03 Maggio Giugno 2016 - Estratto pubblico -

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Anno 17 - n.99

MAGGIO GIUGNO 2016 PERIODICO BIMESTRALE DI INFORMAZIONE MUSTELIDE Riservato ai soci di Furettomania ONLUS

Furettomania Informa Edizioni Furettomania ONLUS Via Petrarca n.12 21012 Cassano Magnago Varese

FURETTOMANIA INFORMA

MAGGIO GIUGNO 2016

EDITORIALE

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FORSE NON TUTTI SANNO CHE...

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DICA POT POT

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PARENTI MUSTELIDI

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MOLTO RUMORE PER NULLA

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PARTECIPATO PER VOI

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GRAN BAZAR

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FOCUS ON: LO STAFF&I SOCI RACCONTANO

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BRICOFERRET

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ADOZIONI

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IL PONTE DELL'ARCOBALENO

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PASSAPAROLA: IL PROSSIMO EVENTO

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PASSAPAROLA: LA CAMPAGNA DEL MESE

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RESPONSABILI FM-CARTA AZZURRA SERVIZI

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VOLONTARI IN FM

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PROSSIMA USCITA CON IL NR 100!

LUGLIO AGOSTO

10 LUGLIO

Direzione e Supervisione: Consiglio Direttivo Furettomania ONLUS Capo Redattore: Patrizia Puccetti Ariela Trovato Redattore scientifico: Silvia Pizzi Impaginazione e Grafica: Patrizia Puccetti Spedizioni web: Gaia Franzoso Hanno collaborato a questo numero Alan Conti Giornalista, socio FM ONLUS Alessandra Damonte, socia FM ONLUS

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“Ma quanto puzzano i furetti?” “Da dove puzzano i furetti?” Domande che ci sentiamo fare e tanti (falsi) miti in proposito. Sappiamo ormai bene che la fonte di puzza del furetto più temuta dal pubblico, ovvero le ghiandole perianali, non sono il vero problema.

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di Silvia Pizzi

Biologa Università degli Studi di Parma Socia FM ONLUS 7


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L’analogia con la puzzola dei cartoni animati disneyani (che altro invece non è che una moffetta, specie completamente diversa!) ha reso queste ghiandole assai famigerate, tanto che un tempo venivano sistematicamente rimosse. Ora sappiamo che l’odore muschiato dei nostri beniamini si riduce notevolmente con la sterilizzazione. Il calore accende l’aroma dei furetti, ma esattamente come? Con cosa? Perché? E davvero le ghiandole anali servono solo come arma di difesa? La letteratura scientifica ufficiale fornisce risposte, ed è con stupore che ho scoperto che negli anni passati sono usciti diversi studi sulla comunicazione olfattiva dei furetti. COMUNICAZIONE è la parola chiave: sappiamo che la maggior parte dei Carnivori, soprattutto solitari, sfruttano odori intensi e persistenti per comunicare e, in particolar modo nella stagione degli accoppiamenti, per raggiungere il partner. Quali odori? In genere feci, urina e secrezioni ghiandolari. Il significato di questi segnali percepito da un individuo varia con tre fattori: il sito in cui viene deposto il segnale olfattivo, la stagione e le caratteristiche individuali (specie, sesso, età, stato sociale, stato riproduttivo ed esperienza individuale). Chiaramente la risposta comportamentale di chi percepisce dipende dalla sua abilità di distinguere l’odore di conspecifici e dal significato dato al segnale. La risposta può essere varia: esplorazione del sito di deposizione dell’odore, contro-marcatura, interazione agonistica ecc.. Parlando in modo specifico dei furetti diversi studi hanno dimostrato che sia i maschi sia le femmine sono più interessati all’odore di individui di sesso opposto non sottoposti a sacculectomia (in furetti domestici) ma l’interesse per questo odore è importante anche in furetti naturalizzati, dimostrando l’importanza dei segnali odorosi delle ghiandole anali anche a livello di comunicazione, non solo come difesa. D’altra parte un lavoro del 2004 ha mostrato che ai fini dell’accoppiamento l’odore anale sembra essere importante ma non necessario, in quanto altri odori corporei (urina, ghiandole sebacee, secrezioni genitali) possono compensare e contribuire alla scelta del partner. In questo lavoro gli autori concludevano che ci fosse una specie di sovrabbondanza di stimoli odorosi nel processo di attrazione sessuale e di accoppiamento. Quello che è stato investigato in un successivo (2008) studio francese sui furetti è proprio l’alfabeto di questo dialogo, ovvero il significato dei diversi odori. Riassumendo, i risultati mostrano che:

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i maschi siano più interessati delle femmine all’odore urogenitale del sesso opposto l’odore corporeo del maschio non sembra interessare le femmine, mentre i maschi ne sembrano in qualche modo attratti l’odore anale del sesso opposto è interessante sia per i maschi sia per le femmine e sembra essere la base per la discriminazioni fra individui conosciuti o sconosciuti: soprattutto le femmine sembrano guidate nella scelta di avere contatti con individui familiari in base all’odore anale.

