Valenza e la Montagna - Terza Parte

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VALENZA E LA MONTAGNA. Seconda parte. di Giorgio Manfredi. Avevo terminato la prima parte di “Valenza e la montagna” (Valénsa ’d’na vòta numero 25 dicembre 2010) con l’impegno di proseguire con il ricordo dei protagonisti ed il racconto delle loro storie. Voglio iniziare con Sandro Picchiotti (1930-2004) e mi accorgo subito che Sandro stesso è “una storia”. Mi prende il timore di non rendere bene la trama di tante vicende e fatti vissuti. Sandro ci ha accompagnati con intuizioni e fantasie che lasciavano senza fiato e sapeva trasmettere un’allegria che scompaginava la Famiglia Picchiotti normalità senza emozioni in cui spesso si ci trovava. Sandro Picchiotti, iscritto al CAI dal 1965 e socio della Sezione di Valenza quando si è costituita nel 1976, ha sempre avuto un grande amore per l’alpinismo. Nella sua vita la montagna è entrata presto, nei primi anni del campeggio “Don La tessera CAI di Sandro Picchiotti. Pietro”. Fu subito, sin dal 1947, un leader ed un trascinatore. Si adoperò ad organizzare escursioni, cercando mete ardite e impegnative della Valtournenche, dove era nato il campeggio “Don Pietro”. Si voleva puntare al superamento del limite dei 4000 arrivando alle grandi cime valdostane con i loro superbi ghiacciai. Fu tra i primi a guidare un gruppo che salì sul Breithorn 4165 mt., una bella cima che, a est del Cervino, apre lo spettacolare gruppo del Monte Rosa. Sul Breithorn salirono, a partire dalla fine degli anni 40, molti giovani come a compiere, con questa ascensione quasi tutta su ghiacciaio, il loro battesimo dei 4000. Negli anni 1954, 1955 e 1956 si guardò oltre con mete ancora più impegnative ed a quote superiori, sempre nel fantastico gruppo del Rosa: Castore 4221 mt., Lyskamm 128

128-155.p65

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08/10/2013, 16.20


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