l'Industria Meccanica 732 - numero 4 2022

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All’interno: Listino prezzi materiali di interesse per la meccanica varia n. 776 - Costo orario medio dell’operaio n. 28 - Rilevazioni statistiche prestazioni di personale gennaio 2022

Poste Italiane S.p.A.Spedizione Abbonamento postale70%LO/MI 732 NUMERO 4 2022 I nuovI bIsognI delle Imprese l’IndusTrIA
dIgITAle

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In Italia, oltre 1 milione di bambini vive in condizioni di povertà. Sono oltre 91 mila i minorenni maltrattati e più di 7.000 i bambini e ragazzi che vivono fuori dalla loro famiglia.

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Programmi e Villaggi SOS Regioni 76 Beneficiari raggiunti 800

“Avevo 8 anni quando ho perso mia mamma, tutto il mio mondo è crollato. Abbiamo lasciato la nostra casa per un luogo sconosciuto. Un luogo che poi abbiamo imparato ad amare come casa nostra: il Villaggio SOS, la nostra seconda famiglia. Io e i miei fratelli siamo rimasti uniti - credo sia stata la mia ancora di salvezza - e con mio padre che continuava ad essere presente, ho potuto continuare a crescere spensierata. Oggi sono una donna e una mamma serena. Il Villaggio SOS ha trasformato la mia “mancanza” in straordinaria “ricchezza” di sentimenti, opportunità, interessi, conoscenze, valori. Ricchezza di motivi per essere felici.”

Lucia

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L’Industria Meccanica – pubblicazione bimestrale di ANIMA/Confindustria Registrazione Tribunale di Milano N.427 del 17.11.73

Direttore responsabile Alessandro Durante – durante@anima.it

Direttore editoriale Lucrezia Benedetti – benedetti@anima.it

Comitato tecnico-scientifico

Pierangelo Andreini, Antonio Calabrese, Roberto Camporese, Alessandro Clerici, Rodolfo De Santis, Marco Fortis, Ennio Macchi, Giovanni Riva, Pietro Torretta, Giuseppe Zampini

In redazione Simone Gila – gila@anima.it Antonio Passarelli – passarelli@anima.it Federica Dellisanti (segreteria di redazione) – dellisanti@anima.it

Hanno collaborato a questo numero

Marco Albanese, Daniele Bettini, Mauro Ippolito, Fulvio Liberatore, Elena Prous

In copertina

Laura Pittaccio – laurapittaccio@gmail.com

Impaginazione

Alessio Monzani – alessio.monzani@gmail.com Fabio Lunardon – lunardon@anima.it

Raccolta pubblicitaria Simonetta Galletti – adv@anima.it

Direzione e redazione Anima Confindustria Meccanica Varia Via Scarsellini 11 – 20161 Milano | Tel. 02 45418.500 – Fax 02 45418.545 www.anima.it – anima@anima.it Online: www.industriameccanica.it | Twitter: @IndMeccanica | Instagram: @industriameccanica

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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana ROC N. 4397

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MANUTENTORE

110 e lode

Conformi ai requisiti richiesti dal Decreto Controlli

Per supportare gli operatori del settore, la nostra Associazione ha attivato i "Centri di formazione UMAN" che offrono percorsi formativi propedeutici sia alla qualifica di cui al Decreto 1° Settembre 2021 (Decreto Controlli), sia alla Certificazione volontaria di ente terzo.

Le certificazioni UMAN-ICIM in corso di validità, sono riconosciute dal Ministero dell'Interno e permettono ai sensi del D.M. 01/09/2021 (All. II, punto 4, c. 4) di abbreviare l'iter di qualifica sostenendo unicamente l'esame orale.

Per ulteriori informazioni: info@uman.it

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CORSI DI FORMAZIONE PER LA QUALIFICA DEI MANUTENTORI
CORSI CONFORMI ai requisiti richiesti dal DECRETO CONTROLLI D.M. 01 Settembre 2021
sOmmariO n. 732 14 expOrt&mercati 10 donne e uomini al timone 12 ruBrica | i 400 caratteri 16 il quadro sanzionatorio globale di Fulvio Liberatore - Team Ricerca Easyfrontier Technologies 22 L’europa e il mondo sono pronti per una nuova geografia politica? di Mauro Ippolito - iBan First 30 come la servitizzazione sta cambiando il mondo dell’industria di Daniele Bettini 28 autOmaZiOne&prOduZiOne

42 anima: dati positivi per l’export e nuovi obiettivi per il 2023 di Lucrezia Benedetti 44 assopompe e il contesto regolatorio sull’ecodesign 46 avr: ruolo e opportunità dell’industria italiana di valvole e rubinetti

47 inail e ucomesa: sicurezza delle macchine per costruzione di Elena Prous

48 manutenzione antincendio: valorizzazione di una professione di Marco Albanese – Association Manager Uman 50 ruBrica | i 400 caratteri 51 un progetto per valorizzare l’“ingenio al femminile” di Lucrezia Benedetti 52 idee per un futuro green da assotermica

56 ruBrica | tecnologia, novità da tenere d’occhio 65 tabelle anima- Bianche, Blu, arancio.

in copertina Laura pittaccio

sOmmariO n. 732
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anima&assOciaZiOni

onne e u omini al timone

Bernadette Bevacqua

è la nuova Ad Sperlari

Bevacqua avrà il compito di continuare a guidare l’azienda lungo il percorso di crescita del Gruppo Sperlari, simbolo della tradizione dolciaria italiana. Bernadette Bevacqua è laureata con lode in Economia aziendale e management all’Università Bocconi. In Henkel ha ricoperto negli anni ruoli di crescente responsabilità a livello nazionale e internazionale, fino a essere nominata nel 2013 direttore generale di Henkel Beauty Care Retail Italia e nel 2016 presidente e amministratore delegato di Henkel Italia.

Giuseppe Sica

è il nuovo amministratore delegato Eurovita

Insieme al presidente di Eurovita Caspar Berendsen, Sica guiderà la compagnia nella valutazione e nell’implementazione delle future opzioni strategiche. Fino a settembre 2020, il neo numero uno di Eurovita ha guidato il team financial services in Italia di Morgan Stanley coprendo sia il settore assicurativo che quello bancario per poi approdare in Banca Monte dei Paschi di Siena come chief financial officer.

Patrizia Olivari nuova presidente e Ad di Ipsen SpA

Patrizia Olivari è la nuova presidente e Ad di Ipsen SpA, azienda biofarmaceutica globale, focalizzata sullo sviluppo di soluzioni innovative in oncologia, neuroscienze e malattie rare. Olivari vanta un’esperienza ventennale nell’industria farmaceutica con ruoli chiave in aziende nazionali e multinazionali. Laureata in Biologia presso l’Università di Pavia, ha conseguito inoltre il master in Marketing presso l’Università Bocconi.

Andrea Barazzoni nuovo presidente Fiac

L’associazione federata Anima Confindustria rappresenta i fabbricanti italiani di articoli per la casa, la tavola ed affini (posateria, coltelleria, pentolame, vasellame metallico). Classe 1970, Andrea Barazzoni è da 25 anni alla guida dell’omonima azienda di famiglia che nel 1903 è nata a Invorio con un piccolo laboratorio di articoli casalinghi realizzati in latta, ottone e rame.

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Donne e

Domenico Villani

nuovo amministratore delegato di Cesi

In Cesi dal 2006, ha ricoperto finora sia il ruolo di executive vice president della divisione testing, inspection and certification sia di amministratore delegato di IPH GmbH e FGH E&T GmbH, le due società tedesche del Gruppo, di Kema BV Arnhem, in Olanda, e Zku a Praga. Villani è anche membro del Consiglio di Amministrazione di Cesi USA.

Stefano Cetti nuovo Ad di Acinque

Storico direttore generale della Metropolitana Milanese, sarà il nuovo amministratore delegato di Acinque, già Acsm-Agam. Laureato in Economia aziendale presso l’Università Bocconi di Milano, ha conseguito un master in Business administration e gestione aziendale alla Sloan School Mit di Boston.

Federica Manzoni

nuova head of Mini in Italia

Dal 1° gennaio 2023 Federica Manzoni diventerà la nuova head of Mini in Italia. Manzoni, laureata allo Iulm in Comunicazione d’impresa, è entrata in Bmw Italia nel 2006 dove ha inizialmente ricoperto diversi ruoli all’interno degli uffici Events e Advertising & media. Successivamente ha assunto i ruoli di area manager Mini, marketing manager in Bmw Milano, Bmw brand communication manager, marketing services & customer support manager in Bmw Italia.

Francesca Micheli

nuova responsabile degli stabilimenti produttivi Takeda

Francesca Micheli è la nuova presidente del Consiglio di Amministrazione di Takeda Manufacturing Italia SpA, ovvero la realtà produttiva di Takeda che in Italia vanta due siti, a Rieti e a Pisa, dedicati alla produzione di farmaci plasmaderivati. Laureata in Chimica, master in Ingegneria computazionale, Micheli è entrata a far parte dell’azienda nel 2001.

Uomini
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caratteri

Artemis technologies lancia il progetto di un traghetto elettrico

L’azienda ha siglato una partnership con Condor Ferries per avviare nel 2024 la tratta sperimentale che collegherà Belfast con Bangor. Il traghetto Artemis EF-24 a motore elettrico si solleva sull’acqua e sembra quasi “volare” sulla superficie del mare, raggiungendo una velocità massima di circa 69 km/h, per una traversata di 25 minuti lungo le coste dell’Irlanda del Nord. Secondo i costruttori, grazie a una tecnologia avanzata, il mezzo evita l’attrito con le onde, riducendo i consumi di carburante fino all’85% rispetto alle imbarcazioni a diesel.

Sostenibilità nell’antinfortunistica, Vibram lancia la suola green

Il brand di Albizzate presenta la nuova Ecostep Pro. Pensata per il settore Work&Safety, nasce dall’evoluzione di Ecostep Recycle, il composto ecologico realizzato per le calzature da usare negli sport all’aperto. Vibram Ecostep Pro è un composto realizzato con un massimo di 30% di gomma riciclata che arriva dagli scarti di produzione delle suole. La mescola è antistatica ed è studiata per assicurare ottime prestazioni di grip su superfici bagnate e oleose, oltre a essere progettata per resistere all’usura.

CLIMA

Performance ambientali ancora insufficienti

La Climate Change Performance Index 2023, redatta da Germanwatch, CAN e NewClimate Institute in collaborazione con Legambiente per l’Italia, vede l’Italia al 29° posto in termini di performance climatica. Il Belpaese guadagna una posizione rispetto all’anno precedente, ma la vetta è ancora lontana. Danimarca, Svezia, Cile, Marocco e India sono in testa, mentre Iran, Arabia Saudita e Kazakistan sono ultimi. USA e Cina, invece, sono i principali responsabili delle emissioni globali, nelle posizioni di retroguardia.

Bergamo si aggiudica il premio 2022 per la mobilità sostenibile

Il premio per la mobilità sostenibile è stato consegnato in occasione della 39^ Assemblea Nazionale Anci. La giuria ha assegnato il secondo premio a Cuneo e il terzo a Caltanissetta. Bergamo si aggiudica l’Urban Award 2022, con l’ampio progetto Bergamoinbicicletta, grazie a un’innovativa velostazione, la riapertura della storica Ciclofficina, quasi 3.000 posti bicicletta, un nuovo servizio di bike sharing con 390 biciclette, e bike box per parcheggiare in sicurezza.

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Ecopower compie 10 anni: legalità e trasparenza i principi che contraddistinguono il Consorzio

Nel 2022 il Consorzio Ecopower, consorzio nazionale per la gestione di accumulatori esausti, festeggia i suoi primi 10 anni di attività. Nel 2012 per volontà del Consorzio ECOPED e di importanti aziende produttrici di batterie al piombo di avviamento, industriali e stazionarie, venne fondato ECOPOWER con l’importante compito di organizzare e finanziare il ciclo di gestione degli accumulatori al piombo a fine vita.

Oggi il Consorzio Ecopower fa parte di Gruppo Safe, primo “Hub italiano di consorzi per le Economie Circolari” e, oltre al Consorzio ECOPED, i suoi principali soci sono i produttori di Accumulatori al Piombo di Avviamento e Industriale, leader nel proprio mercato, quali MIDAC S.p.A. e ENERSYS S.p.A . Aderiscono inoltre alla rete di raccolta del Consorzio punti di importanti aziende quali: JUNGHEINRICH, STILL, BAOLI, TOYOTA-BT-CESAB, MAGNETI MARELLI, TELECOM, WIND, BMW.

Ecopower opera su tutto il territorio nazionale raccogliendo circa 45.000 tonnellate di Accumulatori al Piombo Esausti. Cura tutti gli aspetti dalla raccolta al riciclo, che avviene esclusivamente in fonderie italiane dotate di alte tecnologie per evitare dispersioni in ambiente degli acidi e delle polveri di piombo.

La filiera è garantita dal “Protocollo per la Legalità”, uno specifico disciplinare che verifica la legalità dei fornitori di batterie al piombo, di logistica e di trasformazione, per erogare ai soci e ai loro clienti un servizio di ritiro garantito

Le batterie esauste, grazie a questo sofisticato sistema di gestione e controllo della filiera, vengono perciò avviate a trattamento con garanzia di totale recupero delle materie prime seconde.

I SERVIZI DEL CONSORZIO:

1. RITIRO BATTERIE ESAUSTE AL PIOMBO E AL LITIO :

• definizione dell’offerta economica e contrattualizzazione per ogni Punto di Raccolta (PDR);

• contatto diretto con il PDR ed eventuale sopralluogo;

• ritiro e relativa chiusura amministrativa (fatturazione).

2. ROTTAMAZIONE CARRELLI ELEVATORI E TRANSPALLET :

rottamazione dei carrelli elevatori e transpallet a fine vita dai quali i pacchi di batterie, al piombo e al litio, saranno recuperate dal Consorzio attraverso le sue filiere certificate, tracciate e soprattutto sicure. L’esclusivo sistema di Rottamazione ECOPOWER si occuperà di tutte le pratiche necessarie, garantendo la condizione di Rischio ZERO.

3. TERRABASICA:

prodotto del Consorzio progettato per risolvere in modo facile e sicuro il problema degli sversamenti accidentali di acido agli obblighi di legge. Sviluppato per proteggere persone e cose, TERRABASICA è un efficace neutralizzante realizzato con sabbie calcaree ricche di carbonato di calcio, non contiene calce, soda o altre polveri irritanti, corrosive e ustionanti. Neutralizza efficacemente (bastano 800 gr per 1 litro di acido*). Viene fornito in secchi ermetici richiudibili. Approvato e testato dall’università di Modena e Reggio Emilia, dipartimento di ingegneria dei materiali e dell’ambiente

Il Consorzio ha inoltre redatto, in collaborazione con ANIMA e AISEM, GUIDA LITTEX – Il trasporto Stradale di Batterie al Litio per Sistemi di Sollevamento, Elevazione e Movimentazione (S.E.M) . Un specifica guida che descrive e sintetizza gli aspetti normativi applicabili al trasporto delle batterie e dei carrelli elevatori che le contengono, introducendo i concetti fondamentali del trasporto di merci pericolose e gli obblighi dei produttori e speditori al fine di fornire le informazioni necessarie al trasporto.

