INTERVISTA/SAN BENEDETTO

LE INNOVAZIONI CHE HANNO CAMBIATO INTERI MERCATI, L’IMPEGNO NELLA SOSTENIBILITÀ, IL RAPPORTO CON I DISTRIBUTORI, LE PROSPETTIVE DEL FUORI CASA. A TU PER TU CON IL PIÙ IMPORTANTE IMPRENDITORE NAZIONALE DEL BEVERAGE, CHE CONFERMA LA SUA STRATEGIA FINALIZZATA A PORTARE VALORE ALL’INTERA FILIERA
Èil più grande imprenditore italiano del beverage, artefice del successo di un’azienda che da piccola realtà locale è diventata un gruppo internazionale da un miliardo di euro di ricavi. Ed è dunque al tempo stesso un protagonista e un testimone privilegiato della storia della distribuzione Horeca, che GBI ha raccontato nei suoi 30 anni di vita. Enrico Zoppas, Presidente e Amministratore Delegato di Acqua Minerale San Benedetto, è una delle figure di riferimento di un settore che ha vissuto gli ultimi tre anni su un ottovolante fatto di un’alternanza di momenti bui e di fasi esaltanti. Da Presidente di Mineracqua, inoltre, ha una visione strategica, di filiera, sulle prospettive del mercato. Insomma, una voce da ascoltare con attenzione, per analizzare il passato e guardare al futuro.
È stato un anno persino più anomalo del biennio precedente, che era stato caratterizzato dalla pandemia e aveva visto un enorme travaso di volumi a favore del canale moderno. Il 2022 ha registrato da marzo in poi un andamento positivo delle vendite e l’estate è andata straordinariamente bene per tutti, grazie anche al clima favorevole e al ritorno dei turisti. Credo che la filiera nel suo complesso abbia registrato una crescita dei volumi e l’industria è riuscita a ribilanciare il fuori casa rispetto al domestico. In San Benedetto il fuori casa ha un peso ormai quasi equiparato a quello della GDO: è un obiettivo che ci eravamo dati anni fa e siamo particolarmente orgogliosi di averlo raggiunto. Al tempo stesso, è stato un anno molto difficile per i
tanti aumenti: packaging, zucchero, costi energetici, trasporti e materie prime in generale. Per quanto riguarda il mondo acqua minerale e bibite parliamo di rincari nell’ordine del 27% subiti dall’industria nel 2022.
Siamo stati costretti a rivedere i listini e se lo abbiamo fatto più volte è perché speravamo che la situazione rientrasse e fosse quindi possibile contenere gli aumenti. Purtroppo, il quadro è peggiorato progressivamente e all’incremento dei costi si sono aggiunte le difficoltà nel reperimento di materie prime – come l’anidride carbonica, il vetro – e nei trasporti. San Benedetto è stata tra le poche aziende che è riuscita sempre a consegnare l’acqua addizionata con anidride carbonica e non ha sofferto di interruzioni nelle forniture di materie prime, ma anche noi come il resto del mercato abbiamo dovuto fronteggiare problemi nei trasporti. In conclusione, per San Benedetto è stato un anno abbastanza positivo, chiuso con una crescita a valore del +20% e a volume del +8%. Si è però ridotta la marginalità, perché di quel 27% di maggiori costi di produzione ne abbiamo trasferito meno della metà alla nostra clientela. L’incremento dei volumi ha in parte compensato la perdita di marginalità e ho la sensazione che lo stesso sia accaduto ai grossisti, che hanno cercato di calmierare il mercato non recuperando per intero gli aumenti ricevuti dall’industria.
QUALI SONO LE SUE PREVISIONI PER IL 2023?
CON IL PERDURARE DEGLI AUMENTI L’HORECA PERDERÀ VOLUMI?
