Il Foglietto dell'Istituto dei Canossiani - n. 3 – 2017

il FOGLIETTO dell’Istituto dei Canossiani PUBBL. TRIMESTRALE ANNO 86 - N. 3 - Luglio - Settembre 2017 Poste Italiane spa - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Verona In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Verona C.M.P. detentore del conto, per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

Anno 86 — n. 3 Luglio - Settembre 2017

“Se desideriamo offrire il nostro contributo efficace per il cambiamento della storia, generando vero sviluppo, è necessario che ascoltiamo il grido dei poveri e ci impegniamo a sollevarli dalla loro condizione di emarginazione” dal MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO per la I GIORNATA MONDIALE DEI POVERI, n° 4

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FOGLIETTO dell’Istituto dei Canossiani

Anno 86 — n. 3 Luglio - Settembre 2017

Sommario

Una giornata per non dimenticare “i nostri amati poveri” – Messaggio del Papa

“Figli, ecco la ‘VOSTRA’ Madre” – Il Messaggio del Superiore Generale per la festa della Addolorata

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ACCENDI…AMO LO SGUARDO! – 7 maggio 2017 - Festa della Famiglia Canossiana

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Inaugurato il nuovo campo da calcio dedicato a P. Modesto Giacon – Pachino, Oratorio » 7

Don Andreas biancucci, novello sacerdote della nostra parrocchia – Roma, S. Maddalena »

ORATORIO APERTO PER LE FAMIGLIE – Roma – S. Maddalena di Canossa

Per imparare a prendere tempo – Fasano. Oratorio “S. Antonio Abate” - Grest 2017

“ESPERA” – Oratorio di Favignana - Grest 2017 Foto di copertina: bambini di Tondo giocano tra i resti dell’incendio che ha devastato le loro case

Tra Natura, Divertimento e Collaborazione – Castelli & Monfumo - Grest 2017 L’ARTE DI ESSERE FRAGILI – Oratorio S. M. Addolorata - Verona

Alle pendici dell’Etna, infiammati dall’Amore di Gesù! – Oratorio di Acireale

GIUBILEI DI PROFESSIONE RELIGIOSA E DI SACERDOZIO

Grazie, Padre Angelico, per i tuoi 50 anni di Sacerdozio! – Patronato di Cavarzere (VE)

Canossianos, todos vos sois irmaos!– Araras - Seminario Internazionale sul Fratello canossiano

La vocazione a fratello: profezia di fraternità

Missão dos Canossianos em Presidente Dutra, Maranhão

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Un piccolo passo sulla strada di una ‘Chiesa in uscita’– Dal nuovo parroco di Agostinho Porto » 26

Prima Professione di Bienvenù – Nairobi, Casa di Formazione Kuong’oka Mtakatifu Paulo – Grest Igoma 2017

28° FAMILY DAY – Progetto “Adozioni a distanza - Una mano aiuta l’altra”

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Prima Professione a marikina

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Mattone su mattone viene su la grande casa – Tondo (Manila), San Pablo Apostol Parish

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News dal Seminario di Quezon City

UN PAUROSO INCENDIO DEVASTA tondo – Tondo (Manila), P. Carlo ci scrive Samuel ordinato sacerdote – Tondo, Manila - Youth Center

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Antonio, Brian, Julius e Ralph canossiani per sempre! – In Casa Madre la Professione Perpetua » 38

Se il Signore non costruisce la casa… – Dili,Timor Leste

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Ci hanno lasciato… – Ufficio Missioni - Lettere e testimonianze

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Ormai una tradizione la “Cena solidale” a favore dell’impegno missionario Ricordo di duE grandi Canossiane – M. Gabriella Dondoni e M. Lina Cosma

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AVVISO AL LETTORE L’ente morale Congregazione dei Figli della Carità – Canossiani la informa che i suoi dati (indirizzo) fanno parte dell’archivio elettronico del nostro Istituto allo scopo di poterle spedire il nostro periodico. Nel rispetto di quanto stabilito dalla legge n. 675/1996 sulla tutela dei dati personali (privacy) la informiamo che i suoi dati (indirizzo) saranno utilizzati solo per l’invio del bollettino e non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi. Per essi lei potrà richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamenti, integrazione o cancellazione, scrivendo all’attenzione del Direttore Responsabile de “Il Foglietto”: P. Antonio Papa - Via Santa Giuseppina Bakhita, 1 – 37142 - Poiano - VERONA Direttore resp.: Padre Antonio Papa Con approvazione ecclesiastica Registrato al Tribunale di Venezia n. 333 – 22-05-1962 In redazione: Francesca Mauli Stampa: Edizioni Stimmgraf – Verona Tel. 045 8731282

editoriale

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Una giornata per non dimenticare “i nostri amati poveri”

Il Messaggio del Papa per la I Giornata mondiale del povero -17 novembre

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amore non ammette alibi: chi intende amare come Gesù ha amato, deve fare proprio il suo esempio; soprattutto quando si è chiamati ad amare i poveri”, così Papa Francesco nel Messaggio per la I “Giornata mondiale del povero”.

La Giornata, che si celebrerà il 19 novembre, è stata voluta dal Pontefice al termine del Giubileo della Misericordia “perché in tutto il mondo le comunità cristiane diventino sempre più e meglio segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i più bisognosi”.

Una Giornata rivolta in primo luogo ai credenti “perché reagiscano alla cultura dello scarto e dello spreco, facendo propria la cultura dell’incontro”, e a tutti affinché “si aprano alla condivisione con i poveri in ogni forma di solidarietà, come segno concreto di fratellanza”.

Il testo del Messaggio prende avvio dalle parole dell’apostolo Giovanni, «Figlioli, non

amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità» (1 Gv 3,18), che costituiscono “un imperativo” da cui “nessun cristiano può prescindere”. Il Pontefice ricorda che “da sempre” la Chiesa ha compreso l’importanza del grido del povero e, nel corso dei secoli, lo Spirito Santo ha fatto sorgere “uomini e donne che in diversi modi hanno offerto la loro vita a servizio dei poveri” con la fantasia della carità. Tutti noi siamo chiamati “a tendere la mano ai poveri, a incontrarli, guardarli negli occhi, abbracciarli, per far sentire loro il calore dell’amore che spezza il cerchio della solitudine”. Un invito a “uscire dalle nostre certezze e comodità” e a “riconoscere il valore che la povertà in se stessa costituisce”.

Una povertà che ha mille volti, di fronte a cui “non si può restare inerti e tanto meno rassegnati”, perché i poveri “appartengono alla Chiesa per diritto evangelico”. Per que1

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sto Papa Francesco chiede “ai confratelli vescovi, ai sacerdoti, ai diaconi – che per vocazione hanno la missione del sostegno ai poveri –, alle persone consacrate, alle associazioni, ai movimenti e al vasto mondo del

volontariato di impegnarsi perché con questa Giornata Mondiale dei Poveri si instauri una tradizione che sia contributo concreto all’evangelizzazione nel mondo contemporaneo”.

« 6. Al termine del Giubileo della Misericordia ho voluto offrire alla Chiesa la Giornata Mondiale dei Poveri, perché in tutto il mondo le comunità cristiane diventino sempre più e meglio segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i più bisognosi. (…). Invito la Chiesa intera e gli uomini e le donne di buona volontà a tenere fisso lo sguardo, in questo giorno, su quanti tendono le loro mani gridando aiuto e chiedendo la nostra solidarietà. Sono nostri fratelli e sorelle, creati e amati dall’unico Padre celeste. Questa Giornata intende stimolare in primo luogo i credenti perché reagiscano alla cultura dello scarto e dello spreco, facendo propria la cultura dell’incontro. Al tempo stesso l’invito è rivolto a tutti, indipendentemente dall’appartenenza religiosa, perché si aprano alla condivisione con i poveri in ogni forma di solidarietà, come segno concreto di fratellanza. Dio ha creato il cielo e la terra per tutti; sono gli uomini, purtroppo, che hanno innalzato confini, mura e recinti, tradendo il dono originario destinato all’umanità senza alcuna esclusione.

7. Desidero che le comunità cristiane, nella settimana precedente la Giornata Mondiale dei Poveri, che quest’anno sarà il 19 novembre, XXXIII domenica del Tempo Ordinario, si impegnino a creare tanti momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto. Potranno poi invitare i poveri e i volontari a partecipare insieme all’Eucaristia di questa domenica, in modo tale che risulti ancora più autentica la celebrazione della Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, la domenica successiva. La regalità di Cristo, infatti, emerge in tutto il suo significato proprio sul Golgota, quando l’Innocente inchiodato sulla croce, povero, nudo e privo di tut-

to, incarna e rivela la pienezza dell’amore di Dio. Il suo abbandonarsi completamente al Padre, mentre esprime la sua povertà totale, rende evidente la potenza di questo Amore, che lo risuscita a vita nuova nel giorno di Pasqua. (..).

8. A fondamento delle tante iniziative concrete che si potranno realizzare in questa Giornata ci sia sempre la preghiera. Non dimentichiamo che il Padre nostro è la preghiera dei poveri. La richiesta del pane, infatti, esprime l’affidamento a Dio per i bisogni primari della nostra vita. Quanto Gesù ci ha insegnato con questa preghiera esprime e raccoglie il grido di chi soffre per la precarietà dell’esistenza e per la mancanza del necessario. Ai discepoli che chiedevano a Gesù di insegnare loro a pregare, Egli ha risposto con le parole dei poveri che si rivolgono all’unico Padre in cui tutti si riconoscono come fratelli. Il Padre nostro è una preghiera che si esprime al plurale: il pane che si chiede è “nostro”, e ciò comporta condivisione, partecipazione e responsabilità comune. In questa preghiera tutti riconosciamo l’esigenza di superare ogni forma di egoismo per accedere alla gioia dell’accoglienza reciproca.

Questa nuova Giornata Mondiale, pertanto, diventi un richiamo forte alla nostra coscienza credente affinché siamo sempre più convinti che condividere con i poveri ci permette di comprendere il Vangelo nella sua verità più profonda. I poveri non sono un problema: sono una risorsa a cui attingere per accogliere e vivere l’essenza del Vangelo».

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Dal Vaticano, 13 giugno 2017 Memoria di Sant’Antonio di Padova Francesco

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“Figli, ecco la ‘VOSTRA’ Madre” Il Messaggio del Superiore Generale per la festa della B. V. Maria Addolorata, Patrona dell’Istituto

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onfratelli carissimi, viviamo la festività di Maria Addolorata, “vera fondatrice dell’Istituto” (S. Maddalena): a Lei affidiamo “il cammino di fedeltà, come fratelli, fino alla fine” vissuto in questi anni, mentre iniziamo a prepararci al Capitolo del 2018 e affidiamo a Lei il cammino futuro credendo che Lei sarà per noi quello che il Figlio le ha detto dalla croce: “DONNA, ECCO I TUOI FIGLI!”.

Ci impegniamo ad essere “Figli fedeli” come il Discepolo amato fedele assieme a Lei sotto la croce. La fedeltà è una risposta quotidiana ed ogni giorno siamo sfidati dall’insidia che qualcuno “di notte semini zizzania” (Mt 13, 24-43). Seminatori di zizzania possiamo esserlo anche noi quando non vigiliamo su noi stessi.

Siamo poi quotidianamente esposti ad altri “seminatori” nel campo della nostra vita, della comunità e del nostro apostolato. Nessuno è garantito in stato di grazia. Essere fedeli “fino alla fine” esige costante vigilanza su noi stessi, come comunità, come chiesa e nella nostra donazione apostolica. Senza la vigilanza corriamo il rischio che la presunzione abbassi l’attenzione ai pericoli che ci ruotano attorno. Accorgerci della presunzione è difficile perché si presenta in maniere

sottili e ingannevoli. Non dimentichiamo l’esortazione di Gesù: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano” (Mt 7, 13). Né dobbiamo dimenticare la condizione che il Signore ha messo per seguirlo: “Chi mi vuol seguire rinneghi a se stesso, prenda la croce e mi segua” (Mt 16, 24).

Non si segue il Maestro se non si rinnega se stessi e senza prender su la croce. La Madre Addolorata ci ricorda questo cammino che Gesù ha fatto, che Lei ha fatto, che il Discepolo amato ha fatto.

Noi siamo quei discepoli amati perché nati sotto la croce e quindi con tutta la forza della croce e tutta la fecondità delle lacrime della Madre Addolorata. Gesù ce l’affida: “Figli, ecco la ‘VOSTRA’ Madre” (cfr. Gv 19,27).

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Avere una Madre “nostra” ci porta a concepirci comunitariamente, ci riporta alla fedeltà comunitaria; ci richiama quella conversione “dall’IO al NOI”, come abbiamo maturato nell’ultima Consulta. Ci riporta ad essere insieme “segni profetici di spiritualità, di comunione, di instancabile apostolato”.

Di questa ricchezza carismatica la Chiesa ha sete; questa testimonianza di speranza si attendono i fedeli; mentre nella società cresce la cultura dell’individualismo, c’è bisogno di un segno che vada in direzione opposta e perciò profetico.

Maria Addolorata è stata costituita dal suo Figlio “Nostra Madre” proprio per ricordarci con la sua maternità il “NOI CANOSSIANI”, ha la missione di conservarci in comunione. Ma non è cosa automatica. Occorre la nostra disposizione ad essere fedeli alla nostra professione perpetua. Come è importante questo pensarsi parte della Congregazione, concepirsi come “noi canossiani” e non come “canossiano”. Sembra una distinzione di parole ma in realtà ha molte conseguenze. Questo “noi” si costruisce diminuendo il “mio io” per far emergere “il fratello” o meglio, “IO CON e NEI FRATELLI”.

La Vergine Addolorata ci genera e ci fa crescere “come fratelli”.

Affidiamo a Lei la nostra crescita e il cam4

editoriale mino che ci sta davanti. Amiamo questo fonderci come Congregazione. Amiamo questo perderci nell’amore suo e del suo Figlio, nel reciproco amore, per perderci nell’amare ogni persona che il Signore ci affida.

Non dimentichiamo mai che siamo nati dall’ultimo sangue di Gesù effuso dal suo cuore squarciato e dal cuore di Maria trafitto dalla spada predetta da Simeone. Nascere in questi due cuori vuol dire conservarne le stesse caratteristiche in noi. Incarniamo il nostro cuore nel loro cuore. Questa incarnazione nel loro amore squarcerà il nostro cuore e lo farà vivere dello stesso loro amore.

