Notiziario trimestrale delle Sezioni del Club Alpino Italiano di Alessandria, Acqui Terme, Casale Monf., Ovada, San Salvatore Monf., Tortona, Valenza. Autorizzazione Trib. di Casale n. 155 del 27.2.1985 - Direttore Responsabile Diego Cartasegna - Direzione e Amministr. Via Rivetta, 17 Casale Monferrato. Redazione e Stampa Tipografia Barberis snc San Salvatore Monferrato “Spedizione in a. p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Alessandria” Anno XXV - Num. 4 - OTTOBRE 2014
La scalata
CORAZÓN, CARACTER Y PASIÓN Dietro queste tre qualità si nasconde per me l’arte di scalare. Ecco quindi che, se te ne manca solo una, non hai mai scalato. Tutti quelli che scalano hanno cuore, carattere e passione? No, non lo credo. Amo spendere giornate in verticale, sia sulla roccia sia su ghiaccio, in falesia come in montagna, d’estate come d’inverno. Ma sebbene di giorni in verticale io ne abbia ormai spesi tanti, di scalatori ne ho incontrati sempre pochi. Quelli che ho avuto la fortuna di conoscere li ho presi ad esempio. Quelli a cui ho avuto l’onore di legarmi sono Amici formidabili e fanno parte di me sempre e comunque. Scalare per me non è progredire in verticale. Di “progressisti verticali”, senza scomodare Berlinguer, allora si, ne ho incontrati parecchi. Puoi incontrarli facilmente. Li incontri anche al bar.
L’autore sul traverso di “Voyage selon Gulliver”, Gran Capucin, Monte Bianco Ma cosa vuol dire scalare, ve lo siete mai chiesti? Scalare può essere inteso come sinonimo di una moltitudine di altre parole e concetti dal significato assai elevato; contemporaneamente espressione e metafora di vita vissuta. Scalare è sognare. Scalare è concepire un progetto, porsi un obiettivo. Scalare è impegnarsi, sul serio, tutti i giorni. Scalare è volontà e motivazione nel migliorarsi. Scalare è prendere continuamente degli schiaffi in faccia, che ti fanno male ma che piantano in te il seme dell’umiltà. Scalare è non mollare. Scalare è non fermarsi mai, è crederci sempre, è non voltarsi indietro. Scalare è scalare se stessi e dunque arrivare in cima al proprio sogno. Se è vero che qualcuno lo puoi trovare in parete, certamente è altrettanto vero che ci sono degli Scalatori che non si sono mai legati ad una corda… E non hanno fatto free solo. Scalano in ospedale, come paziente o come professionista. Scalano sul loro lavoro ma non sempre fanno carriera. Tutti questi sono Scalatori perché non mollano mai. Continuano tosti e fieri perché hanno un obiettivo da raggiungere. Hanno una determinazione incrollabile nel perseguimento del loro obiettivo. Traggono le loro inesauribili segue a pag 3 ➤
Trail, ultra trail, chilometri verticali e dintorni
IN MONTAGNA... DI CORSA Può sembrare insolito parlare di corsa su una rivista che tratta di montagna ma, a ben pensarci, se la corsa si svolge lungo sentieri montani, non è poi così fuori luogo. Io pratico alpinismo in tutte le sue forme da parecchi anni, mentre ho iniziato a dedicarmi alla corsa da relativamente breve tempo, diciamo 7-8 anni, tolto un’iniziale pratica che risale ancora ai tempi delle scuole elementari/medie (è la dimostrazione che le passioni si possono assopire, ma mai spegnere). La rapida evoluzione di questa mia “seconda” passione è stato il passaggio dalle corse in pianura e sulle colline nostrane (comunque già belle), alle corse in montagna. Tale interesse è nato dall’esigenza di poter fare attività aerobica quando sono già sazia e appagata di arrampicata, soprattutto d’estate quando non c’è lo scialpinismo a compensare; o anche quando per il brutto tempo non è consigliabile praticare alpinismo; devo anche dire, in realtà, che quando mi scattano la voglia e la convinzione, attirata da un bel percorso in un altrettanto bel posto, mi lancio nella