Milkcoop Magazine n.1 - 2020

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N. 1 - 2020 - MAGGIO

IL MAGAZINE DELLE FILIERE COOPERATIVE LATTIERO CASEARIE

SPECIALE CORONAVIRUS Dalla politica alle imprese, passando per i nuovi stili di vita dei cittadini. Un mondo che cambia: lascia cicatrici ma anche riflessioni e insegnamenti per il futuro

MAGAZINE


IL MAGAZINE DELLE FILIERE COOPERATIVE LATTIERO CASEARIE

SOMMARIO

n.1 • 2020 MAGGIO

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OVERVIEW

GRANA PADANO: IL CONSORZIO NEL PERIODO COVID19

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a cura del CONSORZIO GRANA PADANO

DALLA CINA ALL’ITALIA L’evoluzione della pandemia Covid-19

DOP

IL MONDO DELLA POLITICA EDITORIALE PAG. 7

LA COOPERAZIONE AFFRONTA INSIEME LA CRISI di FABIO PERINI

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LA FASE 1 Dal primo focolaio al lockdown

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L’AGROALIMENTARE Interventi e misure del governo per supportare il settore strategico

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DL CURA ITALIA

Le principali misure a sostegno delle imprese

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LE ATTIVITÀ VETERINARIE

Il ministero della Salute indica quelle indifferibili e quelle no

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DL LIQUIDITÀ Nuove regole e interventi


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LA FASE 2

Dal 4 maggio una progressiva ripartenza

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IL DIGITALE Il ruolo fondamentale e le nuove iniziative per cittadini e imprese

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L’EUROPA Le azioni messe in campo a livello europeo per affrontare l’emergenza

I MERCATI DEI PRODOTTI AGRICOLI PAG. 48

DINAMICHE E PROSPETTIVE In Italia In Europa

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RABOBANK Le previsioni per il mercato mondiale

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LA ROADMAP UE PER RIPARTIRE

I CONSUMI

Le proposte della Commissione sulle priorità per i prossimi mesi

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L’EVOLUZIONE Boom dell’onlie, consegne a domiclio e un carrello della spesa diverso

LE IMPRESE PAG. 30

MISURE E IMPEGNO IN CAMPO PAG. 32

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L’ONLINE PREMIA I FORMAGGI Risultato di un’inadagine di Amcor, società di packaging

IL REPORT Ismea mette in luce le principali criticità

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NEWS IN PILLOLE

L’INTERVISTA

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A Giovanni Guarneri, coordinatore del settore lattiero caseario - Aci Agroalimentare

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LE COOPERATIVE In tante hanno attivato il servizio di consegna a domiclio

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SMART WORKING Scelta obbligata, ma con enorme potenziale

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FOCUS SUGLI STATI UNITI Strategia per l’emergenza e un nuovo piano per supportare il settore agricolo

Agricoltura 4.0 Rotazioni bio, nuovo decreto Valio si allarga nel mercato Usa FrieslandCampina sempre più green Sud America, per la siccità raccolti a rischio

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GRANA PADANO:

Il Consorzio nel periodo COVID19

Abbiamo garantito ai nostri consorziati i servizi di supporto utilizzando il più possibile lo smart working e riducendo all’essenziale le visite nei caseifici, dove la produzione non poteva fermarsi, pur facendo i conti con le assenze nel personale, soprattutto nelle province più colpite. Importante è stato il rispetto delle prescrizioni di sicurezza nella lavorazione, una cautela che dovremo rispettare ancora a lungo. La filiera zootecnica si è comportata 4

con responsabilità. Forse altri, compresi alcuni media, non hanno usato lo stesso comportamento nei suoi confronti. Nella distribuzione ci sono stati comportamenti poco coerenti soprattutto nella corsa agli acquisti e tentativi di speculazione su vari fronti, che però abbiamo puntato a smascherare rapidamente. Il Consorzio è stato chiaro, tempestivo e drastico: non saranno marchiate forme prodotte da caseifici che avessero approfittato della situazione

comprando latte a prezzi stracciati. Quindi, nessuna ripercussione sui consumatori anche perché si parla di forme che sarebbero eventualmente commercializzate tra almeno nove mesi. C’è stato un rischio reale e immotivato, soprattutto per l’amplificazione mediatica di un eccesso di burocrazia che siamo riusciti a fronteggiare. Il Grana Padano posto al consumo oggi è senza problemi: è stato prodotto oltre 10 mesi fa quando “Co-

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vid-19” ancora non esisteva. Inoltre le condizioni biologiche di stagionatura del Grana Padano, come di ogni altro prodotto stagionato, inattivano ogni tipo di virus, quindi anche questo, che comunque si trasmette esclusivamente da uomo a uomo e non con contatti di altro tipo, come ha sottolineato in una nota l’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare, organismo di quell’Unione Europea di cui fa parte anche la stessa Grecia. Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio Tutela Grana Padano ha deliberato questa donazione per contribuire a contrastare l’emergenza coronavirus. Abbiamo donato 500.000 euro alla Lombardia, 250.000 al Veneto, 150.000 a Piacenza, 50.000 al Trentino e 50.000 al Piemonte, toccando così tutte le aree della zona di produzione della nostra DOP, per l’acquisto di strumentazione sanitaria quale respiratori, tamponi, mascherine. L’abbiamo fatto con lo stesso spirito che da sempre ci muove in iniziative di solidarietà sociale, anche molto impegnative. Potevamo trattenere all’interno del nostro sistema queste risorse, ne avremmo avuto bisogno, ma sarebbe stato assai meno efficace rispetto alla finalità che abbiamo voluto perseguire: contribuire alla diga contro il coronavirus che le nostre istituzioni, e soprattutto i nostri scienziati, medici e paramedici, i veri eroi di questi giorni, stanno erigendo. Sul mercato nazionale probabilmente c’è stato un leggero incremento in termini quantitativi, perché quello che viene recuperato sul retail è maggiore rispetto a quanto si sta perdendo nel food service. Diverso l’andamento per l’export, dove invece la percentuale del food service nelle vendite è più

alta e quindi il bilancio complessivo appare leggermente negativo. Quindi, dobbiamo attendere che l’economia mondiale si rimetta in modo, in quali condizioni si troverà e quali capacità di spesa avranno i consumatori. Si parla di grande depressione, di pil in picchiata. Credo che centrale sarà capire quante imprese nel settore dell’HORECA riusciranno a rimettersi in moto e in quali condizioni, in Italia e all’estero. E poi verificare se l’impegno “nessuno deve perdere il lavoro per il coronavirus” sarà mantenuto. I progetti ci sono, ma per attuarli servono risorse. Restano degli obiettivi, ma sui tempi di attuazione credo sia prematuro oggi sbilanciarci.

Il nostro messaggio a tutto il settore dell’allevamento da latte italiano dopo questa dura prova di sopravvivenza collettiva è: Comprare e mangiare italiano dovrà diventare la priorità per tutti. Lo dicono il ministro Bellanova, gli assessori regionali, tutta la grande filiera agroalimentare italiana che può reggere a questa emergenza se saprà essere solidale e compatta. I consumatori sceglieranno qualità garantita, i produttori sapranno offrirla, insieme risolleveremo l’Italia.

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editoriale di Fabio Perini

La cooperazione affronta insieme la crisi

I

l Magazine Milkcoop ritorna con un nuovo look e con un “numero speciale” dedicato all’emergenza Coronavirus, pandemia che ha stravolto le vite di tutti e anche il modo di fare impresa: troverete diversi approfondimenti, dalle misure politiche adottate a livello nazionale e europeo, alle azioni

intraprese dalle imprese della filiera agroalimentare, che non si è mai fermata soprattutto grazie all’impegno delle nostre cooperative e dei soci. Questa situazione di emergenza fa emergere ancor più quello che è il valore della cooperazione e cosa significa appartenere ad un sistema in grado di affrontare insieme le difficoltà e darsi una mano e vicenda. Lo evidenzia bene nell’intervista all’interno del magazine, Giovanni Guarneri, coordinatore del Settore Lattiero-Caseario di ACI Agroalimentare “in questo momento di crisi la cooperazione unita non ha praticamente versato un chilo di latte”. E’ importante continuare a lavorare uniti in questa direzione, anche quando si tornerà alla normalità, affrontando le nuove sfide e trovando insieme soluzioni. Sono giorni difficili e il futuro è pieno di incognite e di variabili. Ma, in mezzo a tanti dubbi e criticità, siamo diventati probabilmente sempre più consapevoli del valore inestimabile che la tecnologia e il digitale possono avere per le nostre aziende, per gestire meglio i processi di filiera, oltre che per comunicare tra di noi e con il consumatore. Infatti, oltre a dover far fronte all’emergenza, non dobbiamo dimenticarci l’impegno e gli sforzi da mettere in campo per rendere le nostre filiere e produzioni sempre più competitive, cogliere le sfide della sostenibilità e essere sempre più rispondenti a quello che vuole il consumatore, non solo con i prodotti ma anche nelle modalità di comunicazione, per continuare a essere protagonisti nella filiera agroalimentare, anche quando questa emergenza finirà.

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Coronavirus (COVID-19) Last update:30/4/2020

UNA OVERVIEW

DALLA CINA ALL’ITALIA: l’evoluzione della pandemia di COVID-19 Il 31 dicembre 2019 la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan (Cina) ha segnalato all’Organizzazione Mondiale della Sanità un cluster di casi di polmonite ad eziologia ignota nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. Il 9 gennaio 2020, il CDC cinese ha riferito che è stato identificato un nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) come agente causale della malattia respiratoria poi denominata Covid-19. 8

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Situazione internazionale Fonte: Health Emergency Dashboard, 30 Aprile 2020

Globale 3.059.642 casi confermati nel mondo 211.028 morti Cina 84.373 casi confermati Europa 1.406.899 casi confermati USA 1.003.774 casi confermati

Primi cinque Paesi per numero di casi in Europa: • Spagna 210.773 casi, • Italia 201.505 casi, • UK 161.149 casi, • Germania 157.641 casi, • Francia 125.464 casi, *Fonte: Dipartimento Protezione Civile

Inizio gennaio 2020, la Cina sembra lontanissima e il Coronavirus - esploso in quel Paese - un’epidemia drammatica, ma isolata. Gradualmente, col passare del tempo e con il verificarsi di casi in Italia prima, nel resto del mondo poi, si deve fare i conti con una realtà ben diversa. Pandemia, decreta l’Oms. L’impatto è fortissimo in ogni continente – sul fronte sanitario innanzi tutto, ma anche su un piano più generale - e coinvolge il modo di vivere e di lavorare: il lockdown pian piano esteso a livello globale stravolge ogni abitudine, privata e pubblica. Anche il fare impresa assume connotati diversi: le aziende devono fronteggiare l’emergenza inserita in una realtà fino a ieri inimmaginabile. In questo contesto cooperare diventa la parola chiave, guardando al domani.

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IL MONDO DELLA POLITICA misure e strumenti dedicati per fare fronte all’emergenza e sostenere le imprese

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“Saranno garantite le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare, comprese le filiere che offrono beni e servizi rispetto a queste attività”.

Dopo qualche caso registrato a fine gennaio, il 21 febbraio è la data in cui è scoppiato il focolaio in Lombardia, nella zona di Codogno. Da questo momento, i casi sono aumentati in modo esponenziale nelle zone limitrofe, ragion per cui è stato deciso dalle autorità di istituire subito una zona rossa. Ciò nonostante, i casi si sono gradualmente diffusi anche in altri territori. Questo ha portato inevitabilmente all’attuazione di misure restrittive sempre più su larga scala e di carattere nazionale. Nonostante avvertenze e raccomandazioni di mantenere un certo distanziamento sociale - lanciate da tutto il mondo scientifico e politico - si assiste ancora ai cosiddetti “week-end folli” con addensamenti di persone nei parchi, nei locali, per le vie del centro delle principali città, anche quelle più colpite. La situazione stava rischiando di diventare insostenibile e per questo la sera dell’11 marzo il premier Giuseppe Conte prende la decisione di comunicare

a tutta Italia, con un intervento televisivo e via social, il cosiddetto lockdown: stop per le attività e nuove chiusure. Appena qualche giorno prima aveva dichiarato la “Zona rossa” per tutta l’Italia. Tutti fermi, #restoacasa l’obbligo per quasi tutti. Ma alcune attività, come quelle agroalimentari e i servizi di base non hanno chiuso i battenti. “Saranno garantite le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare, comprese le filiere che offrono beni e servizi rispetto a queste attività”. Pure in questo periodo di emergenza la filiera ha continuato a lavorare e offrire i suoi servizi, anche se non sono mancate e non mancano le criticità da affrontare. In questi due mesi si sono susseguiti provvedimenti, nuove disposizioni e nuove regole, misure economiche che hanno riguardato anche il settore agricolo, sia a livello nazionale che europeo.

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QUI ITALIA

Agroalimentare, attività strategica Le imprese del food devono garantire piena operatività e funzionalità, pur dovendo far fronte a molte criticità e difficoltà. Il Governo ha quindi messo in campo numerosi interventi e misure per supportare il settore

Le attività agroalimentari rientrano tra le cosiddette attività non differibili che devono garantire piena funzionalità per continuare a fornire cibo a tutti. Pur non essendoci rischi diretti di carattere sanitario da dover gestire, esistono tuttavia delle criticità dovute agli effetti indiretti che possono impattare lo svolgimento delle attività (dalla mancanza di manodopera a causa delle quarantene, a problemi legati alla fornitura delle materie pri12

me o ancora alle norme di sicurezza da prevedere negli stabilimenti). Non si fanno mancare neanche le fake news o speculazioni in questa situazione, soprattutto a livello di sicurezza degli alimenti, con inevitabili effetti anche sui flussi commerciali dei prodotti. Si cita a titolo di esempio il caso della Grecia che a fine febbraio ha cercato di bloccare le importazioni del formaggio Grana Padano DOP, chiedendo una presunta “certificazione virus

free”. Molteplici le reazioni. Tanto che l’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) mette in chiaro che “allo stato attuale non risulta alcuna evidenza scientifica della trasmissione del virus SARS-CoV-2, agente eziologico della malattia denominata COVID-19, dagli animali domestici all’uomo e attraverso gli alimenti. La sicurezza alimentare continua ad essere garantita secondo le norme vigenti e pertanto eventuali