Come ci ricorda S. Paolo “Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muore per se stesso” (Rm 17,7). La nostra generosità e operosità nascono dal Cuore di Cristo e dal Cuore di Maria. La “mia generosità” sarà la “giusta risposta di gratitudine al loro amore generosissimo”. Chi ama con il loro amore, squarcia il suo cuore verso tutti.

Ogni volta che chiudiamo il cuore, muore il carisma, muore lo spirito, muore il senso della nostra vita. Quando c’è un cuore generosissimo la vita si espande attorno a noi. È significativo che dopo la consacrazione dell’Istituto al Sacro Cuore fatta da p.

Angelo Pasa, l’Istituto ha cominciato a crescere. L’Istituto cresce “non per proselitismo ma per attrazione”, ci ricorda papa Benedetto XVI; l’attrazione della Croce, l’attrazione della Madre Addolorata, l’attrazione di tanti Religiosi del passato e del presente: queste sono le radici che provocano generosità nei giovani di oggi.

Con certezza il futuro della Chiesa e della Congregazione passano per una generazione di “cuori grandi" che “scoppiano” di amore e attraggono i cuori generosi disponibili a reincarnare lo stesso amore. Vogliamo prepararci al prossimo Capitolo generale con l’impulso del cuore squarciato di Gesù e il cuore trapassato di Maria. Così sia il cuore di tutto l’Istituto, di ogni canossiano!

P. Giorgio Valente - Superiore generale

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7 maggio 2017 - Festa della Famiglia Canossiana

ACCENDI…AMO LO SGUARDO!

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uest’anno ricorre il centenario della presenza delle Madri Canossiane a Nova Milanese. Le Madri sono conosciute e amate da tutti i novesi, che da sempre apprezzano il loro operato nella nostra Parrocchia; ma non tutti conoscono veramente la loro fondatrice, Santa Maddalena di Canossa.

Per questo la comunità di Nova ha partecipato a due giornate di spiritualità a Verona, proprio dove è nata ed è sepolta S. Maddalena. Il 6 maggio è partito il gruppo degli adolescenti e giovani, raggiunti il 7 dai Laici Canossiani e altri simpatizzanti accompagnati da Madre Elisa. Dopo il momento festoso dell’accoglienza coi giovani, siamo entrati nel merito dell’incontro, dal tema: “ACCENDI…AMO SGUARDI SUL MONDO”.

Aiutati da Madre Elena e Madre Laura, prendendo spunto dal prologo del Vangelo di Giovanni in cui si dice che Gesù è LUCE per la vita degli uomini, abbiamo esaminato il nostro modo di VEDERE il

mondo, il nostro sguardo, perché è questo che ci mette in relazione con l’altro. Lo sguardo dice chi sono IO. Tutto questo lo abbiamo sperimentato con un gesto significativo: ci siamo alzati e girando per la sala abbiamo fissato i nostri occhi in quelli degli altri, cercando di comunicare con lo sguardo il sentimento che provavamo in quel momento.

Siamo passati poi al capitolo 9 del Vangelo di Giovanni: il racconto della guarigione del “cieco nato”: Gesù, passando, VIDE un cieco dalla nascita che chiedeva l’elemosina e, mentre i discepoli gli chiedevano chi fosse il peccatore tra lui e i suoi genitori per essersi meritato una tale malattia, lo sguardo di Gesù non si posa sul peccato, ma sulla sofferenza di quella persona. E guarendolo, lo porta alla luce del cuore, alla fede, ad una nuova nascita. Infatti per guarirlo fa del fango impastando terra e saliva, proprio come ha fatto Dio che plasmò l’uomo con del fango, soffiando poi in lui il suo Spirito di Vita.

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Quando ci succede qualcosa di brutto viene spontaneo anche a noi chiederci “Perché? Cosa ho fatto di male?”. In ognuno di noi ci sono tenebre e luce: impariamo a guardare al nostro cammino. Il cieco, incontrando Gesù, ha trovato la luce del cuore. Gesù ci CERCA, ma ci lascia liberi di lasciarci trovare.

Anche la vita di Maddalena non è stata facile. Quando dopo un’infanzia non facile, nell’adolescenza sente il richiamo della vita religiosa, ma dopo un’esperienza di clausura, sente che questa non è la sua strada. La sua guida spirituale, don Luigi Libera, l’aiuta a pazientare per capire il suo carisma e la sua vocazione: raccogliere le ragazze dalla strada e visitare gli ospedali.

Così solo l’8 maggio 1808 può finalmente dare inizio alle “Figlie della Carità”. A partire da questo momento, fonderà case a Venezia, Milano, Bergamo e Trento; il riconoscimento della Chiesa arriverà nel 1819.

Maddalena muore a Verona nel 1835 e viene proclamata Santa da Papa Giovanni Paolo II nel 1988.

Il breve excursus sulla vita di Maddalena, evidenzia le tappe della sua vita tutta improntata sulla carità verso Dio e verso il prossimo. Contemplando Gesù crocifisso e Maria Addolorata, Maddalena si apre a cinque luci: - VEDE le povertà della sua città e del 6

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suo tempo, e decide di dedicarsi a ciò che la situazione richiede. Come è importante aprire gli occhi sulle situazioni di chi ci sta vicino.

MISERERE: la gente ha bisogno di misericordia e di speranza. Anche oggi abbiamo bisogno di guardare con sguardo di misericordia.

ANDARE: rifugiata a Venezia, vede nel porto tante navi… e capisce, alla luce del Vangelo, “Andate in tutto il mondo”: è la chiamata a portare Gesù dove ancora non è amato perché non conosciuto.

DIVINA GLORIA: tutta la vita allora si orienta alla Gloria di Dio, ne è illuminata, come la vita di Gesù, tutta dedita al Padre e alla missione da Lui ricevuta.

INSPICE E FAC: “contempla e fa”. Come Gesù crocifisso, donarsi con lo stesso “spirito generosissimo” donarsi a Dio per la salvezza dei prossimi.

La giornata si è conclusa con la celebrazione della santa Messa solenne nella bella chiesa di S. Bernardino. E poi… tutti a casa col proposito nel cuore di lasciare illuminare il nostro sguardo e la nostra vita dalla Luce di Gesù, come ha fatto santa Maddalena.

Maria Teresa – Nova Milanese (MI)

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Pachino - Oratorio di San Corrado

Inaugurato il nuovo campo da calcio dedicato a P. Modesto Giacon

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arlare dei Canossiani è sempre per me un momento emozionante, anche perché io stesso sono un ex allievo, ex seminarista ed ex chierico di questa bella famiglia religiosa.

Quando p. Pietro mi ha invitato a stilare qualche riga per questa occasione, ho avuto un momento di esitazione, perché troppo alta è la figura di cui dovrei parlare, p. Modesto Giacon, cui viene dedicato questo campo sportivo.

Ma ho preso coraggio: “Dove ci sono religiosi, nella Chiesa c’è gioia, gioia che viene direttamente da Dio; la gioia della dedizione totale al servizio della Chiesa, delle famiglie, dei giovani e di fanciulli. È la vita che deve parlare: una vita dalla quale traspare la gioia e la bellezza del vivere il Vangelo e di seguire Cristo”. Sono parole di Papa Francesco che ben si adattano a questa circostanza, perché noi siamo stati irradiati dalla stessa gioia che tutti i Padri Canossiani, a partire da P. Modesto, ci hanno trasmes-

so nel corso di tanti anni.

P. Modesto, il primo parroco della nostra Parrocchia, era un giovane prete “venuto dal Nord”; dal 1 settembre 1954, insieme agli altri suoi confratelli - P. Filippo e Fra Luciano prima e P. Edoardo, Fra Tarcisio e Fra Giorgio poi - ha affrontato fatiche e rinunce per la costruzione, sistemazione e avvio della Parrocchia di S. Corrado e dell’Oratorio “Villaggio del Fanciullo”, opera fortemente voluta dall’indimenticabile Mons. Spiraglia, parroco del SS. Sacramento.

Per Pachino, l’arrivo dei Canossiani fu un vero tripudio, soprattutto perché si vedeva realizzato il sogno dell’oratorio per la cura dei ragazzi e giovani di tutte le età.

P. Modesto è stato subito per tutti un maestro e un esempio di chiari e saldi principi, e lo fu anche per me che, allora bambino, mi aprivo alla vita. Era “Modesto” di nome e di fatto, nella vita e nel comportamento, nella manifestazione dei suoi sentimen-

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il FOGLIETTO ti. A me incuteva un timore reverenziale quella sua figura ieratica e la serietà con cui espletava la sua missione di parroco. Notai subito la sua “passione” per la preghiera. Lo vedevo di sovente inginocchiato in fondo alla chiesetta-salone (oggi teatro), a pregare con fervore e devozione. La sua genuflessione davanti all’Eucarestia era perfetta, diritta, semplice. La sua predicazione era zelante, dotta, mai improvvisata, sempre appassionata. Con quella sua eloquenza forbita che trascinava perché chiariva con sicurezza ogni verità dell’insegnamento della Chiesa, della teologia e della morale. Per chi come me, si affacciava alla vita, era esempio luminoso di spiritualità; si percepiva la sua vasta e profonda cultura.

L’oratorio e la formazione alla vita cristiana dei fanciulli, dei ragazzi e dei giovani, è lo scopo principale per cui S. Maddalena di Canossa ha fondato l’Istituto dei Padri Canossiani e delle Madri Canossiane. P. Modesto ha voluto con tutte le sue forze realizzare il sogno di Mons. Spiraglia. Così pur dovendo adoperarsi come parroco per accudire la comunità parrocchiale, il suo intento era quello di avviare nel migliore dei modi la vita dell’oratorio. E così fu.

La vita oratoriana fu presto un’esplosione di attività e iniziative formative. Non si entrava in oratorio senza passare prima per la chiesetta-salone per una preghiera o un insegnamento; poi venivano le attività e il gioco: tornei di calcio, partite di pingpong e calcetto, escursioni, il Grest, canto e teatro. Ricordo come anche P. Edoardo Lanzalaco, prima di ogni gioco ci raccoglieva, ben ordinati, e ci ricordava di dare lode al Signore anche nel gioco, ammonendoci di essere leali, evitando di farci del male. P. Modesto supervisionava tutto, perché tutto andasse a gonfie vele.

Il torneo di calcio ci assillava: “Questa sera giocherà la squadra di P. Edoardo contro quella di P. Filippo”, o: “la squadra di P. Modesto contro quella di P. Filippo”. Sì, perché le squadre portavano il nome del padre che 8

Italia le guidava. Quanta passione e sano agonismo! E tu vedevi P. Modesto, P. Filippo o P. Edoardo correre come forsennati dietro al pallone, con la tonaca tirata su fino a metà polpaccio per non inciampare. E noi tornavamo a casa sfiniti ma contenti.

A Carnevale in oratorio si piantavano le baracche di legno per il tiro a segno, per la pesca di beneficienza o la vendita di ogni genere di cose. Per la festa di San Corrado, poi, il palo della cuccagna con i suoi ricchi premi appesi in cima, era lì piantato in mezzo al campetto, pronto per essere assaltato. Precedeva o seguiva la corsa degli asini, la corsa coi sacchi e la partita di calcio. A sera, dopo la S. Messa solenne, per le vie della Parrocchia si snodava la processione con la statua di San Corrado, e al rientro tutti con il naso all’insù per goderci lo spettacolo dei giochi pirotecnici.

Il Grest era un periodo così intenso di iniziative, di interessi e di responsabilità, che noi ragazzi dimenticavamo perfino di andare a casa a mangiare. L’oratorio in quelle lunghe e afose giornate d’estate, sembrava un alveare, dove ognuno aveva un compito ben preciso da svolgere. E P. Modesto gioiva per tutto quel via vai di ragazzi, per quel vociare assordante che animava l’oratorio. Furono anni meravigliosi!

Poi P. Modesto venne trasferito: dal 1958 al 1967, fu professore di teologia e superiore nello studentato a Monselice e ad Asolo, e fu anche mio insegnante. Nel 1967-1968 fu mandato a Cavarzere per aprire quella nuova comunità e l’oratorio. Nel 1970 fu eletto Superiore Generale della Congregazione, mandato che ricoprì per 12 anni.

Di seguito continuò a rendersi disponibile a vari incarichi di responsabilità affidatigli dai Superiori. Per tutti questi motivi, siamo felici che questo campo sportivo e l’oratorio tutto da oggi sia dedicato a colui che ne fu l’iniziatore e primo animatore.

Siamo orgogliosi di averlo conosciuto, un poco temuto, ma soprattutto amato.

Pippo Quartarone

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Roma - parrocchia di S. Maddalena

Don Andreas biancucci, novello sacerdote della nostra parrocchia

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opo la visita di papa Francesco lo scorso 12 marzo, la parrocchia di S. Maddalena ha vissuto un altro momento di grazia: l'ordinazione sacerdotale di don Andreas Biancucci. Un regalo che il Signore ha fatto a questa giovane parrocchia, alla Chiesa di Roma e alla Chiesa tutta, e alla sua giovane vita, e a quella della sua famiglia. Alcuni pensieri dall’Omelia della prima messa del 7 maggio sera in S. Maddalena.

Mi sembra significativo il messaggio di una Suora che frequentava S. Maddalena: “Partecipo alla vostra gioia per il fiore sbocciato a Ottavia. Avevo visto Andreas fare il chierichetto, guidare i chierichetti. Sempre preciso e responsabile. Mi dicevo: "Speriamo il Signore lo chiami!". Raccogliete il frutto del seme che è morto. Buona festa!”. Questo messaggio ha colto la connessione che c'è tra la morte e la vita... un fiume di grazia, a volte evidente, spesso sotterraneo. Subito ho pensato al primo parroco P. Antonio Gentilin che in questa parrocchia e per questa comunità ha “perso” la sua vita 20 anni fa... come pure ad un dono di S. Maddalena a te Andreas, e alla comunità.

Quando don Andreas mi ha scritto chiedendomi di fare per lui l’omelia alla sua prima Messa, ha fatto un riferimento personale che mi ha toccato: “Caro p. Antonio, ci ho riflettuto bene. Con P. Giorgio ho parlato, lui mi vestirà a San Pietro. Io sono contento così, sei stato il mio secondo parroco dopo padre Antonio Gentilin, ho fatto la mia prima comunione con te e anche se può sembrarti strano mi hai insegnato tanto con il tuo modo di essere e di celebrare. Perciò sono ben contento che sia tu a fare l'omelia.”

