L'azione tra stratificazione ontologica e stratificazione sociale in Margaret Archer

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continuare ad esercitarsi pur nell'ombra ma sempre raggiungendo il proprio bersaglio. Il nuovo carattere che assume nei confronti del soggetto è la pervasività di «un'autorità che si esercita continuamente intorno a lui e su di lui e ch'egli deve lasciar funzionare automaticamente in lui»73. Si arriva addirittura a comportarsi come il dispositivo ci “invita” a fare, non solo per quello che riguarda il fine ma pure per il mezzo: «una coercizione ininterrotta, costante, che veglia sui processi dell'attività piuttosto che sul suo risultato»74. Inerti marionette nelle mani di un potere che tira le fila per una auto sussistenza la quale pare escludere ogni possibile cambiamento sociale o una sferzata rispetto allo status quo. «Noi apparteniamo – secondo Foucault - a dei dispositivi e agiamo in essi»75, come a dire che non saremmo nulla senza di 73

M. Foucault, Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, Einaudi, Torino, 2006, p. 141. Bauman usa la parola “liquidità” per definire la situazione caratterizzante della modernità in cui sussiste una labilità e una crisi delle cornici normative. Dopo lo scioglimento però non assistiamo ad una nuova condensazione in qualcosa di stabile: è il permanente stato di incertezza a resistere e che conduce ad una soluzione per via privata a dei problemi di ordine pubblico per cui «l'esito del breve termismo è che lo sciame si trascina senza meta, in modo sconclusionato e con scarsa ragione da un prato all'altro, senza mai fermarsi a lungo» (Z. Bauman, Homo consumens. Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi, Erickson, Gardolo, 2007, p. 146). Mancano i referenti sociali così la soluzione si ricerca in sé. La distanza che Bauman pone tra sé e Foucault è riferita all'epoca contemporanea: mentre per il primo non c'è più un riferimento stabile (riferendosi all'istituzione, e non all'influenza esercitata dal sociale sugli individui), per il secondo il dispositivo sussiste e persiste comunque, sebbene in forme diverse e riconoscibili. Cfr. Z. Bauman, Vita liquida, Laterza, RomaBari, 2006. 74 M. Foucault, Sorvegliare e punire, cit., p. 149. «Dalla nascita alla morte ogni membro del Partito vive sotto l'occhio della Psicopolizia. Anche quando è solo non può mai essere sicuro di essere solo. Dovunque si trovi, che dorma o sia sveglio, che lavori o riposi, che sia in bagno o a letto, può essere scrutato senza preavviso, addirittura ignorando di essere spiato. Nulla di quello che fa è privo di importanza. Le sue amicizie, gli svaghi, il suo modo di comportarsi con la moglie e i figli, l'espressione del volto quando si trova da solo, le parole che mormora nel sonno, perfino i movimenti del corpo che gli sono più abituali, sono minuziosamente analizzati. Non vi sono dubbi che arrivino a scoprire non solo ogni trasgressione autentica, ma qualsiasi gesto eccentrico, per quanto infimo, qualsiasi mutamento delle abitudini, qualsiasi tic nervoso che potrebbe essere il sintomo di un conflitto interiore. Il membro del Partito non ha alcuna libertà di scelta, in nulla. D'altra parte, le sue azioni non sono regolate dalla legge o da qualsiasi codice di comportamento chiaramente formulato. [...] Pensieri e azioni che, una volta scoperti, si traducono in morte sicura non sono proibiti in maniera esplicita: in realtà, i continui arresti, epurazioni, torture, incarcerazioni e vaporizzazioni non sono inflitti per punire delitti effettivamente commessi, ma per spazzar via persone che forse, in un futuro imprecisato, potrebbero commettere un crimine. Un membro del Partito non deve avere solo le opinioni giuste, ma anche gli istinti giusti» (G. Orwell, 1984, cit., p. 217). 75 G. Deleuze, Che cos'è un dispositivo?, Cronopio, Napoli, 2007, p. 27. La nostra stessa esistenza sarebbe racchiusa in un contenitore da cui non possiamo uscire e dove saremmo sotto gli occhi del dispositivo ogni istante, perché non ci sarebbe via di scampo. «Se Winston avesse emesso un suono anche appena appena più forte di un bisbiglio, il teleschermo lo avrebbe captato; inoltre, finché fosse rimasto nel campo visivo controllato dalla placca metallica, avrebbe potuto essere sia visto che sentito. Naturalmente, non era possibile sapere se e quando si era sotto osservazione. Con quale frequenza, o con quali sistemi, la Psicopolizia si inserisse sui cavi dei singoli apparecchi era oggetto di congettura.


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