Dossier Trentino Alto Adige 10 2011

Page 143

Marco Onida

Da decenni le Alpi sono sfruttate a fini energetici ma i benefici economici non vanno alla popolazione alpina

Sopra, Marco Onida, segretario generale della Convenzione delle Alpi. Qui sotto, la diga di Specchieri

anche a livello economico. Ciò deriva in parte dal fatto che l’ambito geografico di applicazione della Convenzione delle Alpi non corrisponde ai confini amministrativi dei Paesi membri né a quelli delle loro regioni ma, essendo la Convenzione un trattato per il territorio di montagna, “tagliano” i confini amministrativi. Questo causa resistenze, specialmente nelle regioni comprese solo in parte nel territorio della Convenzione, come Piemonte, Lom-

bardia e Veneto». Cosa pensa del tentativo di rendere le Alpi autonome dal punto di vista energetico? «Su questo nutro forti perplessità perchè causerebbe un ulteriore distruzione del territorio legata alla costruzione delle infrastrutture necessarie (dighe, parchi eolici). Da decenni le Alpi sono sfruttate a fini energetici e il territorio ne soffre - non esistono quasi più corsi d’acqua allo stato naturale - ma i benefici economici non vanno alla popolazione alpina. Le energie rinnovabili, anche se a prima vista “pulite”, occupano spazio e assorbono risorse paesaggistiche, quindi in montagna tanto “pulite” non sono. Operare con coscienza sul territorio significa individuare in comune le aree più adatte a realizzare nuovi impianti energetici, escludendo l’alta montagna da nuove infrastrutture e uscendo da logiche “provinciali”». Il progetto “Superalp” in luglio ha monitorato lo stato dei ghiacciai alpini di Monte Bianco, Monte Rosa, Aletsch, Bernina e Alpi Venoste. A quali conclusioni sono giunti gli esperti locali? «Gli effetti del cambiamento climatico nelle Alpi sono sotto

gli occhi di tutti. A fronte di un aumento medio delle temperature di circa un grado nell’emisfero nord del pianeta nell’ultimo secolo, nelle Alpi si registra un aumento di circa 2 gradi. I ghiacciai alpini hanno perso almeno 1/3 del loro volume totale negli ultimi 25 anni. L’innevamento nell’arco di 8-10 mesi non riesce più a compensare lo scioglimento che si verifica durante poche settimane di caldo estivo. Tutti gli esperti locali e internazionali che abbiamo incontrato concordano su queste dinamiche. In alcuni casi, come al Bernina o al Tonale, la copertura dei ghiacci con teli rallenta, ma non evita, lo scioglimento. Nei prossimi anni avremo un aumento delle quantità d’acqua rilasciate dai ghiacciai, ma a questo seguirà per forza una diminuzione nel lungo periodo nella disponibilità di questa risorsa, con effetti negativi sull’energia, sull’agricoltura e sul turismo. E se si considera il fatto che le Alpi sono il serbatoio d’acqua dell’Europa, gli effetti si avvertiranno in un’area molto più ampia, compresa la pianura padana».

TRENTINO - ALTO ADIGE / SÜDTIROL 2011 • DOSSIER • 177


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.