Il Foglietto dell'Istituto dei Canossiani - n. 1/2 – 2017

PUBBL. TRIMESTRALE ANNO 86 - N. 1-2 - Gennaio - Giugno 2017 Poste Italiane spa - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Verona In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Verona C.M.P. detentore del conto, per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

il FOGLIETTO

dell’Istituto dei Canossiani Anno 86 — n. 1-2 Gennaio - Giugno 2017

12 Marzo 2017 Storica visita di Papa Francesco alla parrocchia di S. Maddalena di Canossa in Roma

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FOGLIETTO dell’Istituto dei Canossiani

Anno 86 — n. 1-2 Gennaio - Giugno 2017

Sommario O Cristo! – Preghiera del Santo Padre Francesco alla Via Crucis al Colosseo, Venerdì 14 aprile 2017 pag. 1 Incarniamo in noi la carne risorta di Cristo! – L’augurio del Padre Generale

“Guardiamo in avanti! Abbiamo a cuore il bene dei giovani!”– 40° di presenza a Fasano

Un anno per diventare più grandi! – Lavis: continua l’esperienza del Servizio Civile in Oratorio

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La storia che offre pienezza di vita – Adolescenti e giovani di Lavis protagonisti della Via Crucis » 7 Benedetto colui che viene nel nome della Misericordia! – Roma, storica visita di Papa Francesco »

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Una scelta d’amore che riempie la vita – Prima Professione religiosa di Andrea, Patrique e Guilherme »

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Caro Papa Francesco!

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Una casa per scoprire Cristo e la sua chiamata – Araras, Brasile, Casa di Formazione

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TRUST AND FAITHFULNESS: Forever Consecrated to God – Professione perpetua di fr. J. Simbajon » 15 Prendere parte all’opera del Vangelo – Quezon City (Filippine). News dalla Casa di Formazione » 17 Maligayang Pasko ng Pagkabuhay! – Buona Pasqua dalla missione di Tondo (Manila, Filippine)

2017: Anno nuovo, speranza nuova! – Progetti della Missione di Dili e Aituto-Rina in Timor Leste

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Asha Ankur Ashram: una famiglia per i più piccoli – India, visita del P. Vicario Generale alla missione »

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Per una formazione a partire dalle periferie – Nairobi, visita del P. Vicario Gen. alla casa di formazione »

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Le armi della pace – Nairobi, inaugurata dai ragazzi di St. Monika la campagna nazionale per elezioni pacifiche » 25 Pasaka Njema! – Visita del P. Vicario Generale alla missione di Igoma, Mwanza (Tanzania)

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“Grazie infinite” alla e dalla MISSIONE! – Da Conselve a Igoma, nuova missione per p. Ramil Sibuan » 33 Dalla radice ai frutti – Verona, inaugurata a Palazzo Canossa la cappella dedicata a Maria Mater Caritatis »

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Rinnovo del Coordinamento italiano – Convegno nazionale Associazione Laici Canossiani - Italia » 35

Com os olhos de Madalena! – Araras (Brasile), incontro vocazionale dei laici Canossiani

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lettere e testimonianze da amici e sostenitori delle nostre missioni

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Ricordo di Pietro Moretton - Ricordo di M. Fernanda Crosetta

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La vita come un compito – Ricordo di Carlo Valerio amico dell’Istituto e delle Missioni canossiane

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AVVISO AL LETTORE L’ente morale Congregazione dei Figli della Carità – Canossiani la informa che i suoi dati (indirizzo) fanno parte dell’archivio elettronico del nostro Istituto allo scopo di poterle spedire il nostro periodico. Nel rispetto di quanto stabilito dalla legge n. 675/1996 sulla tutela dei dati personali (privacy) la informiamo che i suoi dati (indirizzo) saranno utilizzati solo per l’invio del bollettino e non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi. Per essi lei potrà richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamenti, integrazione o cancellazione, scrivendo all’attenzione del Direttore Responsabile de “Il Foglietto”: P. Antonio Papa - Via Santa Giuseppina Bakhita, 1 – 37142 - Poiano - VERONA

Direttore resp.: Padre Antonio Papa Con approvazione ecclesiastica Registrato al Tribunale di Venezia n. 333 – 22-05-1962 In redazione: Francesca Mauli Stampa: Edizioni Stimmgraf – Verona Tel. 045 8731282

editoriale

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O Cristo!

PREGHIERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO Alla Via Crucis al Colosseo Venerdì 14 aprile 2017

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Cristo lasciato solo e tradito perfino dai tuoi e venduto a basso prezzo.

O Cristo giudicato dai peccatori, consegnato dai Capi.

O Cristo straziato nelle carni, incoronato di spine e vestito di porpora. O Cristo schiaffeggiato e atrocemente inchiodato.

O Cristo trafitto dalla lancia che ha squarciato il tuo cuore.

O Cristo morto e seppellito, tu che sei il Dio della vita e dell’esistenza.

O Cristo, nostro unico Salvatore, torniamo a Te anche quest’anno con gli occhi abbassati di vergogna e con il cuore pieno di speranza: Di vergogna per tutte le immagini di devastazioni, di distruzioni e di naufragio che sono diventate ordinarie nella nostra vita; Vergogna per il sangue innocente che quotidianamente viene versato di donne, di bambini, di immigrati e di persone perseguitate per il colore della loro pelle oppure per la loro

appartenenza etnica e sociale e per la loro fede in Te; Vergogna per le troppe volte che, come Giuda e Pietro, ti abbiamo venduto e tradito e lasciato solo a morire per i nostri peccati, scappando da codardi dalle nostre responsabilità; Vergogna per il nostro silenzio dinanzi alle ingiustizie; per le nostre mani pigre nel dare e avide nello strappare e nel conquistare; per la nostra voce squillante nel difendere i nostri interessi e timida nel parlare di quelle dell’altrui; per i nostri piedi veloci sulla via del male e paralizzati su quella del bene; Vergogna per tutte le volte che noi Vescovi, Sacerdoti, consacrati e consacrate abbiamo scandalizzato e ferito il tuo corpo, la Chiesa; e abbiamo dimenticato il nostro primo amore, il nostro primo entusiasmo e la nostra totale disponibilità, lasciando arrugginire il nostro cuore e la nostra consacrazione.

Tanta vergogna Signore ma il nostro cuore è nostalgico anche della speranza 1

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La Croce all'interno della Chiesa di Igoma (Tanzania)

fiduciosa che tu non ci tratti secondo i nostri meriti ma unicamente secondo l’abbondanza della tua Misericordia; che i nostri tradimenti non fanno venir meno l’immensità del tuo amore; che il tuo cuore, materno e paterno, non ci dimentica per la durezza delle nostre viscere; La speranza sicura che i nostri nomi sono incisi nel tuo cuore e che siamo collocati nella pupilla dei tuoi occhi; La speranza che la tua Croce trasforma i nostri cuori induriti in cuore di carne capaci di sognare, di perdonare 2

editoriale e di amare; trasforma questa notte tenebrosa della tua croce in alba folgorante della tua Risurrezione; La speranza che la tua fedeltà non si basa sulla nostra; La speranza che la schiera di uomini e donne fedeli alla tua Croce continua e continuerà a vivere fedele come il lievito che da sapore e come la luce che apre nuove orizzonti nel corpo della nostra umanità ferita; La speranza che la tua Chiesa cercherà di essere la voce che grida nel deserto dell’umanità per preparare la strada del tuo ritorno trionfale, quando verrai a giudicare i vivi e i morti; La speranza che il bene vincerà nonostante la sua apparente sconfitta!

O Signore Gesù, Figlio di Dio, vittima innocente del nostro riscatto, dinanzi al tuo vessillo regale, al tuo mistero di morte e di gloria, dinanzi al tuo patibolo, ci inginocchiamo, svergognati e speranzosi, e ti chiediamo di lavarci nel lavacro del sangue e dell’acqua che uscirono dal tuo Cuore squarciato; di perdonare i nostri peccati e le nostre colpe; Ti chiediamo di ricordarti dei nostri fratelli stroncati dalla violenza, dall’indifferenza e dalla guerra; Ti chiediamo di spezzare le catene che ci tengono prigionieri nel nostro egoismo, nella nostra cecità volontaria e nella vanità dei nostri calcoli mondani.

O Cristo, ti chiediamo di insegnarci a non vergognarci mai della tua Croce, a non strumentalizzarla ma di onorarla e di adorarla, perché con essa Tu ci hai manifestato la mostruosità dei nostri peccati, la grandezza del tuo amore, l’ingiustizia dei nostri giudizi e la potenza della tua misericordia.

Amen Papa Francesco Venerdì Santo, 14 aprile 2017

editoriale

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Incarniamo in noi la carne risorta di Cristo!

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l'augurio del Padre Generale

arissimi confratelli, Con questa lettera circolare voglio far pervenire a tutti gli auguri pasquali. Mi chiedo: cosa ci inserisco in questi auguri perché non siano soltanto una ritualità, ma siano densi di messaggio vivo che rinvigorisce ciascuno, la comunità e l’apostolato? Nei giorni scorsi abbiamo vissuto in diretta un evento straordinario al quale ho potuto partecipare da vicino, come si è svolto: la visita di papa Francesco alla nostra parrocchia di Ottavia. Grazie alla tecnologia tutti hanno partecipato a questo evento, sentendo anche da distante il clima che si viveva a S. Maddalena, ad Ottavia. Pensavo tra me: guarda com’è bello essere presenti e vedere da vicino papa Francesco, ascoltando, accompagnandolo in ogni passo, percependo in ogni gesto un messaggio di vitalità cristiana. È proprio vero quello che diceva S. Giovanni nella sua prima lettera: “quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani hanno toccato del Verbo della vita…. Noi lo annunciamo” (1 Gv 1,1-3). Ecco, in quei momenti mi sentivo un poco in quella situazione. Tutti hanno partecipato, hanno vibrato, hanno manifestato la loro gioia e anche una certa invidia per noi che eravamo presenti. Questo partecipare, vibrare all’unisono, mi ispira gli auguri che voglio fare in questa Pasqua 2017: che tutta la nostra vita sia esperienza di Cristo, viva, vibrante, coinvolgente, che non riserviamo per noi ma che la riversiamo con abbondanza in tutte le persone che sono attorno a noi. Che i nostri fedeli, i nostri ragazzi e giovani, abbiano gli occhi fissi

per contemplare, le orecchie attente per ascoltare, le mani tese per toccare in noi il Verbo della Vita. Incarniamo in noi la carne risorta di Cristo: carne che ci rende capaci di attrarre fedeli partecipanti e non partecipanti, per fare esperienza di una vita piena di gioia, di speranza, di pace, bontà, di valori divini resi visibili nelle nostre persone consacrate. Noi Canossiani siamo nati sotto la croce e croce è già trionfo dell’amore. Che questo contagi di gioia tutte le persone, come abbiamo vibrato con la presenza di papa Francesco ad Ottavia. Che tutte le nostre comunità apostoliche vibrino con lo stesso spirito che assieme abbiamo vissuto.

P. Giorgio Valente 3

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“Guardiamo in avanti! Abbiamo a cuore il bene dei giovani!”

40° di presenza dei Canossiani a servizio dei piccoli e dei giovani della città di Fasano (BR)

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ontinuate ad essere segno della carità di Cristo! Parlate a tutti della santità!”: con questi inviti il nostro Vescovo Giuseppe ha concluso la sua omelia, rivolgendosi in particolare ai Padri Canossiani, durante la Concelebrazione eucaristica di sabato 14 gennaio presso la chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate a Fasano. L’occasione è stata la Messa di ringraziamento al Signore per i 40 anni della presenza dei Padri Canossiani a Fasano.

Era il 15 ottobre 1976 quando arrivavano a Fasano i primi due Canossiani, padre Elia

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Bacchin e padre Dino Gianola, chiamati dal parroco di allora, don Nicola Carbonara. Erano da poco avviate le attività del nuovo oratorio, un grande edificio, non ancora ultimato, costruito con grande impegno e con forte entusiasmo, per dare ai ragazzi della città un luogo di aggregazione e di formazione. Erano già presenti le Sorelle Ausiliarie della Madonna e ci voleva anche una comunità religiosa maschile per completare la presenza educativa.

Una presenza che ancora oggi continua nella quotidianità del servizio in oratorio, in parrocchia, nella città.

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L’Istituto dei Figli della Carità Canossiani, nasce a Venezia nel 1831, fondato da S. Maddalena di Canossa. In lei ardeva come un fuoco la carità di Cristo crocifisso. Da nobile e ricca si fece povera per servire i piccoli e gli ultimi, per far conoscere e amare Gesù Cristo, in particolare alle ragazze e ai ragazzi più bisognosi. I due Istituti religiosi da lei fondati, delle Figlie e dei Figli della Carità, mantengono vivo il suo carisma e continuano la sua opera in tante parti del mondo. Le opere in cui i Padri Canossiani oggi esprimono il loro servizio sono l’oratorio, la catechesi, la parrocchia, le opere di assistenza, le missioni.

