Teme - Luglio/Agosto 2015

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7/8.15 TEME - TECNICA E METODOLOGIA ECONOMALE

BIMESTRALE DI TECNICA ED ECONOMIA SANITARIA ISSN 1723-9338

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Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - 70% - Roma - Trib. Viterbo n.393 del 13/04/93 Anno 53 - N° 7/8 Luglio/Agosto 2015 In caso di mancato recapito inviare al CMP Romanina per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

LACERENZA DELEGA APPALTI ALLA PROVA DELLA CAMERA

ROCCHI DIRETTIVA 24/2014 E SUA POSSIBILE APPLICAZIONE PER L’ACQUISIZIONE DI FARMACI IN AMBITO OSPEDALIERO

PISELLI, SUPERTI LA DISCIPLINA DEGLI “ESPOSTI ANONIMI” ALLA LUCE DELL’ INTERVENTO CHIARIFICATORE DEL PRESIDENTE DELL’ANAC

BATTISTON LA GESTIONE DELLE GARE IN FORMA AGGREGATA: DELEGA DI FUNZIONI E CENTRALI DI COMMITTENZA


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Tecnica e metodologia economale Bimestrale di tecnica ed economia sanitaria fondato nel 1962 per l’aggiornamento professionale degli economi e provveditori della Sanità. ISSN 1723-9338 Spedizione in abbonamento postale - 70% - Roma Trib. Viterbo n. 393 del 13/04/93 Anno 53 - Luglio/Agosto 2015 Organo ufficiale della FARE Federazione delle Associazioni Regionali Economi e Provveditori della Sanità www.fareonline.it Direttore responsabile Marco Boni e.mail: direttore@teme.it Capo redattore Enza Colagrosso Via Orvieto, 24 - 00182 Roma Tel. 393.5564782 - e.mail: redazione@teme.it Redazione Salvatore Coronato - Massimo Masetti Salvatore Torrisi - Corrada Valle e.mail: redazione@teme.it Corrispondenti Triveneto - Marco Molinari Azienda ULSS n. 20 - Via Murari Bra, 35 - 37136 Verona Tel. 045.8075764 - Fax 045.8075739 mmolinari@ulss20.verona.it Italia Centrale - Orfeo Mazza Az. USL2 Urbino - Via S. Chiara, 24 - 61029 Urbino (PU) Tel. 0722.301832 - Fax 0722.301835 Puglia - Filippo Jacobellis Via della Repubblica, 3 - 70010 Adelfia (BA) Tel. 080.4596070 Sicilia - Salvatore Messina AO Umberto 1° Contrada Ferrante - 94100 Enna Tel. 0935.516705 - tucciomessina@virgilio.it Amministrazione, pubblicità e Abbonamenti ASSOAEL Edizioni TEME - Piazza del Duomo, 6 01033 Civita Castellana (VT) Tel. e Fax 0761.513737 assoael.teme@virgilio.it Abbonamento ordinario annuale Euro 100,00 c/c Postale 10130011 intestato a ASSOAEL Edizioni TEME Partita IVA: 01416490561 Editore - ASSOAEL Via A. Pistola, 21 - 01033 Civita Castellana (VT) Iscrizione R.O.C. n. 7852 Impaginazione e Stampa Edizioni Grafiche Manfredi s.n.c. Via G. Mazzoni, 39/A - 00166 Roma - Tel. 06.6243159 e-mail: edizionimanfredi@gmail.com Le opinioni espresse negli articoli firmati vincolano soltanto gli autori. La posizione ufficiale della FARE sui vari temi ed argomenti trattati nella rivista è unicamente quella contenuta nei documenti degli organi deliberanti. In caso di riproduzione è necessaria la preventiva autorizzazione scritta del Direttore di Teme. L’editore garantisce la riservatezza dei dati forniti dai destinatari della rivista TEME nel rispetto dell’art. 13 del D.Lgs. n.196/2003. Gli interessati (destinatari o autori) hanno la possibilità di far valere i propri diritti, senza alcuna spesa, secondo quanto previsto dall’art.7 del sopra citato D.Lgs. scrivendo a: Assoael Edizioni Teme, Via A. Pistola 21 - 01033 Civita Castellana (VT).

Autorizzazione del Tribunale di Viterbo n. 393 del 13/04/93 Diritti Riservati

ASSOCIATO ALL’U.S.P.I. UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Chiuso in tipografia il 24 luglio 2015

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editoriale

Intesa sui tagli: una nuova spending review Sandra Zuzzi

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normazione

Delega appalti alla prova della Camera Angelo Lucio Lacerenza

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normazione

Le consultazioni preliminari di mercato in fase di pre-gara: una delle novità della Direttiva 2014/24/UE in tema di appalti pubblici Michele Leonardi

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farmaci

Direttiva 24/2014 e sua possibile applicazione per l’acquisizione di farmaci in ambito ospedaliero Massimiliano Rocchi

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esposti anonimi

La disciplina degli “esposti anonimi” alla luce dell’intervento chiarificatore del presidente dell’ANAC Pierluigi Piselli, Alessandra Superti

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normazione

La gestione delle gare in forma aggregata: delega di funzioni e centrali di committenza. Breve confronto Samantha Battiston

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MePa

Progettazione documentale per il MePa (Mercato elettronico della Pubblica amministrazione) Paolo Filippi

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gestione

Il benessere organizzativo nei suoi effetti di salute Maria Cristina Carraro, Stefano Cifiello, Claudio Mazzoni

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accordo quadro

Gli Accordi Quadro: obbligo generale di utilizzo degli strumenti telematici messi a disposizione da Consip SpA Silvia Dari, Alessandro Ruggeri

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le aziende informano

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gli esperti rispondono

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juris aula

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elenco fornitori

Il mondo di Accord Healthcare


pubblicitĂ


editoriale

Intesa sui tagli: una nuova spending review Pubblicato su “Il Sole24oreSanità” Il 21/07/2015

Il 2 luglio scorso la Conferenza Stato-Regioni ha siglato l’Intesa che attua quanto previsto dalla legge di Stabilità 2015, prevedendo un taglio alla sanità da 2,35 miliardi, e che è stata recepita dagli emendamenti presentati ieri dal governo al Dl Enti locali. Non tutte le Regioni dal punto di vista politico hanno condiviso la strategia alla base del testo approvato, anche se, nella sostanza, l’Intesa alla fine è stata sottoscritta. Come prevedibile il nuovo accordo porta con sé una nuova spending review relativa ai contratti per la fornitura di beni e servizi in sanità, nuovi tagli alla farmaceutica e nuove disposizioni nell’ambito dell’acquisto dei dispositivi medici, tra cui la novità dell’introduzione del pay back, sinora riservato all’ambito farmaceutico. Il testo dispone che gli enti del Ssn sono tenuti a proporre ai fornitori una rinegoziazione dei contratti che abbia l’effetto di ridurre i prezzi unitari di fornitura e/o i volumi di acquisto, al fine di garantire un abbattimento su base annua del 5% del valore complessivo dei contratti in essere. In caso di mancato accordo gli enti del Ssn hanno il diritto di recedere dal contratto senza alcun onere, e possono assicurare la disponibilità dei beni e servizi necessari accedendo a convenzioni quadro anche di altre regioni, o tramite affidamento diretto in ampliamento di contratti stipulati dagli enti del SSR anche di altre Regioni, previo consenso del nuovo esecutore. Il testo proposto della Conferenza, ad una prima lettura, non pare tenere conto delle difficoltà tecniche che si sono manifestate nell’attuazione delle precedenti spending review, e che hanno spesso vanificato gli sforzi delle amministrazioni tese ad applicare il dettato normativo. Se si prende in considerazione l’ambito dei contratti di fornitura di beni, nella precedente spending review si è assistito ad un generale diniego, da parte dei fornitori, alla concessione di una riduzione di prezzi del 5%, e a una generale difficoltà delle amministrazioni a ridurre i volumi, posto che la riduzione, in molti campi, significa una indiretta riduzione di attività. Inoltre, difficoltà non trascurabile, l’accesso a contratti stipulati da altri Enti del Ssr o alle convenzioni-quadro risulta rallentato dalla mancanza di informazioni, posto che spesso nemmeno i soggetti aggregatori rendono facilmente accessibili i dati relativi ai contratti stipulati. L’unica strada percorribile risulta quindi, spesso, l’indizione di nuove gare, il cui risultato risulta fruibile dopo mesi, posta la complessità delle procedure di gara. Analoga difficoltà si rileva nel campo dei contratti di servizi, dove si è agito, per le difficoltà di cui sopra, quasi esclusivamente sulla qualità delle prestazioni, e dove a nostro avviso il ricorso a nuove gare è imprescindibile. Per contro il costo del lavoro amministrativo correlato all’applicazione della spending review è stato rilevante, soprattutto se rapportato ai risultati spesso deludenti ottenuti. Quali quindi le proposte? Sicuramente l’unica strada realmente produttiva è la revisione dei capitolati posti a base di gara, con standardizzazione delle prestazioni ove possibile sia in riferimento all’acquisizione di beni che di servizi, e l’adozione di procedure di gara più snelle, in grado di fornire risultati in tempi accettabili.