Via A. Scarsellini, 11/13 – 20161 MILANO (MI) Tel: 800.151.188 | info@consorzio-ecopower.org | www.consorzio-ecopower.org

EXPORT & MER CATI

EXPORT MER -

CATI

Il quadro sanz I onator I o globale

Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una importante escalation dell’ambito di applicazione e di intensità delle misure che oggi, nella loro forma, rasentano i limiti delle regole WTO, imponendo veti a beni e tecnologie che appartengono ai settori più disparati. Gli apparati sanzionatori, inoltre, sono caratterizzati da tempi di adozione sempre più corti: le imprese che commerciavano e commerciano con Russia e Bielorussia si sono trovate, da un giorno all’altro, a studiare una complessa architettura di commercio internazionale, regolamenti unionali e non, in tempi decisamente stretti. La pubblicazione e l’entrata in vigore dei regolamenti, infatti, sono avvenute in maniera repentina rispetto alle normali procedure. Spesso, addirittura, senza che fosse stato condotto uno studio completo ed esaustivo circa il loro impatto sull’economia UE e senza un’adeguata consultazione di stakeholder e imprese.

Inq Uadram E nto GE n E ra LE

Un pacchetto dopo l’altro è stato notevolmente esteso l'elenco di prodotti che rientrano nella "tecnologia avanzata”, includendo anche beni e materie industriali di ampio utilizzo in ambito manifatturiero, come individuati nell’ultimissima versione. Non solo, anche le modifiche precedenti all’VIII pacchetto ampliavano la lista dei prodotti comprendendone di molto comuni nel nostro tessuto in-

dustriale. Diverse tipologie di macchine utensili, elementi in acciaio come tubi, accessori e valvole, cuscinetti a sfera, pompe, macchine di tornitura o fresatura sino ai mandrini e i circuiti stampati. Oltre all’ormai famosa introduzione del divieto di esportazione di beni di lusso, di beni adatti all’uso in vari ambiti industriali (quali aerospazio, energia, petrolio, ecc.), rile-

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O rt & mercati

vantissime sono state le modifiche apportate alle numerose Categorie dell’Allegato VII. Le Categoria II – Calcolatori, Categoria VIII – Varie, Categoria IX – Materiali speciali e relative apparecchiature sono state ampliate quasi con ogni regolamento, fino ad arrivare all’introduzione della nuova Categoria X – Trattamento e lavorazione dei materiali. Anche l'elenco delle merci che potrebbero contribuire in particolare al potenziamento delle capacità industriali russe è stato modificato dall’VIII pacchetto di restrizioni, ma molte modifiche a tale pacchetto sono in realtà dovute a refusi nel riportare le NC e le descrizioni dei prodotti nell’allegato XXIII dei precedenti regolamenti.   Da notare, infatti, che moltissimi codici doganali inclusi nelle precedenti liste – oltre 670 codici previsti ad aprile scorso –, sono stati modificati (es. 3920 20 è diventato 3920 10) o riveduti (es. 8424 89 è divenuto 8424 89 40), mentre, ad esempio, il riferimento al codice NC 8208 40 (“coltelli e lame da taglio, per macchine o per apparecchi meccanici – per uso agricolo, orticolo o macchine forestali”) è stato rimosso, oltre ad altre revisioni descrittive.  Insomma, la fretta con cui sono stati emanati i regolamenti ha comportato la necessità di adattamento non solo da parte delle aziende, ma anche da parte del Consiglio stesso, che ha dovuto via via correggersi e riesaminare la normativa.

a ostacolare le imprese unionali non sono però soltanto le sanzioni secondarie, ma vi è un altro fenomeno che affligge il commercio UE, con ricadute dirette e indirette sulle imprese italiane. Vale a dire il crescente ricorso da parte di alcuni paesi terzi a strumenti ostili (sul piano economico) allo scopo di perseguire obiettivi strategici e geopolitici.

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L’aS SE tto

I nt E rnaz I ona LE

Il coordinamento a livello internazionale delle sanzioni adottate contro la Russia, nel corso degli ultimi mesi, ha contribuito d’altro canto ad attenuare le preoccupazioni delle imprese circa la portata extraterritoriale delle restrizioni adottate dagli Stati Uniti. Almeno con riferimento alle restrizioni verso la Russia, il governo USA ha rinunciato all’imposizione delle cosiddette “sanzioni secondarie”, ovvero le “punizioni” che gli Stati Uniti infliggono alle “non US persons” che intrattengono rapporti commerciali con paesi e persone colpite dalle sanzioni statunitensi. L'extraterritorialità delle sanzioni rimane però una notevole fonte di preoccupazione quando si contemplano altri regimi sanzionatori statunitensi come, ad esempio, quelli verso Iran, Cuba e Libia. In questi casi, le imprese dovranno costantemente accertarsi di non incorrere in violazioni delle restrizioni USA, oltre che, naturalmente, evitare di violare quelle UE così da evitare che le sanzioni secondarie impattino sulle loro attività. A ostacolare le imprese unionali non sono però soltanto le sanzioni secondarie, ma vi è un altro fenomeno che affligge il commercio UE, con ricadute dirette e indirette sulle imprese italiane. Vale a dire il crescente ricorso da parte di

dal punto di vista della Commissione europea, i futuri regolamenti e le future contromisure nel campo del commercio internazionale dovranno essere sempre più proporzionati e focalizzati su un determinato obiettivo, in modo da circoscriverne l’impatto.

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alcuni paesi terzi a strumenti ostili (sul piano economico) allo scopo di perseguire obiettivi strategici e geopolitici. La coercizione economica può concretizzarsi, non solo nell’introduzione di restrizioni agli investimenti, ma anche nell’imposizione di dazi quasi invalicabili o in forme di discriminazione commerciale verso specifici paesi della stessa Unione europea con lo scopo di interferire nelle scelte politiche legittime dei singoli stati membri. Controlli discriminatori alla frontiera verso le merci di origine del paese colpito o il boicottaggio commerciale diretto e indiretto sono altre forme che tale coercizione può assumere. In risposta alla deliberata coercizione economica esercitata dai paesi terzi, l'8 dicembre 2021, la Commissione ha pubblicato una proposta per l'adozione di uno strumento anti-coercizione. Questa misura consentirebbe all'Unione di rispondere meglio a tali sfide su scala globale. Lo strumento anti-coercizione è stato concepito allo scopo di attenuare o indurre la cessazione di specifiche misure coercitive, ricorrendo in primo luogo al dialogo e alla diplomazia. Esso prevede anche – come ultima risorsa – una serie di contromisure che comprendono un'ampia gamma di restrizioni relative al commercio, agli investimenti e ai finanziamenti. Questa risposta è da adottarsi come ultima risorsa qualora non ci fosse altro modo di fronteggiare il ricorso da parte di alcuni paesi a strumenti espliciti di coercizione e di “offesa” commerciale contro l’UE. Con le misure anti-coercizione, l’UE preserverebbe quindi il diritto legittimo di compiere scelte e decisioni politiche

Con le misure anti-coercizione, l’UE preserverebbe quindi il diritto legittimo di compiere scelte e decisioni politiche mitigando il rischio di gravi interferenze nella sovranità dell'Unione o dei suoi stati membri.

mitigando il rischio di gravi interferenze nella sovranità dell'Unione o dei suoi stati membri. Gli stati membri hanno largamente condiviso l’orientamento che vuole le future misure anticoercizione, mirate e proporzionate, anche se non si può non osservare che si tratta di strumenti complessi, che richiedono l’uso di technicalities che possono differire anche sensibilmente da settore a settore di intervento. Tutto questo per evitare conseguenze opposte a quelle attese, disequilibrando gli scambi commerciali invece che riportandoli alla normalità. L’attenzione della comunità imprenditoriale UE è proprio rivolta a evitare gli impatti sproporzionati che potrebbero derivare da una sequenza inarrestabile di coercizioni e azioni di ritorsione. Dal punto di vista della Commissione europea, che riconosce il fondamento di tali preoccupazioni, i futuri regolamenti e le future contromisure nel campo del commercio internazionale dovranno essere sempre più proporzionati e focalizzati su un determinato obiettivo, in modo da circoscriverne l’impatto. Sempre in riferimento all’adozione delle misure anti-coercizione, il 20 settembre 2022 il Comitato sul Commercio del Parlamento europeo ha approvato una posizione che introduce emendamenti di compromesso allo strumento proposto, volti a rafforzare la procedura per affrontare la coercizione economica: la posizione è stata votata e approvata dal Parlamento il 10 ottobre 2022.

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L E propo S t E

pE r IL FU t U ro

Nel quadro che si sta delineando a livello globale, dobbiamo accettare il fatto che le imprese UE dovranno considerare il ricorso alle restrizioni non più come una misura "estrema" applicata esclusivamente a casi particolari (es. Corea del Nord, Cuba, Iran, Russia ecc.) ma come una "nuova normalità", una nuova configurazione che caratterizzerà il commercio internazionale negli anni a venire. Da ciò deriva non solo la necessità per gli operatori economici di aggiornarsi con sistemi commerciali allineati a quelli sanzionatori, ma anche la necessità di sviluppare soluzioni molto più flessibili in termini di organizzazione produttiva e commerciale. Questo inciderà, a volte indirettamente ma più spesso direttamente, sulle supply chain globali. Ciò non toglie che l’Unione (compresi i singoli stati membri) e i suoi alleati debbano adoperarsi per giungere, quantomeno, all’interpretazione univoca delle misure adottate, informandone per tempo le comunità imprenditoriali e ricorrendo anche a “strumenti linguistici” concordati affinché gli operatori economici possano adeguarsi a tali mutazioni del contesto globale senza dover affrontare, quale onere imprevisto, aggiuntivo e immotivato, testi confusi, misure oscure, concorrenza sleale e overcompliance.

L’attuale quadro geopolitico è caratterizzato da un corposo apparato di sanzioni coercitive nei confronti della Russia e, con minore intensità, della Bielorussia; questo ha costretto le imprese italiane a rivolgere il proprio sguardo anche all’intero universo delle restrizioni e dell’export control.

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L’Europa e il mondo sono pronti per una nuova geografia politica?

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rt & mercati

La guerra in Ucraina continua a restare il tema principale in Europa e nel mondo. Al momento non risulta imminente alcuna risoluzione, nonostante alcune azioni di ritiro da parte dei russi in città chiave. L’apertura da parte del presidente ucraino, Volodymyr Zelens'kyj, a potenziali accordi di pace per porre fine alla guerra non sembra trovare risposte dal fronte russo. Ciononostante, il tema predominante nella vita economica di tutti i cittadini è l’effetto secondario che la guerra ha avuto, ovvero l’impennata dei prezzi di petrolio e gas, nonché di prodotti alimentari, in particolare di grano e cereali.

L'attuale situazione si traduce in un’inflazione che ha raggiunto i massimi da oltre quarant’anni e ha toccato il picco in Europa, al 10,7% annuo nel mese di ottobre, con le componenti energetiche e alimentari che sono aumentate rispettivamente del 41,9% e del 13,1% annuo. Questo aumento ha spinto la Banca

Centrale Europea a intervenire in modo deciso sui tassi di interesse portandoli al 2,0% dopo tre aumenti consecutivi tra luglio e ottobre. Diverso il discorso relativo ai piani anticrisi con la Banca Centrale Europea che ha confermato sia il piano PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme) sia il programma APP

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(Asset Purchase Programme), fornendo ancora un sostegno all’economia europea. Tuttavia, da soli questi programmi non sembrano riuscire a limitare gli effetti negativi portati dalla guerra in Ucraina, con la crescita economica che ha iniziato a risentire anche degli aumenti dei tassi e che per il 2023 prevede un ritorno in recessione per l’intera Area Euro. Allarme lanciato anche nell’ultimo rapporto del Fondo Monetario Internazionale che prevede una crescita globale per il 2023 al 2,7% rispetto al precedente 2,9%, con Europa (in particolare Germania e Italia) e Stati Uniti che si confermeranno le aree geografiche più in difficoltà. Anche un report della banca d’affari americana Morgan Stanley ha confermato le difficoltà delle due economie occidentali (allargando il discorso anche alla Gran Bretagna), con alti rischi recessivi per il 2023. Morgan Stanley prevede una netta spaccatura tra le economie sviluppate che entreranno in recessione o comunque registreranno una crescita vicina allo zero. In particolare gli Stati Uniti subiranno gli effetti negativi dell’aumento dei tassi da parte

della Federal Reserve, che dovrebbe alzare il costo del denaro ancora una volta quest’anno nella riunione di dicembre (ora tra il 3,75% e il 4%) per poi tenerlo fermo nel 2023. L’inflazione non sembra prossima a calare, nonostante i buoni segnali giunti nel mese di ottobre, dove i prezzi alla produzione e quelli al consumo sono scesi rispetto al mese precedente. Ciononostante, la crescita economica riporterà a dover rivalutare le mosse della Federal Reserve con il forte rischio di un dietrofront sui tassi se l’economia dovesse arretrare più del previsto nel 2023.

La strategia della Cina

L’unica nazione, in questo momento, che non sembra risentire degli effetti negativi della guerra (in parte ne ha beneficiato acquistando petrolio e gas dalla Russia a prezzi scontati), è la Cina che ha registrato un’inflazione stabile e in lieve calo riuscendo così anche a intervenire sui tassi di interesse andando a tagliarli per favorire l’economia. Da sottolineare, tuttavia, che l’economia cinese è l’unica a registrare

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tassi di crescita accettabili nonostante l’avversa congiuntura mondiale, tanto da risentire più delle politiche interne che del rallentamento globale.

La Cina, infatti, dovrebbe crescere nel 2023 del 5% annuo nonostante la politica “zero-Covid” abbia limitato le attività manufatturiere nel corso del 2022.

A preoccupare, tuttavia, resta il tema inflazione. La Cina ha registrato un netto rallentamento delle attività legate all’export a causa dell’aumento dei costi e delle difficoltà che Europa e Stati Uniti stanno registrando, portando anche a un notevole allungamento dei tempi per le spedizioni di prodotti finiti o semilavorati. Se da una parte l’intervento delle banche centrali, che hanno avviato una politica monetaria restrittiva, sembra poter mostrare i primissimi risultati attenuando la pressione sui prezzi ai consumatori, dall’altra questo aumento del costo del denaro impatterà ulteriormente sulla crescita economica del 2023. Alcuni economisti cominciano a prevedere un ritorno alla politica di riduzione dei tassi di interesse già dalla seconda metà del prossimo anno.

La questione terre rare

A questi problemi, si aggiunge il tema della dipendenza globale da un settore strategico, quello dei semiconduttori.