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Lo studio ha quindi dimostrato che l’alfabeto olfattivo dei furetti è diverso per maschi e femmine. I maschi seguono l’odore urogenitale delle femmine per la ricerca di partner con cui accoppiarsi, e non viceversa, come confermato dal comportamento dei furetti naturalizzati nella stagione riproduttiva (gruppi ferali in Nuova Zelanda), in cui i maschi aumentano i loro movimenti, mentre le femmine restano più stanziali. Anche l’odore corporeo sembra essere più interessante per i maschi che per le femmine, e soprattutto, pare avere un significato differente dallo scopo riproduttivo, ovvero è per lo più utilizzato come marcatura territoriale, per intimidire individui dello stesso sesso. Per quanto riguarda l’odore anale, già precedentemente era stato osservato che il comportamento di marcatura (strisciare il sedere!) nei furetti, così come nelle donnole e nell’ermellino, avveniva tutto l’anno e con la stessa frequenza per maschi e femmine, suggerendo rappresentasse semplicemente un segnale che un individuo sta occupando quel territorio. In questo studio si aggiunge l’evidenza che entrambi i sessi sono capaci di distinguere un furetto familiare da uno sconosciuto sulla base dell’odore anale. Alla luce di questi studi, è possibile capire che nei nostri animali anche se sterilizzati, rimuovere le ghiandole anali non sia solo un’operazione inutile e con possibili complicanze, ma anche un impedimento alla capacità di riconoscersi dei furetti, indipendentemente dai fini riproduttivi. Cloe AL, Woodley SK, Waters P, Zhou H, Baum MJ. Contribution of anal scent gland and urinary odorants to mate recognition in the ferret. Physiol Behav. (2004) 82(5):871-5. Berzinsa R, Helderb R Olfactory communication and the importance of different odour sources in the ferret (Mustela putorius f. furo). Mamm. biol. 73 (2008) 379–387

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a cura di

Patrizia Puccetti

Ufficio Adozioni Centrale FM ONLUS

Il nostro periodico ha da sempre, per ovvie ragioni, la bussola puntata esclusivamente su furetti e mustelidi, sono stati davvero rarissimi in passato gli argomenti estranei trattati, ma è il momento di fare un'eccezione, perché quando ci vuole ci vuole, quando qualcuno sa aprirci ad orizzonti diversi e speciali, non possiamo ignorarne la potenza e l'importanza. Diamo e daremo quindi spazio su Furettomania Informa al Progetto Quasi, un'Associazione davvero unica, che sta aprendo un varco rivoluzionario nell'approccio spesso stantio, melenso e integralista che in buona parte appartiene al mondo del volontariato per gli animali. Poco ci importa che in fondo non si occupino di furetti, ma perlopiù di cani, gatti, e qualche coniglio (ma ci pare di aver visto capitare anche qualche volatile sghimbescio e chissà cos'altro ci riserveranno in futuro!), il loro approccio è oltre, illuminante, divertente (perché no, anche, e molto, divertente!) e trasversalmente applicabile per tutti. Cominciamo col condividere quindi le parole di Fabiana Rosa, Presidente di Progetto Quasi, che in un lungo decalogo puntualizza alcune basi della loro filosofia. Il loro impegno è eterogeneo, brillante e in continua evoluzione, ogni aspetto merita uno sguardo, anche se non avete mai pensato ad adottare un animale che non sia un furetto, anche se pensate che non ve la sentireste di prendervi cura di un animale disabile o terminale, anche se mai fareste i volontari, anche se di un animale avere sempre subìto solo bellezze canoniche, lasciatevi contaminare almeno un po' dall'energia positiva e travolgente di questo Progetto, che esplode continuamente tra satirici annunci di adozione, aste kitsch per raccogliere fondi, staffette in streaming, ironia a tutto spiano e naturalmente il recupero di cagnolini ridotti immondizia dalla miseria umana, innalzati goliardicamente ad immagini improbabili e divinità (e persino qui son riusciti a brillare con un merchandising impossibile ed imperdibile), restituendogli una possibile dignità ed un pezzettino di futuro. Progetto Quasi ha un andamento fiero che non lascia margine alla retorica un tanto al chilo ne a chiunque indossi i panni dell'egocentrico pedante da monitor, che viene senza esitazioni messo all'angolo, appellato "pigna" (anche qui, col suo imperdibile strascico di grafiche e gadget ad hoc!) e, anche in questo caso, trasformando squallore in momenti goliardici e liberatori. E lo fa in leggerezza, con competenza, rigore, ma ridendoci sopra, sdrammatizzando ed esorcizzando tutta la pena e la stanchezza che certi scenari ci sbattono in faccia, per ribaltare le carte in tavola ed uscirne a testa alta, con di fianco lo Sfacioneh di turno che, non morirà solo e non finirà la sua vita nella miseria, e magari restituendo così un po' di dignità anche al genere umano. Ci sarebbe davvero tanto da condividere e non è possibile farlo tutto ora, cominciamo dalle basi semplici e già incisive, ma per chi non li conosce tenetevi forte, questa è davvero solo la punta dell'iceberg!