La vocazione è dono, è dono di Dio che ispira santi propositi, è opera sua che ci consacra rovesciando su di noi povere creature lo spirito di Gesù. Ma questa idea, aspirazione, desiderio… passa attraverso figure, esempi, modelli che col loro modo di essere e di fare il prete, ci hanno fatto desiderare di essere così, di fare lo stesso, nel farci compagni di viaggio dei fratelli, o nell’andare in cerca, o nell’aprire la porta, per far trasparire la cura, la tenerezza, la benevolenza di un Altro!

C'è un segno – che ti voglio ricordare - che ogni anno ti aiuterà a rivivere la tua comunione con Gesù nella sua umiliazione, nel suo discendere e abbassarsi: la prostrazione del Venerdì Santo! Come prima di ricevere l'imposizione delle mani, ti sei prostrato a terra, per dire che siamo niente di fronte al dono di Dio, che ci arrendiamo, ci consegniamo... così vivrai ogni anno nella 9

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il FOGLIETTO liturgia della Croce, questo memoriale.

Se cercherai e vivrai ogni giorno la comunione con Gesù Pastore, e con il suo corpo che è la Chiesa, che sono i più piccoli – come ti ha insegnato S. Maddalena! - se lo avrai conosciuto come Pastore buono della tua vita, allora non solo “parlerai” agli al-

tri del Pastore, ma lo farai vedere, rivelerai qualcosa della sua cura e del suo amore.

Allora le tue parole sapranno raggiungere e trafiggere i cuori, anche in questo nostro tempo in cui uomini e donne, giovani, tanti sono “dispersi come pecore senza pastore". Auguri don Andreas!

Roma – S. Maddalena di Canossa

ORATORIO APERTO PER LE FAMIGLIE

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orse il più importante bisogno dell’essere umano consiste nella necessità di vivere relazioni significative. Nell’incontro con l’altro, nella condivisione, la persona trova quanto di più prezioso ci sia per dare “sale” all’esistenza. È con questo obiettivo - incoraggiare l’incontro e favorire la condivisione tra famiglie - che lo scorso mese di luglio la Parrocchia di S. Maddalena di Canossa di Roma, ha deciso di aprire l’oratorio nell’inusuale orario 20.00-22.00 per dare la possibilità alle famiglie e ai ragazzi di trascorrere insieme la serata. In un quartiere in cui le serate estive non offrono particolari momenti coinvolgenti per le famiglie, la scommessa è stata quella di creare una situazione di festa e di “presenza”. Le famiglie - papà e mamma, figli, e nonni hanno risposto con entusiasmo e hanno contribuito a rendere queste 3 settimane davvero gradevoli, divertenti, serene con cacce al tesoro improvvisate, partite

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a palla avvelenata, sfide di calcio balilla, gare di scultura di frutta, balli di gruppo, corride ed esibizioni canore, degustazioni di cocomeri e pizza. La parrocchia ha dato così la possibilità a persone di ogni età di incontrarsi, scambiare due chiacchiere, rilassarsi dallo stress della Capitale. L’impeccabile regia di p. Antonio Vettorato, la presenza paterna di p. Giorgio Spinello e la passione di tanti laici impegnati, ci hanno fatto promuovere a pieni voti questo “esperimento”, che ci si augura possa ripetersi anche negli anni a venire.

Particolarmente significativo il momento conclusivo di tutte le serate: un grande cerchio in cui tutti, grandi e piccoli, tenendosi per mano, ringraziavano Dio per la giornata trascorsa e per aver avuto l’occasione di sperimentare per un paio d’ore la parrocchia come casa aperta a tutti, famiglia di famiglie!

Dino Moltisanti

il FOGLIETTO

Italia

Per imparare a prendere tempo

Fasano. Oratorio “S. Antonio Abate” - Grest 2017

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n Grest da record quello di quest’anno all’oratorio del Fanciullo di Fasano che ha raggiunto i 310 iscritti, con più di 80 animatori e collaboratori. Un Grest per imparare a “Prendere Tempo” sotto la guida di Momo e di Qoèlet.

La storia di "Momo" fu scritta dallo scrittore tedesco Michael Ende; dietro le sue invenzioni fantastiche si nasconde in realtà una profonda riflessione sul TEMPO e sul modo in cui lo utilizziamo. I Signori grigi, membri di un’organizzazione che cerca di rubare il tempo alla gente, affinché possano mantenersi in vita, rappresentano il tempo dedicato con affanno ad attività non importanti, trascurando quello che è veramente essenziale.

Michael Ende infatti ha vissuto sulla sua pelle la furiosa velocità della vita moderna che non amava; tra le esperienze che lo segnarono c’è stata anche quella della Seconda Guerra Mondiale, quando i nazisti tentarono di controllare persino il tempo libero di grandi e piccoli.

La piccola Momo, protagonista della storia, vuole così insegnarci che il tempo che ci è dato è prezioso, e perciò è importante dedicarlo non solo al lavoro e alle varie attività che riempiono le nostre giornate

ma anche e soprattutto al servizio degli altri.

“Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo”. Così nella Bibbia dice Qoèlet, il “personaggio” che ha accompagnato le giornate del nostro Grest; ogni giorno con una sua parola sul significato e sul valore del tempo, che è una dimensione importante della nostra vita. Un dono fatto a ciascuno di noi perché nel tempo facciamo esperienze, cresciamo, viviamo relazioni…, conserviamo memoria del passato, guardiamo con speranza al futuro, ma soprattutto abbiamo la possibilità di vivere pienamente il presente, attimo dopo attimo.

Un Grest vissuto con i Padri Canossiani e con gli amici dei due oratori della città, in armonia, per il bene della comunità, onorato alla fine anche dalla speciale visita del Vescovo della diocesi di ConversanoMonopoli, Mons. Giuseppe Favale.

Questa è la bellezza che anche quest’anno abbiamo vissuto al GREST, il tempo dell’Oratorio estivo che, dopo il tempo della scuola, per le quattro settimane di giugno, ha “colorato” i pomeriggi dei bambini e dei ragazzi.

Donato Mileti - Mattia Arconzo 11

Italia

il FOGLIETTO

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spera: un villaggio nel quale, per voler del cielo, si fusero antiche civiltà.

Ma anche un’avventura stupenda nei panorami mozzafiato del Messico. Su questa trama si è basato il tema formativo del Grest 2017 è stato centrato sulle parole DESIDERIO e SPERANZA. Una grande avventura organizzata per i ragazzi

disponibilità è stata grande: sempre pronti accanto alle loro squadre, premurosi e obbedienti ai consigli degli animatori adulti. Alcune mamme hanno sostenuto l’opera dei laboratori assieme alle Sorelle Canossiane Madre Teresa e Madre Gabriella. Nessuno guardava l’orologio: corri di qua e corri di là… rincorri uno, convinci

“ESPERA”

Oratorio di Favignana- Grest 2017 dell’oratorio di Favignana, per riscoprire il senso del desiderare, e soprattutto del DESIDERARE INSIEME. Il Grest è iniziato subito dopo la chiusura della scuola; una sessantina di ragazzi, con una dozzina di adulti animatori e altrettanti aiuto-animatori adolescenti.

Nonostante le difficoltà ed il caldo, l’entusiasmo non è mai venuto meno. Le difficoltà per l’animazione non mancano mai: quest’anno i giovani animatori dello scorso anno hanno trovato lavoro stagionale.

Ma il Buon Dio non ci ha abbandonati, e l’aiuto è venuto dai giovanissimi! La loro 12

l’altro, asciuga una lacrima, accarezza un ragazzo in difficoltà.

Il 16 giugno è stata una giornata al mare del tutto particolare: abbiamo assistito con entusiasmo, per non dire con commozione, alla “liberazione” di una tartaruga, chiamata Cassiopea, completamente guarita, dopo aver ingoiato della plastica in mare. Meraviglia delle meraviglie nessuno dei ragazzi si è avvicinato per accarezzarla, sembrava una cosa sacra da restituire al mare. Applausi a non finire: appena toccata l‘acqua, Cassiopea si è gettata a tutta forza nel mare aperto: an-

il FOGLIETTO che lei aveva raggiunto il suo desiderio e ritrovato ciò in cui forse non sperava più.

Il 27 giugno altra giornata entusiasmante: la visita di padre Giorgio Valente, Padre Generale dei Padri Canossiani. Un incontro aperto, gioviale e anche commovente, come quando i nostri ragazzi hanno cantato insieme “Coremo su putei dai Padri Canossiani”: una canzone della tradizione canossiana, in dialetto veneto, che ha suscitato in noi i ricordi nostalgici della vita dell’Oratorio Canossiano, storia ormai più che centenaria. I ragazzi hanno cantato a squarciagola; ci sembrava di essere nel Veneto e non in Sicilia!

Il 28 giugno, invece, tutti in piscina al parco acquatico dell’Acqua Fresca di Mazzara del Vallo. I partecipanti hanno superato i 100; gli adulti gioiosi come i ragazzi. Giornata calda, ma ventilata, e l’acqua è stata un refrigerio per tutti.

Il 7 luglio poi, la serata conclusiva con la

Italia partecipazione di genitori, familiari ed amici. Non vi potete immaginare quanto si sono divertiti i genitori nel giocare e gareggiare contro i loro figli.

Nel nostro cuore rimane il ricordo di tante persone generose che hanno dato man forte a tutto il Grest: non possiamo dimenticare Vincenzo Macchi, autista del pulmino per i vari trasbordi, ma anche per il suo servizio di “bagnino”, sempre presente sugli scogli per controllare i movimenti dei ragazzi in acqua. Poi i signori Grimaldi che ogni mattina hanno accompagnato con il trenino i ragazzi alla spiaggia del lido Burrone.

Davvero alziamo lo sguardo al Cielo, per ringraziare il buon Dio per la riuscita del Grest ed implorare benedizione e ricompensa su tutti coloro che ci hanno dato una mano preziosa perché anche quest’anno l’esperienza del Grest riuscisse secondo i desideri e le speranze! A tutti: grazie di cuore!

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Italia

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Tra Natura, Divertimento e Collaborazione

Castelli & Monfumo - Grest 2017

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al 16 giugno all’8 luglio, con la partecipazione di una settantina di ragazzi, grazie alla collaborazione di una trentina di animatori, mamme e l’immancabile parroco P. Antonio, si è sentito gridare tra i Colli Asolani lo slogan del Grest: “Countdown - Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date!”. Un Grest mirato a trasmettere i valori della gratuità e della collaborazione. Valore, questo, vissuto anche nell’ambito della Collaborazione Pastorale “Valcavasia”: i “grestini” di Castelli & Monfumo e quelli di Cavaso & Possagno (circa 200) si sono incontrati per un’intera giornata insieme, presso la chiesa di Castelli. I ragazzi si sono incontrati e conosciuti, alternando momenti di preghiera, di condivisione e divertenti giochi.

Ma la collaborazione non è mai mancata durante tutto il Grest: prezioso l’aiuto delle mamme, delle nonne e di un simpatico nonno, che gratuitamente si sono messi a disposizione, con la loro manualità e creatività per far realizzare ai ragazzi i lavoretti da portare a casa come ricordo.

Le energiche nonne non potevano non trasmettere la loro grande passione per il cucito! In questo laboratorio, ovviamente preferito dalle ragazze, sono stati creati utili astucci e simpatici segnalibri. Il nonno invece ha insegnato il suo mestiere nel laboratorio di falegnameria, aiutando a creare

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dei graziosi lavoretti con il traforo. Alcune mamme si sono messe all’opera con fili e variopinte perline per realizzare braccialetti, mentre altre hanno aiutato i ragazzi a costruire delle cornici alternative con carta e pasta colorata.

Non poteva mancare il classico e gettonato laboratorio di cucina dove sono stati preparati biscotti, dolcetti e gustosi topini di cioccolato. Per difendersi dalla calura estiva c’è stata l’avventura del rafting sul Brenta sotto la guida di esperti istruttori, ed una scampagnata in montagna, un’intera giornata immersi nella natura di Cima Loreto, partecipando alla annuale “Festa degli Oratori Canossiani”.

Non si può dimenticare il ruolo di P. Antonio Lissandrin, parroco di Castelli, sempre presente, che ogni giorno ha guidato i ragazzi in un momento di preghiera e di riflessione sulla Parola di Dio perché ogni giornata potesse essere improntata alla “gratuità”.

A conclusione, la tradizionale serata finale che ha coinvolto ragazzi, animatori, genitori, nonni ed amici, nella condivisione e gioia di stare insieme, con una preghiera di ringraziamento, tanto divertimento e qualche golosità. Un’esperienza positiva, sempre piacevole ed educativa insieme, che vale la pena di essere vissuta ogni anno.

Animatrice Gloria Fr.

Italia

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L’ARTE DI ESSERE FRAGILI

Oratorio S. M. Addolorata - Verona

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conclusione di un anno dedicato al tema “Cosa vuol dire essere Cristiani?” i nostri educatori ci hanno proposto di partecipare a un Campo, a Roma, sul tema “L’arte di essere fragili”.

Dopo l'ambientamento, abbiamo fatto alcuni incontri per capire cosa potrebbe significare “L’arte di essere fragili”. Si è aperto un dibattito: essere cristiani vuol dire essere “fragili”? La maggior parte non condivideva, anche perché durante l’anno come risposta alla domanda “Cosa vuol dire essere Cristiano?” si era raffigurato il cristiano come una persona capace di andare contro-corrente, di mettersi in gioco, di amare incondizionatamente, di sacrificarsi per gli altri. E tutto ciò non ha a che fare con l'essere fragili.

Gli educatori, che avevano previsto che qualcuno non avrebbe condiviso la frase posta come tema, ci hanno detto che una spiegazione l’avremmo ricevuta con il passare dei giorni.

Dopo il primo incontro abbiamo iniziato anche il servizio alla mensa e al dormitorio del Centro di accoglienza Caritas di Ostia.

Qualcuno aveva già fatto un servizio simile, ma i più non avevano idea di che tipo di persone si sarebbero trovati davanti. Fatto il

primo giorno, già iniziava a prendere forma una risposta alla nostra discussione. Negli incontri successivi abbiamo continuato a discutere, a riflettere, a divertici, ma anche a pregare, cosa che per alcuni era una novità assoluta, per altri una riscoperta o una continuazione.

