € - Ridotto 7 €
CASA D'ARTE FUTURISTA DEPERO Intero 7 € Ridotto 4 € Hanno diritto al ridotto: visitatori dai 15 ai 26 anni di età; dai 65 anni di età; gruppi di visitatori di almeno 15 persone; soci o tesserati di enti convenzionati con il Museo Biglietto famiglia 14 € Biglietto unico 2 sedi Intero 13 € – Ridotto 9 € Gratuito fino a 14 anni, Amici del Museo e scolaresche Numero verde 800 397760
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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA
PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO Assessore Christian Tommasini
Danh Vo „Fabulous Muscles” 18/05/13 – 01/09/13
Nel suo lavoro Danh Vo unisce alla riflessione sul colonialismo, sulla migrazione e sull’identità culturale i ricordi personali della sua infanzia in Vietnam e le vicissitudini familiari con la fuga in Europa. Tra i temi affrontanti dall’artista anche la messa in discussione di norme comportamentali consolidate nella società civile e nel mondo dell’arte. A Bolzano fa tappa un progetto pluriennale, che nasce dalla volontà dell’artista di riprodurre in scala 1:1 la Statua della Libertà di New York. Al quarto piano sono esposti degli elementi in rame che corrispondono per peso e dimensioni ad alcune parti della Statua. Il progetto rivendica delle riflessioni personali e politiche sul concetto di libertà. A cura di Letizia Ragaglia Parallelamente alla mostra a Museion si svolge al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris la personale di Danh Vo “GO MO NI MA DA” (dal 24 maggio al 18 agosto 2013). Foto: Danh Vo We The People (detail) 2011-2013, 2012 © Danh Vo, courtesy Galerie Chantal Crousel
Hans Glauber: “Dalla città meccanica” 1963 – 1973 09/03/13 – 20/11/13 Museion e la Galleria Prisma del Südtiroler Künstlerbund presentano opere di Hans Glauber. Con circa cinquanta lavori su carta tratti dalla propria collezione, Museion offre una panoramica d’insieme sull’opera di Glauber. La Galleria Prisma espone tredici opere fotografiche di grande formato provenienti anch’esse dalla collezione di Museion. Fra il 1963 e il 1973 nascono circa 150 lavori fotografici con il titolo “Dalla città meccanica”. Sono immagini che rappresentano visioni urbane e architettoniche, affascinanti e minacciose al contempo, di una vita determinata dalla tecnica. Le opere di Glauber si possono interpretare come rappresentazione, nello spirito di Adorno e Horkheimer, di un mondo che si va facendo sempre più ostile all’uomo. I lavori di Glauber prendono le mosse da fotografie di elementi meccanici delle macchine da scrivere e calcolatrici come quelle prodotte dall’Olivetti. Glauber sottopone queste fotografie a un complesso processo di solarizzazione, riconversione e collage. La fotografia di Glauber, pertanto, non è una semplice riproduzione fotografica delle cose, bensì genera la visione nel momento stesso della sua costruzione.
MUSEION - Via Dante, 6 Bolzano - t. + 39 0471 223413 - f. + 39 0471 223412 Orario: da martedì a domenica: 10.00 – 18.00 - info@museion.it - www.museion.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Provincia
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA
FRIULI VENEZIA GIULIA
Armando Pizzinato: " Nel segno dell'uomo" e "Il contesto pordenonese (1925-1940)" Dal 09/02/13 al 09/06/13 Da febbraio a giugno, l’Amministrazione Comunale e il Centro Iniziative Culturali Pordenone, con la collaborazione dell’Archivio Armando Pizzinato di Venezia, organizzano due grandi mostre dedicate all’artista, uno dei protagonisti dell’arte italiana del Novecento. Dal 9 febbraio al 9 giugno, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea che all’artista è dedicata, propone l’organica antologica “Armando Pizzinato. Nel segno dell’uomo” e, dal 16 febbraio al 9 giugno, la Galleria Sagittaria del Centro Culturale Casa A. Zanussi, sempre a Pordenone, propone “Armando Pizzinato.Il contesto pordenonese (1925 - 1940)”. Intorno alle due mostre, l’Omaggio della Città al Maestro si completa con una serie di iniziative, incontri, visite guidate, testimonianze. Per riscoprire l’artista e l’uomo e per approfondire decenni davvero fondamentali nella storia dell’arte italiana del Novecento.
A più di cent’anni dalla nascita di Armando Pizzinato sembra giunto il momento di offrire una completa visione del suo lavoro artistico che, mettendo l’opera al centro dell’attenzione, saprà unire tutti i periodi dell’artista, superando vecchie polemiche e contrapposizioni, per riportarla all’essenza che fa di lui uno dei protagonisti più importanti ed interessanti dell’intera seconda metà del Novecento italiano. La mostra che Pordenone, città di appartenenza dell’artista, propone dal 9 febbraio al 9 giugno 2013, punta ad offrire un approfondimento nuovo su Pizzinato, superando vecchie polemiche e contrapposizioni, consapevoli che, oggi, nulla è rimasto delle accese discussioni di un’epoca ormai lontana e definitivamente tramontata e che, almeno per quanto riguarda Pizzinato, pochi ricordano con precisione le sue parole, e i più invece stancamente ripetono cose dette da altri molti anni prima. Ad ospitarla è la nuova Galleria d’Arte Modena e Contemporanea di Pordenone, intitolata nel 2010 proprio al Maestro.
Per la città è anche un modo per ringraziare, a posteriori, l’artista che, già in vita, volle legare un nucleo davvero ampio ed importante di sue opere e un ricco fondo di corrispondenze e altro importante materiale al Museo Civico. La mostra, promossa ed organizzata dall’Assessorato alle Attività Culturali del Comune in stretta collaborazione con l’Archivio Armando Pizzinato di Venezia, comprende 125 opere, molte delle quale inedite o raramente esposte, che provengono da numerose collezioni private, ed importanti musei tra cui il MAMbo di Bologna, il Museo del Novecento di Milano, la Galleria del Premio Suzzara, Casa Cavazzini Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine, Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia e l’ASAC della Biennale di Venezia. Nelle tre sezioni si potrà seguire l’evoluzione di Pizzinato, dalle opere giovanili al momento della sua adesione al Realismo Italiano, fino all’astrattismo geometrico..
Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea e Galleria Sagittaria del Centro Culturale Casa A. Zanu (Pordenone) Informazioni e prenotazioni: tel: +39-0434-523780 / +39-0434/392941 e-mail: info@artemodernapordenone.it Sito: www.artemodernapordenone.it Per maggiori informazioni Telefono: +39-0434-365387 Sito web: http://www.centroculturapordenone.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
ALESSIA ZOLFO
BANAFSHEH RAHMANI
ROSSELLA FAVA
MAX GASPARINI
ALESSANDRA LAMPIASI
CLAUDIA PICCOLO
FEDERICA MIANI
ANNA GRITTI
DOMENICO LASALA
GALLERIA ARIELE - Via Lauro Rossi, 9c - 10155 - Torino - Tel. 011.20 73 952
MAX GASPARINI
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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
Borderline. Artisti tra normalità e follia Da Bosch a Dalì, dall'Art brut a Basquiat 17 febbraio - 16 giugno 2013 Nella cultura europea del XX secolo diversi protagonisti delle avanguardie e psichiatri innovatori guardarono in luce nuova le esperienze artistiche nate nei luoghi di cura per malati mentali. Le ricerche di quegli anni avevano avviato una revisione radicale di termini quali "arte dei folli" e "arte psicopatologica", prendendo in esame queste produzioni sia come sorgenti stesse della creatività quanto come una modalità propria di essere nel mondo, da comprendere al di là del linguaggio formale. Oggi il termine Borderline individua una condizione critica della modernità, antropologica prima ancora che clinica e culturale. In questo senso la mostra intende esplorare gli incerti confini dell'esperienza artistica al di là di categorie stabilite nel corso del XX secolo, individuando così un'area della creatività dai confini mobili, dove trovano espressione artisti ufficiali ma anche quegli autori ritenuti "folli", "alienati" o, detto in un linguaggio nato negli anni '70, "outsiders". La mostra curata da Claudio Spadoni, direttore scientifico del museo e da Giorgio Bedoni, psichiatra, psicoterapeuta, con il supporto della Fondazione Mazzotta di Milano sarà inaugurata il prossimo 16 febbraio per proseguire fino al 16 giugno 2013. Dopo una ampia INTRODUZIONE INTROSPETTIVA, con opere di Géricault e Goya, l'esposizione sarà organizzata per sezioni tematiche. Le creazioni di Art Brut saranno comunque una presenza costante nel percorso della mostra.
Antonio Ligabue, Autoritratto, 1954,
Nel DISAGIO DELLA REALTA' verranno presentate importanti opere di protagonisti riconosciuti quali Bacon, Dubuffet, Basquiat, Tancredi, Chaissac, Wols, affiancate ai lavori di artisti dell'Art Brut, outsider della scena artistica, per stabilire confronti sull'ambiguo confine tra la creatività degli alienati e il disagio espresso dall'arte ufficiale dell'ultimo secolo. Il DISAGIO DEL CORPO esporrà una serie di lavori dove è protagonista il corpo, che diviene l'estensione della superficie pittorica e talvolta opera stessa nelle sue più sorprendenti trasformazioni, descritte in toni ludici o violenti, con Recalcati, Moreni, Fabbri, Perez, De Pisis, Zinelli, alcuni protagonisti del Wiener Aktionismus e del gruppo Cobra come Jorn e Corneille. All'interno dei RITRATTI DELL'ANIMA ampio spazio verrà dedicato ad una sequenza di ritratti, e soprattutto autoritratti, una delle forme di autoanalisi inconsapevole più frequente nei pazienti delle case di cura, con opere di Ghizzardi, Kubin, Ligabue, Moreni, Rainer, Sandri, Van Gogh, Jorn, Appel, Aleshinsky, Viani. La mostra proseguirà con una sezione dedicata alla scultura, la TERZA DIMENSIONE DEL MONDO, con spettacolari sculture art brut, con inediti di Gervasi e grandi manufatti di arte primitiva. Infine, nel SOGNO RIVELA LA NATURA DELLE COSE , verrà definito l'onirico come fantasma del Borderline con una selezione di dipinti di surrealisti come Dalì, Ernst, Masson, Brauner, oltre ad una nutrita presenza di lavori di Klee, grande estimatore dell'arte infantile e degli alienati.
MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna Orari: fino al 31 marzo: martedì- venerdì 9-18, sabato e domenica 9-19, chiuso lunedì
dal 1 aprile: martedì - giovedì 9-18; venerdì 9-21; sabato e domenica 9-19 , chiuso lunedì aperture festive: Pasqua, Lunedì dell'Angelo, 25 Aprile, 1° Maggio e 2 Giugno - (la biglietteria chiude un'ora prima) Ingresso: Intero: 9 euro - Ridotto: 7 euro - Studenti Accademia e Università, insegnanti: 4 euro
Sito: www.museocitta.ra.it
Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del MAR
Delvaux e il Surrealismo
Un enigma tra De Chirico, Magritte, Ernst, Man Ray 23 marzo — 30 giugno 2013
Tele dominate da baluginanti nudità, da scheletri implicati in scene religiose. Le mostre di Paul Delvaux hanno destato scandalo, come la retrospettiva di Ostenda del 1962, che consacrerà definitivamente l’artista sul piano internazionale, vietata ai minori di diciotto anni. Oppure la Biennale di Venezia del 1954, nella quale il patriarca, futuro papa Giovanni XXIII, proibì ai preti l’eccesso di una pittura che avrebbe potuto turbarli. Affabulatore dell'inconscio, intrigante stratega di atmosfere da sogno, Delvaux trova fonte d’ispirazione in quelli che lui considera i suoi due mentori, Giorgio De Chirico, il metafisico “faro” per i surrealisti, e René Magritte, insieme a Delvaux il più grande pittore belga del XX secolo: "Cercavo negli altri l'alimento che mi permettesse di scoprire me stesso. Perciò ho fatto pittura espressionista. Ho fatto pittura come quella di Ensor. C'era qualcos'altro che volevo trovare: fu allora che scoprii Giorgio de Chirico, e fu lui, d'un tratto, a mettermi sulla strada giusta". Si presenta con queste parole Delvaux, protagonista della stagione del Surrealismo, il movimento d'avanguardia nato nel 1924 col Manifesto di André Breton, che eleva il sonno a stato di coscienza e realtà, con Sigmund Freud inconsapevole profeta: “Automatismo psichico puro con il quale ci si propone di esprimere il funzionamento reale del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale.” Questa dimensione artistica viene indagata dalla nuova mostra della Fondazione Magnani Rocca dal titolo "DELVAUX E IL SURREALISMO” dal 23 marzo al 30 giugno 2013, a cura di Stefano Roffi insieme al Musée d’Ixelles-Bruxelles, dove l’enigma, perfettamente surreale, sull’adesione o meno dell’artista al dettato del movimento surrealista (egli la negava, contraddicendo una apparente evidenza, definendosi un “realista poetico”) costituisce il tema della mostra stessa che, con circa 80 opere scandite tematicamente (Il paesaggio, L’enigma della ferrovia, Il mistero femminino, Le coppie, La classicità, Gli scheletri) offre anche il confronto con i lavori di accertati surrealisti quali lo stesso Magritte, Max Ernst, Man Ray, oltre al grande De Chirico; con loro Delvaux partecipa a “L’Exposition Internationale du Surréalisme” nel 1938 a Parigi, in un incontro artistico fra i più sorprendenti del Novecento, dopo essere rimasto molto colpito dalle opere che aveva visto alla mostra “Minotaure”, tenutasi al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles nel 1934. Nella “Villa dei Capolavori”, sede a Mamiano di Traversetolo (Parma) della Fondazione Magnani Rocca, presieduta da Giancarlo Forestieri, accanto alle celebri opere di Dürer, Rubens, Van Dyck, Goya, Canova, Monet, Renoir, Morandi e molti altri, i lavori di Delvaux trovano dialoghi di raffinata suggestione. La mostra, che si avvale del sostegno di Fondazione Cariparma e Cariparma Crédit Agricole, è corredata da un ricco catalogo, contenente saggi di Arturo Carlo Quintavalle, Stefano Roffi, Laura Neve, Mauro Carrera, Elisa Barili, Pierre Ghêne.
Fondazione Magnani Rocca
via Fondazione Magnani Rocca 4 - 43029 Mamiano di Traversetolo, Parma Tel. 0521 848327 / 848148 - info@magnanirocca.it - http://www.magnanirocca.it Orari: Dal martedì al venerdì: continuato 10.00 – 18.00 (la biglietteria chiude alle 17.00). Sabato, domenica e festivi: continuato 10.00 – 19.00 (la biglietteria chiude alle 18.00). Lunedì chiuso (aperto il lunedì di Pasqua). Ingresso: Intero € 9,00 (comprensivo delle Raccolte permanenti). Ridotto € 5,00 per studenti in visita d’istruzione. Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Fondazione Magnani Rocca
Il Novecento in mostra a Forlì Fino al 16 Giugno prossimo, i musei San Domenico di Forlì propongono “Novecento. Arte e Vita in Italia tra le due guerre”. Nel primo dopoguerra, da cui prende avvio la mostra per inoltrarsi fino all'epilogo tragico del secondo conflitto mondiale e del fatidico 1943, la cultura italiana, attraverso i suoi migliori esponenti, si sentì investita della missione di creare nuove espressioni artistiche per il Novecento, secolo che non si era in realtà ancora rivelato. Il più lucido interprete di questa missione fu il letterato Massimo Bontempelli, che nel 1926 dando vita alla rivista "900" dichiarava: "Il Novecento ci ha messo molto a spuntare. L'Ottocento non poté finire che nel 1914. Il Novecento non comincia che un poco dopo la guerra". La nuova esposizione ai Musei San Domenico intende rievocare un clima che ha visto non solo architetti, pittori e scultori, ma anche designer, grafici, pubblicitari, ebanisti, orafi, creatori di moda cimentarsi in un grande progetto comune che rispondeva, attraverso una profonda revisione del ruolo dell'artista, alle istanze del cosiddetto "ritorno all'ordine". Il rappel à l'ordre, manifestatosi già durante gli anni della guerra, scaturiva dalla crisi delle avanguardie storiche, in particolare il Cubismo e il Futurismo, considerate l'ultima espressione di un processo di dissolvimento dell'ideale classico che era iniziato con il Romanticismo e si era accentuato con l'Impressionismo e i movimenti come il Divisionismo e il Simbolismo che lo avevano seguito. Nasceva non come semplice ritorno al passato, ma come ripresa dei soli canoni ritenuti adatti alla realizzazione di un pensiero e di una volontà artistica. "Una solida geometria di oggetti, una nuova classicità di forme", per Carlo Carrà, mentre De Chirico concludeva il suo scritto programmatico sul ritorno della figura umana esclamando: "Pictor classicus sum". Il modello di una ritrovata armonia tra tradizione e modernità, sostenuto da questi artisti - tra cui ebbero un rilievo maggiore Felice Casorati, Achille Funi, Mario Sironi, Carlo Carrà, Adolfo Wildt e Arturo Martini - avrà, anche grazie allo spirito critico e organizzativo di Margherita Sarfatti, il sostegno da parte del regime che era alla ricerca della definizione di un'arte di Stato, come il lungo e differenziato dibattito sulle riviste dimostra. I regimi dittatoriali europei non mancheranno di utilizzare a fini propagandistici e di consenso il linguaggio classicista degli artisti e in molti casi la loro stessa complicità. Ma l'altezza della loro arte non può essere negletta o appiattita su ragioni ideologiche. La mostra rievoca le principali occasioni in cui gli artisti si prestarono a celebrare l’ideologia e i miti proposti dal Fascismo, basti pensare all’architettura pubblica, alla pittura murale e alla scultura monumentale. Verranno documentate la I (1926) e la II (1929) Mostra del Novecento Italiano; la grande Mostra della Rivoluzione Fascista, allestita a Roma nel 1932-1933 in occasione del decennale della marcia su Roma; la V Triennale di Milano (che vide la con-sacrazione della pittura murale intesa come arte nazionalpopolare volta a far rivivere una tradizione illustre); la rassegna dell’ E42 di Roma. La pittura murale e la scultura monumentale, che furono con l’architettura l’espressione più significativa e riuscita di quel periodo, vengono indagate all’interno degli edifici pubblici, come i palazzi di giustizia, delle poste, delle università. La considerazione delle più impegnative realizzazioni urbanistiche e architettoniche ci consente di capire quanto è stato realizzato anche a Forlì e in altri centri della Romagna. Per informazioni: www.mostranovecento.it
L’opinione Michele Govoni presenta
La poesia nelle opere di Alberta Grilanda L'uso della terra, per l'artista ferrarese Alberta Grilanda, suona come qualcosa che va oltre una semplice dichiarazione di poetica. Affidando, infatti, alla materia plastica più semplice il sentimento forte della scultura, l'artista ferrarese dà vita ad una precisa volontà espressiva; una volontà che vede rafforzato il suo carattere semantico con l’ausilio di una figurazione che è tratto distintivo dell’artista. Partendo da questi presupposti, l'analisi dell'opera della Grilanda (che si esprime anche in pittura ed incisione) si allontana dalla semplice carezza superficiale della realtà, a favore di una esplorazione dei territori locali della cultura e dell’espressione. Localizzazione che, però, traendo spunto da una continua innovazione tecnica e tecnologica, diviene sempre più globalizzazione, come a dire:”Racconto la mia realtà con mezzi universali, tanto che la mia realtà locale diviene realtà universale”. E pare proprio dedicarsi di primo acchito ad un'analisi locale l'opera dell'artista, a favore di un passato che, pur nella sua vicinanza al presente, appare remoto e silenziosamente lontano. Ma è solo impressione superficiale. Sono anche altre le tematiche che animano la poetica espressione dell'artista ferrarese. La religione, ad esempio, su cui l'artista affonda le sue radici, restituendoci un senso profondamente intimo ed intimista della lettura sacra che fa scoprire nuovi spazi di meditazione e preghiera. Mai ovvia, Grilanda affida al segno, ad una tecnica esemplare e ad una spiccata propensione espressiva i suoi significati più reconditi, i suoi messaggi più nascosti, le sue più delicate osservazioni del reale, per restituirci una sempre crescente speranza. Un'artista che merita un'attenzione tutta particolare e da cui è bello lasciarsi incantare, rapiti dalle infinite sfumature della terra, plasmata da mani esperte, o nella ruvidezza della materia cromatica o del segno incisorio, tecniche votate a trasmetterci un messaggio eterno. Per informazioni: www.grilandalberta.com
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
TOSCANA
Assessore Cristina Scaletti
THE DALI’ UNIVERSE FLORENCE Dal 1° febbraio al 25 maggio 2013 Più di 100 opere del Maestro del Surrealismo in un’esposizione unica, in programma dal 1° febbraio al 25 maggio 2013 a Palazzo Medici Riccardi, “The Dalí Universe Florence”. La mostra interamente dedicata a Salvador Dalí è un’occasione davvero speciale, che permette al pubblico di avvicinarsi agli aspetti meno noti del lavoro del grande artista, scoprendo collezioni ancora poco conosciute, un’ampia selezione di diverse opere rare tra cui sculture in bronzo, oggetti in vetro, collages e raccolte grafiche che illustrano i grandi temi della letteratura. “The Dalí Universe” intende rivelare la fonte di ispirazione del genio di Salvador Dalí e, per promuovere la comprensione della vita e dell’arte di questo artista, consentirà ai visitatori di immergersi nel labirinto della mente del Maestro e di ammirare i risultati creativi della sua infinita immaginazione. Palazzo Medici Riccardi apre le porte ad una mostra unica nel suo genere, curata dal Presidente della Fondazione Ambrosiana Beniamino Levi, uno dei personaggi che ha conosciuto più da vicino l’opera di Dalí, venendo a contatto personalmente con lui e con il suo entourage fin dagli anni Sessanta, incontrandolo personalmente nelle sue residenze di Parigi, New York e nella sua terra natale, la Spagna. È proprio da questa serie di incontri col carismatico ed eccentrico artista che visse e applicò alla sua vita i principi del Surrealismo, che è nata l’ispirazione di Levi nel raccogliere le sue opere, formando negli anni una delle più ricche e interessanti collezioni del Maestro Catalano esistenti al mondo. La mostra evidenzia due aspetti particolarmente importanti della creatività di Dalí, che hanno avuto poche occasioni di essere visti e apprezzati nel passato: la scultura tridimensionale e le rare opere grafiche che illustrano temi importanti della letteratura.