Sandra Zuzzi Presidente FARE

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normazione

Delega appalti alla prova della Camera Avv. Angelo Lucio Lacerenza Studio Lacerenza Roma

Approvato in Senato, in un testo largamente emendato rispetto a quello presentato dal Governo, il disegno di legge-delega che fissa i principi che l’Esecutivo dovrà seguire nella predisposizione del nuovo Codice degli appalti. Ora la parola spetta alla Camera, dove si spera che possano essere confermate alcune innovazioni accolte in Senato e modificate delle criticità del testo. Sotto un profilo generale, la delega ha raccolto la richiesta proveniente da tutti gli operatori del settore (imprese, amministrazioni, operatori del diritto) di una semplificazione del quadro normativo vigente. Il Codice, infatti, sarà adottato entro sei mesi dall’approvazione della delega a seguito di una drastica riduzione delle disposizioni vigenti; avendo peraltro cura di dare adeguata considerazione alla disciplina degli appalti di servizi e forniture, superando pertanto l’approccio “lavoristico” di quello attuale. L’auspicio è che al nuovo Codice segua tempestivamente uno snello Regolamento che definisca i profili attuativi dello stesso, con analoga drasticità di impostazione e senza attendere lungo tempo (penso ai quasi 4 anni per l’ado-

L’auspicio è che al nuovo Codice segua tempestivamente uno snello Regolamento che definisca i profili attuativi dello stesso, con analoga drasticità di impostazione e senza attendere lungo tempo (penso ai quasi 4 anni per l’adozione di quello attuale) 4

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zione di quello attuale). Sul tema dei requisiti di partecipazione la delega ha impresso un forte richiamo all’apertura alla concorrenza, anche attraverso principi innovativi. Penso alla previsione secondo la quale il valore delle gare e dei lotti debbano garantire l’effettiva possibilità di partecipazione da parte delle micro, piccole e medie imprese, nonché introducendo misure premiali per gli appaltatori ed i concessionari che coinvolgano i predetti soggetti nelle procedure di gara. Fortemente innovativa è la previsione degli appalti a “km zero” per promuovere l’accesso alle gare delle piccole imprese in considerazione della prossimità delle stesse rispetto alle stazioni appaltanti (secondo i principi di territorialità e di filiera corta) o per quelle che impiegano manodopera locale. Da salutare con favore è anche la stretta sull’avvalimento per evitare il prestito artificioso ed il mercato dei requisiti; con la nota negativa, che contrasterebbe con lo spirito della Direttiva e che si spera possa essere emendata alla Camera, secondo la quale l’avvalimento non possa riguardare il possesso della qualificazione e dell’esperienza tecnica e professionale necessari per partecipare alle gare. Dalla delega emerge una forte spinta alla digitalizzazione degli appalti, come giusto che sia un un’epoca di dematerializzazione. Nella direzione di facilitare i processi legati agli appalti, viene infatti evidenziata la necessità di realizzare l’interoperabilità tra le banche dati tenute dagli organismi interessati, nonchè di semplificare l’attuale sistema AVCPASS, la cui piattaforma ha talvolta rallentato il lavoro delle stazioni appaltanti e delle imprese. Sul terreno della trasparenza e del recupero della legalità la delega ha


normazione

previsto un generale principio di non derogabilità delle procedure ad evidenza pubblica, tranne per i casi eccezionali di protezione civile per i quali devono comunque essere previsti adeguati meccanismi di controllo e di pubblicità successiva. Tema, peraltro, rafforzato dalla previsione di un albo dei commissari di gara tenuto dall’ANAC e di uno dei direttori dei lavori e dei collaudatori tenuto dal Ministero delle Infrastrutture, ai quali le amministrazioni devono obbligatoriamente attingere. Il profilo qualitativo delle offerte trova un sostanziale riscontro nella previsione del criterio dell’offerta economicamente piu’ vantaggiosa quale regola generale per l’aggiudicazione degli appalti, mentre per i servizi sociali e di ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica esso rappresenta addirittura il criterio esclusivo; relegando il prezzo piu’ basso a criterio residuale. Nella stessa linea si muove il rafforzamento della funzione di controllo, e non solo documentale, da parte delle stazioni appaltanti nella fase di esecuzione dei contratti al fine di assicurare il rispetto degli impegni assunti dagli appaltatori. Oltre alla citata limitazione dell’avvalimento, meriterebbero un’attenta considerazioni alcuni principi introdotti dalla delega. In primo luogo l’obbligo per i concorrenti di indicare già in sede di gara una terna di nominativi di subappaltatori: si tratta di una previsione che, dal punto di vista degli operatori economici, ne limita fortemente l’iniziativa rispetto a scelte che è possibile ponderare solo in fase di esecuzione in base alle esigenze concrete riscontrate in corso d’opera; non secondaria la circostanza che tale obbligo rischia di contrastare con la Direttiva 2014/24 laddove all’art. 71 comma 5 di fatto deroga, sia pure con

formulazione equivoca, al comma 2 dello stesso articolo, prevedendo che l’indicazione dei subappaltatori debba avvenire dopo l’aggiudicazione o al più tardi all’inizio della esecuzione del contratto. Altra vischiosità è quella relativa al sistema di garanzia globale di esecuzione - istituto tipico dei grandi lavori pubblici - abrogato dal comma 8 della delega, ma surrettiziamente reintrodotto dalla lettera hh laddove vengono previsti i sistemi di garanzia per l’esecuzione degli appalti, senza però considerare gli effetti paralizzanti di una simile norma sulle procedure di gara attesa ad oggi l’indisponibilità del sistema bancario ed assicurativo operante in Italia ad assumere detto rischio. Alla luce della complessità della materia e delle criticità presenti nel provvedimento non è da escludersi che la discussione alla Camera possa comportare nuove modifiche al testo (auspicabili in taluni casi, come sopra visto); con la conseguenza che la delega debba tornare al Senato per l’approvazione definitiva. Approvazione che, date le vacanze prossime, potrebbe slittare a settembre.

Obbligo per i concorrenti di indicare già in sede di gara una terna di nominativi di subappaltatori, una previsione che, limita fortemente l’iniziativa rispetto a scelte che è possibile ponderare solo in fase di esecuzione TEME 7.8

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normazione

Le consultazioni preliminari di mercato in fase di pre-gara: una delle novità della Direttiva 2014/24/UE in tema di appalti pubblici Dott. Michele Leonardi Responsabile Processo di Gara Markas Srl

1. Claudio Rangone, Analogie e differenze tra nuova e vecchia disciplina europea degli appalti pubblici nei settori classici, www.osservatorioappalti.unitn.it

A distanza di dieci anni dall’emanazione della Direttiva 2004/18/CE, il legislatore comunitario ha sentito la necessità di approntare una nuova disciplina in materia di appalti pubblici, con la Direttiva 2014/24/UE. Gli obiettivi principali che hanno spinto le istituzioni europee a questo intervento normativo erano, e sono, quelli di perseguire una maggior razionalizzazione della spesa pubblica, da indirizzare verso criteri di qualità ed efficienza, concepita anche sotto l’angolatura della flessibilità, dell’innovazione e dello scambio di informazioni1. La Direttiva 2004/18/CE era stata recepita in Italia nel c.d. Codice dei Contratti Pubblici (D. Lgs. 163/2006), seguito quattro anni dopo dal relativo Regolamento attuativo (d.P.R. 207/2010). Il legislatore italiano, così come quello degli altri Paesi membri dell’Unione Europea, sarà chiamato a recepire la normativa entro il 18

Nella Direttiva 2014/24/ UE, il dialogo tecnico è stato declinato nell’art. 40, rubricato “Consultazioni preliminari di mercato”, e risulta meglio identificato tanto nel suo sviluppo quanto in relazione ai soggetti che possono entrare in contatto con la stazione appaltante 6

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aprile 2016. Il Senato della Repubblica ha approvato alla fine del mese di giugno il disegno di legge della Legge Delega per il recepimento delle Direttive europee ed ora il testo dovrà essere vagliato ed approvato dalla Camera dei Deputati. Le due normative comunitarie susseguitesi nel tempo prevedono tuttavia due diversi istituti volti a disciplinare le modalità con cui le Amministrazioni aggiudicatrici possono interagire con gli operatori economici nelle fasi precedenti la vera e propria gara d’appalto. Parliamo, rispettivamente, dell’istituto del “dialogo tecnico” contenuto nella Direttiva 2004/18/ CE e delle “Consultazioni preliminari di mercato” previste dalla Direttiva 2014/24/UE. Quanto al dialogo tecnico, è il Considerando n.8 della Direttiva del 2004 che consente all’Amministrazione di interagire in fase di preparazione di gara, senza creare posizioni di vantaggio, con i soggetti interessati, chiedendo ed avvalendosi dei contributi di questi ultimi. L’utilità di siffatta norma è evidente soprattutto in relazione a particolari appalti di servizi e forniture, nella fattispecie quelli caratterizzati da una forte componente tecnologica e sperimentale, che richiedono un decisivo apporto in termini di knowhow e conoscenze tecniche. Il Responsabile Unico del Procedimento (RUP) può dunque avvalersi di esperienze già esistenti, sempreché ciò avvenga mediante idonei accorgimenti, tali da impedire la violazione dell’imparzialità o la costituzione di


normazione

autentiche posizioni di vantaggio nei confronti del soggetto a cui si è chiesto il contributo tecnico. Quindi, ad esempio, se l’apporto tecnico venisse posto a base d’asta o declinato in clausole limitative della partecipazione generale nel disciplinare di gara, la norma non sarebbe applicabile. Il limite insito in questa norma è che essa è contenuta proprio in un Considerando della Direttiva e pertanto, non trattandosi di normativa cogente, non è mai stata recepita nel nostro ordinamento. Non è stata quindi mai declinata in norma nel Codice dei Contratti Pubblici del 2006, sia in quanto mancava una norma specifica che lo imponesse, sia in quanto non poneva paletti precisi, prestandosi peraltro ad applicazioni arbitrarie e non offrendo le necessarie garanzie di imparzialità, per quanto alcune Amministrazioni siano comunque ricorse a questo istituto ottenendo risultati positivi. Si può tuttavia affermare che, in germoglio, la norma contenesse già gli elementi della consultazione preliminare di mercato. Nella Direttiva 2014/24/UE, una delle c.d. tre “Direttive Appalti”, il dialogo tecnico è stato infatti declinato in una specifica norma, precisamente nell’art. 40, rubricato “Consultazioni preliminari di mercato”, in cui tale istituto risulta sicuramente meglio identificato, tanto nel suo sviluppo quanto in relazione ai soggetti che possono entrare in contatto con la stazione appaltante. La novità assoluta della previsione di una norma ad hoc all’interno della Direttiva indu-

ce a pensare che, per il legislatore nazionale, non sarà possibile questa volta ignorare l’esistenza di questa particolare tipologia di procedura nella fase di preparazione della gara. La Direttiva prevede quindi una nuova forma di dialogo tecnico, delineato come potenziale consultazione preliminare di tipo tecnico che precede l’avvio della procedura. Alla luce dell’art. 40 della Direttiva 2014/24/UE, quindi, prima dell’avvio di una procedura di appalto le Amministrazioni aggiudicatrici possono svolgere consultazioni di mercato, con la finalità di preparare l’appalto e informare gli operatori economici degli appalti programmati e dei requisiti relativi a questi ultimi. A tal fine, le amministrazioni aggiudicatrici possono, “ad esempio, sollecitare o accettare consulenze da parte di esperti o autorità indipendenti o di partecipanti al mercato”. Come si può evincere dalla norma, il margine