Tutte le sere e qualche pomeriggio eravamo di servizio alla Caritas, così noi ragazzi abbiamo instaurato un rapporto di amicizia con le persone che alloggiavano nel dormitorio.

Durante l’ultimo incontro, Fra Simone ha rotto un vaso di terracotta, al quale ognuno di noi, appena prima, aveva affidato qualcosa di proprio, di intimo. Ci è stato chiesto di ricostruirlo; alcuni ci hanno provato in tutti i modi riempiendosi di colla dalla testa ai piedi, altri si sono allontanati dicendo “tanto è impossibile”. Non siamo riusciti a ricostruire il vaso, ma ci abbiamo comunque provato e abbiamo capito che Dio non dobbiamo cercarlo dove siamo forti, ma nelle nostre fragilità, e che sta a noi ragazzi, cristiani in cammino, riconoscere le nostre debolezze e trasformarle in punti di forza, perché questo è ciò che Dio fa.

Luca F. e Pietro O. 15

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Italia

Alle pendici dell’Etna, infiammati dall’Amore di Gesù!

Oratorio di Acireale - parrocchia madonna della fiducia

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utto nasce da una richiesta d’amore: “Signore cosa vuoi che io faccia per loro?”; nel silenzio, nell’ascolto della Parola, dal dialogo con il Signore che poco alla volta si fa conoscere e propone cose da fare. Il pensiero diventa operativo e una mano traccia su un foglio bianco proposte: laboratori di gruppo, provocazioni, attività di gioia e preghiera, brani di vangelo con spunti di riflessione e meditazione, ore di deserto per favorire l’incontro speciale con l’Amico Gesù.

Sono nati così i campi estivi di formazione, preparati dai Padri Canossiani, progetti con gli esperimenti di vita che Dio suggerisce. In gruppi alternati di bambini e ragazzi, abbiamo vissuto la festa 16

dell’incontro e dell’amicizia a Puntalazzo Sant’Alfio, una frazione del comune di Mascali (577 m s.l.m.), proprio alle pendici orientali dell’Etna, in una bellissima Oasi vicino al Parco Naturale, al crocevia di itinerari turistici, naturali ed archeologici immersi nel verde di vigneti, noccioleti e castagni.

Gli occhi e l’anima hanno goduto di un meraviglioso spettacolo offerto dal Creatore in Madre Natura; lontani dalla routine quotidiana, dalle distrazioni e condizionamenti di cellulari e videogame, televisione, facebook, piccoli e grandi abbiamo avuto modo di assistere alla bellezza dell’alba e del tramonto, alla contemplazione sdraiati all’aperto. Insie-

il FOGLIETTO me, vicini vicini sotto l’incanto di un cielo stellato. Pieni di benessere, abbiamo vissuto nuove emozioni e cantato inni di lode e ringraziamento al Signore che ci ha chiamati per nome, invitati a vivere e condividere con Lui questi giorni di grazia sul monte, nella tenda, a sperimentare Amore.

Ascoltiamo come i ragazzi hanno vissuto quest'esperienza: "Quest'anno, come gli anni p re ce d e nt i , noi ragazzi che frequentiamo l'oratorio canossiano Madonna della Fiducia - Acireale, abbiamo preso parte al campo estivo, un momento unico per riflettere e riscoprirsi. Durante quest'esperienza abbiamo compreso il valore della testimonianza: per questa ragione vogliamo condividere il valore di quest'esperienza.

"Lasciamo il segno" è stato il tema che ha animato tutti noi ragazzi, che sempre più, ogni giorno, siamo chiamati a lasciare il segno. Ma cosa significa lasciare il segno? Per lasciare il segno non basta distinguersi, ma è necessario qualcosa di più profondo.

Come lasciare il segno in una società in continua evoluzione e sempre più veloce? Questa è la vera sfida, perché spesso si confonde il lasciare il segno con il farsi notare; per lasciare il segno bisogna essere animati nel profondo del proprio animo da una forza e da una verità che spazzi via stereotipi, pregiudizi e luoghi comuni. Allora ricorda: lascia il segno anche tu!" .

Italia “Siamo stati in vacanza… con Gesù, Egli ci ha riempito di ogni attenzione e del Suo Amore, ci ha riaccompagnati a casa trasformati da questa esperienza. Siamo pronti a ripartire? A prendere in mano la nostra vita e vivere ogni giorno la gioia con Gesù?

Adesso è il momento di fare sane rinunce, cambiare rotta perché “Il tempo vola… tu sei il pilota”; è il momento di tracciare percorsi di impegno e responsabilità, di metterci la faccia, il cuore, le nostre mani e “lasciare il segno” positivo del nostro passaggio nell’ambiente in cui viviamo, nel cuore di chi ci è vicino ogni giorno e nel sapersi donare a chi è più povero perché questo è il senso della nostra vita". ( .... ) “Quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,10) L’esperienza estiva dei campi si è conclusa con due giorni di riflessione per i giovani: abbiamo riflettuto sulla nostra debolezza che, se offerta nelle mani di Dio, si traduce in forza e ci fa comprendere tutta la tenerezza di un Padre che accompagna ogni giorno i nostri passi. In questo percorso ci siamo lasciati aiutare dall’esperienza di Santa Maddalena di Canossa che ha saputo svuotarsi per ritrovare il suo pieno di energia nell’amore crocifisso e risorto. L’augurio per ciascuno di noi e per tutti voi che leggete è quello di lasciarsi innamorare dal Suo Amore umile e infinito che diventa dimora sicura per la nostra vita.

Dai testimoni della Gioia!

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il FOGLIETTO

GIUBILEI

Italia

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ome ogni anno, vogliamo ricordare, anche dalle pagine de “Il Foglietto”, i Giubilei di Professione religiosa nell’Istituto e di ministero sacerdotale che ricorrono nel 2017.

A tutti i Confratelli che celebrano con gioia e gratitudine al Signore questi significativi anniversari della loro vita, le felicitazioni e l’augurio cordiale per un felice e fruttuoso proseguimento del cammino.

“Ad multos annos!”, con la preghiera al Padrone della messe, che queste testimonianze di fedeltà e di servizio al Signore nella Chiesa e nell’Istituto, siano seme gettato nei solchi dei cuori, soprattutto dei ragazzi e dei giovani; seme che germoglia e produce per attrazione altre chiamate e coraggiose risposte!

...di Professione religiosa: 70° di professione P. Vittore Facchin 16/09/1947 P. Emanuele Viola 16/09/1947 60° di professione P. Renato Marchioro 16/09/1957 25° di professione P. Cacimiro Köche Rosa 19/01/1992 18

...e di Sacerdozio: 60° di sacerdozio P. Norberto Chinello 06/04/1957 50° di Sacerdozio P. Damiano Cingolani 01/07/1967 P. Graziano Contiero 01/07/1967 P. Giovanni Gentilin 01/07/1967 P. Giorgio Masin 01/07/1967 P. Angelico Merlin 01/07/1967 P. Adriano Miotto 01/07/1967 25° di sacerdozio P. Alcindo M. Martins 13/12/1992

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Italia Patronato di CAVARZERE (VE)

Grazie, Padre Angelico, per i tuoi 50 anni di Sacerdozio!

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omenica 2 luglio la comunità di Cavarzere si è stretta attorno al caro padre Angelico Merlin per festeggiare con lui i suoi 50 anni di sacerdozio, prima durante la S. Messa in duomo e successivamente in un momento convi-

York o Regio di Parma che tenga: il palcoscenico più amato è sempre stato quello dell’Oratorio. Quando padre Angelico parla dei giovani e dei ragazzi, gli si illuminano gli occhi e in lui rivivono le tante avventure vissute nelle case canossiane di tutta Italia,

viale. “… Servire i piccoli con cuore grande e umile”: la preghiera di ogni giorno si è fatta concreta e viva nella vita di padre Angelico Merlin, è diventata la sua missione quotidiana. In quest’anno per lui speciale per il traguardo dei 50 anni di sacerdozio, l’immagine più significativa che lo racconta è quella di un uomo sempre giovane, contento della sua vocazione, e della sua sensibilità per aiutare a crescere nella gioia centinaia di ragazzi del Patronato San Pio X, sull’esempio di Santa Maddalena. La sua passione per il canto, che nel tempo lo ha portato a diventare una vera celebrità internazionale, non gli ha mai fatto perdere di vista l’obiettivo della sua vita di religioso canossiano: i ragazzi, soprattutto quelli più sfortunati. Non c’è Metropolitan di New

da Feltre a Venezia, da Fasano alla Sicilia.

Oggi padre Angelico vive nella comunità di Cavarzere (VE) con padre Pierantonio.

La sua passione per la musica e il bel canto sono condivisi con il pubblico più amato, quello dei bambini e ragazzi. Al Grest non manca mai di cantare qualche canzone, magari mascherato da vate o da folletto. Il suo momento canoro è attesissimo e tutti cantano insieme a lui, come in un grande coro. Il coro della fraternità e della condivisione, nello stile dell’Oratorio. Così con i ragazzi festeggia ogni giorno la sua vocazione e la grazia del servizio, e sono proprio loro che in coro, questa volta, gli cantano un bel… “Grazie Padre Angelico!” .

Filippo 19

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Brasile

ARARAS - Seminario Internazionale sul Fratello canossiano

Canossianos, todos vos sois irmaos!

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La vocazione a fratello: profezia di fraternità

Delegação dos Religiosos Canossianos do Brasil vivenciou uma riqueza de experiências no mês de julho de 2017, a começar pela visita fraterna de alguns religiosos vindos da Tanzânia (Pe. Kessy), das Filipinas (Diác.

Jeephy), da Índia (Ir. Robert), da Itália (Ir. Simone) e do Timor Leste (Ir. Edgar), que puderam participar juntamente com os religiosos da Delegação do Brasil, de diversos momentos de encontros e de partilhas.

Há alguns meses, o delegado Pe. Octavio organizou com o auxílio dos religiosos ir20

mãos da Delegação (Ir. Cícero, Ir. Daniel, Ir. Jonathan e Ir. Gilson) uma programação para viabilizar a partilha internacional proposta pelo último Capítulo Geral, em 2012; seguida, do Seminário Internacional dos Irmãos Canossianos. O objetivo foi de suscitar reflexões sobre a vocação do Religioso Irmão, na Igreja e na sociedade, de modo a ampliar o conhecimento dessa escolha de vida e despertar a vida consagrada para o chamado à vida em fraternidade, em que todos são irmãos.

A partilha internacional teve dois momentos: o primeiro aconteceu no dia 04

il FOGLIETTO de julho, somente para os religiosos irmãos da Delegação do Brasil, com os religiosos que vieram de outros países. Após um momento de oração, o encontro iniciou com a palavra do Superior Geral – Pe. Giorgio Valente – que fez uma videoconferência ao vivo, e falou sobre a missão do Irmão Canossiano na Congregação, enfatizando a beleza do revigoramento desta vocação no Instituto, os desafios e perspectivas, a nível de Delegações e Congregação. Em seguida, os irmãos do Brasil apresentaram uma síntese do processo de ressignificação da vocação do Irmão na Delegação brasileira, ressaltando a memória de religiosos como Ir. Francisco Rizzo, que tanto contribuiu para a difusão da vocação do religioso irmão no Brasil.

Por conseguinte, os religiosos que vieram de outros nacionalidades partilharam sobre a missão que vivenciam no país onde residem, assim como, a respeito da percepção institucional do religioso irmão.

A reflexão se estendeu até a noite, com a oração da via-sacra canossiana, e finalizou-se com a escolha de algumas pistas, a fim de valorizar, incentivar e difundir a vocação do religioso irmão no Instituto e nas comunidades religiosas.

O segundo dia de partilha teve a presença de quase todos os religiosos Canossianos do Brasil. Iniciou-se com um momento orante preparado pelos Irmãos do Brasil e, em seguida, procedeu-se a fala do Delegado – Pe. Octavio Moscoso – e uma mensagem gravada do Superior Geral, o qual acolheu e expressou a importância da Partilha Internacional e do Seminário dos Irmãos para a vida do Instituto. Em sequência, os religiosos do Brasil e os irmãos estrangeiros se apresentaram. Logo depois, os religiosos responsáveis dos ramos apostólicos: Oratório (Pe. Tiago), Paróquia (Pe. Alcindo), Caridade e Obras Sociais (Ir. Daniel) e Formação (Ir. Jonathan), fizeram uma breve exposição da missão dos Canossianos da Delegação do Brasil.

Encerramos o dia, com a santa missa e

Brasile uma visita ao jazigo dos Canossianos no cemitério de Araras, para rezar e agradecer pela vida e missão desses irmãos, nesta terra de Santa Cruz chamada Brasil.

Dos dias 06 a 08 de julho, aconteceu o Seminário Internacional dos Irmãos Canossianos, na Casa de Retiro Emaús. Estavam presentes 85 pessoas, entre religiosos, leigos Canossianos e lideranças de todas as 7 comunidades religiosas da Delegação.

Durante o Seminário, na quinta-feira dia 06 de julho, às 16h30 foi realizada uma Mesa-redonda dos Três Conselhos da Família Carismática Canossiana, composta por um representante de cada ramo da família: Filhas da Caridade Canossianas (Ir. Regina Cândido – Provincial); Associação dos Leigos Canossianos do Brasil (Márcia Melari – Coordenação Nacional); e Filhos da Caridade Canossianos (Pe. Octavio Moscoso – Delegado).

No dia 07 de julho, o Frei Vanildo Zugno (capuchinho) assessorou todo o dia sobre o tema "Fraternidade: um desafio". A reflexão tinha o objetivo de fazer uma análise conjuntural sobre o contexto social e eclesial, e suas implicâncias na vida religiosa, no tocante à formação de identidades e os desafios que estas trazem para a vida fraterna. As atividades se encerraram à noite com a apresentação cultural de danças brasileiras, preparada pelos jovens Canossianos, do Centro Social da Juventude Irmão Tarcísio, de Araras-SP. O último dia do Seminário, 08 de julho, foi assessorado pela Ir. Vilma Vitoreti (Canossiana), que abordou o tema central “CANOSSIANOS: todos vós sois irmãos!”.