Per l’occasione della celebrazione di questo quarantesimo, insieme al Vescovo erano presenti anche il Padre generale dei Canossiani, padre Giorgio Valente, il Vicario generale della diocesi don Vito, il Vicario zonale don Sandro, il Parroco don Giorgio, Sacerdoti, Religiosi e Religiose della città, alcuni Padri

Italia Canossiani che sono stati a Fasano o che sono originari di Fasano, Laici canossiani e la comunità parrocchiale di S. Antonio Abate insieme a tanti amici che hanno partecipato con riconoscenza, con affetto e in spirito di famiglia a questa bella ricorrenza. Presente anche il Sindaco della Città, che ha espresso la riconoscenza della cittadinanza per la valenza anche sociale dell’opera svolta dai Padri attraverso l’oratorio.

“Guardiamo in avanti! Abbiamo a cuore il bene dei giovani di Fasano!”: sono le parole con cui il Vescovo ha concluso la celebrazione. Le accogliamo come un rinnovato invito non solo ai Padri, ma a tutta la comunità, a parlare con la vita del grande amore di Gesù Cristo, perché sia conosciuto e amato, perché l'oratorio rimanga e diventi sempre più casa accogliente per tutti, spazio vitale per la formazione e la crescita umana e cristiana delle giovani generazioni.

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Italia

Un anno per diventare più grandi!

LAVIS: Continua con frutto l'esperienza del Servizio Civile in Oratorio. La testimonianza di Francesco

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iao, sono Francesco Mosna, uno dei tre giovani che fino al primo aprile svolgeva il Servizio Civile in oratorio a Lavis.

Ho cominciato il mio servizio il primo aprile 2016 e sono giunto al termine di questa stupenda mia esperienza.

Durante quest’anno ho avuto l’occasione di crescere, personalmente e spiritualmente, di conoscere tante persone e di confrontarmi con loro. Ho avuto l’opportunità di mettermi in gioco come volontario dell’oratorio, partecipando alla maggior parte della attività che la nostra comunità propone ai ragazzi: il Gr. Est., i campeggi a Dimaro, il campeggio al mare a Cavallino, la preparazione e il pellegrinaggio al giubileo dei ragazzi a Roma, la GMG e il campeggio invernale a Cima Loreto. Nel corso di questi mesi mi sono sentito sempre più importante per questa realtà, perché la mia OLP, Padre Stefano, è riuscito a darmi fiducia, a rendermi più responsabile, assegnandomi anche compiti impegnativi, in questi 12 mesi in oratorio. Il nostro oratorio, spazio che mi ha visto crescere, in questi mesi è diventato la mia casa, la mia famiglia.

Senza l’oratorio, non sarei il Francesco che sono oggi.

In questo anno, oltre alla mia compagnia, sono riuscito a stare a contatto con un sacco di persone, di tutte le età, dai bambini più piccoli che giocano in sala giochi, 6

alle catechiste. Ho collaborato nell’accompagnare il gruppo che si prepara alla cresima, quello di seconda media e ho continuato a seguire il gruppo adolescenti nati nel 2001. Ho anche incontrato persone che hanno reso il mio cammino più piacevole, come Giovanni, in servizio prima di me come volontario del Servizio Civile, il quale mi ha aiutato nei primi mesi della mia esperienza. Dopo di lui si sono avvicendati altri due giovani Marco e Umberto .

A conclusione di questo percorso posso dire che se ne avessi la possibilità, ripeterei quest’anno, e lo consiglierei a chiunque voglia avvicinarsi a una realtà come quella dell’oratorio, dove ogni giorno si impara qualcosa di nuovo, e si diventa persone sempre più grandi di cuore.

Francesco Mosna

Italia

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La storia che offre pienezza di vita

Adolescenti e giovani dell’Oratorio di Lavis protagonisti della Via Crucis vivente

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uesta è la storia che risponde alle nostre domande di vita piena. Venerdì 7 aprile, a Lavis, è iniziata la rappresentazione della Passione, un modo del tutto particolare e profondo per entrare nella Settimana Santa. Un grande lavoro che ha visto coinvolti da p. Stefano e da Monica, nella preparazione e nella rappresentazione, tanti adolescenti e giovani dell’oratorio. Tutti i gruppi si sono dati da fare collaborando nella realizzazione di questo momento di preghiera. Sì perché, non è stata una semplice messa in scena teatrale o uno spettacolo da guardare. Certo c’erano attori che impersonavano i protagonisti dei racconti della Passione – da Gesù a Pilato, da Pietro a Giuda, dagli apostoli alle guardie. Ma è stata per ciascuno dei partecipanti un’occasione per rivivere personalmente la Passione del Signore. Le varie scene sono state ambientate nel coreografico parco della nostra borgata. Ogni tappa, oltre ai quadri viventi, è stata impreziosita dalle preghiere e dalle domande scritte dai ragazzi sul brano evangelico di riferimento, e dalle risposte del parroco don Vittorio. Domande profonde, come queste: Perché Gesù continua a fidarsi di

Dio nonostante la morte imminente e non scappa di fronte ad essa? Come la preghiera può aiutare in un momento di difficoltà?

Quale motivazione dovremmo avere per comportarci come Gesù in un momento di difficoltà? Perché è più facile seguire la massa che essere noi stessi? Come facciamo a capire quando siamo trascinati dalla folla e ci stiamo allontanando dal sentiero che Dio ha pensato per noi? Perché non ci dobbiamo vergognare di mostrarci cristiani davanti ai nostri coetanei? Perché io dovrei prendermi come Gesù le responsabilità per gli errori degli altri? Perché quando si è in difficoltà alcune persone su cui si contava spariscono e ci lasciano soli? Dio ci ha creato per la morte o per la vita?

Emozionanti sono state le scene della crocifissione, ambientata sulla parte alta del parco e la sepoltura collocata nel rifugio antiaereo del Pristol. Giunti poi in chiesa parrocchiale, attraverso un video, siamo entrati nella gioia della risurrezione. Grazie a tutti i giovani e adolescenti che con questa Via Crucis ci hanno offerto un momento forte di preghiera e di riflessione, e hanno voluto così introdurre il Sinodo ormai prossimo dedicato appunto a loro.

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Roma - Parrocchia S. Maddalena di Canossa. Storica visita di Papa Francesco alla comunità parrocchiale

Benedetto colui che viene nel nome della Misericordia!

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omento veramente storico, quello vissuto dalla comunità parrocchiale di S. Maddalena di Canossa a Roma, borgata Ottavia. Nel suo peregrinare in visita alle parrocchie di Roma in cerca delle periferie della Capitale, Papa Francesco, su suggerimento del Card. Vicario Vallini, ha voluto in qualche modo – crediamo – premiare questa comunità di periferia, che nella sua breve storia ha offerto tra i frutti più belli della sua azione pastorale tra la popolazione della Lucchina, il frutto di due vocazioni, quella di Mimmo al diaconato permanente, e quella di Andreas che sarà

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ordinato sacerdote a maggio dallo stesso Pontefice. La visita ha avuto il programma che esprime le scelte del Papa: il suo passaggio in mezzo alla folla che lo attende gremita lungo via della Lucchina; il primo saluto del Cardinale, del Vescovo di Settore, del parroco p. Giorgio con p. Antonio e p.

Sandro che lo coadiuvano nella pastorale, del p. Generale dei Canossiani p. Giorgio Valente. E il saluto avviene proprio là, presso quel cancello che esattamente 20 anni fa, spense drammaticamente la vita di p. Antonio Gentilin primo parroco e costruttore della Parrocchia.

il FOGLIETTO Subito il Papa incontra presso il campetto dell'oratorio i bambini, ragazzi e famiglie della catechesi e del gruppo Scout. Si intrattiene a lungo con loro dialogando come un buon parroco coi suoi ragazzi. Un breve omaggio all'immagine di S. Maddalena all'ingresso della casa parrocchiale, e poi in cripta il commovente incontro con i malati e i loro accompagnatori, che con tenerezza saluta uno ad uno. Lo stesso subito dopo nella sala teatro quando incontra le sessanta giovani coppie di genitori che hanno battezzato i bambini nell'anno. Trovandoli in piedi da molto tempo in attesa, scherzando il papa si offre di aiutare il parroco a provvedere le sedie! In una sala di catechesi Papa Francesco saluta e incoraggia il Consiglio Pastorale e i collaboratori; successivamente saluta anche i sacerdoti della Prefettura che concelebreranno con lui, saluta la Madre Generale delle Canossiane M. Annamaria Babbini con le sue Consigliere, le altre Religiose che lavorano in parrocchia.

Il tempo stringe per gli organizzatori e il personale di sicurezza che lo accompagna, ma il Papa non ha fretta. Risalendo in canonica saluta il personale di servizio, si sofferma ad ascoltare la confessione di quattro fedeli, prima di prepararsi a celebrare la S. Messa nella chiesa parrocchiale.

Liturgia semplice e solenne, durante la quale il Papa sembra assorto dal mistero che celebra e trasmette a tutti, anche con la breve omelia a braccio, il desiderio di vedere il volto di Gesù trasfigurato prima che sia sfigurato dalla passione ormai vicina.

Al termine della Messa, il saluto e il

Italia grazie del parroco p. Giorgio, e lo scambio dei doni. Ormai sono passate le 19, ma all'uscita della chiesa la folla dei fedeli che non avevano potuto entrare e che avevano atteso pazientemente per un ultimo saluto al Papa, possono godere della sua attenzione e della sua benedizione, del suo grazie commosso per tanta accoglienza e l'immancabile richiesta di pregare per lui. E poi via sulla sua Focus blu per far ritorno a Santa Marta.

Inutile dire la gioia e l'entusiasmo che questa visita ha suscitato in tutti. Ma anche lo stimolo pastorale dato dallo stesso esempio e stile di Papa Francesco: in incoraggiamento a continuare senza paura nell'impegno della evangelizzazione, della formazione cristiana attraverso la catechesi e l'oratorio, della carità attenta ai più deboli, ai malati, alle numerose famiglie in difficoltà.

Cammino benedetto dalla prima visita del Papa S. Giovanni Paolo II nel 1996 ed ora confermato da Papa Francesco. Sotto il patrocinio santo di Maddalena di Canossa, e crediamo, anche di p. Antonio Gentilin che dal Cielo avrà assistito con giubilo a questo evento di grazia per la sua amata comunità.

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Italia

Caro Papa Francesco!

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aro Papa Francesco, c'è qualcosa che ti spaventa o che ti fa paura?» domanda Sara, una bambina della catechesi. «Se c'è qualcosa che mi spaventa o mi fa paura?», riflette qualche secondo il Santo Padre prima di rispondere.

«A me spaventa quando una persona è cattiva, la malvagità della gente... tutti noi abbiamo il seme della cattiveria dentro; perché è il peccato che porta a questo, ma quando una persona sceglie di essere cattiva mi spaventa tanto perché può fare male. Un'altra cosa che mi spaventa è il “chiacchiericcio”: è come buttare una bomba, le chiacchiere distruggono tutto ma soprattutto distruggono il tuo cuore, se tu sei capace di buttare una bomba sei come un terrorista». Con queste parole Papa Francesco risponde alla piccola Sara, dando a tutti modo di riflettere su come

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vivere la propria vita, scegliere tra la strada del bene o del male. Ma facciamo un salto indietro. Era una domenica come tante altre nella parrocchia di Santa Maddalena e come di solito, prima della benedizione, il parroco padre Giorgio si appresta a dare gli avvisi. Nei suoi occhi uno strano luccichio preannuncia l'importante messaggio che sorprenderà tutti: l'inattesa e ormai certa e imminente visita del Santo Padre proprio alla nostra parrocchia di S. Maddalena! Ci vogliono alcuni secondi per metabolizzare la notizia, ed è impossibile contenere la gioia: una clamorosa manifestazione di entusiasmo sgorga da tutti i presenti. L'euforia è palpabile, insieme a incredulità e stupore. Da quel giorno inizia una bellissima avventura, che resterà memorabile nel cuore dei fedeli, soprattutto dei più piccoli,

il FOGLIETTO poiché proprio loro Papa Francesco ha voluto incontrare per primi, intrattenendosi volentieri più a lungo. I bambini e i ragazzi della catechesi, aiutati dai genitori e dalle catechiste sono entusiasti di preparare un incontro tanto importante, un evento per molti forse irripetibile. Le settimane antecedenti la visita sono assai movimentate; ma nessuno sente la fatica degli stressanti preparativi. Sotto la guida dei Sacerdoti e la precisa coordinazione di madre Silvana, tutti cooperano perché lo straordinario evento resti indimenticabile soprattutto per i ragazzi. Le catechiste insieme ai bambini preparano i canti di benvenuto, cresce l'euforia e una magica atmosfera conquista tutti e fa dimenticare la fatica.

