DossLAZIO092010

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Xxxxxxx ClaudioXxxxxxxxxxx Della Porta

queste persone non risentono delle rigidità che sembrano proprie dei lavoratori italiani». Se il dato storico non è positivo, non c’è da rallegrarsi per la situazione tendenziale che dovrebbe confermare la diminuzione del volume di affari e una sensibile riduzione degli ordini. Sono solo gli effetti della crisi economica o ritiene vi sia anche una componente psicologica nella marcata riduzione dei consumi? «La criticità di sistema è evidente. Oggi si punta verso le grandi concentrazioni dei gruppi in questo settore. Le realtà storiche che hanno

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creato la grande distribuzione organizzata in Italia - mi riferisco a Conad, Sigma e similari che sostanzialmente si consorziavano in una grande centrale di acquisti - vengono meno perché i carichi finanziari sono tali da non garantire più la sostenibilità dell’attività. La stretta creditizia, che è tutt’ora presente, non permette più una gestione competitiva del magazzino che è l’elemento fondamentale della Gdo. Conosco personalmente numerose realtà da svariate centinaia di milioni di euro di fatturato che sono state costrette a passare la mano ai grandi gruppi che sono gli unici ad avere una prospettiva. Il futuro sarà sempre più caratterizzato da una VOLUMI VENDITA NELLA GDO: IPER E SUPER forte lotta tra queste corazzate. Coop, 1 Conad, Carrefour, Esselunga e altri saDati bimestrali, variazioni % tendenziali CENTRO ITALIA ranno sempre più grandi e strangoleranno la media realtà. Il problema cruciale è ormai solo quello finanziario per la gestione del magazzino e nella rotazione delle singole referenze. Oggi la grande distribuzione è completamente assoggettata all’industria che impone le referenze, i prezzi di acquisto e l’esposizione nelle corsie. Un II 09 III IV V VI 10 II cambiamento radicale rispetto a qualche anno fa, quando la grande distriCOSTO DELLA SPESA NELLA GDO: IPER E SUPER buzione aveva una capacità di contratCENTRO ITALIA Dati bimestrali, variazioni % tendenziali 1 tazione nettamente superiore». Ritiene che le modifiche che gli italiani hanno apportato al modo di fare la spesa siano definitive o temporanee? «Non credo che la causa sia il diverso modo di fare la spesa degli italiani, bensì è l’altra faccia della medaglia dell’attuale sistema distributivo italiano. Con le industrie che hanno aumentato considerevolmente il proprio peso specifico, i prodotti che subiscono negativamente la situazione sono quelli di II 09 III IV V VI 10 II nicchia e del territorio, che vengono progressivamente eliminati perché non 1 Le statistiche sono riferite all'aggregato merceologico del Largo Consumo Confezionato garantiscono una sufficiente redditività. Non fanno abbastanza numeri CENTRO: Toscana, Lazio, Umbria, Marche per competere con i prodotti industriali. I piccoli produttori, quindi, Fonte: Elaborazioni Centro Studi Unioncamere-REF su dati Indagini di Mercato e Unioncamere sono completamenti strozzati dalla LAZIO 2010 • DOSSIER • 113


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