Tema que faz referência ao texto de Mt 23,8 em que Jesus propõe como identidade de seus discípulos, discípulas e toda a multidão, a superação de qualquer relação de tipo hierárquico e a fraternidade e sororidade como aquilo que identifica o ser seu seguidor. A partir dessa alusão, quis-se refletir sobre o papel do Irmão na Igreja, o modo como este vive sua consagração e missão na Congregação, que é 21

il FOGLIETTO um chamado (uma vocação, uma escolha de vida) e, nesse sentido que o Irmão é chamado a viver o seguimento radical a Jesus Cristo, segundo os conselhos evangélicos.

O Seminário Internacional dos Irmãos Canossianos deixou como mensagem que a vida consagrada pode ajudar a Igreja e a sociedade dando testemunho de fraternidade, tendo em vista que, a cultura dominante hoje é individualista e corrói a sociedade e todos os grupos que a for-

Brasile mam. Deste modo, é necessário direcionar a vida novamente para relações fundamentais, de respeito mútuo, perdão e compaixão, para que a fraternidade seja autêntica e testemunhal, pois este é um grande poder de atração que a vida consagrada exerce, e para os Canossianos, dever ser um imperativo, a fim de descobrirem cotidianamente, que todos são irmãos.

Ir. Daniel Anchieta

La vocazione a fratello: profezia di fraternità

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n seminario internazionale per parlare della vocazione del fratello consacrato nella nostra famiglia canossiana. Quando mi è stato proposto di parteciparvi, in verità, ho pensato più alla location che al tema. Un incontro dei fratelli in Brasile: terra di America Latina, terra di missione e soprattutto, per me, terra nuova.

Ho imparato a guardare con occhi di stu-

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pore e gratitudine la bellezza che mi si porgeva innanzi prepotente, come un orizzonte sconosciuto che mi offriva una nuova familiarità. Ho potuto vedere un volto diverso della famiglia alla quale appartengo, e quel modo di essere Chiesa che Papa Francesco mi ha fatto desiderare, lì è già realtà.

Dopo aver visitato le comunità di Santa Rita e Ribeirão Preto, ho partecipato al Se-

il FOGLIETTO minario Internazionale nella nostra Casa Emaus di Araras. Oltre a tutti i religiosi della Delegazione, con me erano presenti altri quattro confratelli “stranieri”: p. Kessy dalla Tanzania, diac. Jeephy dalle Filippine, fratel Robert dall’India e ir. Edgar da Timor Leste, che poi si è fermato in Brasile per continuare lì il suo ministero missionario.

Durante i giorni di questo incontro abbiamo gustato la gioia di condividere ciascuno la storia della propria vocazione insieme ai fratelli del Brasile. È stato sorprendente ascoltare il racconto del cammino che questi fratelli hanno compiuto in questa terra: anche in Brasile, come in Italia, la Chiesa ha vissuto un processo di “clericalizzazione” della vita consacrata, con la conseguenza che la presenza dei fratelli consacrati è pressoché scomparsa. Qualche anno dopo la morte dell’indimenticabile fra Francesco Rizzo - il cui ricordo ancora commuove la gente del posto - i giovani fratelli del Brasile hanno iniziato un cammino di sensibilizzazione della Delegazione e un processo di rivalorizzazione di questa vocazione. Il seminario internazionale è stato dunque occasione per riconfermare questo percorso.

Penso alla mia vocazione di fratello canossiano: un dono che mi è stato dato attraverso figure di altri “fratelli” perché anch’io ne diventi “donatore”. Da questo seminario sento di aver ridisegnato il contorno della vocazione del fratello secondo due tratti particolari: quello della fraternità, vissuta in modo radicale, fuori dalla misura dell’uomo, come una fraternità che viene da Dio, che non finisce, che è insieme dono dall’alto e responsabilità del chiamato; e quello della consacrazione: il fratello è dono di comunione solo nella misura in cui è donato totalmente a Dio. La vocazione del fratello non è vocazione alla filantropia, ma chiamata alla nuda appartenenza a Dio che mi cambia, mi svuota fino a creare in me uno spazio di accoglienza tale da lasciarmi abitare

Brasile dalla presenza di ogni fratello. Dunque la consacrazione è compimento della mia chiamata, mi realizza pienamente nel dono totale di me, senza condizioni, senza limiti, finanche senza logica.

La mia preghiera nella terra del Brasile è divenuta sintesi di una esigenza che non appartiene esclusivamente al mio cuore, ma necessità impellente di tutta la nostra famiglia canossiana: “Signore, fammi fratello! Signore, dammi fratelli!”.

In quella terra così lontana eppure così vicina e familiare, ho incontrato poi una povertà nuova. A Rio de Janeiro particolarmente, ma anche a São Paulo, ho avuto in dono sorrisi inaspettati, un’accoglienza concreta, dentro case che nulla avevano di esteriore e appariscente, ma i cui mattoni nudi gridavano prepotentemente la forza della gioia, del comune impegno, la forza di chi sa che non può vivere da solo e trova il coraggio di lasciarsi aiutare.

Devo ringraziare per tutto questo i confratelli del Brasile, a partire da p. Octavio che tanto si è preoccupato per me e per gli altri fratelli ospiti; ir. Daniel, bella testimonianza di una fraternità responsabile e semplice. Ringrazio i fratelli della comunità di Araras, gli aspiranti e i formandi di Ribeirão Preto, per le belle condivisioni.

Ir. Cicero, per la sua disponibilità e pazienza, ir. Gilson per la sua testimonianza nella missione nel Maranhão. Grazie a ir.

Jonathan, testimone discreto della gioia di appartenere a Dio. E ancora grazie a p.

Jenalro che con il suo entusiasmo mi ha raccontato la bellezza di sporcarsi le mani nella Carità spicciola e di portare l’odore delle pecore. Infine grazie a tutti confratelli in Brasile, e grazie ai miei compagni di avventura che hanno condiviso gioie e fatiche di questa esperienza. E chissà che il prossimo Seminario internazionale dei fratelli canossiani non si svolga nelle Filippine, e che non trovi nuovi partecipanti…

“Signore, dacci ancora fratelli!”.

Fratel Simone Fichera 23

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Brasile

Missão dos Canossianos em Presidente Dutra, Maranhão

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i è realizzata anche quest’anno, dall’8 al 18 luglio, nella nostra missione a Presidente Dutra (Maranhão) l’esperienza di missione fatta insieme da tutta la FAMIGLIA CANOSSIANA. Ospitati negli ambienti della Scuola N.S. de Fatima, il gruppo ha potuto realizzare una esperienza di fraternità canossiana. Scopo della missione era realizzare l’annuncio e la condivisione della parola di Dio nella visita alle famiglie dei barrios più poveri, entrando in contatto con le famiglie e le persone. Grande l’accoglienza riscontrata ovunque anche da parte di persone di altre confessioni o chiese. Nel pomeriggio invece tutti impegnati nell’oratorio estivo per i ragazzi e i giovani che andavano aumentando ogni giorno. Di sera invece momenti di preghiera e di evangelizzazione nelle cappelle delle comunità rurali riscontrando la grande attesa e recettività delle persone. Una esperienza che ha segnato tutti i partecipanti. Convinti una volta di più che “la missione continua” in casa propria, desiderosi di realizzare il mandato di papa Francesco e di realizzare sempre più la “chiesa in uscita”.

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os dias 08 a 18 de julho, religiosos irmãos e padres, jovens educadores de nossos Oratórios, formandos de nossas Casas de formação e leigas canossianas fizeram uma bela experiência missionária na cidade de Presidente 24

Dutra, no estado do Maranhão. Grande parte das cidades onde estão os canossianos enviou um representante para essa missão.

Após a missa de envio, na capela da Casa de retiros Emaús, na cidade de Araras, ru-

il FOGLIETTO mamos para o Nordeste do Brasil. Mais de 2.000 km de distância superados em três horas de voo. Do aeroporto, na cidade de Teresina, no Estado do Piauí, até nosso destino, em Presidente Dutra, no Estado do Maranhão, foram mais três horas de viagem, sendo um terço dela em estrada de terra.

O grupo de missionários ficou hospedado no Complexo educacional Nossa Senhora de Fátima, que está sob a responsabilidade dos Canossianos. E ali, durante esses dias, pudemos formar uma bela comunidade, no qual cada um podia, de acordo com a organização estabelecida, colaborar para que todas as atividades pudessem trasncorrer da melhor maneira possível, desde a limpeza até aos nossos momentos de oração.

Durante a semana transcorrida naquela cidade pudemos visitar vários bairros e entrar em contato com a realidade das pessoas e suas famílias. Todo o grupo de missionários ficou positivamente surpreso com a acolhida e abertura da maioria das pessoas. Inclusive pessoas que perteciam a outras designações religiosas não viram problema em acolher os misisonários em suas casas para um momento de conversa, de partilha de vida e da Palavra de Deus.

Todas as tardes organizamos o Oratório com as crianças da localidade. E a cada dia que fazíamos esse momento de oração e de diversão com as crianças o número de participantes aumentava cada vez mais. Ver a alegria e satisfação das crianças com brincadeiras simples, como pular uma corda ou outra brincadeira organizada por nós não tinha preço. A recompensa que recebíamos todos os dias era exatamente esta: a alegria dessas crianças, com tão pouco.

No período noturno tivemos experiências diversas na comunidade paroquial, dedicada a São José e São Francisco: momentos de oração, de formação carismática, missas nas comunidades rurais e encon-

Brasile

tro com a juventude. Tais experiências, mais uma vez, nos mostraram a receptividade das pessoas da cidade e o desejo de conhecerem cada um dos missionários e um pouco mais do carisma canossiano.

Certamente essa maravilhosa experiência não teria sido possível sem a colaboração dos nossos religiosos em Presidente Dutra: Padre Sergio, Padre Paulo e Irmão Gilson. O apoio antes da missão, nos momentos de incerteza e na sua organização, como também durante a missão foi essencial para que a nossa experiência tivesse frutos. A presença dos religiosos nos transmitiu aquela gostosa sensação de nos sentirmos em casa, mesmo tão distante, e também a necessária segurança para realizarmos a nossa missão ali.

Enfim, essa experência, com certeza, marcou em profundidade todos aqueles que dela fizeram parte. A missão continua. Eis a nossa convicção. Que sejamos sempre mais essa “Igreja em saída”, como anseia Papa Francisco, e que no encontro, na partilha, na fraternidade possamos contemplar o rosto de Cristo, assim como fez Madalena, que com ardor missionário buscou servir os mais necessitados e marginalizados de sua época.

Ir. Jonathan Gonçalves 25

il FOGLIETTO

Brasile

Agostinho Porto (RJ). Pensieri del nuovo parroco

Un piccolo passo sulla strada di una ‘Chiesa in uscita’

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a nostra comunità religiosa Canossiana di Agostinho Porto, in Brasile, da vent'anni a servizio della comunità Parrocchiale N. Sra das Graças, con le sue 7 comunità e l'Oratorio in pieno ritmo, col consenso aperto dei Superiori e su invito del Vescovo Dom Tarcisio, dal giorno di Pasqua 16 aprile 2017 ha accettato la sfida di allargare le sue tende per abbracciare l'impegno pastorale anche della Parrocchia São Sebastião che, istituita già nel 1963, aveva bisogno di una presenza pastorale più continua nelle sue quattro comunità che la compongono (São Sebastião, São Pedro, Assunção, Bom Jesus do Bomfim). Potendo contare sulla presenza di tre sacerdoti, P. Alcindo, P. Jenalro, P. Fernando, ha cominciato con entusiasmo questo nuovo compito e già in questi pochi mesi sta cogliendo frutti di continuità e consenso soprattutto facendo esperienza da vicino, nella reciprocità di quello che papa Francesco si augurava per i preti: essere pastori con “l'odore delle pecore”; ma qui la gente dice che è bello anche sentire “l'odore del pastore”. Continuando il buon lavoro fatto dai sacerdoti che ci hanno preceduti, quello che più sta a cuore è creare una vera Comunità di comunità per arrivare a una Famiglia di famiglie. Per questo abbiamo approfittato dell'opportunità di

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celebrare la festa dei Patroni di ciascuna comunità, a cominciare da quella di San Pietro all’inizio di luglio e nel mese di agosto Bom Jesus e Assunção, organizzandola con un triduo e, nel giorno della festa, una processione fino alla sede della comunità festeggiata e completando con la celebrazione eucaristica. Un mezzo semplice, legato alla devozione popolare, per far capire e sperimentare l'unità, il condividere, l'essere unica chiesa, popolo in cammino, che cerca di dare testimonianza della sua fede pregando insieme e uscendo per le strade del quartiere per mostrarla. La celebrazione domenicale e settimanale nelle quattro comunità attira la presenza sempre più numerosa di fedeli, così come l'organizzazione dei vari consigli di comunità e di pastorale, aprendo nuovi orizzonti e speranze. Per incoraggiare gli sforzi e l'impegno di tutti, in agosto, nei giorni 9-12-13, il Vescovo Dom Tarcisio è stato presente con la Visita Pastorale alle nostre comunità: inoltre, è stata lanciata una prima semente di attività oratoriana organizzata dall'Oratorio Canossiano Ir. Francisco di Agostinho Porto, insieme ai 4 volontari dell'Opera “Missioni Canossiane di Verona” presenti in questi giorni.

P. Fernando Pescarolo

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Kenya

«A te, Padre Santo, che mi hai tanto amato e hai effuso su di me lo Spirito di Cristo Gesù, io BIENVENU, già tuo figlio nel Battesimo, per rispondere più generosamente al tuo amore voglio donare la mia vita tra i Figli della Carità ed avere in me gli stessi sentimenti di Cristo.

Per seguire Lui, che spogliò se stesso e assunse la condizione di servo, con tutto il cuore voglio cercare Dio solonella lode, nella comunione e nel servizio, e condividere la vita dei poveri, dei piccoli, degli umili, camminando con loro verso la gioia del Regno…»

NAIROBI, Casa di Formazione

Prima Professione di Bienvenù

È

questa la parte iniziale della preghiera di consacrazione, con la quale Fratel Bienvenu Sindani Kasereka ha emesso i Primi Voti Religiosi, domenica 11 giugno 2017.

Fratel Bienvenu è un giovane che proviene da Butembo, una città della Repubblica Democratica del Congo, non lontana dal confine con l’Uganda. Alcuni anni fa aveva conosciuto il nostro P. Yosef (che ora si trova in Timor Leste), e da quell’incontro ha iniziato a coltivare il desiderio di diventare canossiano anche lui. Nel

2014 ha cominciato il percorso di formazione nel nostro seminario di Nairobi, e sempre a Nairobi ha completato l’anno di Noviziato.

