SUL CONTRATTO NAZIONALE
FEDERAZIONE
LAVORATORI METALMECCANICI
LAVORATRICI E LAVORATORI
l'avvio delle trattative con la FEDERMECCANICA, l'INTERSIND e la CONFAPI per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, avvenute nei giorni scorsi, ha trovato — ancora una volta — le organizzazioni padronali non dispoinbili ad una seria e costruttiva trattativa.
In particolare, mentre l'INTERSIND, che non ha posto pregiudiziali, assume atteggiamenti sostanzialmente negativi sui primi punti che sono oggetto della trattativa: inquadramento unico, mensilizza-
zione del salario, malattia e infortunio, formazione professionale, lavoratori studenti, apprendistato, e la CONFAPI chiede oneri scaglionati nel tempo, i rappresentanti delle AZIENDE PRIVATE hanno riproposto la loro volontà di regolamentare, con prioittà sulle richieste avanzate dai sindacati dei lavoratori, i problemi relativi all'utilizzazione degli impianti, l'assenteismo, la contrattazione aziendale, agevolazioni contrattuali alle piccole e medie industrie, rendendo così ancor più difficile il prosieguo delle trattative.
Al termine della prima tornata di trattative la F.L.M. ha deciso di dare inizio alla lotta con la SOSPENSIONE DEL LAVORO STRAORDINARIO IN TUTTE LE FABBRICHE e la proclamazione di scioperi.
F. L. M.
ELEZIONI DELEGATO MAGAZZINO
Si comunica il risultato della votazione:
VOTANTI 57
ASSENTI 5
ASTENUTI 3
hanno ottenuto voti:
PAZZAGLIA AUGUSTO 35
AUGELLI MICHELE 18
SAMMARINI ANDREA 1
NULLE 3
Totale voti 57
In base ai suddetti risultati è perciò eletto DELEGATO del Magazzino al consiglio di fabbrica il Sig. PAZZAGLIA AUGUSTO.
Il Comitato Elettorale
Ala
E
contratto.
chi sono?
• la delegazione padronale che si reca alla trattativa per il rinnovo dei nostro
ALL' ALCAN 4 ORE DI SCIOPERO
PERCHE' SIAMO ARRIVATI AL 31 OTTOBRE
La situazione degli operai e degli impiegati di Bresso non è la stessa degli impiegati di Milano e questo ormai è risaputo. A Milano ci sono quelli di serie A, quelli che lavorano con i Dirigenti a contatto di scrivania, mentre a Bresso non siamo considerati molto più di niente,
E' chiaro che questa situazione serve a inasprire gli animi sempre di più e il perchè si può spiegare in mille modi. Quando i lavoratori di Bresso propongono una piattaforma rivendicativa alla Direzione a Milano non sono d'accordo, a Bresso si sciopera e a Milano no, si ottiene le quattordicesima, l'aumento del premio di produzione, la riduzione anticipata d'orario e a Milano dicono SI.
Si convocano Assemblee per discutere cose importanti e da Milano non viene nessuno, poi magari criticano le decisioni prese dai lavoratori.
E' chiaro che questo disinteres-
se non serve a costruire qualcosa di utile, ma ha Io scopo di dividere sempre di più i lavoratori, proprio mentre il nuovo contratto prevede l'inquadramento unico.
Ma fortunatamente non tutte le teste ragionano allo stesso modo, sappiamo che alcuni impiegati di Milano non sono d'accordo con i loro capi, però hanno ancora paura di loro, non trovano la forza di uscire dal guscio e dire quello che pensano, non si sentono protetti e subiscono il ricatto dei potenti.
A Bresso la gente è stanca di lottare anche per loro, di perdere ore di lavoro per conquistare qualcosa che anche a Milano ottengono senza muoversi, stando nell'ombra ad aspettare.
Cosa ricava la Società in questa situazione? Lo stabilimento fermo per un giorno e lo stipendio da pagare a chi ha lavorato. Secondo me è controproducente e può portare a conseguenze imprevedibili di cui però i lavoratori di Bresso scaricano le responsabilità agli impiegati di serie A.
