Notiziario trimestrale delle Sezioni del Club Alpino Italiano di Alessandria, Acqui Terme, Casale Monf., Ovada, San Salvatore Monf., Tortona, Valenza. Autorizzazione Trib. di Casale n. 155 del 27.2.1985 - Direttore Responsabile Diego Cartasegna - Direzione e Amministr. Via Rivetta, 17 Casale Monferrato. Redazione e Stampa Tipografia Barberis snc San Salvatore Monferrato “Spedizione in a. p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Alessandria” Anno XXV - Num. 1 - GENNAIO 2014
Cima dell’Armusso
UNA PICCOLA, GRANDE VIA Cima dell’Armusso (2551 m), Via Comino-Casanova, 18 agosto 2013. Poteva andar peggio, questa stagione. Come molti ormai sapranno, a febbraio vedo bene di distruggere il crociato anteriore del mio ginocchio sinistro. Nel modo quasi più banale, sciando in pista. Stagione sci-alpinistica saltata (dovevo anche seguire il corso ISA). Per l’alpinismo chissà… Invece, a furia di esercizio in palestra, fisioterapia, e - appena possibile - tornare in ambiente (con la mia fisioterapista che faceva tanto d’occhi quando le raccontavo di essere tornato ad arrampicare, quel che, immagino, stesse pensando non devo raccontarvelo) riesco a portare a casa una stagione alpinistica tutto sommato soddisfacente. Inclusi Dente del Gigante e Pyramide du Tacul. Ma la salita più bella ve la devo proprio raccontare. Perché si tratta di una piccola grande via; su di una cima poco evidente, schiacciata contro la mole imponente del Marguareis; una via poco frequentata ma non per questo meno bella, sia come ambiente che come interesse alpinistico. Devo avvertire che non è tutto oro quel che luccica. O meglio, ogni rosa ha le sue spine. Infatti, questa salita è caratterizzata, nella gran parte del suo percorso, da roccia tutt’altro che sicura: a partire dall’avvicinamento che, dall’ingresso del canale dei pancioni, va su per un ripido pendio di erba frammista a sassi instabili e precari. Trovare la prima sosta è stato un vero sollievo. Non oso immaginare, e ce lo diciamo mentre saliamo, come possa essere la celebre parete dello Scarason: così ma con difficoltà ben più elevate. Lo Scarason è uno dei motivi per cui ho aderito con entusiasmo alla proposta di fare questa via. È una delle tante vie descritte sul mitico “Montagne d’Oc” che, come dissi qualche settimana fa introducendo la bella serata che Ful-
vio Scotto ci ha regalato, insieme ad “Un alpinismo di ricerca” di Alessandro Gogna sono stati per me due testi fondamentali della mia formazione culturale alpinistica. Non dimentichiamo mai che la frequentazione della montagna, in tutte le sue forme, è cultura. Per me percorrere o ripercorrere, come ho già fatto tante volte, gli itinerari descritti da Scotto, Parodi e Villani, è sempre un modo di scopriere o riscoprire parte delle nostre radici. E allora, ecco come nasce una bella salita: cerco un compagno di avventura per il weekend. Mi dicono: “senti Alessandro che sta cercando con chi andare” (domenica dopo ferragosto, siamo quasi tutti in vacanza). Quando mi propone la Cima dell’Armusso, e mi ricorda che è una via storica nel gruppo Marguareis, proprio di quelle di “Montagne d’Oc” tralascio tutte le altre mie idee (Monte Bianco, Roc de la Niera…) e mi butto: “ok, andiamo!”. Ora potrei continuare sui dettagli tecnici della salita: in realtà quelli sono già sul libro e ormai su decine di altri siti. Preferisco riferire delle emozioni di una salita alpinistica di media difficoltà. Innanzitutto l’ambiente: è sempre bello tornare al Garelli, e rivedere il Guido Colombo che ci aveva appena raccontato delle avventure sullo Scarason nel film di Siri e Scotto visto in giugno. Peccato che siamo gli ultimi alpinisti: capisco che sono tutti sulle pareti del Monte Bianco o del Corno Stella ma vi assicuro che le emozioni si trovano anche qui. Mattino, sveglia da soli, si scende al laghetto del Marguareis e poi si risale il pendio detritico. Già nel canale è un crepitare di pietre che volano da tutte le parti. Un consiglio: non pensate neanche lontanamente di attaccare se c’è qualcun altro sulla via, sarebbe come giocare alla roulette russa. Per fortuna non troveremo nessuno sulla via né nei paraggi. La salita è sempre un po’ con