Alla luce dell’art. 40 della Direttiva 2014/24/UE prima dell’avvio di una procedura di appalto le Amministrazioni aggiudicatrici possono svolgere consultazioni di mercato, con la finalità di preparare l’appalto e informare gli operatori economici degli appalti programmati e dei requisiti relativi a questi ultimi TEME 7/8.15

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normazione

di manovra per le Amministrazioni è piuttosto ampio, trovando un limite nella necessità che le consulenze utilizzate nella pianificazione e nello svolgimento della procedura di appalto “non abbiano l’effetto di falsare la concorrenza e non comportino una violazione dei principi di non discriminazione e di trasparenza”. Le finalità della norma sono molteplici: in questa fase propedeutica di ausilio al RUP, l’amministrazione può sollecitare un contributo, presidiato, da parte degli operatori economici, nonché programmare più nel dettaglio l’appalto, dando al contempo informazione ai soggetti potenzialmente interessati. La preparazione si arricchisce quindi con l’acquisizione di esperienze, consulenze e contributi tecnici, per determinare anche la fattibilità dell’appalto. La consultazione dovrà essere preceduta da un avviso pubblico – quanto meno in via telematica – al fine di tutelare anche il principio di trasparenza richiamato dallo stesso art. 40 e che ne chiarisca lo scopo. L’avviso pubblico dovrà immediatamente rendere noto che si tratta semplicemente di una prefase che potrebbe tornare utile allo stesso soggetto che presta la propria conoscenza tecnica per la redazione dell’appalto ed in ogni caso i contributi potranno essere utilizzati “sem-

Nell’articolo 41 viene stabilito il principio per cui il coinvolgimento di un operatore economico in fase di preparazione della gara non comporti la sua automatica esclusione dalla successiva procedura di affidamento a patto che vengano garantite idonee misure di parità di informazioni tra i concorrenti 8

TEME 7.8

plicemente” (ed unicamente) “nella pianificazione e nello svolgimento della procedura di appalto”. L’aspetto importante è che tale contributo dovrà considerarsi gratuito. Da un punto di vista pratico, i vantaggi sono notevoli, sia per la stazione appaltante, sia per gli operatori economici: da un lato, la stazione appaltante può elevare la qualità della procedura di gara da attivare, sotto il profilo tecnico ed economico; dall’altro, gli operatori economici possono conoscere con anticipo la programmazione delle gare di appalto e contribuire alla loro predisposizione tecnica ed economica; più in generale, inoltre, si potrebbe ottenere una certa deflazione del contenzioso (anche “informale” in fase di elaborazione della gara), grazie al coinvolgimento come parte attiva degli operatori economici nelle primissime fasi della procedura. Nell’articolo 41, parallelamente, viene stabilito il principio per cui il coinvolgimento di un operatore economico in fase di preparazione della gara non comporti la sua automatica esclusione dalla successiva procedura di affidamento, a patto che la stazione appaltante garantisca idonee misure per stabilire la parità di informazioni tra i concorrenti. L’introduzione di tale particolare istituto all’interno del nostro ordinamento avrebbe peraltro il vantaggio di delineare in modo più netto i contorni della fattispecie di reato prevista dall’art. 353-bis del Codice Penale (in vigore dal 2010), la quale mira a punire le condotte volte a turbare il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto dei bandi di gara per la scelta dei contraenti dei contratti pubblici. Le consultazioni preliminari sarebbero quindi un modo per “alleggerire” il peso gravante sulle Amministrazioni Pubbliche in fase di predisposizione delle procedure di gara.


farmaci

Direttiva 24/2014 e sua possibile applicazione per l’acquisizione di farmaci in ambito ospedaliero Il sistema di approvvigionamenti operato dal SSN, materia che ricade nell’ambito disciplinato dal Codice degli Appalti, si è caratterizzato, nel corso dell’ultimo decennio, per evidente dinamismo e adattamento alle linee di indirizzo della politica economico-sanitaria, largamente dominante e nello stesso tempo fortemente concentrata su misure di razionalizzazione e controllo della spesa, con particolare riferimento a quella per farmaci. Si è assistito, in primis, allo sviluppo di forme, varie, di concentrazione della domanda. Ancora fino alla fine degli anni novanta, ogni Ospedale godeva di assoluta autonomia nella gestione dei processi di acquisto e poteva, quindi, essere considerato singolo contraente. Questa situazione si è andata via via modificando con la nascita delle prime Aree Vaste e delle prime aggregazioni tra AA.OO., fino ad arrivare alla pubblicazione di procedure di acquisto a respiro e copertura regionali. Dal lato della domanda, questa evoluzione ha determinato, in maniera del tutto evidente, un vantaggio in termini di capacità negoziale che si è tradotta nella costante e continua riduzione dei prezzi di acquisto. Innegabilmente, e in accordo con quanto previsto dal Codice degli Appalti, a favorire la concentrazione della domanda è stata anche la sempre crescente disponibilità alla informatizzazione delle procedure, essenzialmente per il tramite delle diverse piattaforme informatiche operanti in ambito farmaceutico. Tali sistemi, oltre a garantire una più agevole gestione delle procedure, hanno anche permesso, definendo un altro elemento di evidente discontinuità rispetto al recente passato, una più ampia e capillare diffusione dei prezzi di aggiudicazione dei farmaci, così da consentire,

ad esempio, ad una Stazione Appaltante di definire i suoi propri valori di riferimento in base ai prezzi di un’altra gara, precedentemente aggiudicata. Gli stessi prezzi di riferimento periodicamente resi pubblici oggi dall’ANAC (ieri dall’AVCP), e impiegati spesso dalle Stazioni Appaltanti per richiedere l’adeguamento dei prezzi di fornitura, è frutto del continuo processo di informatizzazione delle procedure di gara. Quali ulteriore elemento di novità non possono non essere citati i prezzi a base d’asta, laddove in passato non erano indicati valori-soglia il cui mancato rispetto poteva determinare la inaccettabilità della offerta. A fronte di tale dinamismo, ciò che invece continua a contraddistinguere le procedure di gara per la assegnazione della fornitura di beni, quali i farmaci, è il criterio di aggiudicazione al prezzo più basso. Anche in questo caso, le linee di politica economico-sanitaria hanno indotto, e inducono, le varie Stazioni Appaltanti a impiegare il prezzo quale unico criterio per la individuazione della migliore offerta, nella convinzione che questo sia la condizione necessaria e sufficiente a generare il massimo del risparmio per la Stazione Appaltante stessa. Dalla fine degli anni novanta, da quando cioè sono arrivati a scadenza i brevetti di medicinali con un significativo impatto sulla spesa ospedaliera per farmaci, l’aggiudicazione al prezzo più basso è stata, effettivamente, in grado di garantire un evidente e rapido risparmio per il SSN. A titolo di esempio, riportiamo i casi di due prodotti oncologici –docetaxel e capecitabina- che, ad un anno dallo loro genericizzazione, hanno evidenziato riduzioni del prezzo di vendita (ex-factory) rispettivamente del 97,4% e del 90% verso il prezzo ex-factory delle specialità originatrici di riferimento.

Massimiliano Rocchi Amministratore Delegato Accord Healthcare Italia Srl

TEME 7.8

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farmaci

Nel caso del docetaxel, nella sua formulazione da 80mg, si è passati da 477€ a circa 13€ per singolo flacone. In termini assoluti, e a invarianza di consumi, un ospedale con un fabbisogno di 1.000 flaconi/anno è passato quindi da una spesa di 477.000€/anno a circa 13.000€/ anno, con una riduzione netta pari a circa 464.000€/anno. Nel caso della capecitabina, nella sua confezione da 500mg, si è passati invece da 284€ a circa 29€ per confezione. Anche in questo caso, in termini assoluti e a invarianza di consumi, un ospedale con un fabbisogno di 1.000 confezioni/anno è passato da una spesa di 284.000€ a circa 29.000, con una riduzione netta pari a circa 255.000€. Quindi, è possibile affermare che, nel breve periodo, l’aggiudicazione al prezzo più basso ha un indubbio e evidente effetto calmierante sui prezzi di cessione al SSN, in grado di estrarre valore dal sistema di farmaci a brevetto scaduto. Nel lungo periodo, invece, non mancano “effetti collaterali”, legati proprio ai meccanismi di aggiudicazione delle forniture di farmaci, che manifestano tutto il loro impatto negativo sul sistema di approvvigionamento nel suo complesso man mano che si procede lungo la direttrice rigidamente legata al criterio del prezzo più basso. In altri termini, la contemporanea convergenza di elementi quali a) la concentrazione della domanda, b) la rigida applicazione del meccanismo del “base d’asta” c) l’applicazione (dove possibile) dei prezzi di riferimento ANAC ha determinato, quali inattese conseguenze, l’aumento del numero dei lotti deserti e una aumentata difficoltà a rispettare i termini delle forniture da parte delle aziende aggiudicatrici. In più, è evidente che, sempre in un’ottica di lungo periodo, non è possibile attendersi riduzioni assolute della spesa pari a quelle espresse nei primi anni dalla genericizzazione. Per rimanere agli esempi proposti, se anche il docetaxel, nel suo secondo anno di genericizzazione, dovesse aver ridotto il suo prezzo del 50% rispetto a quello già raggiunto al primo anno, la riduzione assoluta dello specifico capitolo di spesa risulterebbe, sempre a invarianza di con10