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Sono quella che viene definita una "volontaria animalista" da diversi anni, Presidente di un'Associazione di Volontariato che si chiama Progetto Quasi (www.progettoquasi.it oppure Progetto Quasi su Facebook) che si occupa di cani prevalentemente anziani e disabili. E' un'Associazione che funziona abbastanza bene, un progetto piccolo ma ambizioso e forse unico, almeno nella modalità, perché tutela una realtà canina "diversa" ed una umana "altrettanto speciale": infatti attraverso l'Associazione, gestendo i nostri cani, una donna sola con un bambino disabile si è costruita un lavoro ed ora mantiene se stessa e suo figlio. Siamo a quota circa 160 cani stallati, curati e adottati in tre anni, quasi tutti disabili o anziani, che per un'associazione molto piccola come la nostra è una cifra di tutto rispetto. La nostra realtà funziona, so per certo che molti volontari sparsi un pò in tutta Italia la conoscono, conoscono Quasi e ci fermano alle manifestazioni, mi scrivono chiedendo come abbiamo fatto a costruire un progetto che funziona così bene. Siccome voglio condividere il mio "know how", sperando che possa essere utile a qualcuno, mi piacerebbe rendere partecipi tutti di quelli che PER ME sono stati e sono i punti saldi di un'idea di volontariato che forse un po' si discosta da quella che è l'immagine "tipica" del volontario. Probabilmente alcuni non saranno d'accordo, ovviamente questo è il MIO modo di intendere il volontariato, non è oro colato, è solo un'opinione. Ma se anche una sola persona potrà avere degli spunti, ben venga. Ovviamente mi riferisco al volontariato "del singolo" o delle piccole Associazioni o gruppi, di certo non ad Associazioni grandi che funzionano in ben altra maniera. Buona lettura. 1. NON SI PUO' FARE TUTTO: prima regola base, accettare che siamo persone e non supereroi, non siamo tutti uguali, non abbiamo tutti le stesse possibilità e non dobbiamo sentirci in debito con nessuno: ognuno fa quello che può e che si sente. Stiamo portando la nostra goccia, non stiamo salvando il mondo, qui siamo tutti utili e nessuno è indispensabile. Salvare un cane o un gatto non risolverà il problema del randagismo, ma è giusto farlo. Tuttavia il volontariato E' UNA SCELTA, così come è una scelta il modo che scegliamo per farlo: dar da mangiare ai randagi è volontariato, stallare i cani è volontariato, staffettare i cani è volontariato (NB. se prendete più del rimborso spese necessario al viaggio NO, non è volontariato: è un lavoro, e allora cominciate a fatturare come facciamo tutti, GRAZIE), andare nei canili a pulire o a far passeggiare i cani è volontariato, organizzare eventi è volontariato. Poi ci sono modi "altri" di dare una mano che non sono propriamente volontariato, ma danno una mano: portare coperte, cibo o medicinali ai rifugi o ai canili, aiutare economicamente, condividere gli appelli, occuparsi della parte grafica di un sito, aiutare negli eventi, ecc. Anche questo è utile. Ma ricordiamoci che così come nessuno può dire a noi di cosa dobbiamo occuparci ("perché non ti occupi dei bambini/anziani/categoriaumanaacaso invece che dei cani?" è una delle frasi che più fa incazzare un volontario) ALTRETTANTO DOBBIAMO FARE NOI: quindi NESSUNO qui è tenuto a fare NULLA, ci sarà sempre qualcuno che farà di più o di meno di noi, se noi facciamo di più è stata UNA NOSTRA SCELTA che non va accollata a nessuno, in nessun modo. Se facciamo meno, facciamoci scivolare addosso le critiche e facciamoci una bella risata. Se facciamo di più, l'abbiamo scelto noi, gli altri non sono tenuti a fare altrettanto: circondiamoci di persone che ci diano una mano e prendiamo da loro l'aiuto che ci possono dare. 2. IMPARARE A DIRE DI NO: collegata alla prima. Se non puoi, non puoi. Non puoi lasciare la festa di compleanno di tuo figlio perché c'è un cane a 200km che piange. Non è giusto, PER TE. Non è giusto perdere la famiglia, gli affetti, e trasformarti magicamente nella "gattara dei Simpsons": devi tutelare TE ed il tuo mondo PRIMA dei cani, altrimenti nel giro di poco ti troverai con problemi molto grossi da gestire, e non potrai più aiutare nessuno. Questo NON significa non impegnarsi, non faticare, non dedicare del tempo, ma devi star bene tu prima di poter far star bene qualche altro essere vivente, e ci sono dei punti fermi che devi mantenere: se tuo marito ti lascia perché alle 3 di notte puntualmente ti alzi dal letto e te ne vai, se tuo figlio si lamenta che la mamma non c'è mai, se gli amici cominciano a non venire più a trovarti perché sembra loro di entrare in un immondezzaio, non hai fatto del bene a nessuno, solo del male a te stessa. Oppure puoi trovarti un marito volontario e portarti in giro i tuoi figli quando vai in giro a raccogliere cani, è un'altro tipo di scelta ma a quel punto ha più senso. Ma se TU hai scelto di essere volontaria, tuo marito o i tuoi figli potrebbero non averlo scelto, e non è giusto coinvolgere A FORZA (e sottolineo a forza, perché se avete una famiglia che vi appoggia, è tutto un altro discorso) altre persone nelle nostre scelte di vita. E' necessario trovare un equilibrio: non è detto che se chi vive con te tolleri o apprezzi un cane in stallo debba necessariamente tollerarne o apprezzarne venticinque. DATTI DEI LIMITI di sopportabilità, sia tua personale che di chi hai accanto.