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IL PARERE DELL’EFSA “Le esperienze fatte con precedenti focolai epidemici riconducibili ai coronavirus, come il coronavirus della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV) e il coronavirus della sindrome respiratoria mediorientale (MERS-CoV), evidenziano che non si è verificata trasmissione tramite il consumo di cibi. Al momento non ci sono prove che il coronavirus sia diverso in nessun modo” - ha commentato Marta Hugas, direttore scientifico EFSA

richieste di certificazioni in tal senso e non previste sono da considerarsi inappropriate”. Il concetto sarà ribadito poi da tutte le autorità sanitarie, non solo italiane. La Commissione UE interviene con linee guida che riguardano la gestione delle frontiere e la libera circolazione delle merci, nel contesto dell’emergenza: mette nero su bianco la necessità di preservare la libera circolazione di tutte le merci, garantendo l’approvvigionamento di prodotti essenziali come i medicinali, i prodotti alimentari e il bestiame. Poi, a fine marzo, verranno approvate anche nuove linee guida che riguardano la libera circolazione dei lavoratori. Per quanto riguarda gli stagionali, che interessano particolarmente il settore agricolo, afferma: “gli Stati membri sono invitati a scambiarsi informazioni sulle loro diverse necessità a livello tecnico e a stabilire procedure

specifiche per garantire il passaggio agevole di tali lavoratori, al fine di poter rispondere alle carenze di manodopera causate dalla crisi”. Non bisogna tuttavia dimenticare le difficoltà economiche che molte aziende del comparto agroalimentare stanno affrontando. E di conseguenza necessitano di un supporto anche sotto il profilo economico-finanziario. Nel Decreto cosiddetto “Cura Italia”, in vigore dal 17 marzo, sono presenti anche una serie di misure a favore della filiera agroalimentare. In particolare, sono previsti un fondo da 100 milioni a sostegno delle imprese agricole e uno stanziamento di 100 milioni di euro per favorire l’accesso al credito delle imprese agricole e della pesca; l’aumento dal 50% al 70% degli anticipi dei contributi Pac a favore degli agricoltori per un valore complessivo di oltre 1miliardo di euro. Prevista anche la Cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori agricoli e della pesca e tutele per i lavoratori stagionali senza continuità di rapporti di lavoro e indennità per i lavoratori agricoli a tempo determinato. Indennità per i lavoratori agricoli a tempo determinato. Aumento del Fondo indigenti di 50 milioni di euro per assicurare la distribuzione delle derrate alimentari, che si

aggiungono ai 6 milioni già destinati nei giorni precedenti, all’acquisto di latte crudo, in accordo con il Tavolo Spreco Alimentare. Fra le misure anche la sospensione delle rate fino al 30 settembre per i mutui e gli altri finanziamenti a rimborso rateale, anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie; e un rafforzamento del Fondo per la promozione dell’agroalimentare italiano all’estero. Se queste misure sono rivolte prettamente al settore agricolo, il comparto può usufruire anche degli altri interventi, più a livello generale, contenuti nel Decreto e che riguardano in particolare le piccole e medio imprese. “Liquidità e sostegno a lavoratrici e lavoratori, imprese, persone più fragili con l’ampliamento del Fondo indigenti: sono le direttrici lungo cui ci siamo mossi per garantire la filiera in questo momento essenziale al Paese insieme a quella sanitaria”, così ha affermato il Ministro Teresa Bellanova. Stesso discorso vale per il cosiddetto Dl Liquidità, in vigore dal 9 aprile, che introduce misure urgenti, per una valore pari a 400 miliardi di euro, in materia di accesso al credito per imprese e professionisti, supporto all’export, sostegno alla continuità

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IL FONDO DI GARANZIA PER LE PMI È STATO TRASFORMATO IN UNO STRUMENTO CAPACE DI GARANTIRE FINO A 100 MILIARDI DI EURO DI LIQUIDITÀ, ESTENDENDONE L’UTILIZZO ANCHE ALLE IMPRESE FINO A 499 DIPENDENTI

duale. E’ stato infine estesa la normativa sul Golden Power anche alla difesa delle PMI e delle principali filiere produttive del Paese. In questo contesto, anche ISMEA, da parte sua, ha dato il via alla sospensione di tutte le rate dei mutui con scadenza nell’anno 2020; è stato poi escluso il periodo compreso tra il 1° marzo 2020 e il 31 luglio 2020 dal computo della durata preammortamento dei piani di investimenti autorizzati dall’Istituto. delle aziende, sospensione di alcuni adempimenti fiscali. Nello specifico, il Fondo di Garanzia per le Pmi è stato trasformato in uno strumento capace di garantire fino a 100 miliardi di euro di liquidità, estendendone l’utilizzo anche alle imprese fino a 499 dipendenti. Il Fondo agirà su tre direttrici principali:

• garanzia al 100% per i prestiti di importo non superiore al 25% dei ricavi fino a un massimo di 25.000 euro. Le banche potranno erogare i prestiti senza attendere il via libera del Fondo di Garanzia;

• garanzia al 100% (di cui 90% Stato e 10% Confidi) per i prestiti di importo non superiore al 25%

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dei ricavi fino a un massimo di 800.000 euro, senza valutazione andamentale;

• garanzia al 90% per i prestiti fino a

5 milioni di euro, senza valutazione andamentale.

E’ stata inoltre prevista la possibilità di concedere alle imprese garanzie statali sui prestiti bancari attraverso SACE, nonché misure tese a potenziare gli strumenti per sostenere l’esportazione del made in Italy, l’internazionalizzazione e gli investimenti delle aziende. E’ stata prorogata la sospensione di tributi e contributi per altri due mesi e quella relativa agli sgravi per l’acquisto di dispositivi di protezione indivi-

Essendosi lievemente attenuata la crisi sanitaria, il governo ha deciso di avviare la Fase 2, appena iniziata, continuando comunque a garanitre l’impegno a sostegno delle imprese. Ora il tema all’ordine del giorno, oltre al controllo sanitario, è sicuramente quello di far ripartire l’Italia e l’economia. Nel corso delle prossima settimane saranno previste ulteriori misure e interventi per cercare di mitigare il grave impatto economico che le imprese hanno subito, sia nel food ma anche negli altri settori. Il problema per le imprese oggi è sicuramente quello della liquidità e del recupero delle forti perdite subite, diverse misure andranno sicuramente in questa direzione.

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DL CURA ITALIA

Nel decreto Cura Italia, entrato in vigore il 17 marzo, sono stati stanziati 25 miliardi di euro di risorse che potranno attivare un effetto leva complessivo di 350 miliardi di euro. In particolare, le principali misure a sostegno delle imprese sono così riassunte: liquidità per le imprese •

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1,5 miliardi aggiuntivi sul Fondo di garanzia per le PMI per agevolare l’accesso al credito delle PMI: > estensione importo massimo garantito fino a 5 milioni di euro per singola impresa > gratuità della garanzia e nessuna valutazione dell’andamento dell’impresa negli ultimi 6 mesi ai fini della classificazione del rischio > per gli importi fino a 1,5 Mln di euro, garanzia diretta pari all’80 % e al 90% per gli interventi di riassicurazione > estensione automatica garanzia su finanziamenti sospesi > concessione della garanzia diretta, gratuita e senza valutazione, con copertura dell’80% (90% in riassicurazione) per micro finanziamenti a 18 mesi di importo fino a 3 mila euro concessi a favore di persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni assoggettati la cui attività d’impresa è stata danneggiata dall’emergenza COVID-19 80 milioni per garanzie in favore delle imprese agricole e della pesca 1,73 miliardi per aperture credito, prestiti, sospensioni e dilazioni mutui e finanziamenti con concessione, senza valutazione, della garanzia dello Stato 1,24 miliardi per credito d’imposta su DTA 500 milioni per garanzia dello Stato sulle esposizioni assunte da Cassa depositi e prestiti per sostenere finanziamenti alle imprese che hanno sofferto una riduzione del fatturato.

Sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi che scadono nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020, per i soggetti che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello

Le misure per l’agroalimentare •

Altre misure straordianrie •

Sospensioni fiscali e previdenziali •

Stato e per i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato con ricavi o compensi non superiori a 2 milioni di euro nel periodo di imposta precedente a quello in corso Nessuna ritenuta fiscale su ricavi e compensi percepiti fino al 30 marzo 2020 per i soggetti che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato con ricavi o compensi non superiori a euro 400.000 nel periodo di imposta precedente a quello in corso Sospensione riscossione dei carichi affidati all’agente della riscossione scadenti nel periodo dall’8 marzo al 31 maggio 2020 50 milioni per credito d’imposta per le spese di sanificazione degli ambienti e strumenti di lavoro nella misura del 50 per cento del relativo ammontare e fino ad un massimo di 20.000 euro 356 milioni per credito d’imposta per botteghe e negozi pari al 60% del canone di locazione di immobili (cat. C/1), relativo al mese di marzo 2020 Deducibilità e detraibilità per erogazioni liberali a sostegno delle misure di contrasto dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

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150 milioni per il rilancio del Made in Italy all’estero attraverso una campagna straordinaria di comunicazione a sostegno delle esportazioni italiane, sostegno all’internazionalizzazione nei settori colpiti dall’emergenza Covid-19 e il cofinanziamento di iniziative di promozione dirette a mercati esteri; 400 milioni per contratti di sviluppo per programmi di sviluppo strategici ed innovativi di rilevante dimensione 100 milioni per la continuità aziendale delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura

un fondo da 100 milioni a sostegno delle imprese agricole; stanziamento di 100 milioni di euro per favorire l'accesso al credito ; aumento dal 50% al 70% degli anticipi dei contributi Pac per un valore complessivo di oltre un miliardo di euro; cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori agricoli e tutele per i lavoratori stagionali senza continuità di rapporti di lavoro; indennità per i lavoratori agricoli a tempo determinato; aumento del fondo indigenti di 50 milioni di euro per assicurare la distribuzione delle derrate alimentari, che si aggiungono ai 6 milioni già destinati nei giorni scorsi all'acquisto di latte crudo, in accordo con il tavolo spreco alimentare; sospensione delle rate fino al 30 settembre per i mutui e gli altri finanziamenti a rimborso rateale, anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie; rafforzamento del fondo per la promozione dell'agroalimentare italiano all'estero.

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le attività veterinarie indifferibili

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Tra le azioni specifiche messe in campo a favore del settore agroalimentare, ci sono anche quelle legate alle attività veterinarie. Ad inizio aprile, una nuova Circolare del Ministero della Salute, aggiorna le regole in materia di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, visto il perdurare dell’emergenza Coronavirus. Si evidenziano tutte le attività veterinarie indifferibili che devono essere assicurate su tutto il territorio nazionale, ma allo stesso tempo viene concessa la possibilità di individuarne ulteriori anche a livello regionale, che riguardano, in particolare, i seguenti aspetti: sanità animale e anagrafe, benessere animale, scambi import ed export, gestione del farmaco veterinario, mangimi, sicurezza degli alimenti. Entrando più nel dettaglio, per quanto riguarda la Sanità animale e anagrafe, fra le attività veterinarie che non possono essere differite vi sono i sopralluoghi in allevamento in caso di sospetto, e attività di gestione correlate, delle malattie soggette a denuncia obbligatoria ex Regolamento di polizia veterinaria; i controlli veterinari previsti dai Piani Influenza aviaria e Peste suina africana; prelievi dell’obex nei piccoli e grossi ruminanti morti e delle categorie a rischio. Per il benessere animale si ricorda che sono consentite le attività di accudimento e gestione degli animali presenti nelle strutture zootecniche autorizzate/registrate dal servizio veterinario. Sul fronte Scambi import ed

export, viene in particolare, puntualizzato che “le importazioni di animali e merci soggette a controllo veterinario continueranno a realizzarsi con attuali normative nazionali e dell’UE, avendo come riferimento, per le certificazioni sanitarie, anche le disposizioni del Regolamento di Esecuzione (UE) 2020/466 della Commissione del 30 marzo 2020 relativo a misure temporanee volte a contenere rischi sanitari diffusi per l’uomo, per gli animali e per le piante e per il benessere degli animali in occasione di determinate gravi disfunzioni dei sistemi di controllo degli Stati membri dovute alla malattia da coronavirus”. Per la gestione del farmaco veterinario, fra le attività veterinarie che non possono essere differite, vi sono i controlli su impianti selezionati e/o da individuare ai sensi della programmazione PNBA e Farmacosorveglianza 2020 tra quelli che pongono un serio rischio per la salute umana e animale derivante dal fenomeno dell’antibiotico-resistenza per gli elevati consumi di antibiotici in generale, e/o di antibiotici critici per l’uomo. Per i mangimi, le attività legate al rilascio di certificazioni sanitarie per l’esportazione di mangimi verso Paesi Terzi rientrano fra quelle che non possono essere differite. Mentre per quanto riguarda la sicurezza degli alimenti si premette che deve essere comunque garantito il controllo ufficiale sulle filiere di produzione di alimenti che sono attive.

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Fra le attività veterinarie che non possono essere differite vi sono i sopralluoghi in allevamento in caso di sospetto, e attività di gestione correlate, delle malattie soggette a denuncia obbligatoria; i controlli veterinari previsti dai Piani Influenza aviaria e Peste suina africana; prelievi dell’obex nei piccoli e grossi ruminanti morti e delle categorie a rischio. Per il benessere animale si ricorda che sono consentite le attività di accudimento e gestione degli animali presenti nelle strutture zootecniche autorizzate/ registrate dal servizio veterinario 17


DL LIQUIDITA

“Libero il campo da equivoci di tutte le nature: il settore agricolo è ricompreso, e no a sostegno di tutto il sistema produttivo ed economico. Voglio tranquillizzare tutti: le cibo al Paese, rientrano nel Decreto liquidità licenziato ieri dal Consiglio dei Minist Così il Ministro Teresa Bellanova ha commentato il Dl.

FONDO GARANZIA GARANZIA SACE Nuove regole del FCG valevoli fino al 31 dicembre 2020 • • • • •

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Gratuità della garanzia Importo massimo garantito per singola impresa elevato da 2,5 a 5 milioni di euro Estensione della garanzia su singole operazioni alle grandi imprese con numero di dipendenti non superiore a 499 Innalzamento delle percentuali di copertura della garanzia come da tabella a fianco Possibilità di accesso alla garanzia del Fondo (con copertura dell’80% in garanzia diretta e al 90% in riassicurazione) per operazioni di rinegoziazione di finanziamenti esistenti, a condizione che sia prevista la contestuale erogazione di credito aggiuntivo al soggetto beneficiario pari ad almeno il 10% dell’importo del debito rinegoziato Estensione automatica garanzia del Fondo per finanziamenti sospesi a causa del COVID-19 Virus Garanzia concessa senza valutazione del soggetto beneficiario Estensione garanzia anche in favore di soggetti segnalati in centrale rischi: “inadempienze probabili” nonché con presenza di operazioni classificate come “scadute” o “sconfinanti deteriorate” successivamente alla data del 31 gennaio 2020 Garanzia concessa anche alle imprese che, in data successiva al 31 dicembre 2019, sono state ammesse alla procedura del concordato con continuità aziendale, hanno stipulato accordi di ristrutturazione o hanno presentato un piano di risanamento Zero commissioni nei casi di mancato perfezionamento dei finanziamenti garantiti Anticipazione dell’erogazione del credito rispetto alla concessione della garanzia del Fondo Potenziamento garanzie su portafogli di finanziamenti con innalzamento a 500mln Euro al fine di incrementare la quota di erogazioni crediti per le piccole imprese a maggior rischio, attraverso l’aumento dell’ammontare massimo dei portafogli di finanziamenti, l’accesso alla garanzia senza valutazione del merito di credito da parte del Gestore del Fondo, l’innalzamento delle percentuali di copertura sui singoli finanziamenti inclusi nei portafogli e sull’ammontare complessivo del portafoglio.

medie e grandi imprese e sostegno all’export

Per le imprese di grandi dimensioni e le PMI, inclusi lavoratori autonomi e liberi professionisti, che abbiano esaurito la propria capacità di accesso al Fondo centrale di Garanzia, si prevede la concessione fino al 31 dicembre 200 di una garanzia di SACE sui finanziamenti bancari accordati alle seguenti condizioni (in linea con quelle definite dal paragrafo 3.2. del Temporary Framework della Commissione sugli aiuti di Stato alle imprese colpite dall’emergenza): • durata non superiore a 6 anni, con possibilità di avere fino a 24 mesi di pre-ammortamento; • impresa beneficiaria non inclusa nella categoria delle imprese in difficoltà e non avente esposizioni deteriorate, salvo quelle maturate da febbraio 2020; • importo garantito non superiore al maggiore tra il 25% del fatturato annuo dell'impresa del 2019 e il doppio dei costi del personale dell’impresa relativi al 2019; • impegno dell’impresa beneficiaria a non approvare la distribuzione di dividendi nei dodici mesi successivi all’erogazione del finanziamento e di gestire i livelli occupazionali attraverso accordi sindacali. In relazione ai finanziamenti aventi le dette caratteristiche si prevede la seguente copertura: • pari al 90% dei finanziamenti destinati a imprese con meno di 5mila dipendenti in Italia e fatturato non superiore a 1,5 miliardi; • pari all’80% dei finanziamenti destinati a imprese con più di 5mila dipendenti in Italia e fatturato compresso tra 1,5 e 5 miliardi (su base consolidata); • pari al 70% per imprese con fatturato superiore a 5 miliardi (su base consolidata). Sostegno all’esportazione, all’internazionalizzazione e agli investimenti delle imprese Al fine di rafforzare le attività di esportazione e internazionalizzazione delle imprese, si modifica il funzionamento dell’intervento di SACE introducendo un sistema di coassicurazione in base al quale gli impegni derivanti dall’attività assicurativa di SACE, per i rischi non di mercato, sono assunti dallo Stato per il 90% e dalla stessa società per il restante 10%, liberando in questo modo fino a ulteriori 200 miliardi di risorse da destinare al potenziamento dell’export.

