Fuoristrada 4x4 - Novembre 2019

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Nr. 04 - NOVEMBRE 2019

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RIV

Jeep Wrangler Toyota 4Runner il CIVF 2019 arriva la Dakar...

... E TUTTE LE NOVITÀ

DA LAS VEGAS!


chefoto


questo mese

FUO FUO

RIVISTA UFF

04

foto

26

novità

62

racing

76

storia

IL SAPORE DELL’AVVENTURA

80 TOYOTA 4 RUNNER

14

novità

34

focus

CIVF AL FOTOFINISH!

74

VIVA LAS VEGAS!

48

racing

DAKAR

JEEP WRANGLER

eventi

notizie

VA ORA IN ONDA…

UN RADUNO GOURMET!

RIVISTA UFFI


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Nella seconda metĂ di ottobre si è svolto negli USA il Rebelle Rally, un impegnativo rally off road riservato soltanto ad equipaggi femminili. Nel corso di dieci giorni (dalla partenza del 9 ottobre da Olympic Valley fino all’arrivo del 19 a San Diego, California) le ragazze in gara hanno dovuto affrontare deserti e complicati passaggi montani, il tutto senza ausilio di GPS e senza smartphone a bordo, in ossequio ad un regolamento di gara particolarmente severo. Al termine ha trionfato il team X Elles (squadra semi-ufficiale Lexus) di Rachelle Croft e Taylor Pawley che, al volante della GX 460 2019 ritratta nella foto, hanno preceduto altri 37 agguerriti equipaggi. Fotografia Nicole Dreon


foto Ha debuttato pochi giorni or sono sul mercato il nuovo Mercedes Zetros, lo specialista della Stella a Tre Punte quando si tratta di trasporto su terreni accidentati. Capace di caricarsi sul groppone ben 40 tonnellate di materiale, Zetros accoppia ad un’affidabile trasmissione 4x4 permanente un propulsore da 510 cavalli per 2.400 newton/metro di coppia. Questa nuova generazione si differenzia esteticamente in molti particolari, a cominciare dalla griglia anteriore, in grado di migliorare sensibilmente il raffreddamento



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Mitsubishi ha presentato al Salone di Tokyo 2019 di fine ottobre il concept SUV elettrificato di piccole dimensioni MI-TECH Concept, che ricorda i “dune buggy” nelle forme e nello spirito. SUV elettrico ibrido plug-in di piccole dimensioni, il MI-TECH Concept è capace garantire sicurezza su ogni tipo di fondo stradale e concretizza lo slogan del marchio “Drive Your Ambition” con una nuova trasmissione PHEV leggera e compatta, un sistema di trazione integrale elettrica 4WD a quattro motori, avanzati sistemi di assistenza alla guida e tecnologie di sicurezza preventiva di alto livello


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Si chiama Odyssey 12 il veicolo totalmente elettrico che sarà protagonista del campionato monomarca Extreme E, previsto al via nel febbraio 2021. Il veicolo ha iniziato in ottobre una serie di test nel sud della Francia presso i tracciati di Chateau de Lastours (Carcassonne) spesso usati per i test da numerosi protagonisti della Dakar. Al volante i campioni di rallycross Timmy e Kevin Hansen e l’esperta “pistaiola” Mikaela Ahlin-Kottulinsky. Progettato e costruito dalla Spark Racing Technology, Odyssey 12 è stato messo alla prova su differenti tipi di terreno mentre i tecnici della Continental (sponsor e fornitore ufficiale di pneumatici) ne hanno approfittato per testare molte diverse coperture. Al momento il veicolo accelera da 0 a 100 km/h in circa 5 secondi ma gli ingegneri sostengono che le prestazioni miglioreranno parecchio quando si passerà dall’attuale step iniziale con 320 n/m di coppia allo step finale da 450 n/m



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novità

Tante proposte off road

VIVA LAS VEGAS!

Il SEMA di Las Vegas è la fiera di componentistica e tuning più importante del mondo ma è anche il posto dove i migliori preparatori americani danno libero sfogo alla loro fantasia di Niccolò Gargiulo


Il

SEMA di Las Vegas è senz’altro la fiera di componentistica e tuning più importante del mondo e ogni anno, ai primi di novembre, presenta il meglio della tecnica (…. e della fantasia) dei preparatori americani. SEMA letteralmente significa “Specialty Equipment Market Association”, e cioè il nome dell’associazione di categoria che, tra le altre cose, organizza lo show in Nevada. E al SEMA Show c’è di tutto, da super-muscolose GT a “custom car” più adatte al salotto di casa che non al garage. E naturalmente c’è anche una gran quantità di vetture fuoristrada o adattate al fuoristrada. Anche alcune Case presenziano in modo ufficiale al SEMA, perlopiù presentando concept

che forse non vedremo mai prodotte in serie. In realtà dipende molto dalla risposta di interesse da parte degli appassionati. Negli USA le dinamiche del mercato off road sono molto complesse… e semplici al tempo stesso. Ma più che di prototipi si tratta probabilmente di concept di “indirizzo”, capaci di far comprendere ai preparatori che, ad esempio, anche una base Hyundai piuttosto economica può consentire elaborazioni di tutto rispetto. Incuriositi? Certo, ma il SEMA Show è un evento rigorosamente riservato agli operatori e alla stampa, il pubblico non è ammesso… e non vi resta quindi che affidarvi a noi per scoprire alcune delle novità off road più interessanti presentate quest’anno.


viva las vegas!

GMC 3500 HD Denali Rolling Big Power

Rolling Big Power si occupa solitamente di produrre componentistica per trasformare i pickup made in USA in creazioni ancora più esagerate. In occasione del SEMA 2019 l’officina californiana ha voluto regalare un GMC 3500 HD Denali ad una persona speciale, Jonathan Barber, che perse l’uso delle gambe in un incidente in miniera nel 2017. Grazie a Rolling Big Power, Barber è ora in grado di guidare il pickup dei suoi sogni grazie ai controlli al volante e alla piattaforma elevatrice che può alzare la sedia a rotelle di Barber in cima a questo mostro a sei ruote, che prevede anche l’apertura della porte ad ali di gabbiano.


Ford Ranger Perfomance Parts Anche la Casa di Detroit ha voluto omaggiare gli appassionati di overlanding in maniera ufficiale, presentando questo Ranger strapieno di “Ford Performance Parts” e decorato con foto di fuoristrada Ford d’epoca.

Ford Ranger Concepts Il Ford Ranger 2019 ha fatto da base alla creazione della californiana Hellwig, che propone un veicolo dedicato all’overlanding con visibili modifiche al cassone. Qui una montatura Yakima nasconde tenda, luci e altri accessori per il campeggio. Nel cassone è presente anche una cucina completa (che può essere proiettata verso l’esterno una volta aperto il portellone). Gomme FalkenWildpeak M/T da 35 pollici e cerchi ICON da 17 aiutano “Attainable Adventure” nei sentieri più impervi insieme alle sospensioni Stage 5 di IconVehicle Dynamics.


viva las vegas!

LGE-CTS Motorsports “Baja Forged” Ford F-250 Super Duty

Questo particolare Ford F-250 Super Duty è stato pensato come veicolo di supporto per una vettura in gara nella Baja 1000. Per affrontare questa “desert race” il team di LGE-CTS Motorsport ha in pratica ricostruito completamente il pickup, a partire dal cassone, che ora ospita una quantità notevole di strumenti da lavoro ed è perfettamente illuminato per consentire le riparazioni anche in notturna. Il “Baja Forged” è anche dotato di tenda, frigo, freezer e altre attrezzature per l’overlanding, dovendo passare gran parte del tempo in regioni remote. Il veicolo è anche dotato di un serbatoio modificato da 230 litri, mentre potenza e capacità off-road sono fornite dal potente motore turbo diesel da 6,7 litri Power Stroke, dalle sospensioni regolabili e dalle gomme BF GoodrichMud-Terrain T/A KM3 da ben 37 pollici.