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sumi, pari a 6.500€. E per capecitabina, la spesa assoluta si ridurrebbe, in caso di consumi costanti, di circa 14.500€. Dunque, niente di assolutamente comparabile con quanto accaduto nel corso del primo anno di genericizzazione. In definitiva, è ragionevole affermare che, nel lungo periodo, l’impianto attuale delle procedure per l’approvvigionamento di farmaci non solo non contribuisca a generare risparmio ma, addirittura, finisca per rendere negativo il bilancio economico complessivo, determinando un aumento di costi occulti –ad esempio amministrativi- che oggi non vengono conteggiati, e peggiorare la qualità complessiva del sistema ospedale, di cui i farmaci sono parte essenziale. La sfida appare, dunque, quella di un ripensamento dei sistemi di approvvigionamento, che siano cioè in grado di mantenere inalterata, se non addirittura migliorarla, la qualità del sistema senza, invece, modificarne il profilo economico. Senza, cioè, diminuire la spinta alla continua razionalizzazione della spesa per farmaci. In questo, sembra poter essere di particolare aiuto la direttiva comunitaria 24/2014 che, nell’ambito di un complessivo riordino della disciplina degli appalti pubblici, manifesta, in relazione ai criteri di aggiudicazione delle forniture di beni e servizi, una esplicita preferenza per il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (MEAT - Most Economically Advantageous Tender). Nel testo si legge come «[…] L’aggiudicazione dell’appalto dovrebbe essere effettuata applicando criteri obiettivi che garantiscano il rispetto dei principi di trasparenza, di non discriminazione e di parità di trattamento per garantire un raffronto oggettivo del valore relativo delle offerte al fine di determinare, in condizioni di effettiva concorrenza, quale sia l’offerta economicamente più vantaggiosa. Occorre stabilire esplicitamente che l’offerta economicamente più vantaggiosa dovrebbe essere valutata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, che dovrebbe sempre includere un elemento relativo al prezzo o al costo. […]»


farmaci

La partita, dunque, si gioca attorno alla possibilità di identificare dei criteri obiettivi, che sfuggano, dunque, a qualsivoglia valutazione soggettiva, di cui valutarne la presenza (o assenza) nei beni oggetto di gara, secondo una scala predefinita e parte organica del disciplinare di gara. Criteri, dunque, che siano assolutamente oggettivabili, che siano elementi in qualche modo certificati o certificabili dei farmaci messi a gara, la cui valutazione è resa esplicita e evidente al momento della pubblicazione della gara stessa. L’occasione è, senza dubbio, storica: la combinazione di prezzi a base d’asta adeguati –tali da consentire una reale remunerazione dell’offerta senza modificare il profilo della spesa da parte della stazione appaltante- e di criteri oggettivi di qualità darebbe finalmente la possibilità agli ospedali di dotarsi del miglior prodotto –non in senso assoluto ma in relazione alle specifiche necessità degli ospedali che rientrano nella procedura- al miglior prezzo. Difatti, un simile percorso non potrebbe non coinvolgere tutte le figure interessate, a vario titolo, all’acquisizione e all’impiego di farmaci: funzioni amministrative, farmacisti ospedalieri, medici. Tutti, nel comune intento di apportare un significativo miglioramento alla qualità del servizio erogato, dovrebbero concorrere a redigere l’elenco dei criteri che i farmaci dovrebbero presentare e sulla base di quali presupposti effettuare la loro misurazione. È ipotizzabile che, in una primissima fase, tale sforzo debba concentrarsi su farmaci ad elevato contenuto scientifico –ad esempio chemioterapici-, per essere poi esteso a altre categorie di farmaci. Non sarebbe, peraltro, disagevole immaginare quali potrebbero essere i requisiti da indicare per arrivare alla definizione della offerta economicamente più vantaggiosa. Nelle linee-guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario, pubblicate sulla G.U. n.236 del 7 ottobre 1999, è possibile, infatti, reperire informazioni utili alla identificazione di caratteristiche intrinseche dei farmaci chemioterapici, in grado di definire gradienti oggettivi di qualità. Elementi quali dosaggio, concentrazione, forma

farmaceutica, periodo di validità, natura del confezionamento, sono solo alcuni dei fattori che possono essere oggettivamente valutati e che, opportunamente misurati, contribuiscono in maniera univoca e inappellabile a comporre una valutazione della qualità effettiva di un prodotto rispetto ad un altro. È doveroso, in questa sede, ribadire che una simile valutazione non può e non deve sostituirsi a quanto già fatto da AIFA in sede di autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci potenzialmente oggetto di valutazione qualitativa. In altri termini, non viene in alcun modo messa in discussione né l’efficacia né la tollerabilità di tali prodotti. Si vuole, invece, affermare che proprio a parità di profilo terapeutico ci possono essere prodotti che, rispetto ad altri, meglio si attagliano alle specifiche esigenze di uno o più ospedali in ragione della presenza di specifiche caratteristiche tecniche. D’altro canto, a garantire il massimo della partecipazione e della concorrenzialità, il combinato disposto di caratteristiche tecniche e prezzo renderebbe, in teoria, sempre possibile che prodotti non completamente aderenti ai criteri qualitativi definiti dal capitolato possano aggiudicarsi la fornitura, fondando tutto il peso della loro offerta sul parametro prezzo. In pratica, si vuole affermare che, avendo reso assolutamente esplicite e chiare le modalità in base alle quali effettuare la valutazione dei criteri oggettivi di qualità e al peso che tali criteri avrebbero rispetto al parametro prezzo nella valutazione complessiva dell’offerta economicamente più vantaggiosa, le aziende potrebbero decidere di proporre, in ogni caso sempre nel pieno rispetto della normativa sul dumping, sconti tali da controbilanciare le eventuali mancanze sul lato della qualità. Quindi, non disporre di uno o più elementi tecnici non rappresenterebbe, per se stesso, un motivo di esclusione. Da ultimo, va segnalato che tale impostazione è già largamente impiegata in molti paesi europei, dalla Francia alla Svezia, dalla Finlandia alla Germania al Regno Unito. Quello che ci si augura è che presto tale approccio possa essere impiegato anche nel nostro Paese. TEME 7.8

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esposti anonimi

La disciplina degli “esposti anonimi” alla luce dell’intervento chiarificatore del presidente dell’ANAC Avv. Pierluigi Piselli Dott.ssa Alessandra Superti Studio Legale Piselli & Partners

Con un comunicato del 28 aprile 2015, il Presidente dell’ANAC ha fornito dei chiarimenti in merito alla disciplina degli esposti anonimi, così come modificata con il Regolamento n. 300 del 29 dicembre 2014, entrato in vigore il successivo 30 dicembre dello stesso anno. Il Regolamento n. 300/2014 è intervenuto sulle modalità di esercizio dell’attività di vigilanza e ha ridelineato l’organizzazione dell’Autorità, in attuazione del d.l. 90/2014 che ha sensibilmente modificato la missione istituzionale dell’ANAC. L’obbiettivo perseguito è quello di rendere quanto più penetranti e incisivi i controlli dell’Autorità, qualunque sia la modalità in cui si esplichino e qualunque sia la fase dell’appalto in cui si compiano. In particolare, si è inteso conferire maggiore efficacia all’azione di vigilanza dell’Autorità attraverso la semplificazione, la responsabilizzazione dei dirigenti e dei funzionari dell’Autorità, insieme all’attribuzione del potere di sanzionare le stazioni appaltanti che non provvedono a fornire tempestiva-

Tra le innovazioni del regolamento devono essere annoverate, oltre al potere sanzionatorio, l’introduzione della vigilanza collaborativa e l’adozione di una direttiva programmatica annuale che stabilisca un ordine di priorità nella trattazione degli esposti 12

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mente le informazioni richieste nell’atto di vigilanza, al fine di consentire un intervento immediato, idoneo a paralizzare sul nascere gli atti che si assumono illegittimi. Tra gli aspetti più innovativi del regolamento devono sicuramente essere annoverati, oltre al richiamato potere sanzionatorio, anche l’introduzione della vigilanza collaborativa e la previsione dell’adozione di una direttiva programmatica annuale che definisca gli indirizzi generali dell’azione dell’Autorità e stabilisca un ordine di priorità nella trattazione degli esposti. Proprio su quest’ultimo punto, si è concentrata, di recente, l’attenzione del Presidente dell’ANAC che, a distanza di quattro mesi dall’entrata in vigore del Regolamento, ha ritenuto opportuno intervenire sul tema degli esposti, con specifico riguardo alla disciplina degli esposti anonimi, stante i problemi interpretativi che si erano manifestati sul punto. In via preliminare, occorre richiamare brevemente la disciplina delineata agli artt. 3 e 6 del Regolamento che definiscono le modalità di attivazione dell’attività di indagine dell’Autorità, regolamentando, appunto, la trattazione degli esposti anonimi e individuando le ipotesi di archiviazione. In particolare, ai sensi dell’art. 3 co. 1 del Regolamento, le indagini dell’Autorità possono essere attivate sia su istanza di ufficio, sia su istanza motivata di chiunque ne abbia interesse. Le segnalazioni devono essere effettuate mediante appositi moduli telematici che devono essere compilati in tutte le


esposti anonimi

loro parti, firmati ed accompagnati da una copia di un documento di identità ovvero da altro documento valido del segnalante (art. 3 co. 2 Regolamento). Il terzo comma prescrive, quindi, l’archiviazione, da parte del Dirigente dell’ufficio competente per materia, degli esposti anonimi, tranne nel caso in cui le denunce riguardino fatti di particolare gravità e purché siano adeguatamente motivate. In tale ultima ipotesi, il Dirigente che ha ricevuto l’esposto anonimo, può trasmetterlo all’Ufficio Ispettivo o all’Ufficio piani di vigilanza e vigilanze speciali per lo svolgimento delle attività di competenza. La disciplina di cui all’art. 3 del Regolamento n. 300/2014 si pone, evidentemente, in linea con i principi di ispirazione penalistica che perseguono lo scopo di svalutare le denunce e gli esposti che non siano riconducibili ad una determinata persona. Tuttavia, l’applicazione di tale normativa, nei primi mesi di vigenza del nuovo Regolamento, ha suscitato alcuni dubbi interpretativi relativi alla definizione del concetto di esposti anonimi e alla gestione degli stessi, dubbi che hanno indotto il Presidente dell’ANAC ad intervenire sul punto, fornendo una lettura anche sistematica degli articoli che regolano la materia degli esposti. Relativamente al primo profilo, è stato chiarito che ai fini della riconducibilità dell’esposto ad un soggetto non è necessario che questi alleghi una fotocopia di un documento di identità – pur essendo ovviamente opportuno –, ma è sufficiente che la persona che presenta

l’esposto indichi le proprie generalità e che sia identificabile, consentendo così agli uffici di vigilanza di interpellarlo qualora fosse ritenuto necessario. Pertanto, diversamente da quanto poteva ritenersi da una prima lettura del dettato normativo, l’allegazione del documento di identità non si pone quale requisito necessario per la valida presentazione di un esposto, essendo sufficiente che il soggetto sia identificabile; per converso, vanno considerati anonimi non solo gli esposti che non rechino alcuna sottoscrizione o ne rechino una illeggibile ma anche quelli che, pur apparendo riferibili ad un soggetto, non consentono comunque di individuarlo. In merito al secondo profilo, relativo cioè alla gestione degli esposti anonimi, il Presidente ha chiarito che gli esposti anonimi – da intendersi nell’accezione sopra specificata – di regola devono essere archiviati. Tale principio trova sicuramente applicazione in tutte quelle ipotesi in cui gli esposti sono caratterizzati da assoluta genericità e hanno un contenuto privo di qualsiasi utilità. Diversamente, nel caso in cui l’esposto contenga “notizie di particolare interesse per il settore di vigilanza”, il Presidente dell’ANAC ha chiarito che il Dirigente può, comunque, tenerne conto ma al solo fine di “ampliare o meglio calibrare un’attività di vigilanza, regolarmente avviata su istanza di parte o di ufficio”, non essendo l’esposto privo di sottoscrizione sufficiente ad avviare un’attività di vigilanza. In tale ultima ipotesi, spetterà al DiriTEME 7/8.15

