Dossier Puglia 01 2012

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Xxxxxxx Xxxxxxxxxxx L’INTERVENTO

Semplificare per ripartire di Paolo Buzzetti, presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili

Q

ualità del costruire significa anche sostenibilità ambientale. Il rapporto con il territorio e con le sue risorse oggi non può che essere virtuoso. Questo in Europa lo hanno capito e lo stanno già facendo: nelle principali capitali europee sono stati infatti costruiti interi quartieri ecologici, realizzati con le più moderne tecnologie. Qualcosa sta avvenendo anche in Italia ma troppo lentamente. In questo senso la possibilità di abbattere e ricostruire può essere un incentivo importante alla trasformazione delle nostre città, nell’ottica di una maggiore attenzione all’ambiente e al risparmio energetico. Innanzitutto serve un cambiamento culturale: è necessario che nel nostro Paese si faccia strada la cultura della qualità, a cominciare dalle imprese e dalle pubbliche amministrazioni. In Italia per molti decenni l’attenzione è stata esclusivamente concentrata sulla quantità: l’esigenza, del resto, era quella di dare una casa a tutti. Ma ora il contesto sociale è cambiato, bisogna lavorare sulla riqualificazione urbana. Per questo da tempo l’Ance insiste sulla necessità di adottare strumenti normativi e urbanistici adeguati, che favoriscano un processo di recupero e rilancio edilizio, come sta avvenendo in tutto il mondo, e senza il quale non sarà possibile rendere più vivibili le nostre città. Se non ci sono vincoli storici o paesaggistici particolari, anche l’edificio deve poter essere sostituito quando invecchia, così come un’automobile. Dobbiamo passare dal Piano casa al Piano città, che consenta la riqualificazione delle aree non soltanto residenziali: in questo modo non solo non consumeremo nuovo territorio, ma renderemo i nostri contesti urbani più moderni e vivibili.

Quello che l’Ance denuncia da tempo è che manca in Italia la fase decisionale: ci vuole molto più tempo che in ogni altro Paese per approvare un progetto. La decisione, però, non solo arriva tardi, ma quando arriva può essere modificata e impugnata in varie sedi fino a protrarre il processo per decenni, con conseguenze gravissime sia sul piano sociale che economico. Poche norme chiare e facilmente applicabili sarebbero dunque la chiave per eliminare questo circolo vizioso. Infine uno sguardo alla formazione dei giovani tecnici. Nel 2010 Ance ha firmato un protocollo d’intesa con i presidi della facoltà di Architettura e Ingegneria perché siamo consapevoli che le nostre imprese devono essere prima di tutto sinonimo di qualità e di eccellenza, proprio per questa ragione è importante che possano contare su giovani tecnici già formati e in grado di seguire il processo costruttivo dalla fase progettuale fino a quella esecutiva in senso stretto. Attraverso la nuova figura di “tecnico di cantiere altamente specializzato” puntiamo a contrastare quelle forme di imprenditoria non qualificata che fanno concorrenza sleale a quella sana e regolare, spesso avvalendosi di manodopera in nero, con evidenti rischi per la sicurezza dei lavoratori. Nell’attuale quadro di crisi occupazionale il protocollo assume una valenza ancora più importante. Il percorso formativo previsto punta, infatti, a un immediato inserimento del tecnico nel mondo del lavoro sia attraverso un tirocinio semestrale presso le imprese nostre associate sia con l’utilizzo della rete informativa del sistema Ance. Ciò contribuirà ad agevolare l’incontro tra domanda e offerta». PUGLIA E BASILICATA 2012 • DOSSIER • 15


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