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Il clima cambia, la casa si adatta
Studio IPES-Eurac alle Casette Inglesi
Bolzano, 2 aprile 2025 - Le “notti tropicali” a Bolzano, quelle in cui la temperatura non scende sotto i 20°C, sono aumentate da sole 2 nel 1961 a ben 25 nel 2015. Un dato allarmante che evidenzia come il cambiamento climatico stia già impattando concretamente la vita quotidiana dei cittadini altoatesini. Questo e altri dati significativi emergono dallo studio condotto da Eurac Research in collaborazione con IPES nel complesso residenziale bolzanino delle Casette Inglesi, le ex Semirurali, i cui risultati vengono presentati oggi presso la sede dell’IPES, in via Milano 2 a Bolzano. Lo studio, parte del più ampio progetto RETURN - finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del PNRR per analizzare l’impatto dei pericoli naturali in Italia: inondazioni, terremoti, siccità e ondate di calore - ha coinvolto attivamente i residenti delle Casette Inglesi per comprendere l’impatto delle ondate di calore sulla qualità della vita e identificare soluzioni efficaci per mitigarne gli effetti. “Questo progetto rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra enti di ricerca, istituzioni pubbliche e cittadini - spiega Wilhelm Palfrader, Direttore Generale dell’IPES -. I risultati ottenuti ci permetteranno di pianificare interventi mirati per migliorare il comfort abitativo e la resilienza dei nostri edifici di fronte all’emergenza climatica”.
La collaborazione è iniziata a gennaio 2024 con un incontro informativo presso la sede IPES, seguito dalla distribuzione di un questionario anonimo che, a maggio dello scorso anno, ha raccolto informazioni sulle caratteristiche delle abitazioni e sulle strategie adottate dai residenti durante i periodi di caldo intenso. Durante l’estate 2024, i ricercatori hanno installato in alcuni appartamenti dispositivi di monitoraggio che hanno misurato parametri chiave quali temperatura interna, umidità relativa, concentrazione di anidride carbonica e, in alcuni casi, polveri sottili (PM2.5 e PM10) e composti organici volatili. Parallelamente, sono state condotte interviste approfondite con i residenti per documentare le loro esperienze e preoccupazioni.
L’analisi dei dati raccolti ha rivelato un quadro significativo delle condizioni abitative alle Casette Inglesi durante i periodi di caldo intenso. I dispositivi di monitoraggio hanno registrato temperature medie interne di 28.5°C, che in alcuni casi hanno raggiunto picchi preoccupanti fino a 31.3°C, ben al di sopra della soglia di comfort termico.
L’umidità relativa, altro fattore determinante per il benessere, è salita fino al 70%, creando condizioni potenzialmente disagevoli per i residenti. Particolarmente interessanti sono stati i dati sulla qualità dell’aria: le concentrazioni di anidride carbonica hanno temporaneamente raggiunto valori di 2.700 parti per milione in alcuni appartamenti, specialmente nelle ore notturne quando le finestre restavano chiuse, mentre i livelli di polveri sottili si sono attestati su una media di 5.3 microgrammi per metro cubo. Sebbene questi parametri rientrino nei limiti di sicurezza stabiliti, evidenziano comunque una situazione di potenziale stress ambientale per gli abitanti. Sul fronte comportamentale, la ricerca ha evidenziato come i residenti abbiano sviluppato strategie adattive efficaci: la pratica di chiudere le finestre durante le ore più calde del giorno per poi aprirle di notte ha mostrato effetti positivi tangibili sia sulla temperatura interna che sulla qualità dell’aria, dimostrando come anche semplici accorgimenti quotidiani possano fare la differenza nel mitigare gli effetti delle ondate di calore. Le interviste hanno rivelato una consapevolezza diffusa ma variabile dei rischi associati alle ondate di calore. Molti residenti, soprattutto anziani, hanno espresso preoccupazione per i potenziali impatti sulla salute, citando problemi come difficoltà respiratorie, disturbi del sonno e riduzione della mobilità sociale dovuta alla necessità di rimanere in casa nelle ore più calde. È emerso un consenso sulla necessità di interventi strutturali agli edifici, con richieste specifiche che includono: sostituzione delle finestre esistenti con modelli a maggiore efficienza termica, rifacimento delle facciate con adeguato isolamento, installazione di sistemi di ombreggiamento esterni, miglioramento delle coperture in vetro che tendono a surriscaldarsi, maggiore cura degli spazi verdi comuni, considerati fondamentali per creare microclimi più freschi e favorire la socializzazione.
“IPES intende utilizzare i risultati dello studio per informare i futuri lavori di riqualificazione previsti per il complesso delle Casette Inglesi, adottando un approccio che integri efficienza energetica e adattamento climatico - anticipa la Presidente dell’Istituto per l’Edilizia Sociale della Provincia di Bolzano, Francesca Tosolini - l’evento di presentazione dei risultati in programma oggi rappresenta non solo la conclusione di questa fase di ricerca, ma anche l’avvio di un dialogo continuativo con i residenti per raccogliere idee e proposte per i futuri interventi”.