Ford F-Series Concepts

Ford si è presentata al SEMA anche con 5 evoluzioni dei modelli F-Series. Il più notevole era il DeBerti Design Ford F-450 Super Duty Platinum CrewCab e il BDS Suspension Ford F-350 Super Duty. Il primo è un vero e proprio mostro della strada, il perfetto veicolo per i lavori pesanti, con sei ruote a trasportare un cassone modificato da DeBerti Design e un eccesso di luci all’anteriore.


viva las vegas! Nissan Frontier Desert Runner

Il Frontier Desert Runner presentato al SEMA è simile alla versione di serie solo nel nome. Le modifiche apportate da MA Motorsports cominciano sotto il cofano, dove il 4 litri V6 di serie è stato sostituito dal motore 5,6 litri Endurance V8 del Nissan Titan, a sua volta modificato per ottenere più di 600 cavalli e 950 Nm di coppia. Le nuove componenti per le sospensioni BTF Fabrication, King Racing e Giant Motorsports portano il DesertRunner a un livello senza precedenti, pronto a percorrere piane desertiche a tutta velocità su gomme BFGoodrichBaja T/A montate su ruoteFifteen52 TurboMac HD.


Chevrolet Silverado HD Carhartt Special Edition

Veicolo ufficialmente presentato da Chevrolet, il pickup Silverado HD Carhartt Special Edition sarà in vendita nei concessionari americani tra un anno. Si tratta di un Silverado 2500 LTZ, fornito di pacchetto Z71 OffRoad, che ne migliora le capacità fuoristradistiche con aiuti elettronici (ad esempio l’Hill Descent Control), le protezioni al fondo della vettura e modifiche alla taratura degli ammortizzatori. Le soluzioni estetiche sono state affidate a Carhartt, azienda di abbigliamento che aveva già collaborato con Chevrolet nel 2016.


viva las vegas!

Volkswagen Atlas Concepts

Honda CR-V Concepts I due concept Honda presentati al SEMA appaiono molto diversi ma hanno ricevuto modifiche simili. In entrambi casi sono le gomme da 17 pollici KMC a farla da padrone, mentre è nascosto alla vista il sistema di sollevamento che regala alle vetture 3,8 cm di ulteriore altezza da terra. Il CR-V “Dream” si nota per i suoi colori sgargianti, le numerose luci LED e i predellini sotto le portiere, mentre sul concept “Do” il portapacchi sul tetto non contiene una tenda ma solo spazi di immagazzinamento classici e agganci portabici.

Volkswagen propone un trio di concept car su base Atlas. Il Basecamp Concept, facilmente distinguibile dal portabici presente sul tetto, monta un motore 3,6 litri VR6 da 276 cavalli che aziona le quattro ruote motrici grazie alla trasmissione a otto marce. Le gomme fifteen52 Traverse MX sono ancora prototipi, ma ne è stata annunciata la messa in vendita entro fine anno. L’Atlas Adventure Concept è dedicato all’overlanding, con una tenda immagazzinata sul tetto, pronta ad essere aperta e diventare un vero e proprio campo base dell’avventura all’aria aperta. L’Adventure Concept è dotato anche di drone e telecamere esterne in grado di registrare ogni momento della gita fuoriporta.


Ram 1500 Rebel OTG Concept

Con il movimento “Overlanding” in grande crescita anche MOPAR (il ramo componentistica e accessori di FCA) ha voluto creare un concept pieno di gadget e accessori per gli amanti del fuoristrada e del campeggio. Il modello 2020 del pickup Ram 1500 è già di per se’ abbondantemente capace di affrontare le situazioni di guida più esigenti, ancor di più dopo la rivisitazione di MOPAR che ha installato un sistema di sollevamento da 5 cm e gomme Goodyear da 35 pollici. Nel cassone trova posto tutto il necessario per vivere nella natura: tenda matrimoniale, ombrellone, cucina completa estendibile verso il retro della vettura e potenti luci.


viva las vegas!

LGE-CTS Motorsports “Urban Escape” Chevrolet Colorado ZR2 La versione ZR2 dello Chevrolet Colorado è una delle versioni estreme più riconoscibili tra i pickup d’America e sarà l’unica Chevrolet dove il nome della marca troverà posto per esteso sulla griglia anteriore. Le particolarità tecniche prevedono ammortizzatori Multimac DSSV, differenziali autobloccanti elettronici sia all’anteriore che al posteriore, sistema di sollevamento da 5 cm e carreggiata più ampia di quasi 9 cm rispetto ai modelli di base.

La Ford “Urban Escape” è stata creata da LGE-CTS con in mente gli amanti dello sci. Le modifiche al modello 2020 della Ford Escape prevedono dei nuovi fari LED all’anteriore e gomme Goodrich da neve montate su cerchi da 19 pollici TSW Petrol P6A dal colore oro scuro, che contrastano con il colore grigio “Lead Foot” del resto della vettura. Sul portasci Yakima si possono accomodare anche gli snowboard degli amici, con i quali condividere l’avventura verso le zone più remote delle catene montuose USA. L’Urban Escape di LGE-CTS non teme i fuoripista impegnativi grazie al motore 2 litri Ecoboost, la trasmissione a otto marce e le quattro ruote motrici.


Hyundai Kona Rockstar Ultimate La Hyundai Kona Rockstar Ultimate concept è invece frutto della collaborazione con Rockstar Performance Garage con il quale Hyundai aveva già collaborato per la creazione di alcuni concept su base Tucson e Santa Fe. Questa particolare Kona guadagna diversi centimetri di altezza da terra grazie ad alcune piccole modifiche alle sospensioni e soprattutto alle gomme Mickey Thompson da 30 pollici, montate su cerchi Motegi Rally da 16 pollici. Da notare anche i fari LED gialli Baja Design all’anteriore e il kit per la carrozzeria prodotto da Rockstar Garage.

Hyundai Veloster Grappler Il concept Hyundai Veloster Grappler è adatto sia per la guida veloce su sentieri battuti che per dominare gli sterrati più impegnativi. Grappler può anche fungere da perfetto campo base per gli appassionati di campeggio, grazie all’ampio spazio per riporre le attrezzature e alle potenti luci fornite da Baja Designs, ricaricabili da un pannello solare rimovibile, posto sul tettuccio. Gli interni sono puramente funzionali con sedili, volante e pedali sportivi e un roll-bar per la protezione dei passeggeri.


novità Toyota 4Runner Non fatevi ingannare dalle apparenze… il 4Runner di Toyota è un veicolo “per la famiglia” ma è anche un vero e proprio fuoristrada senza compromessi!

L’APPARENZ L’APPARENZA


ZA INGANNA INGANNA…


l’apparenza inganna ...

Uno

dei SUV preferiti dalle famiglie seriamente appassionate dell’avventura fuoristrada debutta nella sua quinta generazione dopo una storia di successo lanciata nell’ormai lontano 1984. Poche settimane fa infatti, è stato presentato in Texas il modello 2020 della Toyota 4Runner, un’automobile che può comodamente ospitare sette passeggeri ed è dotata di sistemi di intrattenimento e sicurezza che non hanno niente da invidiare ai SUV di alta gamma. Ma 4Runner è prima di tutto un veicolo dalle specifiche tecniche notevoli, capace di regalare appieno le emozioni della guida fuoristrada senza spendere una fortuna, a partire dal motore da 4 litri V6 da 270 cavalli e 377 Nm di coppia (ideale per trainare fino a 2268 Kg) accoppiato ad un cambio automatico a cinque rapporti. Saranno disponibili modelli a due ruote motrici (con differenziale automatico a slittamento limitato), quattro ruote motrici part-time e full 4WD (dove la trazione di ogni singola ruota viene gestita interamente dal controllo di trazione attivo). La modalità full 4WD (esclusiva della versione Limited) utilizza un differenziale centrale Torsen che si può bloccare e offre tre opzioni di guida, differenziando la coppia tra gli assi anteriore e posteriore con diversi frazionamenti: 40/60, 30/70 o 53/47.



l’apparenza inganna ...