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esposti anonimi

gente che ha ricevuto l’esposto privo di sottoscrizione, trasmetterlo all’ufficio Ispettivo o all’ufficio Piani di vigilanza e vigilanze speciali, in ragione del contenuto dell’esposto anonimo. Segnatamente, qualora i fatti rappresentati nell’esposto siano adeguatamente circostanziati e motivati, idonei a consentire l’attivazione di un’attività di vigilanza, il Dirigente dovrà trasmettere la documentazione all’Ufficio di vigilanza; diversamente, l’esposto anonimo verrà trasmesso all’Ufficio ispettivo. Sarà quindi onere dei diversi Uffici, ciascuno per quanto di sua competenza, svolgere accertamenti preliminari, utilizzando a tal fine tutti gli strumenti nella loro disponibilità, quali banche dati o risultanze di precedenti attività ispettive svolte. Qualora all’esito di tali accertamenti emergano fatti di una certa rilevanza, i dirigenti dei rispettivi Uffici potranno, alternativamente, avviare un’attività di vigilanza o tenere conto della notizia al fine di programmare una successiva attività ispettiva. Diversamente, qualora non dovesse emergere alcun profilo di fondatezza ovvero di rilevanza, i Dirigenti provvederanno ad archiviare gli esposti anonimi, dandone comunicazione al Consiglio con cadenza semestrale ed esponendo sinteticamente il contenuto degli esposti archiviati e le ragioni che ne hanno determinato l’archiviazione. Infine, per quanto attiene alla procedura di archiviazione degli esposti, il Presidente dell’ANAC ha chiarito la portata del combinato disposto di cui agli artt. 9 co 1 e 6 co. 3 del Regola-

Nella gestione degli esposti anonimi, il Presidente dell’ANAC ha chiarito che gli esposti anonimi - da intendersi nell’accezione sopra specificata - di regola devono essere archiviati 14

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mento n. 300/2014. Segnatamente, la disciplina di cui all’articolo 6 prevede che l’archiviazione dell’esposto debba essere comunicata all’esponente, qualora lo stesso ne abbia fatta espressa richiesta. Il successivo comma 3 specifica poi che “L’esposto si intende archiviato comunque se l’Autorità non procede alla comunicazione di avvio del procedimento nei termini di cui all’art. 9 co. 1 del presente regolamento” ossia nel termine di 30 giorni decorrenti dalla data di ricevimento dell’esposto (art. 9 co. 1 Regolamento). Tale disciplina è evidentemente ispirata ad un’esigenza di semplificazione delle attività degli Uffici ed è finalizzata ad evitare che gli Uffici medesimi siano gravati dall’onere di comunicare a tutti gli esponenti l’esito della segnalazione, anche in presenza di un numero molto elevato di esposti. Sul punto, il Presidente ha chiarito che il termine di cui all’art. 9 co. 1 del Regolamento deve intendersi quale termine ordinatorio, rimanendo quindi salva la possibilità per l’Ufficio che riceve l’esposto di avviare l’attività istruttoria anche oltre tale termine. A tale conclusione si è giunti attraverso una lettura sistematica del Regolamento. È stato, infatti, evidenziato che militano a sostegno di tale interpretazione anche le previsioni di cui all’art. 6 co. 4 e art. 7 che, sempre al fine di semplificare e rendere più incisiva l’attività dell’Autorità, consentono rispettivamente di avviare l’attività di vigilanza “anche con riferimento ad esposti già oggetto di archiviazione […] in caso di diversa ed ulteriore valutazione dell’Autorità” (art. 6 co. 4) ed ancora, riconoscono al Dirigente la facoltà di inviare alla stazione appaltante, senza il previo espletamento di un’istruttoria, una comunicazione con cui invitano quest’ultima al rispetto delle disposizioni violate, nel caso in cui non sussistono dubbi interpretativi sulla documentazione ricevuta dall’Autorità ovvero qualora sia possibile applicare al caso di specie, anche in via analogica, una precedente pronuncia dell’Autorità (art. 7).


normazione

La gestione delle gare in forma aggregata: delega di funzioni e centrali di committenza. Breve confronto Come ben noto il legislatore recentemente ha incentivato le Pubbliche amministrazioni ad avvalersi di moduli organizzativi accentrati o di forme di gestione associata per l’allestimento e la gestione delle procedure di selezione pubblica relative ad appalti pubblici di lavori e forniture al fine di conseguire evidenti risparmi di spesa. Tale incentivazione si inserisce nell’ambito di un complesso disegno di riorganizzazione della Pubblica Amministrazione tanto che la gestione associata delle pubbliche funzioni è stata inizialmente disciplinata dagli artt. 27 e seguenti del TUEL per poi essere oggetto di continue modifiche ad opera delle leggi finanziarie di questi ultimi anni. Tra tutte si cita, ad esempio, l’art. 14, comma 27, del decreto legge n. 78/2010 che ha introdotto precisi obblighi a carico degli enti locali di minori dimensioni che devono utilizzare lo strumento della convenzione oppure istituire una unione di comuni per lo svolgimento accentrato delle procedure di gara. Tali forme aggregate erano, infatti, inizialmente previste come facoltative dall’art. 33 del D.Lgs. n. 163 del 2006 (TUEL) e sono state nel corso degli anni imposte dal legislatore sia alle amministrazioni statali che a quelle locali dando attuazione all’art. 11 della Direttiva 18/2004/CE sulle cd. Centrali di committenza; è stato, pertanto, modificato l’art. 33 del D.Lgs. n. 163/2006 ed inserito l’art. 1, 88° comma, della Legge 7 aprile 2014, n. 56. A tal fine si ricorda che, in ambito europeo, la direttiva 18/2004/CE non ha introdotto ex novo tale strumento ma lo ha solo rivisitato. La centrale

di committenza è stata definita come “un’amministrazione aggiudicatrice che: acquista forniture e/o servizi destinati ad amministrazioni aggiudicatrici o aggiudica appalti pubblici o conclude accordi quadro di lavori, forniture o servizi destinati ad amministrazioni aggiudicatrici”. Gli Stati membri hanno però piena discrezionalità sia nel decidere se utilizzare o meno tale strumento, sia nel definire il relativo modello giuridico ed i compiti assegnati. La funzione di acquisto, quindi, può essere strutturata attraverso più centrali oppure può essere esercitata con gli altri mezzi previsti dalla citata direttiva. Il legislatore italiano, come detto, ha recepito il modello in esame nell’ambito della più ampia disciplina dei contratti pubblici; purtroppo, però, la stratificazione legislativa e le continue modifiche hanno prodotto una certa difficoltà nella comprensione della normativa sostanziale sullo svolgimento delle gare accentrate tanto che la giurisprudenza e la dottrina sono dovute intervenire in materia per cercare di far maggiore chiarezza. Sono stati così, individuati due modelli organizzativi a confronto.

Samantha Battiston Studio legale Battiston Magenta (MI)

Il legislatore italiano ha recepito il modello ma la stratificazione legislativa e le continue modifiche hanno prodotto una certa difficoltà nella comprensione della normativa sostanziale TEME 7/8.15

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normazione

La prima tipologia individuata è rappresentata dalla creazione di aggregazioni attraverso convenzioni che utilizzano, in sostanza, il modello della delega di funzioni di cui all’art. 30 del Testo Unico Enti Locali. Nella specie, secondo tale modulo organizzativo, le amministrazioni convenzionate danno mandato ad una di esse (che diviene Capofila) al fine di svolgere in modo accentrato le procedure di gara senza che l’aggregazione che si viene a creare assuma una specifica individualità giuridica. Importante è che il ruolo di Capofila sia esercitato da un Ente locale facente parte della aggregazione; ed infatti l’ANAC si è espressa sul punto affermando che non è possibile la delega ad un soggetto esterno privato di funzioni pubbliche relative alla procedura di affidamento di gara, poiché si finirebbe per configurare, in tal modo, un’ipotesi di “concessione di committenza”, espunta dal nostro ordinamento per effetto dell’abrogazione della L. 29 giugno 1929, n. 1137 (si veda anche AVCP parere del 30 luglio 2009). La seconda tipologia di modello aggregativo è rappresentato dall’utilizzo delle cd. centrali di committenza: si caratterizza rispetto al primo modello in quanto l’affidamento delle funzioni di stazione appaltante avviene a favore di un soggetto pubblico terzo rispetto a quelli “aggregati”. A questa tipologia di modulo organizzativo, pur con alcune peculiarità, è riconducibile anche quello della Stazione unica appaltante, introdotta dalla cd. normativa antimafia. Come detto, quindi, la differenza tra l’aggregazione che si crea con lo strumento della delega di funzioni e la cd. centrale di committenza è rappresentata dal fatto che nella prima l’Ente che si occupa della procedura di indizione della gara è un soggetto che partecipa alla aggregazione stessa in quanto solitamente ne è anche il promotore mentre nella seconda è un soggetto terzo. Nel caso di aggregazione, inoltre, non si viene a creare alcun soggetto giuridico distinto e con propria individualità 16