LAPPI
DECALOGO DEL LAVORATORE MODELLO
1 ) Non scioperare mai
Se sei costretto porta il lavoro a casa
Non partecipare alle Assemblee
Non parlare coi Delegati
.5) Racconta subito al tuo capo quello che senti
Difendi sempre il tuo rapo di fronte agli altri
Non far sapere il tuo stipendio
Nascondi nelle scarpe le buste extra
Devi essere sempre il primo ad entrare e l'ultimo ad uscire
Segui le regole e sarai ricompensato
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SINDACATO CRUMIRI A QUESTO UOMO ADE550 O CO0A AVETE DETTO ► L414-r° L° p:NE PAGATE g PRENDETE 50101 PERPAGIRLo2 c3-11 FABBRICA I I'lli' DI COSI' CHIARO .• GLI NO DETTO 151 Le4ORARE P,u , SVE LTO / i.. • i 15 AL POLLAR I L GIORNO / , , \ . , (:'ENDO PRODOTTI i >o 4. '-',,,,, i .L L‘,. k• 1.11.11A I ' ------\ — LUI / -diP sib ... i ma...L QUANTI PQMOTTI FAISEmiCs1 IN UN Giormog UN VelloRE COSSI' NON SIETE VOI CHELO PAGATE , E' LUI CHE vi pec.4 5poue- 21 41 DI es0040 pEly pieMA IO SONO PROPRIETARIO m4 MACCHINE, ---P i CI4INE COME AVLITO AVETE kE MAC' f' 140 E CHI H4 FABBRICATO QUEI PRocont t 911_ ENZio -EGLI RDTREBBE 5EKT1 vev i ," So coLutei „ GLI Di LAVoRetnE VENOult) PRP SVELIO / PR000rn *P ' '4, /AL Ilir 41 H Olti .,. • t III,iti'' -E LE 40 COI•APRATE CJ "t I t Ai slorD -4P- '•
Collaborazione
E' una parola che ho sentito molte volte, pronunciata a sproposito e da persone che non ne conoscono il vero significato.
E' una parola che viene usata per difendere una propria opinione o per ricattare gli altri a pensarla come te.
Può avere cioè un significato aleatorio, contrastante, dipende da chi la pronuncia ed a chi è diretta.
ll mio parere non è per forza la verità. altrimenti non sarei un essere umano, ma proprio per questo voglio esprimerlo, perchè tutti pos-
sano valutarlo e possano dire il contrario se la pensano diversamente.
Secondo me collaborare vuol dire prima di tutto fare qualcosa insieme, unire le forze per arrivare ad un fine comune, per fare quello che serve a noi o agli altri.
Naturalmente quel qualcosa deve essere utile a tutti e non dannoso per qualcuno, altrimenti lo scopo è sbagliato.
Collaborare vuol dire per esempio aiutare la moglie a sparecchiare la tavola per avere il tempo di
andare insieme al cinema.
Vuol dire aiutare ll tecnico a risolvere un problema per lavorare in un ambiente più sano.
Vuoi dire decidere insieme al capo il modo di lavorare.
Ma tutte queste cose dipendono dall'intelligenza delle persone, della moglie, del tecnico, del capo e di noi tutti.
E' chiaro che collaborare non vuol dire eseguire gli ordini ciecamente, come sotto le armi, ma vuol dire avere la possibilità di discutere le cose giuste e quelle ingiuste, vuol dire lavorare consapevolmente, con la coscienza di avere contribuito alla scelta e non solo perchè ti hanno detto di fare così.
Naturalmente decidere insieme vuol dire non solo con i superiori, ma anche tra di noi, ad esempio in assemblea.
A questo proposito vorrei sapere se quelli che disertano le assemblee hanno capito il significato di collaborazione, i due asini della vignetta sì.
RIUNIONE CON LA DIREZIONE DEL 9.10-1972
Abbiamo esaminato un elenco dei lavori presentato dall'ing. Marra in cui sono stati divisi i lavori tra: fatti, in esecuzione, in studio. Ho notato che la riunione di oggi è una copia di quelle fatte dall'inizio dell'anno con la vecchia Direzione; le soluzioni sono le stesse, come sono uguali le discussioni.
La riunione che doveva servire a puntualizzare certe responsabilità tecniche nell'esecuzione dei lavori, si è risolta in un amichevole colloquio in cui alcuni membri del C.d.F. hanno voluto ancora una volta analizzare le cose vecchie di anni.
In sostanza la Direzione ci. ha
LAPPI
ancora una volta fatto perdere tempo, cioè 45 ore di consiglio che avremmo potuto spendere in modo migliore.