Palazzo Medici Riccardi Via Camillo Cavour, 1 Firenze Tutti i giorni 9.00 - 19.00 Tel +39 02 893 56256 info@thedaliuniverse.com Costo biglietto: - Intero 10 € - Ridotto 9 € con Flyer e brochure - Ridotto 8 € - Ridotto 5 Euro per convenzioni particolari - Ingresso gratuito (Bambini sotto i 6 anni) Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
Norma e Capriccio
Spagnoli in Italia agli esordi della 'maniera moderna' 5 marzo – 26 maggio 2013
La mostra rappresenta il primo evento espositivo dedicato all'attività degli artisti spagnoli approdati in Italia fra l'inizio del Cinquecento e gli anni venti del secolo, partecipi del fervido clima culturale animato a Firenze, a Roma e a Napoli. Nel numero di queste personalità, spinte al viaggio da un vorace desiderio di confronto con i testi fondamentali dell'arte moderna, si contano figure come quelle di Alonso Berruguete, di Pedro Machuca, di Pedro Fernández (meglio noto come lo "Pseudo-Bramantino"), di Bartolomé Ordóñez e Diego de Silóe, provenienti da diverse località della penisola iberica Palencia, Toledo, Murcia e Burgos - e capaci di imporsi come protagonisti del 'manierismo' europeo. Sono le fonti storicoartistiche italiane a riconoscer loro una posizione preminente sulla scena internazionale del Cinquecento. Giorgio Vasari, ad esempio, nelle Vite de' più eccellenti pittori, scultori ed architettori ricorda il Berruguete accanto a Rosso e Pontormo nello studio delle opere di Michelangelo e Leonardo; ma anche Pietro Summonte, celebre letterato campano, cita i lavori di Ordóñez e De Silóe in una lettera del 1524 sui più importanti monumenti di Napoli. La mostra si articola pertanto in quattro sezioni che, nel rispetto di una scansione geografica, intendono accostare prestigiosi capolavori creati da simili artisti a straordinarie testimonianze della produzione italiana fra Quattro e Cinquecento. In quella d'apertura, dedicata a Firenze, si ricostruirà l'attività italiana di Alonso Berruguete, studiata da Roberto Longhi e Federico Zeri: si avrà così l'inedita possibilità di confrontare direttamente le opere riferite all'artista - oggi per lo più conservate agli Uffizi e in altri importanti musei italiani e stranieri (la Collezione Loeser in Palazzo Vecchio e la Galleria Borghese a Roma) - valutandone allo stesso tempo la modernità nell'accostamento a risultati significativi di pittori e scultori a lui contemporanei, fra cui Andrea del Sarto, Rosso, Pontormo, Baccio Bandinelli e Jacopo Sansovino. Si potrà giudicare il peso che la tradizione cittadina ebbe sull'arte di Alonso anche grazie ad autografi di Donatello, Leonardo, Michelangelo, Filippino Lippi e Piero di Cosimo, tutti presenti in mostra. Nella seconda sezione, attorno alle tavole di Pedro Machuca, si rifletterà invece sul contributo di questo pittore alla bottega di Raffaello a Roma fra gli anni dieci e venti, verificando l'influenza che la lezione del Sanzio ebbe sull'Italia del Sud attraverso i dipinti di Pedro Fernández, attivo nella penisola fra Milano, il Lazio e la Campania. La terza sezione proporrà al pubblico alcune eccezionali sculture eseguite da Bartolomé Ordóñez e Diego de Silóe durante la loro residenza partenopea nel secondo decennio del secolo, vertici assoluti della statuaria 'manierista': di esse si illustreranno i riflessi sulla cultura campana, grazie alle opere di Girolamo Santacroce e di Domenico Napolitano. Nell'ultima sezione della mostra si presenteranno invece creazioni realizzate da questi stessi artisti iberici al loro rientro in patria, fra Valladolid, Granada e Toledo, così da permettere ai visitatori di valutare l'eredità della lezione italiana sul loro stile e sul loro linguaggio figurativo.
Firenze – Galleria degli Uffizi, Piazzale degli Uffizi Tel. 055 2388651 - http://www.polomuseale.firenze.it Biglietto: intero: € 11.00 - ridotto: € 5.50 Orario: Martedì - Domenica ore 8.15 - 18.50; la biglietteria chiude alle 18.05 Chiuso il lunedì e il 1 maggio Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
DOMENICO LASALA
Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : galleriariele@gmail.com - tel. 011.20 73 905
ROSSELLA FAVA - CATROUGE
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
UMBRIA
Josef Albers. Spiritualità e rigore Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria 19 marzo – 19 giugno 2013
Josef Albers: Arte come come esperienza Città di Castello, Pinacoteca Comunale 20 marzo – 19 giugno 2013
Per iniziativa della Josef and Anni Albers Foundation, Perugia e Città di Castello, con una doppia mostra, celebrano Josef Albers nella ricorrenza dei 125 anni dalla nascita. La Fondazione statunitense per questa doppia esposizione italiana ha inteso privilegiare due aspetti sino ad oggi poco indagati della ricca personalità artistica di Albers: la sua importante produzione sacra e la sua attività didattica, e quanto questa abbia rappresentato per un’intera generazione di artisti tra Europa e Stati Uniti. La scelta dell’Umbria quale sede per questo doppio evento non è casuale: Albers riconosceva in Giotto, e più in generale nella pittura italiana del XIII e XIV secolo, uno dei suoi massimi punti di riferimento, e le due mostre, la prima allestita negli spazi della Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, la seconda alla Pinacoteca Comunale di Città di Castello, portano i suoi lavori a confrontarsi con quelli dei grandi maestri italiani antichi da lui amati. E in un ambiente che incarna quel misticismo cattolico di cui l’artista fu assolutamente partecipe. Josef Albers ha avuto fortissimi e affascinanti legami con la cultura italiana. Negli anni del Bauhaus , dove Albers insegnò, l’Italia era un fondamentale paese di riferimento: Josef e Anni Albers scelsero Firenze per la loro luna di miele nel 1925. Nel 1934, dopo un anno dalla chiusura del Bauhaus per volontà dei nazisti, è Wassily Kandinsky che organizza a Milano una grande mostra di Albers. La mostra alla Galleria Nazionale di Perugia, dal titolo Josef Albers: Spiritualità e Rigore è stata ideata da Nicholas Fox Weber, direttore esecutivo della Josef and Anni Albers foundation, con Fabio De Chirico, Direttore della Galleria e Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria. Propone una ampia selezione di opere, dai primi anni della sua carriera alle ultime fasi della sua vita, che testimoniano l’intensa religiosità di Albers e la profonda immersione nel cattolicesimo che si riflette in tutta la sua produzione. A Città di Castello, la mostra Josef Albers Arte come esperienza: I metodi d’insegnamento di un maestro del Bauhaus curata da Atlante Servizi Culturali e Josef and Anni Albers Foundation in collaborazione con il Comune di Città di Castello, rivela il vibrante e straordinario impatto dei metodi pedagogici rivoluzionari di Albers sui suoi allievi, prima in Germania e poi negli States. Del Maestro vengono qui presentati lavori importanti messi a confronto con le opere dei suoi studenti. Completa la mostra una importante documentazione fotografica e filmica sulle lezioni-laboratorio di Albers, lezioni che con le sue pubblicazioni hanno forgiato una generazione di artisti. Josef Albers era nato nel 19 marzo del 1888 a Bottrop in Westfalia. Dopo gli studi artistici a Berlino e a Monaco (dove fu allievo di F. von Stuck), entra nel Bauhaus di Weimar. Nel 1925 con il trasferimento della scuola a Dessau diventa docente del “Corso Preparatorio”, esercitando notevole influenza su un’intera generazione di artisti, architetti e designer, come ben evidenzia l’esposizione di Città di Castello. Sposa Anni Fleischmann, studentessa del Bauhaus, ottima artista, con cui condivide la sperimentazione astratta. Nel ’33 il Nazismo impone la chiusura dell’esperimento del Bauhaus e gli Albers riparano negli Stati Uniti, dove sono invitati ad insegnare al Black Mountain College nella Carolina del Nord. Inizia un periodo di numerosi viaggi alla scoperta delle civiltà pre-colombiane in centro e sud America divenendo un collezionista appassionato di reperti archeologici. Nel 1950 inizia il suo percorso artistico più famoso nel ciclo Omaggio al quadrato in olio su masonite; nello stesso anno accetta la nomina a Direttore del Department of Design alla Yale University. Fra il 1952 e 1955 viaggia in Messico, Perù e Cile. A metà anni ’50 ritorna in patria per tenere dei corsi come docente ospite. Nel 1963 esce per la Yale University Press Interaction of Color, un testo fondamentale di ricerca sulla percezione del colore.Nel 1971, fu il primo artista ancora in vita ad avere il privilegio di una retrospettiva al Metropolitan Museum di New York. Josef Albers muore il 25 marzo del 1976 a Orange nel Connecticut
Galleria Nazionale dell’Umbria – Sistema Museo 075 5721009 www.sistemamuseo.it www.gallerianazionaleumbria.it www.artiumbria.beniculturali.it
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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
MARCHE
I segreti della materia.
Il disegno nascosto di Giovanni Santi "La Visitazione" La tavola proviene dalla chiesa di Santa Maria Nuova a Fano, importante luogo di culto della città, dove sono tuttora conservate due importanti pale d’altare di Pietro Perugino. Secondo la tradizione, avvenne proprio a Santa Maria Nuova l’incontro tra il più anziano pittore umbro e il giovanissimo Raffaello, auspice il padre Giovanni. Non bisogna dimenticare che Giovanni Santi fu una figura estremamente importante nella Urbino del tardo Quattrocento, legato alla corte ducale, alla guida di una bottega estremamente attiva e considerata, che fu anche crocevia di incontri di artisti, da Piero della Francesca a Melozzo. Il dipinto è stato restaurato a cura della Soprintendenza BSAE e, nell’occasione , a cura dell’Istituto di Scienze Ambientali dell’Università di Urbino, è stato compiuto un rilevamento integrale del disegno preparatorio tramite Riflettografia IR, tecnica che riesce a penetrare negli strati della materia, ‘vedendo’ al di sotto degli strati pittorici. Si tratta di una importante novità poiché, allo stato attuale si conosce un solo disegno ricollegabile a Giovanni Santi, mentre è noto che, nella prassi della bottega rinascimentale, il disegno costituiva la base di ogni attività pittorica. Il disegno preparatorio della pala fanese, che è caratterizzata da una materia pittorica sontuosa ed estremamente raffinata, si mostra anch’esso di inedita qualità: sembra costituire il punto di congiunzione tra l’insegnamento ‘tecnico’ di Giovanni Santi e l’eredità raccolta dal grande figlio Raffaello.