Nei preparativi non può mancare la preghiera che papa Francesco sempre chiede: «E non dimenticatevi di pregare per me!». Il Papa vuole anche ascoltare e rispondere alle domande dei ragazzi. E così dai ragazzi animati dalle catechiste, nascono i pensieri e gli interrogativi da presentare a Papa Francesco. La sua presenza umile e genuina ispira i bambini a relazionarsi con lui con spontaneità, per nulla intimoriti dall'autorità tanto illustre: ha fatto breccia nei loro cuori! Alcuni ragazzi vengono scelti come rappresentanti dei gruppi per presentare al Santo Padre la loro domanda; ma tutte le domande e i messaggi che i ragazzi hanno scritto con tanto impegno, vengono raccolte in un grande libro che sarà donato al Papa. Finalmente arriva il giorno della visita. Per le strade della borgata si respira un'atmosfera di festa e di eccitazione. I fedeli sopraggiunti anche dai quartieri limitrofi affollano entusiasti via della Lucchina che porta alla Chiesa.

Anche il sole è alto e piacevole, rendendo questo giorno di festa memorabile. Il campetto dell'oratorio è stato preparato per accogliere il Santo Padre per l'incontro con i ragazzi. L'attesa che precede il suo arrivo è scandita da canti e preghiere, l'eccitazione è palpabile. All'improvviso un boato si alza dalla gente disposta lungo la strada e

Italia annuncia il momento tanto atteso. L'utilitaria utilizzata dal Papa si ferma davanti al cancello dell'oratorio e un Uomo vestito di bianco dal sorriso gentile scende dall'auto, salutando tutte le persone venute a rendergli omaggio. L'esultanza dei bambini raggiunge il culmine quando Papa Francesco mette piede nel campo di calcio: poterlo vedere così da vicino è occasione straordinaria. Anche il Papa non è indifferente al calore con cui viene accolto, glielo si legge negli occhi. Dopo il canto di benvenuto e il saluto del viceparroco P. Antonio, i ragazzi prescelti pongono al Papa le loro domande; Papa Francesco risponde con la semplicità di un buon parroco che sa parlare ai piccoli, stabilendo con loro un dialogo che coinvolge tutti. Ma il Papa ha un pensiero e un incoraggiamento anche per le Catechiste: «Io vi ringrazio tanto... cosa sarebbe la Chiesa senza di voi? Voi siete pilastri nella vita di una parrocchia, di una diocesi; non si può concepire una diocesi o una parrocchia senza catechisti. È una vocazione bellissima, non è facile fare i catechisti, e io vi voglio ringraziare per il vostro lavoro». Parole che arrivano dritte al cuore delle Catechiste che si vedono ripagate del proprio impegno e del loro non facile servizio. Prima che l'incontro si concluda, il Santo Padre riceve in dono il libro fatto di tutte le lettere, domande e i disegni dei ragazzi. Ognuno si sente ascoltato dal Papa, che stringe il libro tra le sue mani: «Io vi ringrazio, perché so che ognuno di voi l'ha fatto con il cuore e con amore e per me questo ha tanto valore, perché rappresenta un ponte di dialogo». Prima di congedarsi, chiede a tutti di pregare insieme un’Ave Maria. Il tempo stringe e Papa Francesco deve incontrare gli altri gruppi della Parrocchia.

Lascia il campo di calcio, ma non il cuore dei ragazzi, dei genitori e delle catechiste che ricorderanno questa giornata come una delle più belle della loro vita. Grazie Papa Francesco!

Giusy Amoruso, Catechista 11

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Brasile

Una scelta d'amore che riempie la vita

prima professione religiosa di Andrea, Patrique e Guilherme

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omenica 8 gennaio 2017 ad Araras (San Paolo), cuore storico della Delegazione canossiana del Brasile, si è celebrata la prima Professione Religiosa di tre giovani novizi: il sottoscritto Andrea Giannino (originario di Lavis, TN), Patrique Lima da Silva (originario di Rio de Janeiro) e Guilherme Israel de Oliveira (di Araras). Dopo aver pronunciato la formula di consacrazione ed emesso i voti di Povertà, Castità e Obbedienza, siamo stati accolti come fratelli tra i Figli della Carità Canossiani. A distanza di poche settimane dai festeggiamenti per i 50 anni di presenza in Brasile, la Delegazione si è ritrovata presso la Cappella della Madri Canossiane intitolata a Maria Addolorata, per unirsi a noi nel rendere grazie a Dio per il dono della Consacrazione religiosa.

Nella Solennità dell'Epifania del Signore, dunque, la Famiglia canossiana al completo, Padri, Madri e Laici Canossiani, ha dato vita ad una gioiosa Eucaristia. Particolarmente toccante la presenza di P. Tarcisio Pescarolo, uno dei primi missionari inviati 50 anni fa in Brasile, ci ha accompagnato all’altare, a voler significare la testimonianza viva di un carisma ancora fecondo.

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Il Delegato p. Octavio, nell’accoglierci come nuovi fratelli, ha sottolineato il valore profetico della scelta radicale di appartenere a Cristo. Frutto di un lungo discernimento durante l’anno di noviziato, non si tratta di una scelta ideologica o filosofica, ma di una scelta d’amore, di fiducia in Dio che, solo, è capace di riempire la vita dell’uomo.

Nell'Epifania, infatti, Egli si manifesta come bimbo da contemplare, da prendere in braccio: non interviene fulmineo, ma abita la storia. Dio si fa spazio nella nostra umanità col volto irresistibile di un neonato, che ci lega a sé, chiamandoci a stare con Lui, a camminare insieme, a fare di lui il nostro compagno di vita.

Andrea, Guilherme e Patrique, nomi ricevuti nel Battesimo, sono diventati nomi nuovi, rivestiti di un progetto di vita luminoso: essere ri-creati ogni giorno, come uomini non più spinti da aspirazioni e ambizioni personali, ma tenuti in vita dal desiderio di essere sempre più uniti a Cristo, inviati ad annunciarlo ai piccoli e ai meno fortunati.

Fr. Andrea Giannino

Brasile

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Una casa per scoprire Cristo e la sua chiamata ARARAS - SP , BRASILE. La Casa di Formazione “Nossa Senhora de Lourdes”

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opo la fase di promozione e orientamento vocazionale, che di solito avviene nelle parrocchie e Comunità dove sono presenti i Canossiani, per i giovani accolti nella nostra casa di formazione, c’è la prima tappa di formazione: l’aspirandato, durante il quale i giovani avranno quotidianamente i primi contatti con il nostro modo di vivere la consacrazione. Questa tappa è considerata oggi di particolare importanza perché in questa

fase si verificano le fondamenta della vocazione canossiana.

La nostra Regola di Vita definisce lo scopo e lo spirito di questa tappa che precede il noviziato alla luce del passo evangelico dei due discepoli di Emmaus, per evidenziare il carattere di graduale avvicinamento e scoperta del Cristo, fonte di ogni chiamata, e del Cristo crocifisso, specifico ispiratore della chiamata canossiana. È il tempo del primo accostamento ufficiale

Da sinistra a destra: Lucas, Jaime, Jean e Fra Jonathan. I ragazzi fanno dei ceri pasquali artigianali.

Un modo per aiutare economicamente la Casa di Formazione

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il FOGLIETTO all’Istituto, tempo in cui deve avvenire un graduale ma reale cammino da un’iniziale intenzione a consacrarsi al Signore nella famiglia canossiana, sino ad una più chiara decisione di divenirne membro, chiedendo di entrare in noviziato.

Tenendo presente la condizione dei giovani che chiedono di entrare nella vita religiosa, durante l’aspirandato si dovrà verificare un graduale cammino nella fondamentale esperienza di fede: da un non pieno riconoscimento di Colui che chiama e del senso completo della chiamata stessa, verso un più profondo e personale rapporto di fede con Cristo crocifisso e risorto.

Per rendere possibile questo cammino di rivelazione e riconoscimento è necessario prestare attenzione ad alcune dimensioni della persona in formazione, per purificare le sue intenzioni e metterla in grado di fare una scelta matura e responsabile.

Le dimensioni da curare con attenzione sono le seguenti: la dimensiona umana, quella spirituale, comunitaria, intellettuale e quella apostolica.

Quest’anno, ad Araras nella Casa di formazione “Nossa Senhora de Lourdes”, ci sono tre giovani: Lucas Lisboa, 24 anni, Jean Henrique, 20 anni, e Jaime Sousa, 18 anni. Lucas e Jean sono della stessa città, Nova Odessa e della medesima parrocchia, Santa Bakhita, mentre Jaime proviene di Imperatriz, una città del Maranhão, della parrocchia Gesù Bambino. Io, Fra Jonathan, assieme a Fra Daniel e Padre Giorgio formiamo la comunità formativa.

Cerchiamo di aiutare questi giovani a scoprire la volontà di Dio nella loro vita attraverso la formazione, l’accompagnamento psicologico, la direzione spirituale, 14

Brasile

P. Octavio con i seminaristi di Ribeirão Preto: Ir. Guilherme, Ir. Caio, Ir. Patrique e João Victor

la partecipazione agli incontri inter-congregazionali con altri giovani della loro stessa tappa formativa. In questa prima tappa l’obbiettivo fondamentale è quello di aiutare questi giovani a crescere umanamente, spiritualmente, comunitariamente e intellettualmente. Anche se loro non dovessero rimanere in questo cammino il nostro desiderio è che escano più maturi e con una forte motivazione a fare la differenza come cristiani inseriti nella loro realtà di parrocchia o sociale.

Per rendere possibile questo cammino formativo ed aiutare a crescere umanamente e spiritualmente questi giovani, abbiamo bisogno di essere sostenuti dalla preghiera costante per la Casa di formazione, per la vocazione dei ragazzi accolti e anche del sostegno economico.

Che Santa Maddalena di Canossa benedica il nostro cammino formativo del 2017 e tutti coloro che si faranno vicino a noi attraverso il loro aiuto spirituale e materiale.

Fra Jonathan Gonçalves

il FOGLIETTO

Filippine

TRUST AND FAITHFULNESS: Forever Consecrated to God Quezon City – Casa di Formazione. Fiducia e Fedeltà.

La professione perpetua di fratel Jeephy Simbajon per sempre consacrato a Dio

F

ratel Jeephy Simbajon, rientrato nelle Filippine dopo l'anno di esperienza formativa in Italia, lo scorso 28 gennaio ha detto il suo “Sì” definitivo con la professione perpetua. La sua Consacrazione è stata ricevuta dal Padre delegato, p. Clemente Mo-

L

ast January 28 I made my perpetual profession to God and to the Congregation of the Canossian Sons of Charity to live my entire life as a Canossian religious. It was held in our Formation

reira nella Cappella del seminario di Quezon, è un'esperienza di fiducia e fedeltà: Dio si fida di noi; noi ci fidiamo di Lui e gli consegniamo tutto noi stessi, in un cammino quotidiano di fedeltà creativa e perseveranza gioiosa, insieme a tutti i fratelli.

House in Quezon City. A good number of people came to join with me in the celebration: Canossian fathers and brothers, Canossian Sisters, Lay Canossian, the youth, relatives and friends, as well 15

il FOGLIETTO as my father and brother-in-law who came from my home place in Davao, Southern part of the Philippines. It was a very significant moment in my life and a big decision as well: I am now fully part of the Canossian Congregation and take part in its mission without turning back.

This event in my life reminds me of two important values that I should always keep in mind and heart: Trust and Faithfulness.

Belonging to the Congregation makes me realize how blessed I am of being trusted. I did not just became a Canossian because of my own desire or because I felt being called in this vocation, but first and foremost I became part of it because I am being trusted. Above all, God trusted me to take part in his mission to serve the poor and the little ones by being a Canossian religious. It is because of his trust that made it possible for me to arrive at this point. In a similar way I also realized how blessed I am to be trusted by my brothers in the Congregation to be one with them in doing the same mission inspired by our foundress St. Magdalene of Canossa. And also the trust I received from my family and from the people whom we serve.

Realizing how much trust I received from others only reminds and invites me to keep this trust by being faithful to it. Here comes the value of Faithfulness. I believe that faithfully living my life as a Canossian religious is as much challenging with 16

Filippine

all the pastoral works that I might take responsibility. Thus, I also believe that a faithful living of the promise that I professed would make any pastoral work or responsibility lighter. As the last general chapter would invite each Canossian religious, “to journey together as brothers in fidelity until the end�, it is a great challenge for me to give witness to it, rather than to be a burden of its realization.