Un altro appunto su come si sta svolgendo questa riunione riguarda il sistema di trattare le persone che usano alcuni signori della Direzione, i quali evidentemente pensano di parlare con indigeni sottosviluppati a cui possono dare del TU pretendendo del LEI, come i conquistatori americani con i Negri d'America, ma forse non sanno che quel periodo ormai è passato.
In contrapposizione ho notato la signorilità che l'Ing. Colapenna usa trattando con i membri del C.d.F. e Io sforzo notevole che sta facendo per mantenere la calma e frenare gli impeti e le critiche di una parte di noi. Un'altra cosa che sembra avere il sopravvento in questa riunione è la richiesta dei tecnici per sapere come devono fare i lavori, non è un paradosso, ma si sta cercando di scaricare la responsabilità dei lavori non fatti sulle spalle del C.d.F. che a loro dire non ha dato i chiarimenti necessari all'esecuzione dei lavori richiesti.
Il punto base su cui si sono battuti i responsabili dello stabilimento è il fatto che sono stati fatti tanti lavori di miglioramento ed ora vogliono da noi una seria di scadenze prioritarie per quelli non ultimati.
Considerando che le richieste non esaurite fanno parte della lista di lavori presentata a Gennaio, penso che ormai non sia più il caso. di discutere è di continuare a perdere tempo, ma sia ormai ora di far capire alla Direzione che abbiamo bisogno di fatti concreti e non promesse come è successo fino ad oggi.
LAPPI
COMITATO SANITA'
Come la Direzione risolve problemi e richieste di lavori riguardanti l'ambiente di lavoro e la salute dei dipendenti.
Voglio precisare che dopo la riunione di gennaio, data delle richieste, il Consiglio di fabbrica e il Comitato di Sicurezza hanno avuto altri cinque incontri con la Direzione per giungere a questi poco edificanti risultati
1) Rep. Verniciatura: eliminazione fumi dovuti alla bruciatura Alodine. Risolta con lo spostamento dei bruciatori vicino all'ingresso dei locale, aumentando il tiraggio dei gas e la monetizzazione del lavoro. Permane sempre il pericolo per gli addetti alle pulizie dei bruciatori con i residui di cromo.
2) Servizi igienici: problema che riguarda tutto lo stabilimento (per gli impiegati vi è 1 servizio su 7 mentre per gli operai è 1 su 281.
I tecnici dopo dieci mesi dalla richiesta, si pongono ora il problema se fare la scarico con maniglia, o vaschetta con catenella oppure automatico. Il dilemma è tale che fino a novembre, data stabilita dai dirigenti nell'ultima riunione per un inizio e graduale rifacimento di quasi tutti i servizi igienici, se si vuole tenere una certa decenza nei gabinetti è consigliabile usare il secchio d'acqua.
Richiesta di una cappa di ventilazione al decappaggio filtri è stata fatta la cappa, manca l'aspiratore. Si applicherà.
Applicare un paraspruzzi al Lam. IV: lavoro eseguito, ma non funzionante perchè mancano alcune molle già ordinate.
Spostamento dei carrelli elevatori in un luogo più ventilato (manutenzione): si farà.
Eliminazione dei fumi dei carrelli elevatori: è un problema che verrà risolto in collaborazione con l'ENPI.
Raffreddare in modo efficace i dischi in uscita dal forno rapido. Una richiesta fatta in gennaio per il periodo estivo, ormai l'estate è passata, per l'inverno il problema è quasi risolto, se ne riparlerà in
primavera per la prossima estate.
Eliminazione fumi fonderia: il lavoro fatto l'anno scorso è inefficace, verranno studiate altre soluzioni; ci vuole tempo.
Aspirazione fumi reparto meccanica: soluzione rinviata per fine dicembre.
Eliminazione fumi e caldo insopportabile durante l'estate nel reparto presse pastiglie: è stato assicurato che si farà qualcosa e si sta ancora studiando una soluzione.
Sistemazione finestre del Rep. Mariani: nella riunione del 24 luglio 1972 firmata anche dall'ing. Marra responsabile dei lavori, era stato assicurato che tale lavoro sarebbe stato eseguito entro il mese di settembre, infatti entro il 30 del mese stabilito le finestre erano chiuse con del cellofan (sistemarle in un modo peggiore penso non si poteva).
Sistemazione finestre in fondo al Demag: anche questo lavoro doveva essere fatto entro settembre (riunione del 24-7-72) e non è ancora stato fatto, forse manca il cellofan.
