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Adamo Lacalendola

avorare insieme per lo sviluppo economico della regione; prevenire le crisi aziendali e gestirle senza perdita di posti di lavoro; collaborare con le istituzioni sulla programmazione delle politiche economiche e occupazionali”. Sono questi gli intenti esposti durante l’ultimo “Protocollo d’intesa per definire azioni comuni per lo sviluppo sostenibile, l’occupazione e il benessere sociale” siglato a Bari da Confindustria Puglia e dai sindacati confederali regionali. Ed è proprio a Bari che, come in molte altre città italiane, parlando di sviluppo, occupazione e benessere, non può essere ignorata l’inflessione subita da uno dei principali pilastri dell’economia del Belpaese: l’edilizia. «Malgrado le criticità che caratterizzano il comparto edile pugliese e tutte le problematiche legate all’identità territoriale di ogni regione, ritengo che lo stallo del “mattone” sia generalizzato e diffuso a tutta l’Italia». Il dottor Adamo Lacalendola, amministratore di varie società appartenenti al gruppo Lacalendola Costruzioni, fa un quadro lucido e diretto sulla crisi dell’imprenditorialità del settore senza però ometterne soluzioni. «Credo che la strada da seguire sia quella del consorziarsi con altre imprese». Perché, secondo lei, l’associazionismo imprenditoriale può essere una strategia di rilancio del comparto edile? «Sono tante le barriere che le imprese del settore devono riuscire a scavalcare per non soc-

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combere alla crisi; alcune, da sole, non riescono nell’intento per questioni legate all’eccessiva burocrazia, alla mancanza di erogazione del credito da parte degli istituti bancari, ai sempre più rigorosi adempimenti normativi da rispettare. Ma per le imprese che posseggono le risorse, l’esperienza e la forza decisionale per tornare a crescere, consorziarsi con altre aziende può essere la giusta strada da seguire e una valida occasione per poter mettere in campo ognuna la propria esperienza e creare prodotti e servizi di qualità sempre più alta. Perché nel mercato odierno, alla fine, è sempre la qualità che fa la differenza». In ogni settore, la diversificazione produttiva e operativa può rappresentare un valido strumento per raggirare la crisi. «La principale attività svolta dalle società del gruppo Lacalendola, ovvero imprese a carattere familiare operanti da circa 60 anni, riguarda la costruzione di immobili per abitazioni civili. Da qualche anno tuttavia, ci siamo anche avvicinati al mondo dei lavori pubblici. La

diversificazione produttiva scaturita da tale decisione ha certamente inciso sui bilanci delle nostre società ma le attività concernenti la messa in opera di immobili destinati ai privati, sono rimaste le più redditizie, certo però con margini inferiori a qualche anno fa a causa della mancanza di snellezza nella burocrazia, come già detto, e a un maggior numero di adempimenti da eseguire nell’arco temporale necessario per la realizzazione di uno stabile». Cosa devono fare le imprese per rimanere attive in questa situazione di recessione? «Bisogna innanzitutto offrire un prodotto edilizio all’avanguardia sotto ogni punto di vista, e come mi ha insegnato la mia famiglia, fare dell’onestà uno dei punti cardine del proprio modo di operare. Nonostante il momento, continuo a svolgere con molto entusiasmo quello che considero uno dei lavori più belli per tutte le sue sfaccettature e a essere sempre ottimista su una ripresa che sarà più lenta rispetto ad altri periodi storici, ma che comunque arriverà».

Il dottor Adamo Lacalendola, amministratore delle società del gruppo Lacalendola Costruzioni di Bari. In apertura, il cantiere nel quartiere Poggiofranco (BA) lacalendolaadamo@libero.it

VENETO 2011 • DOSSIER • 207


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