It is my prayer that may the Lord fill me with his grace for me to remain faithful to my vocation until the end, more than just to persevere in it. For it is true that one might persevere in his vocation but not necessarily faithfully. In our world today with a strong influence of secularism and desire for worldly possessions, it is very important to remain a faithful witness of the Gospel. I pray that my life consecrated to God would become a living instrument of his never failing love and faithfulness to his people.

Fratel Jeephy L. Simbajon

il FOGLIETTO

Filippine

Quezon City (Filippine). News dalla Casa di Formazione

Prendere parte all’opera del Vangelo

C

arissimi amici e benefattori!

Un saluto di pace nel Signore crocifisso e risorto!

Prima di tutto, voglio esprimere la mia cordiale gratitudine per il vostro costante e generoso sostegno a noi Padri e Fratelli che siamo nella missione. Grazie anche a nome dei nostri seminaristi, novizi e chierici delle case di formazione di Marikina City, Cagayan, Dili – East Timor, e qui a Quezon City.

In questo anno formativo e accademico che si è appena concluso, la comunità era composta da 5 aspiranti, 4 novizi e 6 chierici di teologia. Una novità: nel grup-

po degli aspiranti di quest'anno, tre sono filippini e due vietnamiti. Il gruppo dei novizi invece è composto da tre filippini e un timorese. Il gruppo dei chierici di teologia è composto da due indiani, due indonesiani (Timor Ovest) e due timoresi (Timor Leste). Oltre a questi candidati che si trovano nelle Filippine, abbiamo anche due gruppi di aspiranti nella giovane missione di Timor Est: uno a Dili seguito da p. Adriano, dal diacono Nivio e fratel Edgar, e l'altro nella stazione missionaria di Aituto-Rina seguito da p. Yosef e p. Frido. Questi giovani appartengono a cinque nazionalità diverse dell'Asia, ma

Il Padre Generale in visita a Quezon City

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Filippine

il FOGLIETTO

sce e vive lo spirito di carità!

Davvero come diceva la nostra Fondatrice S. Maddalena, la Carità è un fuoco che tutto e tutti cerca di abbracciare. La stessa fiamma di carità apostolica continua ad infiammare e a motivare la presente generazione così che lo spirito dell'Istituto e il carisma della carità viene trasmesso alle future generazioni. Il futuro comincia oggi!

I giovani che sono adesso in formazione sono il nostro futuro. Accompagnando e formando loro noi prepariamo e modelliamo il futuro della Congregazione. Contribuire in ogni modo a questo processo della formazione, equivale ad assicurare il futuro della missione canossiana nella Chiesa. Aiutare un seminarista, aiutando il seminario nelle concrete necessità, significa aiutare la missione della Chiesa universale!

Questo spiega la mia e nostra sincera gratitudine per tutti gli amici, benefattori dei seminaristi e per tutti i sostenitori delle nostre case di formazione: grazie per quest'opera di gratuita carità! Per ciascuno di voi la preghiera perchè il Signore riversi su voi e sulle vostre famiglie le sue benedizioni, come solo Lui sa ricompensare.

“Io rendo grazie a Dio ogni volta che mi ricordo di voi, pregando sempre con gioia per tutti voi, perché avete preso parte all'opera del vangelo dal primo giorno fino ad oggi” (Fil 1, 3-5).

Con viva gratitudine e i migliori auguri!

hesi ai bambini di Tondo Uno dei seminaristi mentre fa catec

tutti hanno risposto all'unica e medesima chiamata del Signore incominciando a seguirlo nel cammino di formazione.

Anche durante quest'anno abbiamo sperimentato la bontà del Signore: dopo la professione perpetua in Italia, fratel Nivio Lebre (di East Timor), il 10 dicembre, nella cappella del seminario è stato ordinato diacono dal Vescovo Teodoro Bacani.

Nella stessa chiesa, il 28 gennaio scorso, fratel Jeephy Simbajon, ha fatto la professione perpetua.

Due fratelli chierici, Andreas dall'Indonesia e Jonas di East Timor, hanno felicemente concluso il corso di teologia e si preparano per recarsi in Italia per l'anno di formazione carismatica.

Tutti questi eventi, soprattutto le professioni e le ordinazioni, sono per noi segni di speranza e un segno della bontà di Dio che continua ad assisterci, perché il nostro futuro è nelle sue mani; e le sue mani continuano a sostenerci e accompagnarci attraverso le mani e i cuori generosi di tutti voi! Dietro ogni professione, ogni ordinazione, ogni tappa formativa raggiunta dai nostri giovani, c'è il vostro cuore generoso che sa condividere, che cono18

Fr. Clemente Moreira, Delegato Filippine - Timor

il FOGLIETTO

Filippine

Maligayang Pasko ng Pagkabuhay!

Buona Pasqua dalla missione di Tondo (Manila, Filippine)

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cco i nostri auguri Pasquali e aggiornamenti sulla situazione qui a Tondo.

Le notizie che si diffondono tramite i media non sono incoraggianti. La realtà di sofferenza e morte è sotto i nostri occhi ogni giorno. Da mesi abbiamo il problema delle uccisioni o esecuzioni di spacciatori, drogati, le cosiddette: “extrajudicial killing” (si parla di 7-8000 persone!) fatte da vigilantes assoldati, squadre della morte, o poliziotti coperti. Il nuovo Presidente Duterte vuole così eliminare il problema della droga e della criminalità nel Paese; ma il metodo non è certo questo, e spesso le vittime sono i poveri o gente innocente. Ne abbiamo parecchi casi anche qui a Tondo!

In quest’atmosfera abbiamo celebrato la Pasqua. Una pausa di riflessione per ritrovare speranza e forza nel Signore vincitore dell’odio, del peccato e della morte. E per trasformarci in annunciatori di speranza, come ci invita a fare Papa Francesco.

A fine marzo è terminato l’anno scolastico, ma non siamo andati in ferie, anzi! Continuano al Centro giovanile le attività per i ragazzi e giovani animate da p. Allan e p.

Zaldy insieme agli animatori/trici e catechisti. A marzo si è concluso il programma

del Feeding –nutrition per un gruppo di 60 bambini; ma ce n'è già in programma un altro per i bambini di Katuparan. Nelle domeniche di Quaresima le nostre catechiste con dei volontari adulti sono andate tra i baraccati del ‘Temporary housing’, per centri di evangelizzazione e dialogo sulla Parola di Dio e sui problemi della gente, cercando di raggiungere e avvicinare chi è ancora lontano, e dare vita a nuove comunità di base. Un impegno di tutta la Chiesa Filippina in quest’anno dedicato alla parrocchia vista come “Comunione di comunità".

Il cantiere della nuova chiesa parrocchiale procede, anche se un po' a rilento. Si sta collocando il tetto nella parte degli uffici e della casa dei Padri, mentre nella chiesa dopo l’intonaco interno ed esterno si procederà con l'impianto elettrico, finestre, porte, soffitto e infine pavimento. Questo è possibile grazie all’impegno dei nostri laici e all’aiuto di tante persone generose sia filippine che italiane, che ancora una volta ringrazio di cuore a nome di tutta la comunità cristiana di Tondo, assicurando a tutti la nostra preghiera.

Fr. Carlo

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il FOGLIETTO

Timor Leste

Progetti della Missione di Dili e Aituto-rina in Timor Leste

2017: Anno nuovo, speranza nuova!

L

o scorso 8 Febbraio, festa di Santa Bakhita, una nuova avventura ha avuto inizio per la missione canossiana in Timor Leste. Dopo ormai più di tre anni di presenza e servizio nella stazione missionaria di Aituto-Rina - che può essere considerata la casa madre dei Figli della Carità a Timor Leste - e dopo una fase in cui diversi giovani hanno vissuto con i padri proprio nella comunità di Aituto-Rina, si è reso necessario provvedere al futuro della missione pensando alla prima formazione di questi giovani aspiranti alla vita canossiana. Sui monti certamente si può contemplare la bellezza della natura, sperimentare la bontà e generosità della

gente, e soprattutto vivere la missione tra i più poveri e i più dimenticati. Ma non è possibile attendere alla indispensabile formazione filosofica e teologica. Per questo si è reso indispensabile cercare un ambiente adatto allo scopo, ovviamente vicino alla città di Dili dove si trovano le opportunità di formazione superiore.

Così, dopo aver individuato e acquistato un terreno lo scorso anno, con l’aiuto della Provvidenza, abbiamo iniziato a costruire quella che sarà la sede della comunità a Dili e la casa di formazione.

Momento di festa e di buon auspicio è stata la benedizione e la posa della prima pietra. La celebrazione è stata presiedu-

Posa della prima pietra

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il FOGLIETTO

ta dal vescovo di Dili, Mons. Virgilio Carmo Da Silva, SDB; ci ha onorato della sua presenza anche Mons. Mario Codemo, Segretario del Nunzio Apostolico a Timor Leste, il Vicario per i religiosi, il Parroco del luogo, la Madre provinciale delle Sorelle canossiane, M. Guilhermina Marcal con molte Sorelle timoresi e numerosi amici.

Nel riporre la prima pietra, abbiamo “interrato” insieme anche una immagine di S. Bakhita, alla quale sarà dedicata la casa e la cappella; una bottiglietta d’acqua proveniente dal fiume Giordano che avevo portato dal mio pellegrinaggio nel 2015, e questo a significare che vogliamo seguire i passi di Gesù; insieme abbiamo pure collocato una pergamena con le firme di chi ha partecipato all’evento, a significare che questa sarà la casa di tutti coloro che in ogni modo hanno partecipato a questo progetto. Tanti sono stati e saranno strumento della Provvidenza per completare l'opera.

Al termine della celebrazione, a tutti è stata consegnata una candela con il logo dei Canossiani a Timor Leste e una breve frase tratta dal salmo 27: “Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori!”, perché di questo siamo convinti.

Ora è stato completato il muro di cinta e poste le fondamenta. A Dio piacendo

Timor Leste e con l’aiuto della Provvidenza - alle cui porte continuiamo a bussare – speriamo di riuscire a realizzare entro l'anno almeno la parte della casa necessaria per iniziare ad abitarvi stabilmente.

Continuiamo ad avere fiducia e a credere nel progetto per il futuro della missione, e a confidare nell'aiuto di tante persone di buona volontà.

Qui accanto alcune foto della posa della prima pietra, dell'avanzamento dei lavori a fine marzo.

Non dimentichiamo che accanto a questo progetto impegnativo, continua la nostra attività pastorale ad Aituto-Rina e anche l'oratorio qui a Dili. Un grande grazie al Signore e ai superiori che hanno inviato tra noi il giovane diacono Nivio che appunto assisterà nella formazione dei giovani seminaristi, sarà incaricato con loro di animare l'oratorio per i nostri ragazzi, e collaborerà in tutto, senza dimenticare il completamento della sua formazione in vista dell'ordinazione sacerdotale.

Con queste notizie, esprimiamo il nostro grazie a tutti gli amici e sostenitori della missione a Timor, e auguriamo ogni bene nel Signore Risorto.

P. Adriano Carazzolo e Confratelli di Timor Leste

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il FOGLIETTO

India

Vasai (India) – Visita del P. Vicario Generale alla missione

Asha Ankur Ashram: una famiglia per i più piccoli

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o scorso febbraio, per incarico del Padre generale p. Giorgio Valente, ho avuto la grazia di tornare a visitare la nostra missione indiana in Vasai. Ad accompagnarmi Pietro Mazzolari, volontario e amico delle missioni canossiane, felice di poter mettere a disposizione un

comunitaria, della sua missione, con uno sguardo approfondito su tutti gli aspetti della vita e dell'apostolato, cercando anche di dare indicazione utili per risolvere eventuali problemi o criticità.

Da parte mia ho cercato di vivere questo viaggio e questa visita come un “pellegri-

po' del suo tempo e della sua competenza professionale di elettricista.

Il compito preciso dato dal superiore generale era quello di compiere la cosiddetta “visita canonica”, che significa una visita prescritta dalla Regola di Vita, durante la quale il visitatore cerca di aiutare la comunità a fare una verifica della sua vita

naggio”, con la convinzione che anche il nostro piccolo seme indiano sta facendo il suo percorso, paziente e faticoso, ma pur sempre autentico per esprimere in quella sconfinata nazione e in mezzo a quella gente, la bellezza e la forza del carisma canossiano.

Ad accoglierci, dopo un piccolo disguido

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il FOGLIETTO all'aeroporto di Mumbai, p. Vitthal e p.

Shyam. In casa ci aspettava fratel Robert, incaricato dell'assistenza quotidiana dei ragazzi, sempre pronto ad esaudire, anzi ad indovinare ogni esigenza e soddisfare i nostri desideri di assaggiare questo o quel frutto, questo o quel cibo...

La maggior parte dei giorni sono trascorsi nella nostra casa di Vasai, in località Rajvli, dove sono accolti e assistiti in tutto cinquanta ragazzi, dell'età dai 7 ai 17 anni, orfani di uno o di entrambi i genitori, di famiglie poverissime, che senza questa opportunità sarebbero abbandonati a se stessi o crescerebbero senza istruzione o sarebbero destinati a diventare “street children”.