Prima del restauro
Dopo il restauro
Urbino, Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo Ducale Urbino Piazza Duca Federico 29 marzo 2013 - 03 giugno 2013 Biglietto: vale il biglietto della Galleria di euro 5,00 Orario: 8,30 - 19,15 Telefono: 0722-2760 - Fax: 0722-4427 - E-mail: sbsae-mar@beniculturali.it sito: http://www.beniculturali.it/
Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
L’opinione Laura Coppa DA LONDRA A PALAZZO DI ARCEVIA (AN):
IL TEAM DEI GIOVANISSIMI ARCHITETTI UNIT + APPRODA NELL’ENTROTERRA MARCHIGIANO ARCEVIA (ANCONA) - Creare un nuovo polo artistico e culturale nella Riserva Privata San Settimio. Un punto di incontro in mezzo all'Appennino dove artisti, scrittori, architetti e musicisti di tutto il mondo possano incontrarsi e scambiare idee con seminari, convegni e mostre d’arte in un crocevia di creatività. Da tempo nell'entroterra marchigiano, progetti e percorsi vari, promuovono tale territorio quale realmente è: un magnete di inventiva, creatività e luogo deputato – pare – a far innamorare molte delle personalità artistiche che in esso si imbattono (solo negli ultimi anni, sono parecchi i pittori, scultori, compositori e giornalisti che hanno scelto uno dei “castelli” storici, dislocati sui 126 km del territorio arceviese, come residenza estiva o di fuga). Resta tale, anche l'obiettivo di OPERAZIONE ARCEVIA 2.0, l'iniziativa nata dalla collaborazione tra la Riserva Privata San Settimio e UNIT +, giovane design practice di Londra fondata da studenti di architettura della London Metropolitan University e patrocinata, con grande entusiasmo, dal Comune di Arcevia. L'iniziativa vuole riproporre le idee del progetto originale OPERAZIONE ARCEVIA ideato da Italo Bartoletti negli anni ‘70 con lo scopo di promuovere l’arte contemporanea e creare nelle Marche una vera e propria officina di pensiero, un laboratorio di creatività dove gli artisti potessero soggiornare, incontrarsi, conoscersi, confrontare le proprie esperienze e quindi, lavorare e creare. L'ambizioso progetto di allora coinvolse artisti di fama internazionale, come Alberto Burri, César, Edgardo Mannucci, Lucio Del Pezzo, Mario Ceroli, Michelangelo Antonioni, Paul Restany, Tonino Guerra, Enrico Crispolti come critici d’arte e molti, moltissimi altri. Ogni artista avrebbe progettato un pezzo della città. Il progetto, presentato alla Biennale di Venezia del 1976, proponeva parcheggi a forma di grandi uova che si schiudevano elettricamente, ricoverando e, soprattutto, nascondendo le orribili autovetture; la piscina di César, dominata al centro da una grande colonna a forma di dito e, ancora, la scalinata lignea di Ceroli, musicalmente elaborata da Console. Non da meno sono il grande teatro di cemento per le rappresentazioni all’aperto di Burri e il brano “L'orologio di Arcevia” scritto da Aldo Clementi. Le case grandi, basse, bianche e vuote, “esistenziali” di Ico Parisi. Pace, niente macchine, esaltazione della natura, architettura, arte, cultura e lavoro; artigiani e artisti impegnati insieme in una nuova grande officina dell’arte.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
MOLISE
ANTONIO PETTINICCHI “LUI È IL MOLISE” a cura di:Tommaso Evangelista e Silvia Valente 28 marzo-11 maggio 2013 Galleria Artes, viale Elena n. 60 - Campobasso
Figura di spalle - acrilico su tela - 2005 A sei anni di distanza dall’ultima personale, torna nel capoluogo molisano il maestro Antonio Pettinicchi. La mostra, a cura dei critici d’arte Tommaso Evangelista e Silvia Valente, sarà ospitata nei prestigiosi spazi della galleria Artes in viale Elena n. 60 a Campobasso dal 28 marzo all’11 maggio 2013 e presenterà una selezione di lavori su tela unitamente ad una retrospettiva sulla produzione grafica. I dipinti testimoniano vari aspetti della sua poetica e spaziano dai celebri autoritratti al mondo contadino con uno sconfinamento nelle tematiche del sacro (Crocifissione). La maggior parte dei lavori risale all’ultimo decennio di produzione - inedite le opere del 2008 e del 2009 - e si caratterizza per una forte accentuazione delle valenze espressioniste, per un segno tagliente, per una sapienza costruttiva dettata da pennellate energiche e vigorose che conferiscono alla figura struttura e, allo stesso tempo, indeterminatezza. La produzione incisoria riguarda, invece, un lasso di tempo più ampio e mostra l’evoluzione della tecnica, dello stile e dei soggetti. Dai primi lavori realizzati durante la formazione accademica - che vedono come soggetti le figure del mondo
” contadino – si attraversano i paesaggi molisani caratterizzati dalla forte componente geometrica di stampo post-cubista per giungere, sul finale, a un dissolvimento delle forme e delle strutture grazie al sapiente uso dell’acquaforte, del quale è stato maestro indiscusso del Novecento italiano. Un piccolo asterisco sarà dedicato alla documentazione del celebre Gruppo 70 formato, appunto, da Antonio Pettinicchi, Walter Genua, Augusto Massa e Lino Mastropaolo, dei quali verranno presentati lavori a carattere esplicativo, utili a fornire una ricostruzione del percorso dell’artista. Antonio Pettinicchi nasce a Lucito (Campobasso) nel 1925. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida severa ed attenta di Lino Bianchi Barriviera e Emilio Notte. La sua attività incisoria e pittorica è testimoniata dalla partecipazione a numerose mostre e rassegne di carattere nazionale e internazionale, fra cui: quattro edizioni della Quadriennale Nazionale di Roma (tra il 1952 e il 1965), la XXVIII Biennale Internazionale di Venezia, sette edizioni della Biennale Nazionale della Grafica Contemporanea di Venezia (dal 1955 al 1967), numerose mostre in collaborazione con ilgruppo degli Incisori Veneti oltre alle cinque edizioni del Premio Termoli, per citarne solo alcune. Sue opere sono presenti in importantissime collezioni pubbliche e private, fra le quali citiamo: Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Modena, Venezia; Civica raccolta delle stampe Achille Bernarelli, Castello Sforzesco, Milano; Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; Raccolta disegni e stampe, Galleria Uffizi. Proprio da un ricordo del maestro e compagno di studi accademici Armando De Stefano è tratto il titolo della mostra cui seguirà l’uscita della monografia, a cura di Tommaso Paesaggio - acrilico su tela - 2002 Evangelista e Silvia Valente, edita dalla Regia edizioni e che verrà presentata in occasione del finissage (11 maggio 2013).
Info: Artes Contemporanea Viale Elena n. 60 – Campobasso Tel. 0874 443377
Da sinistra,Tommaso Evangelista e Silvia Valente, il senatore Ruta, l’artista Pettinicchi e il Presidente del Molise Di Laura
FRANCO MARGARI
Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : galleriariele@gmail.com - tel. 011.20 73 905
L’opinione
To m m a s o E v a n g e l i s t a Vincenzo Merola TRAVESTIMENTI Partendo da un’impressione (reale o letteraria) Vincenzo Merola configura strutture geometriche pure, le quali altro non sono che scritture personali nate dal confronto-scontro tra sensibilità e significato. Il punto di partenza è l’individuazione di un sistema linguistico stabile e personale da adoperare come canone e col quale far emergere l’essenza dei personaggi. Il passaggio dalla terza dimensione alla bidimensionalità pone le figure (il pittore, il costruttore, il giudice, etc.) sul piano immediato della percezione, comprensibili ed ermetiche allo stesso tempo ma sempre chiare nella loro singolare narratività. Sono figure in controluce in quanto ridotte all’essenza della parola e dei mezzi espressivi del segno-idea, estreme semplificazioni della struttura che permettono una visione ravvicinata e scientifica (al microscopio), come le ultime tele di Mondrian consentivano finali vedute urbane catturate dal ritmo del boogie-woogie e dalle selve metalliche dei grattacieli. Questa nuova figuratività si avvale dei limiti della linea retta col contorno che si amplifica diventando spazio di divisione e di riflessione poiché, nell’assenza di gesto materico, la configurazione dell’opera diventa metafora della lettura, meditata e intima. L’assenza di conformazioni curvilinee, infatti, suggerisce come non sia l’espressività la chiave di ricerca quanto il rigore alla ricerca dell’essenza. Il colore, sempre puro e mai legato al tono (con qualche concessione all’op art), concorre poi a dare verosimiglianza alla rappresentazione, anzi, conferisce il “carattere” alle linee di per sé fredde e statiche: attraverso questa concessione al sentimento l’artista è capace di conferire non solo forma ma anche sostanza alle sue figure immateriali e invisibili in quanto private della fisionomia. Travestimenti, in questo senso, è il termine adatto per descrivere l’incontro che avviene tra contenuto e idea per cui la parola è sempre in continuità con lo spazio raffigurato e la pittura diventa maschera. L’immagine-collage nasce da un lento processo di elaborazione dell’artista, che ricompone frammenti poetici personali, impressioni letterarie e pezzi di cartoncino colorato agendo come un matematico che attraverso calcoli e formule cerca di dimostrare il suo assunto. Proprio attraverso il collage, infatti, si tenta la strada di una sintesi tra neoplasticismo e ricomposizione del reale attraverso composizioni geometriche sempre variate sul limite della massa.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
LAZIO
Tiziano
Scuderie del Quirinale - 5 marzo - 16 giugno 2013 Il Concerto e la Bella di Palazzo Pitti, la Flora degli Uffizi, la Pala Gozzi di Ancona, la Danae di Capodimonte, il Carlo V con il cane e l’Autoritratto del Prado o lo Scorticamento di Marsia di Kromeriz sono solo alcune delle opere più conosciute di Tiziano (Pieve di Cadore 1485 circa - Venezia 1576) che saranno esposte alle Scuderie del Quirinale. Una mostra concepita per concludere idealmente l’ampio progetto di rilettura della pittura veneziana e di riflessione sul ruolo cardine che essa avuto nel rinnovamento della cultura italiana ed europea. Un percorso che le Scuderie del Quirinale hanno sviluppato analizzando l’opera dei protagonisti della rivoluzione pittorica moderna - da Antonello da Messina a Giovanni Bellini, da Lorenzo Lotto a Tintoretto - di cui Tiziano è testimonianza finale e altissima quale artista europeo per eccellenza. Visitando la mostra sarà possibile ripercorrere i tratti salienti dell’inarrestabile ascesa del grande artista italiano: dagli esordi veneziani in seno alle botteghe di Giovanni Bellini e Giorgione all’autonomia acquisita con le grandi tele per i dogi, gli Este e i Della Rovere fino ad arrivare alle committenze imperiali di Carlo V e poi del figlio Filippo II. Decennio per decennio, l’intera carriera di Tiziano sarà rappresentata al massimo livello sottolineando il magistrale senso del colore e l’evoluzione di una pennellata capace di travalicare i limiti dell’immaginario pittorico. Attraverso confronti iconografici - tra i molti, emblematico, quello tra la Crocifissione della chiesa dei domenicani di Ancona, il Crocifisso dell’Escorial di Madrid e il frammento di Crocifissione oggi alla Pinacoteca Nazionale di Bologna - il pubblico potrà percepire direttamente la novità d’impostazione e la grammatica compositiva del Maestro, in una mostra attenta a narrarne non solo la fondamentale dimensione di pittore religioso ma anche la complessa attività di ritrattista della nobiltà del tempo. Una mostra ideata - grazie al sostegno e ai prestiti delle massime istituzioni museali italiane e straniere - per far comprendere al grande pubblico l’eccezionalità di un Tiziano capace di accordare “la grandezza e terribilità di Michel Agnolo, la piacevolezza e venustà di Raffaello, et il colorito proprio della Natura”, secondo l’immagine del poligrafo contemporaneo Ludovico Dolce, suo grande estimatore.