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A’: LE MISURE

on potrebbe essere diversamente, nell’iniezione di liquidità che il Decreto garantisce e imprese agricole, che con l’intera filiera alimentare stanno permettendo il benetri”.

Nuove regole del FCG valevoli fino al 31 dicembre 2020

NUOVE REGOLE DEL FCG VALEVOLI FINO AL 31 DICEMBRE 2020 Limite ricavi del beneficiario

Durata Finanziamento

Periodo preammortamento

Importo massimo finanziamento

Importo garanzia diretta

Importo garanzia in riassicurazione

Valutazione del beneficiario

Nessun limite

Fino a 72 mesi

24 mesi

25% dei ricavi fino a un Max € 25.000

100%

100%

Nessuna valutazione

25% dei ricavi fino a un Max € 800.000

€ 3.200.000

Nessun limite

Fino a 72 mesi

Uno tra i seguenti importi: - doppio spesa salariale 2019 - 25% ultimo fatturato - fabbisogno per capitale esercizio e investimento a 18 mesi

100% di cui: 90% garanzia statale + 10% garanzia confidi o di altro fondo

90%

Nessuna valutazione

100%

Nessuna valutazione

NUOVA NORMA GOLDEN POWER Con le nuove misure in tema di poteri speciali si estende l’ambito applicativo del Golden Power a tutti i settori ritenuti di rilevanza strategica dalla disciplina europea sullo screening degli investimenti esteri diretti a investimenti effettuati da soggetti appartenenti all’Unione europea, per la difesa delle PMI e delle principali filiere produttive del nostro Paese. Potranno essere bloccate eventuali operazioni di acquisizione di aziende del tessuto produttivo italiano ed espressione dell’interesse nazionale che avvengono anche in ambito europeo. Si potranno controllare operazioni societarie, scalate eventualmente ostili, non solo nei settori tradizionali delle infrastrutture critiche e della difesa, ma anche in quello finanziario, creditizio, assicurativo, energia, acqua, trasporti, salute, sicurezza alimentare, intelligenza artificiale, robotica, semiconduttori, cybersecurity. Per garantire la massima efficacia della norma è stato ampliato l’obbligo di comunicazione per le acquisizioni societarie ed è stata introdotta la possibilità per il Governo di procedere con l’esercizio dei poteri speciali anche d’ufficio, se le imprese non assolvono agli obblighi di notifica previsti.

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Credito Imposta Per l’acquisto di dispositivi di protezione nei luoghi di lavoro La disposizione estende le tipologie di spese ammesse al credito d’imposta attribuito per le spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro di cui all’articolo 64 del decreto-legge n. 18 del 2020 includendo quelle relative all’acquisto di dispositivi di protezione individuale (quali, ad esempio, mascherine chirurgiche, Ffp2 e Ffp3, guanti, visiere di protezione e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari), ovvero all’acquisto e all’installazione di altri dispositivi di sicurezza atti a proteggere i lavoratori dall’esposizione accidentale ad agenti biologici o a garantire la distanza di sicurezza interpersonale (quali, ad esempio, barriere e pannelli protettivi). Sono, inoltre, compresi i detergenti mani e i disinfettanti.

Sospensione versamenti tributari e contributivi La norma è diretta a sostenere gli esercenti attività d’impresa, arte o professione, che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato con ricavi o compensi non superiori a 50 milioni di euro, che hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33 per cento nel mese di marzo 2020 rispetto allo stesso mese del precedente periodo d’imposta e nel mese di aprile 2020 rispetto allo stesso mese del precedente periodo d’imposta. Per tali soggetti sono sospesi, rispettivamente, per i mesi di aprile e di maggio 2020, versamenti delle ritenute fiscali e previdenziali, i versamenti IVA. Ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, che hanno il domicilio fiscale, la

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sede legale o la sede operativa nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza la sospensione trova applicazione a prescindere dal volume dei ricavi e dei compensi del periodo d’imposta precedente. La sospensione trova altresì applicazione anche per i soggetti con ricavi e compensi superiori a 50 milioni di euro che hanno subito una riduzione del fatturato superiore al 50 per cento. I versamenti sospesi sono effettuati, senza applicazione di sanzioni ed interessi, in un’unica soluzione entro il 30 giugno 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal medesimo mese di giugno 2020.

Altre misure Rimessione in termini per i versamenti

In considerazione del periodo emergenziale, la norma proposta consente di considerare regolarmente effettuati i versamenti nei confronti delle pubbliche amministrazioni con scadenza il 16 marzo 2020, prorogati al 20 marzo 2020 per effetto dell’articolo 60 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, se eseguiti entro il 16 aprile 2020, senza il pagamento di sanzioni e interessi.

Termini di consegna e di trasmissione telematica della Certificazione Unica 2020 Al fine di consentire ai sostituti d’imposta di avere più tempo a disposizione per l’effettuazione degli adempimenti fiscali, solo per l’anno 2020, la norma differisce al 30 aprile il termine entro il quale i sostituti d’imposta devono consegnare agli interessati le certificazioni uniche relative ai redditi di lavoro dipendente e assimilati e ai redditi di lavoro autonomo.

Differimento dell’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza In questo quadro macroeconomico emergenziale si dispone il rinvio integrale al 1° settembre 2021 dell’entrata in vigore del decreto legislativo 12 gennaio 2019, relativo al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.

Disposizioni temporanee in materia di riduzione del capitale Il provvedimento mira a evitare che la perdita del capitale, dovuta alla crisi da Covid-19 e verificatasi nel corso degli esercizi chiusi al 31 dicembre 2020, ponga gli amministratori di un numero elevatissimo di imprese nell’alternativa tra l’immediata messa in liquidazione, con perdita della prospettiva di continuità per imprese anche performanti, ed il rischio di esporsi alla responsabilità per gestione non conservativa ai sensi dell’articolo 2486 del codice civile. La sospensione degli obblighi previsti dal codice civile in tema di perdita del capitale sociale, per contro, tiene conto della necessità di fronteggiare le difficoltà dell’emergenza Covid-19 con una chiara rappresentazione della realtà, non deformata da una situazione contingente ed eccezionale. Resta invece ferma la previsione in tema di informativa ai soci, peraltro prevista, per la società per azioni, dall’art. 58 della Direttiva 1132/2017.

Disposizioni temporanee sui principi di redazione del bilancio La norma mira a favorire la tempestiva approvazione dei bilanci delle imprese (in quanto anche nel contesto attuale tale approvazione mantiene un’essenziale funzione informativa), consentendo alle imprese di affrontare le difficoltà dell’emergenza Covid-19 con una chiara rappresentazione della realtà, operando una riclassificazione con riferimento alla situazione fisiologica precedente all’insorgere dell’emergenza medesima.

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FASE 2, dal 4 maggio pr ripartenza

Un nuovo Decreto, firmato il 26 aprile dal premier Conte, segna il via libera alla fase 2, una progressiva ripartenza del sistema Italia, ma sempre con prudenza e gradualità, per evitare una ripresa dei contagi. Vengono ribadite le misure di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale, anche se si legge una progressiva apertura e flessibilità. Sono ad esempio concessi spostamenti per incontrare familiari. Tuttavia rimane l’imperativo di garantire distanziamento e evitare assembramenti. Continuano poi ad essere sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura con la presenza di pubblico, mentre c’è una certa apertura a praticare attività sportiva o attività motoria, pur garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale. Continuano ad essere sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, nonché edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie. Ancora chiusi invece i servizi di ri22

storazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad eccezione di quella con consegna a domicilio, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché la ristorazione con asporto. Nel decreto si richiama anche l’obbligo da parte delle imprese, le cui attività non sono sospese, di rispettare i contenuti del Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid-19 negli ambienti di lavoro sottoscritto il 24 aprile 2020 fra il Governo e le parti sociali. Il Protocollo contiene utili LINEE GUIDA per favorire l’adozione nelle imprese di protocolli e codici di sicurezza anti-contagio. La mancata attuazione del Protocollo che non assicuri adeguati livelli di protezione “determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.

PROTOCOLLO CONDIVISO DI REGO

obiettivo: fornire indicazioni operative finaliz per contrastare l’epidemia di COVID-19. INGRESSO IN AZIENDA DIPENDENTI • Il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro deve essere sottoposto al controllo della temperatura corporea. Se superiore ai 37,5°, non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro. • Il datore di lavoro deve informare preventivamente il personale, e chi intende fare ingresso in azienda, della preclusione dell’accesso a chi, negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 o provenga da zone a rischio. • L’ ingresso in azienda di lavoratori già risultati positivi all’infezione da COVID 19 dovrà essere preceduto da una preventiva comunicazione avente ad oggetto la certificazione medica da cui risulti la “avvenuta negativizzazione”. ACCESSO DEI FORNITORI ESTERNI • Per l’accesso di fornitori esterni è necessario individuare pro-

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cedure uscita, m corsi e al fine d contatto za nei r Se poss zi di tra a bordo consent per ness Per for altro pe duare/in dedicati utilizzo dipende guata pu Va rido le, l’acc lora fos di visita pulizie, stessi do te le reg

PULIZIA E AZIENDA • L’azien giornali periodic


LE MISURE IGIENICO-SANITARIE: • lavarsi spesso le mani • mettere a disposizione in tutti i locali pubblici soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani • evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute • evitare abbracci e strette di mano • mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro • praticare l’igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto) • evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri • non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani • non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico • pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol • utilizzare protezioni delle vie respiratorie

rogressiva

OLAMENTAZIONE PER IL CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE DEL COVID – 19

zzate a incrementare, negli ambienti di lavoro non sanitari, l’efficacia delle misure precauzionali di contenimento adottate

di ingresso, transito e mediante modalità, pertempistiche predefinite, di ridurre le occasioni di o con il personale in forreparti/uffici coinvolti. sibile, gli autisti dei mezasporto devono rimanere o dei propri mezzi: non è tito l’accesso agli uffici sun motivo. rnitori/trasportatori e/o ersonale esterno indivinstallare servizi igienici i, prevedere il divieto di o di quelli del personale ente e garantire una adeulizia giornaliera. otto, per quanto possibicesso ai visitatori; quasse necessario l’ingresso atori esterni (impresa di , manutenzione…), gli ovranno sottostare a tutgole aziendali.

E SANIFICAZIONE IN

nda assicura la pulizia iera e la sanificazione ca dei locali, degli

ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago. Nel caso di presenza di una persona con COVID-19 all’interno dei locali aziendali, si procede alla pulizia e sanificazione dei suddetti, nonché alla loro ventilazione. Occorre garantire la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi.

PRECAUZIONI IGIENICHE E DISPOSITIVI PERSONALI • E’ obbligatorio che le persone presenti in azienda adottino tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani • Devono essere utilizzate le mascherine in conformità a quanto previsto dalle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità e, in caso di difficoltà di approvvigionamento e alla sola finalità di evitare la diffusione del virus, potranno essere utilizzate mascherine

la cui tipologia corrisponda alle indicazioni dell’autorità sanitaria. Qualora il lavoro imponga di lavorare a distanza interpersonale minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative è comunque necessario l’uso delle mascherine, e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc…) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.

GESTIONE SPAZI COMUNI • L’accesso agli spazi comuni, comprese le mense aziendali, le aree fumatori e gli spogliatoi è contingentato, con la previsione di una ventilazione continua dei locali, di un tempo ridotto di sosta all’interno di tali spazi e con il mantenimento della distanza di sicurezza di 1 metro tra le persone che li occupano. • Occorre provvedere alla organizzazione degli spazi e alla sanificazione degli spogliatoi per lasciare nella disponibilità

dei lavoratori luoghi per il deposito degli indumenti da lavoro e garantire loro idonee condizioni igieniche sanitarie. Occorre garantire la sanificazione periodica e la pulizia giornaliera, con appositi detergenti dei locali mensa, delle tastiere dei distributori di bevande e snack.

ORGANIZZAZIONE AZIENDALE • Disporre la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione o, comunque, di quelli dei quali è possibile il funzionamento mediante il ricorso allo smart work, o comunque a distanza. • Assicurare un piano di turnazione dei dipendenti dedicati alla produzione con l’obiettivo di diminuire al massimo i contatti e di creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili. • Sono sospese e annullate tutte le trasferte/viaggi di lavoro nazionali e internazionali, anche se già concordate o organizzate.

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L’importanza dell’uso del digitale

A METÀ MARZO IL MINISTERO PER L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA E LA DIGITALIZZAZIONE HA LANCIATO IL PROGETTO “SOLIDARIETÀ DIGITALE”, UNA SERIE DI SERVIZI, A PORTATA DI CLICK, CON L’OBIETTIVO “DI AIUTARE LE PERSONE, I PROFESSIONISTI E LE AZIENDE A CONTINUARE LA PROPRIA ATTIVITÀ E MANTENERE LE PROPRIE ABITUDINI DI VITA”, NEL PIENO RISPETTO DEL LOCKDOWN

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La politica si è mossa anche sul fronte digitale, mettendo in campo iniziative per andare incontro alle esigenze delle persone a casa, ma anche delle aziende che hanno dovuto attuare nuove modalità di lavoro. E puntando sull’innovazione tecnologica, in particolare su app e altri dispositivi, anche per quanto riguarda la gestione e il contenimento del virus. A metà marzo il ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione ha lanciato il progetto “Solidarietà digitale”, con il supporto di Agenzia per l’Italia digitale: una serie di servizi, a portata di click, con l’obiettivo “di aiutare le persone, i professionisti e le aziende a continuare la propria attività e mantenere le proprie abitudini di vita”, nel pieno rispetto del lockdown. Sul portale dedicato sono inserite tutte le soluzioni digitali messe gratuitamente a disposizione da imprese e associazioni: alcune consentono di lavorare da remoto, attraverso connettività rapida e gratuita e l’utilizzo di piattaforme di smart working avanzate. Si è data la possibilità di usu-

fruire di servizi digitali online come l’accesso a servizi pubblici o specialistici. Fra i diversi servizi digitali anche quelli che permettono di leggere gratuitamente un giornale o un libro sul proprio smartphone o tablet e quelli che permettono di svolgere a distanza attività della vita di tutti i giorni, come fare la spesa, sport, ma anche la socialità, la vita politica e quella religiosa, l’associazionismo, o persino gli hobby, come le arti o la cucina. La tecnologia può anche contribuire a sviluppare soluzioni innovative e al’avaguardia per rispondere ai bisogni dell’attuale emergenza sotto tutti i punti di vista. Partendo da questa considerazione sono state attivate anche altre misure: una di queste è “Innova per l’Italia”, iniziativa interministeriale lanciata per aziende, università, enti e centri di ricerca pubblici e privati, associazioni, cooperative, consorzi, fondazioni che, attraverso le proprie tecnologie, possano fornire un contributo nell’ambito dei dispositivi per la prevenzione, la diagnostica e il monitoraggio per il contenimento e il contrasto del diffondersi del Coronavirus.

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Le azioni europee

Anche a livello europeo, la Commissione da parte sua, cerca di dare un supporto alle imprese. Molteplici sono le iniziative messe in campo.

