Milano 19(75)

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italiano 1,9

Mensile di informazioni politica e cultura della Zona 19

Anno IX - N. 5 - Maggio 1985

Milano dal fascismo a piazza Fontana Centro Commerciale al Gallaratese

L. 600

Con le elezioni amministrative del 12 Maggio

UNIPOL ASSICURAZIONI

Agente Generale

GINO M AZZOLA

Via Osoppo, 13

Tel. 02/40.80.980

Confermiamo in città ed in zona un governo stabile e di sinistra

Cinque anni di decentramento a Milano in un'ampia analisi fatta dai comunisti della zona 19 in occasione della presentazione del loro programma e della loro lista

Il 12 maggio si torna a votare per il rinnovo dei Consigli di Zona eletti direttamente per la prima volta nel 1980. E quindi possibile fare il punto sugli sviluppi che si sono avuti in questi cinque anni di decentramento politico-amministrativo nella nostra città e nella nostra zona, ed indicare le prospettive da realizzare, per rinnovare profondamente, attraverso lo sviluppo del decentramento, il modo di essere del Comune di Milano. È quanto hanno fatto i comunisti della nostra zona, che il 12 aprile scorso hanno presentato, nel salone della Cooperativa Lampugnano in via Diomede presente anche il vice sindaco Elio Quercioli, il loro programma e le loro liste.

Dal 1980 all'85 il trasferi mento di poteri e compiti (in base alla legge nazionale n°

I parcheggi al S. Leonardo e al QT8 Auto più metrò a Lampugnano

Morti cli prima e di seconda categoria

Trattamenti antiparassitari per le piante della zona

I mestée de la Milan de semper

278) ai Consigli di Zona attraverso le delibere quadro approvate dal Consiglio Comunale il 12 maggio 1980, ha visto attribuire deleghe in materia di gestione del territorio.

I Consigli di Zona sono stati coinvolti nell'elaborazione dei vari programmi urbanistici attraverso la partecipazione di gruppi di lavoro della Ripartizione Urbanistica.

E ora possibile delegare, ai Presidenti dei C.d.Z., oltre alle gestioni immobiliari (Demanio Patrimonio), il rilascio delle autori77arioni edilizie relative alle manutenzioni straordinarie lo svolgimento delle relative funzioni di vigilanza e di controllo.

Ostacoli hanno invece incontrato nella loro applicazione la delibera relativa a vigilanza annonaria, gestione dei mercati rionali e vendite controllate; e quella relativa ai compiti di vigilanza e controllo nel settore del verde.

Nel campo della cultura, dello sport e del tempo libero, la costituzione di un fondo specifico per le attività deliberate dai 20

C.d.Z.(I miliardo nell'8 I , 1 miliardo e mezzo per 1'85) ha permesso lo sviluppo di programmi elaborati dai C.d.Z. assieme all'associazionismo cale, malgrado i problemi di agibilità per molti locali pubblici che vanno adeguati alle norme di sicurezza stabilite dall'ultima legge nazionale (Centri Sociali, Centri per il tempo libero, sale per riunioni, ecc.).

Nel settore scolastico buona è stata l'attuazione delle delibere relative al servizio refezione scolastica, al trasporto alunni, alle gite culturali e l'utilizzo dei fondi regionali relativi al diritto allo studio: i C.d.Z. gestiscono autonomamente circa 2 miliardi e mezzo complessivamente.

Dipende inoltre dai C.d.Z. buona parte delle manutenzioni ordinarie con risparmi anche del 30-40% e risposte immediate alle scuole, e la programmazione delle manutenzioni straordinarie degli edifici scolastici.

Importanti sono infine stati gli interventi dei C.d.Z. per il riuso, per altri servizi, degli edifici scolastici in svuotamento

per il calo naturale dell'utenza.

In Zona 19, sono state riutilizzate le ex scuole materne di: Piazzale Segesta per il Cento Anziani;

— Via Stratico un'ala per la ludoteca;

— Via Uruguay per il Centro territoriale riabilitativo per handicappati adulti;

Via Ojetti per gli ambulatori e la sede della USSL di zona;

Via Betti per il SIMEE (Servizio di Igiene Mentale nell'età evolutiva) e il CPS (Centro Psico-sociale).

l'ex asilo nido di Via Albenga per il nucleo operativo per le tossicodipendenze;

Perché ho accettato la candidatura

Cari lettori.

al momento in cui questo numero di Milano 19 verrà distribuito parte di voi avranno forse già appreso della mia candidatura al Consiglio Comunale di Milano nella lista del Partito Comunista Italiano per le prossime elezioni amministrative del 12 maggio.

le ex scuole elementari di; — Via Uruguay come sede dell'Istituto Professionale Alberghiero; — Via Oderzo, come sede di

una Sezione dell'Istituto Professionale «Caterina da Siena»; — Via Lampugnano per il Centro Comunitario di Trenno (segue in ultima)

Proposta di Variante per via Isernia

Uffici e servizi al posto di verde ed aree a parco

Chiesta dal Consiglio di Zona una integrazione al piano affinché si tengano presenti le esigenze del parco Monte Stella e della popolazione residente

L'Amministrazione comunale di Milano ha fatto pervenire al Consiglio di Zona 19 la relazione sulla proposta di variante al Piano Regolatore Generale (P.R.G.) vigente relativa all'area adiacente a via Isernia, al QT8, libera da costruzioni, in parte non sistemata, in parte primordialmente sistemata a verde connesso al parco del Monte Stella ed in parte di pertinenza delle strutture dell'attiguo mercato comunale.

Tale area, che complessivamente si estende per una superficie di circa 9.630 metri quadrati, nel P.R.G. vigente è destinata a verde, aree per spazi pubblici a parco, per il gioco e lo sport di livello comunale.

Tale destinazione, che riflette l'obiettivo di massimizzare l'estensione delle aree a servizi ed a parco poste tra il quartiere Gallaratese ed il «Quartiere Sperimentale Modello» (il QT8) sorto per iniziativa della Ottava Triennale di Milano, non toglierebbe pienamente — secondo la relazione dell'Ufficio Tecnico comunale — l'esigenza manifestatasi in questi ultimi anni, di incrementare la dotazione dei servizi del quartiere in alcuni settori di carenza, ivi comprese attrezzature per il tempo libero connesse alla fruizione del parco, oltre alla introduzione di presenze funzionali, anche di entità contenuta, di integrazione della residenza e di arricchimento dei caratteri monofunzionali del quartiere stesso.

Sul piano fisico — sempre secondo la relazione — il sod(segue in ultima)

Il vice segretario «fac-totum» del P.S.I., on. Claudio Martelli, ha recentemente presentato alla direzione del suo partito quella che («Avanti!» non ha esitato a definire «la linea politica del P.S.I. per le amministrative».

Per la verità quella relazione ci è parsa più che una «linea politica» una «tattica elettorale», che è cosa assai più modesta ed utilitaristica. Difatti essa manca assolutamente di quell'insieme di analisi, obiettivi, proposte che sostanziano una «linea politica», ma si muove a zig-zag, senza obiettivi sicuri. E così dice «no» alla richiesta demitiana di omogeneizzazione pentapartitica delle amministrazioni locali, così come all'indicazione comunista di giunte di programma e progressiste. Ma la coerenza della «non scelta» ambivalente è soltanto apparente. Infatti la DC di De Mita pretende le al-

Perché ho accettato tale candidatura? Non certo per ambizioni di carrierismo politico (del resto prossimo all'età pensionabile come sono direi che partirei molto in ritardo), ma soltanto per coerenza.

A suo tempo ho difatti liberamente scelto di entrare nel Partito Comunista Italiano ritenendolo l'unica forza politica in grado di svolgere un'azione innovatrice e moralizzatrice nella vita pubblica italiana, di rompere clientelismi. opportunismi e lottizzazioni, di instaurare un rapporto più corretto tra cittadino e cittadino, tra cittadino e stato. Ed in questi anni di militanza politica mi sono sempre più convinto di aver compiuto la scelta giusta.

Nel 1977 mi è stata poi affidata la direzione di questo giornale, nato, come abbiamo scritto sin dal primo numero, per iniziativa dei comunisti della Zona 19. ma aperto a tutti. E la prova di questa apertura ritengo che l'abbiamo data a sufficienza, visto che oggi come oggi la redazione di Milano 19 è composta per la maggior parte da persone non iscritte al P.C.I.

E da questo osservatorio ho avuto modo di vedere, di sentire i problemi, i bisogni degli abitan' ti di questa zona. Problemi e bisogni che forse possono sembrare marginali, secondari rispetto a quelli nazionali o mondiali, ma che pure non devono sfuggire all'attenzione di chi amministra la cosa pubblica, perché soltanto così si possono rafforzare la vita democratica e la convivenza civile.

leanze locali in funzione della sopravvivenza della alleanza nazionale, confondendo governo centrale con governi decentrati (si vota infatti per il rinnovo delle amministrazioni locali e non per la conferma od il cambiamento del governo nazionale), mentre il P.C.I. chiama ad un pronunciamento di contenuti programmatici, aprendo un confronto per coerenti scelte di campo attorno a quello che è l'effettivo oggetto del voto.

Ed è soltanto in questo secondo caso che si salvaguardano, si rispettano le autonomie locali, che non sono certamente prive di contenuti e di storia e che costituiscono il tessuto e la salvaguardia della democrazia.

Della democrazia autentica, naturalmente, quella che non ha bisogno di aggettivi.

Gian Piero Pagetti (segue in ultima)
La "non scelta"

Un ringraziamento all'USSL 75/19

Egr. Direttore di Milano 19 Rilevo con dispiacere la campagna denigratoria in atto contro la riforma sanitaria e ho dubbi sugli interventi della Magistratura non in quanto tali che se giusti vanno eseguiti, ma per i tempi scelti per la loro esecuzione.

Allego al caso e a dimostrazione contraria, lettera inviata alla U.S.S.L. del nostro Quartiere con preghiera di pubblicarla.

Così come ringrazier ò l'ospedale «Sacco» per le rapide prestazioni: in 50 minuti accettazione, visita, prelievo sangue, radiografie e dopo analisi immediate trasfusioni effettuate dopo solo 2 ore.

Di ci ò che va male si parla molto, ma si parli anche di ci ò che va bene e si ringrazino gli onesti per evidenziare quelli che non lo sono.

Vi sono molti modi di fare «eversione»: sparare alle gambe, uccidere persone, fare stragi, ma la più subdola è quella spicciola, giornaliera, individuale compiuta da negligenza più o meno interessata per creare nel cittadino sfiducia nelle strutture del nostro Stato democratico.

Per renderlo apatico o addirittura reattivo nella speranza di far tornare «tempi e forme di gestione pubblica» che le nuove generazioni non conoscono, ma per chi li ha vissuti e sopportati non dovranno tornare mai più!

Ringraziando Gianfranco Narratone

Spett.le Presidenza U.S.S.L.

Via Ojetti - Milano

Milano, 1.4.1985

Quale cittadino del Quartiere desidero esprimere il ringraziamento per la professionalità dimostrata dal personale addetto.

Giovedì 28/3 u.s. alle ore 8 mia madre Malvina Pino è stata accompagnata per il' prelievo e successive analisi del sangue.

Le Dottoresse preposte alle ore 12,30 identificato il medico richiedente l'analisi, Dott. Bot-

Un vicolo di campagna all'ombra del metrò!

tani, comunicavano telefonicamente il grave risultato permettendo così l'immediato ricovero alrospedale «Sacco».

Il successivo pronto intervento con trasfusioni nel corso della notte hanno permesso il superamento di una gravissima situazione.

Prego pertanto voler trasmettere alle Dottoresse, in attesa di poterle conoscere e farlo personalmente, i miei più grati ringraziamenti ed elogio per l'umana professionalità dimostrata. Ciò a conferma che non solo leggi, ma rapporti umani e doveri professionali possono perfezionare il nostro vivere civile.

Con gratitudine Gianfranco Narratone

Di fronte al numero civico 34 di via Uruguay zona 19, c'è una via che costeggiando la parte laterale della Parrocchia Regina Pacis, esce in via Quarenghi. Molte persone la percorrono per raggiungere la metropolitana sita, appunto, in via Quarenghi ma denominata arbitrariamente «Uruguay»!? Il percorso che congiunge i due estremi (una specie di scorciatoia) assomiglia piuttosto ad un vicolo di campagna che ad una strada. D'inverno si presenta come una zona d'ombra priva d'asfalto e di illuminazione. Sono indescrivibili le condizioni del terreno: dissestato, awallato e rabberciato-con piccoli riporti di terra nel tentativo, mal riuscito, di adattarlo a mezzo viabile.

Neve e rifiuti Cartoni e lattine

Ora penso a coloro che per raggiungere il posto di lavoro magari due volte al giorno, sono costretti a mille disagi col rischio di cadere fra fango e pioggia, pur di arrivare al sospirato metr ò. E mi riferisco anche alle persone anziane che in tale impresa incontrano maggiori difficoltà.

Crediamo opportuno segnalarvi lo stato di abbandono per sporcizia nel quale si trova il Monte Stella dopo questo lungo e nevoso inverno.

Gli inquilini di Via A. Visconti n°2/8 e di Via Appennini 95/117 chiedono di aprire un'indagine sopralluogo per i seguenti motivi: In questi giorni vengono depositati: mobili vecchi, elettrodomestici, masserizie altamente infiammabili provenienti dallo sgombero di Via Cercovo, nei locali sottostanti gli stabili ricavati dalla chiusura piloty e lasciati in abbandono perché dichiarati totalmente inagibili dallo Ufficio di Igiene e Sanità.

Tanto che si è più volte rifiutato l'utilizzazione sia da parte di Gruppi Sociali totalmente assenti in quartiere, sia per l'utilizzo di magazzini da parte di artigiani del quartiere. Ritenendo tale azione abusiva ed all'infuori di ogni regola democratica da parte del Comune e dallo IACPM in caso di eventuali facili incendi o furti, riteniamo responsabili le Autorità che hanno autorizzato il deposito ed invitiamo un sollecito controllo onde evitare spiacevoli e gravi conseguenze. Ringraziando, firmato gli inquilini del quartiere S. Leonardo. (Seguono numerose firme)

Esiste a Milano, da diversi anni, l'Associazione «V.M.P.Volontari Milano Pulita» patrocinata dal Comune. Questi eroici e tenaci cittadini operano con risultati lusinghieri e si augurano che la conoscenza della loro attività si estenda maggiormente affinché gli intenti anche in collaborazione con gli enti preposti diventino più costanti ed efficaci.

L'Associazione svolge la propria opera in coordinamento con l'Amministrazione comunale offrendo completa disponibilità per il raggiungimento degli obiettivi comuni.

I principali obiettivi vengono realizzati con un programma di Educazione Civica rivolto alla cittadinanza per la conservazione dell'ambiente e il decoro di monumenti, palazzi, strade, giardini della nostra città e con interventi indirizzati alle scuole e finalizzati agli intenti di cui sopra.

Per conseguire questi scopi è stata anche chiesta la collaborazione delle Commissioni Igiene e Sanità, della Scuola, dell'ambiente, dell'Ecologia, ecc., che operano presso i vari Con-

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In una città come la nostra che ama definirsi metropoli non dovrebbero verificarsi simili inconvenienti. Mi rivolgo quindi al Comune di Milano affinché prenda atto della situazione in oggetto adottando i provvedimenti del caso, nella speranza che queste parole non si disperdano nell'indifferenza burocratica. E.P. sigli di Zona. Come riconoscimento per l'operato dei Volontari il Comune di Milano ha gentilmente concesso loro una sede sita in Viale Bligny n°22.

Al fine di rendere noto alla cittadinanza questo ambito traguardo, i Volontari hanno svolto una cerimonia di inaugurazione il 20 aprile alle ore 16,30. Cerimonia alla quale hanno partecipato Autorità e rappresentanti della stampa. La manifestazione è stata occasione pei la consegna da parte del ViceSindaco On. Quercioli di un Diploma di benemerenza a cittadini che si sono particolarmente prodigati per gli intenti dell'Associazione.

Si spera che la Zona 19, sensibile all'urgenza ed alla necessità di una città più pulita, risponda all'appello ed alle iniziative di questa encomiabile Associone: I Volontari sono a disposizione di coloro che vogliono collaborare fornendo anche consigli e denunce presso la loro nuova Sede nei pomeriggi di martedì e giovedì, oppure rispondono al n°8379722 nei pomeriggi medesimi. Neda

Siccome siamo convinti che sia proprio il Caso di effettuare una radicale pulizia per liberare la nostra «Montagnetta» dall'abbondanza di rifiuti accumulatisi con la gara sciistica del dicembre scorso, dai rami secchi caduti e dagli innumerevoli pezzi di plastica adoperati dai bambini ed adulti per scivolare durante e dopo le abbondanti nevicate. Confidiamo nel vostro interessamento in merito.

Carrara, Savoldi, Mariani, Galca, Foti

Piazza Stuparich

Siamo un gruppo di cittadini abitanti in Piazza Stuparich e dintorni molto grati al comune per aver riordinato i giardini. Dobbiamo segnalarvi per ò che le panchine, rimosse a suo tempo per i lavori di sistemazione non sono state più rimesse.

Ci auguriamo pertanto che gli interessati non se ne siano dimenticati perché con l'avvicinarsi della bella stagione ci faranno proprio comodo.

Speriamo anche che con la sistemazione dei giardini fossero rimesse a dimora le piante sradicate durante il nubifragio del 1983, ma purtroppo non se ne è fatto nulla.

Inoltre vi dobbiamo segnalare in codesta piazza era stato collocato un contenitore per il vetro ma purtroppo è stato tolto e non ne sappiamo il perché.

Vi preghiamo pertanto di segnalare le nostre richieste a chi di dovere per vedere se è possibile appagare i nostri desideri.

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Cara Milano 19, dopo esser rimasti rintanati in casa per tanto tempo a causa del tempo inclemente, ai primi tepori primaverili abbiamo voluto fare quattro passi sulla Montagnetta. Non che ci aspettassimo di veder spuntare, tra le chiazze di neve, primule o pervinche, ma neppure un altro genere di fioritura: teli di plastica, cartoni, lattine, pezzi di erba artificiale formato famiglia ed immondizie varie costellavano la pista su cui quest'inverno. si sono disputate le gare sciistiche. Ma ancora più gravi apparivano i danni del manto erboso, ferito dai solchi profondi della pista, oltre che dalle esibizioni di alcuni centauri, resi baldanzosi dall'assenza di vigili urbani.

