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LIQUIDITÀ AI MINIMI

I livelli medi di liquidità dei fondi che compongono il portafoglio sono scesi ai minimi degli ultimi due anni. Tuttavia, i gestori rimangono cauti. Vediamo quali sono gli asset su cui puntano per mantenere i portafogli su una traiettoria positiva.

Portafoglio Smart Consensus Fundspeople

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Bilanciati flessibili

BNY Mellon Global Real Return Fund (EUR)

DWS Concept Kaldemorgen

Bilanciati flessibili

Bilanciati flessibili

Flossbach von Storch Multiple Opportunities II Bilanciati flessibili

M&G (Lux) Dynamic Allocation Fund

Acatis Value Event Fonds

Allianz Income and Growth

Goldman Sachs Global Multi-Asset Income Portfolio

Janus Henderson Balanced Fund

PIMCO GIS Income Fund

Bilanciati flessibili

Bilanciati moderati

Bilanciati moderati

Bilanciati moderati

Bilanciati moderati

Bilanciati moderati

La quota di liquidità dei fondi che compongono il nostro portafoglio Smart Consensus 2023 continua a diminuire. I gestori individuano opportunità di investimento e non esitano a ridurre le disponibilità liquide, che hanno toccato i livelli più bassi degli ultimi due anni. La posizione media di liquidità dei portafogli analizzati è scesa ad appena l’8,57 per cento.

A febbraio l’esposizione azionaria del portafoglio Smart Consensus è aumentata ulteriormente, raggiungendo il 49,17%, mentre quella obbligazionaria è rimasta sostanzialmente invariata a quota 34,37%, 221 punti base al di sotto dei massimi di dicembre 2022. Tuttavia, iniziamo a vedere i primi segnali di un’inversione di tendenza. Bert Flossbach, co-fondatore di Flossbach von Storch, commenta che nel mese di marzo il fondo della casa di gestione incluso nel portafoglio “ha leggermente ridotto la componente azionaria, portandola dal 65 al 60%, e ha incrementato quella obbligazionaria a circa l’11 per cento”.

Ma non bisogna trascurare l’importanza delle altre asset class, che sono molto apprezzate dai gestori per le loro caratteristiche, anche se in media rappresentano solo il 7,89% dei portafogli. Ad esempio, spicca il ruolo svolto dall’oro nei portafogli dei fondi. Bert Flossbach indica chiaramente il motivo della posizione detenuta nel metallo giallo: “L’oro è e rimane la nostra assicurazione contro i rischi del sistema finanziario”. Anche Klaus Kaldemorgen e Christoph Schmidt, gestori di portafoglio di DWS, citano il metallo prezioso: “Tramite le posizioni nell’oro e nello yen giapponese, manteniamo anche un’elevata esposizione ai beni rifugio. L’obiettivo è mitigare la volatilità che ci attende”.

USA, MENO IMPORTANTE

Anche la composizione geografica della quota azionaria ha visto proseguire le tendenze già in atto il mese precedente. In poche parole, l’Europa è sempre più protagonista e l’America non è più al centro dell’attenzione.

A fine febbraio entrambe le regioni hanno toccato un record a due anni, una in positivo e l’altra in negativo. L’esposizione al Vecchio Continente ha raggiunto in media il 33,82%, il livello più alto nell’orizzonte temporale analizzato. La quota degli Stati Uniti si è invece ridotta al 52,13%, percentuale che rappresenta ancora oltre la metà dei portafogli in esame, ma segna un minimo a due anni. Questa inversione di tendenza può essere parzialmente

Distribuzione Per Asset

Il Portafoglio Di

BERT

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“L’oro

“Abbiamo giustificata dal fatto che i gestori sono alla ricerca di società con determinate caratteristiche. Ad esempio, in questo momento Klaus Kaldemorgen e Christoph Schmidt preferiscono le aziende con “valutazioni stabili, dividendi elevati e qualità difensive”. Anche il gestore di Flossbach von Storch Multiple Opportunities II punta sulle “azioni di società solide”.

L’esposizione ai Paesi asiatici sviluppati e all’Australia, così come alla maggior parte dei mercati emergenti, è rimasta pressoché invariata. A fine febbraio i due blocchi rappresentavano in media il 14,05% dei portafogli, in calo di 19 punti base rispetto ai livelli di gennaio e in aumento di 21 punti base su base annua.

Obbligazioni Societarie

Il rapido rialzo dei tassi di interesse ha causato volatilità sul mercato obbligazionario e i segmenti scelti dai gestori dei fondi inclusi nel portafoglio Smart Consensus non sono immuni da oscillazioni repentine dei prezzi. I corporate bond continuano a guadagnare importanza. L’esposizione alle obbligazioni societarie ha registrato l’incremento più consistente degli ultimi due anni e rappresenta il 33,45% della quota di strumenti a reddito fisso. La tendenza positiva di questo segmento non è una novità. “Alla luce del mutato contesto dei tassi di interesse, dal quarto trimestre dell’anno scorso abbiamo apportato modifiche significative in questo comparto, soprattutto rafforzando l’esposizione ai corporate bond investment grade europei”, spiegano i gestori del DWS Concept Kaldemorgen. Specificano inoltre che hanno ormai chiuso tutte le posizioni di copertura contro i rialzi dei tassi di interesse detenute in portafoglio negli ultimi mesi.

D’altra parte, la quota di titoli di Stato ha continuato a diminuire a febbraio, dopo il calo registrato a gennaio. L’esposizione al debito pubblico è tornata ai livelli di ottobre 2022, intorno al 25,23 per cento. Le forme di debito più liquide sono rimaste al 29,75 per cento. Gli altri strumenti hanno visto scendere leggermente la loro quota all’11,57%, dopo aver toccato un picco al 17,92% alla fine dell’anno scorso.

Per concludere, Bert Flossbach traccia una previsione per i prossimi mesi.

Afferma: “Ci aspettiamo un movimento laterale dei mercati con continue oscillazioni e non escludiamo battute d’arresto più significative. L’inflazione, la reazione delle banche centrali e i possibili danni che ne deriveranno rimarranno al centro dell’attenzione sui mercati dei capitali”.

JULIE DICKSON Investment Director per l’azionario, Capital Group

TEMPO DI RIVINCITA PER I PORTAFOGLI 60/40?

Il 2022 non è stato facile per i portafogli 60/40. Le incertezze associate alle risposte delle banche centrali, il rallentamento dell’economia globale, la guerra e l’avvicendamento alla leadership di mercato dai titoli growth ai value, hanno fatto sì che gli investitori con un profilo di rischio più prudente cercassero soluzioni di investimento in grado di bilanciare la crescita del capitale a lungo termine, la sua preservazione e il reddito corrente. I portafogli 60/40 offrono questa opzione e gli investitori non dovrebbero farsi sfuggire i loro benefici a lungo termine a fronte di un singolo anno negativo. Se da un lato il contesto di investimento e le influenze esterne che trainano i risultati di portafoglio possono variare enormemente da un anno all’altro, esistono tre fattori importanti in grado di migliorare i risultati dei portafogli 60/40 nel 2023 e oltre. Il primo, il calo dell’inflazione dai recenti livelli elevati potrebbe a sua volta riportare il tradizionale rapporto tra l’azionario e l’obbligazionario ai livelli normali. Secondo, le recessioni sono dolorose ma sono necessarie per ripulire gli eccessi dei periodi di crescita precedenti. Infine, il ritorno del reddito nel comparto obbligazionario ha portato una rinnovata attenzione verso questa asset class.

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