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Unità delle forze popolari contro il fascismo e i padroni
from Unità a sinistra1
Alla grande manifestazione antifascista che si è svolta a Milano il 13 febbraio, tra le migliaia di striscioni, cartelli bandiere, c'era anche lo striscione unitario delle forze politiche della zona 6 che vedeva scritte una accanto all'altre le sigle del PCI, del PSIUP, del PSI e delle ACLI, contro la violenza fascista.
Questa unità conquistata nel vivo della battaglia politica per la soluzione dei problemi della zona — che sono poi i problemi di tutta la città (speculazione edilizia, insufficienza di edifici scolastici, ecc.) — ci ha ritrovati uniti insieme contro i delittuosi attentati fascisti che iniziarono a Milano un anno fa con la strage di piazza Fontana e che si ripetono oggi con l'assassinio di un operaio socialista a Catanzaro, con l'organizzazione dei disordini a Reggio Calabria, con gli infiniti e continui attentati alle sedi delle organizzazioni politiche e sindacali del movimento operaio e ai loro militanti che vengono aggrediti, picchiati e feriti impunemente.
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Ma perchè l'unità antifascista del 1971 abbia possibilità di successo, bisogna avere ben chiare in testa le ragioni di questo nuovo rigurgito. Oggi la violenza fascista, l'organizzazione delle squadracce di picchiatori, addestrati sistematicamente in campi organizzati, sono il segno della paura della borghesia e del capitalismo di fronte all'impetuoso movimento di lotta che si sta sviluppando sempre più vigorosamente in tutto il paese. I contadini del sud, gli operai del nord, gli studenti dei vari ordini di scuola, grazie alle loro organizzazioni, in particolare ai sindacati che si stanno incamminando verso una unificazione organica, hanno sconfitto il centro sinistra.
Il tentativo della borghesia e del suo rappresentante politico, la DC, di dividere i lavoratori mettendo i lavoratori socialisti contro quelli comunisti e socialproletari, allo scopo di integrare una fetta del movimento operaio al sistema di produzione e di gestione capitalista è fallito clamorosamente.
Oggi non solo i lavoratori socialisti sono uniti ai comunisti e ai socialploretari, ma sempre più vasti strati di lavoratori cattolici lottano insieme ai marxisti. Il centro-sinistra non è riuscito a portare in porto il suo disegno di divisione e oggi si trova lacerato da profonde contraddizioni che passano sia all'interno della DC che del PSI — ancora al governo, pur essendo i suoi lavoratori all'opposizione quando scioperano con i sindacati —; di qui la debolezza del governo quadripartito e la paura del padronato per cui alcuni padroni non hanno scrupoli nel finanziare i fascisti, in quanto si sentono protetti da una parte del governo attuale.
L'unità antifascista oggi non può che ritrovarsi sul terreno delle riforme, cioè per una profonda modificazione del sistema economico esistente, è lotta contro lo sfruttamento e l'autoritarismo, per la conquista di porzioni di potere sempre maggiori da parte dei lavoratori sia nel determinare il tipo di produzione — beni socia-
I lettori che desiderano sottoporre al giornale e alle forze politiche che gli danno vita l'esame di problemi del quartiere possono rivolgersi alla redazione del giornale oppure alle seguenti sedi:
Circ. ACLI Madonna di Lourdes via Lomazzo, 57
Sezione Arreghini del PCI via E. Ferrario, 5
Sezione Dal Pozzo del PCI via Fioravanti, 38
Sezione Novelli del PCI via Morbelli, 8
Sezione Rubini del PCI via Gran S. Bernardo, 1
Sezione Porta-Magenta del PSI via Duccio da Buoninsegna, 23
Sezione Sempione del PSI p.le Sempione, 1
Sez. Centro-Guevara del PSIUP c.so Vercelli, 31 li al posto di beni privati — sia nel modo di produzione — la condizione operaia in fabbrica e nella società per la soluzione dei problemi della salute della casa, dei trasporti, della scuola, ecc.
Questo significa che, a livello politico, è lotta per il superamento del centro-sinistra, ciò che è possibile imboccando una unica strada: quella della unità di tutte le organizzazioni e forze politiche che si richiamano alla sinistra, al socialismo, contro la produzione capitalistica. Unità su obiettivi precisi e non solo a parole. Tutti concordiamo con la giustezza delle affermazioni del ministro democristiano di sinistra Donat-Cattin quando dice che lo squadrismo fascista è l'unico portatore di violenza. Ma noi chiediamo che alle parole seguano i fatti, cioè la scissione responsabile dalle altre componenti della destra della DC e del PSDI, il partito dell'ordine e dell'avventura.
Un preciso impegno dei lavoratori cattolici
Tale discorso vale anche per il PSI che giustamente ha chiesto l'applicazione della legge del 1952 di scioglimento di tutte le organizzazioni fasciste, che però deve allearsi organicamente con tutto il resto dell'opposizione anche, e soprattutto, al livello più avanzato della battaglia per delle vere riforme e non quelle false che il governo propone. Via, via che il centro-sinistra diventerà sempre più debole, è probabile che assisteremo ad altri tentativi d'intimidazione di marca fascista e ciò non dovrà meravigliarci. Questi tentativi non faranno tornare indietro i lavoratori che sapranno costruire l'indispensabile unità su basi sempre più avanzate di tutte le organizzazioni politiche in modo da potere contemporaneamente fronteggiare i pericoli eversivi ed autoritari e da soddisfare le esigenze di rinnovamento e giustizia delle masse popolari.