Al di là di un urgente repulisti da parte dell'AMNU, ci chiediamo se non sia il caso di evitare, in futuro, questo tipo di gare, nonché tutte quelle manifestazioni che non garantiscono il rispetto, o quanto meno il ripristino, delle condizioni ambientali. Ci piace infine immaginare la Montagnetta ormai un oasi tra un intrico di strade e traffico intenso e pesante, come un vero e proprio giardino pubblico, con una alberazione ricca e varia, laghetti artificiali e dei vigili urbani, che con la loro presenza scoraggino comportamenti poco civili. Maria Zanisnacchia, Delia Oppo

milano19

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MILANO DAL FASCISMO A PIAZZA FONTANA

Sul Duomo ritorna a splendere la Madonnina

Ma la città è profondamente ferita - Bisogna rimboccarsi le maniche e cominciare a ricostruire di

Il 1° Maggio 1945 i milanesi si riversarono nelle strade e nelle piazze per celebrare la Festa del Lavoro, finalmente ripristinata dopo tanti anni di soppressione fascista, e la vittoriosa conclusione della Resistenza, per partecipare alle solenni esequie dei caduti dei giorni dell'insurrezione ed a manifestazioni popolari, sul tipo di quella organizzata da una sezione del Partito Comunista a Porta Genova o di quella improvvisata dalle donne del quartiere a Porta Ticinese, per ascoltare Giuseppe Alberganti, comunista, eletto appena due giorni prima segretario generale della ricostituita Camera del lavoro di Milano, o il comandante generale delle Brigate Garibaldi, Luigi Longo, che quel giorno, parlando a Milano, affermò l'esigenza di un governo «saldamente legato alle masse ed alle organizzazioni nate nel fuoco dell'insurrezione», ma anche, e soprattutto, per stare insieme, per manifestare la propria gioia per la fine di un lungo incubo.

Erano finalmente finiti quei venti lunghi mesi di occupazione nazista, nel corso dei quali a Milano i partigiani avevano avuto 1.206 morti, di cui 856 caduti in combattimento e 350 fucilati dai nazifascisti. Ma ancor peggio era andata a fascisti e tedeschi che, sempre a Milano, in quello stesso periodo avevano avuto complessivamente 1.870 morti e 744 feriti. E dei ben 8.362 di loro erano stati fatti prigionieri dai patrioti nei giorni dell'insurrezione.

Il 2 maggio I'AMG (Allied Military Government, Governo Militare Alleato) nominò il tenente colonnello Hershensonn governatore civile e il generale Cran (che verrà poi sostituito da Maddon) governatore militare di Milano, che assunsero i poteri fino ad allora esercitati, dal giorno dell'insurrezione, dal CLNAI e per prima cosa ordinarono ai tribunali popolari e del CVL di sospendere i procedimenti penali contro i fascisti accusati di crimini di guerra e di trasferire gli imputati a San Vittore a disposizione della Commissione di Giustizia Alleata. Così non pochi colpevoli poterono sfuggire alla giustizia.

Quello stesso 2 maggio i tedeschi che ancora si trovavano sul territorio italiano si arresero in blocco agli alleati.

La guerra in Italia era così finalmente finita anche ufficialmente. A Milano era cessato l'oscuramento, tra le mura del palazzo dell'ex «Popolo d'Italia» (già di proprietà di Mussolini) ribattezzato «Palazzo dei Giornali» in piazza Cavour soffiò il gran vento del giornalismo libero: a «l'Unità» comunista, all'«Avanti» socialista, al «Popolo» democristiano si aggiunsero altre testate, nuovi quotidiani come il «Corriere Lombardo» di Edgardo Sogno, subito seguito da «Milano Sera» e dal «Corriere di Milano». E sulla guglia più alta del Duomo la Madonnina, finalmente spogliata dal manto grigioverde che per cinque lunghissimi anni l'aveva ricoperta, tornò finalmente a risplendere al sole, facendo scrivere a Gui-

do Mazzali, a quel tempo direttore dell'«Avanti!»: «E tornata a risplendere la Madonnina! Illusione o inganno ottico? Ci sembrava che la Madonnina risplendesse come mai, proprio mai l'avevamo vista risplendere prima. E certo che in quel momento mi è sembrato 'davvero che il triste e lungo incubo si fosse dileguato per sempre: finita la guerra. finiti gli orrori, finite tutte le sofferenze. Tornava a splendere alto e nobile sui fastigi il simbolo di Milano, della grandezza, dell'operosità, della vitalità inesausta, del buon cuore di Milano: tornava la pace. tornava la fiducia, tornava il lavoro, tornava Milano».

Vietato parlare ai milanesi

E a Milano cominciarono a tornare con ogni mezzo, a piedi, in bicicletta, sui carri, chi portandosi dietro le poche cose che era riuscito a salvare dalla bufera e chi portando con sé soltanto il niente, el «nagotta», che gli era rimasto, i milanesi che erano sfollati, quelli che avevano combattuto sulle montagne, quelli che erano sopravvissuti agli stermini dei campi nazisti, quelli che erano stati rilasciati dai campi di concentramento alleati o che risalivano dal sud dove erano stati bloccati dagli eventi della guerra. Ma molti furono quelli che non tornarono mai più, morti nei Lager nazisti, su lontani campi di battaglia dove erano stati mandati a combattere una guerra che non avevano mai voluto, caduti combattendo, questa volta per propria scelta, contro i nazifascisti o magari spirati lontano di casa per cause del tutto naturali, come fu il caso di Antonio Curti, studioso, poeta e commediografo dialettale, autore tra l'altro delle commedie «La giornada di locch» e «La Muffa», e di Antonio Galli, pittore, giornalista e poeta, entrambi morti in quello stesso 1945 lontano-dalla loro Milano, il primo a Cannobio ed il secondo a Calolzio dove erano sfollati.

E il 4 maggio giunse a Milano anche Umberto di Savoia, principe ereditario, Luogotenente, dal giugno dell'anno prima, del regno, «el stellassa»; come lo chiamavano i milanesi, accolto da un'atmosfera non certo calorosa, anzi alquanto fredda, gelida, diremmo, anzi ostile, per essere più precisi; il prefetto Riccardo Lombardi, del Partito d'Azione, si rifiutò di riceverlo, il Comando generale del CVL non gli diede il permesso di assistere alla sfilata dei partigiani e il generale Raffaele Cadorna gli consigliò persino, per evitare incidenti, di non passare in rivista le unità dell'Esercito italiano di stanza in città. E nella notte la villa in cui il principe era ospitato venne addirittura fatta segno a raffiche di mitra.

Fu quindi in assenza del Luogotenente che il 6 maggio 1945 le formazioni partigiane sfilarono, prima di consegnare le armi, per le strade di Milano,

raccogliendosi poi, con i loro colori e le loro bandiere, intorno alla tribuna dove i dirigenti del CLNAI e del CVL avevano preso posto assieme agli ufficiali americani ed inglesi.

Ma su quella tribuna mancavano i dirigenti del CLN centrale di Roma ai quali gli alleati avevano negato il permesso di recarsi a Milano, forse anche perché il giorno prima, il 5 maggio 1945, una commissione del CLNAI (composta da Rodolfo Morandi del PSIUP e presidente del CLNAI, Giustino Aspesani del PLI, Achille Marazza della DC, Leo Valiani del Pd'A, Emilio Sereni del PCI e Sandro Pertini del PSIUP), giunta a Roma da Milano, aveva chiesto le dimissioni del governo Bonomi, considerandolo non adeguato ai compiti posti dalla Liberazione, e la sua sostituzione con un nuovo governo capace di esprimere a livello politico le aspirazioni della Resistenza. Lo stesso concetto venne ribadito il 6 maggio a Milano nel corso di un convegno dei CLN dell'Alta Italia al cui termine venne richiesto «un radicale rinnovamento della dilezione politica del paese». E il 12 maggio Bonomi fu costretto a dimettersi.

Cinque giorni dopo, il 17 maggio, gli alleati si decisero finalmente a concedere ai dirigenti antifascisti di Roma di recarsi nell'Italia del Nord, dove Bonomi, Togliatti, Nenni, Gronchi, Soleri, Brosio, Einaudi, Lussu, La Malfa e De Gasperi presero contatto con una realtà incandescente. In particolare il comunista Togliatti ed il socialista Nenni vennero accolti nelle piazze di Milano da folle acclamanti che chiesero loro, a gran voce, di parlare. Ma gli alleati, che non perdevano occasione per far sentire pesantemente la loro presenza, avevano proibito ogni discorso, avevano detto agli uomini politici venuti da Roma «vietato parlare ai milanesi» così come sui muri di tutti i casotti (o bordelli, o case chiuse o postriboli come meglio vi và di chiamarli) della città avevano scritto «off limits» per impedire ai loro soldati di entrarvi. Alla fine però Togliatti e Nenni decisero di ignorare il divieto e di parlare ai milanesi... E Togliatti, che all'epoca era vice presidente del Consiglio dei Ministri, si beccò, per tale suo atto, una solenne «deplorazione» dagli «alleati».

È giunto il momento di tirarsi sù le maniche

Il 22 maggio giunsero a Milano i corpi dei 68 martiri fucilati neppure un anno prima dai tedeschi a Fossoli. Le salme rimasero esposte per tutto il 23 maggio in Duomo per ricevere l'omaggio dei milanesi, che il giorno dopo le accompagnarono in massa fino al cimitero.

Quello stesso 24 maggio i rapprsentanti del CLNAI si incontrarono, approfittando della loro presenza a Milano, con gli uomini politici di Roma per concordare con loro un pro-

gramma ed una lista di nomi per formare un nuovo governo in sostituzione del dimissionario governo Bonomi. Le candidature alla presidenza del consiglio che prevalsero in un primo tempo furono quelle del democristiano De Gasperi e del socialista Nenni, ma nessuna delle due raggiunse la necessaria unanimità e alla fine venne scelto. Ferruccio Parri, che si trovò così a presiedere il primo governo dell'Italia liberata. Si trattò di una vittoria dello spirito della Resistenza, del «vento del nord» che parve spirare su tutta l'Italia, suscitando però resistenze, reazioni ed opposizioni nelle regioni meridionali, dove si era passati attraverso altre esperienze e dove, mentre al nord si combatteva contro i nazifascisti, un giornalista e commediografo napoletano, Guglielmo Giannini, aveva fondato il movimento dell'Uomo Qualunque, che, accogliendo nelle sue file i seguaci del vecchio regime, preparò la strada al neofascismo.

Ma per il momento Milano continuava a svolgere il suo ruolo di capitale che si era conquistato durante la Resistenza. Una capitale a dire il vero un po' malconcia, con le sue strade ancora ingombre di macerie, più della metà delle sue abitazioni distrutte e seriamente danneggiate, le sue fabbriche pressoché ferme, non soltanto per i danni subiti dai bombardamenti, ma ancor più perché, da troppi anni sfruttate per la produzione di guerra, avevano bisogno di profonde e spesso radicali trasformazioni per poter essere adattate alla produzione del tempo di pace. «L'è el moment de tirass indree i manich e de comincià a fà sù tuttcoss de cap», si dissero i milanesi. Ed in quella stessa primavera-estate del 1945 diedero mano a pale e picconi e si misero al lavoro per ricostruire case, fabbriche, scuole e, già che c'erano, anche gli edifici sbriciolati della vecchia Umanitaria, che, sotto l'intelligente guida di Riccardo Bauer, potrà così risorgere sul modello e con lo spirito originali, rielaborata secondo le nuove esigenze.

Di ritardo in ritardo addio al cambio

Il 24 luglio le Camere del Lavoro dell'Alta Italia tennero un convegno a Milano (presenti il comunista Di Vittorio, il socialista Lizzadri ed il democristiano Giannitelli, che aveva sostituito Achille Grandi malato) e sanzionarono l'unificazione del movimento sindacale italiano nella CGIL (Camera Generale Italiana del Lavoro) già stabilita il 1° febbraio di quello stesso anno a Napoli al congresso costitutivo di tale organi7727ione.

L'8 agosto sempre a Milano la direzione del PCI, decise di unificare le sue delegazioni — quella di Roma e quella di Milano — in un unico organismo

eleggendo segretario generale nazionale Palmiro Togliatti.

Ed in quello stesso mese di agosto, in quello stesso Teatro Lirico dove soltanto otto mesi prima Mussolini aveva recitato la sua ultima sceneggiata, i Comitati di Liberazione dell'Alta Italia tennero il loro congresso presieduto da Rodolfo Morandi, il quale, nella sua relazione, affermò che: «Fino a che la democrazia, con la Costituente. non si sarà concretata nei suoi istituti, essa non si può fondare che sulla realtà del movimento dei CLN ed un governo democratico può reggersi soltanto con il sostegno di questi organismi». Ed a sua volta il presidente del consiglio Parri affermò: «Non sono del parere che i CLN rappresentino un pericolo di frazionamento per l'autorità dello stato e di duplicità dei poteri. Questa creazione della rivoluzione italiana sostituisce oggi gli organi elettivi». Si trattava di affermazioni fatte non a caso. L'unità nazionale, non più cementata dalla necessità della lotta armata antifascista, cominciava difatti ad incrinarsi. La DC già prima del 25 aprile aveva ritirato la sua adesione dai Gruppi di Difesa della Donna e poche settimane dopo la Liberazione Radio Milano Libera aveva annunciato la costituzione delle ACLI (Associazioni Cattoliche Lavoratori Cristiani) e del CIF (Centro Italiano Femminile) nei quali non era possibile non vedere un disegno della DC di far uscire i cattolici dalle organi77a7ioni unitarie createsi, proprio a Milano, durante la Resistenza. A sua volta il 30 maggio il segretario del Partito Liberale, Leone Cattani, si era scagliato contro gli «eccessivi poteri dei CLN» proponendo di ridurli a semplici «camere di compensazione» tra i partiti. E gli «alleati» avevano preso la palla al balzo declassando, il 2 giugno, i CLN da organismi di governo ad organi puramente consultivi.

Ma ciò non parve sufficiente agli industriali milanesi (molti dei quali erano appena rientrati dalla Svizzera dove si erano rifugiati alla fine della guerra ed avevano lasciato nelle sicure e discrete banche di quel paese buona parte dei quattrini più o meno lecitamente racimolati durante il conflitto), i quali in quello stesso mese di agosto 1945 cominciarono ad attaccare il govérno Parri, colpevole, ai loro occhi, di non aver ancora abrogato il decreto emesso il 17 aprile, a Milano dal CLNAI per l'istituzione dei Consigli di gestione nelle fabbriche ed ancor più di tenersi come ministro delle finanze il comunista Mauro Scoccimarro che aveva la pretesa di ricostruire il paese a spese dei ricchi imponendo il cambio della moneta, un'imposta straordinaria sul patrimonio e il sequestro puro e semplice dei profitti di regime, di guerra e di speculazione, giungendo ad affermare che il dilemma era «o far pagare le spese alle classi ricche o vendersi

allo straniero e compromettere così l'indipendenza nazionale e l'avvenire del paese».

Ma gli industriali milanesi, e non soltanto milanesi, tra indipendenza ed avvenire del paese ed il loro portafogli scelsero quest'ultimo. Che diamine! Da quando in qua un ministro poteva permettersi l'ardire di ficcare il naso nelle loro tasche?!

Il cambio della moneta avrebbe infatti consentito un censimento delle ricchezze e facilitato una politica tributaria instransigente: due prospettive che i ricchi, nuovi o vecchi che fossero, non potevano certamente tollerare. E nell'opposizione al cambio della moneta trovarono alleati nel governa-. tore della Banca d'Italia, Luigi Einaudi, ed in una serie di intoppi, forse non del tutto fortuiti.

Così quando nel settembre 1945 il ministro Scoccimarro, non vedendo ancora nulla di organizzato per il previsto cambio della moneta, chiese una convocazione straordinaria del consiglio dei ministri, qualcuno affermò che mancavano scarpe e fucili per i carabinieri che avrebbero dovuto vigilare sui diecimila posti di conversione previsti e qualche altro disse che non c'erano biglietti di banca a sufficienza. Ma il ministro venne a sapere che una grande fabbrica carta-valori di Milano, in grado di stampare da sola il fabbisogno in pochi mesi, aveva sollecitato invano, soltanto un paio di settimane prima, un'ordinazione di stampa. Il ministro del tesoro Federico Ricci (che 'era subentrato al defunto Marcello Soleri, con cui Scoccimarro aveva concordato il piano finanziario) provvide allora immediatamente ad ordinare il lavoro alla fabbrica milanese, ma una ventina di giorni dopo Scoccimarro ricevette una lettera con cui lo si informava che per errore (guarda caso!) la carta filigranata era stata spedita anziché allo stabilimento di Milano ad uno stabilimento di Novara, che non poteva dar corso immediato all'ordinazione perché già oberato di lavoro. Quindi, altro ritardo. E di ritardo in ritardo il cambio della moneta non venne mai fatto (né allora, né dopo) ed in Italia continuarono a circolare tranquillamente non soltanto i soldi stampati dal governo legittimo di Roma e le AM Lire stampate dagli alleati, ma anche le banconote che in venti mesi di occupazione dell'Italia del Nord tedeschi e repubblichini avevano stampato allegramente, senza parsimonia alcuna.

(31 - Continua - Le puntate precedenti sono state pubblicate a partire dal numero di settembre 1982)

Nella foto in alto accanto al titolo: 1945, finita la guerra i milanesi rientrano con ogni mezzo in città dai precari «sfollamenti».

maggio 1985 milano 19 - pagina 3

Deliberati dalla Giunta Municipale

Trattamenti antiparassitari

per le piante della Zona 19

Si protrarranno per un periodo di due anni ed avranno lo scopo di prevenire o ridurre, con prodotti a bassa tossicità, gli attacchi dei parassiti agli alberi delle sistemazioni a verde e delle strade alberate

Con procedura d'urgenza la Giunta Municipale milanese ha deliberato di dare il via a trat- Ä tamenti antiparassitari, per un periodo di due anni, alle piante delle sistemazioni a verde e vie alberate cittadine in nove zone del decentramento e precisamente la 5, la 6, la 14, la 15, la 16, la 17, la 18, la 19 e la 20.

