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Roberta Benaglia la signora del private equity colpisce ancora con Style Da piccola voleva fare la ballerina. Invece, grazie al private equity aiuta le aziende promettenti della moda ad affermarsi. Con pragmatismo e una sensibilità tutta femminile
Dopo la maturità scientifica si laurea in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano Nel 1998 entra nel Listing Department di Borsa Italiana
di Elisabetta Fabbri
Nel 2001 diventa investment manager in Onetone Consulting
The CEO of the asset management company DGPA launches a new investment fund - Style Capital - to support solid Italian brands with high growth potential. A challenging endeavour that she runs with pragmatism, intuition and feminine sensitivity.
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ià da diversi anni si è conquistata il titolo di "Signora del private equity". E dire che da piccola Roberta Benaglia, come quasi tutte le bambine, voleva diventare una ballerina, perché «rappresentava la sintesi perfetta fra eleganza, femminilità e passione». Gli studi - una laurea con lode in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano, con tesi sul private equity - l'hanno porta a intraprendere tutt'altro percorso. Alla sua prima esperienza di lavoro, nel 1998 in Borsa Italiana, si è occupata di quotazioni. L'incontro con il private equity arriva nel 2001, quando inizia a lavorare per Onetone Consulting, società di advisory del fondo di venture capital Onetone. Nel 2003 il passaggio in DGPA&Co, nell'area advisory del fondo Absolute Ventures Sca, con il ruolo di investment manager. Oggi è ceo di DGPA Sgr Spa, società di gestione del fondo DGPA Capital, che ha in portafoglio quote di aziende come Golden Goose, Damiani e Kickoff (Sundek) e che in passato ha investito in brand come Twin-Set Simona Barbieri e Luciano Padovan. C'è da scommettere che la moda giocherà un ruolo di primo piano anche in un nuovo progetto, Style Capital: un fondo chiuso, riservato a investitori
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16_11_2015
Nasce a Rho nel 1973 da padre commercialista e madre casalinga
Nel 2003 entra in DGPA&Co. Da diversi anni è ceo di DGPA Sgr
Roberta Benaglia qualificati, che punta a investire in Pmi italiane con fondamentali solidi e un alto potenziale di crescita. Ma qual è il rapporto di Roberta Benaglia con la moda? «Sono una consumatrice attenta ed esigente - risponde - che riconosce il valore di un prodotto. Ma sono anche eclettica: a volte compro cose che non hanno il corretto value for money, semplicemente perché mi piacciono». «Professionalmente - prosegue - la moda mi ha permesso di abbinare una passione tutta femminile a un lavoro tipicamente maschile, nella finanza e nel private equity. E se è vero che bisogna scegliere una professione che piace, per dare il massimo, io sono riuscita a fare ben due attività che mi appassionano. Sono stata sempre attratta dall'idea di aiutare gli imprenditori a sviluppare le proprie aziende, mettendo a disposizione liquidità e know-how: poterlo fare per le fashion company per me è ancora più appagante». Benaglia è stata una specie
di outsider nel suo campo. «Qualche anno fa - racconta - prevaleva il luogo comune che il private equity non si addicesse alle aziende della moda, perché quando il valore si trova in asset intangibili è difficile quantificarlo e valutarne le potenzialità. Ho ritenuto di potere fare la differenza, unendo alla profonda razionalità e pragmaticità del mio lavoro una componente di intuizione e sensibilità personali». Ma il boss di DGPA investirebbe mai in un marchio senza essere convinta sul prodotto? «Il prodotto - precisa - non deve piacere a me, ma deve avere le giuste caratteristiche per essere apprezzato dal mercato. Di regola investo in brand "che capisco", di cui comprendo la "value proposition"». Le aziende target di Style Capital sono realtà con una forte identità e autenticità di prodotto «che hanno un presidio della filiera produttiva in grado di garantire al consumature value for money». «L'ingresso del private equity - spiega - ne supporta l'espansione commerciale, lo sviluppo retail e la crescita della brand awareness, facendo leva su marketing e comunicazione». «Non servono - conclude - enormi budget da investire, ma budget ragionevoli, impiegati nella ma● niera corretta.