sfida indipendentemente da tutto il resto. Premesso che la corsa in montagna si svolge su percorsi prevalentemente fuori strada, su sentieri caratterizzati per lo più da terreni sconnessi, che possono comprendere tratti innevati, la cui difficoltà alpinistica non supera il 2° grado e la pendenza il 40%, questo ormai complesso mondo si può, semplificando, suddividere in due branche: le sky race (o trail per i sentieri in natura non solo montani): queste si sviluppano su lunghezze non sotto i 20 km, fino ad arrivare a 70-80 o anche di più per le sky marathon e gli ultra trail, con dislivelli variabili; i km verticali: sono corse molto brevi (max 5 km di sviluppo) che affrontano 1000 m di dislivello, quindi con una sostanziale pendenza. In comune le due specialità hanno l’ambiente in cui si svolgono (a volte anche a quote elevate), gli aspetti etici e lo spirito con cui vanno affrontate,
cioè in armonia con la natura e con gli altri, all’insegna della semplicità, della convivialità, del rispetto per la natura, per gli altri concorrenti e per se stessi e dell’umiltà (accettando i propri limiti); il tutto con il piacere di muoversi in ambienti incontaminati e con panorami mozzafiato, concentrati prima su questo piuttosto che sull’aspetto puramente competitivo. Insomma: un po’ gli stessi valori che lo Statuto del CAI insegna! Personalmente, quando partecipo a queste gare, l’emozione che provo non si discosta poi molto da
quella che provo quando arrampico: è soprattutto un senso di libertà, il pensiero concentrato su quello che sto facendo, sulle mie sensazioni fisiche e su ciò che mi circonda. Questo per me è anche un buon metodo per scaricare tutte le ansie (lavorative e non solo) accumulate nell’arco della settimana; così, al termine della gara, indipendentemente dal risultato ottenuto, mi sento completamente rilassata e appagata. Devo dire che, pur non allenandomi specificatamente in questo sport, i risultati non sono neanche così mediocri, anzi… spesso finisco sul podio e in questi casi l’emozione è ancora più forte! Sarà il naturale allenamento che già mi deriva dall’andar per segue a pag 2 ➤
Il problema
MOTO SUI SENTIERI: NIENTE SCONTI L’editoriale di Montagne 360 di settembre è dedicato ad un problema fondamentale per la tutela dell’ambiente, la manutenzione dei sentieri e la loro fruizione da parte degli escursionisti: l’utilizzo di sentieri e sterrati da parte dei mezzi motorizzati a scopo ludico. Segue un articolo che analizza la situazione nelle diverse Regioni, ottimale solo nelle Province Autonome di Trento e Bolzano ed in Val d’Aosta, rilevando le diffuse criticità attraverso le testimonianze dei diversi Gruppi Regionali CAI. Sembrerebbe il preludio ad una forte azione della dirigenza centrale volta ad ottenere ciò che da più parti viene richiesto: una legge nazionale che vieti l’uso a scopo ludico dei percorsi sterrati, salvo quelli che servono borgate abitate, come avviene in alcune Regioni dove il ricorso all’asfalto è sta-
to meritoriamente limitato. Lascia assai perplessi invece l’intervista al presidente della Federazione Motociclistica Italiana, che parla di un incontro con il Presidente Nazionale Martini, preludio ad una sorta di Protocollo di Intesa che non potrebbe che prevedere l’utilizzo delle sterrate per manifestazioni Motoristiche. Ricordiamo che, all’Assemblea LPV di Biella, due anni fa l’Intersezionale Alpi del Sole presentò una mozione che impegnava la dirigenza ad operare per ottenere il bando di tutte le attività ludiche con mezzi motorizzati (elicotteri compresi) dalle nostre montagne. Sarebbe il caso di riprendere l’argomento nella prossima assemblea di Valenza e chiedere che le iniziative di questa presidenza tornino ad essere in sintonia con il Corpo Sociale.