4Runner offre naturalmente anche tutte le più recenti tecnologie per aiutare il conducente nelle situazioni più insidiose. Ad esempio lo Standard Hill-Start Assist Control aiuta con la partenza in salita mantenendo la vettura stazionaria per qualche secondo anche dopo il rilascio del pedale del freno mentre il Downhill Assist Control (disponibile sui modelli Limited e SR5) gestisce invece brillantemente il moto costante in discesa, consentendo al guidatore di concentrarsi sullo sterzo. Importante anche il sistema CRAWL, che agisce sui giri motore e sui freni a basse velocità quando la vettura si trova in fase di superamento degli ostacoli. I nuovi modelli di Toyota 4Runner, nonostante vengano pubblicizzati come veicoli soprattutto adatti alle famiglie, mantengono il look grezzo da vero mezzo fuoristrada con poche novità in questa quinta generazione, che riguardano soprattutto la griglia anteriore, i fari e i fanalini di coda. Le versioni SR5 e TRD Off-Road montano cerchi da 17 pollici mentre la versione top di gamma, 4Runner Limited, è l’unica con dettagli della carrozzeria cromati e con i cerchi da 20 pollici a supporto di pneumatici P245/60R20. E’ sempre la versione Limited a poter essere ordinata nelle versioni Nightshade, che prevedono la scelta di tre colorazioni esterne


Per l’anno 2020 4Runner di Toyota sarà disponibile anche nella versione Venture Edition. Sviluppata sul modello TRD Off-Road questa nuova versione mantiene tutti i sistemi di guida avanzati della versione 4Runner più estrema, ma differisce in alcune soluzioni di design a partire dal portapacchi Yakima Megawarrior, montato sul tetto, che può ospitare tutto il necessario per affrontare al meglio le escursioni in campeggio. Altre differenze si possono notare nel colore dei cerchi da 17 pollici (canna di fucile) mentre i loghi Toyota e 4Runner sono in nero così come gli specchietti, le maniglie esterne e lo spoiler posteriore


l’apparenza inganna ...

e dettagli in nero, mentre per le versioni SR5 e TRD non vi sono altre particolarità da segnalare sulle scelte di design. Da segnalare anche le sofisticate nuove sospensioni Kinetic Dynamic Suspension, ottime per del “vero” fuoristrada, coadiuvate dal Cross Linked Relative Absorber System, che modifica in tempo reale l’escursione delle sospensioni in relazione alle condizioni del terreno. Nell’allestimento TRD Pro la vettura aggiunge ammortizzatori 2.5-inch Fox Internal Bypass accoppiati a speciali molle TRD Tuned. Ovviamente tutti i modelli di 4Runner sono equipaggiati dai più moderni sistemi di sicurezza Toyota quali il sistema di segnalamento pre-collisione con rilevamento pedoni, il sistema di segnalazione abbandono di corsia e i sistemi radar automatici attivati durante la guida con Cruise Control attivo. All’interno dei 4Runner il sistema di intrattenimento compatibile con Apple CarPlay, Android Auto o Amazon Alexa viene controllato da un touchscreen da 8 pollici. Un veicolo completo e spazioso il Toyota 4Runner che non dovrebbe pesare troppo sulle tasche delle famiglie americane con un prezzo base che dovrebbe aggirarsi attorno ai 36.000 dollari, tasse escluse.



focus


Jeep Wrangler

L’AUTOAVVENTURA La Jeep Wrangler è un’icona. Ma grazie alla sua particolare anima, non è solo in grado di portare il suo proprietario nell’avventura. Porta l’avventura da lui, anche nella vita urbana di tutti i giorni di Marco Cortesi


l’autoavventura

Perché

ti compri una Jeep se stai quasi sempre in città? Ci sono molte risposte, estremamente plausibili e ragionevoli. La prima è che la Jeep è una macchina che in città va benone. Inoltre, buona parte degli incidenti avvengono in città, e la Jeep, oltre ad essere indistruttibile, ha una dote innata: sembra spaventare alla grande gli altri automobilisti, che quando incrociano la sua strada immancabilmente si ammansiscono per senso di conservazione. Questa sì che è sicurezza attiva! Scherzi a parte, la cosa che colpisce di più della Wrangler è l’aura di avventura che emana. Riesce a farti sentire un cercatore d’oro della Sierra Nevada, anche se nell’800, ai tempi del sogno californiano o del Klondike, non c’erano ancora ovviamente le auto. Però il feeling è quello. Non ci sono i cavalli e i carri, ma c’è la Jeep. Non per altro il nome Rubicon richiama proprio il Rubicon Trail, sentiero che attraversa i luoghi della corsa all’oro, diventato oggi il punto di riferimento e di raduno indiscusso per tutti gli amanti dell’offroad. Fatto sta che guidando una Wrangler ci si sente un po’ Indiana Jones. Il suo bello è proprio questo. Non solo ti porta nell’avventura ma porta l’avventura in te. Ci sono tante definizioni e caratteristiche che vengono utilizzate per indicare le “vere fuoristrada”. Ma qualunque sia la scelta, la Jeep Wrangler spunta tutte le caselle.



l’autoavventura

Per gli americani ogni occasione è buona per lanciare “limited editions”, come le chiamano loro. In pratica versioni accessoriate, magari prodotte in un numero limitato, per poter offrire alla clientela (e ovviamente fargliela pagare) qualcosa di davvero “esclusivo”. Gli ultimi nati in casa Jeep sono questi Wrangler e Gladiator “Three O Five” (305) Edition… dove il numero altro non è che il codice postale di Miami. Presentate per l’appunto il 1° novembre al Miami International Auto Show, queste edizioni speciali si differenziano soprattutto per l’offerta di carrozzerie in dipinte con i “Miami Colors” e cioè Bright White e Punk’n Orange Metallic. Oltre ai colori vanno anche segnalati un bel numero di accessori Mopar ed alcune esclusive grafiche. Naturalmente le Jeep “Three O Five” saranno prodotte in un numero limitato di esemplari… avete indovinato: 305!

Dal sistema 4x4 permanente all’architettura del telaio “body on frame” con longheroni e traverse, dalle ridotte ai differenziali bloccabili e alle barre scollegabili: tutte le cose sono al posto giusto. Ma è il colpo d’occhio che fa scattare l’applauso a prima vista: la nuova Wrangler conserva intatto l’aspetto, l’indole e l’anima delle prime Jeep. Le linee sono quelle leggendarie e ancora oggi... modulari. Grazie proprio dal telaio non autoportante, la Jeep può essere ridotta ai minimi termini. Le porte sono rimovibili, così come il tetto, sia nella versione “morbida” Sunrider, sia con l’opzione hard top Freedom Top che tra l’altro è modulare e si trasforma facilmente in “targa”. Anche il parabrezza mantiene la storica caratteristica di essere ripiegabile e rimuovibile. Nessuna vettura offre la stessa sensazione di libertà visiva e di guida… anche se, attenzione, in Italia non è consentito circolare senza le portiere! Come detto, nonostante le novità della generazione JL, con una griglia anteriore rinnovata e un’aerodinamica migliorata, la linea rimane quella storica, inconfondibile. Tanto storica da essere entrata nel lessico comune: non servono altre parole, è una Jeep. Tanti sono i dettagli che tradiscono il passare dei tempi, dalle luci a led agli stessi fanali posteriori, prima semplici appendici avvitate alla vettura che servivano a... far luce, oggi veri oggetti di design che denotano qualità costruttiva.



l’autoavventura

Ma mentre all’esterno il rinnovamento va per dettagli, per quanto riguarda gli interni il salto è talmente grande da far quasi parlare di rivoluzione. L’abitacolo ora è decisamente più confortevole ed elegante, con una qualità superiore dei materiali e delle finiture. Il processo, già iniziato con il secondo ciclo della precedente JK, fa ora il salto al livello successivo. La plancia, fedele alla tradizione del marchio, presenta forme pulite e linee scolpite che si abbinano perfettamente al design orizzontale del cruscotto, con finiture che variano in base all’allestimento. Il quadro strumenti (rifinito a mano) propone una superficie morbida al tatto, con cuciture a vista sull’allestimento Sahara mentre i pannelli delle porte anteriori, rivestiti in vinile, sono morbidi al tatto e presentano braccioli più lunghi a beneficio del comfort dei passeggeri. Non va però dimenticato anche il lato più “duro” della Wrangler: sul fondo dell’abitacolo restano presenti gli scoli per l’acqua, in caso di allagamento, e anche se più raffinate, tutte le componenti sono pensate per essere robuste e resistenti. Senza dimenticare la multimedialità, con tre sistemi Uconnect con quadro strumenti LED a colori, schermo tattile capacitivo ad alta definizione e funzioni Apple CarPlay e Android Auto per lo smartphone vivavoce e la navigazione. Particolarmente utile la retro-camera, anche in fuori strada: un modo efficace per evitare di finire in fossi o scarpate.