Per le finestre di questi reparti è allo studio, questo quanto promesso ancora una volta dalla Direzione nella riunione del 9-10-72, una soluzione definitiva entro maggio 1973 e finalmente, dono solo 17 mesi dalla richiesta, il problema della temperatura e dei fumi in questi reparti verrà in parte risolto.
ge questa è la solerzia che la Direzione usa per adempiere a richieste fatte dal C.d.F. in gennaio. proviamo tutti ad indovinare se non il mese almeno l'anno in cgi verranno eseguiti altri lavori riguardanti semnre l'ambiente di lavoro e la salute degli operai. Esempio ventilazione locale riscaldamento vernici, eliminazione calore e gas del Il podio rep. verniciatura e mangiore areazione del I podio, eliminazione totale della Alodine attraverso il depuratore, forma cedente nel reo. F.
Qualcuno si chiederà se la Direzione... lascio a voi giudicare.
La direzione e gli operai devono cooperare... «Noi diamo gli ordini e voi dovete ubbidire.!
DA RE
Oggi se ne parla molto, ma si fa molto poco per migliorare le condizioni di vita dentro e fuori dalla fabbrica. In modo particolare oggi, perchè i padroni usano la crisi in senso antioperaio. Perchè la minaccia del licenziamento (la chiamano « ristrutturazione ») costringe gli operai a una lotta difensiva, per la salvaguardia del posto di lavoro. intanto, però, gli infortuni aumentano e le malattie non sono più un fatto eccezionale, come un tempo, ma stanno diventando un fatto normale. Le chiamano « malattie da progresso • perchè sono nate e si sono diffuse insieme allo sviluppo industriale. Ma la malattia, gli infortuni e gli omicidi bianchi non sono inevitabili. Non sono legati in modo indissolubile al progresso. Non sono un prezzo da pagare per avere più soldi. per avere una vita più comoda. Sono invece legati alla organizzazione del lavoro, sono legati al modo di produzione. Gli « specialisti » di organizzazione del lavoro si preoccupano soltanto della produzione e non della salute deì lavoratori. Se una macchina viene sostituita, se vengono utilizzati dei filtri o dei depuratori non è perchè i padroni si preoccupino della salute degli operai. E' solo perchè un operaio malato non rende, perchè un operaio intossicato potrebbe commettere errori costosi, perchè l'operaio « sano » produce di più e quindi rende di più.
Gli specialisti di medicina del lavoro sono, in questo, i migliori alleati dei padroni. Per loro una persona è sana quando va a lavorare e rende al 100 per 100. Non importa se i polmoni sono pieni di polvere, se il fegato funziona male perchè è già stato rovinato dai veleni, se tutto il sistema nervoso è scosso dai ritmi.
Contro l'organizzazione del lavoro, contro la medicina dei padroni si sta sviluppando un vasto fronte di lotta. Alla Zoppas di Padova, all'Alfa Romeo di Arese, alla Breda-Fucine di Sesto San Giovanni gli operai hanno imposto la loro maniera di vedere questo problema, il loro punto di vista sui problemi della salute.
Contro i salari leggeri e i ritmi pesanti, contro il veleno quotidiano, gli operai hanno potuto cono-
scere le reali condizioni di salute di tutti attraverso un'inchiesta. Hanno potuto fare entrare i propri specialisti, i propri periti di parte nella fabbrica per rilevare la nocività. Anche se questo diritto era sancito dallo Statuto dei Lavoratori, hanno dovuto affrontare molte difficoltà e persino difendere questa possibilità di fronte all'attacco poliziesco, come all'Alfa.
Perchè hanno capito che aspettare delle riforme che forse non verranno mai, aspettare che i padroni o i loro alleati ci diano una mano è sciocco e inutile, aspettare di finire all'ospedale per rendersi conto della realtà è un suicidio.
Questo discorso si sta diffondendo nelle fabbriche, sui treni, i tram e i pullman dei pendolari, nei quartieri operai. Ed è il primo passo, è solo l'inizio. Per cominciare a diventare i padroni della nostra vita. Per cominciare a controllare direttamente la fabbrica e il quartiere e tutto il territorio. Per costruire una lotta contro tutta l'organizzazione dello sfruttamento.
Perchè la tuta si lava, i polmoni no.
BETTINELLI
per fare questo mestiere occorrono delle doti e della capacità non comuni a tutti.