L’Asia impone la sua influenza considerando che risulta essere il primo produttore al mondo con quasi l’80% di quote di mercato suddiviso tra tre aziende asiatiche (Tsmc con il 56% di quota di mercato, Samsung con il 16% e Umc con il 7%, secondo i dati di S&P Global) in un mercato da 500 miliardi di dollari (stimato da Bloomberg). Il calo delle attività produttive in Asia sta portando a un allungamento dei tempi di attesa per la ricezione dei microchip, con conseguente rallentamento dei tempi di consegna di tutti quei prodotti che necessitano dei semiconduttori per funzionare, dai computer alle automobili, dagli elettrodomestici ai grandi macchinari o ai sistemi di difesa militare solo per citarne alcuni. L’approvvigionamento dalla Cina da parte di Europa e Stati Uniti è stato anche motivo di tensione e attrito, tanto da spingere l’ex presidente americano Donald Trump a sottolineare che il tema è una “que-

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stione di sicurezza nazionale” alzando le tensioni tra Cina e Stati Uniti. L’attuale presidente Joe Biden, invece, sta cercando di riportare in patria la produzione dei semiconduttori (in passato gli Usa erano leader di mercato) attraverso un disegno di legge chiamato “Chips for America Act”, incentivando le aziende a sviluppare e produrre internamente i microchip. Discorso del tutto simile per l’Europa che ha messo sul piatto un assegno da 50 miliardi di euro per la produzione europea di microprocessori. Attualmente, l’Europa ha una quota di mercato pari al 10% e l’obiettivo del “Chips Act” europeo è quello di raddoppiare questa percentuale entro il 2030 attraverso una stretta sull’export e incentivando aiuti statali. L’Italia dovrebbe fare la sua parte con l’apertura di tre impianti sparsi lungo lo Stivale consentendo anche l’aggiunta di 3.000 nuovi posti di lavoro specializzati. Un importante ruolo dovrebbero, invece, ricoprirlo i paesi scandinavi con una collaborazione tra Norvegia e Svezia che dovrebbe favo-

rire l’estrazione e la lavorazione di importanti elementi delle terre rare, soprattutto di metalli magnetici fondamentali per la produzione di turbine eoliche e auto elettriche. A livello politico, diversi leader europei hanno lanciato l’allarme della dipendenza dalla Cina.

Tuttavia, pur con una produzione interna, la dipendenza dell’Occidente dalla Cina permane e con essa anche i rischi di approvvigionamento. Infatti, la produzione di microprocessori richiede l’utilizzo di materie prime, le già citate terre rare (tra cui silicio, cobalto, litio, indio, grafite, vanadio, niobio, gallio, germanio, e nickel, sebbene quest’ultimo non rientri negli elementi chimici delle terre rare, ma è tra i metalli non ferrosi), i cui giacimenti sono principalmente in Cina e in Africa, rispettivamente con il 41% e il 30% della produzione mondiale. Da sottolineare, tuttavia, che spesso le società minerarie in Africa sono controllate da aziende statali e semistatali cinesi, il che porta la dipendenza dalla Cina a circa il 70%. La Repub-

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blica Democratica del Congo, ricca di cobalto, è un esempio della presenza cinese in Africa dove la Cina detiene il 70% dei diritti di estrazione. Considerato ciò, per potersi sganciare dalla dipendenza cinese il percorso da seguire è duplice. Da una parte si possono aumentare le esplorazioni minerarie in parti del mondo ricche di materie prime (Australia, America Latina e Canada, tra le principali), dall’altra si potrebbe sviluppare una rete più efficiente nel riciclo di materiale tecnologico e quindi di recupero di quei minerali fondamentali per tutte le attività moderne. Questo contribuirebbe, inoltre, a una riduzione di rifiuti speciali inquinanti che spesso vengono esportati in paesi poveri, alimentando il degrado e l’aumento di inquinamento in aree del mondo dove l’aspettativa di vita media delle popolazioni è molto bassa. Nel prossimo decennio il controllo delle terre rare sarà fondamentale per la supremazia geopolitica, con le grandi potenze mondiali che si sfideranno per controllare un settore strategico

e mantenere la propria indipendenza anche ricorrendo ad accordi tra stati, come ad esempio l’accordo AUKUS (Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti d’America). L’ex ministro della Difesa australiano, Kim Beazley, ad esempio, ha stimato che l’Australia ha la capacità di “sostituire completamente la dipendenza” degli Stati Uniti e dell’Europa dalle terre rare estratte e lavorate dalla Cina entro cinque o dieci anni, considerando anche l’introduzione, nel 2020, in Cina di una legge per il controllo dell’export che dovrebbe consentire al paese di bloccare l’esportazione per motivi di sicurezza nazionale. La collaborazione tra queste nazioni potrebbe svilupparsi attraverso supporti finanziari per nuove esplorazioni, difendendo le società minerarie da tentativi di acquisizione da parte di paesi terzi come già recentemente avvenuto in Canada, dove alcune prime indagini hanno riportato di ingerenze cinesi finalizzate a controllare e aumentare la propria presenza in aree del paese ricche di terre

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Come la servitizzazione sta cambiando il mondo dell’industria

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«Fino a oggi il calore era una commodity a basso costo. Nei processi industriali in cui interveniamo la nostra parte di riscaldamento e creazione di vapore era decisamente minoritaria come spesa». Spiegava sullo scorso numero di Industria Meccanica Alberto Zerbinato di ICI Caldaie «Nel budget di grandi salumifici, per esempio, valevamo il 2%. Nessuno si preoccupava di gestire o ottimizzare le nostre soluzioni perché non ne valeva la pena. Adesso, con il prezzo dell’energia in ascesa, il nostro comparto acquista improvvisamente valore e c’è grande spazio di azione. Grazie alla gestione dei dati e alla connettività abbiamo un’idea molto precisa di come sono utilizzati i nostri macchinari; riusciamo a ridurre i consumi insegnando ai nostri clienti come utilizzare al meglio le nostre macchine». Una posizione rafforzata da Alberto Favero direttore generale di Baxi che aggiungeva come non potessero più essere semplici produttori, ma dovessero compiere un passo ulteriore diventando creatori di soluzioni.

A proposito di servitizzazione

Per servitizzazione si intende il passaggio da un modello di vendita a un modello di noleggio, cioè, invece di comprare un bene, ne compro l’uso o la capacità produttiva. L’esempio più noto è quello dei motori per aereo della Rolls Royce o quello ancor più diffuso delle fotocopiatrici. Nel primo caso si comprano ore di volo con efficienza e manutenzione a carico del costruttore dei motori, nel secondo, pago per numero di fotocopie realizzate o semplicemente per avere la fotocopiatrice – sempre funzionante e carica – in ufficio. Si capisce che il processo di digitalizzazione in corso è una precondizione, così come lo sono la possibilità di poter monitorare e manutenere da remoto le “macchine”, quella di poterle conoscere, tarare e ottimizzare sempre più e sempre meglio e quella di poter costruire o agganciare agli oggetti una serie di servizi. Uno scenario ampio e composito, con diversi gradi di sviluppo derivanti da tanti fattori tra cui, per esempio, il tas -

Per servitizzazione si intende il passaggio da un modello di vendita a un modello di noleggio, cioè, invece di comprare un bene, ne compro l’uso o la capacità produttiva.

so di penetrazione del digitale e il grado di maturazione e standardizzazione del mercato. I motori della Rolls Royce sono tendenzialmente tutti uguali tra loro, così come le fotocopiatrici, strumenti che non hanno bisogno di essere pesantemente costumizzati a seconda dell’aereo o dell’ufficio in cui sono inseriti, ma semmai possono essere tarati, in funzione delle condizioni in cui devono lavorare. Altro fattore determinante, che traspare dal commento dei produttori di pompe di calore, è il contesto internazionale geopolitico e tecnologico in cui ci troviamo. Se la pandemia ha spinto il processo di digitalizzazione, il periodo successivo ha reso evidente la debolezza delle supply chain. Successivamente il costo dell’energia è aumentato, le materie prime sono schizzate alle stelle, così come la componentistica e i tanto rinomati chip. Non a caso Massimo Birolo, global manufacturing director di Bonfiglioli, sostiene che le best cost country d’ora in poi saranno quelle in grado di gestire al meglio le tecnologie.

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Economia circolare e valorizzazione degli asset

La servitizzazione segue una specifica direzione, cioè riuscire a valorizzare fino in fondo gli asset, gli impianti, l’hardware di una catena produttiva. Se i componenti o le materie prime hanno dei valori importanti, le linee produttive, anche a fine vita, avranno un valore intrinseco importante che chi le ha costruite potrebbe sfruttare in termini di revamping, di riutilizzo delle singole componenti o delle materie prime (soluzione ovviamente meno smart).

È naturale quindi che in un contesto di scarsità e di difficoltà di approvvigionamento questi beni strumentali possano risultare ancora più interessanti.

Vito Lazazzera digital team officer dell'azienda pugliese Masmec, che costruisce linee per l’automotive, commenta «Attualmente in Masmec non stiamo lavorando direttamente su quello che è il senso più puro del tema servitizzazione, noi realizziamo linee complesse per il mondo automotive e vendiamo prodotti. Però la servitizzazione, la vediamo come un punto di arrivo. Investire tanti soldi su processi e linee dedicati a prodotti che sono in continua evoluzione e cambiamento non è più sostenibile. Abbiamo, capito – prosegue Lazazzera – che tra qualche anno probabilmente saremo competitivi solo se riusciremo a farci carico dell’intero ciclo di vita delle linee che produciamo e quindi anche dello smantellamento. Vale a dire della second life, dell'eventuale riutilizzo della componentistica e delle attrezzature», offrendo quindi un servizio e non più un prodotto al cliente. «Questa logica del servizio – continua Lazazzera – è destinata a prendere sempre più piede anche all’interno del settore manifatturiero, perché fondamentalmente ai nostri clienti non interessa avere un prodotto, bensì, produrre un certo numero di pezzi e quindi soddisfare un'esigenza di business. Se garantiamo la produzione continuativa di componenti, più che vender loro un prodotto di cui si dovranno far carico da ogni punto di vista, per noi si apre un’opportunità di mercato enorme».

Un futuro prossimo, ma non troppo

Dalle parole di Vito Lazazzera di Masmec emerge come oggi, il progetto servitizzazione sia ancora impossibile e lontano, però c'è un disegno e una strategia che lo renderà possibile.

«Noi realizziamo le nostre macchine, utilizzando singoli oggetti elementari, come fossero mattoncini della Lego. In questo modo siamo in grado di consegnare la linea al cliente, per poi pensare di riprenderla e riconfigurarla, rispettando le esigenze e le peculiarità di un nuovo cliente. La chiave quindi è poter riutilizzare il “reso” dando nuova vita a robot, attrezzature, unità di presa e posizionamento, che possono essere utilizzati come singoli componenti o riconfigurati su linee diverse».

Il prodotto non esiste quasi più, anche nel mondo dell'automotive i modelli e le modifiche hanno raggiunto il ritmo del fast fashion. Il time to market di una linea come quelle realizzate da Masmec in Puglia è di circa un anno (dalla progettazione all'avviamento in azienda). «I volumi oggi nell'automotive cambiano rapidamente e in questa frenesia chi riuscisse a garantire un servizio, invece che vendere la linea, avrebbe il vantaggio di adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato e risolverebbe molti problemi».

Conclude Lazazzera, «Se quello è il punto di arrivo oggi siamo in grado di aggiungere la garanzia di interventi di manutenzione rapidi, sensoristica e software dedicati all'ottimizzazione delle macchine e tutta una serie di analisi dati che vanno nella direzione della predittività e che rappresentano logiche di as a service (in questo caso si tratta di aggiungere servizi all'asset fisico), anche se ancora inseriti in un contesto in cui la macchina viene solo venduta».

Gli scenari sono in continuo movimento e ogni azienda porta avanti delle scelte determinate dalla propria storia, dal proprio know how e anche dalla propria specifica visione dal momento perché, per fortuna, non ci sono verità già scritte.

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I fondamentali: la questione della fiducia

«Nel percorso che porta dalla proprietà all’uso del bene ci sono una serie di dinamiche che si innestano» spiega Salvatore Majorana direttore del KMRosso di Bergamo. «Il cliente, come prima cosa, sposta nel suo bilancio l'operazione da CapEx (spese in conto capitale) a OpEx (spese operative). È uno shift che in alcuni casi è molto ben visto e accolto, in altri meno. Chi compra servizi ha meno asset e svuota lo stato patrimoniale. Tipicamente le aziende con gli asset erano viste come robuste, ma domani potrebbe non essere necessariamente così».

Un'osservazione indiscutibile posta come vantaggio competitivo della servitizzazione che però negli ultimi anni, almeno in Italia, ha rappresentato un limite invalicabile.

I vari incentivi, infatti, hanno sempre premiato l'acquisto di beni strumentali rappresentando un ostacolo per chi volesse sperimentare formule differenti.

Il focus si sposta così nelle mani di chi fornisce il servizio. Questo è destinato a rappresentare una resistenza, continua Majorana «Perché l’azienda che si spoglia del controllo della macchina si rimette nella capacità del suo fornitore di garantire il servizio e quindi demanda a terzi la gestione di un rischio, ma anche la gestione di molte complessità operative e alleggerisce il suo carico di lavoro».

Qui il tema è ribaltato sul trust e quindi sulla fiducia che si innesta nella rete di servitizzazione. «Oggi il tema più delicato nell'adozione della servitizzazione sta proprio nella costruzione di questa filiera di fiducia tra fornitore e cliente.

È auspicabile che questo percorso vada avanti perché, tra le altre cose, consolida le relazioni tra gli anelli della filiera e costringe le parti a ragionare in termini di gruppo e non più di entità singola che “fa tutto in casa”».

Osservazioni che dal trust ci portano immediatamente alla data economy, alla capacità (e volontà) di monetizzare i dati, di attribuire loro il giusto valore, ma soprattutto di saperli gestire correttamente.

Il prodotto non esiste quasi più, anche nel mondo dell'automotive i modelli e le modifiche hanno raggiunto il ritmo del fast fashion.

L'affitto della macchina deve in questo senso prevedere una precisa e puntuale regolamentazione e gestione dei dati, che però rappresenta solo un primo passo. «Il prodotto è tuo, ma il dato che monitora il comportamento della macchina è fondamentale per capire come il tuo processo di produzione può essere più efficiente di quello di un concorrente. Rappresenta un elemento su cui bisogna mettersi d’accordo, perché il dato è prodotto da una macchina che rimane mia, anche che produce per conto tuo. In questo senso la parte più delicata di costruzione di fiducia è nella comprensione del confine di proprietà tra i dati e il loro uso. Perché il dato può anche essere di chi produce la macchina, ma l’uso di quel dato dev’essere di chi l’ha generato usando la macchina, anche se sono soggetti diversi».

Nel creare questo meccanismo di trust è necessario quindi allargare l’asse del contratto di fornitura anche alla gestione delle informazioni collegate al sistema produttivo che in futuro ne rappresenteranno, sempre più, l’elemento vincente.