Era un piacere seguire lo scorrere sereno delle giornate, dalla sveglia, alla partenza per la scuola con il nostro scuolabus, e poi nel pomeriggio, al rientro dalle varie scuole, con l'alternarsi di momenti di silenzio e di studio, e momenti di gioco chiassoso, o di lavoro nell'orto, o in cucina per apprendere – i più piccoli dai più grandi – l'arte di fare il ”chapati” (la tipica piadina indiana) o di fare il pane per la colazione della domenica; ma anche momenti di preghiera nella cappella della casa, gli occhi puntati sul grande Crocifisso che le mani esperte dell'amico Pietro hanno artisticamente illuminato. Ogni sabato un’ora di catechesi e di adorazione per i benefattori che sono spesso ricordati. I ragazzi di famiglie cattoliche vengono anche preparati a ricevere i sacramenti nella vicina parrocchia di St. Roque. È perfino commovente constatare quanto la Provvidenza sta sostenendo e quasi accarezzando quest'opera! Le nostre Sorelle Canossiane di Manikpur provvedono generosamente al riso: e vi assicuro che non si tratta di pochi chili al giorno! Il riso è l'alimento base che si consuma tre volte al giorno... ed era impressionante vedere quanto ne mangiano, soprattutto i più piccoli. Molti amici arrivano senza preavviso portando alimenti, vestiario,

India

cancelleria; generose signore si prestano per cucinare il pranzo della domenica; anche i Padri Gesuiti della parrocchia e altri sacerdoti delle parrocchie vicine arrivano e con molta semplicità offrono per i nostri ragazzi quanto raccolto nelle collette della loro parrocchia durante le Messe.

Durante la permanenza in india, non poteva mancare una pur veloce visita alla casa di Arpora, a Goa, a circa 500 km da Vasai, dove vengono seguiti e accompagnati nella prima formazione una quindicina di adolescenti e giovani, fino allo studio della filosofia. Calorosa accoglienza da parte loro, delle Sorelle Canossiane che abitano nella casa di fronte. Ho potuto anche incontrare e salutare il Vescovo di Goa e il parroco di Arpora che p. Shyam aiuta. Joseph, il veterano della casa, è anche il responsabile, quando è assente p.

Shyam. Due di loro, Vimal e Pravin, hanno finito la filosofia e hanno chiesto di poter continuare la formazione nella Congregazione. Per questo andranno probabilmente a Nairobi ad unirsi agli altri formandi che sono là.

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il FOGLIETTO Da Goa, anche una puntata a Bangalore, dove siamo stati ospiti della Casa Provincializia delle Sorelle Canossiane, accolti con squisita carità dalla Provinciale Sr. Gertrude, dalla superiora e da tutta la comunità, con mille attenzioni. L’obiettivo del pur breve soggiorno era quello di farsi un’idea delle opportunità di studio e formazione che la bellissima e grande città di Bangalore offre. Ma quello che ha impressionato è stato sentire – e anche constatare visitando grandi case di formazione ora vuote! – come anche in India si sta facendo avanti il problema del calo delle vocazioni.

Non solo. Ma ha impressionato sentire anche la preoccupazione dei Vescovi e le difficoltà nella formazione delle giovani generazioni, soprattutto dei sacerdoti.

L’aria della modernità, la globalizzazione della mentalità, sono arrivate anche qui, grazie alla facilità delle comunicazioni tramite i moderni mezzi informatici, e questo è una sfida per la formazione iniziale e permanente dei candidati alla vita consacrata e sacerdotale.

India

Rientrato da Bangalore a Vasai, ho potuto visitare anche l’ospedale e lebbrosario gestito dalle Sorelle Canossiane a Talasari, e l’ostello di Nandingan per i ragazzi dei villaggi rurali, piccola opera che ha già dato i suoi frutti: i primi ragazzi accolti dieci anni fa hanno potuto frequentare le scuole professionali e alcuni hanno già trovato lavoro. Gli ultimi giorni sono passati in fretta, nel cercare di tirare le somme, fare delle valutazioni insieme alla comunità, prospettare il cammino dei prossimi anni, e trovare indicazioni condivise anche per il mantenimento dell’opera e della struttura. La dedizione generosa dei Confratelli Vitthal, Robert e Shyam è l’assicurazione indispensabile. L’aiuto e il supporto delle Sorelle Canossiane – confermatomi dall’incontro con sr. Matilda e ad Andheri con la M. Provinciale sr. Josemarie, - ci da tranquillità. I segni della Provvidenza sono confortanti. Continuiamo a sperare che il piccolo seme indiano cresca e porti frutto come e quando Dio vuole.

P. A.

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Kenya

il FOGLIETTO

Nairobi (Kenya) – Inaugurata dai ragazzi di St. Monika a Ongata la Campagna nazionale per elezioni pacifiche

Le armi della pace

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o scorso 25 febbraio, presso il Campus dell'Università di Nairobi, ha avuto luogo la cerimonia Nazionale dell'inaugurazione della Campagna di quaresima. Il tema dell'evento era molto attuale per il momento storico politico del Kenya: “Peaceful and Credible elections, Leaders of integrity’’ (Elezioni pacifiche e senza brogli, leader di integrità), in vista delle prossime elezioni politiche che avranno luogo il prossimo 8 agosto 2017.

Molti leader hanno partecipato alla manifestazione e molti cristiani, compreso il Presidente del Kenya, il signor Mwigai Kenyatta, Sua Eccellenza il Nunzio Apo-

stolico, Sua Eminenza il Cardinal John Njue, un buon numero di Vescovi, il segretario generale del partito dell'opposizione, sacerdoti e religiosi, uomini e donne, e molti studenti. In quella occasione così solenne il nostro gruppo dei “Missionary Youth Movement” (MYM) di St. Monica – la stazione missionaria dove la comunità di Nairobi presta il suo servizio pastorale domenicale – ha avuto il privilegio di rappresentare una mia composizione che chiama alla pace, all'amore e all'unità nel tempo delle prossime elezioni generali.

Qui di seguito la mia composizione in lingua Swahili e in inglese.

SILAHA ZETU

Oduor Deogratias

Mwanadamu tega sikio, habari nikujulishe / Ya mapendo nikueleze, na umuhimu wa umoja. / Ukabila na udini,rangi baguzi s’o suluhu /Nazo vita husababisha, na damuzo kuzimwaga / Mwanadamu jiepushe, hizo s’o silaha zetu.

Kaleta zote mwana wa / adamu, wokovu, uhuru, upendo / Imani amani katuachia, ili tuwe jamii moja / Na mabaya kayachukua, salabani akafa nazo Jamii moja tuwe, kama wana wake wa kweli / Mwanadamu shikilia, hizo nd’o silaha zetu.

Kutafakari ni lazima, manufaa tupatazo sisi / Kwa kutazama ukabila, ubaguzi wa rangi na uwezo / Hamna hata moja, bali ni hasara tupu Jamii kutenganisha, na urafiki kumaliza / Uadui kuenea,vita na vurugu kuanzisha / Mwanadamu jiepushe, hizo 25

il FOGLIETTO s’o silaha zetu. / Kampeni ‘mewadia, nao tena njiani waja Pesazo mfukoni ‘mejaza, kura zetu kununua / Maneno zikerazo kutamka, na matusi ndanizo / Ukabila kusisitiza,katika maneno zao Mkisii, Mjaluo, Mkikuyu, Mkamba, Mtaita / Mimi mbora zaidi, kuliko yule mpumbavu SEFULE WEE! Ukabila na matusi, sisi sote twakanyaga / Na imara kusimama, kwa pamoja tukisema / Mwanadamu jiepushe, hizo s’o silaha zetu. / Bibilia kaandikwa, kuhusu Nuhu safinani Mle ndani na wanyama, wa aina na aina / Kobe, nyoka na kifaru, farasi, twiga hata tembo / Na upendo ‘kaonekana, hata umoja kadhirishwa / Kazi ‘kifanya pamoja, kwa upendo, umoja naamani Mwanadamu shikilia, hizo nd’o silaha zetu.

Wana wa Mungu tumefika, tamatizu twaondoka / Lakini shauri twawapa,bure bilashi bila malipo Wanadamu kitu kimoja,tuwe sisi wana wa Mola / Na upendo tupendane,kwa imani tuishi sisi / Na umoja ionekane, baina yetu sote sisi Kwa pamoja twasema tena, na sautizu kupaza HIZO ND’O SILAHA ZETU, MWANADAMU SHIKILIA. MALENGA NI.

OUR WEAPONS Man pay attention, the information I tell you / Of love,and importance of unity Tribalism and religion, racism isn’t the solution / Only conflict they cause, and blood they pour Man avoid those, they aren’t our weapons.

All has been brought by the son of Man, salvation, freedom, love / Faith and peace he left us, one community we may be 26

Kenya The bad ones He took, on the cross died with them / One community we be, like His true children Man firmly hold, those are our weapons.

Meditating is a must, the benefits we do get / By viewing tribalism, racism and capability There isn’t even one, only detriments instead / Communities separating, friendship eradicating Enmity spreading, chaos and conflicts starting / Man avoid those, they aren’t our weapons.

Campaigns are nearing, again on roads they are coming / Money filled in their pockets, our votes they buy Disgusting words they utter, and abusive language as well / Tribalism emphasizing in their words A Kisii, a Luo, a Kikuyu, a Kamba, a Taita / I am the best, than that fool / HEY YOU! Tribalism and insults, on them all we step/ And firmly we stand, in unity we as we say / Man avoid those, they aren’t our weapons.

In the Bible it’s written, about Noah in the ark / With the animals together, of different kinds / Tortoise, snake and rhinoceros, horse, giraffe even elephant And love was seen, even unity manifested / Carrying out work together, in love, unity and peace Man firmly hold, those are our weapons.

Children of God we have reached, the end we are leaving / But advise we are giving you, free of charge without payment One thing mankind let us be, we God’s children / Each other let us love, in faith let us live Let unity be visible, among us all / In unity we say again, and our voice we highly raise THOSE ARE OUR WEAPONS, MAN FIRMLY HOLD! Oduor Deogratias, aspirante canossiano a Nairobi

il FOGLIETTO

Kenya

Foto di gruppo dei seminaristi

Per una formazione a partire dalle periferie Nairobi, 5 – 12 aprile 2017: Visita del P. Vicario Generale alla casa di formazione

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i fronte all'inattesa proposta di tornare a visitare dopo più di due anni le nostre due comunità missionarie in Africa, un senso di sorpresa e di gratitudine. E subito il darsi da fare per prepararsi, acquistare il biglietto, procurare quanto potesse essere utile per il viaggio e per la comunità. Di questi tempi, sorge qualche perplessità a doversi mettere in viaggio, soprattutto se si deve passare per l'aeroporto di Istanbul. Ma la gioia di rivedere confratelli, luoghi e comunità cristiane già divenute familiari, ha messo le ali e dissipato ogni titubanza.

All'arrivo a notte fonda a Nairobi, trovo i due confratelli p. Angelo e p. Pierantonio.

A casa i nostri seminaristi sono a dormire anche perché è ancora tempo di scuola e di lezioni. Questa comunità ha come sua missione principale la formazione delle nuove leve africane, per questo la casa, fin dal momento in cui era stata acquistata e stabilita nel 2007, era stata dedicata al Sacro Cuore, confidando, come il Servo di Dio p. Angelo Pasa, nel patrocinio provvidente e potente del Cuor di Gesù che a suo tempo aveva ottenuto lo sviluppo della Congregazione.

Casa di formazione quindi, in cui si trovano al momento 8 giovani africani, quattro aspiranti – Habyl e Deogratias di Kisumu (Kenya), Simon e Emmanuel della nostra 27

il FOGLIETTO parrocchia di Igoma (Tanzania). Questi sono nella fase formativa dell'aspirandato, cioè nel momento di approfondimento iniziale della loro chiamata e primo contatto con la realtà della comunità religiosa, della Congregazione e del suo carisma.

Insieme a questi altri quattro giovani delle fasi successive di formazione: il giovane Bienvenù, novizio, oramai al termine del suo noviziato, accompagnato dal padre Maestro p. Pierantonio. E i tre giovani professi temporanei studenti di teologia: Erik, Ladislas e Bernard. Questi ultimi seguiti particolarmente da p. Angelo. Tutti e quattro questi ultimi originari della Repubblica Democratica del Congo, a noi nota anche recentemente per i disordini e le violenze dovute alla costante guerriglia tra forze governative e ribelli in alcune zone dell'immenso paese africano ricco di materie prime.