Tale delibera, che come abbiamo visto interessa anche la nostra zona, è stata motivata dalla constatazione che da alcuni anni si nota un continuo deperimento del vigore vegetativo delle piante della città, conseguente dalle peggiori condizioni trofiche delle piante e dal moltiplicarsi e diffondersi di parassiti, quali insetti e funghi.

Per quanto si riferisce alle condizioni trofiche si interviene con concimazioni fogliari e fertirrigazioni, mentre per quanto riguarda la protezione fitosanitaria è necessario operare con prodotti insetticidi, acaricidi e anticrittogamici e procedere ad una copertura continua e sostanzialmente preventiva in modo da non dover usare prodotti altamente tossici.

I trattamenti eseguiti negli anni precedenti al 1980 in economia non sempre hanno ottenuto i risultati attesi in quanto gli interventi, non programmabili per propria caratteristica, hanno subito frequenti interruzioni. Dove invece è stato possibile intervenire con tempestività si è osservato un notevole miglioramento delle condizioni fisiologiche delle alberature cittadine, il che dimostra che la via da seguire della copertura preventiva di base dagli attacchi dei parassiti.

In considerazione di quanto esposto sopra e tenendo conto del fatto che negli anni 1983 e 1984 si sono manifestati virulenti attacchi di parassiti delle piante in tutte le Zone della città, la Giunta Municipale ha quindi deliberato un immediato intervento con prodotti antiparassitari a bassa tossicità, in modo di prevenire o ridurre l'intensità di tali attacchi:

Il 25 Maggio Spettacolo e Recital poetico al "Gruxa"

Il giorno 25 maggio alle ore 21, presso il Circolo Culturale Gruxa di via Albani n° 56, si terrà lo spettacolo: La felicità è come una goccia di rugiada sul petalo di un fiore (Vinicius De Moraes).

La manifestazione è imperniata sul materiale poetico e musicale, sulla libertà e la denuncia nell'espressione della vita popolare.

— Coordinamento e organizzazione a cura di Patrizia Angelini, Regia di Sileno Baldassari.

Si comunica inoltre, che nella stessa Sede il giorno 16 giugno alle ore 16, a chiusura dell'anno culturale, avrà luogo un Recital generale di poeti invitati dal «Gruxa».

L'interpretazione delle loro liriche è affidata a Sileno Baldassari.

Associazione G3

Accogliendo una richiesta sottoscritta da cinquecento firme, il Consiglio di Zona 19 ha assegnato in gestione alla Lega Pensionati G.2 San Leonardo ed alla Associazione G.3 il campo giochi di via E. Falck.

Considerato che tale campo giochi è ormai semidistrutto e da anni inutilizzato, le due organizzazioni si sono impegnate a custodire l'esistente ed a sistemare, nel limite delle loro possibilità, i giochi preesistenti (pallavolo, pallacanestro e campetto di calcio a sei).

Inoltre si sono impegnate a realizzare un campo di bocce allo scopo di dare a tutti, giovani ed anziani, la possibilità di un momento di svago e di incontro, nonché a concordare con tutte le associazioni sportive, socioculturali e politiche del quartiere G.2 e San Leonardo la costituzione di un comitato di gestione, al fine di coinvolgere tutti i cittadini al mantenimento ed all'utilizzo gratuito di tutte le strutture, che sono patrimonio comune.

Espressi dall'apposita commissione

L'obiettivo è di assicurare a tutti i cittadini il diritto alla salute - Il piano sanitario cittadino non può non tener conto del lavoro fatto in questi anni a livello zonale con la partecipazione dei cittadini

La Commissione Igiene Sanità e Servizi Socio Sanitari della Zona 19 dopo aver esaminato il piano sanitario cittadino per il periodo 1984-85 ha espresso il proprio parere in merito, successivamente approvato dal Consiglio di Zona, dichiarando di ritenere che la ricerca avviata per dare una impostazione programmatoria all'attività delle USSL milanesi debba continuare attraverso un confronto dialettico ed approfondito con il lavoro fatto in questi anni a livello di zona del decentramento dalla stessa Commissione Sanità, che, con la partecipazione diretta dei cittadini e delle forze sociali, hanno dato vita dal basso all'individuazione dei bisogni sociosanitari e delle priorità di intervento ed hanno sperimentato iniziative su varie realtà e su problemi specifici.

Il piano dovrà inoltre tener conto delle proposte espresse, sempre in sede zonale, dai gruppi sociali e di volontariato, che stanno elaborando sulle di-. verse questioni, in stretta collaborazione con strutture e presidi sanitari ed assistenziali esistenti, analisi e proposte di azione utili a realizzare il diritto alla salute dei cittadini.

Per quanto si riferisce ad alcune particolari indicazioni contenute nel piano è necessario — secondo il parere della Commissione — mettere in evidenza, tra l'altro, le seguenti ulteriori osservazioni e priorità:

Convenzioni: chiarire la necessità che si operi una scelta, per quanto possibile, sulle strutture pubbliche potenziandole e rendendole produttive e funzionali;

Distretti: sollecitare le deroghe regionali per l'assunzione di personale, non solo per la realizzazione, nella nostra zona, del Distretto sperimentale di via Ojetti, ma anche per la creazione degli altri distretti previsti in zona 19; Medico di famiglia: necessità di un rapporto costante tra lo stesso e le USSL per arrivare, anche attraverso questo canale, ad una educazione e prevenzione sanitaria:

3534851: "Filo diretto" con i cittadini per governare meglio la Zona

Un numero da ricordare per i cittadini del quartiere S. Leonardo - G.2 che vogliono aprire un filo diretto con il PCI ed hanno critiche e proposte da fare per governare meglio la zona. Tutti i mercoledì e venerdì dalle ore 18 alle 20 alcuni Consiglieri di zona e dirigenti del PCI resteranno a disposizione dei cittadini, per rispondere su ogni tipo di problema riguardante la zona.

Spesso si lamenta una certa separatezza tra cittadini ed istituzioni politiche, abbiamo quindi pensato che il telefono sia un canale facile, alla portata di tutti per abbattere qualche barriera ed avvicinare la gente al PCI ed ai problemi della zona.

Alla stazione Lampugnano: auto più metrò col parcheggio custodito ATM

Nove parcheggi per auto sono stati realizzati a Milano in collegamento con la rete metropolitana. Dal 14 aprile prossimo l'ATM (Azienda Trasporti Municipali) ne gestisce direttamente due, uno alla stazione Lampugnano, nella nostra zona, per 500 posti auto, se l'altro alla Cascina Gobba, per 250 posti.

In questi parcheggi le auto in sosta sono custodite dal lunedì al sabato ed assicurate. Dal 6 maggio entrerà in funzione anche un terzo parcheggio custodito ATM a Gessate, al nuovo capolinea della linea 2 del metrò, per oltre 200 posti macchina.

Guardia medica: è necessario sottolineare ulteriormente le esigenze che esistono, da studiare anche attraverso l'esperienza pilota che si sta portando avanti nella zona; Operatori: i corsi devono avere caratteristiche di addestramento e di aggiornamento per adattarli alla nuova realtà; Partecipazione sociale dei servizi: è importante che essa venga attuata nei servizi dell USSL; G Servizi alle persone: anziani, alcolisti, tabagismo e droga, sono necessari maggiori attenzioni ed impegno per lo sviluppo del progetto e per un corretto rapporto tra gli specialisti in materia, i servizi territoriali (coordinamento) ed il volontariato;

I-1) Lungo degenti: constatata la carenza nel programma di posti letto per lungo degenti negli ospedali milanesi, la Commissione Sanità della Zona 19 chiede di prevedere un numero maggiore degli stessi in strutture polifunzionali da programmare in funzione dei servizi alle persone indicati nel punto precedente.

Al S. Leonardo Tempi rapidi per le opere di manutenzione

Apprendiamo dalla Ripartizione Edilizia Popolare e Convenzionata che opere di manutenzione straordinaria negli stabili comunali del Quartiere San Leonardo, resi possibili in seguito al conferimento da parte dell'Amministrazione Comunale all'IACPM di 6 miliardi e 400 milioni di lire (come abbiamo già riferito sul nostro giornale nel marzo scorso) verranno realizzate in tempi rapidi.

Tale rapidità, ci è stato precisato, è resa possibile dal fatto che i progetti relativi a tali opere sono già stati predisposti.

Quadri, sculture, poesie "per non dimenticare"

Soddisfacente successo della mostra organizzata per il quarantennale della Liberazione dal Gruppo Sirio, che prossimamente ripresenterà le opere esposte in altre sedi

La mostra di arte figurativa e poesia ispirata ai valori della Resistenza nel Quarantennale della Liberazione, organizzata dal Gruppo Sirio, si è svolta in Via Appennini 101/B il 14 Aprile scorso e verrà replicata il 18 e 19 Maggio presso il Monte Amiata. Per l'occasione sono stati esposti alcuni giornali dell'epoca, datati 26-28 Aprile 1945, Unità, Popolo, Avanti, Italia Libera, per rammentare proprio gli avvenimenti che non si devono dimenticare.

Brevemente elenchiamo le opere presentate, rimandando una eventuale descrizione più dettagliata alle prossime edizioni della mostra stessa.

Gli autori sono, in ordine di esposizione: Mario Fiocco, un acquerello «Il lungo cammino verso la libertà»; Gianfranco Ronchi, un olio «Deposizione»; Bruno Luzzi, un olio «XXV Aprile 1945»; Delain, un olio «Resistenza partigiana in montagna»; Stefano Fusi, una china colorata «Liberazione»; Doris Canetti, un olio «Per non dimenticare» e due poesie; Stefania Veronese, un acrilico e una poesia «Sofferenza nella memoria»; Marina Luzzi, una poesia «Dalla lunga notte»; Cesare Segabrugo, un olio «La fucilazione degli ostaggi»; Sandro Chiappa, una tecnica mista «L'infamia»; Stefano Mazzini, di anni 11, un ofio «Distruzioni belliche»; Salvatore Gatto, un olio «Libera-

Naturalmente in questa vigilia elettorale il filo diretto è uno strumento nelle mani dei cittadini per costruire insieme al PCI proposte nuove per la città. Non si tratta però solo di un iniziativa elettorale, ma di una occasione di incontro che dovrebbe continuare anche nei prossimi mesi. zione e pace»; Brusi, due olii «Dalle macerie la voglia di risorgere»; Elsa Castiglioni Bottoni, una poesia in ottanari e un olio «Ballata a un partigiano morto»; Arcano, una poesia in endecasillabi e un collage «Marzabotto ricorda»; Roberto Pollastri, una tecnica mista collage tempera e china «La fine dell'incubo»; Francesco Ferrari, un olio «...Perché non accada mai più»; Giordano Gianotti, una tempera «Gabbia... no» e una poesia «Avanti è la fede» con una lapide dettata da P. Calamandrei per la Città di Cuneo Trentennale della Resistenza; Enrico Perillo, due poesie con illustrazioni di Osvaldo Porti «Un'alba radiosa» e «Lettera incompiuta»; Giovanni Turatti, due oli «Otto settembre 1943» e «Due pagine di storia»; Antonino Nativo, scultura in ferro battuto «La Pace»; Rosario Ruggeri, un olio dalla narrazione autobiografica «Dedicato a mio padre, eroe partigiano»; Pag (Gianpiero Paget ti) due olii «Tu uscirai per il camino» ispirato alla Risiera di S. Sabba di Trieste e «E passata la guerra»; Francesco Jannotta, una scultura in fusione «Vittime innocenti»; Maria Boretti Vecchio, due poesie «Resistenza» e «Impariamo ad amare».

La manifestazione verrà replicata oltre che a Spazio Monte Amiata anche in altre sedi municipali o associative.

B.B.

Le tariffe per la sosta sono di 500 lire per un massimo di 4 ore e di mille lire per la giornata intera. Inoltre sono particolarmente vantaggiose le tariffe comulative: parcheggio più abbonamento ATM settimanale.

In tal modo sarà possibile attraversare la città con una modica spesa ed evitando interminabili code.

74 milioni per attività culturali e ricreative

La Giunta Municipale ha rinnovato per il 1985 i venti F.A.P. (Fondi per Attività promozionali) destinati alle venti zone del decentramento amministrativo, le quali ne possono disporre per svolgere attività ricreative, culturali, sportive e di educazione permanente. Complessivamente i fondi ammontano a 1 miliardo e 400 milioni di lire, di cui il 50 per cento sono stati assegnati in parti uguali alle varie zone, mentre il restante 50 per cento è stato suddiviso fra le singole zone tenendo conto del numero degli abitanti, della loro presunta disponibilità media di tempo libero in base alla distanza tra la abitazione ed il luogo di lavoro e di studio.

In seguito a tale suddivisione alla Zona 19 è stata assegnata, per il 1985, la somma complessiva di 74 milioni e 100 mila lire da utilizzare per varie iniziative che verranno promosse ed attuate nel corso di quest'anno.

I comunisti della Zona 19 porgono le più sentite condoglianze al compagno Gianni Beretta per la perdita della madre Armandi Antonia ved. Beretta Tutta la redazione di Milano 19 si unisce al cordoglio.

Si è spento tragicamente Gino Tosi la cooperativa edificatrice Milano 19 si unisce al dolore di Elsa che collaborò con la nostra organizzazione. Partecipa al cordoglio la redazione di «Milano 19».

L'amico e poeta

Giuliano Casonato ci ha lasciati prematuramente nell'aprile scorso. Commossi i soci del Gruppo Sirio e la Redazione di «Milano 19» lo ricordano con particolare affetto e porgono le più sentite condoglianze alla moglie e Alla figlia.

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In via Appennini al Gallaratese
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E.P.
pagina 4 - milano 19
Il campo giochi di via E. Falck in gestione a pensionati e
maggio 1985
In sette punti le priorità della sanità nella Zona 19

Sulla spina centrale del Gallaratese

Centro Commerciale sarà presto realizzato

L'area ceduta dal Comune di Milano in diritto di superficie per 90 anni verrà pagata dai costruttori in contanti e parte con la realizzazione di opere pubbliche

Sono anni che gli abitanti del Gallaratese sentono parlare del Centro Commerciale che verrà costruito sulla spina centrale; si sa che tale progetto rappresenta uno dei punti più importanti dello sviluppo del quartiere, ma fino ad ora non si avevano notizie più precise sulla sua realizzazione.

La gestazione dell'opera è stata molto lunga, quasi una decina di anni da quanto è stata ideata e iniziata la progettazione, ma ora siamo in grado di confermare a tutti i nostri lettori che la realizzazione del nuovo Centro Commerciale è imminente.

La convenzione tra il Comune di Milano e la società Bonola spa che costruirà il Centro, per la cessione delrarea, è già stata firmata e la Commissione Edilizia del Comune ha già espresso parere favorevole su un preprogetto di massima presentato dai costruttori. Il rilascio della concessione edilizia che autorizza l'inizio dei lavori è previsto, superato tutto riter burocratico, per il prossimo fine maggio.

L'area ceduta dal Comune di Milano in diritto di superficie per 90 anni verrà pagata dai costruttori parte in contanti e parte con la realizzazione di opere pubbliche che copriranno anche i costi di urbanizzazione. Tali opere pubbliche verranno realizzate come da accordo con il Comune e il Consiglio di Zona direttamente dalla azienda costruttrice al Gallaratese o comunque in zona 19. La cessione di un terreno in diritto di superficie farà tornare l'area alla scadenza dei novanta anni stabiliti, proprietà dell'ente locale con tutto ciò che vi è sopra costruito.

Ma cosa sarà il nuovo Centro Commerciale Bonola?

Sarà soprattutto una struttura unica nel suo genere in Italia, un Centro Commerciale dove sarà possibile una forma avanzata e moderna di commercio. Esperienze precedenti nel nostro paese non se sono ancora state fatte, se si vuol fare un paragone si possono ricordare i centri Commerciali esistenti in alcuni paesi europei come Francia, Gran Bretagna, Germania, Svezia e Svizzera. Non sarà certo una cattedrale nel deserto costruita al di fuori dei nuclei abitati ma una struttura nel cuore di un quartiere densamente abitato e ancora oggi sprovvisto di quasi tutto, un quartiere certo ben collegato con il centro della città, circondato da molte aree verdi ma indiscutibilmente ancora un quartiere dove gli abitanti vi restano solo per dormire in quanto la loro vita sociale si svolge proiettata altrove.

Il Centro Commerciale verrà costruito sull'area che dal nuovo Centro Civico del Gallaratese giunge fin quasi alla stazione della Metropolitana di Bonola. Verrà così utilizzata la superficie del campo di calcio, in faccia ai negozi di via Quarenghi, l'area della via Benedetto Croce, che perciò verrà chiusa al traffico, e parte della superficie ora incolta fra le vie Croce e Cechov. La superficie

complessiva della struttura Centro Commerciale e uffici sarà di 40.000 metri quadrati. 11 Centro Commerciale vero proprio si estenderà su una superficie lorda (spazio destinato alla vendita, magazzini e servizi) di 16.000 metri quadrati ad altezza di metri 3,75 dal livello stradale. Sotto è previsto un parcheggio coperto con circa 700 posti auto. Ma cosa si troverà al suo interno? Ci sarà sicuramente un ipermercato della Coope tra i più grandi costruiti nel nostro paese, un grande magazzino extralimentare, diverse decine di negozi delle più diverse attività commerciali (abbigliamento, alimentari, arredamento, articoli sportivi, caccia e pesca, elettrodomestici, dischi e H i-Fi ecc.).

A questa struttura è affiancata una parte di circa 4.000 metri quadrati per attività extra-commerciali con una Banca, una farmacia, un Ufficio Postale, alcuni ristoranti e un self-service. Questa parte del Centro Commerciale è destinata ad avere vita, e perciò ad essere utilizzata, anche in ore serali e nei giorni festivi. Una galleria coperta e climatizzata (riscaldamento in inverno e aria condizionata in estate) di 5.000 metri quadrati attraversa tutta la struttura, sempre a quota 3,75, partendo dal Centro Civico per giungere fino nei pressi della stazione MM di Bonola.