Il sistema UconnectTM 8.4” NAV di Jeep Wrangler offre i servizi UconnectTM LIVE per visualizzare e controllare numerose applicazioni tramite il display UconnectTM semplicemente collegando il proprio smartphone al veicolo attraverso una connessione Bluetooth. L’appUconnectTM LIVE può essere scaricata dall’AppStore o da Google Play e installata sul proprio smartphone. Inoltre, il sistema Uconnect 8.4” è dotato di serie della ConnectedNavigation (TomTom Live) e dell’esclusiva funzionalità Off-road Pages, che fornisce informazioni utili e in tempo reale al guidatore sugli angoli di inclinazione, il rollio e altre caratteristiche relative alle performance 4x4 del veicolo, come il funzionamento dei sistemi 4x4 e il bloccaggio del differenziale. Inoltre servizi live con infotainment quali musica e radio su Internet, social network, notizie, informazioni e navigazione con aggiornamenti sul traffico in tempo reale. Con UconnectTM LIVE l’utente può accedere tramite lo schermo touch a “Tune In Internet” (web-radio con più di 100.000 stazioni), a “Deezer Internet music” (piattaforma con oltre 35 milioni di tracce musicali), a Reuters (per essere sempre informato) e naturalmente ai principali social media


l’autoavventura

Proprio il fuori strada è (ovviamente) il terreno di caccia per la Wrangler, inimitabile e inarrestabile. Nel dettaglio il sistema di trazione integrale Command-Trac dispone di una scatola di rinvio a due velocità, con rapporto per le marce ridotte di 2.72:1, nonché di robusti assali anteriori e posteriori Dana next-generation. La versione Rubicon, quella più abile nella guida off-road, è equipaggiata con un riduttore off-road inseribile a due velocità con rapporto delle marce ridotte pari a 4.0:1 e bloccaggi elettrici dei differenziali anteriori e posteriori. In più offre un sistema di disconnessione elettronica della barra stabilizzatrice anteriore per aumentare l’escursione delle sospensioni ed incrementare la trazione quando si percorre un tratto particolarmente difficile. A richiesta, per le condizioni più estreme, è disponibile anche il differenziale autobloccante posteriore Trac-Lok, utile in particolare su neve e ghiaccio. A denotare l’attenzione verso l’off-road anche le diverse opzioni per le gomme, da pesare attentamente in funzione dell’utilizzo. Ad esempio, sulle strade bianche sembra di andare su una strada qualunque, solo in modo più divertente. Tuttavia è da tenere in considerazione che più uno pneumatico è specializzato sull’off-road, minori saranno le caratteristiche di tenuta sull’asfalto, specie se bagnato. Però, rispetto al passato, la vera differenza di questa versione JL è che anche nella guida quotidiana non si sacrifica nulla.



l’autoavventura

In occasione del lancio 2018 della quarta generazione la Wrangler era stata messa alla prova sull’impegnativo tracciato del RubiconTrail, tra le montagne a cavallo tra la California e il Nevada, un leggendario tracciato off-road ad ovest del lago Tahoe. Si tratta di un percorso estremamente duro che si arrampica su rocce, pendii e altopiani. Ciascun esemplare di Wrangler era dotato di riduttore off-road RockTrac, inseribile “shift-on-thefly” a due velocità con rapporto delle marce ridotte pari a 4.0:1, assali anteriore e posteriore Dana 44 heavy-duty next-generation, bloccaggi elettrici dei differenziali anteriori e posteriori Tru-Lock per la guida in fuoristrada più estremo e Active Sway Bar System, il sistema di disconnessione elettronica che consente di scollegare la barra stabilizzatrice anteriore per aumentare l’escursione delle sospensioni e incrementare la trazione quando si percorre un tratto particolarmente difficile

Il comfort è quasi da vettura “normale” e si apprezza non solo la posizione di guida alta, ma anche lo stare a bordo in generale. Certamente sia per consumo che per rumorosità non si tratta di un mezzo da autostrada, ma i passi avanti sono sorprendenti anche da quest’ultimo punto di vista. I consumi non saranno da utilitaria (e i lunghi viaggi saranno un po’ più snervanti) ma sono abbordabili: un plus non da poco ad esempio per chi frequenta raduni o pianifica vacanze “on the road”, ma anche per chi usa la Jeep come unica auto quotidiana. A spingere la vettura ci sono motori di qualità: confermato il 2.2 litri turbodiesel da 200 CV, con 450 Nm di coppia a 3000 giri/ min, a cui si aggiunge il nuovo turbo benzina 2.0 quattro cilindri in linea. Un propulsore da 272 cavalli ma soprattutto 400nm di coppia, incremento notevole rispetto al precedente V6 aspirato. Tutti e due i motori sono Euro6 D Temp, e dotati dell’efficiente e pluripremiato cambio automatico a otto rapporti prodotto da ZF. Tutti questi numerosi miglioramenti in termini di allestimento, feeling e qualità contribuiscono a impreziosire un prodotto che già era al top della categoria. Oggi i prezzi base superano i 50.000 euro per la versione a 5 porte Unlimited e i 48.000 per il modello “base”. Un cambiamento che denota anche lo spostamento verso l’alto della vocazione della Wrangler, destinata ad un pubblico sempre più di alto livello.



l’autoavventura

Per la serie “non ci facciamo mancare niente” ecco a voi una Wrangler sei ruote/tre assi che promette di essere davvero “l’arma totale” per i fans Jeep di tutto il mondo. Ribattezzata “Inferno”, questa vettura è basata su una Jeep Wrangler Rubicon 75th Anniversary Hard Rock Edition del 2016 ed è spinta da un motore Dodge Hellcat V8 da 6.2 litri (capace di 707 cavalli!!!) accoppiato ad un “robusto” cambio automatico. Inferno è

una vera 6x6, con tre assali che fanno ciascuno la loro parte grazie ad

una trasmissione costruita appositamente, che conserva la possibilità di bloccare i differenziali al bisogno. E’ presente un “lift” da 5 pollici mentre le gomme sono montate su cerchi 20x12.5. Anche il colore sembra essere una novità: chiamato “Inferno Red” è stato selezionato dal costruttore ed è abbinato ad interni in pelle totalmente neri



racing


Grandi novità per la Dakar 2020

LA SVOLTA ARABA Dopo 11 edizioni disputatesi in Sudamerica (dal 2009 al 2019) la Dakar torna nell’emisfero boreale per immergersi tra le dune del deserto Saudita. Si tratta di una “prima volta” senz’altro affascinante, che ha trovato commenti variegati da parte dei protagonisti storici della gara di Alessandro Rigatto fotografie Edoardo Bauer, Kin Marcin, Naim Chidiac, Flavien Duhamel, Marian Chytka per Red Bull Content Pool


la svolta araba

Torna

Freschi vincitori del titolo iridato 2019, Stephane Peterhansel e la sua consorte Andrea saranno protagonisti anche alla Dakar 2020, sulla fida X-raid Mini John Cooper Works

nell’emisfero boreale la Dakar, dopo 11 edizioni disputatesi in Sudamerica (dal 2009 al 2019 compreso) e dopo un’intera storia di corse, sfide e disgrazie in Africa e nel Sahara. Proprio in quella zona ex-francese del continente nero, dilaniata da guerre infinite e resa insicura da terroristi e predoni che, anno dopo anno, avevano portato incertezza e lutti fino al punto di dover annullare l’edizione 2008 in seguito alla morte di quattro turisti francesi in Mauritania, uccisi alla vigilia di Natale nel Paese che avrebbe dovuto ospitare ben otto tappe della gara inventata da Thierry Sabine nel 1979. “Quando ho sentito le prime voci riguardo al cambio di location - ha dichiarato Cyril Despres, 5 volte vincitore alla Dakar - mi sono ricordato delle parole del fondatore, Thierry Sabine. Tanti anni fa, parlando del significato della scoperta, disse che se ami scoprire l’Africa amerai anche scoprire qualsiasi altra parte del mondo. Ho constatato che ciò è vero quando siamo andati a correre in Sudamerica e sento che sarà vero ancora oggi, più di 10 anni dopo.” Si aprirà quindi tra poche settimane un nuovo capitolo della “classica” di inizio anno, con una sorta di ritorno ai paesaggi di un tempo: quelli desertici, fatti di sabbia finissima e dune, stavolta in Arabia Saudita. Scelta per certi versi comprensibile, vista l’importanza dei mercati mediorientali per la vendita di automobili d’élite, ma altri versi quantomeno sorprendente, visto che nel Paese asiatico solo da poco è permesso alle donne di guidare da sole. E, a quanto pare, al via della Dakar 2020 ci saranno equipaggi arabi femminili!