La vita comunitaria scorre regolarmente scandita da un orario che assicura a tutti gli spazi della preghiera e della riflessio-

Kenya ne, tempi di studio e ovviamente della frequenza alle lezioni presso l'Istituto filosofico della Consolata e l'università di Tangaza, lo studio personale, ma anche i momenti della vita comune, dei quotidiani lavori di casa e nei fine settimana anche l'adeguata esperienza apostolica tra i giovani e i ragazzi della parrocchia di Guadalupe, nelle cappelle di Olympic e S. Bakhita all'interno dello slum di Kibera, o nella vivace comunità di Santa Monika a Ongata Rongay. È in questa comunità cristiana che ho avuto la gioia di celebrare la Domenica delle Palme. Una folla multicolore, armata di palme, cantando a squarciagola ha accompagnato noi tre padri celebranti attraversando il quartiere verso la cappella di Santa Monika. C’era anche un simpatico asinello che nessuno di noi ha avuto l’ardire di provare a cavalcare! Nell’ultimo tratto, commovente vedere le persone stendere sul terreno davanti ai sacerdoti i kanga e i kitenghe, imitando le folle degli ebrei. Al termine della celebrazione proIl grest

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il FOGLIETTO lungatasi circa tre ore con la proclamazione in canto della Passione del Signore, le foto di rito e anche l’impianto di un alberello a ricordo della visita.

Ma il ministero sacramentale non è l’unico servizio che i nostri padri e formandi fanno in questa comunità.

P. Angelo da tempo sta accompagnando il gruppo dei giovani, una volta alla settimana fa la visita ai malati della comunità, e soprattutto non poteva non portare anche qui la proposta del Grest per i ragazzi, addirittura tre volte l’anno, cioè ad ogni periodo di vacanza scolastica. È questa del Grest una grande opportunità di catechesi biblica, di formazione alla socializzazione, e per i nostri seminaristi un prezioso addestramento a cosa vuol dire concretamente “fare oratorio”.

Anche nella parrocchia di Guadalupe cui appartiene la nostra comunità, i padri Angelo e Pierantonio offrono il loro servizio: disponibilità per la celebrazione della Messa soprattutto nelle cappelle di St. Bakhita e Olympic immerse nel grande slum di Kibera, la visita ai malati accompagnati dal fedele catechista Michael. E anche i seminaristi seguono qui i gruppi dei ministranti cercando di organizzare al meglio il loro servizio liturgico, addestrandoli ai vari riti e approfittandone per fare catechesi.

Non poteva mancare una visita di cortesia al Vescovo della diocesi di Ngong, di cui fa parte la parrocchia di St. Mary e a cui appartiene S. Monika. Mons. John O’Balla ci ha affabilmente accolto e intrattenuto nella sua casa, più che soddisfatto del servizio della nostra comunità e del supporto verso la sua possibile costitu-

Kenya

Una celebrazione

zione in nuova parrocchia.

L’urgenza e la necessità di nuove leve che lavorino con zelo e autentico spirito canossiano rende ancor più importante la preziosa opera della formazione dei candidati alla vita canossiana. Una formazione che non può essere fatta solo sui libri, ma che deve toccare il cuore e trasformarlo in profondità piantandoci, come voleva la Fondatrice, la croce di Gesù. Una paziente e sapiente opera di evangelizzazione dei cuori e delle menti, a partire dal contatto e dalla immersione nelle periferie, come St. Monika o Kibera, come vuole e insegna continuamente Papa Francesco. A partire appunto dalla Galilea, dove Gesù è già arrivato e si è nascosto tra i piccoli e i poveri, dove Gesù vuole essere trovato e incontrato.

I giorni a Nairobi scorrono troppo veloci, ed è tempo di scendere in Tanzania. Mentre per p. Angelo è tempo di partire col primo Grest durante le vacanze pasquali e St. Monika si animerà di nuovo con le storie della Bibbia raccontate a uno sciame di ragazzi conquistati dalla novità del Grest. Grazie, fratelli di Nairobi, per la vostra accoglienza e per la vostra testimonianza!

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Tanzania

il FOGLIETTO

13 -24 aprile 2017, Visita del P. Vicario Generale alla missione di Igoma, Mwanza (Tanzania)

Pasaka Njema!

I l piccolo aereo della Precision Air, sul quale non volavo da alcuni anni, lascia puntuale Nairobi e si dirige verso Arusha in Tanzania. Ben presto il comandante ci avverte che alla nostra sinistra possiamo contemplare il cono del gigante africano, il Kilimanjaro che emerge maestoso dalle nubi. E subito inizia la discesa verso l’aeroporto internazionale situato ai sui piedi, nelle steppe di Moshi. Da lì lo stesso volo riparte per Mwanza, sorvolando questa volta i grandi parchi naturali dello Ngorongoro Crater prima e del Serengheti poi, fino a sorvolare il lago Vittoria e infilare il corridoio di discesa sull’aeroporto di Mwanza. Dopo le formalità al passaggio della frontiera, trovo ad attendermi p. Stefano con il fidato Edward. Presto siamo a casa, nell’ambiente familiare

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di Igoma, accolto qui anche da p. Kessy e dalla inossidabile Mama Ana, la nostra fidata “perpetua”.

Subito si comincia a parlare e a anche a mangiare come si usa qui: si parla kiswahili e si mangia Ugali e dagà, la comune polenta senza sale e i pesciolini fritti. È davvero un mondo in cui o si entra con il cuore accettando il karibu (benvenuto) che tutti ti offrono, o si rimane sulla porta e presto si decide di andarsene senza lasciarsi toccare.

Sono arrivato nella Settimana Santa, ed è una grazia poterla vivere con questi fratelli e con questa comunità cristiana. La chiesa è gremita le e celebrazioni sono partecipate con fervore. Per la messa del Giovedì santo arriva da Musoma anche p. Ramil che sta concludendo la scuola di lingua

il FOGLIETTO

swahili. P. Kessy mi lascia l’onore di fare la lavanda dei piedi a 12 giovani. Insieme alla prostrazione del Venerdì santo, sono forse questi i momenti in cui anche visivamente un prete si ricorda di quello che è che deve essere: una copia del Maestro che si fa Servo, una imitazione costante e vivente del Maestro che si abbassa fino a tanto, che è venuto per servire e non per essere servito; come bene sottolinea p.

Kessy nella sua omelia.

Il Venerdì santo ci vede tutti coinvolti nella liturgia della Passione. La chiesa è gremita alle due del pomeriggio, le lamiere del tetto rendono l’aria quasi soffocante. Ma nessuno si agita o ha fretta. Tutti ascoltano attentamente la lettura della passione del Signore. E tutti i presenti fino all’ultimo, per oltre un’ora, escono devotamente a fare l’atto di venerazione alla Croce, mentre il coro canta i Lamenti. Penso a quanti lamenti invece si sentirebbero nelle nostre chiese, se si dovesse attendere tanto a lungo la fine della liturgia!

Subito dopo, su nel grande spazio dell’oratorio, va in onda la rappresentazione vivente della Passione. Uno spettacolo messo in scena da uomini e giovani della parrocchia, che diventa una catechesi cui

Tanzania

assistono attentamente migliaia di persone assiepate tutto attorno al campo e alla roccia granitica su cui avviene la crocifissione. Complimenti a tutti, ma soprattutto al giovane che ha impersonato Gesù con tanta concentrazione e prendendosi una buona dose di colpi molto realistici.

La veglia del Sabato santo è altrettanto partecipata. Il fuoco nuovo è benedetto nello spiazzo antistante la chiesa; e la nuova luce di Gesù risorto pervade lentamente il grande tempio ancora spoglio di ornamenti ma pieno di fedeli. Gesù risorto è la luce, mwanga, che illumina e dirada ogni tenebra, spiega bene p. Kessy nella sua omelia.

Il giorno di Pasqua facciamo festa pranzando come si deve insieme ai ragazzi e agli operatori – mama Maria e Edward – della casa famiglia. Grazie a p. Pierantonio e p. Angelo che da Nairobi ci hanno mandato in dono la classica colomba italiana, la festa è completa. Il lunedì di Pasqua è festeggiato di nuovo tutti insieme con una pizza verace che sr. Daniela ci ha preparato infarinandosi lei e tutta la cucina.

Mama Ana sta attenta e cerca di imparare!

I giorni scorrono veloci. Improvvisi acquazzoni rinfrescano l’aria e inzuppano 31

il FOGLIETTO tutti di acqua, ma non fanno desistere i giocatori e gli spettatori numerosissimi in oratorio ogni pomeriggio: sta andando in onda il torneo di Santa Maddalena, che si concluderà per l’8 maggio prossimo. Il sabato mattina è riservato alla catechesi, e i vari gruppi si sistemano per l’incontro o nelle sale dell’oratorio o sotto i gazebo sparsi qua e là.

Un paio di pomeriggi sono stati spesi per visitare due villaggi dipendenti dalla parrocchia di Igoma, che ora sono stati dichiarati dal Vescovo di Mwanza “quasi parrocchia”; si tratta dei villaggi di Nyamongolo e di Kishili. Questo è un onore, perché vuol dire che la parrocchia madre sta producendo i suoi frutti e sta gemmando nuove comunità cristiane; ma da quanto vedo e ascolto è un impegno non indifferente dal punto di vista economico sia per la costruzione della chiesa e della casa del parroco, sia per l’accompagnamento e la formazione dei leader che devono guidare e animare le future nuove parrocchie.

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Tanzania La scuola è diventata un impegno importante, siamo arrivati alla quarta classe elementare e presto le seguenti tre classi, funzionerà a pieno ritmo. È un progetto impegnativo, richiede una attenta gestione, la scelta degli insegnanti, la cura dei rapporti con le famiglie, una direzione sicura, e anche una gestione economica non indifferente che solo grazie al sostegno degli sponsor e dei benefattori può continuare. Le ultime due classi costruite sono state intitolate al compianto dott.

Carlo Valerio che tanto si è speso per ottenere aiuti al completamento di questo progetto. Per questo, il 24 aprile ho voluto ricordare Carlo salutando gli allievi e i maestri radunati prima delle lezioni. È arrivato il tempo di fare i bagagli e di ripartire. Asanteni sana! Grazie di cuore, non solo per i doni e i souvenir; soprattutto per quel bagaglio di fede semplice, di accoglienza, di abbandono alla vita e a Dio, che ha arricchito per sempre il bagaglio del cuore.

il FOGLIETTO

Tanzania

Da Conselve a Igoma (Mwanza, Tanzania), una Nuova missione per p. Ramil Sibuan

“Grazie infinite” alla e dalla MISSIONE!

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opo dieci anni di ministero in Italia, sono partito per la missione in Tanzania (Africa). Dieci anni meravigliosi, di esperienze significative e di profondo incontro con tante persone; una scuola di vita in cui il Signore ha lavorato in me per la mia crescita personale di fede.

Ringrazio il Signore, amante della vita, per questi anni in Italia dove ho vissuto vera amicizia e intensa fraternità. Ringrazio la mia famiglia Canossiana, in particolare le comunità religiose dove sono stato in questi dieci anni (Poiano, Milano e Conselve), perché mi hanno fatto scoprire ancora di più il dono del carisma canossiano nella vita comunitaria.

Grazie di cuore a tante persone (dai più piccoli ai più anziani) con cui ho condiviso il mio ministero sacerdotale canossiano.

Ringrazio le comunità cristiane che mi hanno accolto e mi hanno insegnato a prendersi cura dei piccoli e dei deboli,

ad accogliere tutti indistintamente, ad appassionarmi della formazione dei ragazzi e dei giovani, a servire con gioia e disponibilità, ad amare di più Cristo che mi ha chiamato a questa vita.

Se ho ricevuto tutto questo gratuitamente, non ho altro motivo per donarmi e offrire gratuitamente la mia vita ad altri fratelli e sorelle di un altro continente. Se il Signore mi ha sempre accompagnato in questi dieci anni in Italia, sicuramente non mi farà mai mancare la sua grazia anche in Africa.

Ho ricevuto l’invio missionario il 21 ottobre 2016 nella cattedrale di Verona. È stato un momento significativo perché insieme alla Congregazione, è la Chiesa che mi manda. Sono partito con piena disponibilità interiore cercando di liberarmi dai pregiudizi, delle mie resistenze e paure, da tante domande e dubbi su ciò che mi attendeva. Ed ora che sono arrivato, sto cercando di entrare “a piedi nudi” nel contesto africano, come Mosè che si è tolto i suoi sandali perché il luogo dove stava era “sacro”. Ho già trovato accoglienza e simpatia, affetto e amicizia, disponibilità e collaborazione, in tante persone semplici e meravigliose. Tutto questo è davvero la “grazia infinita” che sovrabbonda nella missione. Asante sana!

P. Ramil Sibuan 33

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laici canossiani

Dalla radice ai frutti

Verona, 1 marzo 2017 - Inaugurata a Palazzo Canossa la Cappella dedicata a Maria Mater Caritatis

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o immaginato Maddalena sorridere quella sera. Fratelli e sorelle di diversi istituti religiosi, di diverse provenienze geografiche, tutti uniti davanti alla mensa eucaristica, a pregare in casa Canossa, a Verona.