L'uso sempre più vasto di tali carrelli impone che siano richiamate all'attenzione alcune tra le principali norme di sicurezza relative al loro esercizio, allo scopo di evitare danni alle persone:
DEFICIENZE DEL MEZZO USATO (condizioni costruttive difettose)
DEFICIENZE DI VIABILITA' (ostacoli, buche, ristrettezza di spazio, scarsa illuminazione, scarsa aderenza delle ruote sulla strada).
REQUISITI RICHIESTI
DAL MESTIERE
DEL CARRELLISTA
Integrità fisica, vista e udito buoni, prontezza di riflessi, attitudine a valutare il peso dei materiali, la stabilità e l'equilibrio, valutazione esatta delle dimensioni, delle distanze, dello spazio e della velocità, coordinamento dei movimenti, senso di responsabilità e di prudenza.
NORME DI SICUREZZA
PER L'IMPIEGO DEI CARRELLI
INFORTUNISTICA
L'alta percentuale di infortuni è un fatto grave che angoscia tutti noi. Ogni tanto c'è qualcuno che si fa male, qualche volta in modo grave. Le cause sono tante, spesso dovute a motivi di poca sicurezza del posto di lavoro, qualche volta per distrazione o per mancanza di spazio, ecc.
Il comitato di sicurezza assieme all'ufficio del personale sta analizzando in questi giorni i vari infortuni allo scopo di intervenire là dove maggiormente occorre prendere dei provvedimenti atti ad eliminarne le cause.
Spesso si notano nei vari reparti mezzi inefficienti (bancali rotti, rotoli di alluminio male accatastati; carrelli circolanti a velocità troppo elevata).
A questo proposito è bene dire che non tutti coloro che guidano questi carrelli sono qualificati per questo mestiere.
Per nostra cattiva abitudine siamo soggetti ad usare questi carrelli a motore senza pensare che
Mantenere sempre la corretta posizione di guida, protezione del posto di manovra, non trasportaré persone; i carrelli servono per i materiali non per i passeggeri, non far funzionare a lungo carrelli con motore a scoppio entro locali chiusi o poco ventilati. A questo proposito su invito dei consiglio di fabbrica l'ENPI dovrebbe interessarsi per far modificare i tubi di scappamento dei carrelli, perchè l'accumulo dei gas rende nociva l'aria del locale. Giorni fa un'operaio della fonderia ha fatto notare tre cassoni ricolmi di materiale disposti una sopra l'altro ed il più grande era stato messo al di sopra e per di più oscillante, chi ha compiuto tale operazione non conosce certamente nemmeno le più elementari norme di sicurezza, ma come spesso succede chi subisce il danno è un'altro, ma ciò non toglie che con un minimo di responsabilità e soprattutto di coscienza molti incidenti si potrebbero evitare.
Un'altro fatto da sottolineare è la facilità con cui le persone responsabili dei vari reparti comandano I vari operai ad usare í carrelli, anche se non tutti possiedono quei requisti e quelle doti richieste per compiere tale lavoro.
Per concludere invitiamo tutti, operai e capi, a collaborare in modo da evitare il più possibile gli infortuni; ognuno di noi è respon-
LAVORO
IL
E' NOCIVO
sabile per se stesso e verso gli altri, perchè oltre ad essere un dovere è anche un fatto umano, inoltre confidiamo in quei provvedimenti di tutela, di prevenzione e di disciplina atti ad eliminare il più possibile questi infortuni.
La direzione del personale ha detto che questo problema gli sta a cuore, noi tutti speriamo di vedere presto qualcosa di nuovo, ma se questo tarderà troveremo tutti assieme il modo di sollecitare.
VINCENZI
sempre stato così e che non si cambierà mai.
Dobbiamo cominciare ad essere noi stessi con il medico di fabbrica, non deve essere solo nei testi o nei questionari la nostra collaborazione con lui, perchè sicuramente né gli uni né gli altri sono a misura per ciascuno di noi, ma la nostra collaborazione e la sua deve essere in un rapporto continuo, in un giudizio noi con lui su quale deve essere il nostro stato di salute.
ERBA
azienda per la quale il valore del lavoro è legato alla produzione, al profitto.
Ma ciò che supera la logica della produttività è il criterio del servizio, il lavoro svolto dal manovale ha valore perchè è servizio agli stessi lavoratori.
ERBA
LA SALUTE
Cosa vuol dire • salute »?
La salute non è • stare bene fisicamente •, cioè non è il risultato tra come sto io adesso e determinate tabelle standard che lo stabiliscono.
La salute non vuol dire andare dallo specialista (medico, chirurgo, psicologo, assistente sociale, ecc.) e chiedere a lui come stiamo.