L’inflazione ci preoccupa molto e la flessione del potere d’acquisto potrebbe effettivamente tradursi in una riduzione dei consumi nel fuori casa. Faccio fatica a fare previsioni per il 2023, perché la spinta speculativa nelle materie prime non accenna a diminuire e c’è un andamento isterico delle quotazioni di gas ed energia elettrica. A mio avviso i consumi fuori casa restano un trend vincente e a confermarlo sono i dati di tutti i Paesi industrializzati, ma è ovvio che debbono essere sostenibili per il mercato. Dobbiamo sperare innanzitutto in un clima favorevole e personalmente confido in una maggiore affluenza turistica in Italia, con un aumento in particolare delle provenienze extra europee. Il minor potere di acquisto degli italiani probabilmente porterà a
privilegiare fine settimana e vacanze brevi, con un maggior utilizzo delle seconde case e meno viaggi all’estero. Insomma, c’è la possibilità che il 2023 sia un anno positivo per l’intera filiera del fuori casa.
SAN BENEDETTO NEL 2022 HA PORTATO AVANTI UNA POLITICA COMMERCIALE VOLTA AL VALORE. CI SPIEGA MEGLIO QUESTO CONCETTO?
Ritengo che ci debba essere una crescita sostenibile dei mercati, a fronte anche della loro polarizzazione. Quanto abbiamo fatto negli ultimi anni in termini di innovazione, qualità dei prodotti, comunicazione al consumatore deve portare noi e i nostri partner a valorizzare l’offerta di San Benedetto. Il mercato italiano è fatto sostanzialmente sempre da circa 60 milioni di persone; non aumenteranno, ma una parte di loro cercherà prodotti di maggior valore. In questo
senso vanno tante innovazioni dai noi proposte e cito Antica Fonte della Salute, che è un successo e ci ha permesso di entrare in un segmento più alto. Lo stesso vale per Aquavitamin, SkinCare, Schweppes Selection: sono tutte operazioni finalizzate a segmentare il mercato e portare valore.
DEL TRENTENNALE DI GBI. COME ERA SAN BENEDETTO NEL 1993 E QUALI
RISULTATI IN TERMINI DI INNOVAZIONE GIUDICA
PIÙ IMPORTANTI?
Nel 1993 l’azienda era molto diversa da quella di oggi e credo che l’innovazione portata da San Benedetto abbia trasformato una serie di mercati. Siamo stati i primi in Italia a lanciare l’acqua minerale in Pet e a “democratizzare” il suo consumo, perché in precedenza si
poteva bere solo al ristorante o casa, utilizzando le bottiglie in vetro per lo più Var. Il Pet ha creato le condizioni per accrescere i volumi. L’altra cosa fondamentale che abbiamo fatto è stato adottare la tecnologia dell’asettico, che ci ha permesso di entrare nel mondo del tè con un prodotto innovativo e sviluppare questa esperienza in altri contesti, come il primo tappo push&pull totalmente asettico e richiudibile che brevettammo per gli sport drink. Un’altra scelta fondamentale è stata non concentrarsi sull’acqua, ma espanderci da subito in merceologie vicine, stringendo partnership importanti con PepsiCo, Ferrero, Coca-Cola, Danone.
La sostenibilità è un elemento costitutivo di San
Benedetto, che perseguiamo attraverso investimenti e una continua ricerca dell’efficienza. E lo facciamo dal 2008, da quando al Congresso di Kyoto fu lanciato l’allarme sulle emissioni di anidride carbonica e sul cambiamento climatico. Abbiamo anticipato i tempi, visto che oggi la sostenibilità è – giustamente –un tema all’attenzione di tutti. Al mondo siamo 8 miliardi persone e la terra non dispone di risorse infinite. In Italia abbiamo nove impianti e in questo modo siamo più vicini ai mercati di consumo, con un beneficio per il distributore, l’imprenditore dell’Horeca e il cliente finale, ma anche per l’ambiente visto che c’è una forte riduzione di trasporti.
