Dossier Lombardia 09 2012

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Guido Rossi

Dobbiamo essere capaci di sfruttare al massimo il patrimonio di creatività e know how della nostra imprenditoria tessile

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tecnologiche. I risultati finora ottenuti sono ottimi e crediamo ci sia ancora spazio per il miglioramento. A questo si aggiunge che le nuove macchine sono costruite in maniera tale da ridurre i consumi energetici, con un doppio vantaggio: economico e ambientale. Però nonostante l’importanza dell’automazione, che permette di snellire i tempi di lavorazione, il fattore umano conserva ancora un ruolo cruciale in questo lavoro». Qual è il valore aggiunto rappresentato da questa componente? «Per ogni lavorazione, un terzo del processo dipende da una persona e dal suo intervento diretto e manuale. Ciò e dovuto al fatto che il percorso verso la completa standardizzazione è ancora lungo. E anzi spesso ci capita di ricevere dai nostri committenti dei materiali che hanno necessariamente bisogno di essere gestiti in maniera manuale, magari perché prodotti all’estero e non integrabili immediatamente agli standard delle nostre macchine. Questo comunque rappresenta una forza per noi, perché ci permette di fare la differenza sulle lavorazioni più complesse. Le risorse per l’acquisto delle macchine automatiche possono averle tutti, mentre la competenza e il know how non sono ancora delle merci facilmente trasferibili. Di contro, però, le risorse umane hanno un costo e questo è uno dei fattori che ha messo in difficoltà molte aziende, che si trovano ad affrontare il mercato con una tassazione sul lavoro dipendente troppo alta e la concorrenza di aziende estere che operano pressoché senza regole».

Quali sono le vostre specializzazioni produttive? «A livello di materiali siamo in grado di trasformare una gamma veramente ampia di fibre. Lavoriamo vari tipi di filamenti: le sete più pregiate tinte o grezze, i poliesteri più svariati, i ritorti, le viscose, gli acetati, i cotoni, il nylon. In più siamo specializzati nel trattamento di filativi elasticizzati. E siamo stati i primi a introdurre la possibilità di realizzare orditure di piccola e media metratura. Un tempo queste non erano convenienti a livello di costi di produzione. Oggi, con le nuove macchine automatiche ed esigenze di mercato differenti, questa nostra scelta si è rivelata vincente». Quali sono le prospettive future per il settore e quali i vostri prossimi obiettivi? «Crediamo che il settore tessile italiano abbia soltanto bisogno di maggiore fiducia. L’inventiva e la creatività sono un patrimonio che nessuno può sottrarci, dobbiamo però essere capaci di sfruttarlo al massimo proprio adesso che la concorrenza è più elevata. Come per il resto dell’economia italiana, anche per il tessile, non dobbiamo cedere al pessimismo. Naturalmente molto dipenderà dall’andamento dei consumi, sia a livello interno che internazionale. Per quanto riguarda la nostra azienda, infine, l’obiettivo è sfruttare al massimo l’ultima macchina sulla quale abbiamo investito. Il nostro è stato un investimento importante, ma puntiamo a recuperarlo entro la fine del 2012». LOMBARDIA 2012 • DOSSIER • 185


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