La celebrazione dei suoi Primi Voti si è tenuta nella chiesa di Saint Monika, a Ongata Rongai, appena fuori Nairobi. In questa chiesa ogni domenica noi Padri Canossiani celebriamo le due Messe festive e seguiamo altre attività pastorali.

Bienvenu stesso fa il catechismo al Sunday School ai fanciulli dai 4 ai 7 anni.

I fedeli di St. Monika hanno partecipato in 27

il FOGLIETTO gran numero alla celebrazione, riempiendo la chiesa. Il coro e i piccoli danzatori hanno animato il rito liturgico. A celebrare tutti noi Padri Canossiani operanti in Africa. Infatti a p. Angelo e p. Pierantonio si sono uniti per l’occasione i confratelli di Igoma (Tanzania) - p. Stefano, p. Kessy e p. Ramil - venuti a Nairobi per il nostro incontro annuale.

Alla messa è seguito il pranzo con vari momenti di intrattenimento per i presenti. Momento culminante è stato la condivisione di una grande torta.

Davvero un momento molto bello e intenso. Una buona occasione in cui, grazie alla partecipazione dei Padri di Igoma e alle Sorelle Canossiane di Nairobi – anche loro presenti –, ci siamo fatti conoscere una volta di più come Canossiani, e abbiamo fatto conoscere meglio alla gente di St. Monica lo spirito che ci portiamo dentro, il carisma che ci anima: quello di

Kenya S. Maddalena di Canossa, cioè amare e servire gli ultimi con gli stessi sentimenti del Cristo Crocifisso. Come è ben espresso nella preghiera di consacrazione che Bienvenu ha recitato. È nostro desiderio che questo spirito si propaghi largamente anche qui in Africa, dove le occasioni di servire i poveri, i piccoli e gli emarginati non mancano.

Con la Professione dei Primi Voti, Bienvenu è diventato membro della nostra Congregazione, proprio come dice la nostra Regola di Vita: «Con la professione il religioso si consacra a Dio con i voti pubblici di povertà, castità e obbedienza: ha scelto la nostra vita e la nostra Regola ed entra così a far parte della nostra famiglia…» (Costituzioni, n. 204). Ora, l’Istituto è la sua nuova famiglia, e con esso Fratel Bienvenu avrà occasione di condividere molti momenti di speranza e gioia. Siamo certi che sarà sostenuto dalla preghiera di tanti confratelli e amici.

Approfittiamo dell’occasione per ringraziare di vero cuore quanti già sostengono con preghiere e offerte le nostre due comunità di Figli della Carità Canossiani presenti in Africa. Il Signore ricompensi tutti secondo le vostre necessità, e continui a volgere il suo sguardo benevolo a noi, perché il nostro Istituto possa radicarsi e crescere in terra africana, secondo la Sua volontà e per il bene di questa gente. Stiamo infatti per intraprendere il nuovo progetto di realizzare un’altra casa di formazione. La casa in cui ci troviamo a Nairobi è ormai troppo piccola per accogliere nuovi aspiranti, anche per la decisione di inviare qui a Nairobi per la formazione i giovani candidati indiani – i primi due arrivati a fine giugno sono Vimal e Praveen. Abbiamo già comperato un pezzo di terra, ora si tratta di costruirci sopra, un progetto certamente molto impegnativo per la Congregazione.

Grazie ancora.

I Padri di Nairobi

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Tanzania

il FOGLIETTO

Grest Igoma 2017

Kuong’oka Mtakatifu Paulo

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esidero ringraziare il Signore per la buona riuscita del nostro Grest e per averci accompagnato nelle nostre attività. Ringrazio i ragazzi che hanno partecipato con entusiasmo e passione assieme alle loro famiglie.

Dal 19 al 30 giugno, con 520 bambini iscritti della nostra Parrocchia S. Bakhita, dai 5 ai 12 anni di età, non tutti cattolici, abbiamo vissuto una splendida esperienza di Grest. L’obiettivo principale è stato quello di raccogliere i numerosissimi bambini della parrocchia e attraverso danze, canti, scenette e giochi trasmettere loro qualcosa di nuovo e di bello attraverso lo stare insieme e la condivisione.

Entusiasta la partecipazione dei ragazzi, che hanno giocato e cantato e, suddivisi in gruppi, hanno partecipato alle varie attività e laboratori condividendo tutto nello spirito dell’amicizia. Oltre sessanta giovani animatori, sotto la guida esperta dei Padri, hanno accompagnato i ragazzi, aiutandoli a riflettere sulla storia della conversione di S. Paolo, tema guida del Grest. L’apostolo Paolo è stato proposto ai ragazzi come esempio da imitare e seguire soprattutto nella sua fede e nella grande passione per la Parola di Dio. Questo tema ci ha aiutati a capire che nella vita non bisogna essere

indifferenti, ma aperti ai possibili cambiamenti, alle chiamate del Signore, tanto più quando nella vita questo ci fa prendere una decisione radicale per il Signore. Ma la conversione non avviene una volta sola nella vita; piuttosto si compie ogni giorno nelle occupazioni quotidiane, all’interno delle nostre famiglie, della comunità cristiana e della società; ogni giorno siamo chiamati a lasciare la vita cattiva vissuta nel conflitto, nell’odio, nelle divisioni e negli altri atteggiamenti che distruggono relazioni umane e cristiane. Ogni giorno siamo chiamati a convertirci all’amore, alla pazienza e alla pace.

Ringraziamo P. Kessy, P. Stefano e P. Ramil per averci accompagnati e per aver provveduto ad ogni nostra necessità. Ringraziamo gli animatori per la loro presenza e il loro servizio educativo dando cuore e passione per il bene dei nostri bambini.

“Pole pole naendelea kisuri”, come si dice in Kiswahili: piano piano, anche il nostro oratorio va crescendo, prende forma e volto, e anche a Igoma si consolida l’esperienza dell’Oratorio canossiano. Il Signore ci benedica in questo cammino!

Magayane Magafu, animatore Mwenyekiti Canossian Youth Movement 29

Filippine

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28° FAMILY DAY progetto "adozioni a distanza - una mano aiuta l'altra"

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uest’anno è stato celebrato il 28° “Family Day“, con la partecipazione entusiasta di quasi 2000 persone tra studenti, genitori, ex-“adottati” ormai tutti diplomati, amici ed estimatori. Ben 30 pullman hanno trasportato i partecipanti da Tondo fino alla casa dei Rogazionisti, a Silang. All’evento è stata premessa una seria preparazione che ha coinvolto tutti i coordinatori, sotto la regia di padre Allan,

Dopo il pranzo al sacco, è iniziata la seconda parte della giornata con il canto degli inni nazionali di Filippine e Italia, di fronte alle rispettive bandiere, seguito in rispettoso silenzio. Dopo i saluti, alcune testimonianze degli ex-studenti, la maggior parte con moglie e figli, tutti con un bel lavoro stabile ottenuto grazie allo studio e alla formazione umano-cristiana ricevuta tramite il progetto.

direttore della nostra Fondazione (CTCFI).

Nonostante il caldo tropicale, tutti, in perfetto ordine, divisi per squadre, hanno preso il loro posto e si è dato il via alla giornata che prevedeva due momenti. Al mattino s’è data speciale attenzione all’aspetto vocazionale, con la S. Messa, presieduta dal Cardinale Gaudencio Rosales, arcivescovo emerito di Manila. È stato dato spazio alla riflessione “vocazionale”, per ricordare il 50° di Sacerdozio di padre Giovanni e i suoi 30 anni di vita missionaria nelle Filippine. Si è pregato poi per tutti gli “Adottanti”, e per coloro che non ci sono più. La celebrazione eucaristica è stata animata da canti sostenuti dal coro e magistralmente accompagnati da Andrea, diplomato grazie al progetto “Adozioni a distanza – Una mano aiuta l’altra”, e ora professore di musica in una grande scuola di Manila.

Si sono poi esibiti i 43 giovani diplomati nell’anno accademico 2016-2017. Non potevano mancare le danze del folklore filippino, con la varietà dei colori sgargianti che contraddistinguevano i gruppi, dai più piccoli delle elementari, fino a quelli delle medie e superiori. Grande l’entusiasmo delle mamme coinvolte con i loro figli, ma anche un buon numero di papà presenti impegnati a mantenere l’ordine e la disciplina. A fine giornata la premiazione per le varie attività, presieduta da una giuria formata da ex“adottati”. Tutto bene, nessun incidente, se non lo svenimento di una mamma dovuto al gran caldo, problema subito risolto grazie all’intervento dell’ambulanza di Talitha’ Kumi’.

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P. Giovanni Gentilin

il FOGLIETTO

Filippine

Prima Professione a marikina

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n June 24, 2017, the community of Marikina held a special event of first religious Profession of the four Brothers: Bro. Lester De Gusman, Bro. Bart Tinoy, Bro. Benjie Dela Cerna and Bro. Dominic Oqui, who were consecrated to live their lives for God alone. It was also the Solemnity of the Nativity of Saint John the Baptist, a moment where we were reminded of a passage that was written in the book of the prophet Jeremiah: “Before I formed you in the womb I knew you. Before you were born I consecrated you; I appointed you a prophet to the nations.” (Jer 1:5). Moreover, this passage inspired us and that is why the theme of our profession is “CONSECRATED IN THE LIKENESS OF CHRIST.” Indeed, it was the special moment in our lives. A moment where our YES to God became real. We were indeed blessed because we became part of the Canossian family. our smiles in our faces expressed

the joy in our hearts. We were consecrated to the service of the church through the charisma of our Foundress St. Magdalene of Canossa.

We offered ourselves to God to be consecrated in the likeness of His Son Jesus Christ, the Servant. We are consecrated for the service of the poor, the youth and the little ones. In the Rule of Life of the Sons of Charity - “Canossians” it is said: “Christ Crucified is our Rule”. Being consecrated in the likeness of Christ is now our guiding principle as we continue our journey: to be like Christ, a servant, to live for God alone, His compassion for the poor and His welcoming to everyone becomes our model.

Thus, we are thankful to God for the gift of our Canossian vocation and for generous people who helped us and made our profession meaningful. God Bless!

Bro. Dominic Oqui

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o scorso 24 giugno, festa della Natività di S. Giovanni Battista, nella casa di noviziato di Marikina, quattro giovani fratelli - Lester, Bart, Benjie e Dominic – al termine dell’anno di noviziato, hanno emesso la loro Prima Professione religiosa entrando a far parte della Congregazione canossiana.

Si conclude per loro una prima fase della formazione, ma con la professione dei voti si apre il percorso formativo più impegnativo: assumere sempre più la somiglianza con Gesù, il Servo; fare proprie, attraverso la formazione e un cammino personale di identificazione che non ha mai termine, le virtù di Gesù Crocifisso; assimilare ed esprimere nella fraternità e nella missione, il suo amore di compassione per tutti i piccoli e per gli ultimi. Benvenuti nella Famiglia Canossiana e buon cammino verso la meta!

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il FOGLIETTO

Filippine

News dal Seminario di Quezon City

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ear Benefactors and Friends, I would like to begin this message with a note of thanksgiving; a thanksgiving to God for his continuous journeying with us in the delegation particularly in our formation communities and journeys. Our seminarians and brothers go to different schools this year.

We have three brothers who go to St. Vincent School of Theology that has begun its academic year in June 2017 while four brothers go to Maryhill School of Theology where the Academic Year begins on August 7, 2017.

I am thankful to God, the Source of our vocation, for the gift of canossian consecration that our newly professed brothers received from HIM. The four new professed Brothers are: Lester De Guzman from Manila (Philippines), Bart Tinoy

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from Cagayan de Oro (Philippines), Benjie Dela Cerna from Compostela Valley (Philippines), and Dominico Oqui from East Timor. They did the First Religious profession on June 24, 2017. They now belong to the community of New Manila – Quezon City. Bro. Bart Tinoy is studying Philosophy while the three are studying theology. Together with them are Brothers: Prakash (from India), Fredianus (from Indonesia) and Marcelo (from East Timor).

These three are now in the third year of theology.

In this formative year, there are also three young men who started their new stage of formation as postulants. They are Peter Nguyen (Vietnam), Francis Quy Dau (Vietnam) and Vibencio Mariano Vergel from the Philippines. While the number of our aspirants decreased in the Philippines –

il FOGLIETTO this year we have only one aspirant, we have growing number of aspirants in East Timor – there are 15 of them.

We are also blessed with priestly ordinations. Deacon Samuel will be ordained a priest in Tondo – Manila on august 19, 2017 while Deacon Nivio Lebre will be ordained in East Timor on November 4, 2017.

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arissimi amici e benefattori, vorrei iniziare questo breve scritto con un pensiero di gratitudine: un GRAZIE al Signore per essere sempre a nostro fianco nel nostro cammino come Delegazione e particolarmente nel cammino delle comunità di formazione.

Quest’anno abbiamo seminaristi e fratelli chierici che frequentano diverse scuole. Tre di loro frequentano la Scuola di teologia di “St. Vincent” che ha iniziato le lezioni lo scorso giugno. Mentre altri 4 chierici vanno alla facoltà di “Maryhill School of Theology” dove le lezioni sono iniziate ad agosto.

Sono grato al Signore, che è la sorgente di ogni vocazione, per il dono della prima professione religiosa di 4 nuovi fratelli: Lester De Guzman, originario di Manila, Bart Tinoy, anche lui filippino, ma di Cagayan de Oro, Benjie Dela Cerna, pure filippino, ma di Compostela Valley; e infine Dominico Oqui di Timor Leste. Hanno emesso la loro prima Professione lo scorso 24 giugno e ora fanno parte della comunità di formazione di New Manila – Quezon City e si sono uniti al gruppo degli altri chierici che sono: Prakash (indiano, del Gujarat), Fredianus (dall’Indonesia) e Marcelo (di Timor Leste). Questi ultimi tre frequentano il terzo anno di teologia.

In questo anno formativo ci sono anche altri tre giovani che hanno iniziato le tappa formative del “postulantato”, e sono: Vibencio Mariano Vergel, filippino, e – pensate un po’! - Peter Nguyen e Francis

Filippine As I am thankful to God for gifting us and the church with young men in formation and those to be ordained, I would like to express also my infinite gratitude to you, our benefactors and friends, who generously continue supporting us. May the Good Lord unceasingly reward you and your loved ones with HIS blessings. With gratitude and prayers.