Esistono ricerche che dimostrano come le emissioni di Co2 prodotte per realizzare un contenitore in Pet sono inferiori di cinque volte rispetto a quelle di un analogo contenitore in vetro e di tre volte rispetto ad uno in alluminio. Il Pet è riciclabile praticamente all’infinito, il tema vero è la sua raccolta. Noi abbiamo proposto che venga assegnata una sorta di priorità alle aziende del beverage, affinché ricevano il Pet riciclato dalle bottiglie, evitando che finisca in altri circuiti produttivi come l’automotive e il tessile. La nostra disponibilità a usare più R-Pet c’è, nonostante sia più caro, ma il problema è che non si trova.
NEI PROSSIMI ANNI?
LA TECNOLOGIA IN COSA
DI LAVORARE?
L’evoluzione dovrà essere nel segno di un servizio prestato sempre più a regola d’arte. Noi nei confronti del distributore e il distributore nei confronti del punto vendita. Finora l’evoluzione è stata soprattutto tecnologica e di processo: siamo riusciti a ridurre il peso delle bottiglie, a essere più efficienti, a consumare meno energia, a ottimizzare i trasporti. Dobbiamo continuare su questa strada. Inoltre l’interazione tra industria e distributore è buona e ci sono margini di miglioramento a valle nella collaborazione con il punto vendita per arrivare al cliente finale in modo più efficace ed efficiente ed in questo anche la tecnologia svolge un ruolo importante.
COSA PROPORRETE
Mi consenta una premessa: per noi l’innovazione non è solo quella di prodotto, ma anche di processo e di molto altro. San Benedetto investe ogni anno 50 milioni di euro in ricerca & sviluppo. Operiamo con un’efficienza e una rapidità che sorpresero perfino Douglas Daft, all’epoca Ceo mondiale di Coca-Cola, che quando gli presentammo la bottiglia di Powerade che avevamo ideato per loro, ci disse: “Noi ci avremmo impiegato tre anni, a San
Benedetto sono bastati tre mesi”. Per quest’anno, alla luce dell’importante sviluppo che gli energy drink continuano ad avere, lanceremo due formati e soprattutto due diverse tipologie di prodotto nella categoria. La prima avrà una formulazione più vicina al classico concetto di energy drink, l’altra sarà più innovativa proponendo il gusto della frutta in un mix di melograno, mela, mango e ananas e l’energia di taurina e caffeina in acqua minerale naturale non gassata e senza zuccheri aggiunti. Anche in questo mercato, che vede la presenza di player importanti, entriamo quindi con un’innovazione che pensiamo possa rispondere alle attese dei consumatori.
CHE CONSIGLIO DAREBBE
A UN DISTRIBUTORE PER SPIEGARE ALLA SUA CLIENTELA IL VALORE DELL’ACQUA MINERALE?
Stando all’esperienza e alla testimonianza di chi opera nel settore l’acqua minerale è sicuramente il prodotto più venduto in tutti i canali, ha una marginalità contenuta percentualmente, ma muove volumi tali da garantire in termini assoluti un grande contributo alla redditività. Poi è chiaro che bisogna continuare a lavorare molto sulla mixology, che permette – ancora una volta attraverso il servizio
– di ottenere buoni margini. Anche questo è un ambito che presidiamo con attenzione, mediante una serie di proposte a marchio Schweppes, ma stiamo studiando anche un’attività che coinvolge Indian Black Tea, nostro fiore all’occhiello nel mondo Super Horeca.
UN’ULTIMA DOMANDA COME PRESIDENTE DI MINERACQUA. TASSA SUL PET, SULLO ZUCCHERO: COSA NE PENSA?
Come è noto, con la Legge di Bilancio 2023 l’applicazione di plastic e sugar tax è stata rinviata al prossimo anno. Le interlocuzioni avute con il Governo ci portano però a credere che ci sia l’intenzione di cancellare definitivamente queste due imposte, che avrebbero rappresentato un danno per il nostro settore sotto tutti i punti di vista. Quindi è un tema su cui non vorrei insistere, confidando in una soluzione positiva.