Fotografare e narrare in Gianni Celati e Luigi Ghirri

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E’ proprio questa riduzione all’essenziale ciò che caratterizza allo stesso tempo la scrittura di Celati, il mutismo di Baratto e aggiungerei anche le foto di Ghirri. Interrotto il flusso di inutili parole che lo collegavano agli altri uomini, Baratto recupera più forte il legame con ciò che sta fuori di lui, con le apparenze in quanto tali: “Però vagando in tranquillo silenzio per le strade del centro cittadino, spesso gli accade di perdersi in giro ad osservare tutto quello che viene ai suoi occhi. Si ferma ad osservare la gente, le case, gli spigoli, il cielo e le grondaie. Il che ritarda notevolmente la sua marcia di ritorno verso casa, e a volte quando torna indietro il supermercato vicino a casa sua è già chiuso.”161

Baratto, eliminati i pensieri superflui, si pone al livello delle cose e scruta quella che è, ancora una volta richiamandoci a Melville, la “verità visibile”: “«l’apprendimento della condizione assoluta delle cose presenti, così come colpiscono l’occhio di chi non teme di guardarle»”.162 Baratto, che durante la sua vacanza in motocicletta con l’amico inizia a seguire una comitiva di turisti giapponesi-americani, diventa come loro turista della vita. Interessante è inoltre notare che il silenzio di Baratto provoca sugli altri un singolare effetto: tutte le persone che vedono entrare nella loro orbita questa stra-ordinaria presenza iniziano a raccontargli la loro vita, così come nel già citato film di Bergman Persona, l’infermiera Alma racconta alla muta Elisabeth, attrice lo ricordo, i suoi segreti più intimi. Baratto infatti in questo tempo non interrompe i gesti che coordinano un buon vivere civile e continua ad avere una sua coerente vita interiore: “Durante i mesi di silenzio non si creda che Baratto abbia smesso di pensare. Questo a momenti gli succede, ad esempio quando va in apnea, ma in generale ha smesso soltanto di avere dei pensieri che gli gravano nella testa. E se incontra qualcuno, lui sa che deve dargli la mano o fare un cenno di saluto, e sa che deve scuotere la testa o sorridere quando l’altro parla. Però cose del genere non richiedono pensieri che siano proprio suoi, e se la cava pensando i pensieri degli altri.”163

Baratto entra in una sorta di empatia non verbale con coloro che gli stanno intorno e attraverso i racconti che suscita aiuta i suoi interlocutori a liberarsi della patina di sovrappiù che appesantisce la vita: “I due anziani inquilini presso i quali Baratto abita, fino a poco tempo fa avevano l’abitudine di guardare la televisione dalla mattina alla sera. Nei momenti in cui la televisione non trasmetteva programmi 161

G. Celati, Baratto, in Quattro novelle sulle apparenze, p. 19. G. Celati, Introduzione a Bartleby lo scrivano, in Bartleby lo scrivano, p. XIV. 163 G. Celati, Baratto, in Quattro novelle sulle apparenze, p. 29. 162

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