Ai lati della galleria partendo dal Centro Civico si apriranno, adiacenti uno all'altro, le vetrine dei ristoranti, della Banca e degli altri servizi paracommerciali ed in seguito i negozi, l'ipermercato Coop e il grande magazzino con prodotti extralimentari.

Ai lati del Centro Commerciale vero e proprio sono previsti tre stabili per uffici per una superficie lorda complessiva di 20.000 m2. Tali uffici serviranno in parte per studi professionali (medici, paramedici, avvocati, architetti ecc.) e in parte per aziende.

Una unica centrale tecnologica servirà tutta la struttura riscaldandola in inverno e raffreddandola in estate, rendendo il Centro completamente autonomo dal punto di vista energetico in caso di necessità.

A disposizione degli utenti degli uffici saranno costruiti due garage, uno per 250 auto con entrata da via Quarenghi e uno con 100 posti su via Cechov.

All'importanza dell'iniziativa si va ad aggiungere la constatazione che rintegrazione fra Centro Commerciale e Centro Civico rappresenta di per sé stessa un'esperienza unica in Italia.

Di fatto il Centro Commerciale sarà saldato e collegato a quota 3,75 con il Centro Civico. Risulteranno così unite le necessità private con quelle relative a bisogni pubblici, come rutilizzo dei servizi presenti nel Centro Civico. In tal modo, utilizzando l'iniziativa privata, l'amministrazione comunale ha salvaguardato l'interesse collettivo di tutti i cittadini.

Ma quando inizieranno i lavori? Se i tempi burocratici saranno rispettati il primo intervento inizierà verso la metà di giugno con lo spostamento delle reti di gas e acqua che attualmente attraversano l'area sulla quale verrà realizzato il Centro. Tali reti saranno spostate sotto la via Quarenghi; quando questa sarà di nuovo agibile al traffico, verrà iniziata la costruzione del prolungamento di via Cechov che collegherà tale via con la nuova strada, già costruita ma non ancora aperta al traffico,Ü che unisce via Betti con via Borsa e via Falck.

Via Cechov verrà sopraelevata e terminerà in una piazza, a quota m. 2,50, quasi di fronte alla stazione MM di Bonola. A questa piazza, che verrà sicuramente chiamata Bonola, visto che la rotonda prevista precedentemente non è mai stata realizzata, verranno raccordate le strade che provengono da via Betti, da via Borsa come abbiamo già scritto e da via Quarenghi dove vi sarà il nuovo capolinea per le linee ATM di superficie.

Sotto la piazza è previsto un passaggio pedonale, come da richiesta esplicita del Consiglio di Zona, che permetterà di giungere agevolmente e al coperto dalla Metropolitana fin dentro il Centro Commerciale e attraverso di questo fino ai servizi del Centro Civico. Una volta sistemata la situazione

cantora del barbee

Il tabacco del moro

Ciao! Allora, hai sentito Tabacci?

Grazie, fumi minga.

E chi ti ha detto di fumare?

Ti. Te m'ee domandaa se hoo sentii ona sigaretta senza el filter.

Una sigaretta senza il filtro?

Sì. T'ee forsi minga dit tabacch senza l'acca?

Ma io intendevo dire Bruno Tabacci!

Bruno?... Se l'è? EI tabacch del Moro?

Macchè tabacco del moro d'Egitto! È il segretario regionale lombardo della Democrazia Cristiana.

Tutt lì?

E ti par poco?

Se devi propri dit la verità el me par men che nient.

Comunque ha detto, in poche parole, che il suo partito vuole Milano.

Se lè che l'ha dit?

Che la Democrazia Cristiana vuole Milano. Ouehi! Andemegh adasi! Milan l'è minga ona robba de sgraffignà!

E chi è che vuole rubarla?

I democristian, no?! Te l'ee dit ti appenna adess.

Per essere precisi Tabacci ha detto soltanto che i democristiani vogliono Milano, non che vogliono rubarla.

Sì, ma... Damm atrà a mì. De lor l'è mei fidass minga. E poeu...

viabilistica si potrà iniziare i lavori del Centro Commerciale vero e proprio. Si prevede, se non ci saranno problemi, l'inizio di tale opera per rautunno del 1985. Saranno necessari 18/20 mesi di lavoro per la realizzazione del complesso.

L'intera opera è stata promossa dalla Essediesse spa, una società che ha già una vasta esperienza nella realizzazione di centri commerciali in tutta Italia. Tale azienda ha studiato a fondo la realtà del bacino d'utenza del costruendo Centro Commerciale Bonola utilizzando la propria esperienza di analisi sulla valutazione commerciale, finanziaria e operativa del centro, dalla sua promozione alla sua realizzazione e commercializzazione. Il progetto dell'opera è degli architetti Alberto Secchi e Vincenzo Di Giulio, mentre le opere di urbanizzazione e le vie di accesso sono state progettate dalring. Amedeo Romanò. Titolare dellà concessione edilizia è la Bonola spa, azienda che unisce i privati che hanno finanziato l'opera. Il Centro Commerciale verrà costruito da una delle più grandi imprese di costruzione del movimento cooperativo italiano, parliamo della CM B (cooperativa Muratori e Braccianti di Carni) che ha una vastissima esperienza in Italia e all'estero.

Per concludere questa prima serie di informazioni che ci impegnamo ad ampliare con altri articoli che seguiranno la costruzione dell'opera passo dopo passo, possiamo solo aggiungere che tale complesso rivaluterà decisamente il Gallaratese dotandolo di una struttura unica nel suo genere in tutta Italia. Sarà sicuramente la più grande opera in fase di attuazione per le dimensioni e la qualità degli interventi, nella nostra città. Milano città europea a tutti gli effetti, si avvicina con quest'opera qualitativamente importantissima, ancora di più alle metropoli del nostro continente.

Nei disegni: così apparirà il Centro Commerciale quando sarà ultimato.

FIORI e PIANTE

AL MERCATO COMUNALE - VIA CHIARELLI, 10

Isabella e Libero vi attendono interpellateci!!!

servizi accurati per ogni cerimonia

E poi che cosa?

E poeu magara gh'hann anca el Craxi ch'el ghe tegn bordon.

Veramente Finetti...

Finett on corno! Quand che se tratta de fà man bassa vann giò pesant, senza stà li a guardà tropp de fin.

Ma io dicevo Ugo Finetti!

Ugo? Se l'è? EI mas'c de l'uga?

No, è il segretario regionale...

On alter segretari regional?

Sì, ma del Partito Socialista.

Ah! ... E se l'è che l'ha faa?

Ha detto che i socialisti non privilegiano i rapporti nè con la DC, nè con il PCI.

Hoo capii! Preferissenn tegnì i pee in do scarp, ...o magara anca in tre.

Mmah... Ha detto soltanto che loro puntano soprattutto ad un rapporto con i laici ed i socialdemocratici.

Ah! E i alter se hann dit?

Beh... Spadolini ha detto "ni".

L'ha forsi faa ona cura per dimagrì?

Cosa c'entra la cura dimagrante?

Vist che l'ha dit doma "ni" e l'ha lassaa de part el Spadoli...

Ma no! Ha detto "ni" nel senso che non ha detto ne sì ne no.

Hoo capii! EI dondina.

Cosa fà?

EI dondina. EI fa la bandiroeula. EI tegn i pee in do scarp, insomma! E i alter?

Gli altri chi?

Come chi? I liberai e i socialdemocrategh se l'è che hann dit?

— ...Mmah...

Hoo capii! Dondinenn anca lor. Te set se te disi?

Cosa?

Che cont tutt sti dondina l'è mei che al tò tabacch senza l'acca...

Tabacci, vuoi dire?

Si, propri quell. Seri adree a dì che el dodess de magg sarev mei che a lù. a i sò amis e a i bandiroeu che ghe stann intorna gh'èl dagumm nun el tabacc del moro.

Il tabacco del moro?

Si, ona bella batosta elettoral. Inscì tabaccherann via e ghe passerann tucc i fantasij de portann via Milan. Ciao, te saludi! el barbee

iffifoi/CRONACA milano 19 - pagina 5 maggio 1985

Chiesto dal Consiglio di Zona

Un momento di riflessione sui raccordi autostradali

la realizzazione di arterie sopraelevate potrebbe avere effetti dirompenti sul tessuto urbano principalmente del Gallaratese e del Monte Stella

Una realtà sempre più presente in zona

Volontariato per vivere ilsociale in modo nuovo

La gestione sociale dei servizi non possono da soli esaurire tutte le esigenze ed ecco allora crearsi una realtà partecipativa nuova della gente

Il Consiglio di Zona 19 ha approvato il parere espresso dalle Commissioni Pianificazione Territoriale e Bilancio-Demanio riunitesi congiuntamente per esaminare il progetto per i raccordi con le autostrade Nord nel tratto viale De Gasperi-Viale Certosa. Tale parere dice testualmente:

«Il Consiglio di Zona condivide la preoccupazione di porre mano alla soluzione viabilistica per P.zza Kennedy - V.le De Gasperi, urgente già oggi, senza contare le pressioni più recenti riguardanti il piano Portello Sud-Fiera. Ciò nonostante balza evidente la necessità irrinunciabile di valutare questo progetto non solo sotto il profilo tecnico viabilistico, ma anche per i molteplici aspetti di impatto am-

bientale efunzionali nei corifivn ti del tessuto urbano principalmente del Gallaratese, nonché nei confronti del Monte Stella. che deve considerarsi presenza notevole che rischia di essere notevolmente danneggiata dall'inserimento dirompente delle arterie sopraelevate. L'argomento merita una fase riflessiva e di incontro per una verifica ed integrazione delle diverse competenze al fine di pervenire alla soluzione dei problemi viabilistici alla definizione complessiva di tutti gli altri aspetti che concorrono alla qualificazione dell'ambiente urbano composito al quale concorrono morfologicamente i complessi residenziali, la grande viabilità di accesso a Milano, il Monte Stella, presenza emblematica di notevole interesse cittadino...

140 milioni per manutenzioni ordinarie

Alle venti zone del decentramento politico-amministrativo di Milano sono stati assegnati, da parte dell'Amministrazione Comunale, i FARL (Fondi a Render Conto) per i piccoli interventi urgenti di manutenzione ordinaria.

Complessivamente i fondi assegnati dall'amministrazione centrale ammontano a 2 miliardi e 200 milioni di lire, ed alla zona 19 è stata assegnata una quota di 140 milioni e 800 mila lire.

Milano è una città con una rete di servizi socio sanitari soddisfacente, nonostante i tagli alla spesa pubblica ed il blocco delle assunzioni. L'Amministrazione di sinistra attraverso ad una seria ed oculata amministrazione tendente a ridurre gli sprechi, ad una nuova cultura dei servizi, un rifiuto all'assistenzialismo, ad una buona professionalità degli operatori, è riuscita a realizzare un'ampia rete di servizi in città, quali consultori, assistenza agli anziani, agli handicappati, nel settore materno infantile, ai tossicodipendenti. questo bilancio positivo per la difesa e lo sviluppo dei servizi si è realizzato anche grazie alla grande partecipazione data dal volontariato. Fino- a qualche tempo fa si guardava ai servizi sociali con qualche dubbio e tanta diffi denza. Si idealizzava tutto ciò che era privato e costoso. Ma si sa la gente cambia, smette di lamentarsi e decide di partecipare direttamente alla gestione di questi servizi dei quali è utente. Ma la gestione sociale ed il servizio non possono da soli esaurire tutte le esigenze del territorio, ecco allora che va componendosi una realtà partecipativa nuova nella gente, va emergendo la ricerca di valori, di solidarietà che corrisponde ai più alti livelli di coscienza e di socializzazione: il volontariato.

Il volontariato è un aggregazione di persone che superano i confini delle classi sociali, delle ideologie politiche escono del loro individualismo mettendo a disposizione il loro tempo libero e le loro capacità a quei servizi che senza di esso non potrebbero essere completi nella loro funzione.

Mi riferisco al SADA (Servizio Assistenza Domiciliare Anziani) al servizio affidi, alla associazione antidroga.

A Milano ed anche nella nostra zona questa realtà di volontariato, sta diventando sempre più corposa: per esempio nel campo dell'infanzia, l'introduzione dell'affido familiare temporaneo è in atto un'esperienza che risponde a bisogni emergenti avvalendosi del lavoro del volontariato di molte

coppie, di famiglie e di cittadini che sono disponibili all'affido integrando gli interventi tecnici e sociali. Molto c'è ancora da fare, ma sicuramente è già un grosso successo. A Milano nel 1984 dal I gennaio al 10 settembre sono stati fatti 138 affidi, contro 178 bambini finiti in istituto.

Il lavoro del volontariato si svolge anche nel portare a conoscenza dei cittadini il problema, come affrontarlo ed anche come integrarsi nel servizio.

Il volontariato legato al servizio affidi della zona 19 ha dato inizio ad un progetto chiamato «progetto giovani» che consiste nell'informare gli studenti delle scuole superiori delle problematiche che riguardano l'infanzia ed il servizio affi-

di. Il progetto che si sta svolgendo tutt'ora sta già dando buoni risultati e molti giovani si sono presentati al servizio affidi per lavorare in gruppo su quei bambini la cui famiglia non può sopperire alle loro esigenze (recuperi scolastici, tempo libero, ecc.).

Altre forme di volontariato sono esistenti nella città e nella zona, quali la Croce Bianca, l'anonima alcolisti, l'associazione genitori antidroga, genitori nella scuola ed in tantissime altre forme di partecipazione che chiedono alle istituzioni servizi sempre più qualificati per migliorare le condizioni di vita di tutti i cittadini.

Romana Paolini Aminti Candidata del P.C.I. al Consiglio di Zona 19

Per uno sport di massa

al quartiere Gallaratese

Un gruppo di amici sportivi, amanti delle due ruote ed animati da indubbio spirito associativo, hanno deciso di fondare la Società Ciclistica Gallaratese intesa ad annoverare tutti coloro che, pur non volendo o potendo emulare i grandi campioni, sono rimasti fedeli alla bicicletta.

Si darà così modo a questi appassionati, spesso isolati ed anonimi, di ritrovarsi nella sede della società in via Gallarate, 389 - tel. 3530252 (saletta del bar tabaccheria) alle ore 21 di ogni giovedì per conoscersi e organizzare insieme ecologiche, allegre gite suburbiali o stracittadine.

«La bicicletta è qualificante dell'equilibrio dell'individuo!»

sostiene Marco Allocchio, proprietario del bar tabacchi che ha accettato di dare spazio alla nuova società; gli fa coro la signora Lina che percorre le vie del quartiere con un ciclo di inconfondibile colore rosa. La nuova Società Ciclistica

Gallaratese si verrà così a trovare in un ambiente dove gli amici del pedale troveranno una atmosfera consona, dove il cicloturismo stringe la mano a quello agonistico che vi aleggia silenzioso.

Sopra gli scaffali decine di coppe e targhe testimoniano dell'attività di Stefano Allocchio, l'ex allievo della Società ciclistica Trenno passato al professionismo di recente e di cui Milano 19 ha largamente parlato; vincitore di una tappa al recente Giro di Sicilia è pronto ad affrontare le classiche nazionali ed internazionali oltre al Giro d'Italia.

Auguriamo quindi un buon avvio e ottima salute a questa nascente Società Ciclistica Gallaratese ed invitiamo quanti usano la bicicletta ad associarsi per beneficiare e far beneficiare agli amici del benessere fisico e spirituale che il modesto ed intramontato mezzo locomotivo concentra.

Prossimamente al Lido

In programma per i tennisti un torneo molto importante

Sponsorizzato da Damiano Sport Game, verrà giocato all'apertura dei campi per la stagione allo scoperto - Aperte le iscrizioni presso 1'A CSI

Nell'ambito dell'ACSI Milano, sui campi del Centro Lido di P.le Lotto si è svolto un torneo di tennis specialità singolo maschile, conclusosi nel marzo scorso con la vittoria del Veterano N.C. Roberto Cremaschi su Carlo Nicola con il punteggio di 6/1 - 6/1. In precedenza il Cremaschi aveva incontrato il giocatore ad alto livello M. Rho, socio del Club del Domm. di V. Esquilino. Contemporaneamente si è disputato il doppio femminile, molte le partecipanti con ottime giocatrici, con l'adesione della Veterana N.C. Pinuccia Russo che con Carla Darbesio ha formato la coppia vincente, che si è aggiudicata il torneo con due set (6/4 - 6/3) incontrandosi con le validissime Elena Mancini e Carla Romanh. Il terzo posto è andato alla coppia Edda Lucchetti e Rosalba Brambilla, i) quarto a Nadia

Alla finale e alla premiazione cui ha fatto seguito il tradizionale rinfresco con lutti i partecipanti, sono intervenuti anche gli organizzatori del Tennis

Club Arese.

E in programma con l'apertura dei campi per la stagione allo scoperto un torneo importante sponsorizzato da Damiano Sport Game di C.so Magenta a Milano. Sono aperte le iscrizioni, rivolgersi all'ACSI di P.le Lotto. B.F.

maggio 1985 pagina 6 - milano 19 utoThirt CRONACA 11111111111111111111111111111111111111111M11111M111111111Ä1111111111111111
LA PRIMA. Per chi se ne intende di qualità e risparmio: ossi ma buc nz hi o L. 6.500 Kg. vitello magro arrosto L. 5.980 Kg. manzo L.10.980 Kg. rsitice2 L.11.280 Kg. coste punta L i di vitello 3.480 Kg. cr do pr"ciPautto rma L. 2.300 etto fiocco emmenthal i di vitello L. 3.980 Kg. svizzero L 850 etto bollito provolone magro L. 4.28 0 Kg. dolce L. 960 etto grana padano L. 2.300 etto Milano- P.zza Loreto (mezzanino MM) tel. 209191 W* 'senza, 29 %1. 8139091 LA PRIMA. Il nome della carne. 1111111111111111111111111111111111111111111111111111Å11111111111111111111111111111111
Carni
Nuova
società ciclistica
A.T.
Dalla Vedova e Marisa Livraghi, che avevano incontrato rispettivamente le prime e le seconde finaliste.