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3. RESTA UMANO : e mi rivolgo prevalentemente alle volontarie: RESTATE DONNE. Mi è capitato MOLTE VOLTE di leggere allucinanti status su Facebook dove le volontarie si accusavano tra loro recriminandosi a vicenda "ti ho vista dal parrucchiere! e poi fai gli eventi su facebook!" o "quella fa la volontaria e si va a fare le unghie! vergogna!". Ho visto volontarie andare in giro PERENNEMENTE come se fossero delle senzatetto, impossibile entrare nella loro macchina, in casa ben più di "un pò di odore di cane", ho visto persone dormire nel letto dove i cani PISCIAVANO. Dico la mia: NO. Questo non è volontariato, è abbrutimento. Faccio outing: io dal parrucchiere CI VADO, le unghie fatte ce l'ho SEMPRE, non vado in giro come una barbona anche se di certo non sono vestita Cavalli, la mia casa non è uno specchio ma non è neanche un'immondezzaio (se un cane piscia, pulisco) e la mia macchina, nei limiti del possibile, non somiglia ad un pollaio. Eppure ci trasporto cani, crocchette, ci porto via cani dai canili. Il mio consiglio è di dare un'immagine di voi che sia di una persona NORMALE, che dedica del tempo agli animali ma che ha una vita sua, una vita possibile. Se andate in canile non c'è bisogno che siate truccate da cubiste, ma non dimenticatevi che siete delle donne, non delle "pazze raccattacani". Non penso sia etico IN GENERALE spendere e spandere in stronzate, ma rinunciare a delle piccole cose che ci fanno felici (una pizza ogni tanto, comprarsi un profumo o andare dal parrucchiere) non gioverà al benessere generale dei cani, al massimo vi sentirete sempre infelici. Pochi di noi probabilmente navigano nell'oro, tiriamo tutti a campà, per un motivo o per un altro: se ci togliamo anche le piccole cose diventeremo delle persone inacidite e andremo ad incrementare la già nutrita claque che non vede l'ora di sputarci addosso il suo "vedi? quella sta coi cani perché non sa stare con le persone". Se fate passare l'idea che se si amano gli animali ci si dimentica di se stesse, nessun altro vorrà prendere esempio da voi, e invece quello che serve è che più persone diano una mano: se vedono che si può essere curate e a posto -senza essere ossessive, ovvio- anche con tre o quattro cani appresso, probabilmente sarà più facile.

4. DARSI UN LIMITE AL NUMERO DI ANIMALI CHE E' POSSIBILE ACCOGLIERE : Ho visto persone raccogliere qualsiasi cosa si muovesse "per salvarli", e passare tranquillamente, in pochi mesi, da cinque cani a 80, e tenerli peggio che in un canile lager. Personalmente non sono d'accordo neanche col riempire il vostro monolocale di trenta cani "perchè poverini", tenete conto che ci si mette un attimo a passare dalla volontà di fare qualcosa di utile e giusto a "Sepolti in casa - Animali". Bisogna mantenere un equilibrio, fare quello che si può fare e che ha senso fare, perché comunque, e qui lo dico veramente con tristezza, i cani da salvare non finiscono mai. Se è vero che dove si mangia in tre si mangia in quattro, non è detto che dov e si mangi in tre si mangi anche in quindici. Oppure, probabilmente si mangerà anche, ma non sarà più un pasto decente, sarà pane secco (e prendetela come una metafora, mi riferisco a cure, attenzioni, cure mediche, non solo alla qualità del cibo, ecc.). Mantenere i cani COSTA, e tanto, soprattutto per noi volontari che di certo non ci prendiamo il cucciolo bello e sano, ma ci mettiamo in casa sfascioni di prima categoria che hanno bisogno di cure mediche a manetta, cibo speciale, non solo di due vaccini all'anno. Se non possiamo garantirgli tutto questo che senso ha? Fate i conti con i vostri spazi, con il vostro tempo, con i vostri soldi. Se avete un villone con trenta ettari di giardino e uno stipendio coi controfiocchi probabilmente potete fare la felicità di quaranta maremmani, ma se vivete in una casa di 35 mq con uno stipendio normale, dovrete farci i conti. Potrete trovare una mano (le persone che aiutano sono tante), ma se superate di gran lunga le vostre possibilità sarete "sempre in emergenza", e non ce la farete a coprire tutto. Quindi, sia che siate dei volontari "singoli", sia che siate un'Associazione, restate nei limiti di ciò che si può fare, e fatelo al massimo del livello possibile.

