DossVeneto032012

Page 47

Fabio Buttignon

25% sulle quotazioni a un mese dall’annuncio, del 17% su quelle a 6 mesi e dell’8% su quelle a un anno. Il fatto che le società siano delistate a premio, da azionisti teoricamente bene informati, dovrebbe segnalare al mercato che i prezzi di Borsa attuali sono bassi rispetto al valore intrinseco delle aziende. Il fenomeno contribuisce, quindi, all’aumento dei prezzi di società comparabili che rimangono in Borsa, oltre che stimolare la ricerca di società su cui investire che potrebbero essere interessate da future operazioni di delisting, i cui prezzi dovrebbero aumentare. È evidente che, solo quando questi fenomeni “parziali” s’associano ad altri segnali di cambiamento del ciclo economico più importanti e generalizzati, i delisting dovrebbero rallentare per aprire lo spazio a periodi di prevalenza di nuove entrate (Ipo)». Cosa può accadere invece se le aziende che escono non vengono sostituite da altre? «Prima di tutto occorre osservare che il “saldo” tra delisting e Ipo deve essere osservato nel medio-lungo periodo, posto che i due fenomeni ri-

spondono, come si è detto, a cicli economicogenerali e dei prezzi azionari affatto diversi. I delisting (volontari e involontari) aumentano quando i prezzi scendono e le condizioni economico-generali sono negative. Mentre le Ipo tendono a concentrarsi dopo periodi di crescita dei prezzi azionari e in presenza di condizioni economiche generali (e relative attese) ancora positive. Se, nel lungo periodo, un certo mercato vede una netta prevalenza di delisting rispetto alle Ipo, questo può essere un segnale preoccupante di declino del sistema economico (“reale”) sotteso al mercato finanziario. Nel futuro, ritiene ci saranno nuove aziende venete disposte a farsi quotare o le pretese dei mercati finanziari rappresenteranno un vero deterrente? «La Borsa rappresenta pur sempre un elemento importante di un sistema economico-industriale avanzato, anche e soprattutto perché funge da anello finale nella filiera degli investimenti in capitale di rischio. Se la Borsa non funziona bene ne sono penalizzati non solo gli interventi di private equity e venture capital, ma anche la medesima espansione di gruppi familiari che puntano a crescere in modo significativo, sul piano nazionale e internazionale, senza dipendere in modo eccessivo dal sistema bancario. D’altro canto, anche il funzionamento e la dinamica evolutiva del sistema bancario dipendono, in parte, dalla Borsa, per favorirne gli aumenti di capitale, le aggregazioni ma anche le disarticolazioni di rami di business, nonché la diversificazione degli investimenti dei suoi soci di controllo». VENETO 2012 • DOSSIER • 51


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.