I mestée de la Milan de semper

Che la sàa sia cara l'è ona verità amara

Il sale è sempre stato un elemento soggetto a monopolio; sino dai tempi di Alboino Milano ne tenne lo scettro e soltanto nel XIV° secolo il monopolio passò ai Papi che lo cedettero solo dopo la caduta di Pio I X ed ora è dello stato di Arcano

Sale, saline, miniere di sale; «sàa, salina, minier de sàa»; benché il sale è usato da tutti non ha grande spazio nella nomenclatura dei mestieri essendo stato da sempre soggetto a monopolio sino dai tempi di Alboino, VI° secolo d.C..

L'importanza del sale ebbe un'evidenza anche strategica durante l'invasione di Attila che se ne servì per distruggere i pascoli onde l'erba bruciata da esso non potesse nutrire i cavalli dei nemici; da qui la leggenda addomesticata raccontata nelle scuole e da taluni ancora creduta.

Vi sono sali alimentari, industriali, dietetici; del sale alimentare è noto quello marino e

il salgemma depurato e raffinato proveniente da miniere; Milano ne detenne il monopolio per secoli emulato poi dal governo papalino sino alla caduta dello stato pontificio; da allora è monopolio dello stato. Il sale alimentare oltre ad essere distribuito nelle rivendite di tabacchi al minuto è trattato in massicce quantità anche da operatori autorizzati che riforniscono panifici, salumifici, industrie alimentari, ecc. Quello industriale viene usato per conceria, depurazione acque, zootecnia, industrie lattiero-casearie, comuni ed enti per il disgelo strade, per decalcificazione bollitori, contenitori, apparecchiature per riscal-

Dialettologia milanese (19)

Necessaria verifica per ogni neologismo

I mutamenti nella vita sociale, politica e religiosa innestano nuovi vocaboli nelle singole lingue da cui rimbalzano ad altre che le affiliano; le maggiori difficoltà si presentano in concomitanza di terminologie tecniche o scientifiche

All'accenno fatto circa i neologismi che entrano a fare parte del milanese, ai quali nessuna opposizione è logica, l'esempio dimostrativo renderà ancora più chiare le idee.

L'avvento dell'automobile e del relativo guidatore hanno segnato il neologismo derivato anche se a volte la forma tronca dell'italiano (o la stessa in assoluto) fanno amaramente sorridere: <automobil», pronuncia «ottomobil» e «sciaffoeur» dal vocabolo originario francese chaffeur; ma poi anche i cugini d'oltralpe chiamarono automobile l'originaria voiture e automobiliste il guidatore e si ebbe una piccola rivoluzione quando l'autoveicolo in genere stabilì nuove denominazioni.

«Sciaffoeur» per i milanesi è rimasto vocabolo riferentesi a chi fa l'autista di professione; a questo riguardo «tassista» e anche «tassì» sono neologismi che si appaiano ai più noti e di primo conio <àsciaffoeur de piazza, automobil de piazza intesi per autista di auto pubblica e relativo automezzo.

Parallelamente a quanto nomenclato dai francesi che chiamarono camion l'autocarro e camioniste chi lo guida ne seguì la dizione milanese «camionista associata anche all'italiano dopo la guerra (il fascismo aveva vietato ogni uso di stranierismi che insidiassero la lingua italica!) con tutta la serie di voci connesse e derivate come autobotte, -cisterna, -gru, ecc. che entrarono pari pari nel milanese... assieme al «camion»! Ambrogio Maria Antonini, esponente di grande spicco tra gli studiosi contemporanei di dialettologia, fine poeta ed autore di parecchie pubblicazioni, è stato il primo estensore di un vocabolario italiano-milanese in cui figurano i moltissimi neologismi che ovviamente non compaiono nei vocabolari milanese-italiano dei quattro più noti autori, editi tutti prima di questo secolo, ristampati e mai aggiornati.

L'Antonini ha il merito di a-

damento, radiatori automobili, macchine da caffè; viene inoltre usato opportunamente lavorato per la cosmetica e la parafarmacopea (sali da bagno).

La moda dietetica ha incrementata la vendita di sale speciale aromatizzato e del tipo (dicono) che limita l'ipertensione pur mantenendo intatta la sua caratteristica saporifera.

Nelle vecchie dizioni il solfato idrato di magnesio era menzionato «sale inglese» e costituiva un notissimo purgante. Tra le dizioni milanesi troviamo: «Nassùu pover de sàa!» (nato povero di sale!) mordente riferimento alle persone di poco intelletto; «Te see minga quanto costa la sàa». (Non sai quanto costa il sale), motteggio rivolto a chi, avendone, sperpera danaro; per ultimo «EI cognoss el sàa de la salina!» (Conosce il sale della salina!) La salina non è la saliera; in questo caso è il bacino di raccolta del sale ed il riferimento davvero caustico era rivolto a chi aveva trascorso anni di penitenziario dove i detenuti erano addetti alla lavorazione del sale. E evidente il riferimento a penitenziari isolani o posti in località marine; ancora più spregiativo: «El spussa de sàa» (Puzza di sale) oltre che a gente bollata da lunga detenzione veniva accollato a individui nullafacenti e dai dubbi proventi.

bollenti con lenticchie, pasticcio di polenta, mascarpone con noci e tante altre cosette che invogliano all'assaggio. Tra Milano città e suburbio i negozi sono più di cinquecento; v'è da tenere conto che la distribuzione dei prodotti tipici pertinenti al «cervelée» si trovano anche nei reparti appositamente approntati dei supermercati sia per scatolame o salumi preconfezionati e interi sia per quasi tutti i tipi di formaggio, sottaceti e carne di maiale fresca.

Il mestiere occupa una discreta massa di gente, anche considerando i piccoli negozi a conduzione familiare.

vere inseriti questi neologismi giovandosi della partenza italiana e del distacco di oltre novant'anni dalla data di pubblicazione dell'ultima opera; commette anche lui il grossolano errore (errare umanum est, lui che è anche un grande avvocato del foro milanese lo sa) di lasciare infatti (!) gli errori e le zeppe dei predecessori ed anche qualche vistoso buco nel riporto di certe voci ancora in uso presso i meneghini, specialmente nelle traduzioni.

A volte il neologismo non è tale, è la pura assimilazione di un vocabolo angloamericano male scritto, peggio interpretato e pacchianamente enunciato; parolieri di canzoni milanesi moderne che ne fanno uso ottengono stucchevoli risultati, anche quando lo fanno apposta, per fare ridere o prendere per il bavero gli stranieri; il milanese è una lingua seria, le trovate idiote l'impoveriscono o la svalutano ne più ne meno del gergo.

L'Antonini, ancora lui, ha avuto la finezza di siglare quei vocaboli di neologismo tecnico e scientifico che di diritto si inseriscono nel milanese; ha selezionato vocaboli che per via del costume, delle arti e mestieri, delle attrezzature d'ogni settore nel lavoro, commercio, abbigliamento, comunicazioni, casa, trasporti e svago entrano prepontentemente nella vita moderna e di cui si è reso obbligatorio il riporto. Le nuove fonti comunicative dell'uomo hanno superato traguardi impensabili soltanto quarant'anni addietro o meno ancora; dopo i giornali, il telefono, la radio, la televisione è arrivato l'elaboratore di dati, il cervello elettronico, il <computer» con i più grandi successi della missilistica, dei satelliti, delle conquiste spaziali; tutto ciò influirà sulla lingua milanese come su tutte le lingue del mondo, ma non sarà una resa, avremo dei neologismi in una lingua sempre viva.

Salumeria, «cervelleria, cervelée»; noto negozio in cui il salumiere commercia al minuto insaccati, formaggi e conserve di ogni tipo; carne di maiale fresca, carne bovina e pesce scatolato e tutta una lunga elencazione di prodotti che vanno dal dado per brodo ai sottaceti.

Recentemente la licenza è stata estesa anche a prodotti di pertinenza di altre categorie così che oggi i «cervelée» possono vendere uova e pollame in concorrenza coi <<poliroeu» (pollivendoli) cosa del resto autorizzata anche per i «becchée» (macellai); innovazioni nel commercio che incuriosiscono se si fa una considerazione: che le uova le vendono anche i fruttivendoli.

Già avevamo accennato alla bottega del «postée», titolare della posteria, dove sono vendute merci alimentari e non, e da classificare tra quelle del «prestinée, fondeghée, cervelée, granée e ortolan» (fornaio, droghiere, salumiere, venditore di granaglie e ortolano; quello del «postée» è il caratteristico vecchio negozio che può in certo senso indicare la progenitura in scala ridotta dell'attuale supermarket.

Al riguardo l'arguzia popolana sottolinea la lunga elencazione di merci reperibili presso la bottega di posteria dicendo: «Se te troeuvet minga i bollon che te cerchet dal ferraressa proeuva dal postée!» (Se non trovi i bulloni che cerchi dal ferramenta prova alla posteria!).

Torniamo ai salumieri (il plurale si scrive ugualmente <<cervelée); ve ne sono di veramente abili nel preparare piatti di alta gastronomia, variati secondo la stagione e così bene decorati da fare invidia a certe torte elaborate e ricamate poste a calamitare gli occhi dei passanti quando sono esposte nelle vetrine del pasticcere (offelée).

D'estate pollo in gelatina con variopinto contorno d'insalata russa oppure trota in gelatina con arabeschi di maionese; d'inverno cotechini cotti

Salumifici e industrie salsa- " mentarie decisamente occupano un numero più elevato di dipendenti, a cui vanno aggiunti rappresentanti e piazzisti; queste industrie operano in funzione di produzione e rifornimento delle salumerie, supermercati e grandi comunità.

Ripetitivo anche se necessario il discorso sui macchinari, imballi e carte speciali legato a questo mestiere; per i negozi è da tenere conto dell'arredo, scaffalature, bilance, affettatrici e... il fisco, cioè il registratore di cassa, giusto per il fatto che mestiere chiama mestiere e per esercitarne uno implicitamente si fanno lavorare altri!

«El cervelée l'è mèij che poca carta el ne metta; la gh'ha el stess prezzi de la filzetta!» (Il salumiere è meglio che ci metta poca carta; ha lo stesso prezzo della filzetta!) così si motteggiava anni addietro e taluno faceva coro alludendo: EI cervelée per quant el gh'abbia i prezzi bon te fa pagà la carta al prezzi del giambon!» (Il salumiere per quanto abbia dei buoni prezzi ti fa pagare la carta al prezzo del prosciutto!). «Savon, savonatt, fabbrica de savon»: sapone, saponaio (voce scomparsa che stava per venditore di sapone) saponificio.

Quando giravano per Milano i venditori ambulanti di scope e strofinacci, candeggina ed altri prodotti per la cucina e il bucato esistevano anche tipiche botteghe dove si vendeva il sapone da bucato d'ogni tipo, soda, lisciva, pomice, paltone e spazzole; queste botteghe erano quasi sempre ubicate nelle vicinanze di fossati di cui Milano era ricchissima o di lavatoi pubblici.

La caratteristica più importante di queste botteghe era quella di avere il torchio, prima a mano, poi elettrico a centrifuga e le lavandaie in maggioranza e pure le massaie che non facevano il bucato in casa vi ricorrevano per la strizzatura dei panni lavati; per questa ragione era chiamata dalla popolana schiera dei suoi clienti torchio. «Se troeuvèmm al torc!» (Ci troviamo al torchio!) era il loro appuntamento. La fabbrica de savon in assoluto produceva anche saponette per toilette e saponi in scaglie profumato per bagno

oltre ad altri prodotti (vedasi anche il binomio di alcune d'esse: saponificio-oleificio); ancora oggidì molti saponifici lavorano la glicerina, stearina, detersivi vari, saponi liquidi, in polvere e in pasta; saponi industriali e speciali per lane e sete e tipici piccoli formati per bagni pubblici, alberghi diurni e grandi comunità. Fabbriche diversamente attrezzate producono saponi per erboristeria, dermatologia e saponi per cani. «Savonatt» è anche una voce corrosiva milanese per indicare un incensatore, adulatore, striscione. Credo opportuno indicare ai lettori che la voce «saòn» da molti usata in luogo della più esatta, antica e più vicina all'italiano «savon» è una corruzione dialettale; Francesco Angiolini nel suo vocabolario milanese-italiano 4 inserisce come valida in contrasto con i predecessori compreso l'illustrissimo Carlo Porta; qualcuno osservando l'opera dell'Angiolini, che squalifica molti altri vocaboli milanesi, l'ha de-

finito un atto di pirateria dialettale! (Anonimo meneghino) I lettori amanti del milanese si regolino.

«L'è warligh su ona savonetta!» (E scivolato sopra una saponetta!) è un allusivo modo per dire che si è presa una sbandata amorosa ed era ùsato per entrambi i sessi.

«Oè, savonetta!» (Ehi, saponetta!) era un motteggio volto a gente schizzinosa o che ostentava un igienismo spinto all'esasperazione; per contrapposto veniva dileggiato anche chi non era molto ligio alla cura della persona.

Tra i tanti motteggi il più cattivo, rimasto in uso parecchi anni e diretto per lo più a meridionali (nessuno si offenda per carità!) era: -Oé, mangiasavon!» (Ehi, mangiasapone!) inteso che il sapone non lo usavano e la fantasia popolare presuppose che se lo mangiavano!

(Continua)

Nella foto un vecchio lavatoio (ora scomparso) in Via Calatafimi a Milano.

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Una mostra organizzata dal GRU-FO

Il Gallaratese e la sua gente in centottanta fotografie

Più che a provocare, le foto esposte, mirano a stimolare, afar pensare, a buttare un sasso nell'acqua delle persone: sia la gente, poi, a tirare le conclusioni

Chi non ha mai sentito la famosa espressione: «i problemi del Gallaratese?». L'etichetta di quartiere dormitorio, i servizi, i luoghi di ritrovo per i giovani, la viabilità, la droga, la delinquenza, gli impianti sportivi, le scuole, le attività culturali, le zone verdi, il suo «invec-

chiamento» (poche coppie giovani vi trovano casa e le nascite sono davvero poche) e via dicendo.

Tutti problemi che presentano, come tutte le cose di questo mondo, aspetti positivi e aspetti negativi che non è facile rappresentare con delle foto-

grafie.

La via che hanno scelto gli autori di questa mostra è stata forse la più intelligente: evitare di costruire foto simboliche e ricercate che cadessero nel patetico e nell'irreale, bensì fare opera di documentazione presentando il quartiere così come è agli occhi di tutti. Non c'è l'esaltazione di certi aspetti o il criticismo sfrenato verso altri: se critica o consensi vi sono, questi rimangono silenziosi e si tengono in secondo piano per lasciare la parte di protagonista alla realtà più evidente, opportunamente documentata.

Più che a provocare, tali foto, mirano a stimolare, a far pensare, a buttare un sasso nell'acqua delle persone: che sia la gente, poi, a tirare le proprie conclusioni.

Chi spera di trovare denuncie o «bene, bravi, bis» a caratteri cubitali resterà deluso: questa mostra non è un manifesto politico ma una documentazione di quella che è la vita reale del quartiere gallaratese.

E una documentazione che tralascia davvero pochi aspetti, forse nessuno: i bambini, i giovani, gli anziani, i negozi, i trasporti pubblici, lo sport, le scuole, gli asili, le famiglie, i mercati, la neve, la visita del Papa, il carnevale, l'architettura, le manifestazioni, perfino i murales. Non mancano foto di distese di terra, cosparse qua e là di un qualche grattacielo, a volte con un tocco di foschia, che mettono nel cuore un po' di desolazione. Tuttavia l'obiettivo è spesso puntato sulla gente, gente viva che riesce a dare colore anche a un quartiere apparentemente grigio come il Gallaratese.

E una mostra, in fin dei conti, ottimista e lo conferma la conclusione: un pannello con due fotografie, quella di un fu-

nerale e quella di un bimbo. L'ombra della desolazione, del vuoto e della morte pesano su tutto, anche sul Gallaratese; eppure, per qualcosa che muore, c'è sempre qualcosa che nasce o che rinasce.

Questo pannello è un canto di speranza, «una mostra nella mostra», una idea vecchia e supersfruttata ma sempre valida, che ci aiuta a continuare nell'impegno e nella costruzione di un mondo e di un quartiere migliore.

Il tutto esposto da Aldo Clema, Leonardo Clema, Michele De Cristofaro, Alberto Fusi, Alberto Marinoni, Marco Marinoni, Dario Mozzaja, Pasquale Sferragatta, Paolo Tognoni e Silvano Vighi del GruFo (Gruppo Fotografico Gallaratese) in una mostra fotografica intitolata «Gallaratese 83» e visibile al pubblico nei giorni 25 e 26 Maggio.

L'invito è rivolto a tutti gli abitanti della Zona 19 presso il salone della Parrocchia Tre SS Martini di Via Betti 62 e con orario, per il sabato, dalle 15 alle 19 mentre per la domenica (26 Maggio) dalle 8;30 alle 13 e dalle 15 alle 19.

in Via Sam Benelli

Altri cantieri sono aperti per la costruzione di autoparcheggi in altre zone del Gallaratese Sono stati ultimati, lo scorso mese di Aprile, i 52 box per auto della cooperativa edile Sem Benelli 20 i cui soci sono gli stessi condomini. I lavori sono stati eseguiti dalla Impresa nord di Milano mentre hanno progettato e diretto i lavori l'ingegner Forliano e l'architetto Testori.

rimessa e della loro profondità più che doppia delle fondamenta della casa di abitazione. Secondo problema la posa di una gru ad oltre sei metri di profondità; questo per non danneggiare gli alberi d'alto fusto nel territorio confinante. Terza, e non ultima, la scelta dei cooperatori per un tipo di struttura solida e funzionale.

Con un lusinghiero successo, sprone per future prove, si è svolto il concerto del complesso «Music is life» (la musica è vita) sabato 13 Aprile presso la casa di riposo per anziani S. Romanello in via delle Ande al Gallaratese.

Particolarmente gradita, dagli anziani spettatori, l'esecuzione per soli, coro e orchestra, della «Casta diva» dalla Norma di Vincenzo Bellini ed il finale dell'atto quarto (La fatal pietra...) dall'Aida di Giuseppe Verdi mentre i brani della «Ve-

dova allegra» di Franz Lear hanno rispolverato graditi ricordi.