Orario Da domenica a giovedì dalle 10.00 alle 20.00 venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30 L'ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura Biglietti Intero € 12,00 /Ridotto € 9,50
Ad accompagnare il percorso espositivo, gli esiti dell’ampia campagna di analisi scientifiche che ha interessato gran parte della produzione dell’artista. Compiuta dal Centro di Ateneo di Arti Visive dell’Università degli Studi di Bergamo, la campagna ha offerto risultati di assoluto rilievo per riuscire a definire i rapporti tra opere autografe e opere di bottega e per documentare compiutamente l’evoluzione tecnica di Tiziano, a partire dai suoi anni di formazione. Il catalogo scientifico è edito da Silvana Editoriale con i contributi di alcuni fra gli studiosi più riconosciuti del grande maestro veneto.
http://www.scuderiequirinale.it Le immagini, i testi di queste pagine sono prelevati dal sito delle Scuderie del Quirinale
Da Picasso a Leger, da Braque a Severini, la rivoluzione cubista arriva a Roma in una grande mostra allestita dall’8 marzo al 23 giugno al Vittoriano. Intitolata ‘Cubisti Cubismo’, l’importante esposizione presenterà oltre 200 opere tra oli, disegni, sculture, filmati, oggetti di design, costumi e documenti che illustreranno al grande pubblico la forza di rottura del movimento creato da Picasso e Braque in Francia tra il 1907 e il 1914, capace di influenzare la cultura di un’epoca. La rassegna presenta opere degli spagnoli Pablo Picasso e Juan Gris; dei francesi Georges Braque, Fernand Leger, Albert Gleizes, Jean Metzinger; del pittore americano Marsden Hartley, dell’artista messicano Diego Rivera, della russa Natalia Goncharova; degli italiani Gino Severini e Ardengo Soffici; degli artisti inglesi Wyndham Lewis, Vanessa Bell e molti altri. In mostra, oltre ai capolavori di artisti cubisti noti e meno noti, anche l’espressione del cubismo nelle sue varie sfaccettature. L’esposizione vanta la collaborazione e il supporto di numerosi musei di grande prestigio, tra i quali la Tate, il Victoria and Albert Museum e la Courtauld Gallery di Londra, lo State Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca, The State Hermitage Museum di San Pietroburgo, la National Gallery of Art di Washington e la Solomon R. Guggenheim Museum and Foundation di New York, il Philadelphia Museum of Art di Philadelphia, la Fundacio’n Coleccio’n Thyssen-Bornemisza di Madrid. Esposti anche capolavori di importanti gallerie e collezioni private.
Complesso del Vittoriano -Via San Pietro in Carcere (Fori Iperiali) Roma
Costo del biglietto: € 12,00 intero; € 9,00 ridotto Orario: dal lunedì al giovedì 9.30 –19.30; venerdì e sabato 9.30 – 23.30; domenica 9.30 – 20.30 Le immagini e i testi di queste pagine sono prelevati dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
ROBERTO BORRA
Le secret du bois - 2011- fotografia e t. m. su tela - 60x85cm
Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : galleriariele@gmail.com - tel. 011.20 73 905
L’opinione Va l e n t i n a G r e c c o SANDRO FRINOLLI PUZZILLI "Sandro Frinolli Puzzilli, artista romano, inizia fin da subito ad esplorare il mondo e tutto ciò che è visibile mediante gli scatti fotografici, unendo la passione e l’amore per il viaggiare. Insegnante per anni in corsi di fotografia e workshop, specializzato nella moda e pubblicità, l’artista ha collaborato e collabora oggi per alcune riviste del settore, come Fotografare e Fotografia Reflex. La spiccata sensibilità e vena poetica costituisce l’approccio esplorativo del visibile mediante l’obiettivo. Ed ecco che l’acqua attualmente diventa il tema ricorrente. I colori captati, rapiti, rielaborati danno originalità allo scatto, filtrando nelle onde che si propagano nello spazio in modo oscillatorio, senza che vi siano superfici che delineano le forme. Niente è materia ma visivamente la fotografia trasmette energia mediante cerchi concentrici provocati dall’azione del vento resa visibile. Dominante la massa senza forma, i contorni oscillano tra incerti confini, viene lasciato spazio all’immaginazione nel processo di crescita creativa. L’interpretazione dell’immaginario ha un ruolo fondamentale, perché i diversi processi emozionali sono evocati dalla situazione stimolo nel contesto di una ben definita esperienza. Si percepiscono racconti di momenti vissuti. Un gioco di vero e non vero, essere e non essere."
Il cielo su Amsterdam
Incontro a Venezia
Fuga dalla città
Finestra sul cielo
Madrid
Il ponte dei sogni
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
ABRUZZO
Pinacoteca Civica La Pinacoteca Civica, nella vicenda culturale cittadina, scandisce le tappe del recupero della sua memoria storica e del suo percorso di musealizzazione a partire dal 1868 quando si concretizzò, per volontà dell'allora Sindaco Settimio Costantini, l'idea di raccogliere dipinti provenienti dal teramano. Il nucleo originale della collezione affluirà nella palazzina di proprietà della Reale Società di Agronomia, sita nei Giardini pubblici, trasformata nel 1930 in Museo dall'Amministrazione Comunale. Alle opere pittoriche si aggiungeranno di lì a poco le sculture dell'artista ottocentesco Raffaello Pagliaccetti, affidate in custodia alla Pinacoteca dal proprietario Pasquale Ventilj. Rinnovata nei suoi spazi espositivi nel 1958, negli anni 1974-1979 e nel 1996, la Pinacoteca, restaurata ed ampliata, ha riaperto i suoi battenti al pubblico proponendosi in una veste rinnovata negli spazi e nella logica allestitiva, anche per la presenza del deposito, un ambiente microclimatizzato in grado di accogliere in modo idoneo e razionale le opere non esposte. Una preziosa opportunità per operare scelte allestitive non di "pura visibilità" ma di ragionata periodica opzione tra tutte le opere d'arte conservate nella Pinacoteca: dalle tavole quattrocentesche al prezioso dipinto su tavola di mano cinquecentesca; dai dipinti del '600 e '700 napoletano alla serie di ritratti ottocenteschi; dalle preziose sculture ottocentesche, in gesso e marmo, di Raffaello Pagliaccetti alle opere bronzee di Venanzo Crocetti, lo scultore di origine giuliese autore fra l'altro della Porta dei Sacramenti della Basilica di San Pietro.
Pinacoteca Civica - Viale G. Bovio - 64100 Teramo (TE) - Tel. 0861-250873; 0861-247772 Giorni di apertura: Martedi, Mercoledi, Giovedi, Venerdi, Sabato, Domenica http://www.teramomusei.it/
Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito dei Civici Musei Teramo
OLTRE CARAVAGGIO. PITTURA DEL SEICENTO IN ABRUZZO, TRA ROMA E NAPOLI 4 maggio al 21 luglio 2013 In una mostra itinerante, che parte da Lanciano per approdare a L’Aquila, Oltre Caravaggio. Pittura del Seicento in Abruzzo, tra Roma e Napoli, a cura di Lucia Arbace, per la prima volta esposti i capolavori di due prestigiose collezioni d’arte: la Cappelli e la Dragonetti De Torres, un tempo esibiti nei sontuosi palazzi aquilani, assieme ad altre testimonianze di un secolo complesso che ha stimolato eccezionali committenze artistiche anche in Abruzzo. Si potrebbero considerare i mai visti perché, su un totale di quarantaquattro tele, soltanto alcuni dipinti della raccolta Cappelli erano collocati fino al sisma del 2009 nel Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, accanto ad opere seicentesche provenienti dal territorio. Riparati i danni del terremoto, tutte queste opere ora possono essere apprezzate meglio, dopo accurati restauri, come quelli che hanno riguardato le due tele di Giacinto Brandi, ora incardinate nella mostra. Escono dai depositi anche alcune novità assolute, come il San Pietro Martire, per il quale gli specialisti stanno valutando una possibile attribuzione a Guercino, e lo straordinario Cristo benedicente, importante inedito di Massimo Stanzione. Spiccano inoltre la delicata ed elegantissima Adorazione dei pastori di Bernardo Cavallino, alcune opere dei principali caravaggeschi, tra cui il belga Louis Finson, nonché dipinti di Luca Giordano e Francesco Solimena, protagonisti della scena artistica napoletana. Grazie alla disponibilità di un generoso collezionista abruzzese, s’ammirano inoltre alcune bellissime Nature morte e alcuni capolavori di Giovan Battista Spinelli, di cui gli stessi Dragonetti De Torres erano pronipoti. Non manca infine un omaggio al grande Mattia Preti, nel 400° anniversario della nascita, che si celebra contemporaneamente a Malta e a Venaria Reale con mostre internazionali le quali esibiscono anche alcuni capolavori in prestito dalla Soprintendenza BSAE dell’Abruzzo. La mostra è stata realizzata dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo e dal Comune di Lanciano, Assessorato alla Cultura, con il contributo della Regione Abruzzo. Inaugurazione 4 maggio 2013 ore 16.00, Polo Museale Santo Spirito di Lanciano. Intervengono: Mario Pupillo, Sindaco di Lanciano, Luigi De Fanis, Assessore alla cultura della Regione Abruzzo, Pino Valente, Assessore alla Cultura del Comune di Lanciano, Lucia Arbace, Soprintendente BSAE dell’Abruzzo.
Polo Museale di Santo Spirito, Lanciano La mostra resterà aperta dal 4 maggio al 21 luglio 2013 Orari: Lunedì-venerdì 9/13 - martedì e giovedì 15/18 - Sabato e domenica 16/18. Costo del biglietto: ingresso libero; Info: 0872 700578 Sito web: http://www.sbsae-aq.beniculturali.it http://www.comune.lanciano.chieti.it
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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
PUGLIA
GALLERIA NAZIONALE DELLA PUGLIA
l’importanza del nascente museo è nella peculiarità del suo patrimonio che, per la forte presenza di artisti stranieri, si configura come offerta culturale eccentrica, nuova e stimolante rispetto ai tradizionali percorsi d’arte della maggior parte dei musei storici italiani, in forte e quasi esclusiva connessione al territorio di appartenenza. di grande interesse è la presenza di bozzetti e studi preparatori, di copie e repliche, peculiari di una raccolta di formazione recente e rinveniente tutta dal mercato antiquario e che, specie per i soggetti religiosi della grande pittura controriformata, costituiscono preziosi veicoli di conoscenza e di approfondimenti per la storia dell’arte. prezioso il corpus di disegni che comprende inchiostri, pastelli, carboncini, matite, sanguigne, acquerelli su carta o su pergamena, di artisti italiani ed europei, databili tra xvi e primi del xx secolo. gli studi critici già editi, la schedatura, gli interventi sulla guida breve stanno a dar conto della estrema varietà e della complessità del patrimonio che si presenta allo stato attuale delle conoscenze. nel contempo si intendono sollecitare e progettare nuove riflessioni e contributi, allargati a più studiosi e specialisti, che affrontino in maniera sistematica le molteplici questioni ancora aperte relativamente a problematiche attributive, a soggetti iconografici non individuati, a cronologie ed ambiti culturali in attesa di più certa definizione.
