Ernst Hemingway in Italia - 20170511 Il Messaggero

Page 1

-MSGR - 20_CITTA - 23 - 11/05/17-N:

Musica Addio al dj Robert Miles inventò la trance music

La meta Le Hawaii tra vulcani e campioni di surf

Cinema “Song to Song” delude l’ultimo Malick con Fassbender

Molendini a pag. 29

De Palo a pag. 25

Alò a pag. 31

A destra, Michael Fassbender A fianco, cascata a Big Island, Hawaii

Letteratura Gusto Ambiente Società Cinema Viaggi Architettura Teatro Arte Moda Tecnologia Musica Scienza Archeologia Televisione Salute

www.ilmessaggero.it macro@ilmessaggero.it

LA LAGUNA Sotto, lo scrittore a Torcello, nel 1948 Il letterato ambientò nella laguna veneta “Di là dal fiume e tra gli alberi”

LE NOSTALGIE DI ERNEST Sopra, Ernest Hemingway quando era ormai uno scrittore affermato: spesso diceva di nutrire nostalgia per i suoi anni in Italia Sotto, con Fernanda Pivano A MILANO A fianco Ernest Hemingway con Agnes la crocerossina di cui si era follemente innamorato

IL RITRATTO Hemingway ai tempi della Croce Rossa e la medaglia che gli fu assegnata

Richard Owen racconta lo scrittore statunitense e il suo rapporto con la Penisola Dal Piave alla Sicilia, storia di un confronto e di uno scambio continuo e fecondo IL LIBRO rnest Hemingway raccontò ad un amico che dopo essere stato al fronte sul Piave, aveva passato un’intera settimana a letto con una bellissima siciliana, a Taormina. La proprietaria della pensione gli aveva nascosto i vestiti e se l’era tenuto stretto fra le lenzuola. Per quanto ne sappiamo Hemingway non visse mai quella avventura ma ne fece un racconto, The Mercenaries, scrivendolo alle falde dell’Etna, ospite del Duca di Bronte, fra buganvillee e aranceti, «il fuoco del vulcano e il sole della Sicilia» e come protagonista scelse una donna «con occhi neri come calamai». Non sapremo mai tutta la verità ma se devi dire una menzogna, fa che sia grossa. Il legame di Ernest Hemingway con l’Italia è forte e corre, perennemente in bilico, fra il canto della bellezza e il rimorso, fra verità e finzione. Un rapporto ricostruito con cura nel libro Hemingway e l’Italia (pubblicato da Donzelli) scritto dal reporter Richard Owen, corrispondente per quindici anni per il Times dall’Italia. In queste pagine per la prima volta ripercorriamo tutto l’itinerario italiano di Hemingway – da Cortina a Rapallo, da Venezia a Capri – a partire dallo sbarco a soli diciotto anni come volontario della Croce Rossa sul fronte del Piave durante la prima guerra mondiale, sino alla sua ultima presunta e misteriosa puntata veneziana, un anno prima del suicidio. Ma prima di quel

E

Mr. Hemingway italiano d’adozione fatale colpo di fucile il 2 luglio del ’61, ci fu una vita alla ricerca del successo con determinazione. Premio Nobel nel ’54, associamo Hem alla Florida, alla dissoluta Parigi degli anni venti, al buen retiro cubano e ai safari africani ma fu la sua esperienza al fronte a ispirargli Addio alle armi e qui conobbe due dei suoi amori che lo avrebbero maggiormente tormentato: l’infermiera Agnes von Kurowsky (sarà Catherine Barkley in Addio alle armi) e trent’anni dopo, Adriana Ivancich. Era nato il 21 luglio del 1889 in un sobborgo di Chicago – Oak Park – si lanciò nella scrittura quand’era giovanissimo e visse a Parigi, ma considerava Venezia e il Veneto la sua seconda casa.

LA BOTTIGLIA La sua passione per la bottiglia è nota (provate a tenere il conto dei cocktail consumati fra le pagine di Di là dal fiume e fra gli alberi), era un habitué dell’Harry’s Bar e al Gritti Palace

«aveva adottato una cura ideale a base di scampi e Valpolicella per guarire dalle ferite riportate durante un safari in Africa». Ma in Di là dal fiume e fra gli alberi descrive Torcello e Murano visti dalla laguna e il modo in cui racconta l’atmosfera lagunare trasmette un amore sincero per quei luoghi. L’Italia fu per Hemingway il ricordo di quel tempo in cui era stato giovane, bello e di talento, con la vita che gli si spalancava davanti e un torace fiero e guizzante di muscoli da esibire. In Italia Hemingway conobbe le pene sentimentali e sfiorò la morte

RICHARD OWEN Hemingway e l’Italia DONZELLI 224 pagine 25 euro

L’evento In francese il terzo romanzo di Franceschini Un “romanzo d’amore e di disordine, nel quale le sorprese si succedono e si sovrappongono come in un caleidoscopio”. L’editore francese Gallimard racconta così Ailleurs, titolo francese di Daccapo (2011), terzo romanzo di Dario Franceschini, appena tradotto in Francia, che domani verrà presentato al pubblico parigino in un incontro alla libreria Gallimard di Boulevard Raspail al quale parteciperà anche il ministro scrittore, intervistato da Teresa Cremisi e Fabio Gambaro. L’appuntamento è alle 19: al termine l’autore si tratterrà per il tradizionale firmacopie.

Il romanzo, che in Italia è edito da Bompiani, racconta la storia di un notaio di provincia al quale l’anziano genitore, anch’egli notaio, confessa in punto di morte di avere avuto altri 52 figli da altrettante prostitute, chiedendogli anche di rintracciarli. Da qui il viaggio odissea dell’uomo a Ferrara, dove cercando i fratellastri incappa in un universo di follia e di passione che finisce per travolgere anche la sua stessa famiglia. Ailleurs è il secondo romanzo di Franceschini ad essere pubblicato in Francia. Il primo fu nel 2007 Nelle vene quell’acqua d’argento che ha vinto il Premier Roman di Chambery.

sul Piave – ferito ad entrambe le gambe dalle schegge di un mortaio che gli esplose accanto la notte dell’8 luglio 1918 - e ogni volta che gli fu possibile vi fece ritorno, inseguendo disperatamente il tempo che continuava a sfuggirgli fra le mani. La leggenda lo rincorreva ma non mancarono certo i rimpianti, su tutti forse il rifiuto ostinato di Agnes e una vita tranquilla che forse gli sarebbe andata stretta. Chissà. Anthony Burgess lo descrisse come «la fusione dell’artista sensibile e originale con l’uomo d’azione dalla muscolatura atletica, rendendolo uno dei grandi miti internazionali del ventesimo secolo» ma Owen fa un passo in più, regalandoci finalmente un suo ritratto profondo, incoronando il legame con la nostra penisola. Forse aveva davvero ragione Fernanda Pivano (Owen racconta il loro primo incontro), l’immagine machista era un velo distorto che gli fece anche comodo, certo. Ma dietro l’apparenza spavalda c’era un uomo fragile, “dal sorriso timido e disarmante”, un grande scrittore innamorato dell’Italia che ogni tanto amava confondere la vita reale con ciò che scriveva. Francesco Musolino © RIPRODUZIONE RISERVATA

DAL FERIMENTO IN GUERRA ALL’AMORE PER LA BELLA CROCEROSSINA AGNES E QUELLA NOTTE D’AMORE A TAORMINA

-TRX IL:10/05/17 21:46-NOTE:


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.