Particolarmente impegnato tutto il complesso nell'esecuzione del programma.

Lo aspettiamo ad un prossimo appuntamento; coraggio, c'è bisogno di musica perché appunto la musica è vita.

Per l'occasione è stata letta una poesia in dialetto milanese di Ada Lauzi Bonifazio «La terza età» quale omaggio agli anziani ospiti della nostra zona.

Secondo l'iniziale programma dei lavori questi avrebbero dovuto terminare nell'ottobre scorso ma a causa di una serie di contrattempi, principalmente per le particolari avversità atmosferiche, vi è stato un ritardo nella ultimazione.

Riguardo ai costi, il cui piano finanziario era stato predisposto dalla Lega Nazionale delle Cooperative e approvato dalla assemblea dei soci nell'Aprile del 1983, prevedeva un costo pro-box pari a L. 12,5 milioni. L'esborso finale per socio ha invece subito un aumento di quattro milioni.

Il notevole incremento è dipeso sostanzialmente da tre fattori: il primo dalla necessità di costruire una paratia tipi!) ICOS (sistema metropolitana milanese, n.d.r.) data la vicinanza delle fondamenta della

Visitati questi box ne abbiamo tratto la convinzione di opera veramente pregevole; ogni spazio-rimessa misura metri 2,60 per metri 5,20.

Non appena i Vigili del Fuoco ed il Comune di Milano rilasceranno la «licenza d'uso» 52 veicoli verranno «interrati» e quindi tolti dalle strade super intasate d'auto. Ciò rappresenterà un vantaggio per tutti considerando le crescenti difficoltà a parcheggiare sul suolo pubblico.

Ci viene inoltre segnalato che altri cantieri si sono aperti per la costruzione di box e fra questi uno in via Uruguay 30/2 (dunque nelle vicinanze di quelli sopracitati) per un totale di circa 80 vani-auto. Siamo forse sulla strada per avere un quartiere maggiórmente vivibile? an-che nelle strade? Lo auspichiamo.

Il 13 Aprile in via delle Ande Prova importante per "Music is Life" Particolarmente gradita dagli anziani spettatori l'esecuzione della "Casta diva" 20148 MILANO Lab.: Viale Aretusa, 19 Tel. 40.46.103 MATERASSAIO rifacimenti in giornata TAPPEZZIERE IN STOFFA TENDAGGI vendita materassi a molle PERMAFLEX - SIMMONS per ogni lieta ricorrenza PAOLA BOMBONIERE bomboniere per: nozze-comunioni cresime-battesimi Milano Via dei Cignoli, 3 (ang. via Gallarate) Telef. 30.86.993 Ultimati in Aprile Pronti
box
i primi
pagina 10 - milano 19 maggio 1985
ICRONACA

Circolazione e sosta di autoveicoli

11 problema dei parcheggi al S. Leonardo ed al QT8

La gravità della situazione è stata esposta all'Amministrazione Comunale da parte del Consiglio di Zona 19, che ha chiesto interventi solleciti, articolati e differenziati per le diverse situazioni

ConsideMndo necessario ed urgente porre in evidenza la situazione di grave disagio per gli abitanti della nostra zona e principalmente nelle aree del San Leonardo, del QT8 e di viale De Gasperi relativa ai problemi della sosta e della circolazione degli autoveicoli, aggravatasi particolarmente in questi tempi, come già abbiamo avuto modo di riferire, il Consiglio di Zona 19 l'ha sottoposta all'attenzione dell'Amministrazione Comunale, affinché essa venga affrontata attraverso una valutazione approfondita, cui faccia seguito il necessario complesso di interventi articolati e differenziati per le diverse situazioni.

Ed ecco nel dettaglio tali situazioni secondo quanto esposto dal Consiglio di Zona.

Aree per parcheggio autoveicoli

al S. Leonardo

Le recenti costruzioni realizzate in via Alex Visconti hanno provocato da una parte l'aumento dei residenti, quindi delle auto presenti ed in sosta, sottraendo nel contempo parte degli spazi precedentemente disponibili per la sosta degli abitanti già insediati.

Il bilancio negativo per i posti macchina disponibili in questo settore del S. Leonardo, interessante via Alex Visconti e via Appennini, è dell'ordine di centinaia di posti macchina: il disagio che ne deriva ha già provocato fra gli abitanti diversi episodi di tipo violento.

Il problema non appare risolvibile attraverso una regolamentazione dell'uso degli spazi esistenti, in quanto grandemente insufficienti: occorre esaminare al più presto la possibilità di realizzare nuovi posti macchina, a livello di standard di quartiere.

Per una corretta individuazione dell'ubicazione e del dimensionamento dell'intervento necessario occorre tener conto oltre che del fabbisogno già drammaticamente presente, del fatto che al S. Leonardo è contemplata a breve e medio termine la realizzazione di diversi gruppi di box interrati.

Queste attrezzature, che potranno concorrere alla soluzione del problema complessivo, comporteranno viceversa in fase di realizzazione un ulteriore aggravio delle carenze già descritte, dal momento che i relativi cantieri saranno necessariamente insediati su aree attualmente funzionanti a parcheggio per la residenza.

E prevedibile che la presenza di tali cantieri, in tempi e luoghi diversi, si protrarrà in quartiere per diversi anni. E pertanto necessario, a maggior ragione, individuare e realizzare concretamente un consistente numero di posti macchina nel S. Leonardo con la duplice funzione di sopperire alle carenze presenti ed a quelle che saranno determinate dai cantieri di costruzione dei box, con carattere di volano, per una rotazione dell'utenza.

A tal fine, ed in prima approssimazione, si ritiene proponibile l'utilizzazione della fascia di aree esistenti a nord-est della via Appennini e poste fra questa e la via Gallarate.

Sosta, circolazione e ricovero

autoveicoli al QT8

È da tempo in evidenza il disagio presente e crescente in vari settori del QT8 in relazione alle esigenze minime e vitali dei residenti, causato in particolare dal ridotto calibro.e dal-

la strutturazione di maggior parte delle strade che rendono difficoltoso il traffico in presenza di veicoli in sosta e sono pertanto regolate in gran parte con segnaletica che vieta la sosta.

La presenza poi di impianti sportivi di grande richiamo quali ad esempio il complesso Lido e Palalido ed il campo XXV Aprile, rendono impossibili soluzioni di sosta in alternativa, per l'intero settore fra le vie Diomede e Cimabue. I ripetuti interventi della Vigilanza Urbana, per multare i veicoli in sosta vietata, colpiscono prevalentemente gli stes-

Curare

si residenti, che non hanno alternative concrete di pàrcheggio.

Si ritiene necessario affrontare il problema a monte di questa situazione con la collaborazione, per quanto di competenza, della stessa Vigilanza Urbana.

Due appaiono gli elementi che possono concorrere alla soluzione:

A) uno studio completo, ed una riconsiderazione dell'uso di tutte le aree pubbliche o con destinazione a servizi esistenti nel quartiere QT8 ed al contorno, onde verificarne le pos-

è mezzo salvato

Un'iniziativa della Casa di Cura San Siro nell'ambito dell'informazione e della prevenzione sanitaria

Lunedì primo aprile 1985, ore 19,30. Ci troviamo nella sala riunioni della Casa di Cura San Siro, a ridosso dell'omonimo quartiere popolare della nostra zona. Decine di ricoverati stanno ascoltando con estrema attenzione il dottor Alessandro Beltramini, direttore sanitario della casa di cura, il quale, con parole chiare, comprensibili anche a chi, come il vostro cronista, è completamente digiuno di studi di medicina, usando parole di uso comune, di «tutti i giorni» diremmo, sta parlando dell'osteoporosi (la decalcificazione dello scheletro, che provoca, tra l'altro un'estrema fragilità delle ossa), spiegando le cause e gli sviluppi della malattia, i suoi sintomi, come la si può prevenire, come la si può curare.

E una spiegazione chiara che per quasi un'ora tiene desta l'attenzione dei presenti, poi incominciano le domande da parte dei pazienti, che per circa un'altra ora chiedono maggiori chiarimenti, magari basandosi sulle proprie esperienze di malati, vogliono sapere perché si usi un determinato farmaco piuttosto che un altro, vogliono chiarimenti sugli effetti collaterali sia della malattia, sia di alcune cure e via dicendo. Ed a tutti il dottor Beltramini risponde con pacatezza e con chiarezza.

Questo di cui abbiamo tentato di darvi una cronaca stringata non è però un episodio isolato. Si tratta di uno degli incontri-dibattiti (il nono per l'esattezza, quelli che lo hanno

preceduto sono stati sull'artrosi come malattia sociale, sull'ulcera gastro-duodenale, sull'infarto, sull'alimentazione oggi, sugli stati ansiosi, sulla lombosciatalgia, meglio conosciuta come «mal di schiena», sul tema «è possibile parlare di pericolosità della radiologia nell'indagine e nella terapia?» e sugli effetti dannosi del fumo), che il dottor Beltramini ha organizzato in collaborazione con tutta l'equipe medica della Casa di Cura San Siro e che dal 10 dicembre scorso si susseguono regolarmente ogni primo e terzo lunedì del mese.

Lo scopo di tali incontri, ci spiega il dottor Beltramini, è di svolgere un'azione di informazione e quindi anche di prevenzione, in quanto la seconda non è possibile se manca la prima. Uno dei cardini e dei punti più qualificanti della riforma sanitaria, tiene a farci rilevare, è infatti l'informazione sanitaria per svolgere un'azione di prevenzione.

Ed anche quando ci si trova di fronte ad un individuo già colpito da una malattia, l'informazione su di essa e sui mezzi di cura può favorirne la guarigione stabilendo un maggior rapporto di fiducia e di collaborazione tra medico e paziente.

Finora però le strutture pubbliche hanno mancato a questo preciso impegno, per la cui realizzazione non servono capitali, ma soltanto un microfono, qualche altoparlante e tanta, ma tanta buona volontà.

sibilità d'uso a parcheggio e la relativa regolamentazione.

B) Un riesame della possibilità di realizzare piazzuole di sosta e ricoveri per autoveicoli privati nelle aree di pertinenza degli edifici. Si tratta di uno studio complesso a causa delle caratteristiche fondamentali del QT8 per quanto attiene il tessuto viario e le tipologie edilizie, e soprattutto per i vincoli imposti dalla convenzione generale per l'uso delle aree del quartiere stesso.

Si ritiene peraltro che, alla luce delle modificazioni adottate il 30 gennaio 1985 per le Norme Tecniche di Attuazione del PRG (Piano Regolatore Generale) vigente, sia possibile individuare una ipotesi di intervento mirato caso per caso, che dovrebbe poi necessariamente essere recepito da una variante alla convenzione generale riguardante le aree del QT8.

Sosta autotreni pesanti TIR in Viale De Gasperi

Alla fine dello scorso mese di gennaio gli abitanti delle case prospicienti il viale De Gasperi hanno segnalato con vigore il disagio causato dalla utilizzazione di tale strada come parcheggio diurno e notturno dei pesanti mezzi di trasporto che mantengono in funzione i motori diesel per far funzionare sia i compressori frigoriferi, sia il riscaldamento delle cabine.

La mancanza di servizi igienici in loco aggrava poi la situazione ambientale di questo autentico accampamento non attrezzato. Questi veicoli sono stati allontanati dall'area contigua al Cimitero Maggiore, senza che fosse predisposta un'adeguata attrezzatura alternativa.

Dobbiamo ritenere che la attuale situazione in v.le De Gasperi sia per la città non meno disdicevole della precedente, con l'aggravio di un notevole fastidio, intollerabile per i residenti di quel settore del Gallaratese. E opportuno da una parte accelerare la sistemazione promessa e prevista sulle aree della Cascina Merlata, provvedendo comunque ad individuare anche una soluzione provvisoria, immediatamente realizzabile, dovendosi considerare inaccettabile lo stato di cose venutosi a creare per gli abitanti le cui finestre si affacciano sul viale De Gasperi.

In considerazione dei problemi sopra esposti, il Consiglio di Zona 19 impegna l'Amministrazione Comunale ad affrontare, di concerto con il Consiglio di Zona stesso, le singole situazioni che, aggravatesi col tempo, rischiano ora di precipitare in quanto realmente insostenibili per gli abitanti delle singole zone.

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milano 19 - pagina 11

Grande successo di Milano-Collezioni

La "5 giorni" della moda

Durante la manifestazione la città è stata invasa da compratori italiani e stranieri e.dalla stampa di tutto il mondo qui convenuti per conoscere le nuove idee della moda "made in Italy"

Il convegno regionale del 30-31 marzo

Milano capitale del miele

Nel nostro quartiere presso il Centro scolastico di via Trenno si è tenuto il primo convegno regionale dell'Unione apicoltori - Intervista al presidente Giuseppe Moro - Le proprietà del miele ed i problemi più immediati degli apicoltori

Circa un anno e mezzo fa gli apicoltori di Lombardia si sono federati in una Unione e, come primo atto, hanno organizzato un convegno denominato «Miele: origine, produzione e consumo», scegliendo come città ospitante Milano.

Il convegno ha avuto sede nel nostro quartiere che, per due giorni, il 30 e 31 marzo, è stato al centro dell'attenzione nazionale calamitando presso il Centro scolastico di via Trenno 49/61 l'attenzione degli operatori, della stampa, degli studiosi e degli organi istituzionali della Regione decretandone il successo e premiando gli sforzi degli organizzatori residenti, per buona parte, nella nostra zona. Vediamo di sintetizzare, per quanto possibile, l'avvenimento raccontando con ordine gli aspetti più significativi della manifestazione.

mati di domenica pomeriggio, nessuno si è allontanato dalla sala dimostrando interesse e attribuendo, indirettamente, validità ai temi audiovisivi da noi proposti».

Sono passati solo sette anni da quanto «Modit», la più grande manifestazione di moda italiana di interesse internazionale, si insediò per la prima volta nella Fiera di Milano con i suoi 45 espositori. A tutt'oggi, gli espositori sono saliti a circa 600, divisi in tre rassegne di collezioni di moda destinata all'Autunno-Inverno 1985-86.

Stiamo naturalmente parlando della grande e affascinante manifestazione di moda tenutasi recentemente dal 10 al 14 marzo qui a Milano.

«Milano-Collezioni» è promossa dalle Associazioni Industriali dell'Abbigliamento e della Maglieria ed è organizzata da EFIMA Ente Fiere Italiane Maglieria Abbigliamento. Ha lo scopo di promuovere il più alto livello creativo della moda italiana e di consolidarne i successi mondiali anche attraverso strutture, servizi, iniziative di alto livello professionale e di immagine.

Milano durante i 5 giorni di manifestazione è stata letteralmente invasa da compratori italiani e stranieri e dalla stampa di tutto il mondo, venuti appunto per conoscere le nuove idee della moda «made in Italy».

La manifestazione è stata articolata, come già detto, in tre rassegne ben distinte tra loro: «Modit» con 240 espositori di prét-à-porter di qualità; «Milanovendemoda» con 230 collezioni di moda anche informale e giovane; «Espansione Moda» con 110 case orientate al grande mercato.

L'area più «shic» dell'intera manifestazione è stata senz'altro «Milano-Collezioni», allestita nel padiglione 30 della Fiera di Milano in piazza VI Febbraio. Milano-Collezioni è il nome della più prestigiosa rassegna della moda femminile italiana.

Qui hanno presentato le loro collezioni per l'Autunnp-Inverno 1985-86 i più importanti creatori italiani di moda nel mondo: da Versace, Biagiotti, Lancetti, Schreeker, Barocco, Cruz, Gherardini, Ginocchietti, La Viola, Matti (che ventilmente hanno reso possibile la partecipazione di Milano 19) e tutti gli altri stilisti non meno importanti.

In tutto, trentadue stilisti che

hanno presentato, appunto le loro collezioni su passerelle allestite con grandiose scenografie dove sfilavano le più belle e brave modelle note in tutto il mondo.

Parlando di moda, non si deve pensare ad un fenomeno di semplice vanità; infatti questo «peccato femminile» dev'essere assolto dai grandi benefici economici che ne trae il Paese per effetto delle esportazioni che il settore dell'abbigliamento italiano realizza in tutto il mondo.

Il «made in Italy» infatti ha dato nuovi posti di lavoro per gli italiani proprio quando la crisi economica avanzava e con l'esportazione permette di far entrare in Italia milioni di dollari utili al riequilibrio della bilancia dei pagamenti.

Il «sistema moda» italiano nel 1984 ha registrato infatti un saldo netto di 14.000 miliardi di lire. Il prét-à-porter femminile ha esportato per 4.200 miliardi di lire che rappresentano un incremento del 17% rispetto all'83.

La ricerca estetica visiva non è solo servita, quindi, per fare un omaggio alle donne, ma di fatto, ha contribuito a far uscire l'Italia dal ghetto della marginalità politica ed economica.

Si può, così, oggi affermare che con la moda, Versace, Lancetti, Missoni, Fendi, e tutti gli altri stilisti italiani di alta moda, hanno contribuito a portare nel mondo il linguaggio italiano.

Volendo riassumere in poche parole l'immagine della moda femminile che avremo modo di vedere e forse di indossare questo Autunno-Inverno 1985-86 così come è stata presentata a Milano-Collezioni dai 32 stilisti partecipanti, possiamo dire che la moda per il prossimo inverno sarà caratterizzata dal rigore e dalla classicità sia pure con qualche piccola trasgressione.

Infatti, prevedendo un gran freddo, la moda sarà presente con molte pellicce e giacconi molto pesanti e dalle più svariate fatture, con tessuti importanti, solenni, molto belli, con molti disegni vivaci e all'insegna del colore in modo aa rendere l'inverno anche molto fastoso. Torneranno gli abiti che di-

segnano con generosità la figura, fino al punto di enfatizzare la curva e di suscitare movimenti, gesti, modi di indossare che recuperano i grandi temi cari alla più tradizionale femminilità.

Paolo Vaglia

Nella foto: Milano - Presentazione della stupenda collezione AutunnoInverno 1985-86 di Versace. Nel fotocolor tre splendide modelle di Versace.

Cominciamo con un dato che sembrerebbe di scarsa rilevanza ma che di fatto testimonia l'attenzione dedicata alle due giornate di studio da parte del pubblico. L'affluenza è stata notevole.