Lo specialista russo Jakub Przygonski in gara al Rally Kazakshtan


la svolta araba

Intervistato da Marco Cortesi per #cheauto! (www.cheautomagazine.com) anche Lewis Hamilton ha recentemente detto la sua sulla decisone presa da Fernando Alonso. E a proposito di una sua eventuale “voglia di sterrato” il Campione del Mondo di Formula 1 ha detto: “Direi di no, perlomeno per adesso. Le gare off road e i rally sono molto emozionanti ma al momento non sono obiettivi a cui sto pensando. Oggi il mio focus sono le corse in circuito e la Formula 1 in particolare… ma in futuro, chi lo può mai sapere…?”

Il divieto di guidare per le donne arabe, decaduto nel giugno del 2018, non era mai stato codificato da una legge: era stato introdotto nel 1990 in maniera “informale” attraverso una fatwa del Gran Mufti, l’autorità religiosa wahhabita più anziana e influente in Arabia Saudita, e poi era diventato politica ufficiale del governo. Comunque sia dal 2018 le donne arabe possono prendere la patente e guidare sia auto private ma anche bus pubblici e persino taxi. L’Arabia Saudita sarà teatro quindi della sfida nel deserto per l’edizione 2020 e per le successive quattro, come contrattualizzato tra gli organizzatori e il principale produttore mondiale di petrolio. La location, tra l’altro, appare perfettamente adeguata alle necessità della competizione: in Arabia Saudita si trovano 2 milioni di chilometri quadrati di deserto e la regione montuosa dell’Asir è in grado di ospitare prove speciali ad alto tasso di difficoltà per i veicoli a 2 e 4 ruote, oltretutto in un ambiente straordinariamente affascinante. Come nell’edizione 2019, disputatasi interamente in Perù, anche la prossima non prevederà sconfinamenti, restando interamente all’interno dei confini nazionali arabi. “Quando ho sentito per la prima volta che la Dakar si sarebbe spostata in Arabia Saudita mi sono un po’ sorpreso. - ha commentato Stèphane Peterhansel, 13 volte vincitore - Poi ho guardato le mappe e capito che sarebbe stato un bel posto dove correre, considerato che il Paese è veramente grande, con tutti i tipi di terreno… il percorso di gara dovrebbe essere interessante davvero. Tanto deserto mi dà inoltre la speranza che la nuova Dakar sia simile alle edizioni che si correvano in Africa.” Gli equipaggi di auto, moto e camion andranno a competere in un territorio sostanzialmente vergine per questo genere di sfide,


Una suggestiva immagine dei coniugi Peterhansel scattata durante il Rally Kazakshtan del maggio scorso


la svolta araba

Da sempre un ruolo importante alla Dakar è riservato ai camion. Questi è Dmitry Sotnikov durante il Rally Kazakshtan



la svolta araba

Andrea Schiumarini, dopo il suo debutto all’edizione 2019 con un Ford Raptor in categoria T2 (dove ha conquistato il terzo posto) per la Dakar 2020 ha cambiato veicolo per entrare in T1 con una Mitsubishi Pajero WRC Plus: “Mi ritengo molto fortunato a partire per la mia seconda Dakar, proprio nell’edizione dove si cambia paese e territorio dopo l’esperienza del Perù – ha detto Andrea - Nel 2019 in Perù il tracciato era tutto concentrato sulle dune, con cordoni considerati tra i più alti al mondo, e quindi con un tipo di guida molto tecnico ed impegnativo. In Arabia Saudita ci saranno dune più basse e terreni più scorrevoli. Sarà quindi una gara meno tecnica rispetto al Perù.” Schiumarini correrà con una vettura di RTeam, considerata la più importante azienda di preparazione e noleggio per i rally-raid. Nata del 1989 RTeam ha all’attivo 10 partecipazioni alla Dakar, 8 Campioni Italiani, 2 titoli mondiali in classe T2

dopo 11 anni in Sudamerica che hanno visto vittorie a ripetizione dei team meglio organizzati: 3 volte di fila le Volkswagen Touareg, 4 volte consecutive le Mini Countryman Dakar, 3 volte i buggy Peugeot 2008 e 3008 DKR e l’anno scorso il pickup Toyota Hilux, preparato in modo impeccabile dal Gazoo Racing per il rallista del Qatar Nasser Al-Attiyah, per diversi anni protagonista nella serie iridata rally con Ford e Citroen WRC semiufficiali. “Penso che sarà veramente eccitante per tutti questa nuova location - ha dichiarato recentemente Al-Attiyah - quando si cambiano i luoghi di gara, cambia anche il terreno. In effetti ho una grande esperienza nelle gare in Medio Oriente e in particolare in Arabia Saudita, avendo vinto due volte il Rally Hayel nel 2008 e nel 2011. Punto decisamente al podio e credo di essere uno dei favoriti. Abbiamo perso tanto nel lasciare il Sudamerica, come terreno di gara, e suoi fantastici tifosi, ma adoro la Dakar e la amo ovunque si corra”. Ma non solo su di lui saranno puntati i riflettori quest’anno: allo squadrone giapponese si è infatti aggiunto l’asturiano Fernando Alonso. Lo spagnolo, due volte campione del mondo di Formula 1 con la Renault e vincitore della 24 Ore di Le Mans proprio con un prototipo Toyota, ha deciso di mettersi alla prova fuori dalle strisce di asfalto che caratterizzano gli autodromi per puntare direttamente al successo nel probante raidmarathon di gennaio… contando forse sul fatto che il percorso inedito per tutti, piloti e team, possa equilibrare le forze in campo e permettere, almeno in teoria, l’exploit di un debuttante assoluto. Per Alonso si tratta anche di un modo per dimenticare le delusioni degli ultimi anni in Formula 1 (sconfitto prima dal suo nervosismo in Ferrari e poi dalla modesta competitività



la svolta araba


La star perlomeno al via della Dakar 2020 sarà senz’altro Fernando Alonso. L’ex Formula 1 ha preso molto sul serio questa impresa e si è allenato per mesi, partecipando anche ad un paio di rally piuttosto probanti


la svolta araba

Nasser Al-Attiyah festeggia il successo all’arrivo dell’ultima tappa della Dakar 2019, da Pisco a Lima (Perù) il 17 gennaio

delle McLaren motorizzate Honda degli ultimi anni) e del fallito tentativo di vincere la 500 Miglia di Indianapolis 2018, sempre su una monoposto spinta dai propulsori giapponesi. Alla Dakar 2020 il campione iberico si sta preparando con metodo e professionalità: da alcuni mesi ormai testa con perseveranza il pickup Hilux puntando, nel suo intimo, a essere il secondo vincitore della 24 Ore di Le Mans a imporsi anche alla Dakar: prima di lui solo il belga Jacky Ickx riuscì nell’impresa, grazie alla vittoria del 1983, al volante di una Mercedes-Benz 280 GE. Ickx mancò in seguito il successo assoluto in terra d’Africa sulle Porsche e sulle Peugeot ufficiali, battuto prima dallo specialista René Metge sulla 959 e poi dai rallisti finlandesi Juha Kankkunen, sulla 205 T16 Grand Raid, e Ari Vatanen, che vinse quattro edizioni in cinque anni pilotando le 205 T16 Grand Raid, le 405 T16 Gran Raid e la Citroen ZX Rallye-Raid. Era il periodo in cui le vetture da gara stavano sempre più specializzandosi, perdendo i connotati dei modelli di serie per assumere le sembianze di prototipi a metà strada tra buggy e vetture da rally. Le prime esperienze di Alonso in fuoristrada paiono comunque essere promettenti: nell’Al Ula-Neom Cross-Country Rally in Arabia Saudita, disputatosi dal 5 al 9 novembre, l’asturiano ha concluso al terzo posto assoluto al volante del pickup Toyota, confermando tra l’altro l’ottimo affiatamento con il navigatore Marc Coma, 5 volte vincitore della Dakar in moto e ora passato sul sedile di destra dell’Hilux del connazionale. La Dakar 2020 scatterà il 5 gennaio da Jeddah, la seconda città più grande dell’Arabia Saudita, sulla costa occidentale, per terminare il 17 gennaio ad Al-Qiddiya, dopo 12 tappe e circa 9mila chilometri. Giornata di riposo l’11 gennaio nella capitale Riad.



racing

CIVF by FIF 2019

al fotofinish!


