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“UN COMPARTO INFLATIONLINKED CON FOCUS SU USA E AREA EURO”

L’Eurizon AM Sicav Global Inflation Linked, che ha ottenuto Rating FundsPeople 2023, ha una composizione core market con duration inferiore ai cinque anni.

La strategia ha riscosso da subito “un buon successo dal punto di vista della raccolta”, tuttavia, dato il contesto macro, “il vero punto di forza si è visto dopo la pandemia”. Sì perché dopo un decennio di inflazione contenuta un prodotto come l’Eurizon AM Sicav Global Inflation Linked, che ha ottenuto Rating FundsPeople 2023, ha incassato l’incremento importante dell’indice dei prezzi al consumo. Una performance evidente anche rispetto ai fondi che investono in titoli nominali. “Negli anni scorsi, i titoli nominali e quelli legati all’inflazione si sono mossi più o meno allo stesso modo, anzi, nel caso di questi ultimi si sono evidenziate di più le criticità legate alla minor liquidità”, commenta Luigina Dell’Anna, che gestisce il comparto nato nel primo semestre 2017. Dell’Anna fa parte del team Developed and Emerging Government Bond and FX, guidato da Maria Luisa Matarrelli: 12 gestori che utilizzano un approccio top down per investire nel fixed income e nelle valute delle varie aree geografiche. La performance netta nel 2022 è stata -2,90%, “ormai in gran parte recuperata a marzo di quest’anno” (+2,40%).

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Il fondo investe unicamente in titoli di Stato di Paesi sviluppati e il benchmark di riferimento vede un 30% di titoli Usa, il secondo Paese in termini di peso è la Francia (25%), seguita da Italia (16%), Regno Unito e Germania (rispettivamente 10%), e Spagna (9%). “Questa composizione dell’indice rende il comparto interessante in quanto è princi- palmente core market con un 60% investito in area euro”, afferma Dell’Anna che specifica come la strategia di gestione si basi sull’acquisto, appunto, dell’inflazione di questi Paesi, e operi una diversificazione all’interno degli indici rappresentati dal paniere “in questa fase acquistiamo anche emissioni indicizzate all’inflazione del nostro Paese (BTP Italia)”.

Struttura Del Fondo

Una gestione del fondo top down di tipo attivo, dunque, in cui emerge anche una particolarità legata alla duration. “Un elemento interessante di questo portafoglio – afferma l’esperta – è la sua duration, inferiore ai cinque anni. ‘Tradizionalmente’, i fondi inflation linked hanno duration più lunghe in quanto le emissioni sovrane sono più ‘pesate’ sulla parte lunga della curva”. La ratio alla base di questa scelta è da riportare alle origini del fondo, che risponde alla richiesta di diversificare la gamma dei prodotti obbligazionari, con uno strumento “che potesse essere utilizzato per gestire la componente inflattiva senza un’eccessiva influenza dell’andamento dei rendimenti sulla performance”. Da qui la scelta di inserire, nella gestione attiva, una serie di leve, per cui gli elementi principali che impattano sulla performance assoluta del fondo, oltre al livello dei tassi, sono l’esposizione valutaria e l’andamento del breakeven inflation, “ossia la differenza tra rendimenti nominali e rendimenti reali a pari scadenza, che ci dà orientativamente come criterio di giudizio il livello di inflazione implicita di mercato nel momento in cui andiamo a fare le nostre analisi”.

E proprio in tema di attese sull’inflazione futura, Dell’Anna ritorna sull’andamento dell’indicatore nel pre-pandemia (“periodo caratterizzato da bassa inflazione”), e nel post-pandemia. Dopo l’incremento significativo del 2022, afferma l’esperta, si andrà “via via verso numeri più contenuti e più vicini ai target delle banche centrali, ma secondo noi il livello del 2% non sarà raggiunto nel breve”. Definire un livello è chiaramente complesso, “perché le dinamiche in atto sono nuove”, tuttavia Dell’Anna chiama in causa due elementi. “Il primo è la rivoluzione ESG all’interno del mondo produttivo che, unita al contesto geopolitico, rende necessario accelerare gli investimenti per la transizione, essenziale per il raggiungimento dei target di sostenibilità. Questi investimenti portano a un aumento dei costi che inevitabilmente, almeno in parte, dovrà essere trasferito sui prezzi finali”. Tanto che, anche prima della pandemia, si parlava di ‘Greenflation’. Il secondo tema è legato al mercato del lavoro: “Dopo la pandemia la domanda di lavoratori resta sostenuta, inoltre nell’area euro si devono concludere le rinegoziazioni salariali. Insieme questi elementi – conclude l’esperta – supporterebbero livelli di inflazione più alti di quelli attualmente prezzati dal mercato nelle aree in cui investe il comparto”.

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Mirko Falchi

LEAD ANALYST E ADVISORY PORTFOLIO MANAGER, EUROMOBILIARE ADVISORY SIM

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