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I limiti della tecnologia

Se i dati sono l'asset decisivo bisogna saperli gestire e capire, ma anche saperli proteggere e conservare. Il data act su cui si sta lavorando in Europa presenta non poche criticità per le imprese. È progettato per proteggere i consumatori e spesso pensato per il B2C, ma sicuramente ci si sta lavorando con impegno affinché protegga le delicate questioni relative alla proprietà intellettuale. Altro punto chiave che deriva direttamente dalla questione dati è quello della sicurezza informatica, continua infatti Majorana «Tenendo presente tutti questi elementi che comportano complessità tecnologiche, di contrattualistica e di raccordo degli interessi, credo che si inizierà a servitizzare partendo dalle attività accessorie, quelle considerate non core dalle aziende. Con il tempo le infrastrutture e i collegamenti tra le aziende si andranno a consolidare e solo a questo punto il business si sposterà sulle parti più centrali. Ci vuole però ancora tanto tempo. Oggi siamo solo all’inizio del percorso e per fortuna stiamo introducendo delle regole sul controllo del dato, tramite Agenzia nazionale cybersecurity, che permettono di stabilire i protocolli necessari a garantire la sicurezza dello scambio di informazioni».

La realtà industriale italiana è molto diversificata, tra Pmi super specializzate e poche grandi imprese. Questa è una caratteristica che potrebbe rappresentare un punto debole nel momento in cui la forte standardizzazione dei processi e delle componenti, almeno nelle fasi iniziali, rappresenta una precondizione per un processo di digitalizzazione e di servitizzazione vero e proprio.

Parlando con una serie di scale che lavorano sui dati e agiscono da potenziali abilitatori della servitizzazione, emerge un panorama molto complesso.

«Realizziamo prodotti che permettono di raccogliere dati e analizzarli con le modalità che l'azienda preferisce», ci spiega Sergio Cassinelli, general manager di Miratek «le nostre soluzioni servono a definire, tracciare e far avanzare il processo produttivo anche dove sia completamente manuale. Raccogliamo dati da qualsiasi fonte, anche dall'operatore, e facciamo in modo che l'utente possa mettere insieme tutte queste informazioni e così arriviamo a definire nuovi servizi e/o percorsi di servitizzazione».

La realtà non è standardizzabile

«Il problema dal nostro punto di osservazione è che non servono solo le informazioni operative, quelle provenienti dalla macchina, ma servirebbero anche tutte le informazioni sullo stato finanziario del partner e sui mercati di riferimento in cui agisce. Tutte queste informazioni andrebbero costantemente monitorate e aggiornate». È Andrea Massenz, founder e Ceo di Techmass una scale-up che si occupa di dati, software MES ed è una sorta di abilitatrice alla servitizzazione, a raccontarci di come «Molti parlano di gestire e lavorare i dati, quando però mancano ancora le basi culturali e le infrastrutture per raccogliere elementi valorizzabili. Ad esempio, si parla di manutenzione predittiva, ma pochissimi la fanno veramente, questo perché per realizzarla servono dati puliti di impianti o macchine con i quali si devono costruire modelli matematici che diano i giusti allarmi, né troppi, né troppo pochi. Per fare questo serve avere le idee molto chiare sugli obiettivi, sullo strumento che si vuole misurare e servono sufficienti dati, ben scelti. Questo è possibile in contesti che lavorano esattamente nello stesso modo, ma chi produce o ha cento impianti uguali sparsi per il mondo? La capacità di costumizzare le macchine, vera arte del made in Italy, rende difficile questa standardizzazione e la raccolta di dati omogenei –

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La realtà industriale italiana è molto diversificata, tra Pmi super specializzate e poche grandi imprese. Questa è una caratteristica che potrebbe rappresentare un punto debole nel momento in cui la forte standardizzazione dei processi e delle componenti, almeno nelle fasi iniziali, rappresenta una precondizione per un processo di digitalizzazione e di servitizzazione vero e proprio.

prosegue Andrea Massenz – poi, dopo tutto questo sforzo, i vantaggi potrebbero essere relativi, perché è vero che si può pianificare le fermate di manutenzione, ma la produzione va fermata lo stesso. Certo non si può generalizzare, anche se è vero che queste soluzioni possono essere molto utili per classi di progetti molto precise».

Con le parole di Andrea Massenz ci si rende conto che i limiti culturali di cui tanto si parla e si scrive spesso sono anche tecnologici. Quando si dice che la tecnologia non è un problema si attua un'enorme semplificazione.

La tecnologia non è un problema, ma è complicato adattarla alla straordinaria biodiversità rappresentata dalle Pmi italiane che però hanno, nel loro DNA, una capacità di fare rete straordinaria, che andrebbe ulteriormente studiata e che rappresenta un punto di forza anche nel superare gli ostacoli che portano a una servitizzazione virtuosa. Tornando alle parole di Majorana «La resilienza delle relazioni abilita le conquiste del mercato» sottolineando come, se è vero che le provincie di Bergamo e Brescia sono le più internazionalizzate di Italia, è vero anche che le filiere quando vanno all'estero si muovono in abbinata ricostruendo là, in piccolo, i distretti presenti in Italia. Relazioni che sono un enorme plus competitivo anche in un'ottica di nuovi modelli di business.

Una sfida da vincere

È però importante anche evidenziare alcuni limiti del sistema. Questo lo fa, con lucidità, Lucia Chierchia, managing partner di Gellify piattaforma B2B che connette aziende consolidate con startup innovative: «Nel mondo manifatturiero separerei gli end user da chi fa componenti o l’intera macchina, sono mondi che si parlano, ma di fatto c’è disallineamento in termini di punti di vista. Per quanto riguarda il mondo machinery-componenti si stanno muovendo, sia i grandi, sia le aziende medio piccole che fanno componenti specifici o quelle che realizzano macchine complete per settori molto verticali o di nicchia, che non hanno fatturati da billion, ma fatturano da qualche centinaia o decine di milioni di euro. Si stanno muovendo, nel senso che stanno integrando all’interno della loro offerta uno strato digitale, delle piattaforme da veicolare ai loro clienti in ottica SaaS».

A investire in risorse esterne sono soprattutto le aziende più piccole, magari software house non preparate, per andare a costruire la loro piattaforma, spesso anche proprietaria. Il rischio è che pur investendo tanto, non facendolo fare a chi ha esperienza, rimangono spaesati, perché buttano via molti soldi, non avendo una chiara visione sul payback. Il tutto senza sapere che c’è un ecosistema di scale up che ha soluzioni pronte, modulari, customizzate a seconda delle esigenze specifiche che garantiscono un time to market molto veloce. Collaborare con queste realtà permetterebbe di abbattere il rischio, essere veloci, flessibili, ma soprattutto permetterebbe di sperimentare. Non lo fanno per non conoscenza, oppure perché sono attaccate alle loro software house storiche che con queste soluzioni non hanno alcuna esperienza.

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EaaS: un modello futuro?

Tra il 12 e il 22 aprile del 2022 Relayr, una società che si occupa di IIoT e che fa parte di una compagnia di assicurazioni tedesca e l’istituto indipendente di ricerche di mercato Forsa hanno condotto una ricerca sull’industria manifatturiera tedesca, e in particolare sull’EaaS (Equipment as a service). Gli intervistati sono stati i decision maker di 200 imprese con oltre 100 dipendenti in Germania che lavorano nel settore della meccanica, potenziali fornitori e fruitori di modelli EaaS, il risultato è il report: Servitization in der Fertigungsindustrie: Equipment as a service als Zukunftsmodell? La servitizzazione nell'industria manifatturiera: EaaS come modello futuro?

L’esito della ricerca ha mostrato quanto il sistema imprenditoriale tedesco stia puntando sull’EaaS a detta di player che sono però certamente parte in causa. L'86% delle aziende intervistate nel settore dei macchinari e dell'impiantistica sta già affrontando attivamente il tema. Anche la domanda è in aumento: un quarto degli utenti di macchinari e attrezzature sta pianificando di passare a modelli EaaS e la maggior parte lo farà entro i prossimi 12 mesi. Inoltre il 54% di tutte le società di ingegneria intervistate sta progettando le proprie offerte e prevede di iniziare lo sviluppo entro i prossimi 12 mesi, mentre il 14% ha già una propria offerta EaaS sul mercato. Tra le aziende che hanno già modelli EaaS sul mercato, il 94% offre attualmente servizi a corredo delle proprie macchine. Un altro 50%, invece, offre già beni o attrezzature selezionati attraverso un modello di finanziamento EaaS, come il pay-per-part o il pay-peruse.

Solo l'11% degli attuali fornitori ha già cambiato il proprio modello di business passando a questi modelli di finanziamento. Due terzi dei decision maker che stanno pianificando l'utilizzo di modelli EaaS affermano di voler offrire servizi di accompagnamento per le macchine (64%) e anche asset selezionati tramite un modello EaaS (64%). Alla domanda su quali siano i tre principali driver per i modelli in questione all'interno del loro settore, le risposte sono molto precise: i produttori di macchine riscontrano una maggiore sicurezza nella

pianificazione, ritengono che sia un ottimo modo per generare opportunità di nuove offerte che vanno oltre il precedente modello di business. Ritengono inoltre che il modello garantisca una maggiore fidelizzazione dei clienti. Oltre a questo vedono come premiante la possibilità di avere un’analisi continua dei dati, cosa che apre a scenari non ancora immaginabili in termini concreti.

Dal punto di vista dell’offerta il 50% dei costruttori di macchine ritiene che la flessibilità dei propri macchinari e attrezzature (43%) e il livello di digitalizzazione (45%) siano in linea con i requisiti di un progetto EaaS. Tuttavia, i risultati mostrano anche che i tre quarti degli intervistati (72%) vorrebbero affidarsi all'esperienza di partner esterni per superare gli ostacoli nell'implementazione dei modelli citati. La metà dei costruttori di macchine vorrebbe supporto e consulenza per sviluppare una comprensione più approfondita delle esigenze del proprio mercato. Poco meno della metà cerca un supporto strategico (49%) e un sostegno nell'implementazione operativa (46%) dall'esterno. C'è anche un grande bisogno di assistenza tecnica per ottenere dati in tempo reale da macchine e dispositivi (42%).

Dall’indagine è evidente come la Germania si stia muovendo, approfondendo un tema direttamente connesso al mondo del 4.0. Certo non può essere un caso, visto anche l'importante lavoro svolto anche da SAP.

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L’ecosistema Sap

«Per noi di Sap (multinazionale per la produzione di software gestionale NdR) il concetto di servitizzazione va molto al di là del semplice cambiamento nel modello di fatturazione». A introdurre il tema è Giacomo Coppi, head of digital supply chain e manufacturing, Sap Italia e Grecia «Non può essere solo pay per use e deriva dall’avere IoT e soluzioni per la gestione dei big data a costi accessibili. Questo vuol dire riuscire a fornire asset digitali che rendono quelli fisici più intelligenti e vuol dire riempire di servizi i miei prodotti per una profittabilità maggiore e la definizione di nuovi modelli di business». Il panorama che ci offre Sap, in questo ambito, è molto dettagliato, va da una soluzione pensata per arrivare a una corretta definizione del canone (Product Lifecycle Cost) a una razionalizzazione di tutte le casistiche che ricadono in qualche modo sotto la definizione di servitizzazione:

Servitizzazione su contratti di manutenzione

È il caso di Hoval che produce caldaie e offre come servizi premium manutenzione predittiva o proattiva. Hanno uno storico e una quantità di dati importanti ed è un settore dove la standardizzazione funziona molto bene.

Data as a service

Mapal realizza componentistica per la meccanica, vende il digital twin in abbonamento che può essere utilizzato autonomamente o inserito in linea in modo da avere un digital twin complessivo. Un esempio simile è quello della tedesca Schindler che realizza il gemello digitale dell'ascensore. Le aziende di servizio possono rivendere il gemello digitale al cliente che vuole inserirlo nel suo building management system, oppure possono utilizzarlo per gestire manutenzione o monitoraggio. Sostanzialmente rappresenta un modello a cui ad un asset si agganciano dei servizi.

App su mobile

Attraverso un’app analitica si hanno tutti gli strumenti di controllo e analisi della sensoristica (anche virtuale) che si possono trovare a bordo di una determinata macchina.

Stara ha sensorizzato macchine agricole e mette i dati così raccolti e le analisi a disposizione dei suoi clienti via cloud. Sandvik, invece, utilizza un sistema simile per il monitoraggio delle postazioni di lavoro automatizzate.

equipment as a service: pay per use

Kaiser Kompressoren non vende più compressori, ma vende metri cubi d’aria. Perché il sistema funzioni le macchine devono essere molto standardizzate e devono avere un back di manutenzione molto sofisticato. Heidelberg realizza stampe industriali. Stipulano contratti a volume per i loro clienti che prevedono una parte fissa e una parte per quantità di lavoro svolto. Raymond è una azienda di logistica e iWarehouse è il sistema di logistica integrata che permette di monitorare con telemetria e IoT il lavoro effettivamente svolto dai carrelli elevatori per ogni singolo cliente.

Assistenza: ricambi

Aziende che producono asset per conto di altri hanno “servitizzato” la gestione delle parti di ricambio. I magazzini sono online e il cliente si può riapprovvigionare direttamente automatizzando l'accesso ai ricambi.

Siemens Mobility fornisce soluzioni di mobilità per il trasporto urbano, interurbano e per il trasporto merci. Ha la necessità di rendere disponibili più di 20.000 pezzi di ricambio 24 ore su 24, 7 giorni su 7. La soluzione è un moderno negozio online che risponde in tempo reale alle necessità dei clienti che accedono ai ricambi direttamente sulla base di un contratto quadro.

Krones fa linee industriali, con un contratto quadro sui ricambi, in modo tale da fidelizzare il cliente che da parte sua ha liberamente a disposizione ricambi originali in tempo reale.

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Cartolarizzare la servitizzazione

Da Paradigmix un algoritmo è progettato per valutare il rischio e le performance dei contratti di servizio dei macchinari industriali connessi e concessi in modalità Eaas (Equipment As A Service). Stabilisce il corretto canone di affitto e costruisce uno strumento finanziario in grado di smobilizzare i crediti e generare autofinanziamento. Un brevetto industriale italiano, apprezzato in Germania.