Si è conclusa una stagione ricca di novitĂ e soprattutto di colpi di scena. Sei gli appuntamenti con il titolo assegnato a Alberto Gazzetta negli ultimi chilometri dell’ultima gara di Palagano

fotografie di Marzia Camerano


al fotofinish!

Il Alberto Gazzetta - Denis Cortese (Ford Fiesta Proto)

Campionato Italiano Velocità Fuoristrada ha una lunga storia e per la FIF è sicuramente l’attività agonistica più “anziana”, avendo spento quest’anno 44 candeline. Dal 2015 il campionato è ritornato sotto la guida e la gestione della FIF, a seguito dell’accordo con ACI Sport e da allora è stato ribattezzato CIVF by FIF. Caratteristica principale delle gare è proprio la velocità che in questo caso (unico) si coniuga con il fuoristrada. Si lotta per superare le asperità del tracciato nel minor tempo e possono partecipare auto fuoristrada, pickup, suv e UTV. Quella di quest’anno è stata una stagione ricca di novità (non solo dal punto di vista puramente agonistico) in quanto FIF si sta impegnando per un rilancio e una promozione in grande stile del campionato… e i risultati già si intravedono con un numero dei iscritti passati dalla dozzina del 2015 ai 22/23 della stagione appena conclusa. La stagione 2019 si è articolata su sei gare. I motori si sono accesi nel weekend del 6/7aprile sulla ormai conosciuta pista di Polcanto, in provincia di Firenze. Con grande sorpresa, all’arrivo i piloti hanno trovato una pista rinnovata, più lunga e con tratti più tecnici. La gara, davvero intensa e ricca di colpi di scena durante tutte le 5 prove cronometrate, alla fine è stata appannaggio di Emanuele Lagrotteria, che ha avuto la meglio su Duilio Lonardi dopo un lungo e spettacolare duello.

Ivan Martorelli (Polaris)

Dalla Toscana la carovana del CIVF si è trasferita in Emilia Romagna, a Palagano, in provincia di Modena nella storica e tecnica


I Campioni Italiani 2019 Alberto Gazzetta Denis Cortese e la loro Ford Fiesta Proto


al fotofinish!


Grazie al 6° posto conquistato nell’ultima gara Stefano Fioroni (Suzuki) si è laureato vicecampione 2019

pista del Dragone. Vittoria per la new entry di quest’anno, il ritrovato Ivano Nicoletta che, al volante della sua Suzuki proto turbodiesel, ha messo tutti dietro in una corsa difficile, resa più impegnativa dalla pioggia battente. Non sono mancate le rotture meccaniche e solo chi ha avuto l’obiettivo di arrivare in fondo è stato premiato dal podio, che ha visto Alberto Gazzetta (navigato da Denis Cortese) e Ivan Martorelli al fianco del vincitore Nicoletta. A giugno tutti in Liguria, in provincia di Savona, per il terzo appuntamento stagionale al crossodromo di Sassello, altra pista ben nota ai piloti. Altri interessanti piloti si sono aggiunti nell’occasione, con i rientri in campionato di Alberto Bonino e di William Niati, entrambi su Suzuki proto. Nell’occasione si ritorna alla partenza a coppie e lo spettacolo aumenta già dalle prime battute, con una lotta dura e spettacolare. Nicoletta mette a segno un altro successo ma subito dietro c’è Lagrotteria che, grazie al secondo posto, conserva la leadership del campionato. Sul terzo gradino del podio c’è infine “thedoctor” Stefano Fioroni. Il giro di boa della stagione riserva una bella sorpresa: dopo 13 anni si torna a correre a Ceriano Laghetto, a poco più di 20 chilometri a nord di Milano. Sono ben le 30 (!!!) vetture iscritte alla gara e tutti sono ansiosi di verificare sul campo le “novità sperimentali” che FIF ha programmato per questo quarto appuntamento stagionale. Si parte subito con le prove cronometrate che daranno l’ordine di partenza della prima prova speciale, sarà anche la prima prova


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Emanuele Lagrotteria, in lotta sino all’ultima gara per il titolo, è finito terzo con la sua “Equivoque”

in notturna della storia del campionato! Dopo la pausa cena, durante la notte bianca programmata dal comune di Ceriano Laghetto (con tanto di parata per le vie del paese, un parcheggio dedicato per esposizione e… un temporale estivo giusto per rendere più emozionante la serata) il CIVF si conquista l’attenzione di tutti alle 22, con una gara super-suggestiva e sono i fari appositamente montati sulle vetture a illuminare il tracciato e il cielo di Ceriano Laghetto. Una novità che è piaciuta a tutti, dai piloti al pubblico presente. Domenica la gara è proseguita in modo tradizionale con le altre 4 speciali. Tanti i testa a testa in tutte le classi, con la partenza a coppie che ha sicuramente aumentato la bagarre tra salti e sorpassi. Ivano Nicoletta, alla terza vittoria di fila, inizia a fare un pensierino al titolo assoluto, anche se saldamente in testa alla graduatoria c’è ancora Lagrotteria, arrivato terzo e ben motivato a pensare più al campionato che non alla singola gara. Secondo sul podio c’è Luca Pagani, eccellente esordiente in questo campionato. Nel secondo weekend di settembre tutti a Veglio, in provincia di Biella, per la più storica e la più tecnica di tutte le gare in calendario, e dove è impossibile imbastire un pronostico, perché a Veglio tutto può succedere e tutto succede. E la tradizione non si smentisce. C’è stata grande alternanza di piloti in prima posizione e tra rotture meccaniche e errori in pista la gara è stata ricca di colpi di scena. La vittoria è andata all’equipaggio di casa Gazzetta-Cortese che, grazie ai punti


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conquisati, si sono avvicinati a Emanuele Lagrotteria, leader della classifica provvisoria di campionato.

Il CIVF 2019 ha registrato un sensibile aumento dei partecipanti. Tra questi anche molti “rientri”, come William Niati, qui in “volo” con la sua Suzuki

Per il sesto e l’ultimo appuntamento stagionale si torna a Palagano, stavolta niente pioggia ma sole e tempo bello, che richiamano ancora più spettatori. Sulla storica pista del Dragone ci si gioca il titolo. Sono cinque i piloti che matematicamente possono ancora ambire al successo finale, ma il terzetto composto da Lagrotteria, Gazzetta e Fioroni (staccati tra loro da una manciata di punti) hanno maggiori chanches. In gara i colpi di scena si susseguono prova dopo prova, tenendo tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo. Ne sa qualcosa l’esperto Duilio Lonardi, che sul più bello ha dovuto cedere la leadership a causa della rottura delle sospensioni, regalando così la testa della gara a Gazzetta che, in ottica di campionato, ha preferito una strategia conservativa, cedendo a sua volta il comando a Ivan Martorelli al volante di una Polaris, che diventa così il più giovane pilota ad aver vinto una gara del CIVF. Chiusura di stagione sfortunata invece per Lagrotteria che, dopo una bella serie di successi, nell’appuntamento decisivo ha avuto problemi meccanici alla sua Equivoque. Grazie al sesto posto conquistato in questa ultima gara Stefano Fioroni, al volante della Suzuki proto, ha invece agguantato il secondo posto nella classifica finale relegando Lagrotteria al terzo. Il 2019 va in soffitta, con un bilancio positivo e tante novità che saranno la base concreta su cui costruire un campionato ancora più bello e appassionante nel 2020.


Ivan Martorelli (Polaris) è il piÚ giovane pilota ad aver vinto una tappa (Palagano) del CIVF


al fotofinish!

