LETTERE A UNO PSICOANALISTA
Gentile professore, ho ventotto anni: sono un’appassionata di cinema e ne scrivo per alcune testate on line. Onnivora, spazio dal film intimista al “noire”, dal “blockbuster” all’epico-eroico, dal fantascientifico all’horror. Per far ciò spesso mi sobbarco trasferte in città distanti e anche all’estero, per assistere a festival e rassegne particolarmente interessanti. Di recente ho visto un film che, se lo avessero prodotto in America, a mio giudizio, sarebbe già un caso internazionale: “Lo chiamavano Jeeg Robot”, di Gabriele Mainetti.
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