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I problemi della zona 6 Magenta- Sempione

L'IMPEGNO DELLA SINISTRA PER IL CONSIGLIO DI ZONA

Fra qualche giorno verranno insediati i nuovi Consigli di zona, che rispecchieranno nella composizione, anche se in misura approssimativa, il peso di ogni forza politica in ciascuna delle venti zone di decentramento amministrativo nelle quali è stata divisa la città.

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Il Consiglio della nostra zona risulterà così composto: 7 consiglieri della sinistra (3 del PCI, 3 del PSI, 1 del PSIUP), 6 della DC, 1 del PRI, 6 consiglieri della destra (2 del PSU, 3 del PLI, 1 dei fascisti del MSI). Data questa composizione, la battaglia che le forze popolari e di sinistra combatteranno nel Consiglio non sarà facile; ma è proprio questa considerazione che ci induce a chiarire ai cittadini della zona i contenuti e le linee secondo le quali noi ci impegniamo a condurla.

L'esperienza fatta sulla base dell'attività del Consiglio precedente pone innanzitutto una questione: quella della partecipazione dei cittadini ai lavori del Consiglio di zona e delle commissioni nelle quali il Consiglio stesso si articolerà. Questa partecipazione popolare deve impedire che il Consiglio di zona si trasformi in una specie di filtro, di diaframma interposto fra i cittadini e i responsabili dell'amministrazione comunale, e sia quindi svuotato del significato politico che gli hanno attribuito le forze di sinistra quando si sono battute per l'istituzione di questo organismo di decentramento.

E' proprio grazie a questa partecipazione che il Consiglio è riuscito nel passato a superare lentezze di funzionamento, a battere la volontà politica di ben individuati gruppi consiliari di non procedere all'esame dei problemi esistenti nei quartieri, a investire le autorità comunali della responsabilità di portare a soluzione i problemi sollevati. Lo abbiamo visto chiaramente a proposito della Salmoiraghi e del problema della scuola materna e dell'obbligo, per citare i due casi esemplari.

Ma è anche vero che questa partecipazione dei cittadini è stata di fatto ostacolata, per l'assoluta insufficienza nella convocazione di assemblee pubbliche, metodo che invece, a nostro giudizio, deve caratterizzare la futura attività del Consiglio. Un metodo che ci impegniamo a portare avanti contro la resistenza che sicuramente iniziative del genere incontreranno tra le forze conservatrici e reazionarie presenti nel Consiglio.

E' su questa partecipazione attiva dei cittadini che noi vogliamo far leva, non solo per portare avanti nel Consiglio di zona un programma politico avanzato, ma anche per realizzare un altro preciso impegno: quello di assicurare al Consiglio un potere decisionale e non soltanto consultivo su tutta una serie di questioni che riguardano i quartieri.

Questo potere decisionale è, a nostro giudizio, uno strumento indispensabile per garantire un vero controllo democratico degli amministrati (tutti i cittadini) sugli amministratori (la giunta nel suo complesso), e capovolgere quindi un rapporto quasi sempre sfociato in metodi di gestione burocratica e contraria agli interessi reali della città e delle masse popolari che nella città abitano e lavorano.

Cardine del programma che le forze di sinistra si impegnano a portare avanti è la realizzazione di un piano di servizi che risolva le enormi carenze della zona in ordine alle scuole, al verde pubblico, alle attrezzature sanitarie, culturali e ricreative. Per fare ciò, come si dice e si documenta in altra parte del giornale, sono necessarie due cose: che tutte le aree attualmente libere o che si renderanno libere in futuro vengano destinate a servizi, e che non si costruisca assolutamente nella zona nessun altro insediamento residenziale fino a che le carenze dei servizi non saranno risolte. Ci batteremo, inoltre, affinchè l'edilizia sostitutiva, sulle aree che il Piano regolatore (quando finalmente l'amministrazione comunale si deciderà a vararlo, dopo decenni di promesse regolarmente disattese) destina a edilizia residenziale, sia un'edilizia popolare che assicuri' ai lavoratori una casa civile e blocchi la scandalosa cacciata dei ceti popolari dalla città, risultato di un'ottusa politica amministrativa che ha sempre favorito la speculazione edilizia e le grandi immobiliari.

Non tralasceremo alcun tentativo di coinvolgere in questa battaglia altre forze politiche presenti nel Consiglio di zona, in primo luogo il gruppo consiliare democristiano, per sperimentare e confrontare sul terreno dei problemi reali dei cittadini la concreta volontà politica di tutti; per quanto ci riguarda, ci assumiamo fin d'ora le nostre responsabilità.

Consigli pratici agli inquilini Come difendersi dai padroni di casa

LE spese. Se la quota è concordata nel contratto, il quale sia soggetto alla legge di blocco dei fitti, non ci possono essere aumenti di alcun genere. In ogni caso, anche se la quota non è stata concordata, per i contratti soggetti a blocco le spese possono essere aumentate solo per giustificato motivo. Si ricordi che le spese di manutenzione della casa (verniciatura delle facciate, intonachi, tubature ecc.) spettano al padrone di casa.

Il blocco dei fitti. Una legge varata nel 63 e riconfermata negli anni successivi stabilisce: che gli appartamenti fino a 5 locali (esclusi i servizi), abitati da una persona per locale, in cui la famiglia dei locatari abbia un imponibile netto non superiore a 2.500.000 sono soggetti a blocco dei fitti. In questi appartamenti non vi possono cioè essere aumenti di alcun genere dell'affitto. Gli inquilini che entrassero in un appartamento del genere hanno diritto a pagare l'affitto del locatario precedente, senza che vi siano aumenti. In particolare gli inquilini entrati tra il 63 e il 67 in un appartamento soggetto a blocco devono pagare l'affitto dell'inquilino precedente, mentre chi è entrato dopo il '67 in un appartamento soggetto a blocco può subire un aumento di affitto massimo del 5%. Doppi contratti. I padroni di casa per pagare meno tasse spesso fanno stipulare all'inquilino un contratto in cui è indicata una cifra inferiore a quella realmente pagata. Insomma una parte dell'affitto viene pagata dall'inquilino sottobanco. Questa pratica è illegale. Nei caseggiati dove si verifica gli inquilini devono riunirsi e rifiutarsi di pagare più di quanto è indicato nel contratto, ottenendo una sostanziale riduzione dell'affitto.

Vendite frazionate. In molti caseggiati il padrone affida ad una impresa in-mobiliare il compito di vendere appartamento per appartamento la casa, sfrattando così i vecchi inquilini. In altra parte del giornale diamo notizia delle lotte condotte dagli inquilini di Via Fauche e di Via Canonica contro questa sporca manovra. Gli inquilini che comunque subissero minacce di sfratto per la vendita dell'appartamento non cedano alle pressioni del padrone. Si riuniscano in assemblea, si organizzino perchè è possibile respingere queste manovre (anche da! punto di vista legale). In ogni caso per assistenza legale gratuita si rivolgano alla redazione del nostro giornale.

INQUILINI UNITEVI E LOT1ATE PER RESPINGERE LE MANOVRE DELLA SPECULAZIONE E PER OTTENERE UNA RIDUZIONE SOSTANZIALE DELL'AFFITTO.

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