• Linee guida per garantire una filiera alimentare efficiente

Si parla innanzitutto delle cosiddette “corsie verdi” per far circolare il cibo in tutta Europa: la Commissione, a stretto contatto con gli Stati membri, si vuole garantire la funzionalità del mercato unico creando percorsi facilitati alle dogane (con tempi di attesa

che non dovrebbero superare i 15 minuti). Tra i prodotti privilegiati rientrano anche quelli agroalimentari. Altro aspetto riguarda i lavoratori stagionali che vengono qualificati come “lavoratori critici” per garantire il sostegno del settore alimentare, e garantendo loro l’accesso al posto di lavoro:

• Misure a sostegno diretto degli agricoltori e delle zone rurali

Grazie ad una maggior flessibilità nell’uso degli strumenti finanziari del Piano di sviluppo rurale, gli agricolto-

QUI EUROPA

ri potranno avere accesso a prestiti o garanzie, a condizioni agevolate, fino a un valore di 200.000 euro per la copertura dei costi operativi Si prevede poi di incrementare il valore degli anticipi dei pagamenti diretti (dal 50% al 70%) e alcuni pagamenti per lo sviluppo rurale (dal 75% all’85%). Gli agricoltori dovrebbero iniziare a ricevere questi anticipi a partire da metà ottobre. Per l’anno 2020 è stato innalzato il tetto per gli Aiuti di Stato per gli agricoltori (fino a 100.000 euro) e per le

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Il ministro Bellanova: “Dobbiamo pensare non solo a fronteggiare l’emergenza, quanto ad un vero e proprio Programma Agricolo Straordinario da realizzare attraverso risorse straordinarie extra PAC, rimodulazione dei fondi FEAGA, riprogrammazione delle risorse dello sviluppo rurale non impegnate, utilizzo delle annualità del Feasr 2021 e 2022, introducendo nei Programmi di Sviluppo Rurale misure eccezionali che rispondano al nuovo scenario e alle nuove esigenze delle imprese agricole”

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aziende di trasformazione alimentare (fino a 800.000 euro). Questi importi si integrano agli aiuti in “de minimis”.

• Semplificazione della PAC e maggiori misure di flessibilità

E’ stata concessa una proroga del termine per le domande di pagamento PAC di un mese, dal 15 maggio al 15 giugno 2020. E’ stato concordato di effettuare un numero minore di controlli in loco. I paesi dell’UE effettuano generalmente controlli per garantire il rispetto delle condizioni di ammissibilità dei finanziamenti della PAC. Però, nelle attuali circostanze eccezionali, è fondamentale minimizzare il contatto fisico tra agricoltori e ispettori. Questa misura contribuirà a ridurre gli oneri amministrativi e evitare ritardi inutili. Inoltre, la Commissione europea ha invitato tutti i paesi dell’UE ad utilizzare la possibilità di modificare i loro piani di sviluppo rurale per rendere disponibili le risorse non ancora uti-

lizzate per finanziare azioni pertinenti per far fronte alla crisi.

“Servono strumenti europei nuovi per far fronte all’emergenza del settore agroalimentare.” - è quanto però puntualizza il Ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, intervenendo in videoconferenza alla riunione dei ministri dell’Agricoltura europei a fine marzo. “Dobbiamo pensare non solo a fronteggiare l’emergenza”, ha affermato Bellanova, “quanto ad un vero e proprio Programma Agricolo Straordinario da realizzare attraverso risorse straordinarie extra PAC, rimodulazione dei fondi FEAGA, riprogrammazione delle risorse dello sviluppo rurale non impegnate, utilizzo delle annualità del Feasr 2021 e 2022, introducendo nei Programmi di Sviluppo Rurale misure eccezionali che rispondano al nuovo scenario e alle nuove esigenze delle imprese agricole”. Il Commissario UE all’Agricoltura Wojciechowski chiama però alla

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prudenza sia per la ristrettezza dei margini finanziari della Pac a fine periodo finanziario che “per la difficoltà di prevedere l’evoluzione di una crisi che è appena all’inizio”. Il Commissario Ue ha inoltre risposto agli eurodeputati della commissione agricoltura dell’Europarlamento che sollecitavano interventi sul mercato da parte della Commissione europea a sostegno degli agricoltori alle prese con la crisi economica innescata dal Covid-19. “Abbiamo preso in considerazione interventi sul mercato come il finanziamento allo stoccaggio privato di latte, ma viviamo una situazione di bilancio molto particolare, siamo alla fine del periodo finanziario e abbiamo esaurito i fondi - ha detto - Le misure di mercato dipendono dai fondi disponibili, non abbiamo ancora un bilancio pluriennale, né quello del 2021, e qualsiasi decisione di intervento sul mercato la Commissione prenda dobbiamo tenere conto di questa situazione”.

A tal proposito, il Commissario Ue all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, ha scritto ai ministri dell’Agricoltura dell’Ue invitandoli a utilizzare i 6 miliardi di fondi Ue che possono ancora essere impegnati dagli Stati membri nell’ambito dei loro programmi di sviluppo rurale, per attenuare l’impatto economico del Covid-19. Aggiunge anche che “diverse misure di sviluppo rurale possono essere utilizzate in questo contesto”. Si tratta di vendita diretta, creazione di servizi di consegna a domicilio di prodotti essenziali come cibo o medicine nelle aree rurali, investimenti in azienda per la trasformazione, commercializzazione o imballaggio degli alimenti o per il ripristino del potenziale di produzione agricola. Inoltre la Commissione ha esteso la portata del sostegno alle piccole e medie imprese rurali proponendo prestiti o garanzie a copertura dei costi operativi .

DIVERSE MISURE DI SVILUPPO RURALE POSSONO ESSERE UTILIZZATE IN QUESTO CONTESTO

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Una roadmap per ripartire La Commissione europea ha preparato un documento di riflessione delineando quelle che dovrebbero essere le priorità per i prossimi mesi

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La Commissione europea, in vista del dibattito in sede di Consiglio europeo del 23 aprile, ha predisposto un paper dal titolo “A ROADMAP FOR RECOVERY – Towards a more resilient, sustainable and fair Europe”. Da qui si delinea una proposta delle principali azioni e priorità da intraprendere nel medio e lungo termine, che afferiscono a 4 principali aree:

1. A fully functioning and revitali-

sed Single Market È prioritario ripristinare e garantire il massimo funzionamento del mercato unico. Tutte le filiere e catene di approvvigionamento che sono state bloccate devono riprendere. La cosiddetta “green transition” e la trasformazione digitale saranno al centro delle priorità del Piano per rilanciare e modernizzare l’economia europea, contribuiranno a creare posti di lavoro e permetteranno all’Europa di essere più resiliente e meno dipendente dai paesi terzi. L’emergenza sanitaria ha portato alla necessità di costruire infrastrutture più resistenti per far fronte a eventi imprevisti, in particolare nel settore sanitario. Il settore finanziario svolgerà un ruolo importante nel garantire l’accesso ai finanziamenti. Saranno incoraggiati partenariati innovativi e modalità per sbloccare i finanziamenti, anche attraverso piattaforme digitali.

2. An Unprecedented Investment

Effort L’Unione europea ha bisogno di fare investimenti significativi, simili a quelli previsti nel Piano Marshall, per alimentare la ripresa e modernizzare l’economia. Questo dovrebbe essere uno sforzo coordinato tra investimenti pubblici a livello europeo e nazionale e mobilitazione di investimenti privati. Azioni necessarie per il prossimo futuro, per rilanciare la crescita e l’economia sono:

• Ruolo centrale del prossimo QFP (quadro finanziario pluriennale). Dovrà tener conto degli effetti della crisi sulle regioni e sui settori interessati. Dovrebbe fornire sostegno ai piani di risanamento degli Stati membri, nonché prevedere un quadro di investimenti basati sugli obiettivi strategici dell’UE.

• La BEI (banca europea investimenti), avrà un ruolo rilevante nei prossimi anni nel fornire finanziamenti a tassi favorevoli.

3. Acting globally Essendo la pandemia un fenomeno globale, è chiaro che l’UE non può agire in modo isolato. L’UE, come attore globale, ha una grande responsabilità nel contribuire a definire una risposta globale alla crisi. In questo contesto, è essenziale ristabilire gli equilibri e flussi commerciali a livello internazionale. Allo stesso tempo, l’UE deve fornire assistenza ai paesi bisognosi.

4. A functioning system of governance Un sistema di governance funzionante è un requisito fondamentale per superare la crisi e garantire la ripresa. Più in generale, l’Unione dovrà riflettere sulle proprie regole e modalità di funzionamento alla luce dell’esperienza acquisita durante la crisi.

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IL MONDO DELLE IMPRESE

l’impegno e gli sforzi messi in campo per garantire la piena operatività delle filiere

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Dalle nuove misure alle donazioni le imprese agroalimentari non si sono fermate

Tutelare i lavoratori dipendenti, continuare ad assicurare i rifornimenti di cibo, ma anche dare un contributo, portafoglio alla mano, alle strutture sanitarie, in particolare nei territori più colpiti dal Coronavirus: le aziende del comparto agroalimentare, a cominciare dalle cooperative, da fine febbraio ad oggi non hanno mai spento le macchine, nonostante le difficoltà, adottando nuove misure per far fronte all’emergenza. E molte realtà hanno donato macchinari, strumentazioni e fondi. Aperte, sì, ma con nuove misure straordinarie in campo. A metà marzo, è stato firmato da sindacati, imprese e in accordo col governo, un protocollo contenente le misure efficaci di salute e sicurezza dei lavoratori, volte a contrastare la diffusione del Coronavirus nei luoghi di lavoro e valido per tutte le aziende che hanno continuato ad operare, come quelle della filiera agroalimentare, che in questo contesto di emergenza hanno sempre considerato una

priorità la tutela dei propri dipendenti. Fra le nuove regole adottate, l’obbligo per i lavoratori di non recarsi in azienda con febbre oltre 37.5. Previsti controlli all’ingresso: il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro, in molti casi è sottoposto al controllo della temperatura corporea. In vigore anche l’obbligo di limitare i contatti con i fornitori esterni, per i quali è stato necessario individuare specifiche procedure di ingresso, transito e uscita, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite, al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale. Le aziende hanno dovuto mettere a disposizione dei lavoratori anche mezzi detergenti, in modo da assicurare tutte le precauzioni igieniche, in particolare la pulizia delle mani. E nei casi in cui, per il tipo di lavoro non è possibile mantenere una distanza interpersonale minore di un metro, si è dovuti ricorrere alla mascherina e altri dispositivi di protezione, come guanti, occhiali, cuffie, tute.

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Principali criticità riscontrate dalle imprese

ISMEA

Risultati di un’indagine svolta da Ismea basata sui dati raccolti tra il 17 e il 25 marzo 2020, su 526 imprese agricole e 346 dell’industria alimentare

Se si considera il campione di azien-

parto della zootecnia da carne, che in-

da parte dell’industria (9%), mentre

de agricole, emerge che a risentire di

sieme a quello del vino, è tra quelli che

poche hanno dichiarato di aver rice-

meno della crisi sono quelle imprese

lamentano maggiormente una flessio-

vuto richieste di riduzione del prezzo

che al momento sono meno attive ri-

ne delle vendite (principale proble-

concordato con i loro clienti (4%).

spetto ad altri periodi dell’anno: quelle

matica evidenziata, 50%). Una quota

Pochissimi casi isolati, in entrambe

dei cereali e dell’olivo. Maggiori dif-

non trascurabile di aziende agricole ha

le fasi, hanno dovuto fronteggiare un

ficoltà sono state riscontrate nel com-

problemi nel ritiro della materia prima

incremento repentino della domanda.

AGRICOLTURA

Proteste lavoratori Incremento domanda Richieste riduzione prezzo Prevenzione ambiente di lavoro Ritiro m.p. industria Sospensione fiere Assenza dipendenti Reperimento m.p. e cons. Reperimento servizi ass., trasp., vet. Diminuzione vendite 0%

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10%

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40%

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50%

60%


INDUSTRIA ALIMENTARE

Proteste lavoratori Incremento ordini Reperimento m.p e cons. Prevenzione ambiente di lavoro Assenza dipendenti Sospensione fiere Reperimento servizi ass., trasp. Diminuzione ordini 0% Alle imprese dell’industria alimentare in difficoltà è stata chiesta un’opinione sull’andamento delle esportazioni. Fermo restando che la metà di queste si rivolge esclusivamente al mercato interno, della restante metà, un 18% ha dichiarato uno svolgimento regolare, un 19%, al contrario, ha problemi a raggiungere i clienti esteri, il 12% non è ancora in grado di dare una valutazione su questo sbocco. La riduzione degli ordini (59%), i maggiori controlli alle dogane (16%) e, per una minoranza, le richieste di ulteriori documenti e certificazioni (5%) o di modifiche agli imballaggi (2%) sono i fattori alla base delle difficoltà nella gestione del mercato estero. Tra le misure indicate come necessarie al settore per superare l’emergenza del Coronavirus, la maggioranza delle imprese agricole si è espressa favorevole a contributi a fondo perduto (43%). Quasi la metà delle imprese dell’industria alimentare ha dichiarato

10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%

di aver bisogno di prestiti agevolati,

ritmi produttivi (24% industria e 8%

la percentuale scende al 28% tra gli

agricoltura). Sono state poche impre-

agricoltori. Molti operatori ritengo-

se dell’industria alimentare ad aver

no fondamentale il differimento del-

dichiarato il bisogno di una deroga ai

le scadenze fiscali (23% agricoltura,

limiti di utilizzo di personale a tempo

37% industria), il congelamento dei

determinato (5%), quest’ultima esi-

prestiti in corso (22% agricoltura, 25%

genza è infatti emersa solo per quelle

industria), il ricorso agli ammortizza-

rare imprese che stanno fronteggiando

tori sociali, dato il rallentamento dei

un’impennata repentina degli ordini.

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l’intervista Giovanni Guarneri

coordinatore del Settore Lattiero-Caseario - ACI Agroalimentare

IL VALORE DELLA COOPERAZIONE

MASCHERINE, GESTIONE E MASSIMO IMPEGNO così la cooperazione ha tenuto in piedi la filiera

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L’impatto dell’emergenza Coronavirus sul settore lattiero caseario e le

criticità affrontate dalle

imprese in questi due mesi, i cambiamenti sul fronte mercati e la necessaria

riorganizzazione interna. Il

ruolo della cooperazione e anche la spinta alla

digitalizzazione che questa pandemia ha portato con sé e che resterà, anche

per il futuro. Ne è convinto Giovanni Guarneri,

coordinatore del settore lattiero caseario di Aci

agroalimentare, che traccia

una panoramica su quanto avvenuto nel comparto

in concomitanza con il

diffondersi del Covid-19. Con uno sguardo al

presente, ma anche al

futuro

Qual è stato il maggior impatto dell’emergenza Coronavirus sul settore e sulle cooperative lattiero casearie? Abbiamo avuto due tipi di difficoltà da affrontare. La prima ha riguardato tutti gli operatori del mercato, e noi assieme a loro, ed è stato il cambiamento della modalità di vendita, sono cambiati i canali. L’Horeca, che è il canale di sbocco legato alla ristorazione collettiva, ristoranti e alberghi, ma anche al mondo delle mense, delle scuole, quel canale in Italia si è completamente prosciugato nell’arco di pochi giorni. All’inizio di marzo tutto il prodotto consumato attraverso questo canale non aveva più uno sbocco. Dall’altra parte la grande distribuzione, soprattutto in concomitanza con l’inizio delle chiusure delle altre attività, ha avuto un’esplosione delle vendite, per diversi motivi: le persone hanno puntato ad avere scorte sufficienti, pensando ci sarebbero state difficoltà di approvvigionamento nei prodotti, cosa che nel lattiero caseario non si è mai verificata, ma l’aspettativa era quella di uno stato

bellico. Inoltre le persone a casa hanno dovuto far fronte a 14 pasti alla settimana e non più a 7 come erano abituati. Questo ha creato un boom delle vendite. Non c’è stata però una perfetta affinità dei flussi, chiusura del settore Horeca e incremento della Gdo: il saldo netto dei due fenomeni purtroppo è negativo, quello che si è perso è di più di quello che si guadagnato in termini di mercato. La conseguenza è che molte cooperative si sono trovate senza clienti, altre alle prese con un’incapacità di soddisfare le richieste. Il cambiamento dei canali ha colpito tutte le categorie merceologiche. Quali ad esempio? Il latte fresco ha subito un rallentamento di vendite molto importante, a livello del 15 -20%, a vantaggio dell’Uht, che per fare spesa-scorta è più adatto, quindi all’interno della categoria latte alimentare ci sono state differenze. E questo per le cooperative legate al territorio per le quali il latte fresco è un prodotto importante è stato oggettivamente un danno.