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5. RAZIONALIZZAZIONE DELLE RISORSE : in sostanza, NIENTE DEBITI e niente "Missioni Impossibili". La prima cosa da pagare sono le cliniche e le pensioni dei cani che GIA' AVETE. La seconda sono i fornitori di cibo. Il resto, può aspettare. Se siete piene di cani, di debiti con i veterinari e non avete posto per tenerlo, semplicemente non prendete un maremmano paralizzato di 14 anni "perchè non ve la sentite di lasciarlo in canile". Trovo assurdo fare un evento per raccogliere 5000 euro per UN cane se vivete in Calabria o in Sicilia e avete trecento cani da accudire, per poi lasciarlo nella gabbietta di ferro di una clinica per un anno perchè non sapete dove metterlo, e poi alla fine lasciare i buffi ai veterinari: loro non sono volontari, STANNO LAVORANDO, e vanno pagati. E il cane non è "più felice perché è vivo", è infelice tanto quanto in canile, ma voi avete dilapidato delle risorse enormi con cui potevate costruire magari un piccolo progetto. Guardatevi in giro: siamo PIENI di cani ovunque, non finiscono MAI. Costruite qualcosa che duri nel tempo, non dilapidate energie per cose che restano lì dove sono, mettetevi a tavolino e costruite qualcosa che possa essere utilizzato da tutti nel tempo, con 5000 euro ci si possono fare tantissime cose utili, oppure anche assolutamente nulla. Raccogliete i soldi PRIMA che arrivi l'emergenza, o fate almeno in modo che l'emergenza vera non sia la regola. Può capitare l'emergenza ogni tanto, ma non può essere sempre emergenza, tenete conto che la maggior parte dei donatori non sono volontari, non sanno qual è la situazione reale del randagismo, ma voi sapete che l'emergenza reale è GENERALE, non quella di "un cane" o di "una cucciolata" che trovate, per cui siccome non siete Rockfeller dovete gestire bene le risorse che avete. Questa è una VOSTRA SCELTA, non dipende da quanti cani trovate: potete sempre dire NO, o almeno anche se non sempre (perchè non sarebbe volontariato), molto più spesso di quanto non facciate. A parte zone terribili dove purtroppo le istituzioni non aiutano o sono colluse con i gestori dei canili, e i canili sono canili lager (dove anche lì il problema di "un" cane è ridicolo: si tratta di situazioni critiche in generale e si possono cambiare solo a suon di organizzazioni grosse, denunce e simili, ed è un discorso diverso: lì dovete diventare avvocati, non volontari), trovo ASSURDO fare appelli con trecento vocali (AIUTOOOOOOO URGENTEEEEEEEEE) per un cane in strada a Roma: se non sapete dove metterlo, se non avete soldi per curarlo, se non avete tempospaziorisorse e abitate in una regione che, anche se a sprazzi, funziona, CHIAMATE I VIGILI. A maggior ragione se è ferito. Ci vuole del tempo, ci vuole insistenza, ma arrivano: ve lo dico perché l'ho fatto più di una volta. Attendete la asl con loro, ed il cane verrà portato in canile, dove verrà sterilizzato, chippato, gli verranno fatte le analisi, verrà operato se deve essere operato. Il "grosso" sarà fatto GRATIS per voi (a spese del Comune), senza bisogno di collette inutili (di cui il web è saturo) e sprechi di denaro che potrebbe essere impiegato in emergenze che non possono essere risolte in questo modo (perché ci sono, eccome), e DOPO, una volta che il cane abbia fatto tutte ciò che è necessario, potrete andare a prendervelo, adottarlo o mandarlo in adozione. Oppure, se necessario, potrete fare una colletta, se ce n'è bisogno, PRIMA di tirarlo fuori, per pagare ad esempio analisi che il Comune non passa: una TAC, una Risonanza. Questo ha MOLTO PIU' SENSO di lasciare un cane leishmaniotico e pieno di ferite per strada con una cuccia di cartone perché "la volontaria ha già troppi cani" (ho visto un appello del genere su Roma proprio due giorni fa), e intanto cominciare a raccogliere soldi per le analisi. "Intanto" quel cane muore di freddo, di leishmania o sotto una macchina: santo cielo chiamate il canile, QUESTO E' VOLONTARIATO, non fare gli appelli senza senso. Se non potete raccoglierlo CHIAMATE IL CANILE. Se vivete in una zona dove il Randagismo è imperante, e dove non potete chiamare il canile per ovvi motivi (canili lager, ecc.), è necessario accudire sul territorio la maggior parte dei cani, e raccogliere SOLO ed esclusivamente i cani palesemente malati/feriti ed i cuccioli. Anche così saranno comunque probabilmente troppi, ma cercate di evitare di raccogliere il cane adulto pasciuto e libero: dategli da mangiare e copritelo con gli antiparassitari, può cavarsela senza di voi, mentre l'anzianetto ferito probabilmente no. 6. COSTRUIRE UNA RETE E DIVIDERSI I COMPITI: costruite un gruppo, non restate soli. Non necessariamente un'Associazione, non ce n'è bisogno. Ma fate un gruppo, anche tra amici, parenti o con chi voglia partecipare, con cui coordinare le risorse. Chiedete poco a tutti quelli che siano disposti a darvelo: probabilmente anche in un momento di crisi troverete qualcuno che versi 10 euro al mese per un piccolo progetto, ma se ne trovate venti avrete già 200 euro, che è la pensione mensile per un cane più qualcosa per un vaccino, un microchip e un antiparassitario. Significa che avete SISTEMATO UN CANE. Vuol dire che potete prendere UN cane, fargli fare quello che deve fare e mandarlo in adozione. Quando si aggiungeranno altre 20 persone a 10 euro al mese, potrete prendere DUE cani. E così via. Cominciate da poco, ma FATTO BENE. Se funziona, vi assicuro -per esperienza- che ci mette pochissimo a diventare un progetto più grande. Una volta costruita la vostra rete, che ognuno faccia ciò per cui è portato. A parte cose che possono essere fatte da chiunque (trasporti vari, acquisti, staffette, ecc.) ci sarà sicuramente qualcuno che scrive meglio: lui scriverà gli appelli. Ci sarà qualcuno che non fa le foto come se ci fosse una fetta di prosciutto davanti all'obiettivo: fatelo fare a lui. Qualcuno saprà accudire i cani, saprà fare le flebo: farà quello. Se tutti fanno tutto, si crea solo una gran confusione, cercate di raccordarvi, di organizzarvi e mettervi d'accordo. Se ognuno fa ciò che ama di più e gli riesce meglio, sarete tutti più felici e soddisfatti, ed i risultati non tarderanno ad arrivare.

