Ricerca farmaceutica
La ricerca, un veicolo di innovazione Il settore farmaceutico e cosmetico si dimostra uno dei più vitali. Merito soprattutto di una ricerca applicata nella giusta direzione. Ne parliamo con la dottoressa Kathe Andersen di Marco Tedeschi e Pmi italiane rischiano di veder congelata quella che, sul finire dell’estate, sembrava una lenta, ma stabile ripresa. È questo il sentimento dei principali comparti del manifatturiero ad autunno inoltrato; si teme infatti un'altra flessione della produzione. A fare eccezione sono il tessile-moda, i beni strumentali e la chimica, in modo particolare quella applicata al settore farmaceutico. In tutti i casi è l'export che aiuta a mantenere le posizioni, con l'incognita sui segnali di un possibile rallentamento dei mercati internazionali. «Attualmente – spiega la dottoressa Kathe Andersen, amministratore dell’I.R.A. - stiamo attraversando un periodo di crisi economica diffusa e i settori cosmetico e farmaceutico sono tra i pochi che mostrano una costante vitalità, certamente superiore ad altri settori produttivi. In particolare il comparto dei dispositivi medici, avviata la ricerca applicativa e la realizzazione pratica nonché la certificazione dell’Ente preposto, permette una ragionevole tempistica d’immissione in commercio del prodotto da quando questo viene concepito intellettualmente. Questa sua capacità di realizzazione fa sì che le risorse economiche e di ricerca siano orientate maggiormente verso la creazione di nuovi dispositivi medici, il tutto grazie alla nuova normativa entrata in vigore con la direttiva Cee del 1993, recepita in Italia qualche anno dopo». Questo tipo di attitudine operativa è stata portata avanti con determinazione da I.R.A. (Istituto Ricerche Applicate). L’azienda è infatti attiva nella ricerca applicativa per conto terzi riferibile al settore
L
Kathe Andersen, amministratore dell’I.R.A. - Istituto Ricerche Applicate di Usmate Velate (MB) www.iralab.it
190
nea | novembre 2013