Non siamo delle macchine di cui l'andare bene o no è stabilito da un altro.
Sapere se sto bene o no deve uscire da un colloquio, un confronto, un'amicizia, un rapporto continuo con lo specialista in cui io e lui vediamo e cambiamo quello che giudichiamo nocivo per la mia salute.
Perciò è necessario che ognuno di noi capisca, diventi responsabile, di essere una persona con tutti i suoi problemi e non una macchina dì cui il padrone fa quello che vuole e lo specialista controlla soltanto se gli organi funzionano bene per non diminuire la produzione.
lo starò bene quando avrò la possibilità di essere me stesso, quando avrò recuperato un'immagine originaria di me. quando le mie doti, la mia intelligenza e la mia forza avranno tutta la possibilità di esprimersi.
Per incominciare a camminare verso questo è necessario che ognuno di noi sia responsabile verso se stesso, sia cosciente che l'importante è salvaguardare la nostra vita, non farsi rimborsare in soldi o con promesse di alimenti la nocività dell'ambiente di lavoro.
Perchè questo è un residuo del tempo degli schiavi, quando l'uomo si vendeva pezzo per pezzo.
E' falso dare per scontato che è
INQUADRAMENTO UNICO
Con queste richieste si tende a superare la divisione tra l'operaio e l'impiegato, ed a diminuire le differenze parametrali dei salari: questo è un passo positivo verso una retribuzione corrispondente ai reali bisogni del lavoratore (vitto, alloggio, etc.).
Il superamento della divisione tra operai e impiegati attacca profondamente il falso mito del prestigio sociale, finora collegato all'essere impiegati. La conseguenza di questo è la valorizzazione del lavoro in quanto tale.
Così la scelta del lavoro potrà essere meno condizionata dalla mentalità del prestigio sociale, ed essere più aderente alle attitudini e alle aspirazioni della persona (es. un ragazzo che vuole fare il meccanico non è più costretto per un falso modo di pensare e per uno stato delle cose a fare l'impiegato per avere una posizione, ma farà il meccanico avendo però gli stessi diritti dell'impiegato).
L'inquadramento unico ha significato se supera la logica produttivistica delle qualifiche e delle mansioni (uno ha la qualifica secondo la produttività che da); affermando invece il valore del lavoro come servizio al bene corntine.
La tensione che è dentro i lavoratori è quella di emarginare alcuni tipi di lavoro (pulizie etc.), che secondo la logica della produzione sono i meno importanti.
Questa tensione porterà un'aumento delle ditte in appalto, facendo così subire quella emarginazione ad altre persone.
Giustificare l'aumento delle ditte in appalto e la divisione tra i manovali non direttamente collegati alla produzione con gli operai vuol dire accettare la logica della
SALARIO
L'aumento in misura uguale per tutti proposto dal contratto è sicuramente un passo positivo rispetto alla linea aziendale che, per creare divisioni, prevede aumenti in misura maggiore per le categorie più alte.
Tuttavia la richiesta così posta nen tende a cambiare radicalmente la situazione; infatti la richiesta dell'aumento uguale per tutti muovendosi dalla preoccupazione di mobilitare alla lotta più vasti strati di lavoratori, tradisce il tentativo di diminuire le differenze salariali, insomma non risolve il problema di chi prende poco.
Inoltre perde contenuto educativo poichè fa leva su interessi che non essendo legati ad un reale bisogno diventano discutibili.
L'aumento dovrebbe essere chiesto solo per le categorie più basse.
Parallelamente occorre fissare dei limiti massimi di salario; anche se la cosa sarà all'inizio solo teorica, è importante che si stabilisca un punto di partenza perchè avvenga, tramite il Consiglio di Fabbrica, un effettivo controllo sui salari.
ERBA
APPALTI
Nelle imprese di appalto trovano lavoro persone che normalmente la grossa azienda rifiuta perchè non produttive (pensionati, invalidi, immigrati, donne sposate). Le condizioni di lavoro sono spesso inumane, ed esposte a gravi rischi di infortunio.
Permettere l'appalto significa portare fuori dalle aziende le contraddizioni più evidenti e così escludere la possibilità che vengano affrontate e risolte.
Per questo noi affermiamo che il lavoratore appartenente all'impresa di appalto venga assunto direttamente dalla grossa azienda, e così ottenga lo stesso trattamento e le stesse garanzie degli altri lavoratori.
ERBA