l’ansia di ciò che si fa cadere. Magnifici i tiri più difficili, con qualche chiodino qua e là (una decina in totale su tutta la via). Alessandro si fa il diedro sul sesto tiro: continuo, verticale, stupendo. Pian piano, tiro dopo tiro arriviamo tranquilli verso la cima. Peccato che le nuvole non ci permettano di ammirare il panorama né tanto meno la ormai più volte citata parete dello Scarason. Ma più di tutto, per una bella salita, ci vuole un buon compagno di avventure. Alessandro è eccezionale: sempre tranquillo, sereno. A metà mi chiede di potersi rullare una sigaretta. Andiamo su regolari, senza intoppi. L’importanza di potersi fidare del compagno (speriamo che lui la pensi allo stesso modo) è fondamentale. Cima dell’Armusso, Sperone nord-est, via Comino-Casanova (o “via Paolo“ secondo “Montagne d’Oc”), 500 m, TD, max. VI, obbligatorio VI, R3. Portare fettucce, nut, friend, e qualche chiodo. Soste attrezzate con fix da collegare. I nut non si piazzano facilmente e non è semplice proteggersi nei tiri facili. Dall’uscita della via a sinistra si arriva in breve alla cima del Marguareis da dove si scende, consigliabile il sentiero attrezzato. Difficile e fortemente sconsigliata una ritirata. Fare estrema attenzione alle pietre che inevitabilmente si fanno cadere. Con Alessandro “Lepre” Macciò (CAI Novi Ligure, Scuola Intersezionale “Alphard”). Max Avalle, sezione di Alessandria
150° di fondazione del CAI
VIA FRANCIGENA, UN CAMMINO DI 1.114 KM Il 28 settembre si è conclusa in Piazza S.Pietro a Roma la Via Francigena delle “Terre Alte” proposta dalla Sezione di Casale Monferrato per festeggiare i 150 anni di fondazione del Club Alpini Italiano. Ed è stata davvero una grande festa, con l’incontro con gli amici giunti da Monte S. Angelo in Gargano seguendo la Via Micaelica, o Francigena del Sud ed il folto gruppo proveniente da Ascoli, lungo l’antica Via Salaria; una festa continuata la domenica, col saluto di Papa Francesco ed il lunedì col ricevimento alla Camera di una nostra delegazione. Un Cammino lungo 1.114 chilometri, partito il 20 aprile, come tutte la manifestazioni di CamminaCAI 150, dai due valichi alpini della Val di Susa, Moncenisio e Monginevro, un Cammino sulle orme millenarie della storia, un lungo incontro con uno straordinario ambiente sapientemente modellato dall’uomo nel corso dei secoli, con la
cultura di un Paese adagiato nel mezzo quel grande lago che è il Mediterraneo, in cui sono nate e si sono incontrate, fondendosi armoniosamente, le civiltà che hanno segnato la storia dell’uomo. Abbiamo incontrato piccoli borghi, città e grandi metropoli, provato ammirazione per monumenti straordinari alcuni famosissimi, altri del tutto ignorati o, talvolta, rammarico per l’abbandono di case o interi villaggi, conosciuto persone e storie, speranze e preoccupazioni, trascorso ore a scherzare o a parlare dei più disparati argomenti, con vecchi amici o con sconosciuti, lunghi momenti accompagnati solo dai suoni della natura, come solo il cammino consente di fare. Di questa meravigliosa avventura ci resteranno per sempre nitidi ed indelebili, tanti quadri, una galleria di diverse immagini per ognuno dei giorni di cammino. Provo a selezionarne alcune:
20 aprile La magia di un bosco completamente imbiancato, spiccano i colori di una lunga fila di persone curve, avvolte nelle mantelline sollevate dal vento, davanti il passo sicuro di un gruppo di montanari, gli amici del CAI Susa con il loro presidente Emilio segue a pag 2 ➤