Il progetto di ordinamento museale ha tentato di preservare la percezione ed il senso di patrimonio di collezione privata della raccolta, cercando di far emergere il filo conduttore che negli anni ha suggerito ai donatori gli acquisti, gli scambi, le scoperte. Pertanto esso ha inteso suggerire più percorsi conoscitivi che, volta a volta, assecondino o accendano attorno alle opere curiosità, desiderio di conoscenza, voglia di approfondimenti, di sperimentare, di ritornare a visitare il Museo. Il percorso di visita articolato in cinque sezioni, dal Cinquecento al Novecento, accoglie circa 170 dipinti secondo un criterio prevalentemente cronologico, ma in ragione anche dei contesti delle singole opere. Fuori percorso si presenta un delizioso frammentino di pittura su tavola con una Testa di santa, pervenuto in donazione con una attribuzione orale di Federico Zeri al pittore trecentesco Giovanni da Rimini ma, nella qualità sinuosa della linea, più moderna dell’arcaico giottismo di Giovanni, a sottolineare, comunque, la fortuna in ambito collezionistico dei Primitivi italiani.
GALLERIA NAZIONALE DELLA PUGLIA - Palazzo Sylos Calò via G. Rogadeo, 14 – Bitonto (BA) - Tel. 080 099708 Tutti i giorni dalle ore 09.00 alle ore 20.00. Mercoledì chiuso. L’ingresso è consentito fino a 45 minuti prima della chiusura. Ingresso gratuito http://www.gallerianazionaledellapuglia.it/ Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Bernardino Luino La solitudine, il tempo, il silenzio
Il Centro di Promozione Culturale “Le Muse” dal prossimo 14 aprile ha come protagonista Bernardino Luino con la mostra La solitudine, il tempo, il silenzio, un’accurata panoramica della sua recente produzione che, per la ricchezza delle tematiche iconografiche proposte, costituisce un ulteriore approfondimento sull’interiorità e l’intensità della riflessione poetica dell’artista. La rassegna presenta sino al 31 Maggio ventiquattro opere, tra oli e tecniche miste, che raffigurano paesaggi, interni, nudi, nature morte, tutti temi cari all’artista, “un romano sui Navigli, il che significa una luce calda raffreddata”, come felicemente lo definì - lui e la sua pittura - Maurizio Fagiolo dell’Arco. Il percorso formativo, spirituale ed artistico di Bernardino Luino, iniziato prima frequentando i corsi di Ziveri e Gentilini all’Accademia di Belle Arti di Roma e, quindi, a Milano lo studio del pittore Gianfranco Ferroni, può essere sintetizzato utilizzando una bella espressione di Vittorio Sgarbi: “dal guardare al vedere” ovvero dalla percezione del corpo fisico del mondo alla sua rappresentazione, legata ad una dimensione intellettuale, vicinissima e parallela a quella reale, ma sempre “diversa”, “altra”. Da ciò Luino fa emergere la veracité, la verità delle cose, l’essenza, la bellezza, la poesia, dove regna il mistero, il silenzio, la solitudine, l’ordine, il rigore, la disciplina, la precisione, quello che Stefano Crespi nel suo testo critico, usando un termine onnicomprensivo mediato dalla nuova filosofia francese, chiama l’exactitude, Diversamente da de Chirico, le cui iconografie enigmatiche erano solo in apparenza legate alla realtà, Luino, fondatore nel 1979, insieme a Ferroni e ad alcuni amici pittori, diversi per stile e soggetti, del gruppo artistico della “Metacosa”, rimane legato alla contemporaneità e all’esplorazione dei microcosmi della quotidianità con i suoi simboli - la stanza, il pavimento, la sedia, la tenda, il letto, il nudo, “musa inquietante”, magica apparizione “sospesa tra magia e oblio” (S. Crespi), la finestra - allusivi dell’intero spazio vitale dell’uomo, evocati come per incanto e immersi in un’atmosfera rarefatta di dolce precarietà esistenziale, fatta di sapienti velature sovrapposte che esaltano la luce che fa pensare al grande insegnamento di Vermeer e alla tessitura divisionista del colore. Nell’iconografia degli interni c’è, tuttavia, un elemento tematico davvero significativo e ricorrente, la finestra, rappresentativo di due polarità spaziali diverse: l’interno, delimitato, circoscritto, una specie di Wunderkammer del silenzio, dove si dipana il mondo immaginativo dell’artista, ricco di “presenze senza presenza” (R. Tassi) e l’esterno, il vasto orizzonte dello spazio urbano e metropolitano, milanese e americano che si ricongiungono “nell’identica percezione misteriosa del tempo” (S. Crespi). Perché il tempo è, proustianamente, memoria dei luoghi, degli ambienti, delle persone, delle cose, dimensione simbolica, quindi metafisica. Centro di promozione culturale “Le Muse” Via Giolitti, 10 - Andria(Barletta Andria Trani) da lunedì a sabato: 18.00-21.00 domenica e festivi: 10.30-9.30 / 18.00-21.00 ingresso libero - Info. 0883 558136 Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito della Regione
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
BASILICATA
El tiempo es la sustancia Opere di Ennio Calabria Titolo mostra: El tiempo es la sustancia Opere di Ennio Calabria A cura di: Grazia Lo Re, Pino Nicoletti Sede: Galleria Idearte di Grazia Lo Re Indirizzo: Potenza, Via Londra 75 Telefono: +39 0971 445880 E-mail: info@galleriaidearte.it Orari: tutti i giorni 10.30-12.30 / 17.30-20.30
Le sue opere sono presenti in numerose collezioni private e pubbliche: Metropolitan Theatre di New York; Museo Puskin di Mosca; Museo Wroclaw di Cracovia; Museo di Eliat (Israele); Museo d’Arte Contemporanea di Sofia; Collezione Gucci; Colombe d’Or, St. Paule de Vence (Francia); Museo d’Arte contemporanea di Roma; Collezioni Vaticane; Civica Raccolta A. Bertarelli di Milano; Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne di Bagnacavallo. E’ stato inoltre protagonista dei seguenti filmati: Lotta contro i mostri, 1964, regia di G. di Gianni; Calabria: Due anni di pittura, regia di M. Carbone; Visto da vicino: Ennio Calabria, 1979, a cura di R. Bertoni, regia di F. Marotta; Special 1975, regia di S. Pastore; Artisti d’oggi, programma di F. Simongini; Un pittore e la sua città, regia di R. Locci; La città dentro, 1987, di A. Cimaglia e A. Pedonesi; Ennio Calabria La forma cerca forma, 2002, di A. Cimaglia e A. Pedonesi, intervista di M. Tonelli. Dal 19 maggio al 19 giugno prossimi, negli spazi espositivi della Galleria Idearte, al n. 75 di Via Londra a Potenza, sarà ospitata la mostra “El tiempo es la sustancia - Opere di Ennio Calabria”. L’esposizione, a cura di Grazia Lo Re e Pino Nicoletti, raccoglie una significativa selezione di ventotto opere, tra tele e pastelli, di recente produzione del Maestro Ennio Calabria, considerato uno dei più rappresentativi artisti internazionali contemporanei.
ENZO BRISCESE
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SALVATORE ALESSI
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L’opinione Fancesco Mastrorizzi
IL RAPIDISMO DI VITTORIO VERTONE
Le opere di Vittorio Vertone, pittore lucano classe 1970, testimoniano il paesaggio più autentico della terra di Basilicata, quello amato dal proprio popolo e da chiunque abbia la fortuna di farne la scoperta. Un paesaggio fatto di scorci mozzafiato, di atmosfere mediterranee, di vedute su boschi, specchi d’acqua e fiumare, di campi di grano pregni di una luce intensa. Un territorio ancestrale, vitale, sensuale, luogo in cui la carne e la terra, i sensi e gli odori, la bellezza e il desiderio, si corteggiano da millenni. Nel complesso substrato di riferimenti artistici di Vertone troviamo i lucani Felice Lovisco e Gerardo Cosenza, Giorgio Mattioli, Vito Natalino Giacummo, Antonio Perdetti. Dopo aver prediletto la grafica nei lavori giovanili, Vertone ha sviluppato successivamente una propria personale tecnica, che prevede l’utilizzo di colori ad olio puri, terre, sabbie, gessi, tutti mescolati ad albume d’uovo, secondo un procedimento che rimanda a Leonardo da Vinci. Questo metodo gli permette di dar vita ad una pittura materica, in cui si sedimentano strati successivi di colore. L’arte di Vertone si configura come un naturalismo informale, che nasce da una visione emotiva della natura, da un bisogno arcano di stabilire con essa un rapporto vitale, e che produce un racconto lirico di estrema ispirazione. Fondamentale nel processo creativo è la gestualità dell’atto pittorico, inteso come espressione istintiva di memorie inconsce. Il gesto, nella sua potenza, dà spessore e massa al colore, consentendo di esprimere il rapporto con la realtà in termini di vissuto personale, pur attraverso una forma che allude al reale. La rapidità del gesto, del segno, del movimento del colore e delle sue colate trasudanti, è un veicolo di forte energia interiore, che lascia libero l’artista di gettare sulla tela i fermenti della propria vitalità. Tuttavia il colore, così vibrante di energia, non esplode sulla superficie né si limita a dare luogo ad accadimenti accidentali della materia. L’impatto visivo ed emotivo, che immediatamente connota le tele dell’artista, deriva piuttosto dalle profondità visive e dai giochi prospettici, i quali sono ottenuti per mezzo di incisioni che graffiano l’intricata materia cromatica, scoprendone gli strati sottostanti, e facendola riemergere nella sua vera natura, forte di luce. È così che l’occhio dello spettatore si perde verso spazi aperti e infiniti, ingannato dalle linee di fuga che percorrono le tele di Vertone, seguendo le veloci pennellate, e gli stessi paesaggi sembrano muoversi al proprio interno, come sfuggenti alla visione.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
CAMPANIA
Mostra “Restituzioni 2013. Tesori d’arte restaurati” Dal 23 marzo a l9 luglio 2013
L’esposizione, ospitata in due prestigiose sedi, il Museo di Capodimonte e le Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano, presenterà al pubblico 45 nuclei di opere d’arte - per un totale di oltre 250 singoli manufatti - appartenenti al patrimonio del Paese e restaurati nello scorso biennio da Intesa Sanpaolo nell’ambito di Restituzioni, il programma che la Banca dedica da oltre vent’anni alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano. La mostra, curata e promossa da Intesa Sanpaolo, è organizzata in partnership con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico e per il Polo museale della città di Napoli, e si avvale dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del patrocinio del Comune di Napoli e della collaborazione dell’Associazione Amici di Capodimonte. La curatela scientifica è di Carlo Bertelli e Giorgio Bonsanti. La mostra avrà due sedi: il Museo di Capodimonte - che ha visto nell’ambito di Restituzioni il restauro del Trittico con le Storie della Passione, straordinario manufatto in alabastro - e Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale partenopea di Intesa Sanpaolo, dove saranno presenti importanti reperti archeologici e sarà esposta la testa di Medusa di Canova. Nel cuore della città, i visitatori avranno inoltre la possibilità di conoscere ulteriori tesori custoditi in prestigiose sedi cittadine, anch’esse coinvolte nelle diverse edizioni del programma Restituzioni: la chiesa dei Santi Apostoli, il Museo Diocesano, il Museo del Tesoro di San Gennaro e la Cappella del Tesoro. L’edizione 2013 di Restituzioni - la sedicesima sarà quindi anche l’occasione per percorrere un itinerario tra luoghi d’arte di Napoli che conservano capolavori restaurati nelle scorse edizioni del progetto fra cui il Reliquiario del Busto e il Reliquiario del Santo del Tesoro di San Gennaro. Informazioni Sedi espositive mostra Restituzioni. Tesori d’arte restaurati Museo di Capodimonte Via Miano, 2 - 80131 Napoli Orario: dal lunedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.00. Chiuso il mercoledì. La mostra è visitabile gratuitamente con il biglietto di ingresso al Museo. Ingresso intero € 7,50 | ridotto € 3,75 I possessori di biglietto di ingresso intero a Capodimonte hanno diritto all’ingresso gratuito a Palazzo Zevallos Stigliano Gallerie d’Italia - Palazzo Zevallos Stigliano Via Toledo, 185 80132 Napoli Orario: dal lunedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00. il sabato apertura straordinaria fino alle 20. Chiuso il mercoledì. La mostra è visitabile gratuitamente con il biglietto di ingresso alle Gallerie. Ingresso intero € 4,00 | ridotto € 3,00 I possessori di biglietto di ingresso delle Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano hanno diritto all’ingresso ridotto a Capodimonte NAVETTA GRATUITA Per tutta la durata della mostra, il museo di Capodimonte è raggiungibile con navetta gratuita offerta da Intesa Sanpaolo e dal Banco di Napoli.