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Anche per l’export ci sono stati impatti simili? Sì, un fenomeno analogo sta avvenendo anche con l’export. Tutte le forniture che vanno verso la distribuzione organizzata continuano a viaggiare con ritmi buoni, mentre quelli destinate alla ristorazione – e i prodotti lattiero caseari vanno molto nel mondo sulla ristorazione, soprattutto in quella di alta fascia - tutti quegli sbocchi stanno rallentando. Anche l’estero sta subendo un rallentamento delle vendite, conseguenza del fatto che si è fermato l’Horeca in paesi molto importanti, come gli Usa, la Francia, la Germania e l’Inghilterra. E, conseguentemente, i flussi sono rallentati, perché l’horeca sull’estero pesa di più rispetto al mercato domestico ed è più difficile compensare le vendite.

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All’interno delle cooperative quali sono state le maggiori criticità? L’emergenza soprattutto nelle province di Cremona, Brescia e Bergamo l’abbiamo toccata nella prima quindicina di marzo, quando ci siamo trovati ad avere percentuali di assenza fra i dipendenti dei caseifici arrivate anche al 20%. Questo ha causato un’incapacità di poter trasformare tutto il latte che era in in arrivo, quindi si è generata la necessità di dover vendere il latte in un momento nel quale il latte aveva dei prezzi molto bassi, perché appunto il settore Horeca si era fermato e la grande distribuzione non stava ancora assorbendo appieno l’eccesso di latte in esubero. Inoltre, sempre sul fronte del personale, ci siamo trovati nelle condizioni di dover fornire tutti i dispositivi di protezione individuale, come guanti e mascherine e abbiamo

avuto grosse difficoltà di reperimento e questo è stato un altro elemento di criticità. La mancanza di personale è stato un problema molto grave, che ha riguardato soprattutto la Lombardia, ma che gradualmente all’inizio di aprile è parzialmente rientrato e questo ci ha permesso di riprendere appieno l’attività produttiva. Ci sono state e ci sono però anche altre criticità. Quali? Una di queste riguarda i servizi connessi alle attività lattiero casearie, e tocca sia gli allevamenti, sia i caseifici: si sono rallentati i servizi di manutenzione e di fornitura. Quando si verifica un guasto oppure quando c’è la necessità di riordinare un determinato materiale, ad esempio, può essere che la consegna abbia tempi raddoppiati rispetto al solito, creando difficoltà nell’operatività. C’è poi un’altra cri-

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ticità che stiamo sperimentando ora, sono le tensioni di carattere finanziario, perché una parte importante della clientela, per ragioni di oggettiva difficoltà o, talvolta, purtroppo, per opportunismo, sta rallentando i flussi di pagamento e questo è un fenomeno che è già iniziato e che ci attendiamo possa aumentare nei prossimi mesi. Quali misure hanno messo in campo le cooperative al loro interno per il contenimento del virus? L’impegno massimo dal punto di vista organizzativo è stato quello di parcellizzare e dividere le squadre degli operai, per far sì che il personale non lavori contemporaneamente, o che, quando il lavoro in contemporanea è una necessità, il numero di persone sia ridotto al minimo, in modo che se si verifica un caso di positività questo re-

C’È STATA DA PARTE DI TUTTA LA FILIERA UNA GRANDE RESPONSABILITÀ E UN GRANDE IMPEGNO, È STATO PROFUSO IL MASSIMO DELLO SFORZO PERCHÉ DI FATTO NON È STATO VERSATO UN CHILO DI LATTE

sta circoscritto a un piccolo gruppo di persone e non coinvolge tutto il reparto. C’è stato un lavoro di riorganizzazione dei turni, in modo che l’attività del lavoro sia scaglionata. Ovviamente massima attenzione e allerta in caso di aumento della temperature corporea e altri sintomi, in presenza dei quali i dipendenti sono invitati a restare a casa. Più in generale, le cooperative come hanno affrontato l’emergenza? C’è stata da parte di tutta la filiera una grande responsabilità e un grande impegno, è stato profuso il massimo dello sforzo perché di fatto non è stato versato un chilo di latte, l’attività di trasformazione compatibilmente col personale disponibile è sempre stata fatta al massimo dell’impegno, così come l’attività di distribuzione e fornitura. Non si sono alla fine verificati

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delle rotture di stock o delle mancanze di forniture. I punti vendita sono sempre stati alimentati e i consumatori sono sempre stati serviti. Inoltre in un momento di difficoltà con esuberi di latte improvvisi e non prevedibili le cooperative si sono attivate per cercare di trovare soluzioni comuni, che potessero essere utili per tutti. Per esempio ci siamo organizzati per un piano di emergenza di polverizzazione del latte, qualora ce ne fosse stato bisogno, che per fortuna non abbiamo dovuto attivare. C’è stato un grosso impegno anche per aiutare chi non era in grado di trasformare il latte. Per fare un altro esempio, abbiamo anche affrontato l’emergenza legata al siero perché c’è stato un momento nel quale il più grande centro di polverizzazione del siero, per mancanza di personale, non ha avuto la possibilità di lavorare 38

al 100%, quindi ci siamo attivati per trovare soluzioni alternative: di fatto è stato destinato alla produzione di biogas, nel limite del perimetro permesso dalla legge. Qual è stato il ruolo della cooperazione in questo contesto? Quello di coordinare e cercare di gestire improvvisi surplus di latte che si sono venuti a creare: questo è uno degli elementi più importanti. Ha svolto sicuramente una funzione di gestione dell’emergenza, senza scaricare a valle, quindi sugli allevatori e i propri soci, le difficoltà. Ci siamo fatti carico della tenuta di tutta la filiera. Cosa ha insegnato questa emergenza? Quali sono i cambiamenti attuati che potrebbero diventare parte integrante della

il ruolo della cooperazione? Ha svolto sicuramente una funzione di gestione dell’emergenza, senza scaricare a valle, quindi sugli allevatori e i propri soci, le difficoltà. Ci siamo fatti carico

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della tenuta di tutta la filiera”


quotidianità anche per il futuro? Penso che molte cose con il tempo rientreranno in un alveo di normalità, ad esempio l’utilizzo dei mezzi pubblici, dei locali pubblici. Non posso immaginare che l’attività di ristorazione venga meno o che quella del turismo si mantenga nel lungo periodo ai livelli di oggi. Quello che veramente ci lascerà questa esperienza drammatica, se vogliamo vedere un lato positivo, è quanto si possa lavorare, quanta efficienza si possa garantire attraverso la digitalizzazione delle procedure e delle attività. Siamo in un frangente nel quale abbiamo dovuto tutti impegnarci a cercare di svolgere in modo digitale tutto quello che prima era svolto in modo fisico. È chiaro che nella produzione di formaggio la parte fisica è irrinunciabile, ma in tutte le modalità di gestione molto si può fare dal punto di vista digitale a beneficio dell’efficienza. Quindi sicuramente questa crisi ci lascia una spinta molto forte a digitalizzare la nostra attività. Per quanto riguarda i rapporti delle persone e i modelli di consumo probabilmente il ritorno alla normalità sarà un ritorno molto lento e influenzato soprattutto dai presidi sanitari e dagli effettivi tassi di rischio che il contagio fra le persone porta con sé. Più che la nostra capacità a tornare ai livelli di prima, mi preoccupo di quanto tempo ci vorrà. Per quanto riguarda in particolare il settore lattiero caseario, qual è lo scenario che si prospetta per i prossimi mesi? Per il 2020, l’equilibrio fra domanda e offerta del settore lattiero caseario, probabilmente, è un equilibrio che vedrà un eccesso di offerta, considerate le difficoltà che i canali di vendita avranno. Quindi non tanto a livello italiano, quanto a livello comunitario auspico che siano attivati gli strumenti per compensare questo squilibrio. CONFCOOPERATIVE LOMBARDIA | MILKCOOP MAGAZINE | 1-2020 MAGGIO

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Le imprese cooperative attivano il serviz Da Cremona a Mantova, in questo periodo di emergenza, molte cooperative lattiero casearie, con uno spaccio o una bottega si sono messe in moto per attivare un servizio di consegna a domicilio. E se alcune sono state costrette a chiudere in ottemperanza delle normative, altre hanno potuto tenere alzata la serranda, diventando così, soprattutto nei comuni più piccoli, un presidio del territorio e un aiuto fondamentale per chi vive nei dintorni. Latteria Soresina, storica cooperativa in provincia di Cremona, ha deciso di strutturarsi in via eccezionale per poter sostenere le famiglie del suo 40

comune di nascita, quello di Soresina, in provincia di Cremona e garantire loro l’approvvigionamento quotidiano della spesa. Così la storica bottega di Via dei Mille in quel Comune si è reinventata e si è messa al servizio della comunità fornendo un servizio straordinario di spesa a domicilio, con l’iniziativa “Tu resta a casa, alla spesa ci pensiamo noi!”, il tutto in collaborazione con il Comune. Restando in territorio cremonese, la bottega di Fattorie Cremona – Plac a Persico Dosimo è rimasta pienamente operativa, attivando tutte le misure previste e ha predisposto nuove pro-

poste commerciali, dei pacchetti famiglia, per semplificare e rendere più rapida la spesa. Latteria San Pietro, cooperativa in provincia di Mantova, nella prima fase dell’emergenza ha chiuso lo spaccio aziendale, ma la domanda della clientela non si è mai fermata. Così, pur lasciando chiuso lo spaccio, ha deciso di tentare la strada della consegna a domicilio, inizialmente con ordini evasi via whatsapp, poi puntando sulla digitalizzazione del listino, con l’elenco dei prodotti, sempre aggiornato. Il cliente può inoltrare l’ordine con un form molto semplice, senza dover pa-

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Il sostegno delle imprese In prima fila nel dare un contributo per l’emergenza il Consorzio Grana Padano, che ha destinato un milione di euro al sostegno della lotta contro il Coronavirus, per l’acquisto di strumentazione sanitaria, come respiratori, tamponi, mascherine: 500mila euro devoluti alla Lombardia, 250mila al Veneto, 150mila a Piacenza, 50mila al Trentino e 50mila al Piemonte. Sono state toccate così tutte le aree della zona di produzione della DOP. Anche il Consorzio del Parmigiano Reggiano si è mosso nella stessa direzione: ha stanziato un milione di euro destinato a interventi di urgenza nelle strutture ospedaliere dell’area di produzione (Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Mantova). Ha inoltre previsto la fornitura di formaggio per i pasti degli ospedali, in particolare per il personale medico e per gli infermieri. Tante altre società, multinazionali o medie imprese, si sono mosse per dare un sostegno economico alla ricerca, ai reparti sanitari, attivando anche iniziative ad hoc. Per quanto riguarda il comparto food, in campo, fra le altre, Ferrero, che ha donato 10 milioni di euro al commissariato nazionale per l’emergenza, Barilla ha stanziato 2 milioni di euro, per il reparto di terapia intensiva dell’ospedale Maggiore di Parma, McDonald’s Italia e Fondazione per L’Infanzia Ronald McDonald hanno donato 1 milione di euro per far fronte all’emergenza COVID-19 nella Regione Lombardia. Dal biscottificio valtellinese Galbusera donati 300mila euro agli ospedali della Valtellina, dell’Alto Lario e al Sacco di Milano. La famiglia Rana ha donato 400mila euro agli ospedali veneti. Ma sono stati in tanti anche negli altri settori a scendere in campo per dare una mano a fronteggiare l’emergenza, con fondi o attrezzature, dagli gli istituti di credito (fra gli altri, Generali e Intesa SanPaolo) al comparto moda (Armani, Gucci, Prada, Valentino, per citarne alcuni).

zio di consegne a domicilio gare in anticipo. Sempre nel mantovano, lo spaccio di Latteria Sociale Mantovana è rimasto chiuso temporaneamente per buona parte del mese di marzo, il 6 aprile ha riaperto i battenti, prendendo tutte le precauzioni del caso, fra cui l’ingresso in negozio per un massimo di 4 persone per volta, per consentire il mantenimento della distanza di sicurezza. La bottega della cooperativa Torre Pallavicina, nel Comune omonimo, in provincia di Bergamo è rimasta aperta. Così come gli spacci aziendali di Santangiolina Latte, uno a San Colomba-

no al Lambro, in provincia di Milano, l’altro a Cereta di Volta Mantovana in provincia di Mantova, per continuare ad offrire un servizio alla cittadinanza del territorio che ha l’esigenza di fare la spesa nelle vicinanze della propria abitazione. Con lo stesso spirito, per venire incontro ai collaboratori, ai soci e alle loro famiglie, ha lanciato SOS SPESA (Spesa Organizzata Santangiolina) un servizio di consegna dei prodotti degli spacci a domicilio e presso le diverse sedi operative. Spostandosi nel bresciano, uno dei territori più colpiti dal Coronavirus, la cooperativa Alpe del Garda, con sede

a Tremosine, per tutelare la salute di dipendenti e clienti, continuando a garantire il servizio, dal 19 marzo ha scelto di adottare nuove modalità operative, fra cui ricevere gli ordini solo su prenotazione telefonica, dando la possibilità ai clienti di ritirare la spesa al negozio, ma vietando l’accesso ai locali della cooperativa. Ha dato anche la possibilità di usufruire di un servizio a domicilio, su richiesta.

