LA LEGGE FALLIMENTARE
Gestire la crisi d’impresa La riforma 2012 della legge fallimentare ha reso più accessibili gli accordi di ristrutturazione dei debiti e il concordato preventivo. Mariarosa Riva Carlomagno spiega gli strumenti a disposizione delle imprese in crisi Manlio Teodoro
a stretta del credito da parte delle banche, l’elevato costo del denaro, il mancato incasso dei crediti e l’eccessivo indebitamento sono le principali cause che hanno portato, negli ultimi anni, a un aumento dei fallimenti. «Per fronteggiare questo stato e sostenere le imprese in difficoltà – ricorda l’avvocato Mariarosa Riva Carlomagno –, nel 2012 è stata riformata la legge fallimentare, rendendo maggiormente fruibili alcune procedure concorsuali». Lo studio Riva Carlomagno, con sede a Monza, è specializzato da oltre venticinque anni nel diritto civile, del lavoro, societario e falli-
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L’avvocato Mariarosa Riva Carlomagno dell’omonimo studio di Monza www.rivacarlomagno.it
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mentare». «La riforma delle legge fallimentare – prosegue l’avvocato – ha reso più accessibili gli accordi di ristrutturazione dei debiti e il concordato preventivo, che può essere liquidatorio o con continuità aziendale, con lo scopo di inibire con successo il default dell’impresa. Inoltre, denunciando per tempo la situazione di crisi, si possono esplorare percorsi di risanamento e procedere alla riorganizzazione dell’impresa, onde evitare la dichiarazione di fallimento e salvaguardare i posti di lavoro e il know how». A quali condizioni un’azienda può essere ammessa al concordato preventivo?