Nella vecchia cantina di quel palazzo così suggestivo e denso di significati per la nostra famiglia canossiana è nata da qualche mese una cappella dedicata a Maria, “Mater Caritatis”, grazie al dono che la contessa Guarientina Guarienti ha fatto all’Associazione dei Fratelli e Sorelle Laici Canossiani. Dall’ingresso al presbiterio si dispiega un percorso carismatico e storico sulla vita di Maddalena con dipinti e ricordi che immergono ogni visitatore in una realtà familiare e intensa di spiritualità.

Il Padre generale p. Giorgio Valente ha ce34

lebrato la messa d’inaugurazione il primo Marzo scorso, anniversario della nascita della Fondatrice, in una cappella gremita di gente e di gioia. “Da questo luogo dobbiamo uscire con un cuore carico di carità da donare, insieme, col coraggio di fare comunione tra noi, è il coraggio della carità”: sono state le parole pronunciate da p. Giorgio all’omelia. Alla fine della celebrazione ha consegnato un segno di comunione ai rappresentanti degli Istituti religiosi presenti i cui Fondatori conobbero e collaborarono con S. Maddalena. È un messaggio in cui la speranza si fonde con la Carità, come una chiamata potente che spinge a uscire verso gli ultimi davvero, senza protagonismi, ma col desiderio di un bene fatto per amore. Dall’Amore all’amore.

Fra Simone fdcc

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laici canossiani

Rinnovo del Coordinamento italiano

Convegno nazionale Associazione Laici Canossiani - ITALIA

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al 17 al 19 marzo scorso, si è svolto a Verona - S. Massimo, il Convegno nazionale dell’A.L.C. che aveva all’Ordine del giorno anche un importante scadenza di vita associativa, che era l’elezione del nuovo Coordinamento nazionale italiano.

Difficile esprimere compiutamente la gioia del ritrovarsi nella semplicità di un’unione che ci fa sentire famiglia. Le difficoltà a muoversi, le fatiche del viaggio, si dissolvono e già questo fa sentire il momento come straordinario. Volti conosciuti altri meno, non importa: ognuno portatore di un percorso personale che S. Maddalena aiuta a mettere in comunione: “Fate con perfezione tutte le cose che avete tra mano e quando il Signore vorrà cose maggiori darà luce e possibilità per poterle fare.”

Mi piace anche pensare di essere dentro

un grande quadro sorretto da un gancio o meglio da un “chiodo” che è il Crocifisso, la cornice è il dono del carisma di S. Maddalena e la tela simboleggia la nostra realtà laicale, i segni del passato e del vicino presente sono le radici di appartenenza che spronano a progettare e ad affrontare le sfide del futuro; spazi bianchi sono lì, in attesa di essere riempiti da ognuno di noi.

Questo “esserci” uniti dalla preghiera nella celebrazione iniziale, ci ha permesso di essere pronti all’ascolto, al confronto e al dialogo fraterno: a partire dall’intervento di ampio respiro di Adele Cremonesi la cui relazione è tornata sui contenuti del Congresso Internazionale del Laicato Canossiano del luglio 2016; le ricadute sul quotidiano dei vari coordinamenti e dei singoli laici; tutto parla di impegno personale, di condivisione, di ascolto, di 35

il FOGLIETTO formazione e di comunicazione anche con l’uso di mezzi informatici, al fine di portare la gioia del Vangelo nel cuore del mondo, non come un’elite specializzata ma come membri di un coro che tendono all’ARMONIA. Nel contesto della riflessione e condivisione su questi contenuti, è avvenuto il passaggio di consegne. Questo è sempre momento dove un po’ di emozione si manifesta. Gettare un ponte tra un passato recente e un prossimo futuro è una responsabilità avvertita. Anni passati in cui le diversità, le esperienze sia positive che negative hanno contribuito a cementare il senso di appartenenza e la relazione interpersonale. La condivisione degli obiettivi, l’accettazione incondizionata dei diversi carismi personali è qualche cosa che non è semplice lasciare. La serena consapevolezza di aver fatto il possibile, aiuta a nutrire speranza e fiducia che il nuovo Coordinamento possa affrontare con serenità le prossime sfide.

Ci ha aiutati non poco anche l’approfondimento carismatico di Marisa Gini: S. Maddalena ci invita ad essere SERVI dei POVERI sia come cristiani sia come

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laici canossiani canossiani, tralci vivi in un’unione tra ESSERE e FARE, una comunità educante ed evangelizzatrice dove l’ascolto, l’umiltà, il dialogo, la partecipazione, tendono a stabilire una relazione d’amore. Laboratorio di formazione permanente dove il passaggio dalla responsabilità alla corresponsabilità è un cammino personale e comunitario sulla via della santificazione.

Le riflessioni qui sintetizzate, sono state rilanciate negli interventi del Padre Generale P. Giorgio e della Madre Provinciale M. Luisa che hanno comunicato l’esigenza di una nuova organizzazione del laicato italiano e di un rapporto più diretto con le realtà locali. E i membri del nuovo Coordinamento - Maria Pia Raja, Ada Facchini, Cesarina Bertin, M. Giovanna Della Luna e P. Fabio Franchini. – hanno raccolto la sfida con spirito di servizio e di comunione.

Sono state tre giornate intense, culminate nel passaggio di consegne durante la Messa celebrata in Casa Madre. Tutto – anche l’uscita serale nel centro di Verona - ha avuto il buon profumo dei migliori auguri di “buon lavoro” al nuovo Coordinamento.

laici canossiani

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Com os olhos de Madalena

Araras (SP – Brasile), 27 marzo 2017: Incontro vocazionale dei laici Canossiani

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on gli occhi di Maddalena, potrebbe essere il programma e la sintesi di questa iniziativa dei Laici Canossiani di Araras che non contenti di quello che sono e che fanno, desiderano comunicare e condividere anche con altri laici la visione e la missione canossiana tipica del laico: vedere le cose, la vita, gli altri, il mondo con gli stessi occhi del cuore di Maddalena. E quindi operare nel mondo, nel proprio quotidiano, con la stessa energia che si sprigiona da un contatto vivo con il Cristo Crocifisso e dal fascino mai spento dell'esempio della Fondatrice santa Maddalena. Riportiamo qui un racconto dell'esperienza significativa vissuta lo scorso 27 marzo ad Araras in Casa Emaus.

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abemos que, para manter a chama acesa, precisamos do combustível.

Por isso, não podemos deixar de apresentar às pessoas, o carisma de Santa Madalena de Canossa.

Como ela, precisamos nos preocupar em apresentar Cristo com um outro olhar.

Com os olhos da nossa Mãe Fundadora – olhar no Crucificado e entender a grandiosidade do amor que Ele tem para todos nós.

Como Leigos Canossianos, temos por convicção e “coração grande”, o dever de convidar as pessoas para conhecer o valor e a beleza deste carisma.

Assim, no dia 27 de março de 2017, no Seminário Canossiano de Araras, realizamos uma Noite Vocacional, onde com 37

il FOGLIETTO muita alegria, recebemos mais de 20 novos convidados, que após serem recepcionados por seus “padrinhos” e demais leigos, juntamente com os Animadores Locais Ir. Jonathan e Ir. Helena, puderam perceber a grandeza e o verdadeiro sentido de família canossiana.

Ao iniciarmos a noite com “Oferecimento do dia” de Santa Madalena, vimos que estes convidados já possuíam um caminho ”canossiano” ou ao menos uma grande vontade de estar presente neste caminho tão valioso.

O vídeo “O sonho de Madalena” apresentado, ofereceu um tempo de reflexão, complementado com uma breve explanação sobre momentos da vida de nossa Fundadora, suas perdas, cuidados, amor ao próximo, etc.

A proclamação do Evangelho de Marcos 2,1-12 trouxe a todos o trabalho e a participação laical na cura do paralitico e com a apresentação em forma de “conto de história” realizada pela nossa coordenadora, Silvia Falavigna, possibilitou aos convidados refletirem sobre o Evangelho e identificarem os vários leigos presentes com Jesus e em qual papel o leigo canossiano se encaixaria.

Após um tempo de conversa de todos, concluímos que o leigo canossiano se encaixa em qualquer lugar. Temos que ser como pó e espalhar este carisma onde vivemos, seja em casa, trabalho, es38

laici canossiani

cola, amigos, etc. O nosso estilo de vida, nossas ações é que irão mostrar aos outros o que carregamos na alma e coração.

Antes de terminar a noite, entregamos um convite agradecendo a presença e novo convite para participarem do próximo encontro e se aprofundarem mais neste carisma, vivendo conosco o tempo da Formação Inicial, conforme determina o Estatuto da Associação.

Encerrando este momento Vocacional, Ir. Jonathan solicitou a cada convidado uma silenciosa oração com a relíquia de Santa Madalena nas próprias mãos, enquanto todos os outros entoavam cânticos de Santa Madalena, finalizando com a proclamação das orações finais por todos.

Esta è uma breve apresentação da nossa Noite Vocacional, realizada a partir de uma enorme vontade de um olhar diferenciado para o Crucificado fazendo-O “mais conhecido e amado” e desejando crescer sempre mais o Laicato Canossiano aqui em nossa cidade e no mundo.

LEIGOS CANOSSIANOS DE ARARAS

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ufficio missioni

lettere e testimonianze da amici e sostenitori delle nostre missioni

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arissima Maria Luisa, nel ringraziare te e tutta l'opera missionaria canossiana, invio poche righe sugli anni "vissuti" con Simone.

Simone Marcela da Silva é entrata nella mia vita nell’anno 1998 e ancora occupa un gran posto nel mio cuore insieme alla sua famiglia e alla piccola figlia Carolina Vitoria Teixeira. La Divina Provvidenza l’ha condotta a me “sull’autobus delle Missioni canossiane” guidato da un “autista” veramente eccezionale: p. Tarcisio Pescarolo.

Abbiamo condiviso gioie, dolori, difficoltà per tutti questi anni, con una fitta corrispondenza che solo l’impegno instancabile e affettuoso di p. Tarcisio ha reso possibile.

Spesso nonostante che la famiglia Da Silva si fosse allontanata molto dalla missione (più di 80 Km) il caro Padre è sempre riuscito a raggiungerla riportando notizie e mantenendo saldo il filo dell’amore che ancora oggi mi lega a loro.

Agli inizi del 2013 avevo chiesto ed ottenuto dall’Associazione Mano Amica Canossiani di sostenere la piccola Carolina Teixeira al posto di sua mamma Simone ormai divenuta adulta.

Purtroppo la corrispondenza regolare epistolare e diretta è venuta meno dall’inizio del 2014. Ciò è accaduto perché la famiglia si è allontanata sempre più dai luoghi della Missione. Oggi mi dicono “con dispiacere che i tentativi fatti per raggiungere Simone e Carolina non hanno prodotto dei risultati”.

Ma la Provvidenza (che pensa a tutto e

Marta Pizzighelli con la nipote Giorgia

utilizza lo strumento Canossiani per la nostra felicità) ha donato alla mia famiglia il piccolo Luiz Augusto Batista Pereira. È quasi coetaneo del mio nipotino più piccolo, Carlo, che ha soltanto un anno più di lui.

In questi anni, dal ’98 ad oggi (19 per essere precisi), ho condiviso con le mie “figliocce” il vero Amore quello che arde nel cuore dell’opera missionaria canossiana e sono certa che con Luiz una nuova vita di gioia mi attende.

Grazie e Dio vi benedica.

Marta 39

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ufficio missioni

Ricordi dall'Oratorio Sacro Cuore di Senigallia

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i chiamo Belardinelli Giancarlo, abito a Senigallia (AN) ed ho 81 anni. Ho conosciuto i Padri canossiani nel lontano 1947 quando, chiamati dall'allora Vescovo Mons. Umberto Ravetta (di origini veneziane), vennero a Senigallia a dirigere l'Oratorio Sacro Cuore della nostra città.

Superiore era allora – se ricordo bene – P. Angelo coadiuvato da P. Andrea e P. Giustino Vieceli. Quest'ultimo è stato il mio assistente essendo io iscritto all'Azione Cattolica, e mio professore di Religione nella scuola da me frequentata. I nostri rapporti di amicizia si sono mantenuti anche dopo il suo trasferimento da Senigallia. Negli anni '60 anch'io ho dovuto lasciare Senigallia per motivi di lavoro, trasferendomi vicino a Milano nella cittadina di Cormano. Quando P. Giustino, a motivo di viaggi per il suo ministero si trovava in Lombardia, veniva sempre a trovarmi e così ha potuto conoscere mia moglie e poi anche i miei figli Alessandro e Emanuela.