I vantaggi garantiti dalla servitizzazione (qui intesa esclusivamente nella modalità di EaaS) secondo Dante Laudisa, co-fondatore di Paradigmix insieme a Ferruccio Maccarini, esperto di servitizzazione, sono presto detti «Crea ricavi ricorrenti nel tempo, rispetto a quello derivante dalla vendita del macchinario; permette di conoscere meglio il proprio cliente e di ottenere informazioni privilegiate con le quali è possibile costruire nuovi prodotti o nuovi servizi. Terzo fidelizza il cliente, mitigando la pressione della concorrenza». Questo è un punto critico, continua Laudisa «Da una survey recentemente pubblicata in Germania, emerge che l’84% delle aziende contattate sta già lavorando alla servitizzazione. Questo vuol dire che nell’immediato futuro potrebbero acquistare componenti di macchinari in Italia, per poi assemblarli in Germania e successivamente noleggiarli agli utilizzatori italiani (aziende manifatturiere). Questo creerebbe l’imbarazzante, ma potenziale paradosso di attivare contratti di servizio nei confronti dei produttori di componenti italiani. In pratica stiamo segando il ramo su cui siamo seduti e se partirà questo meccanismo, saremo condannati a diventare degli “importanti” terzisti, mentre se fossimo noi a lavorare nell’ottica di abilitare il modello di digital servitization ci porteremmo a casa un fatturato resiliente nel tempo, con una baseline di ricavi ricorrente e tante preziose informazioni, utilissime per generare valore molto più importante di quello che ci portiamo a casa adesso». Un discorso molto chiaro e che certamente è sviluppato da chi ha tutto l'interesse a spingere questo nuovo modello di business.

«Ovviamente poi» continua Laudisa, «per realizzare la servitizzazione di un impianto occorre avere la capacità operativa di disegnare processi nuovi all’interno di una azienda che non l’ha mai fatto, ci vogliono cultura e

formazione aziendale. Sono necessari modelli operativi che gestiscono i rischi e le performance, perché il produttore di macchine si deve organizzare alla stregua di un intermediario finanziario che deve “affidare” il cliente, valutando il contratto di servizio in una prospettiva di rischio allargata a indicatori aggiuntivi rispetto al rischio di credito».

L’algoritmo sviluppato da Paradigmix consente il monitoraggio contestuale di quattro domini di rischi principali: Credito (merito creditizio), Operazionale (utilizzo del macchinario con metriche e soglie contrattualizzate), Mercato (Valore monetario, fiscale e ambientale del macchinario) e Reputazionale (Customer Service & ESG Issues). La valutazione organica e ponderata dei rischi si riflette nel processo di pricing, permettendo la creazione di canoni corretti per i rischi assunti. «Il nostro brevetto è molto specifico, registra tutti i dati della macchina e dopo aver lavorato su tutti i dati relativi all’azienda e al settore, genera uno scoring e suggerisce il giusto prezzo di canone. Inoltre, monitora il rispetto del contratto e lo stato degli asset aggiornando il valore dei macchinari, prendendo in considerazione tutti gli eventi che si susseguono nel tempo, dalle manutenzioni correttamente effettuate al valore delle singole componenti». In pratica il cuore del brevetto è rappresentato da un algoritmo che assegna dinamicamente un punteggio di rischio al contratto nel suo divenire e apre la possibilità di smobilizzare il contratto di servizio, trasformandolo di fatto in un flusso di ricavi certificato che il produttore può utilizzare per pianificare il proprio fabbisogno finanziario.

Il win win deriva dal fatto che il produttore del macchinario ha un credito ricorsivo, ma riesce ad attualizzare il guadagno, pagando un tasso di interesse a chi compra il suo “bond”, che però è stato già incluso nel pricing. Chi compra il “bond” ha il vantaggio di partecipare a uno strumento finanziario solido, dal momento che è assicurato da un asset fisico che ha un suo valore intrinseco importante.

Sulla carta è uno schema che può funzionare, rimangono le incognite legate a un mercato dei macchinari in continua e forte evoluzione e a una più generale volatilità dei mercati che possono sconvolgere le previsioni degli algoritmi più elaborati.

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L’importanza delle best practice

A parlare è Antonio Parodi, consigliere delegato di Anien Automazione «Noi, portiamo avanti un percorso di analisi e confronto che coinvolge l’intera filiera dell’automazione industriale: dall’utilizzatore della macchina, al fornitore della componentistica fino a chi disegna, progetta e realizza l’impianto. L’obiettivo è quello di comprendere cos’è la servitizzazione, quali sono le potenzialità e le sfide che pone». Prosegue Parodi «L’idea è accompagnare questo ecosistema in una trasformazione che riteniamo durerà molto e che darà vita a uno scenario con una composizione ibrida, dal momento che per alcune categorie si potrà ottenere servitizzazione più spinta, mentre per altri il modello rimarrà quello attuale, focalizzato sull’asset».

Il punto di partenza di questo intervento è la certezza che la via dell’integrazione fisico-digitale sia inevitabile e che il valore estraibile dalla sola parte fisica dell’hardware sia sempre più sotto pressione.

Non solo, bisogna tenere in considerazione che il passaggio o l’integrazione di un modello di business tipo EaaS porta a un ampliamento del cono di valore su cui vanno a lavorare sia costruttori di macchine, che utilizzatori finali.

Lo spazio non è più solamente quello di vendere o cedere la macchina, ma di aggiungere su quello tutta un’altra serie di servizi aggiuntivi che prima erano realizzati dalla manutenzione o comunque dalla gestione dell’utilizzatore finale e consentono di essere proiettato a valle, laddove va estratto il valore.

Un altro punto fermo è il tempo, sempre meno. Altri sistemi industriali sono già partiti e alcuni studi mostrano che il tasso di crescita del business attraverso la servitizzazione nei prossimi 5 anni si attesterà tra il 20 e il 30%.

Fatte queste considerazioni continua Parodi «Abbiamo individuato alcune resistenze, che rappresentano altrettante sfide. La prima è di natura finanziaria ed è la più immediata. Il passaggio da un modello di business standard caratterizzato da transazione discreta dell’asset in un arco temporale relativamente breve (anticipo - avanzamento lavori - collaudo) a un modello che distribuisce una somma magari maggiore, ma in un arco temporale più ampio». Tra i possibili sostegni per la transizione, ci sono l’introduzione di meccanismi di intermediazione finanziaria

oppure lo studio di strategie ibride che comportino un passaggio graduale e che diano modo di organizzare i flussi di cassa in modo da non andare in sofferenza.

«La seconda è di natura tecnologica ed è più facile da risolvere. Rispetto a 5 anni fa possiamo utilizzare in maniere più spinta la parte di telecomunicazione tra device, possiamo realizzare un’integrazione da remoto tra diverse entità all’interno della supply chain e tra macchinari. Soluzioni che agevolano moltissimo quello che è controllo, manutenzione, valutazione e scambio del servizio. La terza sfida è di natura tecnologica, sul tipo di progetto delle macchine. Quelle costruite come un vestito su misura si prestano meno, perché sono poco riutilizzabili e hanno un basso grado di reintegro all’interno di una supply chain diversa». Prosegue sempre Antonio Parodi «L’ultima è legata al modello di business: oggi siamo in una fase embrionale e gli utilizzatori finali non conoscono casi virtuosi da cui prendere spunto e a cui ispirarsi».

«Dal nostro punto di vista il momento non aiuta assolutamente, perché non dà tempo per analizzare e investire su una prospettiva e uno sviluppo che dev’essere di medio termine». Conclude «Al momento la stragrande maggioranza delle aziende, infatti, è concentrata sul brevissimo. Però, almeno in teoria, sarebbe il momento corretto in cui affrontare un’analisi di questa prospettiva. Chiuso un ciclo, si potrebbe lavorare per costruire qualcosa di diverso e aprire un altro ciclo ancora più ampio».

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ANIMA ASSOCIA ZIONI

ANIMA & ASSOCIAZIONI

AnimA:

dati positivi per l’export e nuovi obiettivi per il 2023

La crescita c’è, soprattutto grazie all’export, ma i segnali di incertezza sono tanti. questo, in estrema sintesi, il messaggio principale che arriva dalle mille e più imprese meccaniche che aderiscono ad anima Confindustria.

Sulle aziende pesano l’aumento dei costi di produzione e la scarsità delle materie prime, due fattori che determinano un’effettiva diminuzione della marginalità per le imprese e limitano la disponibilità di investimenti in capitale umano, infatti, anche il dato occupazionale fatica a crescere. Ad incidere maggiormente, l’innalzamento dei costi e delle bollette che, mediamente, per tutte le aziende, hanno avuto un aumento tra il 10% e il 30% rispetto al secondo semestre del 2021. Secondo i dati elaborati dall’Ufficio Studi di Anima, l’intero comparto reagisce alla crisi facendo segnare un incremento (stimato) della produzione del 5,3% nel 2022. Un dato che va letto nel contesto generale di aumento del tasso d’inflazione degli ultimi dodici mesi (+7,1% dati Istat) e di forti rincari dei costi delle materie prime. Il dato di crescita del 2022 arriva dopo il record del 2021, quando la ripresa post pandemia aveva fatto segnare un +14,7%. Numeri irripetibili, forse.

La spinta del commercio con l’estero rimane un punto di forza cruciale, con un +9% nel primo semestre 2022 in confronto allo stesso periodo del 2021, per un valore totale di 17,1 miliardi di euro. Il principale mercato di riferimento è ancora l’Europa, ma anche i risultati commerciali con America settentrionale e Asia orientale sono buoni. Il principale mercato di destinazione rimane quindi l’area UE, che fa segna-

re +15% e oltre 8miliardi di euro di esportazioni nei primi sei mesi del 2022, mentre la crescita maggiore in termini percentuali avviene nel continente americano con un +37% in America settentrionale e +17% nel Centro e Sud America.

Gli Stati Uniti tornano quindi ad essere la prima meta di destinazione della meccanica italiana, con 1,93 miliardi di importazioni dall’Italia, in crescita del +40% rispetto al primo semestre 2021, mentre la Germania raggiunge seconda posizione, con 1,82 miliardi e +16%.

Risultati positivi anche in Francia (+11%), Regno Unito (+4%) e Spagna (+22%). Come prevedibile si registra un crollo delle esportazioni verso la Cina, con -34% rispetto al primo semestre 2021 e 600 milioni di euro di valore generato. Da segnalare, inoltre, un buono sviluppo dell’export oltreoceano verso il mercato australiano, canadese e indiano, dove la crescita va dal +14% al 20%.

La spinta del commercio con l’estero rimane un punto di forza cruciale. Il valore totale delle esportazioni del settore meccanica arriva quest’anno a 30,9 miliardi di euro, con una crescita del 5,1% rispetto allo scorso anno.
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di Lucrezia Benedetti

Anima, per il 2023, ha redatto un documento, il Manifesto della Meccanica, che raccoglie cinque proposte per il sostegno e lo sviluppo dell’industria meccanica. Tema molto sentito quello dell’energia, uno dei punti principali il 2023. le cinque direttrici fondamentali da presentare alle istituzioni e alla politica per sostenere e valorizzare l’industria nazionale, oltre alla tutela dell’export, sono: l’incentivazione di tecnologie d’avanguardia come fattore abilitante della transizione green, l’efficienza energetica a 360°, l’orientamento del mercato verso criteri di qualità tecnologica e di rispetto delle norme vigenti, la valorizzazione e professionalizzazione del fattore umano.

2022 Produzione +5,3% +5,1% +0,5% 54,4 mld € 30,9 mld € 255.000 ca. Export Occupazione 43 | l’industria meccanica 732 | no 4 2022
PREVISIONI MECCANICA

Assopompe e il contesto regolAtorio sull’ecodesign

Essendo un componente fondamentale negli impianti, le pompe sono utilizzate in moltissimi settori: costruzioni, ciclo dell’acqua, industria, generazione di energia, chimica, oil&Gas ecc. questi settori di utilizzo stanno manifestando un aumento della richiesta di risparmi energetici e di soluzioni sempre più ecologiche.

Con il fascicolo Il contesto regolatorio presente e futuro "focus sull’Ecodesign" , edito dalla Commissione Marketing Assopompe e giunto alla quarta edizione (maggio 2022), Assopompe riassume i requisiti di progettazione ecocompatibile imposti oggi alle pompe dalla Commissione europea. La pubblicazione offre una panoramica di quelli che sono i nuovi requisiti oggi allo studio per un prossimo aggiornamento dei regolamenti europei.

Sin dal 2004, i costruttori italiani ed europei hanno lavorato per proporre soluzioni a queste nuove sfide, con l’appoggio al progetto EcoPump dell’associazione europea EuroPump. Il progetto ha lo scopo di raggiungere l’eco-efficienza dei sistemi di pompaggio in diversi segmenti di mercato e di comunicare con gli utilizzatori o utenti finali dell’industria, aumentando la loro consapevolezza sulle

tematiche di consumo energetico e tutela ambientale; e con istituzioni governative e stakeholder a livello sia europeo che di stati membri, con lo scopo di esprimere la preferenza della nostra industria per accordi volontari piuttosto che misure legislative. Oggi la legislazione europea impone requisiti minimi di efficienza energetica per le pompe centrifughe per acque chiare e per le pompe di circolazione. Altre tipologie di pompe per acque chiare e acque reflue sono attualmente oggetto di studio per valutare l’imposizione di nuovi requisiti. Per varie categorie di sistemi di pompaggio, Europump ha sviluppato e continuerà a sviluppare l’adozione di varie linee guida, strumenti o nuove normative per migliorare, in ogni singolo segmento di mercato, l’efficienza energetica e l’impatto ambientale, sia durante l’installazione che durante l’operatività.

Nuove frontiere

Per l’industria, le sfide energetiche e ambientali costituiscono una spinta decisiva alla continua innovazione delle soluzioni di pompaggio e le direttive, come ad esempio la direttiva 2009/125/UE sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia (o Ecodesign), accanto alla direttiva 2010/30/UE sull’etichettatura energetica (o Energy Labelling) sono uno dei principali strumenti per il raggiungimento dei target fissati dall’Unione europea in materia di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni. Obiettivo della direttiva è migliorare le performance ambientali dei prodotti connessi all’energia ed eliminare dal mercato i prodotti meno performanti. Allo stesso tempo, supportare l’innovazione e tutelare la libera circolazione dei prodotti nel mercato interno.

Trattandosi di una direttiva quadro,

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O cia Z i O ni
ass

non stabilisce in maniera diretta norme vincolanti per i singoli prodotti. Tale compito è lasciato a specifiche misure di implementazione settoriali della Direttiva (Lot). Le misure di attuazione vengono ufficializzate tramite la pubblicazione di regolamenti europei e sono definite dalla Commissione europea sulla base delle analisi condotte in uno studio preparatorio con il coinvolgimento di un Forum consultivo dove sono rappresentati diversi stakeholder.

