RISTRUTTURAZIONE AZIENDALE
Stop ai concordati, si torna allo stragiudiziale Riformato dal decreto “del fare”, oggi il concordato preventivo può rappresentare un boomerang. E secondo Alberto Angeloni sarà sempre più trascurato a favore dei piani attestati di risanamento e degli accordi di ristrutturazione dei debiti Luca Càvera
on le modifiche introdotte dal cosiddetto decreto “del fare”, recentemente entrato in vigore nella sua forma definitiva, si ridurrà drasticamente il ricorso alla procedura di concordato preventivo. «Il legislatore non ha saputo risolvere i difetti strutturali del diritto delle imprese in crisi e ha nascosto un po’ di polvere sotto il tappeto. Il risultato sarà che il sistema reagirà tornando alle procedure para-fallimentari».
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L’avvocato Alberto Angeloni, fallimentarista dello studio DLA Piper Italy per le sedi di Milano e Roma alberto.angeloni@dlapiper.com www.italianbankruptcylaw.org
Queste le conseguenze delle nuove norme secondo l’avvocato Alberto Angeloni. LL.M. in business reorganization presso la University of Pennsylvania Law School e fellow di Insol International, fondatore e curatore del blog Italian Bankruptcy Law, nel quale affronta temi sul diritto delle imprese in difficoltà; come fallimentarista dello studio Dla Piper Italy, Angeloni segue, a cavallo fra le sedi di Milano e Roma, casi di diritto fallimentare nazionale, internazionale e comunitario, contenzioso e stragiudiziale. Assiste inoltre debitori e creditori in tutte le operazioni di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale nel contesto degli strumenti para-concorsuali previsti dalla legge fallimentare. Per quali ragioni giudica peggiorative le modifiche introdotte dal decreto “del fare”? «Intanto, a prescindere dalle novità del decreto, il diritto concorsuale italiano non risponde più da tempo alle esigenze del sistema: è vecchio ed esasperatamente punitivo. Il tanto celebrato concordato preventivo, per esempio, solo raramente è in grado di risolvere le crisi aziendali e restituire al sistema imprese nuovamente profittevoli. Con la recente riforma, poi, che vede la possibilità per il tribunale di nominare da subito il commissario giudiziale, la procedura può dirsi quasi archiviata nei manuali universitari, dove ha in realtà già dormito per tanti anni». Quindi, a suo avviso, il concordato preventivo, benché ancora previsto dalla legge