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7. GLI APPELLI: Santo cielo amiche mie, gli appelli. Il 90% degli appelli sono scritti COI PIEDI, tutti in maiuscolo, senza punteggiatura, in un italiano improbabile. Con delle foto ORRENDE, descrizioni che non sono descrizioni (AIUTOOOOO STA MORENDOOOOO URGENTEEEEEEE IL PADRONE E' MORTOOOOOO), mancano i dati fondamentali (età, taglia, carattere del cane, luogo dove si trova, con chi va d'accordo e con chi no, a volte pure i contatti, metteteci una mail e un numero di telefono!). Gli appelli si scrivono in italiano, senza errori grammaticali, con tutti i dati del cane, presentando gli aspetti positivi ma senza dimenticare quelli negativi: se non va d'accordo con gli altri, DITELO, non vi inventate che è un cane "buonissimo" se non l'avete testato con gli altri cani, che poi arriva in casa e sbrana il barboncino. Al limite dite che non sapete se va d'accordo con gli altri animali. Mettete delle foto decenti, se potete farle: foto dove si veda IL CANE, possibilmente, non solo la grata o il pavimento o la sua schiena. Gli appelli devono AVERE UNA PERSONALITA': scrivete degli appelli dove mettete il cuore, non solo le lacrime, ma trovate uno stile VOSTRO. Il web è completamente saturo di appelli tutti uguali. Ecco un esempio di qualcuno che scrive appelli "che funzionano": qui si scelgono le favole, lo stile narrativo delle fiabe o dei sogni: https://www.facebook.com/CatorciRescueInvisibili AllaRiscossa I nostri sono completamente diversi, hanno uno stile scanzonato e ridicolo, ma funzionano lo stesso: https://www.facebook.com/ProgettoQuasi L'importante è che abbiano uno stile "vostro": devono colpire, deve venir voglia di continuare a leggere. Se cominciate con "AIUTOOOOOOOO" probabilmente lo leggeranno solo le volontarie, il che significa che avrete meno possibilità di far adottare quel cane. Pubblicate l'appello NON solo su Facebook, ma sulle decine di siti che si occupano di adozioni, ce ne sono di molto grandi e funzionali. Facebook è SATURO, girano migliaia di appelli e avrete più possibilità se li fate girare ovunque. la nostra Associazione ha una volontaria che fa questo: si mette al PC e pubblica A ROTTA DI COLLO i nostri appelli su tutti i siti più importanti di adozioni: senza di lei faremmo adottare un cane all'anno, Silvia santa subito. Fate in modo di trovare anche voi una Silvia che metta a disposizione il suo tempo. 8. NON ESSERE ASSURDI: ho sentito cose allucinanti da volontari, cose tipo "se il cucciolo sta da solo più di 3 ore al giorno io non lo dò in adozione" (quindi mantenuti e disoccupati sono gli unici candidati perfetti?), "la casa è troppo piccola, non ti dò il cane di taglia grande" (già, perché il box del canile invece è uno spazio sconfinato?) e cose simili. Per carità, sono scelte, ma queste sono le cose che scoraggiano le adozioni e fanno entrare chi vuole un cane nel primo negozio sotto casa a prendere uno yorkshire a 800 euro che viene dall'est. La maggior parte delle persone ha una vita normale, e vuole solo un cane, non una pappardella sul suo stile di vita: si tratta solo di trovare il cane adatto alle sue esigenze. Il cane di taglia grande, se è di carattere tranquillo ed il proprietario ha tempo da dedicargli, può stare tranquillamente in un monolocale. Ma un jack russel superagitato a casa con una persona anziana che non potrà farlo correre e giocare diventerà sclerotico. Se la famiglia lavora, (come la maggior parte di noi) 6 o 7 ore al giorno, il cane in quelle 6 o 7 ore probabilmente non farà la maratona tra la cucina ed il salone, probabilmente DORMIRA', che è quello che fanno quasi tutti. Certo se è un cane particolare (con problemi di ansia da separazione, o disabile da accudire, ecc.) dovete segnalarlo e cercare una soluzione consona, ma per un cane sano, di temperamento normale, stare in una casa 6 o 7 ore prima che torni il proprietario che lo porti fuori non è una tragedia, è una vita normalissima, ed è sicuramente meglio del canile o della strada.