Durante gli ultimi anni, sono stati sviluppati studi e ricerche per incrementare ulteriormente i risparmi energetici tramite l’attuazione, a livello normativo, dell’Extended Product Approach che considera l’efficienza dell’intero sistema composto da pompa, motore e controllo. L’Extended Product Approach (EPA) è una metodologia per calcolare l’Ener-

gy Efficiency Index di un Extended Product (pompa, motore ed eventuale controllo) tenendo conto del comportamento di tutti i componenti e dei profili di carico. L’approccio EPA garantisce potenziali di risparmio energetico considerevoli: EuroPump stima che una trasformazione del mercato basata sull’applicazione dell’EPA alle pompe per acqua nello scopo del Regolamento 547/2012/ CE porterebbe i risparmi energetici a 35TWh annui, una quota approssimativamente dieci volte maggiore dei risparmi ottenibili tramite l’applicazione dell’attuale regolamento. Assopompe, inoltre, prosegue con il Progetto Low Energy Day (LED), un ciclo di seminari creato con la collaborazione di CeSMA che intende favorire la diffusione delle norme, dei regolamenti e delle soluzioni tecnologiche per il risparmio delle risorse

energetiche e idriche tra i gestori delle reti idriche e delle multiutilities, in particolare tra gli ingegneri incaricati della progettazione degli impianti di pompaggio per acque chiare e acque reflue. Ad oggi sono complessivamente cinque i gestori del servizio idrico che hanno ospitato il progetto Low Energy Day (LED) di Assopompe, lanciato in piena pandemia nel 2020: Hera SpA, Gori SpA, Metropolitane Milanesi SpA, ABC Napoli e Acquedotto Pugliese SpA. Il progetto proseguirà anche per il 2023.

I gestori del servizio idrico nazionale interessati all’iniziativa possono scrivere a assopompe@anima.it l.b.

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AVR: Ruolo e oppoRtunità dell'IndustrIa ItalIana dI valvole e rubInettI

alla ricerca di un equilibrio duraturo in un mondo in piena transizione, avr – associazione italiana costruttori valvole e rubinetteria, federata anima Confindustria – nel primo semestre del 2022 segna un più sulle esportazioni, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, arrivando a 2.682,3 milioni di euro.

L

e previsioni dell'Ufficio studi di Anima evidenziano come più della metà delle esportazioni del settore valvole e rubinetti risulta rivolta ai mercati europei, in particolare ai paesi UE27 (41%). Al primo posto tra i paesi di destinazione si posiziona la Germania con 303,7 milioni di euro, seguita da Stati Uniti (285,7 milioni) e Francia (206,4 milioni). Al quarto posto la Cina, che vede però una diminuzione della quota (-18%) rispetto al 2021. Dal lato delle importazioni, la Cina invece cresce del 37,8% arrivando a rappresentare una quota di poco inferiore alla Germania, insieme i due paesi arrivano a costituire il 60% dell’intero valore importato in Italia. Il presidente Avr Sandro Bonomi ha commentato i dati esposti «La nostra associazione ingloba tutto il mondo dedito alla gestione dei fluidi spaziando dai rubinetti per bagno e cucina alle valvole in ottone per la distribuzione di acqua, gas e aria compressa fino ai prodotti in ghisa e acciaio di grandi dimensioni per il settore dell’Oil & Gas. Tutti i prodotti delle aziende Avr sono riconosciuti nel mondo per il design, l’affidabilità e l’innovazione. Non è un caso se le nostre aziende hanno rappresentato nel 2021, 7.700 milioni di euro di fatturato, di cui più del 60% destinato all’export».

La meccanica sta diventando sempre più e in modo evidente il perno del Made in Italy e il comparto di valvole e rubinetti è uno dei settori con la crescita più spiccata. Inoltre, la collaborazione iniziata lo scorso anno tra Avr ed Enea procede verso la realizzazione di un programma di informazione, rivolto all’utente finale, per

comitato tecnico scientifico formato da Andrea Boaretto, Carlo Tricoli, Jacopo Mattei e Marco Fortis; docenti universitari e professionisti che hanno lavorato alla stesura dell’ultima edizione dello Studio, che analizza nel dettaglio i 4 comparti di Avr attraverso un’analisi approfondita di un ampio campione di aziende del settore.

sensibilizzare all’utilizzo di tecnologie orientate al risparmio energetico quali le valvole di bilanciamento. Durante l'assemblea annuale che si è tenuta a Desenzano del Garda, è stato presentato il Libro Bianco Avr 2022, con la partecipazione del responsabile dell’Ufficio studi, Paolo Galloso, e del

Con lo sguardo al futuro si conferma anche la stretta collaborazione tra Avr con un importante evento quale MCE, Mostra Convegno Expocomfort, che si terrà dal 12 al 15 marzo 2024, vetrina e piattaforma di business del settore HVAC+R, delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. l.b.

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InAIL E UComESA:

SICUrEZZA dELLE mACChInE PEr CoStrUZIonE

Ad Ambiente Lavoro, il Salone della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, Ucomesa – l’Unione costruttori macchine edili, stradali, minerarie e affini federata ad Anima – ha approfondito il tema della sicurezza applicato alle macchine per fondazione.

Nonostante l’impegno che viene speso per la prevenzione, gli infortuni sul lavoro legati all’uso delle macchine per costruzione restano un problema emergenziale in Italia, problema che richiede di intervenire con un’attenta opera di formazione e prevenzione. Dai dati Inail emerge che, degli oltre 30.000 infortuni annui, più del 20% sono legati all’uso delle attrezzature di lavoro, fra cui le macchine. Nell’ambito della ventiduesima edizione di Ambiente Lavoro la sicurezza nei cantieri edili è stata al centro del seminario «La sicurezza delle macchine per costruzione: passato, presente e futuro».

Il convegno, a cura di Inail, si è proposto di approfondire la conoscenza della realtà in cui le macchine per costruzioni operano, potenziare il lavoro in sede normativa e favorire la ricerca sull’applicazione delle nuove tecnologie e sui benefici che ne possono derivare, in un’ottica di riduzione della percentuale di rischio. Un momento di condivisione e divulgazione dedicato al lavoro che viene svolto da Inail e delle sue prospettive future, che ha visto la partecipazione di Ucomesa, nelle persone

di Alessandro Camozzato e Giorgio Michelazzo.

Per Ucomesa la formazione è un’attività fondamentale, vista l’obbligatorietà di abilitare gli operatori alla conduzione di alcune macchine quali gru a torre, sollevatori, pompe per calcestruzzo, macchine per movimento terra. Per questo l’associazione svolge da sempre un’intensa

luzione dello stato dell’arte fra ricerca e normativa, per poi passare agli approfondimenti verticali con focus su alcune tipologie di macchine per costruzione: macchine per movimento terra; per preparazione, trasporto e posa in opera di calcestruzzo; per taglio e lavorazione di materiali lapidei, e macchine per fondazione, che sono state al centro della trat-

attività di formazione finalizzata a diffondere la cultura della sicurezza e fornire strumenti concreti per la prevenzione degli infortuni.

Nel corso del seminario di Inail è stata tracciata una panoramica sull’evo-

tazione di Camozzato e Michelazzo, nella convinzione che le attività di formazione, per ottenere la massima efficacia, richiedono di essere operate nella massima sinergia fra gli stakeholder.

di Elena Prous
Dai dati Inail emerge che, degli oltre 30.000 infortuni annui, più del 20% sono legati all’uso delle attrezzature di lavoro, fra cui le macchine.
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valorizzazione di una professione

Con l’introduzione della qualificazione obbligatoria dei tecnici manutentori di presidi antincendio i tecnici manutentori dovranno superare uno specifico esame di idoneità, presso una commissione esaminatrice del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.

Con la pubblicazione del D.M. 1° settembre 2022, cosiddetto Decreto Controlli, è stata introdotta la qualificazione obbligatoria dei tecnici manutentori di presidi antincendio e la conseguente implementazione del “sistema di qualificazione”. Con l’entrata in vigore di questo nuovo provvedimento, il tecnico manutentore per poter svolgere la propria attività dovrà acquisire una specifica qualifica che si ottiene attraverso il superamento di un esame di idoneità svolto presso una commissione esaminatrice del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. modalità d’esame e certificazione

Per le modalità di esame sono individuate tre diverse casistiche a seconda dell’esperienza o di precedenti certificazioni in possesso degli aspiranti tecnici manutentori qualificati.

I casi sono tre:

Caso 1: è individuato il caso ordinario che prevede la frequenza obbligatoria di corso di formazione (schema 1) e l’esame completo (prova scritta, prova pratica e prova orale).

Caso 2: i soggetti che alla data di entrata in vigore del decreto svolgono

attività di manutenzione da almeno 3 anni sono esonerati dall’obbligo di frequenza del corso e possono richiedere di sostenere l’esame completo.

Caso 3: i soggetti che alla data di entrata in vigore del decreto svolgono attività di manutenzione da almeno 3 anni e che si sono qualificati con una certificazione volontaria, a seguito della frequenza di un corso con contenuti minimi e durata pari o superiore a quanto indicato nel decreto, possono richiedere di sostenere la sola prova orale

Al riguardo è opportuno evidenziare che, anche se le opportunità previste per i casi 2 e 3 hanno carattere transitorio, risulta un grande errore spacciare out of time le certificazioni di terza parte delle competenze. È questo un sistema che oltre a promuovere il riconoscimento delle professionalità, è considerato come il migliore strumento di tutela per gli utilizzatori. È opportuno chiarire che la certificazione proseguirà affiancandosi alla qualifica introdotta con il Decreto Controlli, in quanto plus competitivo per l’operatore che l’acquisisce, che vede riconosciuta maggiormente la propria competenza e professionalità.

Conoscenze e abilità riconosciute

Da numerosi anni l’associazione Uman, che all’interno del sistema Anima Confindustria raggruppa i fabbricanti di attrezzature e impianti per la sicurezza e antincendio, è impegnata in un importante progetto di autoregolamentazione volontaria della professione del tecnico manutentore antincendio e delle imprese di manutenzione. Un progetto nato con l’obiettivo di supportare gli operatori del settore che da sempre hanno manifestato la volontà di veder riconosciute sia le proprie conoscenze e abilità sia il continuo impegno nell’aggiornamento delle stesse. Una risposta concreta che Uman ha voluto offrire a chi si pone sul mercato con serietà e competenza. Il sistema di riconoscimento delle competenze professionali avviato da Uman in collaborazione con Icim, Ente di certificazione indipendente nato a Milano nel 1988 come Istituto di Certificazione Italiano per la meccanica, prevede la possibilità per il tecnico manutentore di vincolarsi volontariamente ai requisiti individuati all’interno di norme tecniche (o prassi di riferimento) e di certificarsi presso un ente accreditato. Il possesso e

di Marco Albanese, Association Manager Uman
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templati come sinergici, in quanto si vedranno affiancati il rispetto dei requisiti minimi dettati dal legislatore – indispensabili per svolgere l’attività – con ulteriori garanzie di massime performance certificate da un ente terzo. La certificazione volontaria diventa quindi un plus alla qualifica introdotta dal Decreto Controlli. Una spinta alla competitività e alla valorizzazione di una professione che sempre di più è chiamata a rispondere a nuove esigenze.

Contenuti minimi della formazione teorica e delle esercitazioni pratiche (Allegato II, Decreto 01/09/2021)

Prospetti Presidio antincendio

Prospetti Presidio antincendio

Durata della formazione TeoricaPratica

Estintori d’incendio portatili e carrellati 8 ore 4 ore 4 ore 3.1 3.2

Reti

16 ore 3.9 Sistemi a pressione differenziale

6 ore 8 ore 16 ore 3.10 Sistemi a schiuma 8 ore 16 ore 3.11 Sistemi di estinzione ad aerosol condensato 8 ore 16 ore 3.12 Sistemi a riduzione di ossigeno 8 ore 16 ore 3.13 Sistemi ad acqua nebulizzata (water mist)

Certificazione volontaria delle competenze rilasciate da ente terzo

6 ore 8 ore 16 ore 3.10 Sistemi a schiuma 8 ore 16 ore 3.11 Sistemi di estinzione ad aerosol condensato 8 ore 16 ore 3.12 Sistemi a riduzione di ossigeno 8 ore 16 ore 3.13 Sistemi ad acqua nebulizzata (water mist) Contenuti minimi della formazione teorica e delle esercitazioni pratiche (Allegato II, Decreto 01/09/2021) Certificazione volontaria delle competenze rilasciate da ente terzo

PROCESSO

DI CERTIFICAZIONE

1. 2. 3. Certificazione delle competenze Sorveglianza Rinnovo Prova orale 5. 4.

Presentazione dell’esperienza professionale e corso di formazione obbligatorio

8 ore 6 ore Prova orale 5. 4.

Prova teorica scritta Prova simulazione Prova pratica

8 ore

8 ore 8 ore 1. 2. 3. Certificazione delle competenze Sorveglianza Rinnovo

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Estintori d’incendio portatili e carrellati 8 ore 4 ore 4 ore
3.1 3.2
Durata della formazione TeoricaPratica Reti idranti antincendio 10 ore 3.3 Porte resistenti al fuoco (porte tagliafuoco) 24 ore 8 ore 3.4 Sistemi automatici a sprinkler 24 ore 16 ore 3.5 Impianti di rivelazione e allarme incendio 3.6 Sistemi di allarme vocale per gestione emergenza (EVAC) 24 ore 16 ore 3.7 Sistemi di spegnimento ad estinguenti gassoso 24 ore 16 ore 3.8 Sistemi per smaltimento fumo e calore naturali (SENFC) e forzati (SEFFC) 16 ore 3.9 Sistemi a pressione differenziale Presentazione dell’esperienza professionale e corso di formazione obbligatorio Prova teorica scritta Prova simulazione Prova pratica
idranti antincendio 10 ore 3.3 Porte resistenti al fuoco (porte tagliafuoco) 24 ore 8 ore 3.4 Sistemi automatici a sprinkler 24 ore 16 ore 3.5 Impianti di rivelazione e allarme incendio 3.6 Sistemi di allarme vocale per gestione emergenza (EVAC) 24 ore 16 ore 3.7 Sistemi di spegnimento ad estinguenti gassoso 24 ore 16 ore 3.8 Sistemi per smaltimento fumo e calore naturali (SENFC) e forzati (SEFFC)
8 ore
8 ore 6 ore
PROCESSO DI CERTIFICAZIONE
il rispetto di detti requisiti sono verificati attraverso uno scrupoloso processo di valutazione composto da una prima certificazione, da sorveglianze e rinnovi periodici (schema 2). Competenze in continuo aggiornamento
In pratica le competenze e il continuo impegno nell’aggiornamento sono verificati sulla base di evidenze oggettive dall’Ente che opera secondo i criteri di indipendenza, imparzialità
e trasparenza imposti da Accredia. Un meccanismo che oltre a distinguere con oggettività le conoscenze e abilità dei tecnici manutentori, li stimola a migliorare con continuità le proprie competenze per svolgere con perfezione la propria attività. La certificazione delle competenze rilasciata da Ente terzo proseguirà la propria esistenza al fianco della qualificazione introdotta con l’emanazione del Decreto Controlli. I due sistemi possono essere con-

treni a idrogeno: le nuove regole dal MI t

Lo scorso luglio, il Mims ha firmato due decreti con cui stanziava 300 milioni di euro del Pnrr alla sperimentazione dell’uso di idrogeno nel trasporto ferroviario. Con il Decreto dirigenziale n. 346 del 15/11/2022, il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti procede a disciplinare le modalità per la presentazione delle istanze di accesso alle risorse, nonché i criteri per la valutazione tecnica e la selezione delle proposte progettuali presentate. Il decreto chiarisce, ad esempio, quali sono i “costi ammissibili” e individua modalità di presentazione delle istanze, che dovranno essere inviate al MIT entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del provvedimento.