CLASSIFICA ASSOLUTA CAMPIONATO ITALIANO VELOCITA’ FUORISTRADA 2019 CLASSE

PUNTEGGIO POLCANTO PALAGANO SASSELLO CERIANO L. VEGLIO TOTALE COEFF. 1,5

PALAGANO COEFF. 1,5

1. GAZZETTA Alberto B1 363 73,5 55 46 46 60 82,5 2. FIORONI Stefano M 337 82,5 37 52 49 52 64,5 3. LAGROTTERIA Emanuele M 332,5 90 49 55 52 40 46,5 4. MARTORELLI Ivan TM2.2 325 60 52 34 34 55 90 5. TONELLA Marco A1 305,5 69 46 43 31 43 73,5 6. PIZZATO Andrea N1+B1 252,5 64,5 0 37 27 46 78 7. LONARDI Duilio TM2.1 219,5 78 40 0 17 29 55,5 8. NICOLETTA Ivano B2 203 0 60 60 60 23 0 9. ADRIANI Emanuele TM2.2 167 51 0 27 13 25 51 10. PERETTO Silvio B1 161,5 55,5 0 29 40 37 0 11. BONICELLI Veronica A1 157 46,5 43 0 0 0 67,5 12. BONINO Alberto B2 121 0 0 49 23 49 0 13. MASCIOLI Beatrice A1 105,5 40,5 0 40 25 0 0 14. BERTOLANI Denis TM2.2 94 0 34 0 0 0 60 15. NIATI William B1 74 0 0 31 43 0 0 16. MOSCATI Renato M 64,5 43,5 0 0 21 0 0 17. NIGRO Gianluca A1 60 0 0 0 29 31 0 18. PAGANI Luca TM2.1 55 0 0 0 55 0 0 19. MOSCATI Francesco B1 52,5 37,5 0 0 15 0 0 20. BOTTARO Riccardo M 37 0 0 0 37 0 0 21. PE Manuel A1 34 0 0 0 0 34 0 22. GATTONI Paolo B1 27 0 0 0 0 27 0 23. BIANCHI Alessandro TM2.2 19 0 0 0 19 0 0


Il podio dell’ultima gara a Palagano: al centro la Polaris del vincitore Ivan Martorelli, alla sua destra la Ford Fiesta di Gazzetta - Cortese e a sinistra la Suzuki di Pizzato e Paolo Gazzetta


notizie

La Federazione Italiana Fuoristrada va in tv

VA ORA IN ONDA…

Promuovere e condividere la passione per il fuoristrada in 4x4 è da sempre lo scopo della Federazione Italiana Fuoristrada, ed è proprio per questo che da qualche anno il Consiglio Federale ha deciso di potenziare e rendere totalmente operativo il settore della Comunicazione. E’ questo un obiettivo assolutamente necessario, sia per dar modo a tutti gli iscritti di conoscere quanto accade intorno a loro e soprattutto per loro, sia per far conoscere la Federazione al di fuori della nicchia degli appassionati del settore. Nonostante la presenza di un sito web istituzionale, una pagina e numerosi gruppi Facebook e di un canale Youtube, ci si è resi conto che si poteva far di più, e così, dopo oltre quarantacinque anni dalla costituzione della FIF, è stato creato un Ufficio Stampa composto da professionisti che, come primo

passo, ha riportato in vita la rivista istituzionale “Fuoristrada 4x4”, questa volta in formato digitale per stare al passo con i tempi. Ma ci si poteva accontentare del numero di persone raggiunte? Ovviamente no, e così si è deciso di accettare una nuova sfida in nome della nostra passione: una trasmissione televisiva dedicata esclusivamente la mondo e alle attività della Federazione Italiana Fuoristrada. Infatti, a partire dal mese di novembre, sulle emittenti Odeon Tv e Canale 65 (rispettivamente 177 e 65 del digitale terrestre) sono in onda due trasmissioni della durata di un’ora ciascuna, il secondo e il quarto giovedì del mese alle ore 22.45. Si spazierà dai temi istituzionali, alla Scuola federale, dai raduni amatoriali all’agonismo in 4x4, si darà voce a soci e a piloti, ma soprattutto si parlerà di fuoristrada e di rispetto della natura. Sono appuntamenti da non mancare, seguiteci in questa nuova sfida, ne vedrete delle belle.


In occasione di Carrara 4x4 Fest dello scorso ottobre, il dispositivo antiparticolato Econo Truck della Dukic Day Dream, si è aggiudicato il Best Innovation Award. Istituito da IMM-Carrara Fiere per promuovere le innovazioni tecnologiche, questo riconoscimento ha visto primeggiare il dispositivo dell’azienda vicentina che, migliorando la combustione, consente di ridurre la produzione di inquinanti. I comuni filtri come FAP o DPF si limitano ad intrappolare gli inquinanti prodotti dai motori diesel per poi liberarli, dopo il processo di rigenerazione del filtro stesso, in dimensioni infinitesimali. I dispositivi “Tre D” della Dukic Day Dream invece vengono montati a monte del processo di combustione, migliorandone la resa, abbattendo le parti incombuste e riducendo il consumo di carburante. I dispositivi della Dukic Day Dream inoltre possono anche lavorare in combinazione con i filtri antiparticolato installati di serie sulle vetture. Grazie ad una convenzione stipulata con FIF i tesserati godono di uno sconto del 12% per l’acquisto del dispositivo


storia IL REGISTRO STORICO FIRMATO LAND ROVER

IL SAPORE DELL’AVVENTURA A Padova esposti tre modelli del Land Rover del Registro Storico Italiano, tra cui la mitica Aziza 1 con cui Nino Cirani, nel lontano 1962, percorse i 31.000 chilometri da Milano a Ceylon. Un viaggio avventuroso durato quasi cinque mesi

La

rassegna “Auto e Moto d’Epoca” che ogni anno si tiene a Padova in ottobre, è ormai un punto di riferimento fisso per gli appassionati delle vetture storiche e quest’anno, come ormai di consueto, era presente anche il Land Rover Registro Storico Italiano. L’attività del Registro Storico (Club Federato ad ASI, Automotoclub Storico Italiano) è principalmente rivolta alla registrazione e alla catalogazione del maggior numero di vetture Land e Range Rover storiche e classiche presenti nel nostro paese. Vengono raccolte informazioni e caratteristiche delle vetture, attestandone le condizioni e, nel caso di restauro, viene promosso il ripristino con caratteristiche conformi alle vetture originali. Grazie ad un forum di discussione vengono inoltre accolte richieste e nello stesso tempo consulenze su temi tecnici e relativi al restauro. Per promuovere e valorizzare le vetture storiche iscritte vengono organizzati convegni, mostre e raduni e vengono pure stampate speciali pubblicazioni.



il sapore dell’avventura

“Siamo orgogliosi di poter rappresentare la Casa di Solihull in un contesto così importante per gli appassionati dell’heritage - ha sottolineato a Padova Pierluigi Ducci, presidente del Land Rover

Registro Storico Italiano - è questo un evento importante e che segna un’altra rilevante tappa nell’opera di diffusione della cultura perseguita da sempre dal Registro Storico Land Rover, che in ogni occasione offre al pubblico e all’appassionato la possibilità di ammirare veicoli storici che normalmente sono chiusi nei musei o che fanno parte di collezioni private