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9. EVITARE LE LOTTE INTESTINE E DARE PER SCONTATA LA BUONA FEDE DI TUTTI : questa è una delle chiavi del successo del "nostro" progetto. Detto in termini più comprensibili, fatevi i cazzi vostri, soprattutto se avete un Progetto o un'Associazione in giro sul web. Collaborate con persone che ragionino e lavorino come voi, accertatevi che le condizioni di "lavoro" vadano bene ad entrambe le parti ma NON denigrate pubblicamente quello che fanno gli altri volontari, anche se non siete d'accordo. Ad esempio io non accetto per i miei cani le staffette da 50 cani in un furgone, anche se climatizzato, anche se con spazi, ecc. perchè SO che è impossibile sapere come stanno di salute tutti i cani, che anche quelli vaccinati magari covano qualcosa, che i cuccioli si ammalano facilmente e via dicendo. Semplicemente non mando i cani con le staffette, punto. Se poi lo faccio sapendo che cosa significa - e un mio cucciolo arriva al nord malato di cimurro, non posso lamentarmi con chi fa le staffette: non è colpa sua. Anche con TUTTI i cani vaccinati nel furgone può scapparci qualcosa, e lo sappiamo tutti anche senza una laurea in veterinaria, non è certo colpa di chi guida. Per quanto mi riguarda, i miei cani viaggiano quasi sempre da soli o poco ci manca, nelle macchine dei nostri volontari o di pochi fidatissimi collaboratori, ma questa è una MIA scelta, non è il vangelo o quello che dovrebbero fare tutti per forza, per cui faccio usufruire ad altri di un servizio che comunque viene offerto, e che è comunque utilissimo a tante realtà del Sud. Non tutti lavorano allo stesso modo, ma dando per scontata la buona fede di tutti perché sospettare di chiunque non è utile a nessuno se non alla vostra cirrosi epatica (tutti cercano di fare il meglio, per quello che possono), se non vi piace come lavora qualcuno, smettete di collaborarci o non ci collaborate affatto, e chiudetela lì. Non vi perdete in inutili, fastidiosissime e squallide invettive su Facebook a suon di note che non servono a nulla, status ridicoli "senza fare nomi" tipo "AHAHAHAH ADESSO TI FACCIO VEDERE IO TIDENUNCIOTIQUERELOTIFACCIOILCULO". Queste cose sono solo irritanti ed inutili: tolgono tempo ad occupazioni migliori e creano "fazioni" che vanno solo a danno degli animali. Succederà che Tizio o Caio se volevano dare 10 euro a voi e 10 euro a quell'altro, alla fine ne daranno 5 solo ad uno dei due, oppure invece di guardare il mazzo che vi fate per gli animali cominceranno a pungolarvi su aspetti privati della vostra vita che non hanno nulla a che vedere col volontariato, e questo è non solo triste ma anche ridicolo. Se volete denunciare qualcuno (e mi riferisco ad altri volontari o associazioni) per non so cosa fatelo, ma fatelo a casa vostra, EVITATE COME LA PESTE GLI SPUTTANAMENTI PUBBLICI. Ora userò una metafora degna dell'Accademia della Crusca, ma che credo renda perfettamente l'idea: ricordate sempre

che se tirate una secchiata di merda a qualcuno, gli schizzi vi tornano SEMPRE in faccia. Alle persone che vogliono

adottare o che vogliono sostenervi (e tutti i volontari hanno tra i loro contatti persone di questo tipo), probabilmente prima o poi (magari non subito) passerà il messaggio che state sempre a litigare con qualcuno, o che "fare il volontario significa stare sempre incazzati" (la generalizzazione, ricordatevelo, è dietro l'angolo) e si stancheranno. Se vi accusano di qualcosa (a volte capita, perché tanto c'è sempre un sacco di gente che non ha altro da fare che buttare fango sul lavoro degli altri), date la vostra versione dei fatti -senza offese, senza ingiurie, senza urla- UNA VOLTA, e poi basta. Se cominciate a sbraitare, tireranno fuori pure che a 4 anni alla materna vi hanno visto tirare la coda a un gatto, in una catena infinita ed inutile. Fate sgonfiare da sole le cose futili (la maggior parte di queste "lotte" lo è), per le cose serie (ma che siano serie davvero, di certo non un commento su facebook dove c'è scritto che vi siete mangiati un panino con 3 euro raccolti da una colletta) invece mettete in mezzo gli avvocati: per i maltrattamenti, per le strutture lager, per le cose DAVVERO importanti. Ma anche lì serve tirare fuori i coglioni, non urlare come aquile.

