LETTERE A UNO PSICOANALISTA
Gentile Pubblico, continua il resoconto di viaggio del mio “Doppio psicodrammatico”, nel solco della soggettività più sfrenata. Nella scorsa puntata ci aveva edotto sui suoi stati di animo alla vigilia della partenza, amplificandoli con riferimenti letterari e psicologici sull’atto del partire/morire. Questa settimana, grazie a Dio, pare che dal luttuoso il “tempo” volga maggiormente al sereno. Attenzione a questa parola-chiave, “sereno”! A quanto pare, infatti, essa imbastirà come una spola frenetica tutto il pezzo. Non illudetevi, però, amico lettore e amica lettrice, al riguardo: il termine “sereno” è ambiguo e non vi dispenserà affatto dal sorbirvi le inquietudini del mio “Doppio”, il quale oscilla tra sensazioni frammentarie e discrepanti, momenti di caldo entusiasmo e fosche percezioni di precipizi abissali.
1