Nell’ edizione 2019 della rassegna padovana il Land Rover Registro Storico Italiano ha esposto tre modelli particolarmente significativi: una Land Rover 90 degli anni “80, una Range Rover Classic del 1990 e soprattutto la “mitica” Land Rover Series IIA del 1962, battezzata Aziza 1, che divenne famosa una sessantina di anni fa per un viaggio che chiamare avventuroso è davvero poco. Agli inizi degli anni Sessanta, tranne rare eccezioni, gli unici fuoristrada circolanti sulle nostre strade erano le Fiat Campagnola in dotazione alle forze armate. Ma c’era già qualche italiano che affrontava le piste e i deserti di tutto il mondo a bordo di una Land Rover. Il suo nome era Nino Cirani (1926-1998) e la prima avventura che lo vide protagonista nel 1962 fu il lunghissimo viaggio da Milano a Ceylon: 138 giorni e 31.000 chilometri percorsi su una Land Rover 88 battezzata Aziza 1, dall’arabo aziza, cioè “carina”. L’idea originale era quella di spingersi fino a Singapore, dopo aver attraversato la Birmania, ma una serie di problemi politici impedirono l’ingresso nell’odierna Myanmar e le proibitive condizioni della Stilwell Road (la famosa strada costruita durante il secondo conflitto mondiale che percorreva tutta la penisola indocinese fino a Bangkok) convinsero Cirani a ripiegare su Ceylon. Alcuni anni dopo, nel 1965 fu la volta dell’Africa, con la traversata da Città del Capo fino al Cairo, 53.000 chilometri percorsi in otto mesi e mezzo di viaggio a bordo di una Land Rover 109 battezzata Aziza 2. Rispetto al viaggio precedente, la traversata del continente africano si rivelò un’impresa


molto faticosa e difficile da portare a termine, soprattutto a causa della totale assenza di piste in alcune delle zone attraversate. Ad esempio, in tutta l’enorme area compresa tra Addis Abeba e il lago Rodolfo, le uniche informazioni disponibili all’epoca erano riportate in una vecchia guida risalente al periodo di Mussolini. Rientrato in Italia Cirani si mise subito al lavoro per una nuova spedizione e tra l’estate del “68 e la primavera del “ 69 portò a termine una straordinaria avventura destinata a diventare la sua maggiore impresa: la traversata dell’intero continente americano da nord a sud, a bordo di una nuova Land Rover 109, battezzata Aziza 3. Si trattò di un vero e proprio viaggio da record: in circa 11 mesi infatti vennero percorsi oltre 102.000 chilometri, dall’Alaska fino alla Terra del Fuoco in Chile. Nel corso di questo viaggio, che rappresentava comunque il più lungo raid automobilistico fino ad allora mai effettuato, venne stabilito anche il record di altezza massima sul livello del mare mai raggiunta da un veicolo a motore, quando l’Aziza 3 conquistò sulle Ande Boliviane la quota di ben 5.007 metri, alle pendici della vetta del Cerro Rico. Nel pieno di questa avventura Cirani ten-

tò anche di superare l’impenetrabile giungla della Serrania del Darien, la catena montuosa nell’istmo di Panama, riuscendo però ad inoltrarsi solo per alcune decine di chilometri. Attraversare quei luoghi con un solo veicolo e senza l’appoggio di un’adeguata struttura di sostegno era del resto un’impresa impossibile e solo alcuni anni dopo, tra il 1971 e il 1972, una mega spedizione organizzata dalla Land Rover per il lancio della Range riuscì a portare a termine l’impresa. Dopo aver attraversato in totale 18 paesi (Stati Uniti, Canada, Messico, Guatemala, Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Colombia, Venezuela, Ecuador, Perù, Bolivia, Argentina, Cile, Paraguay, Brasile) e superato ben 64 controlli doganali, l’Aziza 3 venne imbarcata nel porto di Rio de Janeiro sulla motonave Augustus per rientrare felicemente in Italia. Negli anni successivi Nino Cirani continuò infaticabile la sua attività di raid-man a “trazione integrale” intorno al mondo, effettuando ben cinque ricognizioni nel Sahara (197273-74-78-79), una nuova traversata in Asia (1975) e una in Africa (1977)… senza farsi mancare il periplo dell’Australia (1978), della Nuova Zelanda (1978) e dell’Islanda (1980).


eventi


MAHINDRA CRESCE IN ITALIA

Un raduno GOURMET! Riuniti per la terza edizione i possessori della Mahindra XUV500 nello splendido scenario delle colline della Val Tidone e Val Trebbia, tra pavese e piacentino. Divertimento, prove di abilitĂ e tanto buon cibo


un raduno gourmet!

Il

marchio automobilistico Mahindra nasce in India nel 1945. Inizialmente si è imposto come assemblatore di autoveicoli, tra cui anche la famosa Jeep, ma con il passare degli anni l’impresa indiana divenne un vero produttore, tanto da divenire nel 2005 il più grande costruttore di SUV in India. Nell’ultimo decennio Mahindra ha anche avviato una intensa attività agonistica (è tra le protagoniste del campionato di Formula E) e si sta pian piano affermando anche in Italia, grazie ai due SUV, il piccolo KUV100 e il più grande XUV500, e al pickup Goa, che nella sua nicchia di mercato sta riscuotendo un certo successo. La terza edizione del raduno riservato ai clienti italiani, svoltosi a inizio novembre, ha avuto come scenario la Val Tidone e la Val Trebbia, a cavallo tra le colline pavesi e le colline piacentine, località conosciute soprattutto per le eccellenze enogastronomiche e paesaggistiche. Quello di quest’anno è stato un raduno volutamente “esteso” e quindi aperto ai possessori di altri veicoli Mahindra quali le più piccole KUV100 e il più commerciale Goa Pickup Plus, mezzo particolarmente a proprio agio sui percorsi off road grazie alle quattro ruote motrici e alle ridotte con inserimento elettrico. Quale “ospite d’onore” all’appuntamento era presente anche una Thar, veicolo derivato dalla Jeep Willis e che era assemblato negli stabilimenti Mahindra nella metà degli anni “40.



un raduno gourmet!

Ancora tutta da scoprire in Europa, Mahindra è una realtà molto importante a livello globale, operativa anche nei settori nautico, aeronautico, dei mezzi agricoli, dell’innovation technology, degli investimenti immobiliari e altro ancora. L’Azienda ha più di 70 anni di storia e attualmente conta oltre 240.000 dipendenti, copre 100 mercati in 6 continenti, raggiungendo 20,7 miliardi di dollari di fatturato. Mahindra detiene il pacchetto di maggioranza in Pininfarina, SsangYong Motor Company e Peugeot Scooters. Nel 2016 ha inoltre acquisito i marchi motociclistici BSA e Jawa. Molto attiva nel motorsport, Mahindra vanta come costruttore un’attività racing ad ampio raggio che ha il fulcro nella partecipazione al Campionato FIA Formula E

Nel corso del raduno ci sono stati momenti di relax e di gioco, anche per i più piccoli, alternati alla guida con passaggi in fuoristrada piuttosto impegnativi e a prove di abilità. Erano stati preparati due distinti percorsi, uno per i veicoli 2WD e l’altro per quelli 4WD, una scelta che ha ottenuto il consenso unanime dei partecipanti. La voglia di esserci e il divertimento era palpabile fin dal briefing di rito…. e arrivati al Castello di Luzzano i partecipanti si sono subito cimentati in una spettacolare prova fuoristrada, giusto per scaldare i motori e gli animi e far cominciare nel modo migliore un weekend divertente tra paesaggi collinari e del buon cibo! L’aspetto enogastronomico è stato infatti uno dei protagonisti del raduno; nella seconda giornata la carovana si è ricompattata nella piazza di Borgonovo Val Tidone ed è ripartita per un tour turistico da vero gourmet. Prima tappa a Pianello Val Tidone nell’agriturismo Santa Giustina per la degustazione di prodotti locali e visita alla cantina. Seconda sosta nell’imponente complesso fortificato della Rocca d’Olgisio con visita alla fortezza e doveroso spuntino! Infine percorso conclusivo verso la Val Trebbia, con arrivo finale all’agriturismo Filietto dove ad attendere i radunisti c’era un superpranzo “padano” e, come in tutte le manifestazioni che si rispettino, la premiazione per le varie prove di abilità. Peggio per chi non c’era…ma l’appuntamento per la quarta edizione è già fissato!


La XUV500 è il SUV top di gamma della Mahindra per il mercato europeo. La terza generazione, presenta modifiche sia estetiche che meccaniche. L’erogazione dei 140 cavalli del motore 2.2 litri turbodiesel è ora più fluida, i bruschi passaggi nel cambio di marcia sono stati annullati e l’insonorizzazione è notevolmente migliorata a vantaggio del comfort di marcia. XUV500 presenta adesso un nuovo frontale e nuove luci led diurne e, al posteriore, un nuovo portellone con gruppi ottici sdoppiati e paraurti ridisegnato mentre gli ampi spazi interni permettono di viaggiare anche in 7 su tre file di sedili. Interessante anche il nuovo sistema di sospensioni sviluppato per un utilizzo su strada e fuoristrada. La trazione può essere anteriore o integrale disinseribile, che ripartisce automaticamente la coppia tra asse anteriore e posteriore grazie ad un controllo elettronico di ultima generazione


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