Quy Dau, originari del Vietnam! La nostra comunità sta diventando sempre più internazionale. Mentre dobbiamo constatare che è notevolmente diminuito il numero degli aspiranti filippini (quest’anno ne abbiamo uno solo), vi è un bel numero di aspiranti provenienti da Timor Leste (sono 15).

Quest’anno siamo anche benedetti da due nuove ordinazioni presbiterali: il diacono Samuel che sta prestando il suo servizio pastorale nella comunità dei SS. Apostoli di Riposto (CT) è tornato in patria per essere ordinato sacerdote a Tondo – Manila il 19 agosto; mentre il diacono Nivio Lebre sarà ordinato a Timor il prossimo 4 novembre.

Ma non solo. Anche i quattro fratelli – Ralph, Julius, Bryan e Antonio – che hanno concluso il loro anno di formazione in Italia, sono stati ammessi alla Professione Perpetua e si consacreranno per sempre al Signore nella nostra famiglia canossiana il 16 settembre, in Casa Madre a Verona.

Grazie davvero, Signore, per il dono di questi giovani chiamati che sono in formazione, e che Tu stesso consacri al servizio della Chiesa nell’Istituto. Grazie anche a tutti voi, nostri amici e benefattori, perchè grazie a voi e alla vostra generosità si fa presente quotidianamente la Provvidenza del Padre. Possa lo stesso Padre ricompensarvi abbondantemente con le sue grazie e benedizioni!

Fr. Clemente Moreira, FdCC 33

Filippine

Mattone su mattone viene su la grande casa TONDO (Manila), San Pablo Apostol Parish

C

arissimi amici, mentre in Italia dovrebbe essere tempo di ferie, qui nelle Filippine è ormai iniziato e avviato il nuovo anno scolastico e pastorale. Sentiamo dalle news dei telegiornali che in Italia si soffre per la siccità e manca l’acqua: qui da noi invece ne abbiamo in abbondanza! Piove spesso, una volta è piovuto di continuo per tre giorni, e ancora una volta la vecchia chiesa e gli annessi uffici sono stati allagati. Ma crediamo che arriverà il sereno. Continuano le varie attività pastorali e nel complesso possiamo dire che c’è una buona collaborazione coi laici, soprattutto con i 20 catechisti; ma stiamo lavorando per trovare e formare nuovi leader.

Un grazie particolare alle nostre suore Canossiane della comunità di Tondo che collaborano nelle varie aree pastorali: la superiora è Janet Marumbaba di Jipapad, Sr. Gie, infermiera, Sr. Violeta - che è stata a Timor che segue le catechiste e le Comunità di Base.

Anche la nostra comunità è molto impegnata su vari fronti: nel servizio pastorale ordinario della parrocchia, nelle celebrazioni e catechesi nelle varie aree, nella disponibilità per viarie richieste ed emergenze. Ma non dobbiamo perdere l’obiettivo prioritario della evangelizzazione, partendo avvantaggiati dal fatto che non abbiamo bisogno di andare nelle periferie… noi siamo già nella più profonda “periferia” della grande metropoli che è Manila.

Ci sono già dei buoni progressi per quanto riguarda anche un ramo di carità nostre 34

caratteristiche che è appunto l’Oratorio: progressi nella organizzazione, nel coinvolgimento con il progetto delle Adozioni a Distanza. P. Allan che ne è il responsabile, è stato anche a Timor per aiutare il diacono Nivio a preparare il Concerto di beneficienza per la raccolta fondi a favore del seminario. Questo anche perché come saprete, p. Adriano è dovuto venire

Filippine a Manila per il recupero dopo l’incidente subito. P. Allan verrà anche in Italia a fine agosto insieme a p. Giovanni e a Tess proprio per animare i vari gruppi di sponsor che in Italia sostengono il progetto della schoalrship e adozioni a distanza.

Accanto alla vita pastorale continua anche l’impegno per portare

a termine il progetto della nuova chiesa parrocchiale. I lavori in questo momento sono un po’ rallentati o quasi fermi… siamo in attesa del contributo importante di un benefattore locale, e finché non ci saranno nuovi fondi non è possibile acquistare il materiale e proseguire con il completamento del pavimento, del soffitto e delle finestre.

Tutti vorrebbero che la Chiesa fosse completata e finita per il prossimo Natale… ma il tempo stringe, e stiamo anche aspettando il progetto artistico per la decorazione del presbiterio che è stato chiesto ad un noto Artista. Per questo abbiamo interessato anche il Cardinal Tagle, e continuiamo a sperare. E intanto stiamo cercando di portare avanti il lavoro nella parte che ospiterà la casa dei padri e gli uffici parrocchiali. Eravamo e siamo consapevoli che il progetto era ambizioso, e richiedeva coraggio. Lo abbiamo intrapreso con l’aiuto e la sensibilizzazione soprattutto della gente di Tondo, con l’obiettivo certamente di dare spazi idonei alla vita di una così grande comunità parrocchiale, ma anche per dare dignità alla popolazione di questa periferia che a volte sembra dimenticata da tutti, anche dal sole!

Continuiamo con fiducia la nostra missione, insistendo soprattutto perché ogni opera o attività o iniziativa contribuisca a “far conoscere Gesù”, con la certezza che Gesù è già arrivato qui prima di noi, già vive nel cuore di molti semplici cristiani e di tanti “piccoli” a cui è stato già rivelato il mistero prezioso del regno di Dio. Grazie per ogni vostro aiuto a questa nostra missione!

P. Carlo Bittante 35

Filippine

il FOGLIETTO

Tondo (Manila). P. Carlo ci scrive

UN PAUROSO INCENDIO DEVASTA TONDO

L

o scorso 18 agosto, alle 3 del pomeriggio, un grande incendio è improvvisamente divampato a Tondo nel “Building n. 28”, nella zona della parrocchia dove si trovano la gran parte dei baraccati, precisamente al “Temporary Housing” e “Aroma”, vicino alla strada R10.

L’incendio è durato per più di 4 ore, e nonostante la presenza di tanti Vigili del Fuoco - che non sono riusciti ad entrare nelle viuzze tra le baracche - ha completamente distrutto cinque di questi enormi “buildings” (i numeri 12, 16, 20, 24 e 28) come potete vedere dalle foto. Più di 600 famiglie sono rimaste senza tetto, ma non abbiamo ancora I dati precisi perché l’Ufficio del Ministero dell’Assistenza Sociale deve ancora completare la lista delle famiglie colpite.

Queste famiglie hanno perso tutto… eccetto quel poco che sono riusciti a portare via mentre scappavano dalle fiamme! È accertato che sono morti due bambini piccoli tra i 3-5 anni lasciati chiusi in casa dai genitori che erano al lavoro.

Ecco cosa è rimasto di quegli edifici: un cumulo di ferro cotto e contorto! La gente è stata stipata e accampata nei coveredcourt dei Barangay, a St. Martin e ERDA, alcuni sono stati accolti nella nostra cap36

pella di Katuparan. Nel nostro piccolo, come parrocchia, coi giovani, volontari della Caritas, le suore Canossiane e il Centro Canossa, abbiamo cercato di aiutare con la preparazione e la distribuzione di cibo e vestiti offerti dalla gente o arrivati dall’Italia (da S. M. Addolorata) e da Singapore, e di materiale igienico (sapone, detersivi, asciugamani ecc.).

Grazie a Dio, Caritas Manila, altre parrocchie e gente generosa hanno promesso di mandare aiuti. Grazie anche del vostro interesse e di quanto potrete fare per questi nuovi poveri, ulteriormente impoveriti da questa calamità.

P. Carlo Bittante

Filippine

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Samuel ordinato sacerdote Tondo, MANILA - Youth Center

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abato 19 agosto, presso lo “Youth Centre” (Centro Giovanile) della nostra parrocchia di San Pablo Apostol a Tondo - Manila, il giovane diacono Samuel è stato ordinato sacerdote da Mons. Broderick Pabillo, vescovo ausiliare di Manila. Filippino di origine, di Mindoro, dopo il noviziato e la prima Professione a Manila 7 anni fa, ha accolto l’invito dei superiori a completare la sua formazione religiosa e teologica nel nostro seminario di Poiano (VR) e presso lo studio teologico S. Zeno di Verona. A settembre del 2016 dopo la professione perpetua era stato inviato nella comunità di Riposto come animatore dell’oratorio. Così lo scorso 28 novembre 2016, proprio nella chiesa dei SS. Apostoli a Riposto (CT) aveva ricevuto l’ordinazione diaconale da Mons. Antonino Raspanti Vescovo di Acireale.

Ora per l’ordinazione sacerdotale i supe-

riori hanno scelto Manila, permettendo così anche ai suoi familiari e ai confratelli della Delegazione filippina di essere presenti a questa tappa conclusiva della sua formazione.

Ma la comunità di Riposto, la comunità parrocchiale dei SS. Apostoli e soprattutto i ragazzi e i giovani dell’oratorio lo aspettano! Dopo un breve periodo di vacanza con i suoi familiari, Padre Samuel rientrerà in Italia, “missionario” nelle periferie italiane, per portare a tanti piccoli il Vangelo della gioia. Un segno di disponibilità missionaria, un segno di “condivisione” vera di beni spirituali e di energie giovani con le nostre comunità che stanno invecchiando; un seme che speriamo porti frutto anche nel cuore di altri confratelli e di altri giovani che Padre Samuel incontrerà nel suo ministero.

Grazie, padre Samuel, e auguri!

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Filippine

Antonio, Brian, Julius e Ralph canossiani per sempre!

Verona. In Casa Madre la Professione perpetua di quattro fratelli della Delegazione Filippina

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l termine di un lungo cammino di formazione nelle case di formazione di Manila, e poi di questo ultimo anno di permanenza in Italia, dopo un periodo di formazione intensiva in preparazione alla importante decisione di consacrarsi per sempre al Signore vissuto a Cima Loreto con P. Amedeo Cencini, i nostri fratelli Antonio, timorese, Brian, Julius e Ralph, filippini, il 16 settembre, hanno emesso la loro professione perpetua nelle mani del Superiore generale p. Giorgio Valente. La location della celebrazione è un luogo caro a tutti noi membri della famiglia carismatica canossiana: la chiesa della Casa Madre di via S. Giuseppe, dove riposano le reliquie della Fondatrice; una casa dove ogni angolo, ogni pietra, parla della scelta decisiva di 38

Maddalena di abbandonare tutto per dedicarsi tutta alla sua originale vocazione: servire il Signore nella persona dei suoi amati poveri.

La scelta di fare lì, anziché nelle Filippine e prima di rientrarvi per le successive tappe, la loro professione perpetua, esprime il desiderio di questi giovani fratelli di abbeverarsi idealmente a quella sorgente, respirare in profondità quell’atmosfera vitale, radicarsi simbolicamente ancora più profondamente nello spirito dell’istituto.

Lo stesso “spirito generosissimo” che ha animato Maddalena e tanti suoi figli e figlie, consacrati e laici ad “impiegarsi nelle opere di carità”. Questo spirito dovrà animare e sostenere questi fratelli nel vivere la missione che l’Istituto affiderà loro, nel ministero di fratelli o di ordinati.

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Timor Leste DILI, Timor Leste

Se il Signore non costruisce la casa…

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n incidente che avrebbe potuto avere conseguenze più gravi, lo scorso fine di giugno, ha costretto P. Adriano Carazzolo, responsabile della missione in Timor, a tornare a Manila per cure adeguate e il recupero fisioterapico.

Ora p. Adriano, ben ristabilito, è rientrato a Dili a riprendere la sua attività nella formazione dei giovani aspiranti, nella scuola, come pure nel seguire il progetto della costruzione della casa di prima formazione. A lavorare con lui il giovane diacono Nivio che il prossimo 4 novembre, con la presenza del Superiore generale P. Giorgio Valente in visita a Timor, nella cattedrale di Dili sarà ordinato sacerdote.

Nella stazione missionaria “quasi Parrocchia” di Aituto-Rina, sulle montagne a circa 60 km dalla capitale, continuano la loro missione p. Yosef e p. Frido, in attesa del pieno riconoscimento come Parrocchia di quella vasta zona in cui i nostri religiosi ormai da 4 anni svolgono un apprezzato ministero pastorale. Grande attesa per questa decisione del Vescovo, soprattutto da parte della gente che vuole così assicurata la presenza dei nostri Religiosi.

La nuova casa di formazione nella zona di Hera, che sarà anche la sede della comunità dei Padri Canossiani a Dili, si è resa necessaria proprio per fare sul posto il primo

discernimento e la prima formazione dei giovani candidati che chiedono di farsi Canossiani. Al momento, i giovani seminaristi sono 15, e sono ospitati e seguiti in una piccola casa a Kuluhun messa generosamente a disposizione dalle Sorelle Canossiane della provincia di Timor. Si spera di potersi trasferire nella nuova casa per la fine di settembre. Di questi 15 seminaristi, 4 studiano filosofia nella scuola del Seminario diocesano; gli altri 11 sono seguiti in casa con corsi propedeutici e corsi di lingua. Nel periodo di assenza di p. Adriano, è stato di valido aiuto la presenza di p. Jordao e poi anche di p. Allan, arrivato da Manila per dare una mano soprattutto nell’organizzazione del programmato Concerto con relativo ricevimento finalizzato alla raccolta di fondi per la costruzione della nuova casa. L’evento ha avuto successo e ha dato i suoi frutti. Ci si augura soprattutto di raccogliere presto, e direttamente a Timor, i frutti di tanti anni di animazione vocazionale, e della scelta coraggiosa di spingersi come missionari in questa periferia del globo, in questa terra “due volte colonizzata” (come scriveva Avvenire del 26/08/2017), tra questa popolazione bisognosa di risanare ferite ancora aperte e lacerazioni del passato remoto e prossimo.

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il FOGLIETTO

Ormai una tradizione la “Cena solidale” a favore dell’impegno missionario

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arissimi Amici, grazie, GRAZIE DI CUORE, per la vostra partecipazione alla Lotteria di Beneficenza e alla Cena Solidale che si sono svolte il giorno 10 giugno scorso al Circolo Primo Maggio di Montorio (Verona).