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Smart Working, una scelta obbligata ma con tanto potenziale Non solo misure sanitarie di contenimento e donazioni. In questo contesto di emergenza, con il lockdown e le regole connesse, le imprese hanno dovuto attivare anche strumenti nuovi, un nuovo modo di gestione del lavoro, in cui la digitalizzazione ha rivestito un ruolo fondamentale. Aumenta sempre di più da parte delle imprese - anche per quelle del settore agroalimentare - l’importanza che riveste la digitalizzazione. E, proprio in questo periodo di emergenza, in cui è aumentata la necessità di distanziamento e si sono allentate le relazioni umane si sono fatte importanti riflessioni sull’uso della tecnologia, anche in una situazione post-covid. Gli impatti del digitale sulle imprese e in generale sul business si possono avere sotto diversi punti di vista: a livello di organizzazione del lavoro, efficienza dei processi, tracciabilità e comunicazione, ecc. In questi giorni, il tema sicuramente più parlato, riguarda lo smartworking. Ma cosa si intende esattamente con il termine smart working? La traduzione in italiano è lavoro intelligente, l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano fornisce una definizione più articolata: “È una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”. Sono in tante le aziende che hanno attivato o potenziato questa metodologia di lavoro, che offre sicuramente tanti 42

vantaggi, ma non bisogna trascurare neanche le criticità o problematiche gestionali. In realtà, quello che si sta facendo oggi non è il “vero” Smart Working, ma piuttosto una sperimentazione estrema e forzata di “lavoro da remoto”. Anche perché l’applicazione di un vero Smart Working, richiederebbe una trasformazione del modello manageriale e della cultura dell’organizzazione, una innovazione profonda del modo stesso di concepire il lavoro e la propria relazione con l’organizzazione. L’emergenza Covid-19, tuttavia, ha rappresentato un preziosissimo test di robustezza e resilienza organizzativa. Il cambiamento radicale che sta dietro al tema dello smartworking “passa da un management orientato al presenzialismo e al controllo, ad uno orientato alla fiducia, alla collaborazione, alla flessibilità e alla delega” - come sostiene Mariano Corso, Professore di Leadership e Innovation, Responsabile Scientifico degli Osservatori Smart Working e Cloud Transformation del Politcnico di Milano. Tutto ciò presuppone quindi che, per far sì che funzioni, ci sia un ripensamento di tutto quello che sono le policy organizzative di flessibilità di orario e di luogo di lavoro, l’uso e accesso a tecnologie digitali, comportamenti e stili di lavoro. In Italia è una pratica diffusa soprattuto nelle grandi organizzazioni: nel 2019 il 58% ha introdotto un progetto strutturato. Nelle PMI la diffusione delle iniziative di Smart Working è in crescita ed è pari al 12%. “Pur al netto di questa inevitabile

QUANTE AZIENDE SONO PRONTE ALLO SMARTWORKING? Unioncamere ha effettuato una ricerca da cui emerge che meno di 4 aziende su 10 sono dotate di sistemi cloud, tecnologia fondamentale per garantire una più agevole transizione delle attività svolte all’interno degli uffici in modalità ‘smart’. La strada perché si possa parlare davvero di smart working e non di telelavoro si sta tracciando in questo periodo di emergenza. E potrebbe proseguire pure nel post emergenza, anche considerato i benefici che potrebbero trarne le aziende, in termini di risparmi e minore impatto ambientale, soprattutto. Intanto, anche per la Fase 2, nel nuovo decreto pubblicato a fine aprile il governo raccomanda “il massimo utilizzo di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza”. Lo smart working rimane quindi ancora centrale, almeno per i prossimi mesi.

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“forzatura”, organizzazioni e persone stanno facendo in poche settimane un percorso di apprendimento e crescita di consapevolezza che, in condizioni “normali”, avrebbe richiesto anni! Molte persone stanno imparando ad utilizzare strumenti di collaborazione innovativi, a relazionarsi e coordinarsi efficacemente in team dispersi, a mantenere relazioni informali positive attraverso una molteplicità di strumenti digitali.” conclude Corso.

% imprese % imprese con strucon sistemi menti di Cloud Cybersecurity

REGIONI

Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia-Romagna Friuli Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino-Alto Adige Umbria Valle di Aosta Veneto

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18% 16% 17% 17% 39% 29% 21% 33% 34% 36% 24% 34% 20% 21% 13% 30% 50% 36% 26% 33%

LO SMART WORKING È UNA FILOSOFIA MANAGERIALE FONDATA SULLA RESTITUZIONE AL LAVORATORE DI AUTONOMIA E FLESSIBILITÀ NELLO SCEGLIERE IL LUOGO, L’ORARIO DI LAVORO E GLI STRUMENTI DA UTILIZZARE, A FRONTE DI UNA MAGGIORE RESPONSABILIZZAZIONE SUI RISULTATI. TROPPO SPESSO LO SMART WORKING VIENE CONFUSO CON IL CONCETTO DI TELELAVORO O VIENE RICONDOTTO A POLITICHE DI WELFARE E CONCILIAZIONE

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FOCUS STATI UNITI “Abbiamo bisogno di iniziare a scaricare il latte", ha dichiarato un referente di Dairy Farmers of America (DFA), la più grande cooperativa lattiero-casearia statunitense. Gli allevatori di latte negli Stati Uniti, in queste ultime settimane, si sono trovati a dover buttare migliaia di litri di latte a causa delle numerose interruzioni nella catena di approvvigionamento. “Le chiusure di massa di ristoranti e scuole hanno costretto un improvviso passaggio dal mercato dei servizi di ristorazione a negozi di alimentari al dettaglio, creando incubi logistici e di confezionamento per le industrie di trasformazione di latte, burro e formaggio”, ha riferito P.J. Huffstutter di Reuters. 44

Nonostante la forte domanda di alimenti di base, come i prodotti lattiero-caseari, in questo periodo emergenziale della pandemia di Coronavirus, negli Stati Uniti, la filiera del latte ha visto una serie di blocchi che hanno impedito agli allevatori di immettere i loro prodotti sul mercato. I sistemi di logistica stanno facendo di tutto per incrementare i loro servizi, acquisendo un numero maggiore di mezzi e chiamando nuovi conducenti per riuscire a trasportare i prodotti lattiero-caseari. Ma non è semplice. Allo stesso tempo, il settore risente anche delle problematiche sulle dinamiche dell’import-export su scala globale. Il settore lattiero-caseario, nel panorama delle industrie alimentari, è tra quelli colpiti più duramente e subito,

Le chiusure di massa di ristoranti e scuole hanno

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costretto un improvviso passaggio dal mercato dei servizi di ristorazione a negozi di alimentari al dettaglio


Usa, un piano da 19 miliardi di dollari per gli agricoltori Il segretario all'Agricoltura degli Stati Uniti Sonny Perdue ha annunciato oggi il Programma di assistenza alimentare del Coronavirus (CFAP). Questo nuovo programma del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) intraprenderà diverse azioni per aiutare agricoltori, allevatori e consumatori in risposta all'emergenza nazionale COVID-19. Il presidente Trump ha ordinato all'USDA di predisporre questo programma di aiuti immediati da 19 miliardi di dollari per fornire un supporto critico ai nostri agricoltori e allevatori, mantenere l'integrità della nostra catena di approvvigionamento alimentare e garantire che ogni americano continui a ricevere e avere accesso al cibo di cui ha bisogno. "Durante questo periodo di crisi nazionale, il presidente Trump e l'USDA stanno in piedi con i nostri agricoltori, allevatori e tutti i cittadini per assicurarsi che si prendano cura di loro", ha detto il segretario Perdue. "La catena di approvvigionamento alimentare americana ha dovuto adattarsi, e rimane sicura, protetta e forte, e sappiamo tutti che inizia con gli agricoltori e gli allevatori d'America. Questo programma non solo fornirà un aiuto immediato ai nostri agricoltori e allevatori, ma consentirà anche l'acquisto e la distribuzione della nostra abbondanza agricola per aiutare i nostri compa-

L'USDA affronta il dumping del latte, autorizza altre flessibilità per aiutare i produttori in mezzo alla pandemia di coronavirus

rispetto ad altri comparti, trattando prodotti altamente deperibili. Ci sono difficoltà di carattere logistico, ma una volta arrivati al retail, la domanda da parte dei consumatori è molto forte. I prodotti lattiero-caseari nei negozi di alimentari sono infatti stati molto richiesti poiché i consumatori restando a casa durante la pandemia, hanno aumentato il tempo dedicato alla cucina. Tuttavia, si ritiene che gli acquisti “di panico” potrebbero rallentare nel corso delle prossime settimane. Le conseguenze sugli allevatori sono molto pesanti: sono numerosi quelli che in queste settimane si trovano costretti a buttare grandi quantità di latte per impossibilità di trasportarlo verso

i mercati. Si assiste quindi ad un paradosso, da una parte ci sono scaffali dei negozi di alimentari quasi vuoti, e dall’altra parte ci sono gli allevatori che versano via il latte. Gli acquisti al dettaglio di latte, nelle prime settimane dell’emergenza (mese di marzo) sono aumentati di oltre il 50%, le vendite di burro sono aumentate di oltre il 120% e il formaggio è aumentato di oltre l’80%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati Nielsen. Ovviamente questa impennata della domanda, ha portato anche ad incrementi dei prezzi medi del latte al dettaglio (aumentato di oltre il 10%), sempre secondo i dati Nielsen. Un’altra sfida legata all’improvviso

spostamento della domanda dai ristoranti ai negozi di alimentari riguarda i sistemi di imballaggio, che anch’essi devono cambiare. “Circa la metà del budget alimentare dei consumatori statunitensi è generalmente speso in ristoranti, ora questo canale è chiuso e vanno trovate alternative” - ha dichiarato Matt Gould, direttore della pubblicazione commerciale Dairy & Food Market Analyst. Tuttavia la strada non è facile. Ci vorrebbero milioni di dollari, ad esempio, per installare nuove attrezzature per modificare una linea di produzione da impianto di produzione di fette di formaggi per fast-food alla produzione di formaggio in spicchi per il retail. Analogamente non è semplice passare dalle confezioni da 5 Kg di formaggio

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grattugiato destinati ai servizi alimentare ai sacchetti dai 200 grammi da vendere nei negozi al dettaglio. L’improvviso spostamento della domanda significa che le aziende lattiero-casearie in tutto il paese hanno un eccesso di latte. Tra i 10 e i 14 milioni di litri di latte americano potrebbero essere scaricati ogni giorno a causa della crisi, secondo quanto stimato dai Dairy Farmers of America, una delle principali cooperative lattiero-casearie. Anche perchÊ gli agricoltori non possono smettere di mungere le loro vacche. 46

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Il governo USA lancia un piano da 16 miliardi di dollari Il segretario all'Agricoltura degli Stati Uniti, Sonny Perdue, ha annunciato il lancio del CFAP (Coronavirus Food Assistance Program). Questo nuovo programma del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) prevede diverse azioni per supportare gli agricoltori, allevatori e consumatori in risposta all'emergenza COVID-19. Un impegno di spesa di 19 miliardi di dollari servirà a garantire l’integrità delle catene di approvvigionamento delle filiere agroalimentari e garantire alla popolazione accesso al cibo. "Questo programma non solo fornirà un aiuto immediato ai nostri agricoltori e allevatori, ma consentirà anche l'acquisto e la distribuzione di alimenti ai più bisognosi” - ha detto il segretario Perdue. Il CFAP si basa principalmente su due linee di intervento: • Sostegno diretto agli agricoltori e agli allevatori: il programma fornirà un sostegno diretto di 16 miliardi di dollari erogati sulla base delle perdite effettive per i produttori agricoli colpiti per riduzione di prezzi o blocchi delle catene di approvvigionamento: E supporterà gli agricoltori anche con ulteriori misure e copertura di costi di marketing.

• Acquisto e distribuzione dell’USDA: l’USDA acquisterà da distributori regionali e locali, che sono stati particolarmente impattati dalla chiusura di ristoranti,

hotel e altri servizi, fino a 3 miliardi di prodotti freschi, latticini e carne. Misure a sostegno degli allevatori di latte sono state messe in campo anche dalla Risk Management Agency (RMA) dell’USDA con l’obiettivo di evitare che gli agricoltori non siano eccessivamente penalizzati per le perdite derivanti dalla mancata distribuzione del latte. Inoltre, RMA sta prolungando anche le scadenze delle ispezioni, riducendone il numero e autorizzando più transazioni assicurative anche via telefono e elettronicamente. Azioni dirette al settore latte: • Consentire al latte buttato di essere ugualmente conteggiato come “latte commercializzato” nel calcolo della Dairy Revenue Production (DRP) e del Livestock Gross Margin for Dairy (LGMDairy);

• Consentire transazioni telefoni-

che ed elettroniche per le stipule dell’anno 2021;

• Estendere la scadenza per alcune ispezione in campo.

“Dairy Revenue Protection è uno strumento di gestione del rischio vitale per i nostri produttori di latte, specialmente in periodi come questi, e l’USDA vuole garantire che i produttori continuino a ottenere la copertura acquistata” - ha dichiarato l’ad di RMA Martin Barbre.

QUESTO PROGRAMMA NON SOLO FORNIRÀ UN AIUTO IMMEDIATO AI NOSTRI AGRICOLTORI E ALLEVATORI, MA CONSENTIRÀ ANCHE L’ACQUISTO E LA DISTRIBUZIONE DI ALIMENTI AI PIÙ BISOGNOSI

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I MERCATI DEI PRODOTTI AGRICOLI dalle dinamiche attuali alle prospettive di domanda e offerta dei prossimi mesi

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Il mercato delle principali commodity agricole Il Covid-19 ha avuto un impatto drastico su tutti gli aspetti della vita delle persone nei paesi di tutto il mondo.

Mentre i paesi di tutto il mondo affrontano l’emergenza sanitaria della pandemia di COVID-19, gli effetti economici della sospensione di quasi tutte le attività hanno subito un impatto sui mercati, incluso quello delle materie prime e probabilmente continueranno a influenzarli per i mesi a venire. La pandemia ha infatti influenzato sia la domanda che l’offerta di merci, come evidenziato dall’ultimo rapporto della Banca mondiale. Gli effetti sono di tipo diretto,

derivanti dai blocchi per mitigare la diffusione del virus e dagli stop a numerose catene di approvvigionamento; ma anche indiretti, legati ad un generale rallentamento della crescita, portando ad una situazione che si prevede sia la recessione globale più profonda degli ultimi decenni. Ovviamente la valutazione del reale impatto dipenderà dalla gravità del fenomeno, dalla durata e dalle reazioni a livello locale e globale.

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CALO DOMANDA DI PETROLIO NEGLI ANNI Fonte: BP Statistical Review, IEA e World Bank

Sulle principali commodity, alcuni effetti sono già stati drammatici: i prezzi del petrolio sono crollati da gennaio, raggiungendo un minimo storico ad aprile con alcuni benchmark scam-

-0,2% -0,2% -0,7% -0,8% -1,0% 1 -1,4%

biati a livelli negativi. Le diminuzioni riflettono un forte calo della domanda e sono state esacerbate dall’incertezza sui livelli di produzione tra i principali

-2,7% -3,1%

produttori di petrolio. Si prevede che

-4,1%

i prezzi del petrolio raggiungeranno in

-9,3% -0,1

-0,08 1993

1983

-0,06 2008

1975

-0,04 2009

1974

1982

-0,02 1981

1980

0 2020

media i 35 dollari al barile nel 2020, un calo del 43% rispetto alla media del 2019 di 61 dollari al barile.

PREVISIONE CRESCITA PIL Fonte IHS Markit Secondo un’analisi svolta dal FMI, l’ampiezza dell’attuale crisi potrebbe addirittura superare gli effetti di quella del 2008-09: l’economia mondiale potrebbe avere una contrazione del 3% nel 2020 (base annua). Per il 2020 e 2021 si stima che le perdite cumulate a livello mondiale potrebbero ammontare a 9 trilioni di USD (valore che equivale a circa la metà del PIL europeo).

EVOLUZIONE PREZZI PRODOTTI AGRICOLI ultima rilevazione, 17 aprile 2020, fonte Bloomberg, World Bank

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I prezzi delle principali commodity agricole, sono in un qualche modo meno legati alla crescita economica e hanno subito solo lievi cali nei primi mesi dell’anno. La diffusione della pandemia COVID-19 ha determinato però una serie di conseguenze indirette sul mercato dei prodotti agroalimentari: domanda più debole, forte riduzione dei costi di input (energia e fertilizzanti), restrizioni commerciali, perturbazioni nelle catene di approvvigionamento (sia sul lato input che su quello output), un dollaro USA molto più forte e acquisti di panico. I prezzi dei prodotti agricoli a livello globale dovrebbero rimanere sostanzialmente stabili nel 2020 poiché i livelli di produzione e le scorte della maggior parte degli alimenti di base sono ai massimi livelli. Alcune condizioni meteorologiche avverse hanno contribuito ad un aumento dei prezzi del riso, ma la maggior parte degli altri prezzi delle materie prime agricole sono diminuiti. Dal lato dell’offerta, si prevede un aumento della produzione della maggior parte dei cereali e oilseeds.

