DIAGNOSTICA PER IMMAGINI • Mario Bettiol Furlan
LA BUROCRAZIA, UN OSTACOLO ANCHE PER LA SANITÀ di Filippo Belli uello relativo alla diagnostica per immagini è senza dubbio uno degli sviluppi tecnologici più significativi dell’ultimo ventennio. Fattore primario nella lotta, e soprattutto nella prevenzione, delle patologie più gravose e diffuse, le innovazioni hanno permesso di effettuare screening sempre più dettagliati sulla popolazione. Un processo che il dottor Mario Bettiol Furlan ha visto da vicino, essendo a capo dello studio Nuova Ecoerre di Colleferro (Roma), da 25 anni impegnato nel fornire servizi di diagnostica per immagini completi, con qualsiasi tipologia di ecografia o radiologia classica, compresa la Tac. «L’evoluzione, nel nostro campo, ha principalmente il volto del 3d e del 4d - spiega Bettiol Furlan -. Per stare al passo con i tempi abbiamo rinnovato gran parte delle nostre strumentazioni, tra le più recenti possiamo citare sia la Moc che l'Artroscan. Abbiamo di recente aggiornato il software e i pazienti ora possono aspettare il referto in sede, oppure riceverlo direttamente tramite posta elettronica, possono prenotare per telefono e ricevere la ricevuta della prenotazione sempre tramite e-mail. Un passo significativo per abbattere tempi e costi di erogazione del servizio». Ma alta tecnologia significa anche costi alti. E non sono pochi gli ostacoli che si frappongono dinanzi alla crescita delle strutture private.
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Il dottor Mario Bettiol Furlan della Nuova Ecoerre Srl di Colleferro (Roma) bettiol@tiscali.it
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SANISSIMI
Il costo è uno dei tasti dolenti per la nostra sanità, pubblica e privata. «Le nuove tecnologie sono sempre molto costose, di conseguenza sono riservate alle grandi strutture. Per quanto riguarda il nostro
LE TECNOLOGIE AVANZANO, EPPURE MOLTE STRUTTURE CHE OFFRONO SERVIZI DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI NON RIESCONO A STARE AL PASSO. QUALI LE CAUSE? A RISPONDERE È MARIO BETTIOL FURLAN DELLA SOCIETÀ NUOVA ECOERRE
studio, totalmente privato e senza una convenzione, siamo sempre sensibili al miglioramento delle apparecchiature ed al richiamo delle innovazioni tecnologiche, fermo restando che dobbiamo anche far quadrare i conti. Per cui diciamo che le ultime tecnologie, sono più una chimera che una realtà. Ci dobbiamo attrezzare soprattutto con i macchinari di penultima generazione, che hanno dei costi abbordabili e delle tecnologie ancora estremamente valide, lasciando alle strutture di livello superiore la specializzazione estrema. Il vero nodo da sciogliere, però, resta quello burocratico». NOVEMBRE 2011