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mentre, in caso di centrale di committenza, le amministrazioni, così come beneficiano della procedura indetta ed espletata dalla centrale medesima sono anche vincolate alle vicende della gara che ha, per disposizione normativa, nella centrale di committenza l’unica protagonista, sia dal punto di vista sostanziale che processuale. Al contrario in caso di aggregazioni la delega di funzioni non permette di assimilare (tanto sotto il profilo sostanziale che sotto il profilo processuale) tutti gli Enti deleganti all’autorità che ha condotto la gara né a quella che ha emanato il provvedimento di aggiudicazione. Dal punto di vista processuale ai sensi e per gli effetti dell’art. 41, secondo comma del codice del processo amministrativo, il contraddittore necessario in un eventuale giudizio di impugnazione deve essere l’Ente che ha emanato il provvedimento impugnato. Del resto è evidente che non si può onerare il ricorrente di indagare sul modulo organizzativo sottostante all’aggregazione e, pertanto, l’amministrazione delegata è l’unica struttura formalmente individuabile da chi ritiene lesa la propria posizione giuridica soggettiva e diventa, quindi, l’amministrazione cui notificare il ricorso giurisdizionale per l’instaurazione del giudizio. La distinzione fra moduli organizzativi concretamente utilizzati non sembra, infatti, costituire una ragione sufficiente per disattendere il criterio generale del processo amministrativo. Del resto si ricorda che, quando il legislatore ha inteso derogare il criterio generale, lo ha fatto in modo espresso come ad esempio in caso di materia elettorale. Pertanto è evidente che la notifica a tutte le Amministrazioni che fanno parte della aggregazione è richiesta solo quando non vi sia un unico Ente Capofila cui riferire formalmente l’attività amministrativa posta in essere; al contrario se esiste un delegato che emana gli atti, è ragionevole applicare il criterio generale, quale che sia il modulo organizzativo sottostante (ed il nomen iuris utilizzato per descriverlo). In definitiva ciò che ha rilevanza è la


normazione

riconducibilità degli atti di gara ad un soggetto individuato: se vi è un Ente delegato ad esercitare la funzione in nome e per conto degli altri è quest’ultimo il destinatario degli atti relativi alla procedura; se questo ente non c’è (in quanto non c’è alcuna delega di funzioni), si versa nell’ipotesi di un atto (complesso) posto in essere dalla concorde volontà di amministrazioni che mantengono la loro individualità e saranno destinatarie di eventuali ricorsi con conseguenti maggiori oneri. La giurisprudenza, a tal proposito, ha affermato che ai fini dell’art. 41, secondo comma del codice del processo amministrativo è irrilevante la circostanza che eventuali forme di attività consorziata corrispondano o meno al modello civilistico del consorzio interno in quanto ciò che rileva è che, nell’ambito di tali moduli organizzatori, possa intervenire una vera e propria delega amministrativa da parte di alcuni soggetti in favore di un’amministrazione delegata, chiamata a gestire il successivo procedimento amministrativo, ad emanare formalmente i relativi atti esercitando in concreto – essa sola – la potestà amministrativa. Secondo tale orientamento le amministrazioni deleganti non possono nemmeno essere qualificate come controinteressate (e dunque parti necessarie del giudizio) in quanto non sono titolari di una posizione giuridica qualificata alla conservazione degli effetti dei provvedimenti emanati dalla sola amministrazione delegata. Infatti è interesse delle autorità deleganti, non che i provvedimenti amministrativi posti in essere dall’autorità delegata siano conservati od annullati, ma che la procedura soddisfi al meglio le loro esigenze ed i loro interessi. È bene però ricordare , in questa sede, che tale opinione non è del tutto condivisa in quanto vi è chi ritiene che, nell’ipotesi di procedura unica espletata nell’interesse di una o più amministrazioni già previamente individuate, non vi è ragione per ritenere che non ricorrano i presupposti di ordine sostanziale

e formale per qualificare queste ultime come controinteressate. Ad ogni modo si rileva che la forma organizzativa della delega di funzioni è volta a soddisfare l’interesse delle autorità deleganti affinchè la procedura di gara soddisfi al meglio le loro esigenze peculiari ed i loro interessi specifici. È, quindi, evidente che in caso di aggiudicazione della gara da parte dell’Ente delegato, i singoli partecipanti alla aggregazione possono sempre esercitare un ripensamento, e ciò in considerazione, ad esempio, di una nuova valutazione delle esigenze e dei bisogni collettivi da soddisfare (che potrebbero nelle more dell’espletamento della gara essere mutati). Diverso discorso varrebbe per le centrali di committenza in quanto, in tal caso, anche tale potere di ripensamento sarebbe attribuito a tale organo con la conseguenza che ad esercitarlo sarebbe comunque un soggetto diverso da quello istituzionalmente deputato a valutare le esigenze cui fare fronte tramite la pubblica gara. Le considerazioni svolte portano alla conclusione che le forme di aggregazione create attraverso la stipula di convenzioni attraverso il modello della delega di funzioni sono certamente più elastiche e, pur consentendo alle singole amministrazioni di mantenere la loro potestà, semplificano in modo rilevante l’intero svolgimento delle procedure di gara per la individuazione di un operatore che potrà poi garantire l’espletamento dei servizi pubblici sui singoli territori comunali.

La differenza tra l’aggregazione e la cd. centrale di committenza è rappresentata dal fatto che nella prima l’Ente è un soggetto che partecipa alla aggregazione mentre nella seconda è un soggetto terzo TEME 7/8.15

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MePa

Progettazione documentale per il MePa (Mercato elettronico della Pubblica amministrazione) Paolo Filippi Collaboratore Coordinatore DS U.O.S. Acquisti Beni Sanitari Pos. Org.va Acquisti Investimenti A.ULSS n. 15 Alta Padovana

Il presente contributo ha lo scopo di esemplificare alcune delle varie possibilità di progettazione documentale, convinti, in ogni caso, di non poter essere esaustivi, date le ampie opportunità e variazioni, che la piattaforma concede. La buona riuscita della Richiesta di Offerta (d’ora in avanti R.d.O.) sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (d’ora in poi MEPA) richiede sicuramente un adeguato livello di progettazione, in particolar modo quando l’assegnazione è prevista attraverso il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa (o.e.v.). Prioritario è definire l’articolazione documentale della RdO, ovvero quali saranno i documenti e le informazioni da fornire ai concorrenti perché possano predisporre coerentemente la loro proposta (per semplificare: cosa deve contenere la nostra lettera-invito elettronica), e quali saranno, invece, le informazioni necessarie alla Stazione Appaltante per poter valutare le offerte ricevute (che cosa deve contenere il plico-offerta elettronico inviato dal concorrente). Il primo gruppo dei predetti documen-

I documenti di gara dovranno specificare le regole che la S.A. applicherà nella scelta del contraente (metodo di aggiudicazione, eventuali criteri, sub-criteri e punteggi in caso di oev) 18

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ti, presenti in ogni tipo di gara secondo il metodo dell’o.e.v., dovrà, quindi, necessariamente contenere: - il progetto ed bisogno da soddisfare, ovvero l’oggetto di fornitura (Capitolato Tecnico); - la descrizione precisa degli oneri e delle condizioni che regolano la fornitura (Capitolato d’Oneri); - le “regole” alle quali si vincola la Stazione Appaltante (in seguito S.A.) nella scelta del contraente (Disciplinare di Gara). Il secondo gruppo di documenti, redatto dai concorrenti seguendo le indicazioni del disciplinare, dovrà essere trasmesso esclusivamente attraverso il portale (anche se la piattaforma offre la possibilità di invio tradizionale per richieste non documentali – classico esempio: richiesta di campionatura), al fine di permettere alla Stazione Appaltante, nel rispetto delle regole preindividuate, di ammettere le imprese alla gara, valutare le rispettive proposte tecniche e, infine, confrontare le proposte economiche. I documenti oggetto di pubblicazione L’insieme dei documenti che la Stazione Appaltante ritiene di pubblicare, può essere considerata nel suo complesso come una serie di “Condizioni Particolari di Contratto”, estensive ed integrative rispetto alle Condizioni generali del Bando Specifico di riferimento, che il fornitore, con la sottoscrizione digitale dell’offerta economica, è tenuto ad accettare. In ogni offerta economica, infatti, “Il Fornitore dichiara di aver preso piena conoscenza della documentazione predisposta ed inviata dal Punto Ordinan-


MePa

te in allegato alla Richiesta di Offerta, prendendo atto e sottoscrivendo per accettazione unitamente al presente documento, ai sensi di quanto previsto dall’art. 39 delle Regole di Accesso ed Utilizzo del Mercato Elettronico, che il relativo Contratto sarà regolato dalle Condizioni Generali di Contratto applicabili al/ai Bene/i Servizio/i offerto/i, nonché dalle eventuali Condizioni particolari di Contratto predisposte e inviate dal Punto Ordinante, obbligandosi, in caso di aggiudicazione, ad osservarle in ogni loro parte”. L’articolazione documentale della RDO dipenderà sia dalla complessità del bene/servizio da acquisire, sia dalla prassi solitamente seguita dalla S.A., che decide con quali e quanti documenti strutturare la propria negoziazione telematica, senza necessariamente ricorrere alla “tripartizione” descritta in premessa, alla stregua della consuetudine dalla stessa adottata con le negoziazioni di prodotti appartenenti a categorie merceologiche non rientranti tra quelle definite da Consip SpA (la normale gara cartacea). A mero titolo di esempio, riguardo al contenuto dei documenti da pubblicare, si richiama l’art. 334 del Regolamento del Codice che descrive puntualmente il contenuto della lettera-invito in caso la Stazione Appaltante decida di procedere, anche attraverso MePA, con un acquisto in economia tramite la procedura del cottimo fiduciario. Per quanto concerne la descrizione dell’oggetto di gara, potrebbero verificarsi molteplici situazioni, tra le quali: • l’individuazione a Catalogo del prodotto/servizio desiderato, che è la soluzione più semplice in assoluto,

tra le corrispondenti caratteristiche tecniche del bene/servizio (o attributi di prodotto, puntualmente definiti da Consip a livello di Capitolato Tecnico nel relativo Bando); sono anche valorizzate negli appositi spazi dal fornitore di turno, e costituiscono di per sé in modo inequivocabile e preciso l’oggetto di gara. • Come noto, queste caratteristiche possono essere modificate e/o integrate a piacere dalla S.A., secondo le proprie necessità, con la sola attenzione al divieto di indicare marchi e brevetti, come previsto dall’art. 68 de Codice, nel caso la RDO sia inviata a più (o a tutti i) fornitori abilitati al Bando Specifico (cfr il manuale d’uso). • La stessa flessibilità è rinvenibile utilizzando il cd “metaprodotto”, dove toccherà alla S.A. la descrizione dell’oggetto di gara, mediante la valorizzazione delle caratteristiche presenti, con la possibilità, come prima, di modifica o integrazione. • Sempre utilizzando il “metaprodotto”, in caso di prodotti/servizi particolarmente complessi, che richiedano una descrizione più compiuta e completa, sarà necessario rinviare le descrizioni tecniche ad un documento apposito, il vero e proprio Capitolato Tecnico. • Categoria residuale per descrivere l’oggetto di fornitura è rappresentata, infine, dalla cd “riga unica”, utilizzabile in casi particolari e solo se previsti dal rispettivo Bando Specifico (consultare l’elenco dei metaprodotti di ciascun Bando Specifico per verificare la possibilità di utilizzo di tale modalità). In tal caso, la S.A. TEME 7/8.15

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MePa

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potrà compilare la “lista della spesa” in maniera molto semplice e rapida (il caso classico è rappresentato dall’insieme dei prodotti per cancelleria), descrivendo il proprio bisogno all’interno dell’apposito fac-simile, predisposto da Consip e collocato tra la documentazione del Bando Specifico. • Eventuali condizioni e oneri connessi alla fornitura che si discostino, aggiungano o deroghino alle condizioni del Bando Specifico, devono essere puntualmente portati a conoscenza del concorrente (calendario

delle consegne ripartite, modalità di collaudo della fornitura/servizio, oneri connessi alla sicurezza, servizi accessori, ecc.). I documenti di gara, infine, dovranno specificare le regole che la S.A. applicherà nella scelta del contraente (metodo di aggiudicazione, eventuali criteri, sub-criteri e punteggi in caso di oev), quale modulistica sia necessaria per formulare l’offerta, prevedendone gli eventuali fac-simili, e gli ulteriori requisiti o le garanzie accessorie per ammettere le Imprese alla gara.