Oltre a P. Giustino ho conosciuto anche 40

altri Canossiani: P. Luigi, P. Alfonso, P. Casimiro, e soprattutto P. Gaetano Barison che con Fra Albino Greselin formava un duo formidabile. Con Fra Albino sono andato due volte in villeggiatura, la prima volta a Feltre, e la seconda a S. Vito di Cadore. Grazie a questi viaggi, a Venezia, a San Giobbe, ho potuto conoscere Fra Giovanni Zuccolo, e a Pellestrina P. Angelo Pasa divenuto Superiore generale dopo Fra Giovanni.

Dopo il mio pensionamento ho mantenuto un bel rapporto epistolare con P. Gaetano, con il rammarico di non aver potuto partecipare al suo 60° di Sacerdozio.

Volentieri vi invio copia di una cartolina scrittami da P. Giustino, e due fotografie, una con Fra Albino Greselin a Venezia nel 1954, e l'altra con P. Gaetano nel 1956.

Questi ricordi bellissimi che mi accompagnano e ancora mi tengono legato ai Padri Canossiani, mi fanno augurare di cuore tanta prosperità alla Congregazione e alla sua opera. Con i più cordiali saluti.

Belardinelli Giancarlo

ufficio missioni

il FOGLIETTO

Ricordo di Giovanni Cenni

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i ha lasciato, il 19 maggio di un anno fa, Giovanni Cenni di Feltre (BL). Da molti anni sosteneva a distanza la formazione di molti ragazzi di Jipapad: appoggiava la causa di Padre Cavallaro, conosciuto a Feltre. Era soddisfatto ed orgoglioso alla notizia che grazie a lui qualche ragazzo era arrivato a concludere il percorso formativo e poteva essere utile alla sua comunità per migliorare le condizioni di vita nelle Filippine. La moglie Roberta e la figlia Laura in sua memoria desiderano continuare nell'opera di sostegno.

Laura Cenni

I tre ragazzi filippini – Tejones Zandro, Villaraza Leonard e Hilario Jonalyn - aiutati da Giovanni tramite il progetto Adozioni a Distanza, sono ora sostenuti dalla moglie Roberta e dalla figlia Laura. Grazie!

G

razie infinite! Ci fa molto piacere salutare il nostro piccolo amico Jarred Andrei Aquino dalle pagine del Foglietto, perchè ci sentiamo parte integrante della famiglia canossiana!

Siamo felici di sapere che il nostro piccolo contributo per il piccolo Andrei e per

la sua famiglia può essere importante, anche se è solo una goccia in mezzo ad un mare di sofferenza e dolore.

A noi non costa nulla in fondo. Preghiamo il Signore perchè tutti possano essere sensibili alle tante necessità che oggi questo mondo purtroppo ci propone sempre con maggiore frequenza.

E davvero Gesù Risorto illumini la vostra vita e il vostro apostolato!

A tutto lo staff dell'Ufficio Missioni e alla Famiglia Canossiana auguriamo una Santa Pasqua!

Nicola, Luciana, Sara, Eugenia ed Emanuele 41

in memoria

il FOGLIETTO

La vita come un compito Ricordo di Carlo Valerio amico dell'Istituto e delle Missioni canossiane Padre Stefano con Carlo Valerio in Tanzania

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ra già alle stampe il precedente numero del Foglietto – che riportava il momento festoso della consegna a Carlo della onorificenza pontificia del Cavalierato di S. Silvestro Papa durante la messa celebrata nella cappella di Fonzaso - quando repentinamente, col solo avviso di una malattia che in brevissimo tempo ha demolito il suo fisico ma non la sua tempra, il “dottor” Carlo Valerio, ormai divenuto l’amico, papà e fratello carlo, il giorno di S. Stefano 2016, ci ha lasciato. È parso subito di poter dire che, pur non avendo perso fino all’ultimo l’interesse e la voglia di continuare a rendersi utile agli altri, a fare del bene, quasi, inconsapevolmente, non se la sentiva di sopravvivere alla sua amata sposa Marcelle, e volesse ricongiungersi al più presto al suo sorriso rassicurante.

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Dopo la consegna dell’onorificenza pontificia, quando già il male incurabile dava segni della sua invadenza, Carlo, sorpreso di tale onore non cercato e inatteso, voler farmi omaggio di un album con alcune foto della cerimonia e dell’incontro festoso con i figli, familiari e alcuni amici che ne era seguito. La dedica che vi scrisse era il riassunto del senso della sua vita, degli ideali che lo avevano sempre animato nella sua vita di famiglia, nelle sue responsabilità professionali, nel suo servizio nello scoutismo, nella Caritas diocesana di Feltre, e infine nel suo impegno volontario a servizio dei progetti missionari del padri Rogazionisti in Albania e delle nostre missioni canossiane in Filippine, Brasile e Tanzania.

Così vi scrisse: “A P. Antonio, che mi è sempre stato vicino con la sua amicizia e che mi

in memoria

il FOGLIETTO ha dato tante occasioni di fare del bene al prossimo!”.

Una vita la sua, vissuta come un compito, simboleggiato da quella matita e quella gomma che immancabilmente Carlo portava con se e usava nei nostri incontri di lavoro, per abbozzare, perfezionare i progetti missionari e presentare le domande di finanziamento.

Da quando e da come l’ho conosciuto, Carlo ha sempre vissuto con dei compiti da fare lui, dei compiti da dare agli altri, e sempre all’orizzonte il grande COMPITO della vita da realizzare.

Un compito ricevuto da Dio di mettere a frutto i talenti, metterli a servizio per lasciare il mondo migliore di come lo si è trovato. Quindi un compito da fare bene e con intelligenza.

Il compito anzitutto di vivere la fede, con intelligenza adulta, e trasmetterla senza bigottismi, ma nella rettitudine e nella coerenza Compito soprattutto di costruire la sua famiglia, con Marcelle e i suoi figli: “guai se non avessi avuto mia moglie, la mia famiglia, i miei figli!”.

Un compito appagante, interessante, che spazia sule cose belle del mondo, della vita, delle relazioni. Un compito che diventa concretamente mettersi a servizio,

con le proprie abilità e capacità professionali, dell’altro, di chi è in difficoltà, di chi è nel bisogno.

Questa visione e questo impianto di vita, gli è venuto senz’altro dalla fede, si è tradotta nell’esperienza e nello spirito dello Scoutismo: era la sua seconda pelle, era la sua spiritualità: quella della strada, del servizio, della fedeltà. E poi nel suo impegno per tanti anni nella CARITAS, le sue iniziative e i suoi viaggi in Kosovo, in Albania, nelle domande di aiuto per tanti progetti predisposti, accompagnati fino alla realizzazione e alla supervisione finale, in terra di missione (Filippine, Tanzania, Brasile).

Quello che colpiva era il suo modo di lavorare: con passione, con dedizione meticolosa, fino al raggiungimento dell’obiettivo: “padre Antonio, loro vogliono le carte e noi gliele prepariamo, loro vogliono la precisa rendicontazione e noi gliela facciamo, perché dobbiamo essere credibili… ma quei soldi glieli dobbiamo scucire perché servono per i ragazzi, per la scuola, per i bambini”, mi diceva.

Le sue ultime parole per me sono state: andiamo avanti, dobbiamo farcela, dobbiamo ottenere quell’aiuto, non è per noi, è per i ragazzi e per il loro futuro!

Anche dall’onorificenza che gli abbiamo ottenuto ne trasse motivo per continuare, “noi andiamo avanti… l’unica cosa che mi inio Valer Carlo Padre Andrea e teressa è continuare in questa missione!”

Grazie Carlo per averci insegnato a raccogliere il compito che Dio ci ha dato e a realizzarlo con costanza e tenacia. È il compito di Gesù, del buon Samaritano che lungo la strada non si volta dall’altra parte, ma si ferma, si china, si fa prendere dalla compassione, si dà da fare!

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il FOGLIETTO

in memoria

Ricordo di Pietro Moretton

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ro già in aeroporto in partenza per l'India, quando ricevetti da p. Luciano la notizia che l'amico Pietro Moretton di Faller di Sovramonte (BL) il 5 febbraio ci aveva lasciato. Alla sua famiglia, in particolare alla moglie Teresa e ai figli Pierangelo, Alba, Matteo, le nostre sentite condoglianze e la preghiera. È tanta la stima e la gratitudine che il nostro Istituto deve a questo uomo forte, lavoratore, onesto. Fu lui con la sua impresa, fratelli e figli, a ricostruire e rendere belle e accoglienti le nostre case di Cima Loreto. Lo ricorderemo sempre sul tetto della chiesetta di Cima Loreto a rifinire il campanile: quella campana suonerà sempre anche per lui lassù.

Ricordo di M. Fernanda Crosetta

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on gratitudine ricordiamo qui questa umile grande Madre e Sorella canossiana, M. Fernanda che dopo lunga sofferenza ci ha lasciato agli inizi della Settimana Santa.

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Di lei raccogliamo solo testimonianze di “fedeltà piena e gioiosa a Dio e donazione ai fratelli, umile ascolto e ferma adesione alla volontà di Dio, amore incondizionato all’Istituto, alle Sorelle, generosità senza limiti, fede grande e speranza luminosa. CARITà è stata la sua vita. E, Dio, il suo Autore e il suo amore”.

La ricordiamo per il suo amore alla Congregazione e a tutti i fratelli Canossiani, per le sue attenzioni verso il nostro Seminario quando fu superiora a Fonzaso, e poi per la comunità delle Sorelle che erano al servizio del Seminario quando fu Superiora Provinciale negli anni ’80, fino a quando, suo malgrado, nell’estate del 1987 dovette prendere la decisione dolorosa di ritirare le tre care Madri Cesira, Giovanna e Giuseppina che ora l’hanno accolta in Paradiso.

La sua testimonianza rimanga sempre viva e sia luce per tutta la famiglia canossiana.

Carissimi amici lettori del Foglietto...

“IL FOGLIETTO” è un periodico di notizie e di collegamento, iniziato dal Servo di Dio padre Angelo Pasa per far conoscere l’Istituto Canossiano e per chiedere aiuto per il sostegno del nascente seminario che avrebbe garantito lo sviluppo della Congregazione. Nel tempo è stato continuato grazie all’opera dei Superiori che si sono succeduti, in particolare, fino al termine della sua vita, dall’indimenticabile padre Modesto Giacon.

Attualmente, grazie alla collaborazione di quanti ci inviano gli articoli e della redazione, possiamo continuare a far uscire questo semplice strumento di comunicazione per tanti amici dell’Istituto e sostenitori delle nostre opere e delle Missioni Canossiane e dei loro progetti.

Per ricevere IL FOGLIETTO non c’è bisogno di abbonamento; se non siete ancora iscritti e desiderate riceverlo o per segnalare un cambio di indirizzo, compilate il modulo e rispeditelo a

IL FOGLIETTO dell’Istituto dei Canossiani Via S. Giuseppina Bakhita, 1 – 37142 - Poiano VERONA Nome ………………………………… Cognome …………………………………………

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Se si desidera l’invio tramite posta elettronica, barrare la casella sottostante: Desidero ricevere IL FOGLIETTO tramite posta elettronica al seguente indirizzo e-mail: …………………………………………………………………………………………………

“Per i Fondatori e le Fondatrici la regola in assoluto è stata il Vangelo, ogni altra regola voleva essere soltanto espressione del Vangelo e strumento per viverlo in pienezza.

Il loro ideale era Cristo!

Attorno ad ogni famiglia religiosa, è presente una famiglia più grande, la “famiglia carismatica”, che comprende cristiani laici che si sentono chiamati, proprio nella loro condizione laicale, a partecipare della stessa realtà carismatica.”

Papa Francesco, Lettera Apostolica ai Consacrati, 21.11.2014

IL FOGLIETTO

DELL’ISTITUTO DEI CANOSSIANI Pubblicazione trimestrale n. 1-2 — Anno 86 — Gennaio - Giugno 2017 Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 2, DCB - Verona La corrispondenza all’Istituto dei Canossiani: Via S. Giuseppina Bakhita, 1 - 37142 Poiano - VERONA — Tel 045 528857 — Fax 045 534047 Sito internet: www.canossiani.org — E-mail: segreteria@canossiani.org C.C.P. 18530378 — IBAN IT 16 W 05034 11750 000000153743 intestato a Congregazione Figli della Carità Canossiani Presso Banco Popolare di Verona - sede di Verona - 0001 La corrispondenza per i progetti missionari: Ufficio Missioni “Mano Amica - Canossiani” ONLUS Via S. Giuseppina Bakhita, 1 - 37142 Poiano - VERONA - Tel e Fax 045 8408891 Sito internet: www.manoamica.canossiani.org — E-mail: uff.missioni@canossiani.org C.C.P. 36600518 — CCB IBAN IT91 F 05034 11750 000000163682 Seguici su

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