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Il medico risponde
La gestione di tutte le reazioni non allergiche post puntura va da semplici procedure come l’applicazione di un cubetto di ghiaccio, a farmaci per uso topico o da assumere per bocca nei casi di maggior impegno. Si tratta di antistaminici e/o corticosteroidi prescritti dal medico curante. I soggetti che hanno allergia nota a punture di insetto devono avere con sé una puntura pre-riempita di adrenalina pronta all’uso, che viene fornita direttamente dallo specialista allergologo.
Negli ultimi anni è divenuta rilevante nel nostro Paese l’incidenza di febbre West Nile . Si tratta di una virosi trasmessa da zanzare che compare in media 14 giorni dopo la puntura. Nella maggior parte dei casi è asintomatica, nel 20% dei soggetti presenta sintomi lievi (febbre, cefalea, stanchezza, nausea/vomito, linfoadenomegalia, esantemi), nel 1% invece (1/150) il quadro può essere grave con febbre elevata, disorientamento, tremori, crisi epilettiche fino al coma. Non esistono vaccini né terapie specifiche per questa infezione, pertanto risulta fondamentale la prevenzione.
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Vi sono numerose gravi malattie, soprattutto al di fuori dell’Europa, i cui agenti patogeni possono essere veicolati da zanzare (febbre gialla, Dengue, Zika, malaria), in questi casi, in vista di un viaggio all’estero, è obbligatorio rivolgersi al Servizio vaccinale del proprio distretto di residenza per organizzare le vaccinazioni ed eventuali profilassi farmacologiche.
I morsi di ragno si riconoscono perché caratterizzati da due punti vicini con pomfo circostante. In generale non sono pericolosi, tranne nel caso del ragno violino (ragno bruno), la cui puntura, inizialmente non dolorosa, nel giro di qualche ora dà origine ad una vescicola sanguinolenta che va a rottura con formazione di un’ulcera e, raramente, sintomi generali come febbre, malessere, vomito. In questi casi è necessaria una valutazione medica.
Le zecche fanno parte della famiglia degli aracnidi , quindi anche in questo caso si parla di morso; hanno dimensioni di pochi millimetri, otto zampe ed una porzione anteriore, detta rostro, responsabile del morso sulla cute. Vivono da parassiti su ospiti animali selvatici e domestici e si trovano in zone boschive con vegetazione rigogliosa, nei prati dove l’erba è alta e in ambienti umidi. Durante l’inverno cadono in letargo, pertanto le punture sono frequenti in primavera-estate e riguardano sedi corporee esposte o pieghe cutanee (collo, caviglie, spalle, ascelle, pieghe inguinali), dove la zecca può rimanere attaccata anche per diversi giorni. Il morso di solito è scarsamente avvertito, perché il parassita in quel momento emette una sostanza anestetica. Il principale problema legato al morso di zecca deriva dalla possibilità che sia vettore di patologie infettive, in particolare Morbo di Lyme e meningoencefalite. Per questo motivo tutte le punture di zecca devono essere valutate da un medico che potrà consigliare, se necessario, le terapie da effettuare dopo la rimozione del parassita. Questa manovra, peraltro, va compiuta da mani esperte perché vi è il rischio che un’asportazione scorretta irriti la zecca provocando un rigurgito che inietta nella cute eventuali patogeni. La rimozione deve avvenire il prima possibile , è controindicato l’utilizzo di qualsiasi sostanza prima di essa (ammoniaca, disinfettanti o altro) e va eseguita con una pinzetta che agganci il parassita il più vicino possibile alla cute e con una manovra rotatoria asporti il rostro. A seguire la zona va disinfettata ed è necessario mantenere monitorato il soggetto per quattro settimane per individuare precocemente eventuali segni o sintomi di infezioni. La prevenzione dei morsi di zecca si basa su repellenti specifici e utilizzo di indumenti adeguati (maniche e pantaloni lunghi) e sull’ispezione della cute dopo il rientro a casa. Esiste un vaccino per l’encefalite da zecche che viene consigliato ai soggetti residenti in aree endemiche e garantisce una protezione di circa tre anni.