In Italia L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19 non ha impattato particolarmente sulle quotazioni della granella dei principali cereali quotati in Italia. A partire dalla metà del mese di febbraio, infatti, i prezzi sono rimasti sostanzialmente invariati. Solo nella terza settimana del mese di marzo si sono registrati lievi rialzi del prezzo del frumento tenero (+1% sulla settimana precedente, portandosi a 204,50 euro/t) e del mais (+1,7% sulla settimana precedente e si attesta

a 178,50 euro/t). Anche le prime stime dell’IGC per la campagna di commercializzazione 2020/21 del frumento non evidenziano elementi di criticità che possano impattare significativamente. Infatti, i raccolti mondiali di frumento vengono proiettati al rialzo (+0,7% rispetto la campagna precedente per raccolti pari a 768 milioni di tonnellate) e dovrebbero mantenersi su livelli superiori ai consumi (+0,9% per 760 milioni di tonnellate) consentendo un aumento

delle scorte (+2,9% a 283 milioni di tonnellate). In Italia le “Intenzioni di semina” diffuse dall’Istat prospettano un incremento dell’1,1% degli investimenti a frumento tenero, rispetto ai 531 mila ettari del 2019 e dello 0,5% del frumento duro rispetto a poco più di 1,2 milioni di ettari dello scorso anno. Riguardo il mais, le indicazioni dell’Istat sono di una ulteriore flessione delle superfici del 3% nel 2020 rispetto a 629 mila ettari dello scorso anno.

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In Europa In Europa, le superfici coltivate nel periodo invernale sono diminuite per triticale (-8%) e grano (-3%). L’orzo e il grano duro sono complessivamente stabili, sebbene inferiori alla media degli ultimi 5 anni. La fase di sviluppo delle colture è stata ritardata da condizioni eccessivamente umide in alcune regioni. Le prime stime per le semine primaverili ed estive sono favorevoli, in particolare per il grano primaverile (+ 17% rispetto allo scorso anno). Non sono poi previsti problemi rilevanti in termini di disponibilità di input (dovuti alla crisi di Covid-19) Senza gravi perturbazioni meteorologiche durante la stagione, la produzione di cereali nell’UE dovrebbe raggiungere i 287,8 milioni di tonnellate nel 2020/2021. È un valore inferiore del 2,2% rispetto allo scorso anno, ma comunque superiore del 2,2% rispet-

to alla media a 5 anni. Si prevede che la produzione di grano, sia in inverno che in primavera, scenderà leggermente a 126,1 milioni di tonnellate; anche la produzione di orzo e mais dovrebbe diminuire leggermente e raggiungere rispettivamente 54,3 milioni di tonnellate e 69,3 milioni di tonnellate. Dovrebbero invece crescere avena (+ 6%), segale (+ 5%) e grano duro (+ 2%). Nonostante una produzione inferiore di soia nella stagione 2019/2020, la domanda globale è aumentata, con conseguente riduzione delle scorte. Ci si attende un buon raccolto in Sud America e Stati Uniti per il 2020/2021, in grado di far fronte alle richieste del mercato. Sul lato dei prezzi, per i semi di soia, i valori rimangono abbastanza bassi, principalmente in vista delle buone prospettive di raccolto nei prin-

Nonostante

una produzione inferiore

di soia nel-

la stagione 2019/2020,

la domanda

globale è au-

mentata, con conseguente

riduzione delle

scorte. Ci si at-

tende un buon raccolto in

Sud America e

Stati Uniti per il 2020/2021,

in grado di

far fronte alle richieste del mercato

SITUAZIONE DEL MERACATO EUROPEO DELLE MATERIE PRIME AGRICOLE Fonte Commissione europea

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cipali paesi esportatori. In generale, il forte calo del prezzo del petrolio, ha spinto verso il basso i prezzi degli oli vegetali. I prezzi dei semi di colza sono diminuiti nel primo trimestre del 2020, con valori ancora inferiori a quelli di un anno fa.

CONDIZIONI DI COLTIVAZIONE DELLA SOIA Primavera 2020

Nel 2019/2020 in Europa si registra una produzione di colza abbastanza bassa (ha toccato il minimo degli ultimi 12 anni, a 14,9 milioni di tonnellate, per una riduzione delle superfici coltivate). Questo è stato parzialmente controbilanciato dalle importazioni ancora elevate di semi di soia (14,2 milioni di tonnellate) e record di importazioni per la colza (6 milioni di tonnellate). Per la stagione 2020/21, la produzione di semi oleosi dovrebbe crescere leggermente, dopo il minimo della scorsa stagione, con valori di 10,5 milioni di ettari (+1,4%). Le stime di coltivazione per la soia e il girasole sono in media con quelle degli ultimi 5 anni. CONFCOOPERATIVE LOMBARDIA | MILKCOOP MAGAZINE | 1-2020 MAGGIO

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Guardando al settore lattiero-caseario, si osserva che l’emergenza ha portato ad un graduale rallentamento degli scambi commerciali, con effetti sui livelli di offerta e di conseguenza contrazioni dei prezzi. In particolare, sul mercato tedesco, si sono registrati cali dei prezzi dell’ordine del 6% per il latte scremato in polvere, del 3% per il burro e del 4% per il latte intero in polvere. Sul mercato nazionale, con l’insorgere e la diffusione del Coronavirus, soprattutto nelle aree di maggior produzione che risultano essere anche quelle più colpite dall’emergenza sanitaria (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna), i prezzi dei formaggi grana hanno evidenziato una brusca frenata. Tra la settimana 17-23 febbraio e quella 27 aprile - 3 maggio, il Parmigiano Reggiano DOP 12 mesi e il Grana Padano DOP quotati alla BM di Milano hanno registrato un calo di oltre 40 cent/kg. 54

Più stabilità è stata mantenuta dalle produzioni a più lunga stagionatura. Inevitabili le ripercussioni sui prezzi alla stalla, che si faranno sentire per le consegne effettuate nel mese di marzo e aprile, considerando che già a febbraio, con 38,52 euro/100 litri (media nazionale, senza premi, Iva esclusa), si era registrato il 5% in meno rispetto allo scorso anno. Situazione particolarmente critica anche per i formaggi freschi e per il latte fresco, la cui breve shelf life si scontra con le difficoltà logistiche e distributive e con l’assenza di domanda di bar, pasticcerie, gelaterie, ecc. Il calo delle vendite da parte dei caseifici, e in alcuni casi il blocco della lavorazione per assenza di manodopera, ha influenzato il ritiro del latte presso gli allevamenti conferenti, determinando anche il crollo delle quotazioni del mercato spot la cui disponibilità risulta in forte crescita.

SITUAZIONE PARTICOLARMENTE CRITICA ANCHE PER I FORMAGGI FRESCHI E PER IL LATTE FRESCO, LA CUI BREVE SHELF LIFE SI SCONTRA CON LE DIFFICOLTÀ LOGISTICHE E DISTRIBUTIVE

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Il settore agroalimentare europeo ha resistito bene, in questo periodo, mantenendo solide e funzionanti le catene di approvvigionamento. Tuttavia, ci si attende una profonda recessione dell’economia con conseguenze inevitabili anche sulla domanda di consumo, con particolare riferimento ai prodotti ad alto valore aggiunto, a quelli di origine animale - come i lattiero-caseari e a settori fortemente orientati all'esportazione, come quello del vino. SITUAZIONE DEL MERCATO EUROPEO DI LATTE E DERIVATI Fonte Commissione europea

Quali previsioni in Europa nel 2020? Se si osservano le dinamiche del mercato lattiero-caseario, questo periodo di emergenza, coincide con quello del picco primaverile di produzione in Europa. Questa situazione non fa altro che aggravare il livello dei prezzi e potrebbe portare alla produzione di prodotti “più immagazzinabili” (polveri di latte) rispetto a quelli freschi o che richiedono più manodopera. Inoltre si rileva anche che la chiusura di servizi di ristorazione e mercati all’aperto potrebbe influire negativamente sulle dinamiche di mercato di alcuni prodotti ad alto valore aggiunto (formaggi DOP). D’altra parte, altre tipologie di prodotti lattiero-caseari potrebbero beneficiare di un aumento delle vendite al dettaglio. In questa situazione e con condizioni meteo stabili, ci si attende che la pro-

duzione europea di latte cresca dello 0,4% nel 2020. Ci si attende anche che un calo della domanda dei servizi di ristorazione, possa portare ad una maggiore produzione di SMP (più facile da conservare), con una crescita del 2,5% nel 2020. In termini di prodotti trasformati, ci dovrebbe essere una maggior produzione di burro (+1,2%), per una domanda interna dinamica. Così come dovrebbe crescere anche il consumo di latte UHT. Nel 2020, dovrebbe crescere anche il consumo interno di formaggi (+0,3%), per un aumento delle vendite del retail; in crescita anche l’export (+1,5%), trainato in gran parte dai mercati asiatici. Ciò potrebbe portare ad aumento della produzione di formaggi del +0,6%.

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Rabobank, le previsioni per il mercato mondiale PRINCIPALI PREVISIONI 2020 PER I BIG PLAYER NEL MONDO Fonte Rabobank USA La crescita di produzione di latte rimane stabile; lieve contrazione per le domanda nei prossimi mesi

UE

CINA

Le condizioni climatiche miti porteranno a livelli produttivi in crescita nei prossimi mesi

L’import cinese per i prodotti dairy nel 2020 si prevede che sarà in calo del 19%

PREVISIONE CRESCITA PIL Fonte IHS Markit

AUSTRALIA Da dicembre 2019 sono ripartite le esportazioni da parte dell’Australia

SUD AMERICA La produzione di latte in Sud America dovrebbe crescere, con impatti negativi sui prezzi, e ridotte prospettive di crescita nel 2020

NUOVA ZELANDA Si prevede un calo della produzione di latte dell’1%, a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli

PRODUZIONE DI LATTE NEL MONDO Fonte Rabobank, 2015-2021* previsioni - variazione base annua (miliardi di litri di LME)

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Il commercio estero dei prodotti lattiero-caseari

La diffusione del Coronavirus rappresenta un evento significativo che impatterà sicuramente le previsioni e dinamiche di mercato del 2020. Anche se la Cina sta gradualmente uscendo dalla crisi sanitaria, la significativa riduzione delle importazioni registrata nel I trimestre ha inevitabilmente impatti sulla bilancia commerciale globale. I volumi di importazione cinesi dei prodotti lattiero-caseari si stima che subiranno un calo del 19% nel 2020. Da ricordare che siamo però ancora su livelli lontani da quelli del 2014-15, quando il calo della domanda cinese era su livelli del -35% di LME (liquid milk equivalent). Tuttavia, secondo alcune previsioni di Rabobank Research, nonostante tutto, nel secondo trimestre del 2020 ci potrebbe essere una lieve crescita del valore complessivo dell’export (+1%).

EVOLUZIONE PREZZI PRODOTTI CASEARI NEL MONDO Fonte USDA, previsioni Rabobank 2019 Prodotti

2020

2021

Q1

Q2

Q3

Q4

Q1

Q2

Q3

Q4

Q1

Q2

4.300

4.077

3.669

3.635

3.575

3.450

3.450

3.525

3.550

3.525

Burro Europa (EUR/mt) USA (USD/mt)

4.977

5.091

5.136

4.576

4.095

4.245

4.555

4.725

4.465

4.595

Oceania (USD/mt)

4.482

5.354

4.227

4.075

4.150

4.000

3.900

4.000

4.100

4.100

Formaggi Europa (EUR/mt)

3.126

3.112

3.112

3.178

3.290

3.175

3.150

3.175

3.200

3.200

USA (USD/mt)

3.174

3.700

4.083

4.551

3.880

3.765

3.910

3.860

3.845

3.860

Oceania (USD/mt)

3.688

4.154

3.896

3,796

4.250

4.000

3.900

4.000

4.000

3.900

Siero in polvere Europa (EUR/mt)

822

781

683

735

810

800

850

870

870

870

USA (USD/mt)

990

834

808

717

775

780

800

825

840

875

SMP Europa (EUR/mt)

1.867

1.994

2.101

2.430

2.560

2.400

2.450

2.475

2.500

2.525

USA (USD/mt)

2.124

2.221

2.296

2.547

2.670

2.400

2.480

2.550

2.645

2.750

Oceania (USD/mt)

2.518

2.502

2.527

2.902

2.900

2.750

2.750

2.900

3.000

3.000

WMP Europa (EUR/mt)

2.825

2.926

2.879

3.016

3.010

2.925

2.900

2.850

2.850

2.850

USA (USD/mt)

2.982

3.206

3.157

3.240

3.050

2.800

2.800

3.000

3.100

3.150

Sud America (USD/mt)

2.882

3.000

3.180

3.100

3.050

2.800

2.800

2.900

3.000

3.050

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L’EVOLUZIONE DEI CONSUMI boom dell’online, consegne a domicilio e un carrello della spesa diverso

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Con il passare delle settimane e il perdurare dell’emergenza, l’online ha preso sempre più piede, con un incremento costante (+158% nella prima settimana di aprile – Report Nielsen). Secondo l’analisi di Similarweb, Coop, Esselunga, Carrefour hanno avuto un incremento di visite sui rispettivi siti internet di oltre il 200% nel mese di marzo rispetto a gennaio

Cambiamento: è questa la parola che ha contraddistinto i consumi nei primi due mesi di emergenza Coronavirus. Assieme al lockdown e alle misure connesse sono scattate le lunghe code fuori dai supermercati, dovute in larga parte agli ingressi contingentati, per permettere di mantenere anche all’interno la distanza di sicurezza. I consumi nella Grande distribuzione sono aumentati, ma pian piano gli italiani hanno iniziato a optare anche per altre modalità, come l’online (che ha registrato un balzo in avanti a tre cifre rispetto al passato) e le consegne a domicilio. Nel carrello della spesa, digitale o fisica, sono inoltre comparsi prodotti diversi rispetto alla fase pre-Covid, segno della nuova quotidianità, che ha visto un incremento dei pasti in casa, ma anche una maggiore attenzione all’igiene. Più casalinghi, più cuochi fai da te, ma anche più digitali. Ecco quali sono i principali cambiamenti che si sono registrati, in Italia e all’estero. I canali In questi due mesi le vendite nella Grande distribuzione sono costantemente aumentate, anche se con percentuali diverse a seconda del periodo. Nella prima metà di marzo, secondo i diversi Report settimanali Nielsen, il trend di crescita è stato a doppia cifra, per frenare a inizio aprile (fra lunedì 30 marzo e domenica 5 aprile + 2,2% a parità di negozi nello stesso periodo del 2019). Nella settimana di Pasqua la percentuale è tornata a impennarsi (+11,1%). A livello di affluenza ai negozi, le dinamiche giornaliere registrate hanno via via confermato la perdita di importanza del weekend, riconducibile in parte all’orario ridotto e/o alla chiusura domenicale di alcuni supermercati. Il

giorno più gettonato per la spesa è diventato il venerdì, una nuova tendenza iniziata con la quarantena, e non più il sabato, come accadeva nella fase pre-Covid. Con il passare delle settimane e il perdurare dell’emergenza, l’online ha preso sempre più piede, con un incremento costante (+158% nella prima settimana di aprile – Report Nielsen). Secondo l’analisi di Similarweb, Coop, Esselunga, Carrefour hanno avuto un incremento di visite sui rispettivi siti internet di oltre il 200% nel mese di marzo rispetto a gennaio. Questo ha comportato un aumento dei tempi di attesa per la consegna, dilatati rispetto alla fase pre-emergenza. Contestualmente sempre più negozi di quartiere si sono riorganizzati attivando il servizio di consegna a casa. E i Comuni si sono attrezzati di conseguenza, fornendo sui siti istituzionali un elenco degli esercizi che forniscono questo tipo di servizio. Come a Milano, ad esempio. Ma lo stesso hanno fatto i Comuni di Cremona e Brescia. Molti di questi, per andare incontro al cliente, hanno semplificato anche il pagamento dando la possibilità di pagare con bancomat, carta di credito o con bonifico online e di fare l’ordine sfruttando whatsapp. Digitale è diventata la parola d’ordine, per i consumatori, impossibilitati a muoversi e, di conseguenza, anche per le aziende. Prodotti e prezzi Nel carrello della spesa sono comparsi prodotti diversi rispetto alla fase pre-Covid e diventati, nelle settimane di lockdown, gettonatissimi. Prima ci sono stati i cosiddetti “panic buying”, gli acquisti legati al panico per l’esplodere dell’emergenza (e alla

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paura di non avere scorte sufficienti in casa), poi quelli indifferibili. Dopo, con la chiusura di ristoranti e pub e l’attivazione dello smart working per molte realtà lavorative, si è amplificato quello che Nielsen ha identificato come effetto “resto a casa”. Quindi sono volate le vendite di farine, (+176,0%, fatturato triplicato rispetto al 2019, nella settimana fra il 30 marzo e il 5 aprile), ingredienti per pasticceria (+149,3%), burro (+69,5%), mascarpone (+155,6%), lievito di birra (+217,4%). Visto che non si può uscire che i ristoranti sono off limits, cuciniamo a casa, è stata la scelta di molti. Inevitabilmente, hanno trovato sempre più spazio anche prodotti legati al cosiddetto effetto “prevenzione e salute”, quindi guanti (+124,5%), sapone per le mani solido e liquido (+41,2%), candeggina (+35,6%), alcol denaturato (+128,9%). Sul fronte prezzi, se a marzo alcuni prodotti hanno subito un lieve rialzo anche a causa delle criticità nella filiera, come la carenza di manodopera o le problematiche sul fronte trasporti, ad aprile la situazione si è attestata ai costi standard del periodo.

e giovedì 19 marzo, quindi prima

esercizi di vicinato anche da quelle

del lockdown, l’88% delle famiglie

parti hanno visto incrementare la do-

ha visitato un negozio di alimenta-

manda, così come i negozi più pic-

ri, facendo in media cinque viaggi,

coli delle principali catene hanno au-

incrementando fino a 42 milioni di

mentato la loro quota al 13,3%, con

acquisti in più rispetto al 2019 solo

un +30% rispetto allo stesso periodo

in quei quattro giorni. In Inghilterra,

del 2019. La quota dell’e-Commerce

con ristoranti e bar chiusi i 503 mi-

è arrivata al 13% del totale, con una

lioni di pasti fuori casa si sono tra-

battuta media pari a 81,88£, oltre 6

sformati in consumi casalinghi. E gli

in più rispetto a marzo 2019.