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9. NIENTE VIOLENZA (qui mi aspetto il linciaggio, ma poco male): e qui mi riferisco a qualsiasi tipo di violenza. Il circo è una MERDA, ma se vi mettete a urlare "ASSASSINAAAAAHHHH!" alla tipa che ci sta portando i propri figli, lei penserà che voi siete dei deficienti ed i suoi figli penseranno che state offendendo la loro mamma. Il risultato è che l'anno dopo torneranno al circo e voi non avrete fatto passare nulla di utile. Diffondete cultura, non insulti. Ad esempio, non urlo ai miei amici onnivori mentre mangiano che sulla loro pizza c'è il sangue di un animale, o che stanno uccidendo la terra con il loro tramezzino al tonno: non si discute di questo a cena, perché l'unico risultato sarà quello di smettere di farvi invitare e regalarvi la dicitura di "rompicoglioni totale", nessuno vi ascolterà. Proponete un'immagine di una persona mediamente equilibrata che, guarda un po', può vivere anche senza carne. O volendo anche senza derivati di animali. Sarete imitati più facilmente con un esempio sano, piuttosto che dando degli stronzi a tutti. Combattete ed incazzatevi per le ingiustizie ma la furia rabbiosa e lo sbrocco totale teneteli per le grandi lotte che non coinvolgano persone "singole" (come ad esempio proporre un'alimentazione diversa al vostro collega d'ufficio), e tenete conto che non tutti la pensano come voi, e soprattutto NON TUTTI SANNO. La maggior parte della gente non è stronza, è solo profondamente ignorante. Ricordatevi che anche se siete vegani, un fruttariano probabilmente vi considererà degli assassini di legumi. Un melariano schiferà il fruttariano. E' tutta una catena a chi si sente "più etico, più animalista, più antispecista", ma nessuno è irreprensibile, non viviamo nella giungla e qualsiasi cosa utilizziamo ha comportato probabilmente, andando a ritroso nella catena, lo sfruttamento di qualcuno o qualcosa. Facciamo la nostra parte e smettiamola di considerarci "migliori" perché ci occupiamo di "qualcosa", ma diffondiamo una mentalità: educazione all'alimentazione, educazione al contatto con gli animali, cinofilia di base, aiuto rispetto e cura di chi soffre, ANIMALE O UMANO. 10. SORRIDERE: Non possiamo essere sempre incazzati o tristi. A volte capita, perché quello che vediamo fa rizzare i capelli, ma non può essere sempre così. Il volontariato è duro, durissimo, a volte insopportabile. Ma l'abbiamo scelto noi, e dà anche tante soddisfazioni. Puntiamo su quelle, e facciamolo vedere. Mostriamo che a fare qualcosa che non sia occuparsi solo di se stessi fa essere persone più felici, non più sclerate. Sbandieriamo i successi, raccontiamoli senza sembrare dei pazzi esaltati ma mettendo il cuore in quello che diciamo. Noi mettiamo le mani nel fango per raccogliere i dimenticati, ma non dobbiamo dimenticarci che oltre alle lacrime e al sudore c'è la felicità di aver salvato una vita, la riconoscenza negli occhi e nella coda di chi salviamo, le lacrime di gioia, le amicizie che si creano. Le cose sono già tanto pesanti, cerchiamo di alleggerircele. Prendiamoci un po' per il culo, che fa bene, a noi e agli altri che ci guardano come se fossimo bestie rare. Possiamo piangere, a volte disperarci, ma non deve essere "la regola": cerchiamo di essere felici della goccia di bene che portiamo al mondo, senza fustigarci perché non possiamo fare tutto, perché NESSUNO PUO'. E' un mare infinito, ma togliere una secchiata dall'oceano di sofferenza che ci circonda significa aver cambiato qualcosa. Grazie a tutti. Fabiana Rosa Presidente Associazione Progetto Quasi www.progettoquasi.it FB: Progetto Quasi

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di Alan Conti Giornalista, Socio FM ONLUS

ZERO BRANCO (TREVISO). La pioggia a catinelle non ha fermato la Carica. Di amore, gioco, sorrisi e voglia di stare comunque insieme. La tredicesima edizione della Carica dei Cercafamiglia organizzata da Furettomania Onlus domenica 24 aprile è stata accompagnata dal tintinnare delle gocce sul gazebo montato nello splendido giardino di Villa Guidini a Zero Branco in provincia di Treviso. Una giornata spazzolata dal vento, che ha visto Novembre occupare un poco la sedia di aprile, ma che non è riuscita a scoraggiare Furettomania e i tanti amanti dei furetti che hanno ugualmente affollato il prato di questo gioiello veneto. Carriole di mustelidi hanno punteggiato lo spazio con le loro playpen pronti a vivere una giornata che ha sempre un tocco speciale. Pronti via ed ecco le iscrizioni ai giochi con un plateau classicissimo (Kiss Me Baby, Fuori dal Sacco, Stand Up) impreziosito dalla new entry Godzilla. I campioni di sempre hanno sbaragliato le classifiche anche quest'anno, ma all'orizzonte si intravedono piccoli talenti pronti a crescere. Per i vincitori una buona dose di crocche contenute in vasetti di vetro personalizzati. Già, perché anche quest'anno l'artigianato ha tenuto banco con i gadget che hanno fatto la felicità di molti soci (e dei loro furetti). Regine incontrastate le cucce: a caramella, a forma di Darth Vader di Star Wars o di Pan di Stelle. Alla fine con qualcosa sotto braccio si esce sempre.

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A catturare l'attenzione è stata anche la relazione del veterinario Marco Bedin, responsabile sanitario SIVAE, che ha ribadito l'importanza dell'iscrizione all'anagrafe per ogni singolo furetto oltre a disseminare preziosi consigli per tutti. Come ogni Carica che si rispetti spazio anche all'angolo sentimentale con i ringraziamenti per chi, ogni giorno, si spende per l'associazione. Attestati, abbracci e regali che sono la luce di una passione che spinge a impegnarsi per il piacere di aiutare e prendersi cura di questi animali, per emozionarsi nell'incrociare le loro storie dopo averli tenuti in affido, per il gusto di sentirsi una squadra che rema insieme. Un tocco di romantico sciolto nel cin cin di un Prosecco, in ossequio alla terra che ha ospitato la manifestazione. Al termine ecco l'ormai tradizionale decollo dei palloncini colorati e gonfiati a elio per solcare il cielo, anche con le nubi. Nello spazio interno della Villa, però, ha fatto bella mostra di se il mosaico di fotografie iscritte per il concorso fotografico relativo al Calendario 2017. Centouno in totale, giusto per rimanere in tema di Carica. Ognuno ha potuto esprimere preferenze per un calendario che, alla fine, rappresenta tutti. Come quei cartelloni dove scorrono i musetti di chi scrive o ha scritto la nostra storia quotidianamente. In un centinaio di scatti, il motore di tutto: il giglio profumato di una primavera che non conosce piogge grigie.

Tutte le foto della giornata a questo link:

https://drive.google.com/folderview?id=0B7dKd82f6WIWanAyMm5FQW1RblE&usp=drive_web ed il video!

https://www.youtube.com/watch?v=M-Bv33-LDyY&feature=youtu.be

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