RInnOVABILI

In Italia oltre un milione di impianti fotovoltaici

Negli ultimi 12 mesi si osserva una significativa accelerazione delle installazioni di impianti fotovoltaici. La crescita è sostenuta principalmente dagli impianti di piccola taglia (20 kW), che hanno beneficiato di interventi normativi e fiscali introdotti nel biennio 20212022 (ad esempio il Superbonus 110%) e di una maggiore convenienza dati i crescenti prezzi dell’energia. Nel 2022 si rilevano anche segnali di ripresa tra le installazioni di grossa taglia (poco più di 400 MW da inizio gennaio al 30 settembre), ubicate principalmente a terra, che seguono una lunga fase di crescita discontinua.

In ottobre il consumo italiano di elettricità è crollato del -6,6%

Forte calo della domanda industriale (-6,1%) e del fabbisogno al Nord (-7,1%). Il carbone raddoppia, cresce il fotovoltaico. Come previsto, l’ottobre caldo e soprattutto i costi pazzi dell’energia hanno tagliato i consumi di elettricità, -6,6% lordo, a cominciare dalla domanda dell’industria (-6,1%) e dell’Alta Italia (-7,1%). È un primato per la costruzione di nuove centrali rinnovabili e nei primi dieci mesi dell’anno sono stati realizzati nuovi impianti puliti pari a ben 2.350 megawatt, ma per fare fronte alle pazzie del metano raddoppia l’uso di carbone, le fonti fossili lavorano di più e la produzione rinnovabile rallenta.

DAL MOnDO America e armi da fuoco

I colossi mondiali delle carte di credito, Visa, Mastercard e American Express, hanno fatto sapere che adotteranno un nuovo codice di tracciamento e monitoreranno in modo sempre più stringente il commercio di pistole e fucili sul territorio americano. L’obiettivo è l’identificare delle transazioni effettuate nei negozi che vendono armi negli Stati Uniti.

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Un progetto per valorizzare

l’“Ingenio al femminile”

Per il secondo anno sono state premiate, su iniziativa del Consiglio nazionale Ingegneri, le migliori tesi di laurea di neolaureate che hanno prodotto, nel corso dell’anno accademico 2020-21, le più brillanti tesi di laurea in Ingegneria, sul seguente tema: “Il Pnrr: come l’ingegneria può contribuire alla rinascita dell’Italia”.

Lo scopo del premio, istituito nell’ambito del progetto “Ingenio al femminile” e lanciato dal CNI e curato dal Consigliere Ania Lopez, ha lo scopo di valorizzare la figura della donna in ambito tecnico e di offrire alle neolaureate un’occasione di inserimento nel mondo del lavoro. Per quest’occasione sono state raccolte un centinaio di domande, di cui il 42% di under 26, e i corsi di laurea più rappresentati sono quelli di natura civilistica (35%), ma spicca anche il settore dell’ingegneria biomedica (13%). «Ormai da alcuni anni – osserva Armando Zambrano, Presidente CNI –registriamo l’importanza crescente del ruolo delle donne nell’ingegneria italiana. Anche il nostro sistema ordinistico sta beneficiando del grande dinamismo, dell’energia e della competenza che caratterizza la componente femminile. Questo conferma la lungimiranza del CNI che ha sempre avuto grande attenzione rispetto a questo tema, come dimostra il lancio del progetto “Ingenio al femminile”, avvenuto ormai molti anni fa. Sono particolarmente felice, tra l’altro,

che quest’anno l’evento si ponga tra la fine dell’attuale consiliatura del CNI e l’inizio di quella nuova che vedrà per la prima volta nella storia la presenza di cinque donne all’interno del Consiglio Nazionale».

Anche Ania Lopez, Consigliere CNI, ha espresso entusiasmo per la premiazione «Sono particolarmente lieta che, anche in questa seconda edizione della nostra iniziativa, le giovani donne ingegnere più brillanti del nostro paese possano essere premiate per il loro lavoro e le loro idee». Prosegue la Lopez «Ritengo che questo premio risponda al meglio all’obiettivo che

anni fa ci ponemmo con “Ingenio al femminile”, ossia valorizzare il contributo delle donne al mondo dell’ingegneria. L’evento di quest’anno sarà anche l’occasione per un serrato confronto sul rapporto tra ingegneria, donne e Pnrr, cui parteciperanno relatori di prestigio».

Il Premio, che ha visto in classifica, dalla prima alla terza, Simona Signorile, Maria Donadio e Silvia Lucia Sanna ha potuto contare anche sul sostegno di Anima, con una menzione d’onore per Antonia D’Aniello, Giulia Lombardo ed Erica Lopedote. l.b.

Per questo progetto il 42% delle domande raccolte sono di under 26, e i corsi di laurea più rappresentati sono quelli di natura civilistica (35%), ma spicca anche il settore dell’ingegneria biomedica (13%).

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Idee per un futuro green da a ssoterm I ca

Il settore edilizio in questo momento storico sta vivendo contemporaneamente due fasi distinte: una di rinnovamento legato all’erogazione di incentivi, e una nuova fase di difficoltà dovuta alle incertezze riguardanti l’approvvigionamento energetico e alle limitate risorse per continuare le opere di riqualificazione ed efficientamento dell’esistente.

Per realizzare i risultati attesi dalla transizione ecologica è sempre più importante considerare sinergicamente efficienza energetica, salvaguardia ambientale e sostenibilità economica. Lo studio condotto dall’Università di Pisa, in collaborazione con Assotermica, ha analizzato le prestazioni energetiche, ambientali ed economiche di diverse soluzioni per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria, anche con combustibili innovativi, facendo riferimento a un set di edifici tipo rappresentativi del comportamento energetico “medio” del parco residenziale italiano. L’obiettivo è quello di confrontare le potenzialità di ogni soluzione, andando a individuare le più promettenti per tutti e tre gli obiettivi della transizione.

Per determinare il set di edifici tipo, si sono considerati dati dal 15° Cen -

simento Istat, abachi e manuali con le caratteristiche costruttive del patrimonio edilizio italiano. Sulla base di questi dati, sono emerse zone climatiche di maggiore interesse rispetto ad altre, in quanto contengono più del 90% delle abitazioni. Le tipologie abitative italiane sono costituite per lo più da appartamenti in condominio (57%) e edifici monofamiliari (30%). Nello studio sono quindi state considerate le seguenti abitazioni: appartamento con impianto di riscaldamento autonomo a radiatori; condominio di medie dimensioni (12 interni, 4 piani) con impianto di riscaldamento centralizzato a radiatori; villetta monofamiliare con impianto a radiatori; villetta monofamiliare “ad alta efficienza”, di recente costruzione o riqualificazione, con impianto a pannelli radianti. Su ognuna di queste, per ogni zona climatica, si sono calcolate le prestazioni energetiche, le emissioni equivalenti di CO 2 e i costi operativi per i servizi di riscaldamento e acqua calda sanitaria, utilizzando i seguenti generatori:

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Caldaia convenzionale

Caldaia a condensazione

Pompa di calore elettrica aria-acqua

Pompa di calore ad assorbimento aria-acqua

Pompa di calore endotermica aria-acqua

Apparecchio ibrido “factory-made” composto da un’unità a pompa di calore elettrica e una caldaia a condensazione

Apparecchio ibrido “factory-made” con accumulo termico, anche in presenza di pannelli solari termici

Inoltre, per tutti i generatori a combustione, è stato simulato l’impiego di metano, miscela al 20% in volume di idrogeno verde, miscela al 20% in volume di biometano, 100% idrogeno verde. Si tratta in totale di più di 500 casi simulati attraverso simulazione energetica dinamica con timestep orario e sub-orario. Lo studio quindi sembra dimostrare come sia possibile una sinergia tra risparmi economici per gli utenti e gli obiettivi energetico-ambientali della transizione energetica. Considerando che tutti gli indicatori di prestazione dipendono dall’evoluzione dello scenario energetico italiano, dai prezzi dei vettori energetici, dal mix di combustibili e tecnologie utilizzate per la produzione di energia elettrica, dalla futura diffusione di combustibili gassosi a contenuto rinnovabile/verde, non è possibile identificare un’unica soluzione a priori. Lo studio, però, ha comunque evidenziato il potenziale delle pompe di calore a gas e degli apparecchi ibridi. Questi ultimi infatti, se correttamente progettati, installati e

gestiti, riescono a unire i vantaggi dell’utilizzo del vettore elettrico (es. generazione tramite rinnovabili) e dei generatori di calore a combustione (es. elevata potenza specifica, indipendentemente dalle condizioni operative), ottenendo benefici contemporanei su tutti i tre indicatori (ambientale, energetico ed economico). Sempre dallo studio dell’Università di Pisa è emerso che sono presenti vantaggi legati alla robustezza rispetto all’oscillazione dei prezzi dei combustibili, alla maggiore applicabilità con gli attuali terminali di impianto (es. radiatori), funzionamento in climi freddi, alla produzione istantanea di acqua calda sanitaria senza necessità di sistemi di accumulo, e alla sinergia con la fonte solare. Inoltre, l’utilizzo di idrogeno verde e di biometano in miscela (20% in volume) consentirebbe un ulteriore risparmio di CO 2 e di energia primaria non rinnovabile, rispettivamente di circa il 7% e 12% rispetto alla combustione di solo gas naturale, riducendo anche le emissioni di NOx. l.b.

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È un periodo complesso sotto vari punti di vista: da quello economico a quello geopolitico, ma esistono anche dei problemi silenti, che investono nel quotidiano quasi venti milioni di cittadini: uno di questi è la segnalazione nelle centrali rischi delle banche. In risposta a questo problema nasce CrC milano srl (Centro riabilitazioni Creditizie), azienda che opera nel settore della riabilitazione creditizia e che da anni si occupa, su tutto il territorio nazionale, di liberare i suoi clienti dal “gioco finanziario”.

«È una situazione pandemica» così definisce la situazione attuale il dott. Rino Nimis, fondatore di CRC Milano srl, «noi stiamo combattendo contro i big (banche dati), società per azioni che immagazzinano dati e informazioni e poi li rivendono, noncuranti che dietro quei numeri ci sono persone e attività. Noi aiutiamo le persone a riabilitarsi, a togliersi questo peso».

CRC Milano srl – Centro Riabilitazioni Creditizie, nasce nel 2018 e da allora continua a crescere verticalmente. L’idea è partita dall’altra attività della famiglia, una società che si occupa di vendita di opere d’arte contemporanea, anche attraverso l’utilizzo di prodotti finanziari, per consentire agli acquirenti di spalmare l’acquisto di modo che non pesi sul bilancio familiare. Spesso chi stava acquistando non riusciva ad accedere a questa forma di credito a causa di semplici ritardi di pagamento, magari dovuti a dimenticanze, che ostacolavano l’acquisto dell’opera. Da lì l’idea. «Questa è stata una spia rossa» spiega Nimis «abbiamo approfondito la materia e, con l’a-

iuto di mia sorella, che oggi gestisce l’intero C.S.A. (Centro Studi e Analisi) di CRC, abbiamo approfondito la materia. Individuata la soluzione, ossia la “riabilitazione creditizia ex lege” che comprende la cancellazione dalle banche dati private e pubbliche di tutte quelle segnalazioni negative che ostacolano l’accesso al credito, spesso operando per vizi di forma e contestando gli errori commessi dagli istituti segnalanti, abbiamo deciso di “industrializzare” il servizio offrendolo a costi accessibili così da consentire al grande pubblico di uscire da questo ergastolo finanziario».

Con questa crisi e l’innalzamento delle bollette il numero dei segnalati aumenterà, è quasi una logica addizione «Sì, e il nostro obiettivo è capire come risolvere il problema ed evitarlo. Per questo motivo ci interessa convenzionare le grandi aziende che, sotto l’egida del welfare, potranno offrire i nostri servizi ai propri dipendenti e rispettivi familiari». «Uno dei nostri punti di forza è quello di prendere in carico esclusivamente pratiche che andranno a buon fine. È un settore difficile, ci sono molti truffa-

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tori e tanta ignoranza in materia e per questo motivo, trattandosi di un argomento “delicato” ma allo stesso tempo molto importante, abbiamo impostato l’azienda nel seguente modo: effettuiamo un checkup completo attraverso un’agenzia specializzata che ci consente di analizzare le criticità presenti, individuando le illegittimità procedurali di banche e finanziarie così da poter offrire ai nostri clienti un parere di fattibilità motivato e garantire una piena riabilitazione». Prosegue sempre Nimis «Il check up dura 20/30 giorni circa mentre l’iter di riabilitazione varia di caso in caso. Per grandi linee, potrà durare da un minimo di 30 giorni a un massimo di 7 mesi circa. Sono io personalmente che mi occupo delle consulenze, durante le quali cerco di far capire ai clienti che quello che otterremo sarà una riabilitazione completa, e non una cancellazione in una sola banca dati, contestando quella che è l’operatività degli istituti di credito in fase di iscrizione negativa del cliente e dunque indipendentemente dal saldo del debito o dallo scadere dei “tempi di conservazione”. Per tutti coloro che se lo stessero chiedendo: noi non cancelliamo il debito,

ma la sanzione applicata dalla banca/finanziaria che impedisce l’accesso al credito» È da questo problema che nasce, con il supporto del Centro Studi di Anima Confindustria, uno studio approfondito di settore affiancato da un’attività divulgativa aperta con Anima attraverso webinar specifici. Una ricerca dedicata che nella sua elaborazione ha visto la collaborazione di accademici dell'università Cattolica e della Bocconi di Milano, oltre alla Sapienza di Roma. L’aspetto tecnico-giuridico della ricerca è stato curato da CRC Milano srl. Da questa sinergia è nata la pubblicazione «Le segnalazioni nelle Banche Dati e il blocco all’accesso al credito». Il volume, sia in formato cartaceo che in versione e-book e audiolibro, oltre a fare chiarezza sulle modalità di accesso e di verifica presso le varie banche dati per conoscere realmente la propria posizione nei confronti degli istituti di credito, apre le porte alla possibilità di accedere alle sopra citate convenzioni con la stessa CRC Milano per tutti quegli imprenditori “illuminati” che tengono anche alla salute finanziaria dei propri collaboratori e dipendenti.