«Almeno mezzo migliaio di persone — dice Giuseppe Moro, presidente dell'Unione apicoltori Regione Lombardia — provenivano dal nostro quartiere. Ed è stato con grande soddisfazione che abbiamo notato che, durante le tre ore di proiezione di diapositive e fil-

Al convegno hanno partecipato: Ernesto Vercesi, assessore all'agricoltura della Regione Lombardia, numerosi docenti universitari (prof. Marina D'Ambrosio, direttore della sezione operativa di apicoltura di Roma; prof. Minos Martelli; prof. Graziella Bolchi Serini; dott. Mario Colombo dell'Istituto Entomologia agraria dell'Università di Milano; prof. Franco Marletto, dell'Istituto di Entomologia dell'Università di Torino) e la dott.ssa Donatella Noè dell'Ente Ospedaliero Cà Granda di Milano.

Successo pieno dunque, ma quali sono in realtà i problemi attuali, i programmi immediati, l'atteggiamento del consumatore, l'ottica in cui si colloca l'apicoltore?

Thalessemia: malattia grave ma facile da prevenire

Intervento sanitario sugli alunni della seconda media nel mese di maggio

Anche quest'anno l'Ufficio d'Igiene e Sanità del comune di Milano, nel quadro degli interventi di medicina preventiva, offre un servizio particolarmente qualificato, che ha ben pochi esempi in Italia ed all'estero.

Si tratta della prevenzione sistematica dell'anemia mediterranea o morbo di Cooley.

L'intervento consiste nel prelevare un quantitativo di sangue a tutti i ragazzi che frequentano la seconda media per verificare, attraverso l'analisi, se sono portatori sani di tale malattia.

Il prelievo sanguineo avverrà nella seconda metà di Maggio.

A tale proposito abbiamo ritenuto opportuno richiedere la collaborazione di un'esperto e lo abbiamo trovato nella dottoressa Giliola Granata medico scolastico della scuola media di via Quarenghi, che ci ha cortesemente rilasciato queste annotazioni.

Thalassemia, nell'area della provincia di Ferrara.

Ora questa ricerca si è estesa ed anche a Milano, da parecchi anni, si esegue lo screening degli alunni della seconda classe media.

Ed è appunto attraverso queste ricerche che si tenta di vincere ranemia mediterranea o thalassemia; grave malattia ereditaria che provoca un'alterazione della sintesi dell'emoglobina e quindi una riduzione dei globuli rossi con conseguente mancanza di ossigeno nei tessuti.

La malattia si trasmette attraverso i geni nel momento del concepimento; non è dunque una malattia infettiva o dovuta a carenze di ordine igienico o economico.

I mezzi che abbiamo a disposizione, una volta individuata la «coppia rischio» cioè composta da due portatori sani, sono parecchi: controllo delle nascite, diagnosi prenatale, aborto terapeutico, adozione ed inseminazione artificiale. Anche la terapia di questa grave malattia mortale si è evoluta sino al trapianto del midollo osseo.

Ma il mezzo ancor più valido è nella prevenzione; nella ricerca quindi del portatore sano ed è per questo che tutti i genitori devono sentirsi responsabili verso i loro figli ed aderire al prelievo del sangue che verrà effettuato al secondo anno della scuola media.

«Il primo grosso ostacolo da rimuovere — continua il presidente Moro — è la posizione di subordine in cui viene a trovarsi l'apicoltore. E la nostra immagine che deve essere rivalutata. Oggi in Italia ci sono 75.000 apicoltori, molti sono professionisti qualificati e capaci, come lo sono gli operatori che si dedicano alla frutticultura intensiva in Emilia e nel Trentino, i floricoltori liguri ecc. anzi sono proprio questi che, valutando la funzione insostituibile dell'impollinazione dell'ape che aumenta sensibilmente la produzione chiedono il nostro intervento».

Il miele, occorre ricordarlo, è stato il primo dolcificatore prima che nel 1500 si scoprisse lo zucchero il quale non è un prodotto naturale, ma ottenuto per raffinazione.

Ed è proprio questo fatto, cioè la purezza dell'alimento e la sua efficacia terapeutica (illustrata dalla dott.ssa Noè dell'ospedale Cà Granda) che, collocandori in un momento in cui l'opinione pubblica è disorientata dall'aggressività di una certa pubblicità di prodotti ottenuti chimicamente per sintesi sulla cui innocuità una larga fascia di consumatori comincia, giustamente, a diffidare, ha contribuito al successo del convegno.

Sin dal 1935 fu iniziata una attività di «screening» (ricerche e studio su larga scala n.d.r.) della popolazione del consultorio genetico per portatori sani di

Nella forma più grave, la «thalassemia mayor» o «morbo di Cooley», sono necessarie trasfusioni ogni venti o trenta giorni; i sofferenti di tale malattia in Italia sono circa 8.000.

Il miglior sistema per evitare la nascita di un bambino affetto da morbo di Cooley è individuarne i portatori sani, informarli opportunamente ed indirizzarli ai centri specializzati.

Da parte nostra vogliamo aggiungere che, data la forte immigrazione, la zona 19 sarà riservata di particolari attenzioni da parte delle autorità sanitarie e per questo invitiamo tutti coloro che, superata l'età della seconda classe media, siano venuti ad abitare nella nostra zona, facciano richiesta volontaria per sottoporsi a questo esame ematologico. Utenza

la prevenzione di anomalie ereditarie Anno

L'ape non produce solo il miele, ma anche il polline che cura e previene non pochi malanni e la nota pappa reale vera miniera concentrata di proprietà curative che la natura mette a nostra disposizione e ormai suggerita anche dai medici come il miglior ricostituente in assoluto per anemici, debilitati, convalescenti, atleti, mamme in allattamento, studenti ecc. Un buon avvio dunque. «E stato un successo — continua e conclude Moro — superiore alle aspettative. Praticamente tutti gli apicoltori della Lombardia si sono associati all'Unione a testimonianza del fatto che desideriamo l'avallo ad una nostra precisa configurazione. Ora tra i problemi -prioritari vorremmo il riconoscimento DOC che ci tuteli da certi tipi di miele di importazione. Il prossimo anno il convegno si terrà in un altra città della Lombardia, ma ora siamo molto più fiduciosi. Milano ha dato il "la" e la nostra città ha dimostrato che i problemi, se affrontati con serietà e impegno, possono essere risolti».

Chi desidera maggiori informazioni per associarsi o seguire i corsi di apicoltura o visionare (scuole o associazioni) le diapositive ed i filmati può rivolgersi all'Unione regionale tra le associazioni dei produttori apistici della Lombardia, viale Isonzo 27, 20135 Milano - â tel. 02/5455547-5468387. Gabriele Pagani

Nella foto: Milano, Centro scolastico di via Trenno, apertura dei lavori del Convegno «Miele: origine, produzione e consumo». Da sinistra: dott. Canamela (presidente apicoltori italiani) prof. M. T. D'Ambrosio (Ist. sperimentale zoologia agraria, Roma) dott. M. Colombo (Ist. Entomologia agraria dell'Università di Milano) sig. Giuseppe Moro (presidente dell'Unione regionale tra le associazioni dei produttori apistici delki'Lombardia).

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Scolastico 1983/84 USSL 75 Scuola Media di via Alunni iscritti Alunni esaminati Alunni positivi % esaminati/ iscritti % positivi/ esaminati 75/19 V. Ojetti 5 88 66 I 75 1.51 P.le Brescia 23 23 3 100 13.04 V. P. Uccello 1/ A 150 148 I 98,66 0.67 V. Viscontini 7 83 77 2 92.77 2.59 V. Quarenghi 14 198 150 6 75.75 4 V. Uruguay 207 146 5 70.53 3.42 V. Airaghi 40 31 2 77.5 6.45 V. Poldi Pezzoli 221 186 6 84.16 3.22 P.za Axum 220 130 3 59.09 2.3 V. Lovere 135 123 3 91.11 2.43 V. Alex Visconti 252 104 2 41.26 1.91 Totale N. Scuole = Il 1617 1184 34 73.22 2.87 pagina 12
maggio 1985
dello screening scolastico per
- milano 19

Io gelatile di or. nEr_i

Diario scolastico 1985/86

Resistenza Repubblica

Dedicato al 40° anniversario della Liberazione - Edizione Istituto Didattico Pedagogico della Resistenza

Nella notte del 15 marzo scorso la sede in Milano, Via Anemoni 6, dell'Istituto didattico pedagogico della Resistenza è stata incendiata da ignoti teppisti fascisti. Le fiamme hanno distrutto il deposito di libri e documenti raccolti dal Centro sulla Resistenza e conservati con grande cura in tutti questi anni. In cenere anche parte della documentazione che ha servito all'Istituto a preparare il Diario scolastico 1985/86 Resistenza Repubblica, dedicato al 40° anniversario della Liberazione, e che in ogni caso uscirà in tutta Italia e come previsto per il 25 aprile, insieme al libro Pace sempre pace, redatto pure dall'Istituto.

Che cosa pensano i giovani della Resistenza? Sono passati 40 anni e 40 anni sono tanti, anche se altre Resistenze simili alla nostra ne ravvivano la memoria. Il rischio che corriamo nel celebrare quella significativa pagina di storia è di cadere nella retorica e, quindi, di non guardare al passato per ricavare insegnamenti per il presente e per il futuro. L'Istituto ha pensato di offrire col Diario scolastico elementi per una riflessione sui valori che alimentarono allora l'impegno dei resistenti e di tutti coloro che aspiravano alla pace, alla libertà e alla giustizia. Il Diario copre l'intero anno scolastico, dal settembre '85 al giugno '86, e sarà

disponibile in aprile. I giovani potranno così capire meglio perché migliaia di italiani scelsero allora la strada dell'impegno civile contro la barbarie e perché questo impegno è richiesto ancora oggi: un impegno di studio, di lavoro, di fatica per una società sempre più libera, più democratica e più giusta. Il Diario consta di circa 350 pagine, ognuna con in calce un episodio della lotta di liberazione di tutta Italia, con premessa storica, bibliografica, sintesi cronologica e illustrazioni di 10 temi di vasta portata, corrispondenti ai dieci zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA mesi

del prossimo anno scolastico. Il diario è un utile sussidio scolastico specie per le quinte elementari e per la scuola media. La Resistenza deve diventare patrimonio anche delle giovani generazioni per aiutarle a trovare una propria identità e una ragione di vita. Le A.N.P.I. locali offrono il diario a Comuni, scuole, sindacati, associazioni, consigli di zona, ecc. a lire 3.000 la copia (prezzo di copertina L. 6.000). Occorre prenotarlo subito dato che è in stampa.

O.C.

Storia di Israele

J. Alberto Soggin, Casa Editrice Paiadeia, Brescia, 1984

Dal Centro Culturale Protestante di Milano, presso la Libreria Claudiana, ci è giunto l'invito per la presentazione di un volume di grande importanza, la "Storia di Israele" scritta dal prof. J. Alberto Soggin, ordinario di Lingua e letteratura ebraica nell'Università di Roma, professore onorario presso la Facoltà Valdese di Teologia di Roma e professore ospite

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- Fisiochinesiterapia (Radar, Marroni, Ultrasuoni, forni Bier, bagniluce, lonoforesi, stimolazioni elettriche, massaggi, ecc.)

presso il Pontificio Istituto Biblico.

Oltre all'autore ed al direttore della Casa Editrice Paideia di Brescia, dott. Giuseppe Scarpat, davanti ad un pubblico veramente numeroso e profondamente interessato, erano presenti in veste di relatori i professori Luigi M oraldi e Gianfranco Ravasi, l'uno professore di Ebraico e lingue semitiche nell'Università di Pavia, l'altro professore di Esegesi dell'Antico Testamento nella Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale.

Altre opere del prof. Soggin sono: Introduzione all'Antico Testamento" Paiadeia 1973. "Old Testarnent and Orientai Studies" Pont. lst. Biblico 1975, 1 manoscritti del Mar Morto" Newton Compton 1978, il profeta Amos" Paiadeia 1982.

Non è cosa da poco accostarsi a un'opera come questa "Storia d'Israele" del Soggin, specialmente per noi che non siamo studiosi di storia antica né di teologia, ma ci interessa il fatto che oggi si possano scavare, con buoni risultati, i dati concreti, i fatti documentati delle vicende del credo monoteista, origine delle religioni ebraica, cristiana e islamica.

Studi di questo tipo nel nostro tempo sono possibili in forma rigorosa assai più che nel passato, ed è proprio con estremo rigore che la "Storia" si articola e si propone ai lettori, diversamente dalla pubblicazione precedente sullo stesso argomento, quella dell'Abate Ricciotti del 1932, la quale sebbene scritta in modo ineccepibile e "incantevole" come dice il relatore Ravasi, era strutturata più in forma "biblicista" che non spogliatamente storica, per non dire di altre opere scritte in forma romanzata o addirittura basate su scarse fondamenta.

Il libro scritto da Soggin si porrà proprio come punto di riferimento per chi conduce ricerche su questi argomenti, in virtù delle sue qualità di narrazione essenzialmente secolare, anche se, come ci è sembrato di capire durante la serata di presentazione il 23 febbraio scorso, rimarranno aperti molti interrogativi. Interrogativi che gli studiosi di domani potrebbero adoperarsi per colmare.

maggio 1985 milano 19 - pagina 13

Le tecniche pittoriche (26)

L'acquatinta:

tecnica

per le stampe colorate

Con il tempo però questa variante dell'acquaforte è stata un po' abbandonata anche a causa delle difficoltà dell'esecuzione

È una variante dell'acquaforte e serve in particolare per le stampe colorate. Si può realizzare con due metodi ben distinti. Nel primo l'acido va applicato sul metallo nudo, limitatamente protetto da una stesura di vernice resistente alla corrosione, attorno al segno

della punta. Con il secondo metodo l'acido morderà soltanto il solco lasciato libero da uno strato sottile di materiale polveroso, che può essere sabbia o bitume.

Oltre questa prima corrosione si passa a coprire con

Manifestazioni dell'A.V.I.S.

Una serata all'indice della milanesità per prospettare le difficoltà dell'Ente e promuovere una sottoscrizione; presente un folto gruppo di soci della Delegazione del Quartiere Gallaratese

Presente una folta rappresentanza di soci della Delegazione del Quartiere Gallaratese col responsabile Eugenio Pigoli in assenza di Amleto Veneroni indisposto, i soci dell'A.V.I.S. si sono dati appuntamento al Circolo «Il Pellicano» in via De Amicis, 17 per una serata tutta milanese, giovedì 5 aprile 1985.

Moltissimi i nomi noti della milanesità canora e qualche poeta che si sono avvicendati al microfono in una spumeggiante atmosfera preiudente la vicina Pasqua.

Organizzata da Marino Bosè, cantautore noto come Marino de l'Isola e lui stesso donatore di sangue, come pure Alberto Bega poeta-cantautore, la manifestazione aveva lo scopo di porre in rilievo le difficoltà in cui si dibatte l'A.V.I.S. per portare avanti l'iniziativa intrapresa e di alto valore umano che proprio in Milano ebbe i natali ed il massimo sviluppo.

La relazione del presidente Dr. Giuseppe Battaini e le parole di plauso da lui avute nei confronti di soci donatori e benemeriti, nonché dei numerosi sostenitori, hanno comunque sottolineate le continue necessità dell'Ente per i sempre più frequenti appelli alle disponibilità di sangue umano e l'ingente spesa gestionale a cui è spesso sorda la Sanità.

Marino de l'Isola, Luis el Verzeratt e Alberto Bega hanno messo a disposizione musicassette che sono state proposte in acquisizione ai numerosi presenti ricavandone una cifra discreta a favore naturalmente dell'A.V.I.S.

Parole di ringraziamento a Cesare Attilio che ha messo a

disposizione i locali del Circolo «Il Pellicano»; applausi a tutti i cantanti, poeti e cantautori intervenuti ed un vivo grazie a Gianni Magni, il noto cabarettista di Antenna 3, che per tenere fede all'impegno preso si è fatta una corsa di 180 Km. e ha divertito i presenti con la sua consumata capacità d'attore. E.C.

vernice apposita quel tratto che viene giudicato già perfettamente riuscito, per ricominciare con una nuova aspersione di polvere là dove si intende procedere a una nuova incisione.

Il risultato sarà di diverse intensità di effetti, proprio perché le varianti tecniche sono moltissime e fantasiose.

Si dice che alcuni artisti usino anche materiali quali zucchero o granulati per ottenere originali risultati. Pare accertato che già fin dal Seicento questa tecnica venisse usata in Olanda contemporaneamente a quella dell'acquaforte, comunque verso la metà del XVIII secolo in Francia essa venne messa a punto completamente per arrivare al meglio con l'inizio dell'Ottocento. Anche i «Capricci» e altre incisioni di Goya ebbero maggior forza da questa esecuzione in acquatinta.

Col tempo però questa tecnica è stata un po' abbandonata, anche per le difficoltà dell'esecuzione; rimane in uso forse solamente nell'area inglese, ove ancora ne è apprezzata la caratteristica particolarmente ricca di variazioni.

Il Gruppo Sirio Nell'illustrazione un'acquatinta eseguita da Kathe Kollwitz

Organizzati dal Gr. A. L. 77

Corsi per animatori del "tempo libero"

«Il gruppo- animatori Lombardia 77 organizza a Milano corsi di 50 ore per animatori del tempo libero (villaggi turistici, campeggi, centri ricreativi per minori, istituti e centri per anziani, scuole, ecc.); la formazione è imperniata sulle tecniche espressive, artistiche e mo-

torie di cui l'operatore deve servirsi per intervenire in un gruppo. I corsisti che dimostreranno particolare interesse per la professione di animatore potranno collaborare con gli enti collegati al gr.a.l. 77.

Per informazioni: gr.a.l. 77: tel. (02) 3084675 - 6127176.

pagina 14 - milano 19 maggio 1985 ♦ 5
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CASA

—,C L'angolo della poesia )

La metafisica del concreto di Carlo Cioni

L'idea della conoscenza è nell'intento di materializzare l'immagine e ricondurla al suo stato fluido. Vedi Anassimandro, separando i contrari, questi si manifestano, e il principio di tutte le cose si risolve in una materia indifferenziata, l'infinito, che ha in sé tutti i contrari.