GALLERIA IL CATALOGO SALERNO http://www.ilcatalogo.com/
ENRICO CHALLIER L e g n i d i Ve r s i
Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : galleriariele@gmail.com - tel. 011.20 73 905
L’opinione di Annamaria Parlato
Pamart Consulenza e Progettazione Culturale - www.pamart.it MARISA CIARDIELLO Sguardo magnetico e mani energiche; talento, vitalità, passionalità: questi gli attributi e gli aggettivi che meglio definiscono Marisa Ciardiello. L’artista vive e lavora a Napoli, la città che le ha dato i natali. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, studiando scultura con Emilio Greco. Presso l’Istituto Statale d’Arte di Salerno ha ricoperto per diversi anni la cattedra di modellato. La sua attività di scultrice è iniziata a partire dagli anni ’60 ed è stata di continuo scandita da premi e riconoscimenti dalla critica. Ha esposto in mostre collettive e personali, le sue opere sono in collezioni private in Italia e Stati Uniti, e pubbliche quali: Comune di Massa Lubrense, Biblioteca Nazionale di Napoli, Sezione Arte Contemporanea dell’Istituto Filippo Palizzi di Napoli, Museo MADRE di Napoli, Pro Loco Sant’Agata dei Goti. Ecco alcuni dei critici che hanno scritto di lei: C. Barbieri, V. Corbi, P. DE Ciuceis, C. Franco, G. Gargiulo, M. Giancaspro, P. Girace, G. Grassi, M. Maiorino, A. Miele, P. Ricci, D. Ricci, M. Roccasalva, F.M. Sardella, U. Savarese, M. Valenzi, L. Vergine. Le sculture di Marisa Ciardiello sono architetture senza tempo, sono intrise di una grande forza e di vivaci suggestioni. Nonostante l’uso di materie prime morbide e modellabili, le sculture di Marisa sono sempre poco plasmate, ruvide al tatto, spigolose; l’energia con cui usa lo scalpello è sinonimo di robustezza fisica e morale, la fatica dello scolpire viene superata dallo slancio creativo, che in lei è vigoroso, audace. Le sue sculture sono come dei koùroi e delle kòrai, delle matres matutae, degli idoli primitivi, dei massicci dolmen, ma la Ciardiello non è né Fidia, né Policleto, né Prassitele, è piuttosto un’eroina contemporanea che consapevole della tragicità dell’uomo, ci invita a rimembrare i tempi lontani in cui l’uomo viveva in un’aurea felicità. Le sue opere sono la testimonianza del dramma della vita umana, lacerata, percorsa da un’ambiguità sottile, in bilico tra false idolatrie e certezze della fede. Pietra, terracotta, gesso, bronzo, cera, lamina di piombo, rame, argento, questi i materiali preferiti dall’artista che in maniera sapiente li modella, dando vita a figure palpitanti. La scultura della Ciardiello si basa su un solido impianto tecnico, che trova nel disegno le sue articolazioni fondamentali: infatti non a caso affianca spesso alle sculture dei colorati disegni a tecnica mista che sembrano invocare l’intervento della materia, il suo rilievo e la sua estensione. Le sue opere sono d’origine espressionista o meglio, di tendenza neo figurativa, accentuate nell’espressività mediante manipolazioni deformanti, assumono valore emblematico e si proiettano nel sociale con passione e senso di compostezza ma anche d’ironia. E’ il senso del Nulla che prevale nella nostra epoca e forse il lavoro intelligente della scultrice Marisa Ciardiello potrebbe suggerirci nuovi percorsi culturali: contrastare il dilagante processo di omologazione e di conformismo della personalità umana e l’ideologia dei nuovi idoli artificiali che connotano il nostro immaginario ed il nostro modo contemporaneo di pensare e di rappresentare la realtà. La scultura, in particolare, è oggi più che mai vitale e aperta a sperimentazioni e ibridazioni, esplosiva ed espansa, tanto nelle tecniche e nei materiali, quanto nelle tematiche. Ecco perché sono diventate assolutamente necessarie sia un’attenta rilettura storico-critica, sia un ripensamento anche terminologico delle tendenze scultoree contemporanee. La Ciardiello con tenacia ha accettato le sfide a cui la critica e il mondo contemporaneo ha sottoposto le sue opere: la scultura oggi non può essere monumentale o celebrativa, la scultura oggi vive per sé stessa e afferma il suo puro esistere prima ancora del suo significato.
Rocky, 2000, New York - 8 cere h. cm. 35 - 40
CLAUDIO LEZOCHE Via Tasso 512 Napoli
Tel: +390817147222 - Napoli
ROSSI ALESSANDRO
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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
CALABRIA
Assessore Mario Caligiuri
MATTIA PRETI detto il Cavalier Calabrese (Taverna 1613 - Malta 1699) La programmazione relativa agli eventi celebrativi che s’intendono realizzare in occasione del IV Centenario della nascita di Mattia Preti, il più grande artista calabrese di tutti i tempi, s’identifica nei contenuti, nella già concretizzata volontà di stabilire un congiunto rapporto di fattiva collaborazione operativa e scambio culturale tra le due patrie dell’artista: Taverna e l’isola di Malta, con lo scopo principale di valorizzare e divulgare nel mondo, la formidabile parabola umana e creativa del “Cavaliere di Grazia”, attraverso l’approfondimento delle ricerche storiche e archivistiche, l’ampliamento degli studi scientifici, l’approntamento di maggiori interventi di tutela, conservazione e valorizzazione sul corpus dei dipinti pretiani esistenti a Taverna e Malta. “Lux Fides : Arte alla luce – luce alla Fede” è il tema con il quale sarà impostato tutto il progetto nelle sue molteplici comparazioni antropologiche, storiche, religiose, sociali, politiche e culturali; cifra elicoidale e propulsiva utile alla realizzazione di nuovi studi pretiani, attraverso i quali sarà attuata l’auspicabile diffusione editoriale di pubblicazioni e apparati didattici multimediali, a livello nazionale e internazionale, finalizzata ad una maggiore conoscenza della vita e dell’arte di Mattia Preti.
Museo Civico Taverna Piazza del Popolo, 1 88055 Taverna Catanzaro (CZ)
Orari di apertura, ingresso al Museo e alla Pinacoteca Pretiana in San Domenico: Da Martedì a Domenica dalle ore 9,30 alle 18,30 (Chiuso il Lunedì). Il costo d’ingresso al museo è di €.5,00 (ridotto ad €. 3,00 per i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, nonché per gli ultra sessantacinquenni). Ingresso gratuito per i residenti, i nati a Taverna, i ragazzi di età inferiore ai sei anni, i diversamente abili, le guide autorizzate, gli accompagnatori di gruppi o scolaresche, i Funzionari del Ministero per i Beni e le Attività Culturali). Per le visite guidate il costo è di €.2,00 a persona. Numeri utili per informazioni e prenotazioni delle visite: Tel.: 0961-023674 Cell.: 3279269883 E-Mail: trischenemuseocivicotaverne@gmail.com http://www.mattiapretiataverna.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
Pierfrancesco Solimene
DISCEPOLO GIRARDI
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SANDRA VANDELLI
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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
SICILIA
Pinacoteca Palazzo dei Filippini Il palazzo di San Filippo Neri venne costruito nel 1703, progettato dall’architetto Simone Mancuso. Fu eretto accanto alla chiesa di San Giuseppe, costruita nel 1656 e affidata, fino alla fine del secolo scorso, alla Congregazione dei Padri Filippini. Fu così che prese piede ad Agrigento il culto per il santo fondatore del loro ordine, al quale è dedicata una cappella all’interno del Santuario. Del palazzo si apprezza l’atrio con pozzo centrale e l’edificio a tre piani. Nel 1860 il Palazzo dei Filippini ospitò le scuole superiori intitolate a Michele Foderà, un Museo di Storia Naturale, un osservatorio astronomico e una biblioteca con seimila volumi. L’attuale piano terra è stato costruito nella seconda metà dell’ottocento in seguito ad una ristrutturazione che abbassò l’ingresso monumentale centrale e rifondò le antiche basi, in occasione del livellamento della strada maestra. La ristrutturazione comportò la recisione di un antico ipogeo e mise alla luce aggrottamenti e cisterne di probabile origine araba. Oggi questo palazzo storico è sede di diverse mostre permanenti e temporanee, sono presenti quadri del Giambecchina, LoJacono, Politi e Santella.
Agrigento, Piazza Pirandello Orario visite: dal Lunedì al Sabato dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 19,00.
Museo Regionale di Messina Il Museo Regionale di Messina si trova nella parte nord della città e ad ospitarlo è l’ex filanda Barbera- Mellinghoff, del tardo ottocento. Nel corso degli anni sono state diverse le ristrutturazioni del palazzo, tutte atte a portare migliorie e tutelare l’esposizione delle opere. All’interno del Museo Archeologico di Messina sono documentati i fasti della città nei secoli (dal XII al XVIII), testimoniate da personaggi come Antonello, di Girolamo Alibrandi, di Polidoro e di Caravaggio, personaggi di spicco della cultura artistica messinese. Dopo il sisma del 1908 hanno preso parte alla collezione dipinti ed opere scultoree e preziosi manufatti decorativi, appartenuti ad edifici danneggiati e poi abbattuti. Oggi il Museo vanta un patrimonio immenso di opere che, accanto ai dipinti e alle sculture di autori prestigiosi e di artisti locali, annovera oggetti di arte decorativa di grande rilevanza.