I documenti necessari per valutare le offerte All’attivazione di una RDO, la piattaforma prevede di default ad affrontare le due modalità di acquisizione secondo il prezzo più basso o l’oev. Si generano, pertanto, due documenti amministrativi (eventuale documentazione relativa all’avvalimento e eventuali atti relativi a R.T.I. o Consorzi), uno tecnico (offerta tecnica) solo in caso di assegnazione con il criterio dell’oev, e l’offerta economica. Nella situazione più semplice, ad esempio in caso di RDO per affidamento diretto di modico valore, potrebbe non risultare necessario predisporre e richiedere ulteriori documenti oltre a quelli già impostati dal sistema. Negli altri casi, tutti i documenti eventualmente necessari alla SA per ammettere il concorrente e per valutarne la

proposta, devono essere richiesti tramite l’apposita funzione “richiedi documenti”, allegando, se del caso, gli eventuali facsimili in formato riscrivibile. Per trasporre la richiesta documentale alla piattaforma informatica, è necessaria l’operazione di “virtualizzazione” del ben noto “metodo delle tre buste” che abitualmente si utilizza in una qualsiasi gara tradizionale. La virtualizzazione consente di generare a sistema l’obbligatoria tripartizione documentale, ovvero la buste amministrativa, quella tecnica e quella economica, dove far confluire correttamente i documenti prodotti dai concorrenti sulla base delle richieste della S.A. L’operazione è semplice ed intuitiva. Si associa ogni richiesta alla rispettiva busta virtuale. È estremamente delicata dal punto di vista procedurale, poiché da essa dipende


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l’esatta collocazione dei documenti e la conseguente gestione della fase di assegnazione: vincolata e sequenziale nelle tre successive fasi amministrativa, tecnica ed economica. Nella pratica, come vedremo nella successiva simulazione, con la funzione “richiedi documenti” presente al passo 1 della RDO dovrà essere richiesta la documentazione amministrativa di gara. Ai passi successivi (2, 3…n) quella

amministrativa, tecnica ed economica di lotto, scegliendo tramite l’apposito elenco a discesa, in quale busta dovrà essere collocato il documento richiesto. È opportuno richiamare il manuale d’uso di sistema, nella sezione in cui si precisa “Cosa non è necessario chiedere alle Imprese”, al fine di evitare alle stesse Imprese la produzione di documenti o dichiarazioni improprie e ridondanti.

La simulazione pratica (forse meglio passare direttamente alle conclusioni!) Nella successiva breve simulazione, abbiamo cercato di riunire, in un’unica RDO, un paio di esempi di possibile organizzazione documentale, una semplice ed una un po’ più complessa. L’oggetto di fornitura della RDO-esempio è rappresentato da apparecchiature elettromedicali, così organizzato: lotto 1: ecotomografo por-

tatile, valore a base d’asta €. 30.000,00; lotto 2: n. 2 ecotomografi di alta fascia, base d’asta 170.000,00; Partiamo dalle funzioni di pubblicazione relative alla gara (allega documenti al passo 1): abbiamo previsto di pubblicare il Disciplinare di Gara e il Capitolato d’Oneri; in alternativa, è possibile riunire tutte le informazioni nelle “Condizioni Particolari di Contratto”:


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Sempre al passo 1, con la funzione “richiedi documenti”, è possibile far produrre ai concorrenti ulteriori documenti amministrativi di gara (possesso

di eventuali requisiti speciali, dichiarazioni concernenti certificati di qualità aziendali, clausola di recesso in caso di aggiudicazione Consip, ecc.):

Passiamo ora alla documentazione “di lotto”, prevista alla riga “lotto n – dati”. Per quanto riguarda il lotto 1, il prodotto desiderato dalla Stazione Appaltante è stato reperito all’interno del Catalogo. L’oggetto di fornitura, pertanto, è rappresentato dalla “sche-

da tecnica” di prodotto valorizzata dal Fornitore, eventualmente modificata ed integrata dalla Stazione Appaltante. Come documentazione amministrativa da pubblicare è stata previsto il solo Documento di Valutazione dei Rischi da Interferenza:

La richiesta di documenti alle Imprese concorrenti, invece, è limitata alla sola brochure illustrativa, che collocheremo nella busta

virtuale “tecnica”. Trattandosi di negoziazione OEV, è presente l’offerta tecnica di sistema e l’offerta economica:


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Il lotto n. 1 è completato. Per il lotto n. 2, con oggetto di fornitura un po’ più complesso, la Stazione Appaltante decide di prevedere una descrizione più dettagliata delle apparecchiature, redigendo uno specifico Capitolato Tecnico. Sarà,

quindi, utilizzato il “metaprodotto”, caricato da vetrina, che rinvia la descrizione tecnica al Capitolato. La nostra pubblicazione, pertanto, sarà composta dallo stesso Capitolato Tecnico e, come in precedenza, dal Duvri:

Qui la nostra richiesta, un po’ più artirequisiti speciali, PassOE, ecc.; colata, prevede: - per la parte tecnica: la configura- per la parte amministrativa: l’attezione proposta (offerta senza prezstazione del pagamento del contrizi) su fac-simile predisposto dalla buto dovuto all’ANAC, il deposito Stazione Appaltante, la documencauzionale, la dichiarazione per il tazione illustrativa, la documentapossesso del requisito per la riduzione relativa all’iscrizione in Banca zione dell’importo della cauzione; dati dei dispositivi medici, l’offerta potrebbero anche essere richiesti: tecnica (fac-simile di sistema), il TEME 7/8.15

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Conclusioni

questionario tecnico predisposto su fac- simile, la relazione tecnica; la Stazione Appaltante potrebbe decidere di richiedere le modalità di assistenza tecnica, di formazione, ecc.; - per la parte economica: l’offer-

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ta economica di sistema, l’offerta analitica (configurazione proposta con l’elenco dei prezzi unitari), la quotazione per altri accessori non inclusi nell’offerta base; potrebbero essere richiesti i costi di manutenzione oltre garanzia, ecc.:

Come abbiamo potuto verificare nell’esempio, la gestione documentale di una gara sulla piattaforma MePA può ritenersi analoga alla gara tradizionale, a conferma che la piattaforma è uno “strumento telematico” di negoziazione, ove la S.A. ha ampia possibilità di movimento, di intervento e di progettazione. La personalizzazione lascia alla S.A. ampia possibilità per affrontare qualsiasi tipologia di negoziazione, dalla facile alla complessa, addirittura offrendo un ventaglio di molteplici soluzioni, come nel caso dell’aggiudicazione secondo il criterio dell’oev. Alla luce dei dati in possesso, si osserva che se da un lato la maggioranza delle S.A. sembrano aver acqusito un’adeguata manualità con lo strumento del MEPA, da un altro punto di vista è pur evidente che, almeno in questo momento, non venga altrettanto sfruttata la potenzialità del sistema con la predisposizione di gara con il metodo dell’oev. Questo sembra l’ambito nel quale ogni S.A. dovrebbe porre maggior impegno per far crescere l’intero sistema MEPA.

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Il benessere organizzativo nei suoi effetti di salute Strumenti di monitoraggio del clima organizzativo, metodi e strategie di mantenimento del benessere nell’ambiente organizzativo delle Aziende Sanitarie Perché si sente sempre più parlare di vita stressante, soprattutto in ambito lavorativo? È possibile ambire a una situazione lavorativa in cui ognuno di noi può sentirsi di dare il meglio, in cui ci si sente valorizzati e incentivati, nonostante la crisi economica, il precariato e le insicurezze che caratterizzano il nostro tempo? Le situazioni di stress sono presenti in qualsiasi contesto lavorativo, seppure con diverse modalità e una diversa incidenza (Cifiello 2004). Oggi purtroppo c’è un’attenzione limitata a queste problematiche, o meglio sembra essere maggiormente diffusa l’opinione che considera irrilevante o addirittura controproducente lo star bene o il far star bene sul lavoro. Il Management sembra dire sempre più spesso: non c’è forse Crisi? Ringraziate di avere un lavoro! Esiste un elenco articolato delle occasioni di stress. Vari Autori, in letteratura, ci mostrano come tali occasioni dipendano dalle caratteristiche dell’ambiente in rapporto a quelle individuali (Lewin, 2005 Cooper, 1998). Consultando l’elenco, come brevemente faremo qui di seguito, sarà facile comprendere che la maggior parte degli stressors originati dall’ambiente di lavoro, per essere superati, richiedano modificazioni attivabili solo con un complesso intervento organizzativo. Sono trasformazioni che implicano una precisa volontà da parte dell’organizzazione datore di lavoro a intervenire sulla situazione. L’intervento dei manager di un’organizzazione, coa-

diuvati anche da esperti professionisti interni o esterni, diventa allora la migliore strategia anti-stress. Nella letteratura si rileva che a generare un ambiente organizzativo sfavorevole e un contesto sociale povero di risorse, concorrono vari fattori, fra cui (AA.VV. 2010):  Un eccessivo carico di lavoro rispetto al tempo a disposizione per lo svolgimento.  I conflitti dovuti a incoerenza fra la mansione e il ruolo ricoperto dal lavoratore.  L’incoerenza fra incarico assegnato e competenze del lavoratore: sottovalutare le competenze del lavoratore è dannoso al pari di una sopravalutazione delle sue capacità.  La carenza di coinvolgimento del lavoratore nel sistema decisionale e scarsa influenza sul processo di lavoro, accompagnato da sistemi inefficaci di comunicazione e da un’eccessiva burocratizzazione.  Il dis-equilibrio nella distribuzione dei carichi di lavoro, negli incentivi, nelle progressioni e in ogni opportunità di carriera (AA.VV. 2009).  Il lavorare in solitudine e in modo parcellizzato, specialmente se si è a contatto col pubblico: il proprio lavoro si riduce allora a una serie di microoperazioni tendenzialmente identiche, di cui non si conoscerà mai l’esito (la nuova Catena di montaggio).  La scarsa percezione di supporto da parte dell’organizzazione e dei colleghi e relazioni interpersonali insoddisfacenti.