All’estero Anche all’estero il diffondersi del Coronavirus ha avuto un impatto sui consumi, come rilevato dalla società di statistica mondiale Kantar, che ha pubblicato gli esiti delle vendite della GDO in Inghilterra, riportate dal sito gdonews. Con cambiamenti molti simili a quelli riscontrati in Italia. Mentre le vendite settimanali erano in forte aumento all’inizio del mese, è stato dal lunedì 16 marzo che l’afflusso nei negozi è stato decisamente più alto nel Paese anglosassone. Tra lunedì

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PRIMA CI SONO STATI I COSIDDETTI “PANIC BUYING”, GLI ACQUISTI LEGATI AL PANICO PER L’ESPLODERE DELL’EMERGENZA (E ALLA PAURA DI NON AVERE SCORTE SUFFICIENTI IN CASA). DOPO, CON LA CHIUSURA DI RISTORANTI E PUB E L’ATTIVAZIONE DELLO SMART WORKING PER MOLTE REALTÀ LAVORATIVE, SI È AMPLIFICATO QUELLO CHE NIELSEN HA IDENTIFICATO COME EFFETTO “RESTO A CASA”. QUINDI SONO VOLATE LE VENDITE DI FARINE, (+176,0%, FATTURATO TRIPLICATO RISPETTO AL 2019, NELLA SETTIMANA FRA IL 30 MARZO E IL 5 APRILE), INGREDIENTI PER PASTICCERIA (+149,3%), BURRO (+69,5%), MASCARPONE (+155,6%), LIEVITO DI BIRRA (+217,4%).

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marchi nativi digitali e produttori di beni di consumo stanno raddoppiando il digitale per offrire un’esperienza senza interruzioni tra lo shopping journey virtuale e fisico”. Insomma, con ogni probabilità, la spesa attraverso i canali digitali continuerà a salire anche nei prossimi mesi. Emergenza COVID-19, Rapporto Ismea

Per quanto riguarda gli Usa, il New York Times ha studiato i dati forniti da Earnest Research (riportati dal Corriere della Sera), che ha tracciato le transazioni delle carte di debito e di credito di sei milioni di persone negli Stati Uniti d’America. Quello che emerge è che da quando è stato accertato il primo caso di Covid-19 negli Usa (21 gennaio 2020) al primo aprile, ci sono stati molti cambiamenti: gli acquisti alimentari sono cresciuti, anche se costituiscono un’eccezione nel panorama più ampio dello shopping. Tra gli alimentari e i generi di prima necessità più comprati online dagli americani ci sono, un po’ come in Italia, pasta, farina, carta igienica e saponi. Anche i junk food (snacks, patatine) e in genere i cibi confezionati e le classiche lattine (di legumi, sughi, zuppe), sono tornati in voga. Il futuro Cosa resterà di questi cambiamenti diffusi a livello globale? La risposta è unanime da tutti gli esperti del settore: il boom dell’online, che include anche i pagamenti, traccia una linea proiettata al futuro. La società di consulenza e 62

analisi Kantar ha elaborato un’analisi con la quale identifica i tratti del consumatore post Covid-19. Secondo Kantar, il cliente post Covid-19 pagherà quasi sempre con carte di credito e bancomat. Addio ai soldi in contanti. Rosie Hawkins, chief offer e innovative officer/insights di Kantar, ha spiegato a Warc che si sta verificando l’abbandono del denaro in cash. Molte persone stanno usando per la prima volta la banca online, per cui ci potrebbe essere una rinascita dell’e-commerce per molte aziende. Il report Q1 Shopping Index di Salesforce, basato sui dati raccolti sulla piattaforma Commerce Cloud, analizza i dati relativi all’attività di oltre un miliardo di consumatori in tutto il mondo,. Da un lato segnala il boom dei consumatori digitali, durante il periodo di emergenza Covid-19, aumentato del 40% su base annua, dall’altro, guardando al futuro, sostiene: “La crescente adozione del digitale continuerà anche quando i consumatori ritorneranno a una situazione più libera a cui ci eravamo abituati prima della pandemia. Questo è il motivo per cui così tanti rivenditori tradizionali,

Sebbene non in grado di bilanciare l’azzeramento del canale Horeca, la corsa all’accaparramento di prodotti alimentari da parte delle famiglie italiane ha segnatamente incrementato le vendite di lattiero caseari presso la Grande Distribuzione. In particolare, si registra una forte crescita delle vendite di latte UHT, con un +28% dei volumi registrato nel periodo 17 febbraio-15 marzo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che viene decisamente preferito al latte fresco proprio per le caratteristiche di maggiore conservabilità. Aumenti considerevoli anche per la mozzarella vaccina (+21% per il prodotto confezionato a codice EAN) – probabilmente per la sua molteplicità d’uso sia come prodotto tal quale sia come ingrediente in preparazioni casalinghe – e i formaggi duri confezionati (+23%), sia grattugiati che spicchi.

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ANDAMENTO VENDITE PRODOTTI LATTIERO-CASEARI DURANTE L’EMERGENZA Fonte Report Emergenza COVID-19, Ismea

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L’online premia i formaggi Amcor, azienda internazionale di packaging, ha condotto una ricerca sulle tendenze di acquisto online in Europa in questo periodo di emergenza sanitaria: i prodotti lattiero-caseari sono in vetta alla classifica

Formaggi, yogurt, dessert freddi, ma anche il latte: da una ricerca effettuata dalla società di packaging Amcor emerge che i prodotti lattiero caseari sono la categoria di alimenti freschi più gettonati per gli acquisti online. Il boom delle vendite online è ormai un dato di fatto. E l’e-commerce continuerà a crescere anche in futuro. Un report Nielsen prevede che il 70% dei consumatori di tutto il mondo farà la spesa online entro il 2024. Amcor nella sua ricerca ha esaminato 1000 generi alimentari in Francia, Regno Unito, Germania, Paesi Basi e Svezia, per capire quali sono i prodotti più acquistati tramite questo canale di vendita. Per quanto riguarda il settore lattiero caseario, il 65% degli acquirenti compra formaggi online, il 61% yogurt e dessert freddi. Anche frutta e verdura compaiono fra i prodotti più presenti nel carrello della spesa online, ma si posizionano dopo il latte. Gli inglesi in particolare optano per il cibo fresco, perché la maggior parte di loro (e in questo si discostano dagli altri europei) acquista tramite l’e-commerce la stessa quantità di prodotti freschi che acquisterebbe in un negozio fisico. Fra le motivazioni che spingono a questo tipo di acquisti vi sono la comodità e il risparmio di tempo. La maggior parte degli altri europei invece preferisce testare di persona 64

QUANDO ACQUISTI ONLINE, PRESTI ATTENZIONE ALLA SOSTENIBILITA’ DEL PACKAGING?

NO, NON INFLUENZA LA MIA SCELTA D’ACQUISTO NON SO, LE INFORMAZIONI SUL PACKAGINE NON SONO VISIBILI ONLINE

SÌ, IN UN QUALCHE MODO INFLUENZA LE MIE SCELTE D’ACQUISTO

SÌ, SE NON CAMBIA IL PREZZO

SÌ, E’ UN FATTORE CHIAVE NELLE MIE SCELTE D’ACQUISTO

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QUALI PRODOTTI FRESCHI ACQUISTI REGOLARMENTE NELLO SHOPPING ONLINE?

FORMAGGI

YOGURT E DESSERT

FRUTTA

VERDURA

la freschezza dei prodotti, quindi fra gli acquisti online, questi alimenti sono meno gettonati. Un nuovo trend riguarda i cosiddetti abbonamenti alimentari, acquisti periodici di uno o più prodotti: gli olandesi guidano la classifica e i loro acquisti riguardano in particolare le consegne di frutta e verdura (36%) e il caffè. Nel resto d’Europa il 26% degli intervistati afferma di aver effettuato questo tipo di abbonamento. Sul fronte packaging, il primo requisito richiesto dagli acquirenti online è la sostenibilità. La ricerca di Amcor evidenzia che

oltre un terzo dei consumatori online ritiene che la riciclabilità sia un elemento molto importante. Chris Fesen, direttore marketing food di Amcor, ha sottolineato: “gli acquisti di e-commerce per alimenti freschi sono in aumento e i produttori alimentari dovrebbero tenerne conto, per sfruttare questo mercato emergente. Le imprese dovrebbero optare per packaging che sia in grado di conservare la freschezza del prodotto in modo da rassicurare anche i consumatori ancora restii a questo tipo di acquisto”.

SE NON ACQUISTI PRODOTTI FRESCHI, QUAL E’ IL MOTIVO?

ACQUISTO PRODOTTI FRESCHI GIORNALMENTE PER EVITARE SPRECHI

FRANCIA

PREFERISCO VEDERE I PRODOTTI PRIMA DI ACQUISTARLI

UK

SVEZIA

I MIEI PRODOTTI PREFERITI NON SONO DISPONIBILI

OLANDA

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ALTRO

GERMANIA

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ROTAZIONI BIO, FIRMATO IL DECRETO

NEWS IN PILLOLE

POLIMI: L’AGRICOLTURA 4.0 CONTINUA A CRESCERE

Il mercato italiano dell'agricoltura 4.0 continua a crescere, raggiungendo nel 2019 un valore di 450 milioni di euro (+22% rispetto al 2018, il 5% del mercato globale). Trascinato dal boom della blockchain nella tracciabilità alimentare, che è raddoppiata in un anno e caratterizza il 43% delle soluzioni disponibili, seguita da QR Code (41%), mobile app (36%), data analytics (34%), e Internet of Things (30%). Sono 415 le soluzioni 4.0 disponibili per il settore agricolo in Italia, offerte da oltre 160 fra aziende tradizionali e startup. Il quadro emerge dalla ricerca dell'Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano presentati al convegno “Il digitale è servito. Dal campo allo scaffale, la filiera agroalimentare è sempre più smart”.

Per il cosiddetto Decreto Rotazioni è arrivata la firma del ministro all’Agricoltura, Teresa Bellanova, dopo il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni. Il provvedimento punta a fare chiarezza su uno degli aspetti centrali del metodo bio, quello degli avvicendamenti colturali. "Abbiamo accelerato l'emanazione del Decreto per dare le giuste certezze agli agricoltori che devono pianificare la propria attività - ha detto Bellanova - è stato un provvedimento a lungo discusso con le Regioni e le rappresentanze del settore”. Il provvedimento ai fini dell'avvicendamento di alcune colture seminative bio, reintroduce il sovescio (leguminose in purezza o miscuglio) ed è inserito il maggese (fino a un massimo di 6 mesi).

VALIO SI ALLARGA NEL MERCATO USA Valio, cooperativa lattiero casearia finlandese, si allarga sul mercato Usa, stringendo un accordo con il distributore americano Palmer Holland per la distribuzione di latte in polvere senza lattosio. 66

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FRIESLANDCAMPINA ACQUISTERÀ ENERGIA GREEN DAI SOCI Un altro passo in avanti verso la sostenibilità per FrieslandCampina, che ha deciso di acquistare energia green direttamente dai suoi soci, attraverso “Accordi di acquisto di energia elettrica” (PPA). Con questi accordi si crea un rapporto diretto fra cooperativa e azienda, senza necessità che vi siano altri soggetti coinvolti (come invece accade con le cosiddette GoOs “Garanzie di origine). Il valore aggiunto che si crea rimane quindi all’interno della stessa cooperativa e il produttore viene immediatamente premiato dall’azienda casearia di cui è socio, con un pagamento in linea con i prezzi di mercato. L'iniziativa è già partita con 50 soci allevatori. L'idea ora è di ampliare il numero di aziende con cui stabilire questo tipo di rapporto.

SUD AMERICA, PER LA SICCITÀ RACCOLTI A RISCHIO

Una forte siccità in sud America, soprattutto nelle aree agricole di Brasile e Argentina sta mettendo a rischio i raccolti, in particolare quelli di mais e soia. A peggiorare la situazione il caldo torrido che ha accompagnato l’assenza di pioggia. Secondo i Centri nazionali statunitensi per le informazioni ambientali, il Sud America ha vissuto il suo secondo periodo più caldo da dicembre a febbraio degli ultimi 110 anni. Fra le zone più colpite dalla siccità, vi sono quelle brasiliane del Mato Grosso do Sul, di San Paolo e Paraná, nonché nel nord dell'Argentina. "La siccità e le alte temperature in queste regioni hanno stressato le colture di mais e soia, portando già a una riduzione dei raccolti", ha sottolineato Jason Nicholls, meteorologo di AccuWeather.

IL GREEN DEAL RESTA UN PUNTO CHIAVE DELLA POLITICA UE La lotta contro il Coronavirus in questo momento è la priorità, ma “il Green Deal rimane un punto chiave della politica della Commissione von der Leyen e l'UE dovrebbe puntare a una ripresa post-COVID-19 che sia verde e sostenibile”, ha sottolineato il Commissario europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, Janusz Wojciechowski a EURACTIV.com in un’intervista. Il lavoro della Commissione sul Green Deal non si ferma. E se è stata rimandata la presentazione della Strategia

Farm To Fork, (a fine maggio), l’Ue sta mettendo in campo altre azioni: primo fra tutti, punta a un obiettivo più ambizioso da raggiungere entro il 2030, quello di ridurre le emissioni dei gas a effetto serra del 50% (e non più del 40% come inizialmente previsto) rispetto ai livelli del 1990. Inoltre ha aperto i bandi LIFE 2020 (per cui sono stati stanziati 450 milioni di euro), che finanzia progetti nell'ambito di azioni per l'ambiente e il clima.

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