Museo Regionale di Messina Viale della Libertà, 465, 98121 Messina - Telefono:090 361292 Orari ingresso : Chiuso il lunedì. Da martedì a sabato dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso 18.30). Domenica e festivi dalle 9 alle 13 (ultimo ingresso alle 12.30) Biglietto singolo intero : 3,00 € Biglietto singolo ridotto: 1,50 € Biglietto unico cumulativo: Unico cumulativo Note: Biglietto per l'ingresso residenti nella provincia: 1,00 € Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
GLI ETRUSCHI A PALERMO MOSTRA PROGATA FINO AL 6 GIUGNO
A Palermo, presso il Real Albergo dei Poveri, fino al 6 giugno 2013 resterà aperta al pubblico la mostra “Gli Etruschi a Palermo – il Museo Casuccini”. La mostra è coordinata dal Servizio Museografico del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. I reperti in esposizione, che fanno parte della Collezione Casuccini acquisita nel 1865 dal Regio Museo di Palermo, in seguito torneranno in forma definitiva al Museo Archeologico Regionale Antonio Salinas e saranno fruibili dopo la conclusione del restauro. La Collezione Casuccini, con i suoi oltre 10000 reperti, è nota per essere una tra le più importanti raccolte di materiali etruschi e si deve al lavoro di ricerca e catalogazione di Pietro Bonci Casuccini (1757-1842). Tra i reperti esposti vi sono statue cinerarie (Persefone e Plutone), cippi, ceramiche e bronzi rinvenuti nei pressi di Chiusi. Tra i reperti esposti alla mostra etrusca all’Albergo delle Povere a Palermo, è da segnalare in particolare un’urna funeraria che risale alla prima metà del VI secolo. Da non perdere sono i reperti lapidei, i ritratti mitologici e le parti di monumenti funebri, che provengono dalla cittadella di Poggio Gallinella, facente parte del territorio estrusco La mostra dell’arte degli Etruschi in Sicilia rappresenta un’opportunità da non perdere per saperne di più sulla storia di un popolo che in qualche modo presenta delle influenze profonde con la storia della Sicilia. Da questo punto di vista sicuramente i rapporti commerciali hanno svolto un ruolo di primaria importanza. La mostra sui prodotti degli Etruschi a Palermo ci dà un’idea anche in questo senso, per rintracciare una parte delle origini del popolo siciliano. "Questo evento - ha detto l'assessore regionale per i Beni culturali e l'Identità siciliana,Amleto Trigilio, nel corso dell'anteprima riservata alla stampa - offre la duplice possibilità di valorizzare la struttura museale dell'Albergo delle Povere e consente ai visitatori di ammirare un'esposizione unica al mondo, riallestita per l'occasione". Anche se gli Etruschi in Sicilia non imposero una vera e propria dominazione sull’isola, assoggettata al dominio greco, in ogni caso i contatti con il territorio furono piuttosto ampi. Questi contatti sono confermati dai reperti archeologici, che risalgono alla prima metà del VII secolo e che attestano, a partire da quell’epoca, i contatti che gli Etruschi ebbero in Sicilia, sia nell’area di influenza cartaginese che nella zona della Sicilia sottoposta al dominio da parte dei Greci. Intorno al 575 a. C. ebbe inizio un conflitto fra gli Etruschi e gli abitanti della Sicilia. Le tensioni proseguirono fino al 474 a. C., anno della battaglia di Cuma, nell’ambito della quale la flotta di Siracusa riuscì a sconfiggere gli Etruschi. A quanto pare, in base alle testimonianze storiche, Siracusa portò la guerra direttamente presso gli Etruschi con delle spedizioni specifiche, che furono messe in atto nel 453 a.C. e nel 384 a.C. Gli Etruschi combatterono in Sicilia nel 308 a. C., schierandosi dalla parte dei nemici contro i Cartaginesi.
Info:
la mostra resterà aperta all'Albergo delle Povere di Palermo (corso Calatafimi, 217), fino al 6 giugno del 2013, con ingresso gratuito - orari: 9-13; 15-19, chiuso domenica e festivi.
ALESSIA ZOLFO
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FRANCO ERRENI
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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA
SARDEGNA
The Camera's Blind Spot 23 marzo – 26 maggio 2013
Curata da Simone Menegoi e Lorenzo Giusti, direttore del Museo MAN, la mostra indaga le relazioni fra scultura e fotografia attraverso il punto di vista di un gruppo composito di artisti europei e statunitensi nati negli anni Settanta. Il termine "Blind spot" definisce la parte oscurata del campo visivo, il punto cieco del nostro sguardo. Oltre ai più recenti sviluppi della formula canonica, in cui la fotografia documenta, rivisita e ricrea opere tridimensionali già esistenti (formula nata con la fotografia stessa e che ha conosciuto una straordinaria svolta creativa quando scultori come Medardo Rosso e Costantin Brancusi, al principio del XX secolo, hanno iniziato a fotografare le loro stesse opere in condizioni mutevoli di luce e di spazio), la mostra ambisce a dare conto di altre possibilità oggi non meno importanti, in particolare quella in cui la materialità dell'immagine fotografica è spinta a tal punto da diventare essa stessa scultura. Una sfida a ciò che, sino dalle origini della tecnica fotografica, ne costituisce il limite maggiore, l'impossibilità di restituire su una superficie piana un oggetto tridimensionale. In mostra non saranno quindi presentate soltanto stampe fotografiche, ma anche e soprattutto altre opere - video, installazioni, sculture realizzate con carta fotografica o "zavorrate" da altri materiali, come legno, metallo, cemento - tutte ambiguamente sospese fra seconda e terza dimensione.
MAN_Museo d’arte Provincia di Nuoro Il museo MAN sta compiendo un processo di riordino ed ampliamento complessivo che, partendo dalla sua sede storica (ex-sede della provincia in via satta) ed attraverso successive annessioni (ex-casa dedola in via satta e ex-casa deriu tra la piazza satta e la via angioj), lo vede configurarsi come un sistema diffuso capace di intervenire come interlocutore fondamentale nell’organizzazione dello spazio storico della città. i vari edifici che partecipano a questa organizzazione sono legati tra loro, oltre che da condizioni di prossimità e relazione spaziale, da una strategia funzionale. In questo senso è possibile assumere la sede storica di via satta come il luogo per ospitare la collezione permanente d’arte sarda, la ex-casa dedola come sede amministrativa e direzionale e la ex-casa deriu, su piazza satta, come un luogo condiviso da laboratori didattici, sale espositive, bookshop e bar. l’ex-albergo sotgiu, contiguo a quest’ultima, consente un ulteriore passo avanti nel completamento di un programma funzionale complessivo di una struttura museale contemporanea. concorre infatti, pur non esaurendolo, alla realizzazione di un performing art centre, uno spazio chiaramente vocato all’arte contemporanea, capace di soddisfare e coniugare le esigenze espositive con quelle di laboratorio di produzione artistica. Via Sebastiano Satta 27 -Nuoro Orari: 10:00 - 13:00 15:00 - 19:00 (Lunedì chiuso) Informazioni e prenotazioni: tel +39.0784.252110
info@museoman.it - www.museoman.it
Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del MAN
LUCIA PAGANINI
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Archeologia del 6000. Reperti dalla contemporaneità Piccola storia dell’arte nel Ticino 23 febbraio – 16 giugno 2013 Il Museo in erba di Bellinzona propone, per la primavera, due mostre che invitano a un fantastico viaggio fra futuro e passato. Al primo piano i bambini vivono l’esperienza dell’archeologo per allenarsi a guardare con occhi diversi il quotidiano ma anche per scoprire il dadaismo, Man Ray e Marcel Duchamp. Al piano inferiore, invece, i piccoli visitatori oltre a scoprire alcuni importanti artisti ticinesi e i musei che ospitano le loro opere, si confrontano con tradizioni, mestieri e usanze che appartengono al nostro passato recente.
Piccola storia dell’arte nel Ticino La mostra è stata realizzata nel 2001 dal Museo in erba di Bellinzona (Loredana Bianchi, Stella Nessi, Maria Will) in collaborazione con il Musée en Herbe di Parigi (Sylvie Girardet e Norbert Journo). L’atelier propone un ricco programma di attività, incontri con artisti, laboratori per tutta la famiglia e, su appuntamento, anche per gruppi di adulti. Il programma dettagliato dell’atelier così come le comunicazioni per i docenti sono scaricabili dal nostro sito: www.museoinerba. com 23 febbraio – 17 giugno 2013 Orari: lu - ve: 8.30 - 11.30 * 13.30 - 16.30 Sabato, domenica e vacanze scolastiche: 14.00 - 17.00 Chiuso: festivi. Per informazioni e prenotazioni (visite scolaresche, gruppi e atelier): Il Museo in erba, Piazza Giuseppe Buffi 8, 6500 Bellinzona, Svizzera Tel. + 41 91 835.52.54; ilmuseoinerba@bluewin.ch; www.museoinerba.com Con il sostegno di: Coop Cultura; Dicastero Cultura Bellinzona, Repubblica e Cantone Ticino– Fondo Swisslos, AMB-Aziende Municipalizzate Bellinzona, LaRegioneTicino, Ticino Turismo, Ente Turistico Bellinzona, uessearte. Ufficio stampa: uessearte tel. (0039)031269393 fax (0039)031267265 e-mail info@uessearte.it.
CENTRO CULTURALE ARIELE via Lauro Rossi, 9c - TORINO tel. 011.20 73 905
Enzo Briscese
Presidente C.C. Ariele
STIAMO SELEZIONANDO 100 ARTISTI AI QUALI REALIZZEREMO PER CIASCUNO UN CATALOGO VIRTUALE DI 40 PAGINE, LE DIMENSIONI SONO: 20 x 20 cm QUESTI BOOK SARANNO INSERITI NELLA NOSTRA LIBRERIA E NEL 2013, OGNI SETTIMANA FAREMO CONOSCERE UN ARTISTA A TUTTA LA NOSTRA RETE DI GALLERIE, ASSOCIAZIONI CULTURALI, CURATORI, CRITICI, COLLEZIONISTI OLTRE ALL’ESECUZIONE DEL CATALOGO VIRTUALE, SARA’ FORNITO AD OGNI ARTISTA LA VERSIONE IN PDF PER UNA EVENTUALE STAMPA - COPERTINA + INTERNO SIAMO IN GRADO DI FORNIRE ANCHE IL SERVIZIO DI STAMPA TRAMITE UNA TIPOGRAFIA (CONVENZIONATA CON NOI) CHE PERMETTE PREZZI CONCORRENZIALI
LO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA GALLERIA ARIELE E’ DISPONIBILE PER PERSONALI E COLLETTIVE NELLE SEGUENTI DATE: - Anno 2013 - dal 08 al 22 giugno - dal 29 giugno al 30 luglio - dal 14 al 28 settembre - dal 05 al 19 ottobre - dal 26 ottobre al 9 novembre - dal 16 al 30 novembre - dal 07 dicembre al 09 gennaio 2014 NB: Le collettive sono con un max di cinque artisti e di uno scultore per il quale la mostra sarebbe una personale. scrivere a: info@galleria-ariele.com
SANDRA VANDELLI ENRICO CHALLIER
ALESSIA ZOLFO