Quest'anno, grazie anche a tutti voi, è stato raggiunto un risultato migliore dei precedenti anni, il tutto a beneficio delle necessità di tanta povera gente nelle missioni dei Padri Canossiani in Brasile. Alleghiamo alcune foto, anche se purtroppo non riescono a rappresentare del tutto la bella serata vissuta insieme con un ottimo menù preparato dai nostri volontari e tanta gioia di ritrovarsi insieme e contribuire per una giusta causa. Al termine della cena il sorteggio dei vincitori dei numerosi premi, tutti offerti gratuitamente da negozi o aziende o persone amiche.

Tutti i vincitori sono stati contattati e premi i ritirati.

Il nostro grazie è poca cosa rispetto al bene che tutti insieme abbiamo realizzato. Un grazie anche a nome di tanti piccoli e poveri prediletti del Padre e di Santa Maddalena di Canossa, che godranno di un aiuto in più, di un sostegno, di un incoraggiamento.

Cominciamo così a vivere l’invito di papa Francesco a ricordarci dei poveri anche con una giornata annuale speciale e con iniziative particolari. Soprattutto vogliamo continuare a realizzare il mandato di S. Maddalena che diceva sempre: "vi raccomando assai i miei amati poveri!".

P. Gianluigi con Maria Luisa, Emanuela e tanti amici Volontari 40

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il FOGLIETTO

Ufficio Missioni - Lettere e testimonianze

Ci hanno lasciato…

LUCIA CIARRAPICO

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arissimi, grazie per le notizie che ci mandate dalle Filippine riguardo ai risultati scolastici della nostra “adottata” Maria Erika Comia. Abbiamo visto che ha superato brillantemente l’anno scolastico e ne siamo felici.

Mia madre Ciarrapico Lucia, mancata il 6 marzo 2017, ha lavorato come insegnante, preside, e ispettrice per 40 anni e più nel mondo della scuola e sicuramente gioirà dal cielo di tanto impegno e dei brillanti risultati. Vi invio questa foto scattata qualche anno fa in occasione di un convegno sull’insegnamento della sua amata matematica a cui partecipava come relatore.

Un caro saluto e grazie anche dai miei fratelli per quanto fate per la promozione umana e culturale dei bambini e ragazzi di Tondo.

Livia Manna

PIERGIORGIO TREVISAN

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ato a Venezia, parrocchia dei Frari, nel 1932, Piergiorgio proveniva da una numerosa famiglia, molto religiosa, con una grande fiducia nella Divina Provvidenza. Riccardo, Piergiorgio e Giancarlo, gli ultimi tre maschi, frequentano fin da piccoli la parrocchia come chierichetti, cantori, membri dell’Azione Cattolica.

Piergiorgio fu molto attivo nel gruppo Scout, sviluppando una grande sensibilità verso gli altri. Negli primi anni ’50, la presidenza dell’Azione Cattolica giovanile di Roma (G.I.A.C.) lanciò un appello ai giovani cattolici perché, mediante corsi di formazione, si inserissero come educatori negli Istituti di rieducazione per minoren41

il FOGLIETTO ni. Piergiorgio pur soffrendo per il distacco dai familiari, aderì e si trasferì a Tivoli nel Carcere minorile locale. La Provvidenza gli farà incontrare lì la possibilità di operare a beneficio dei malati di lebbra ai quali dedicherà cinquant’anni di volontariato, con la spedizione di tonnellate di farmaci alle Missioni e ai centri di cura. Come Presidente e consigliere dell’Associazione “Amici

ufficio missioni dei lebbrosi”di Bologna ha visitato oltre 30 paesi extraeuropei per seguire i progetti là sostenuti. E siccome il volontariato per gli ultimi è un virus da cui non si guarisce, ha continuato ad operare fino all’ultimo giorno della sua vita. Se n’è andato una domenica notte dopo la cena con tutti i familiari e l’abituale rosario con la moglie.

(R. T.)

Ricordo di due grandi Canossiane M. Gabriella Dondoni “Chi ci separerà dall’amore di Cristo”

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o scorso 26 giugno, nella Chiesa di S. Stefano in Verona sono state celebrate le esequie di M. Gabriella Dondoni.

Proprio lì, vicino alla casa canossiana di S. Stefano in cui M. Gabriella per tanti anni ha profuso il suo impegno nella formazione dei Catechisti. Riportiamo qui alcuni pensieri dell’omelia che Mons. Giuseppe Laiti, suo collaboratore nella stessa missione, ha tenuto durante la celebrazione delle Esequie. (…) È vero, l’ultimo tempo della sua vita è stato un tempo silenzioso nell’impossibilità di parlare. Ho avuto la percezione che questo silenzio fosse in qualche misura la sua dolce protesta, la sua preghiera, la sua vita diventata preghiera e la preghiera aveva un ritornello che abbiamo ascoltato nella prima lettura: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo”; vorrei che restasse così interpretato l’ultimo tratto della sua vita e la sua difficoltà a farsi capire. Sr. Gabriella - quanti l’hanno conosciuta lo sanno - era dolce perfino quando protestava; penso che pro42

testasse così pregando il suo Signore “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?”.

C’è stato ricordato che un segno che possiamo leggere di questa preghiera ascoltata, è che il Signore è venuto a sollevarla dalla sua estrema fragilità, dalla sua pena, proprio nella sera della festa del Sacro Cuore. Davvero il nostro dolore e la nostra pena sono avvolti dalla gratitudine verso il

il FOGLIETTO Signore per avercela fatta incontrare, donata così, come una sorella piena di vita, di attenzioni, di passione per i compiti che è stata chiamata a svolgere; sopra tutti quello della catechesi, della formazione dei catechisti, della formazione all’interno del suo Istituto; di avercela fatta incontrare nel suo genio più evidente che era la felicità dell’incontro, la capacità di ascoltare, di capire, di comunicare. La sua figura così esile eppure piena di forza, sembrava da sé già dirci che la forza non viene da sé ma viene da altrove, viene dal Signore, viene dalla gioia per la vita bella e buona che il Vangelo accende in noi e che lo Spirito continua ad alimentare.

Il vangelo di Giovanni ci colloca in un’alba Pasquale, un’alba che non è facile discernere perché è ancora segnata, nota l’evangelista, dal buio; non basta la tomba vuota e non bastano gli sforzi della vita per rimandarci verso il Signore. M. Gabriella molte volte di fronte ai lutti nella sua famiglia, nella sua comunità, tra le sue collaboratrici più strette, ha chiesto “Perché Signore?” e ha trovato ogni volta la risposta nel ritornello: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?”. Ecco, bisogna che ogni volta il Signore ci venga incontro, ci chiami per nome come ha fatto con Maria di Magdala perché noi possiamo riprendere, visitati da Lui, il nostro cammino.

Per M. Gabriella c’è stato un cammino mol-

ufficio missioni teplice, laborioso, pieno di attività e anche non privo di imprevisti; ma tutto lei ha sempre interpretato nell’ottica delle consegne del Signore, del carisma. Tutti abbiamo imparato da lei il suono del carisma canossiano: "Gesù non è amato perché non è conosciuto…; dobbiamo spezzare la Parola così come si spezza il pane perché ciascuno ne possa ascoltare il Significato per la sua vita”.

Tutto questo è stato per lei ragione di vita, di studio, di riflessione, di scrittura, quanti fogli ha scritto, di innumerevoli incontri con giovani, con adulti, con catechisti, con le operaie… Attorno a questa passione lei ha lavorato continuamente in collaborazione e fraternità. E non soltanto a Verona; pensiamo agli anni in cui ha collaborato con l’Ufficio Catechistico Nazionale, alle sue visite di formazione in Brasile, Africa, Asia…

Ogni luogo diventava per Lei un luogo di fraternità di scambio cordiale e profondo.

La sua sensibilità la portava sempre ad interessarsi in profondità a cercar di capire e di godere. (…). M. Gabriella è stata veramente una presenza che abbiamo goduto e però adesso assomiglia alla tomba vuota del Signore nell’alba di Pasqua. Sr. Gabriella continua a rimandarci oltre, alla vita buona che il Vangelo accende in noi; come ha fatto infinite volte, continua a dirci che il Signore con la sua Parola e il suo Spirito ci mette in cammino ogni giorno per una vita buona, bella finché il Signore verrà.

…e M. Lina Cosma “Ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste” (Mt 25)

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uesta parola evangelica ha trovato in madre Lina una forte risonanza e la sua vita è stata una avventu-

rosa ricerca della volontà di Dio, per capire “come” rispondere al grido dei poveri.

Nata a Bassano (VI) nel 1926, fin da piccola – come lei ripeteva – si sentì attratta da Gesù Eucaristia, dall’adorazione, ma soprattutto dal volto di Gesù sofferente che poi ha ritrovato nel volto dei poveri. La Vergine Maria incontrata nella chiesa delle Canossiane di Bassano, la accompagnò nel cammino della sua vocazione facendola sentire amata dal Signore, da lui scel43

il FOGLIETTO ta e prediletta, forte nella fede e tenace nel perseguire le intuizioni del suo cuore.

Appena conseguito il diploma di maturità magistrale, entrò nell’Istituto Canossiano.

Dopo la prima Professione, ha iniziato la sua missione nella scuola, a Verona, e per circa 30 anni si è prodigata come insegnante in diverse scuole elementari dell’Istituto. Le sue attenzioni erano rivolte alle bambine più povere. Si interessava delle loro famiglie, cercando anche di supplire la mamma ammalata. Le madri di quel tempo ricordano le sue uscite mattutine per far alzare i bambini e accompagnarli a scuola, o portarli alla messa domenicale.

Ma la scuola non le bastava: il pensiero dei poveri non la lasciava in pace. Sentiva impellente l’anelito di Maddalena: “Vi raccomando i miei amati poveri”, cercava una sua strada per arrivare ai più bisognosi.

Così, dopo una breve esperienza missionaria a Macau (Hong Kong), dal 1979-81, rientrò in Italia, e a Verona tentò varie esperienze tra i poveri: a Parona nella visita agli ammalati, a Borgo Roma tra gli zingari, e poi con i poveri di don Leonello.

Nel 1982, col consenso dei Superiori, si stabilì nella “Casetta” in via S. Giuseppe, vicino a Casa Madre: era il luogo che cercava! Lì ha potuto esprimere per circa 30 anni tutto il suo amore e le sue premure per i fratelli più disagiati bisognosi di cibo, di vestiti, di tutto, tentando tutte le strade per trovare una risposta alle loro necessità, coinvolgendo altre persone e le Istituzioni. Tanto accogliente con chi chiedeva un aiuto, ma altrettanto ferma con chi si mostrava arrogante o approfittatore.

Così col passare del tempo, la “Casetta” è diventata punto di riferimento e di incontro, cuore di una solidarietà per tante persone disagiate e disorientate, ma anche di coloro che attratti dall’esempio di madre Lina si sono resi disponibili a donare tempo e aiuto. Si è formato così il gruppo di volontari e amici che si incontravano non solo per aiutare, ma anche per momenti di preghiera. Tra questi non si può dimenti44

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care Giuseppe, che madre Lina ha accolto fin dall’inizio come aiutante. Fino al 2012, quando, in seguito ad una caduta e all’età avanzata, madre Lina scelse di ritirarsi a Poiano e la Casetta chiuse i battenti. Un passaggio non indolore, ma vissuto nella fede. Anche qui ha tenuto desta la sua sensibilità di “sorella dei poveri” soprattutto con la fervente preghiera e l’offerta della sua sofferenza per la crescente inabilità.

Preparata all’incontro con il Signore, Gesù ha accolto il suo grido e il 28 giugno scorso le è venuto incontro con la sua parola rassicurante: “Vieni, serva buona e fedele, benedetta del Padre mio”. Assieme a tanti fratelli poveri che hanno sperimentato la sua carità, diciamo: GRAZIE, Madre Lina, e dal cielo continua pregare perché l’anelito di S. Maddalena per i suoi amati poveri, non lasci in pace neanche noi.

M. Angelina Garonzi

Carissimi amici lettori del Foglietto...

“IL FOGLIETTO” è un periodico di notizie e di collegamento, iniziato dal Servo di Dio padre Angelo Pasa per far conoscere l’Istituto Canossiano e per chiedere aiuto per il sostegno del nascente seminario che avrebbe garantito lo sviluppo della Congregazione. Nel tempo è stato continuato grazie all’opera dei Superiori che si sono succeduti, in particolare, fino al termine della sua vita, dall’indimenticabile padre Modesto Giacon.

Attualmente, grazie alla collaborazione di quanti ci inviano gli articoli e della redazione, possiamo continuare a far uscire questo semplice strumento di comunicazione per tanti amici dell’Istituto e sostenitori delle nostre opere e delle Missioni Canossiane e dei loro progetti.

Per ricevere IL FOGLIETTO non c’è bisogno di abbonamento; se non siete ancora iscritti e desiderate riceverlo o per segnalare un cambio di indirizzo, compilate il modulo e rispeditelo a

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Facciamo missione ispirandoci a Maria, Madre dell’evangelizzazione.

Ci aiuti la Vergine a dire il nostro “sì” nell’urgenza di far risuonare la Buona Notizia di Gesù nel nostro tempo; ci ottenga un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte; interceda per noi affinché possiamo acquistare la santa audacia di cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della salvezza. dal MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2017

Cima Loreto. Faller di Sovramonte DECIMA EDIZIONE DELLA TRADIZIONALE FIACCOLATA DELL’ASSUNTA

IL FOGLIETTO

DELL’ISTITUTO DEI CANOSSIANI Pubblicazione trimestrale n. 3 — Anno 86 — Luglio - Settembre 2017 Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 2, DCB - Verona La corrispondenza all’Istituto dei Canossiani: Via S. Giuseppina Bakhita, 1 - 37142 Poiano - VERONA — Tel 045 528857 — Fax 045 534047 Sito internet: www.canossiani.org — E-mail: segreteria@canossiani.org C.C.P. 18530378 — IBAN IT 16 W 05034 11750 000000153743 intestato a Congregazione Figli della Carità Canossiani Presso Banco Popolare di Verona - sede di Verona - 0001 La corrispondenza per i progetti missionari: Ufficio Missioni “Mano Amica - Canossiani” ONLUS Via S. Giuseppina Bakhita, 1 - 37142 Poiano - VERONA - Tel e Fax 045 8408891 Sito internet: www.manoamica.canossiani.org — E-mail: uff.missioni@canossiani.org C.C.P. 36600518 — CCB IBAN IT91 F 05034 11750 000000163682 Seguici su

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