Ecco il desiderio nostalgico delle origini, non per sola nostalgia, ma per conoscenza: la sospensione del tempo e del silenzio, non come paradiso terrestre bensì come Gerusalemme celeste, in una esposizione sintetica, nella quale si riesca a ravvisare l'asse del mondo, dove si azzerano le forme. Il cielo dorato (in questo caso sopra il Castello di Tarascona) sta ad indicare una condizione che permette all'uomo di ricostruire dei canali con il cielo, e ciò anche quando l'opera umana, il prodotto della fatica dell'uomo, è sospeso sopra l'abisso».

E percorrendo la rassegna, il concetto di modello cosmico è abbastanza evidente.

Ricordo d'un poeta e d'un caro compagno

L'opera letteraria di Romano Pascutto esalta la vita, la natura e i contrasti della società; egli intarsia piacevolmente i versi di umanità senza pari, ma non dimentica mai la Resistenza

Avrebbe voluto festeggiare ancora una volta l'anniversario della Liberazione, avrebbe ancora_ una volta cantato con i compagni le canzoni della lotta partigiana e riportate sulle pagine di Dimensione, il mensile del Veneto Orientale per il quale si adoperava la sua penna, le gioiose impressioni che si ripetono diversificate e sempre coerenti ogni anno. Romano Pascutto, dirigente comunista, scrittore e poeta dialettale tra i più importanti d'Italia viene ricordato nella sua terra natìa, e quì a Milano, da compagni letterati e no che ne stimarono le possenti qualità di artista e di uomo, attenti alle sfumature più popolane, ma non incespicanti nella banalità, della Sua opera pubblicata postuma «Riunione di cellula». In quest'opera si profilano le sottili considerazioni di un dirigente comunista impegnato a difendere e sostenere i diritti del popolo in perfetto allineamento con gli ideali della lotta partigiana, si individuano le apprensioni per i ritardi di raggiungimento degli obiettivi che, con la lotta sindacale poi, dovevano portare al giusto equilibrio di lavoro, pace, libertà.

Nel 1980 Romano Pascutto partecipa al Premio nazionale di poesia indetto dal Lions Club Duomo di Milano ed è di questo periodo la nostra cono-

scenza; ma Egli aveva già alle spalle un nutrito bagaglio di opere la prima delle quali «Il colle delle voci» del 1950, l'anno della scomparsa dell'amico comune Cesare Pavese: fu il primo libro pubblicato a Milano.

Editi pure a Milano i titoli: Storia de Nane, 1963; Il pretore delle baracche, 1973 e La crosera de i zìngani, 1974 entrambi per i tipi di Vangelisti ed.; sono editi da Rebellato, Padova i seguenti: Tempo de brumèsteghe, 1971; Nostro tempo contato, 1972; L'angelo di ferro, 1975; La lodola mattiniera, 1977; Il viaggio, 1979; Foie de tilio, 1981.

Postuma è la pubblicazione dell'opera «Riunione di cellula» che la Cooperativa editrice Nuova Dimensione di Portogruaro, a sua volta editrice del mensile Dimensione del' Veneto Orientale, ha stralciato in anteprima di due capitoli per darne saggio ai suoi lettori.

La personalità del poeta e compagno comunista Romano Pascutto risalta in tutte le sue opere; in questa è di spicco una forma letteraria che al di sopra d'ogni stile intinge la penna nelle realtà amare a cui s'è trovato di fronte chi, dopo avere lottato per la libertà, ha dovuto continuare la lotta per conservarne gli ideali intatti.

L'autore è lì, riservato, discreto. I suoi occhi molto acuti interrogano e poi raccolgono le risposte silenziose dei visitatori. Che stanno per arrivare: è la vernice, l'inaugurazione della mostra di pittura.

Siamo all'Arte Centro e le opere di Carlo Cioni sono allineate alle pareti delle due salette, pronte per l'esposizione che dal 12 marzo rimane aperta fino a metà aprile, in Via Brera 11, proveniente da Palazzo Vecchio di Firenze.

Ci si trova nel blu, tutti i blu possibili, con una sola eccezione di rosso e, in pochi casi, inserita nel fondale o nel cielo, troviamo una presenza in oro.

Il soggetto è in preferenza una semplificazione di linee architettoniche classiche: templi, battisteri, castelli, loggiati, piramidi. Ma non c'è niente di riproduttivo in queste pitture eseguite in acrilico con una accuratezza estrema, potremmo dire meticolosa.

Niente di casuale, non uno sconfinamento. Gli edifici, pur riconoscibili, sono un pretesto per quel viaggio nel tempo e nella conoscenza che l'autore ha chiamato in quasi tutte le versioni presenti «Dal pendolo immobile», come a dire l'arresto di una dimensione-simbolo, riproposta come invenzione nuova.

E su questo punto, l'autore ci fornisce direttamente alcune chiavi di lettura, che poi accompagneranno la nostra attenta visita, e ci acconsentono di penetrare nei significati della sua ricerca.

«La novità è sempre al margine, non ama le cose troppo rumorose. Si tende ad esaurire i parametri della mente in forme prese dalla nostra cultura. C'è un modulo abbastanza ricorrente, la polarizzazione della nascita e della morte.

Nel noto profilo basilicale di Torcello, anche lui sospeso in un vuoto atemporale, l'autore ha collocato come rigagnoli di luce serpeggianti alcuni simboli di forze generatrici, che in altre opere, su differenti architetture, altrettanto riconoscibili sebbene altrettanto smaterializzate, diventano fili sottilissimi perpendicolari che dal finito passano a conquistare l'infinito.

Leggiamo sul catalogo le note biografiche di Carlo Cioni e apprendiamo che egli stesso è scrittore, il che gli consente di sviluppare e ampliare i concetti fondamentali che sono alla base della sua pittura, che è ben riassunta in un commento di E. Miccini, del 1975, che la definisce «Metafisica del concreto».

Bruna Fusi

Nella foto l'opera N] 11 «Dal pendolo immobile» del 1983 in acrilico su tela, cm. 100x100.

Il 4 maggio

Personale della pittrice Elsa Bottoni

Il giorno 4 Maggio alle ore 21, presso il Circolo Culturale «Il Cenisio» in Piazzetta Coriolano, 2 - si inaugura la Mostra Personale della pittrice Elsa Castiglioni Bottoni. Nel corso della manifestazione artistica Luciana Porti e l'attore Mario Bernardi, reciteranno alcune poesie della Bottoni.

Orario: da Lunedì a Venerdì 9,30-19 Sabato 9,30-12 Domenica chiuso. Amici e amanti dell'arte sono invitati.

«Colui che parla / col silenzio dei millenni... Dalla follia della croce / la chiave di volta dell'uomo».

Due versi di Credo: una sintesi, un modo di essere di Doris Canetti, poetessa sensibile all'Amore e alla sofferenza. Due sostantivi che ella sa tradurre in un sentimento palpitante come la sua poesia che vi presentiamo. Koper

Credo

A Lui che è l'ignoto l'inafferrabile l'inesprimibile l'incomunicabile l'amore paradossale il «diverso» «l'altro» colui che parla col silenzio dei millenni cosmica intelligenza misteriosa immanenza essere infinito incomprensibile padre d'ogni pulsante respiro

A Lui questo grumo di terra canto di tutti gli esseri che geme sul raziocinio e cerca a tantoni la via pressato da voci inquietanti perduto tra nebbie concettuali dilaniato da mille ipotesi stretto nel dramma esistenziale curvo sotto il peso del mondo: disegno o casualità?

Dalla follia della croce la chiave di volta dell'uomo: all'Archetipo dei risorti . io credo.

6' classificata con coppa al Concorso «La Fontanella - Milano»

Inscì mangia Meneghin (Cucina milanese - 10)

Friffira de lèss (Lesso fritto alla milanese)

È uno dei piatti popolari milanesi di godimento più noti come «decoro di famiglia» meno complicato dei «mondeghili» e quindi meno esposto alla... diffidenza degli ospiti; piatto sano ed ugualmente gustoso.

Si utilizza del lesso avanzato nella necessaria misura delle persone che lo debbono consumare; si taglia a fette dello spessore di un centimetro ed ogni fetta da entrambe le parti va cosparsa di formaggio grattugiato pressandolo un poco per farlo bene aderire.

In un piatto fondo deve essere sbattuto un uovo, condito con sale e pepe quanto basta; vi si immergono le fette di carne e quindi queste ad una ad una debbono essere passate nel pane grattugiato e lasciate riposare qualche minuto.

In una padella 'di adeguata capacità si ponga un generoso pezzo di burro e si metta al fuoco sino a quando sarà spumeggiante (taluni preferiscono

pancetta quadrata a cubetti in poco olio, quindi in questo caso attendere che la pancetta sia fusa nell'olio e crepitante); si adagino nella padella bene in piano le fette di carne impanate e si regoli il fuoco di modo che abbiano a dorare.

Rigiratele piano sino a che saranno tutte ben rosolate; toglietele con l'apposita palettina per scolarle riponendole sul piatto di portata che avrete tenuto bel caldo.

Servite questo piatto con insalata fresca o pomodori oppure verdura cotta di stagione. Una variante è quella di servire questa frittura di lesso allo stesso modo degli ossibuchi; un piatto unico col risotto preparato a parte e servito anch'esso ben caldo.

Il piatto, indicato prevalentemente per la stagione fredda è ancora più gustoso se accompagnato da un buon bicchiere di vino.

A.T.
Ä maggio 1985 milano 19 - pagina 15
"La novità è sempre al margine, non ama le cose troppo rumorose. Si tende ad esaurire i parametri della mente in forme prese dalla nostra cultura"
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41.

dalla prima pagina

Confermiamo

con biblioteca.

Recentemente sono state aggiunte due delibere che diventeranno .operative nell'85: la prima sulla regolamentazione dei rapporti fra C.d.Z. e Comandi della Vigilanza Urbana; la seconda definisce la partecipazione dei C.d.Z. alla formazione dei Bilanci annuali e poliennali del Comune; la verifica sulla gestione degli investimenti e la realizzazione delle opere sia Comunali che Zonali.

Il grande Centro Civico di Zona, realizzato dopo vari anni malgrado i ritardi e le difficoltà finanziarie del Comune per pesanti tagli operati dai governi, si configura come la sede di un Municipio, con Comando di Zona della Vigilanza Urbana, l'anagrafe, gli uffici del C.d.Z., gli ambulatori dellà USSL, la guardia medica con ambulanze, una sala cinematografica e una per riunioni, una biblioteca zonale, spazi per l'attività di associazioni e organizzazioni politiche, sociali e culturali.

Dai Consigli di Zona alle municipalità

Da tempo i comunisti stanno, lavorando sulla proposta di un riassetto istituzionale dell'area metropolitana milanese, che veda un organismo di governo metropolitano comprendente al suo interno un sistema di cornuni e di municipalità, da realizzare attraverso una legge di riforma delle autonomie locali che risulta sempre più urgente approvare, come sollecitato dai comunisti in Parlamento.

La realtà attuale del decentramento nelle grandi città come Milano, non permette di at-

tendere a tempo indefinito anzi, richiede a nostro avviso di anticipare la legge per quanto possibile.

Ora i comunisti lanciano la proposta per la prossima legislatura di una vera e propria fase costituente per trasformare i C.d.Z. in municipalità.

Occorre perciò una ridefinizione delle funzioni e dei poteri dei C.d.Z., sviluppando quelli che meglio possono essere assolti;

1 - in materia socio-sanitaria-educativa, delegare ai C.d.Z. la gestione di tutti i servizi con personale e risorse relativi.

2 - in materia di territorio e opere pubbliche, riconoscere poteri deliberativi per nuove opere zonali, decentrare risorse più consistenti dal Bilancio Comunale, sempre che venga battuta la linea governativa dei tagli agli Enti Locali, per affidare ai C.d.Z. tutta la manutenzione ordinaria e straordinaria per gli edifici, le strutture, il verde, di rilevanza zonale, lasciando al Comune risorse e decisioni relative alle grandi opere di rilevanza cittadina.

Queste fondamentali funzioni devono essere esercitate attraverso un intenso rapporto con i cittadini e le Organizzazioni operanti in zona.

Dalla parte dei cittadini

È urgente la ricerca di nuovi canali di partecipazione fra cittadini e istituzioni, per favorire e costruire un rapporto più continuo e trasparente sia con le tradizionali forme di partecipazione, sia con quelle più recenti legate a nuove problematiche sociali (movimenti per i diritti delle donne, per la difesa dell'ambiente ecc.) o a singole questioni (lotta alle tossicodipendenze, assistenza agli handicappati e agli anziani, ecc.).

Va posto l'accento anche sul tema dell'individuo: chi difende il singolo cittadino non associato, nell'impatto con la macchi-

na burocratica?

Occorre prima di tutto: garantire il diritto all'informazione dei cittadini, attraverso un uso democratico delle nuove ed enormi potenzialità dei sistemi informativi moderni, ma anche migliorando la rete tradizionale (telefono, pagine gialle, il mensile »Qui Milano», spazi sui giornali ecc.) informando sui servizi pubblici e sulle aziende municipalizzate; utilizzare l'informatica per dotare di terminali di informazione collegati al SICOM (Servizio di informazione Comunale), i C.d.Z., i servizi, le municipalizzate, per far conoscere in ogni momento decisioni, delibere e finanziamenti per opere o servizi, e le fasi della loro at-_ tuazione; promuovere a livello centrale e zonale, la organizzazione, selezione e diffusione delle conoscenze a cittadini e associazioni, attraverso la formazione di Centri di documentazione per la donna, per l'ambiente, per la pace, ecc.; garantire il diritto alla consultazione da parte delle associazioni portatrici di interessi generali e valorizzare le varie forme di volontariato; sviluppare l'esperienza della partecipazione degli utenti alla gestione dei servizi (nidi, centri anziani, centri sociali, consultori, ecc.).

La maggioranza laica di sinistra in Zona 19

Nel 1980 si è ricostituita nella nostra zona una maggioranza P.C.I., P.R.I., P.S.D.I., P.S,I., con presidenza comunista, sulla base di un programma per la legislatura 1980-85, risultato di un'intesa fra partiti democratici che credono nel decentramento come modo per governare meglio la città e risolvere i problemi dei nostri quartieri.

Questa intesa si è realizzata lealmente non solo sulle cose pratiche, ma anche su problemi

più generali non strettamente amministrativi, molto sentiti dalla gente.

Si è cioè cercato di esprimere la volontà ed i sentimenti dei cittadini con prese di posizione pubbliche e con atti politici, a volte all'unanimità, assieme alle opposizioni, altre volte con travaglio o anche contrapposizioni, ma sempre con franchezza, con spirito democratico, contro il riarmo nucleare, per la pace in Medio Oriente; contro il terrorismo e il fascismo; per la difesa dell'occupazione; a fianco dei terremotati dell'Irpinia; contro lo spaccio della _droga, per il recupero dei tossicodipendenti.

La maggioranza del C.d.Z. 19, ha inoltre saputo mantenere, nelle proprie decisioni, e in coerenza col programma che si era data nel 1980, una chiara autonomia rispetto alla Giunta comunale, impegnandosi sempre in un confronto costruttivo e, se necessario anche duro, ricercando accordi e soluzioni per risolvere i problemi della zona, esprimendo anche pareri discordi e contrari su proposte della Amministrazione Comunale.

Anche per la prossima legislatura 1985-90 i comunisti ritengono fondamentale, per ricostruire una maggioranza di progresso, partire dai programmi e dalle liste, che devono comprendere cittadini onesti, stimati, competenti, una forte presenza femminile, sui quali gli elettori sono chiamati a pronunciarsi.

Perché

E in tal senso si sono mosse, a mio parere. le amministrazioni di sinistra della Provincia e del

COSTRUZIONI

Comune di Milano e la maggioranza di sinistra e laica della nostra zona, anche se i loro interventi non sempre hanno potuto avere l'immediatezza e l'efficacia necessari( a causa di vincoli od ostacoli burocratici o di insufficienti disponibilità finanziarie.

Ed appunto perché ritengo che tali amministrazioni e maggioranza vadano riconfermate ho accettato la candidatura e chiedo a tutti voi un voto per il Partito Comunista Italiano, che tra tutti i partiti che le compongono è senza alcun dubbio quello che ha operato con maggior impegno e coerenza, senza alcuna ambiguità.

Uffici

disfacimento di tali esigenze è altresì occasione per superare la casualità di impianto di alcune attrezzature esistenti in margine al quartiere, in particolare del mercato comunale e delle attrezzature religiose di via Isernia, e di integrarle in un assetto «costruitofunzionalmente più ricco, dotato di adeguati spazi costruiti per la sosta e meglio concluso nella organizzazione spaziale, come terminale del quartiere verso il parco».

In considerazione delle motivazioni sopra esposte, l'Ufficio Tecnico comunale propone quindi — nella sua relazione — di modificare la destinazione dell'area descritta da verde comunale, con aree e spazi pubblici a parco, per il gioco e per lo sport, a zona di espansione a destinazione terziario amministrativa per una volumetria massima di 20 mila metri cubi (anziché i 26 mila di una precedente proposta), di cui 5 mila

da destinare a funzioni commerciali, culturali e per il tempo libero da meglio precisare in sede di pianificazione attuativa.

A sua volta il Consiglio di Zona 19 ha proposto, dopo un attento esame, una integrazione del progetto di variante affinché in sede di pianificazione esecutiva e di definizione progettuale di massima dei previsti nuovi insediamenti si provveda a definire il complesso dei servizi integrativi della struttura urbana del QT8 ed in particolare: parcheggi e ricovero autoveicoli intesi come struttura adatta a rispondere nel contempo alle esigenze indotte dai nuovi insediamenti terziari, alle funzioni di corrispondenza con la stazione MM ed al fabbisogno della residenza esistente; servizi commerciali e di interesse pubblico quali sportelli bancari e. postali ed esercizi pubblici idonei al contesto residenziale e del Parco; servizi pubblici e comunali quali il Distretto Sanitario, le strutture di integrazione al complesso scolastico dell'obbligo già esistente.

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maggio 1985
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