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tecnologia, novità da tenere d’occhio una selezione delle più interessanti soluzioni per la meccanica

approfondimenti su www.industriameccanica.it

movimentazione

Logistica intelligente con Agilox OCF Tra le soluzioni di punta di CLS iMation, parte di un’offerta in continua evoluzione che include moderni AMR, il nuovo Agilox OCF è il robot omnidirezionale e controbilanciato dotato di IA sviluppato per innovare il trasporto autonomo delle merci. Progettato per automatizzare nuovi flussi logistici, Agilox OCF è in grado di prelevare pallet e altre unità di carico con un peso massimo di 1.500 kg, trasportarli a destinazione e appoggiarli ad altezze che possono arrivare fino a 1.600 mm.

www.cls.it

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B rica

serrature

D81-D83: serrature versatili per accessi sicuri

La Serie D81-D83 racchiude tre funzioni in un’unica soluzione: scrocco comfort e catenaccio (regolazione scrocco 10 ÷ 15 mm); rullo e catenaccio (regolazione rullo 6 ÷ 13 mm); solo catenaccio. Lo scrocco e il rullo sono intercambiabili sulla stessa serratura, mentre occludendo il foro con il tappo in dotazione, si trasforma in versione solo catenaccio. Tutta la serie è disponibile nelle entrate 25-30-35 mm e interasse 85 mm. Le serrature sono dotate del sistema di comfort dello scrocco, che riduce il rumore durante la chiusura, limita l’usura della contropiastra ed evita gli attriti agevolando l’attività di chiusura.

www.assaabloy.com

convertitori di volumi

IMP-FC2, adatto anche a miscele di idrogeno

IMP-FC2 è un convertitore di volumi di gas di Tipo 2, conforme alla Direttiva MID e alla norma UNI 11629:2021. Il calcolo del fattore di comprimibilità del gas è effettuato in accordo alle seguenti normative: ISO 12213-2 (AGA892DC); ISO 12213-3 (SGERG-88); UNI EN ISO 20765-2:2018 (GERG-2008); AGA NX-19 mod. L’implementazione della norma UNI EN ISO 20765-2:2018 (GERG-2008) lo rende conforme alla Direttiva MID anche con l’utilizzo di miscele di gas con presenza di idrogeno fino al 40%.

www.ddelettronica.it

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pompe di calore

Filtro defangatore performante e versatile

Caleffi XF è un dispositivo integrato realizzato in tecnopolimero selezionato per applicazioni impiantistiche di riscaldamento e raffrescamento, specialmente se sofisticate come quelle a pompa di calore. Progettato per essere extra filtrante e versatile nelle operazioni di montaggio, manutenzione ed eventuale utilizzo per lavaggio circuito, può essere installato su tubazioni orizzontali o verticali, senza per questo modificarne le caratteristiche funzionali e fluidodinamiche.

www.caleffi.com

Robot mobili: autonomia e sicurezza in magazzino I robot mobili nascono per trasportare materiali all’interno di spazi industriali senza intervento umano, mappando gli spazi e muovendosi in totale autonomia e sicurezza attraverso sensori e intelligenza artificiale. Grazie alla loro integrazione, è possibile aumentare ed efficientare le performance del proprio magazzino Modula. L’integrazione può essere utilizzata per: picking manuale in presenza di un operatore coadiuvato dal robot; picking automatico con prelievo e deposito diretto dalla baia di cassetti o prodotti (anche con Cobot) senza personale; movimentazione pallet; trasporto di picking cart tramite l’opzione Hook con gancio di traino.

www.modula.eu

magazzini automatici
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misuratori

Watertech Smart Water Meters, precisione e affidabilità

Frutto della tecnologia israeliana e dell’innovatività italiana, la linea di Smart Meters Acqua di WaterTech – Arad Group garantisce precisione e affidabilità di misura, nonché l’equipaggiamento nativo dei più vari sistemi di trasmissione e raccolta dati. Questi meters di ultima generazione permettono alle utilities di migliorare l’efficienza delle reti, consentendo sia il risparmio della risorsa idrica, sia un miglior servizio ai propri clienti.

www.wtmeters.it

interblocco di sicurezza

FlexLock, adatto per porte ad apertura ridotta

Attraverso l’identificazione a radiofrequenza (RFID) e un raggio di attuazione continuo di 180º, il nuovo interblocco di sicurezza di Sick offre un’elevata flessibilità nell’installazione sicura di porte, sportelli e cancelli, anche con apertura ridotta. La forza di tenuta fino a 3.150 N assicura che la porta rimanga bloccata fino a quando non vi è alcun pericolo per le persone o il processo di produzione. FlexLock offre un’elevata protezione contro le manomissioni grazie al suo elevato livello di crittografia. Il sensore ha un grado di protezione IP67 e IP69K.

www.sick.com

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misura dell’acqua

Contatori smart a ultrasuoni

I nuovi SSM-AQUO di Pietro Fiorentini sono contatori d’acqua a ultrasuoni progettati per il settore residenziale. Questi contatori utilizzano una tecnologia di misura di tipo statico, ossia che non presenta parti in movimento soggette a usura, e garantiscono un’elevata precisione riuscendo a rilevare anche portate molto basse ed eventuali perdite nell’impianto, oltre ad altre anomalie quali la rottura di un tubo, l’assenza di consumo o un’inversione del flusso.

www.fiorentini.com

Linee Fava per pasta lunga e pasta corta

Fava S.p.A. ha sviluppato tecnologie in cui la valorizzazione di ogni materia prima è garantita da processi tecnologici che facilitano la produzione e il controllo dei parametri. Le due linee di produzione sono GPL180 per pasta lunga e TCM100 per pasta corta. Altri obiettivi raggiunti includono l’aumento dell’efficienza complessiva delle linee, la riduzione del costo

a vita intera, l’ottimizzazione dell’impatto ambientale, minori costi di manutenzione, pacchetti predittivi basati su AI e miglioramento della facilità d’uso nel rispetto della sicurezza alimentare.

www.fava.it

impianti per pastifici
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smart meter

La gamma misuratori di G2 Smart meter d’utenza, modello a getto unico, predisposto induttivo K1, completo di modulo radio compatto, frequenza 868 Mhz con protocollo LoRaWAN per reti fisse e LoRa per Walk-by/Drive-By, e protocollo Wireless MBus OMS per Walk-By/Drive-By con switch automatico tra i due protocolli. Gli Smart Meters d’utenza sono riconducibili ai beni del punto 8 dell’allegato A della legge n. 232 del 2016, ossia tra i beni iper-ammortizzabili, come riconosciuto dal Ministero dello Sviluppo Economico in seguito all’interpello all’Agenzia delle Entrate del 01.02.19. Dal 2020 tali beni possono beneficiare del credito d’imposta ai sensi dell’art 1 della Legge 178/2020 e sue modifiche ed integrazioni.

www.g2misuratori.it

varchi

Varchi automatici Argus dal design innovativo Grazie alla modularità e a un’ampia gamma di finiture, azionamenti e ante disponibili, i varchi Dormakaba Argus si inseriscono in qualsiasi area reception, come complemento di un concept o come unità funzionale, garantendo un alto livello di security e safety. Per facilitare qualsiasi requisito di accessibilità, i varchi sono disponibili in larghezze di passaggio flessibili (da 650 mm a 1.600 mm). L’unità è dotata di LED posizionati per un transito intuitivo e veloce e, in caso d’allarme incendio, l’identificazione immediata dell’uscita da parte degli utenti.

www.dormakaba.com/it-it

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cerniere

Cerniere a scomparsa per porte, versatilità e design

Con C.H.I.C. Door, Giesse estende il concetto di cerniera a scomparsa per porte in alluminio anche ai sistemi a Camera Europea e Camera R. Il prodotto è versatile e dotato di elevata capacità di carico, il montaggio è facile e intuitivo. Le ampie regolazioni sono realizzabili da un unico operatore a porta installata. Brevettata e marcata CE secondo la norma EN 1935:2004 (classe 12) che prevede 200.000 cicli di apertura e chiusura dell’anta. Design, sviluppo e produzione 100% made in Italy.

www.tyman-international.com

serrature

nuova gamma di serrature tecnosicurezza

Tecnosicurezza presenta la nuova linea di serrature per mezzi forti interamente progettate, sviluppate e assemblate dall’azienda. Le serrature, certificate VDS, sono disponibili nelle versioni Swingbolt – Deadbolt – Latchbolt. La gamma è completata dalle motorizzate Motorlock Standard, MotorLock Push & Pull, Motor Latchbolt Lock, già presenti sul mercato. Le innovazioni principali sono: elettronica e meccaniche rinnovate, audit trail incrementato, nuovi connettori Pico-SPOX.

www.tecnosicurezza.it

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CONVENZIONI PER I SOCI ANIMA

MENO SPESE, PIU’ VALORE!

Federazione ANIMA ha sviluppato un esclusivo programma di proprie convenzioni e accordi con partner strategici di business. I settori coinvolti sono i più vari e ciascuno contribuisce a un concreto supporto nell'attività aziendale quotidiana dei Soci ANIMA. Le schede dettagliate delle convenzioni sono disponibili per i Soci all'interno dell'area riservata del sito ANIMA (inserendo le chiavi di accesso). Inoltre… tutti i Soci usufruiscono in modo automatico anche dei vantaggi legati alle Convenzioni di Confindustria, in quanto ANIMA appartenente al Sistema Confindustria.

AMBIENTE

▪ Ecoped

▪ Ridomus

▪ European Recycling Platform

SERVIZI PER L'EXPORT

Desk Anima AFRICA -Kili Partners

▪ Desk Anima MEDIO ORIENTE e INDIA - Winh

▪ Desk Anima EU - Multi

▪ Desk Anima EXPORT FINANCE - Golden Group

▪ Desk Anima IRAN - IB Market

▪ Desk Anima USA - BMV Law Tax Finance

▪ Dogana Facile - Easyfrontier

▪ Export USA (Consulenza USA)

▪ Sicuritalia (Travel Security)

▪ Skeinholding (Soluzioni settore Costruzioni)

CONSULENZA E SERVIZI PER LE AZIENDE

AWMS (Gestione Forza Lavoro)

▪ Cedec (Consulenza PMI)

▪ Cribis (Informazioni societarie)

▪ DDocuments Gruppo INAZ (digitalizzazione documenti)

▪ Expense Reduction Analysts (Gestione costi e fornitori)

Imagine Traduzioni

▪ Matchplat (Analisi di mercato)

Pellegrini Welfare (Welfare - Ristorazione aziendale)

Sanmarco Informatica (Consulenza e soluzioni tecnologiche)

▪ Sharp (Soluzioni e dispositivi elettronici)

▪ Sicily by Car (Autonoleggio)

▪ Sicuritalia (Security Solutions)

▪ Skeinholding (Soluzioni settore Costruzioni)

Studio Maldera (INAIL)

▪ Studio Quirico (Certificati Qualità, Sostenibilità)

Federazione ANIMA non è responsabile delle variazioni alle informazioni riportate, verificare sempre presso il partner.

STUDI LEGALI ▪

Lexant Studio Legale ▪ Studio Legale Iureconsulti ▪ Studio Legale Pavia e Ansaldo

SERVIZI FINANZIARI E ASSICURATIVI ▪

Atradius Collections (Recupero crediti) ▪ Euler Hermes Italia (Recupero crediti) ▪ Mansutti (Broker Assicurativo)

CERTIFICAZIONI - PROVE E ANALISI - NORMATIVE ▪ Icim (Certificazioni) ▪ CEI (Consultazione norme tecniche) ▪ OMECO (Prove di laboratorio e analisi) ▪ TIFQ ▪ TIFQLab

Norme ASTM

Norme UNI

ALBERGHI ▪

Acca Palace Milano

NH Hotel Milano Fiera ▪ Sheraton Fourpoints Milano

Maggiori informazioni sul sito www.anima.it/convenzioni-anima

L’Industria Meccanica pubblica su ogni numero focus, interviste e approfondimenti su 5 temi trasversali alle attività delle imprese: Automazione & Produzione, Export & Mercati, E cienza & Energia, Logistica & Movimentazione, Sicurezza & Ambiente.

Con l’abbonamento hai:

ABBONATI SUBITO dellisanti@anima.it - redazione@anima.it (disponibili anche in inglese) INSERTI ECONOMICI Listino prezzi materiale di interesse della meccanica varia | Tabella arancio Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale | Tabella azzurra | Tabella bianca Magazine L’Industria Meccanica ultimo aggiornamento n. 773 - 1^ Quindicina di luglio 2022 - pubblicata su questo numero ultimo aggiornamento n. 28 - 31 gennaio 2022 1° gennaio 2022 “Settore industria meccanica varia ed a ne” e “Settore impianti e componenti di grande dimensione per la produzione di energia” - pubblicata su questo numero Speciali tematici Tabelle Anima: - Listino
varia - Costo
di
generale di personale in Italia/estero ABBONATI SU WWW.INDUSTRIAMECCANICA.IT MAGAZINE UFFICIALE 720 GIUGNO 2019 MAGAZINE UFFICIALE ANIMA CONFINDUSTRIA 709 2017 FABBRICA IL TUO 4.0 SPECIALE FINITURA TECNOLOGIA: LE NOVITÀ A SPS 2017 NASCE IL PORTALE I4PUNTO0.IT CLASSIFICAZION DOGAN COSA CAMBIA DA QUEST’ANNO CERTIFICATI BIANCHI, 8 NOVITÀ DA SAPER All’interno: Listino prezzi materiali di interesse per la meccanica varia n.715 Costo orario medio dell’operaio n.23 Rilevazioni statistiche prestazioni di personale gennaio 2017
prezzi materiali di interesse della meccanica
orario medio
un operaio del settore della meccanica
rivista
comprensivo dei supplementi
dell'invio anche online degli aggiornamenti
721 GIUGNO All’interno: Listino prezzi materiali di interesse per la meccanica varia n.739 Costo orario medio dell’operaio n.25 Rilevazioni statistiche prestazioni di personale gennaio 2019
Abbonamento annuale alla
(80 euro) è
pubblicati nell’anno e
delle tabelle Anima.

IN ITALIA

SETTORE INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE

Statistical survey on average tariff quotation for staff’s services in Italy Sector mechanical and engineering industries January 2022

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TABELLA GENNAIO 2022 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale
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TABELLA GENNAIO 2022 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale in Italia
aziende associate alla Federazione ANIMA e agli abbonati della rivista
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TABELLA GENNAIO 2022 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale

ALL’ESTERO

SETTORE INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE

January 2022

Statistical survey on average tariff quotation for staff’s services abroad Sector mechanical and engineering industries

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TABELLA GENNAIO 2022 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale

NEI PAESI EUROPEI ED ExTRA EUROPEI

SETTORE IMPIANTI E COMPONENTI DI GRANDE DIMENSIONE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA

January 2022

Statistical survey on average tariff quotation for staff services in Europe and outside Europe Sector energy generation plants and large components

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TABELLA GENNAIO 2022 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni personale nei Paesi europei ed extra europei
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Relevés statistiques des cotations moyennes des tarifs pour les prestations du personnel en europe et en dehors de l’europe Secteur installations et composants de grandes dimensions pour la production d’energie

Estudio estadìstico de las cotizaciones medias de las tarifas por prestaciones del personal en europa y fuera de europa Sector instalacionesy grandes componentes para la producción de energía

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TABELLA GENNAIO 2022 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni personale nei Paesi europei ed extra europei
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