Maria Cristina Carraro Sociologa sanitaria e Pedagogista Addetta al Servizio di Prevenzione Protezione Aziendale Ausl Imola Stefano Cifiello Sociologo e Psicologo Clinico Dirigente Sociologo Ausl Imola Claudio Mazzoni Dirigente Amministrativo Ausl Imola

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1. Su questa affermazioni si raccoglie un largo consenso nelle letteratura scientifica (Pratt 2000; Avallone, Bonaretti 2003) inoltre essa assume un ruolo di spicco nella legislazione sul lavoro italiana. Nel decreto legislativo 626/94 e in seguito col 81/08 e s.i. si dispone che il datore di lavoro includa nella Valutazione dei Rischi aziendali anche quella riguardante lo Stress Lavoro Correlato (SLC), allargando così il confine della tutela dei lavoratori agli aspetti che compongono la qualità del capitale sociale dell’organizzazione, ossia le relazioni interpersonali, l’asset organizzativo, la cultura aziendale, il sistema di knowledge management, l’apparato comunicativo formale e informale e le relazioni con i vertici

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2.1 - Il ruolo del Management nella creazione di benessere organizzativo all’interno delle Aziende Pubbliche Nell’ambito di una nuova e moderna visione di gestione aziendale, l’aspetto del benessere organizzativo rappresenta per la struttura manageriale un elemento di particolare importanza, che incide fortemente sulla vita aziendale e su quelli che sono i risultati e le performance. Di conseguenza, anche in considerazione dell’aumento della complessità e della dimensione dei sistemi organizzativi, al management sono richieste nuove competenze e sensibilità nella conduzione delle Aziende, con sempre maggiore attenzione verso strumenti di governance, che migliorino il benessere e la qualità del lavoro, quale ulteriore leva per accrescere l’efficienza e la qualità dei servizi prodotti. Le sole procedure amministrative d’altronde non possono garantire di governare la convivenza organizzativa, in un sistema ad alta intensità di lavoro, dove le relazioni informali tra le persone rappresentano una variabile altrettanto fondamentale. Alcune criticità, sovente riscontrabili in organizzazioni complesse, quali la mancanza di organizzazione e programmazione del lavoro, l’incertezza relativa al ruolo da svolgere, l’aumento di stress e disagio, la cattiva percezione della qualità e vivibilità dei luoghi di lavoro, non derivano tanto e solo da cattivi strumenti amministrativi di gestione, ma sono la conseguenza della mancanza di un sistema di governance più complessivo dell’intero contesto lavorativo, che comprende aspetti di clima, oltre che di relazione, tra organizzazione e lavoratore. È fondamentale pertanto, oggi più che mai, che la dirigenza, oltre a garantire una capace gestione ordinaria, sappia esprimere anche nuove competenze di natura aspecifica, dotandosi di strumenti innovativi di governo delle relazioni umane, di pre2 – Gli attori dell’intervento Due, fra gli altri, gli attori, che operan- venzione dello stress lavoro-correlato, do in sinergia, possono mettere in atto di composizione dei conflitti, di attenquesto ampio processo di cambiamento. zione verso le aspettative professionali  L’aggressione psicologica nell’ambiente di lavoro: vittimizzazione, umiliazione, scarsa considerazione, comportamenti sprezzanti da parte di superiori o colleghi o essere vittima di aggressione (verbale, fisica e sessuale) da parte di terzi.  La difficile conciliazione degli impegni casa/lavoro. La governance dei rischi psicosociali genera invece un ambiente lavorativo salutare (Jaques 1974), in cui lo spirito di partecipazione e il clima organizzativo risultano positivi e ciò notoriamente comporta, come effetto immediato, un aumento della qualità delle performances produttive. La volontà di cura di un’organizzazione verso i propri dipendenti si manifesta: • attraverso il rilievo che essa dà all’apprendimento, alla sperimentazione e all’acquisizione di nuove conoscenze da parte dei lavoratori; • nel grado di interesse, che essa manifesta, per i problemi del personale e per l’impatto delle condizioni di lavoro sullo stesso, considerando che esistono le necessità psicologiche del personale e non solo quelli degli utenti/ clienti. • con l’attenzione verso le proposte normative e programmatiche dei lavoratori; • testando continuamente il clima organizzativo; • intervenendo prontamente là dove si esprimono situazioni di stress. In questo senso, sicurezza e benessere organizzativo negli ambienti di lavoro compongono un sistema multidimensionale e dinamico ( 1 ), fortemente ancorato al contesto di riferimento, a generare il quale concorrono:  a spetti ambientali strutturali;  la tecnologia utilizzata;  l’assetto organizzativo;  e le scelte che il singolo può attuare in tale ambito.


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dei lavoratori ecc. Accanto alle tradizionali funzioni di gestione del personale relative alla procedure di sviluppo professionale, di formazione, valutazione della performance, occorre guardare alla qualità della vita all’interno dell’azienda in termini di sicurezza, partecipazione, fiducia, soddisfazione, quale rafforzamento della più ampia e complessiva funzione di gestione del capitale umano e professionale. In quest’ottica, il management pubblico è chiamato a esprimere nuovi modelli culturali e di gestione, in quanto un nuovo modo di pensare la PA sta diventando una delle grandi sfide presenti e future, che richiede in primis il rimettere in discussione proprio il modo di concepire l’Azienda Pubblica all’interno dei nuovi scenari. Ciò richiede di agire su tutti gli aspetti dell’organizzazione, tra i quali va senza dubbio considerato il sistema di relazioni interno ed esterno, che coinvolge l’ambito lavorativo e professionale. E non tanto e solo in termini di conoscenze e knowhow, ma anche in ordine agli elementi di carattere ambientale, connessi al modo in cui le persone operano all’interno dell’azienda, i quali richiedono strumenti maggiormente protettivi e maggiormente orientati alle relazioni interpersonali: un welfare aziendale orientato alla capacità di ascolto e di sviluppo delle relazioni nel tessuto aziendale. È proprio partendo dalla capacità di favorire il benessere organizzativo, inteso come capacità di ascolto, sviluppo delle relazioni, gestione positiva del cambiamento, crescita, coinvolgimento, riconoscimento delle competenze, che si possono gettare le basi per meglio intervenire sulla propria organizzazione, individuare le dimensioni che determinano la qualità della vita e delle relazioni e valorizzare le risorse umane, al fine di migliorare il livello di performance. La mancata realizzazione di una buona cooperazione tra singolo e organizzazione aziendale può comportare numerosi problemi per entrambe le parti: di carattere

economico (riduzione della produttività, conflitti interni, forti tensioni) e di carattere psico-somatico (derivanti da fenomeni quali sindrome da burn-out, mobbing). Solo andando oltre al puro adempimento dell’applicazione di procedure vincolate ai risultati amministrativi, con uno sguardo orientato a diffondere il benessere organizzativo, si originerà una nuova cultura basata sulla capacità di ognuno di farsi carico della propria missione, di definire autonomamente i propri obiettivi operativi, di essere proattivi, senza dover aspettare in modo passivo indicazioni e prescrizioni, di percepire il proprio ruolo come un contributo alla creazione di valore, per migliorare le performance attese e nel contempo costruire un nuovo, dinamico e incisivo ruolo della Pubblica Amministrazione all’interno del sistema Paese. E di questo il Management pubblico ne deve acquisire piena consapevolezza: recuperare la rilevanza della sua missione, la centralità del suo ruolo e coglierne i valori e il senso profondo. L’azione del Management pubblico, oltre che orientata a ben applicare i tradizionali strumenti di carattere gestionale, può saper generare, all’interno dell’azienda, un buon clima organizzativo, quale condizione indispensabile al perseguimento delle migliori performance, facendo di tali

È fondamentale che la dirigenza oltre a garantire la gestione ordinaria esprima anche nuove competenze di natura aspecifica, dotandosi di strumenti innovativi di governo delle relazioni umane di prevenzione dello stress lavoro-correlato e di composizione dei conflitti TEME 7/8.15

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nuovi valori codici manageriali da trasmettere.

2. Una discussione, dove ognuno espone senza timore il proprio punto di vista, è certo più gratificante e più produttiva di una qualsiasi altra situazione in cui si aderisce passivamente a ciò che non si crede o non si accetta. Un dirigente preparato dovrebbe evitare di premiare il consenso o pretendere un processo di emancipazione del gruppo

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2.2 - Il ruolo del consulente nella creazione di benessere organizzativo La miglior forma d’intervento di prevenzione dello stress è una ristrutturazione organizzativa condivisa dai lavoratori. Come si è detto, perché questa sia veramente efficace deve sin dall’inizio tenere conto delle necessità relazionali del singolo e del gruppo di lavoro. Infatti, il rischio maggiore, quando si attuano interventi mirati a prevenire o arginare lo stress nei contesti lavorativi, è quello di farlo con la medesima modalità che ha prodotto il problema, ossia di concepire la persona solamente in chiave strumentale. Occorre invece considerare che le carenze organizzative non vanno mai da sole: si combinano il più delle volte a dinamiche intra-gruppo assai povere, superficiali, improntate al mantenimento delle gerarchie di potere. In queste situazioni, se un membro del gruppo cerca di esprimere alternative alle modalità di lavoro tipiche delle situazione, per quanto produttive o interessanti possano essere, rischia di essere percepito come un semplice sovversivo, come se egli tentasse di mettere in discussione un tacito, implicito accordo, sulle modalità di affrontare il problema, creatosi all’interno dell’organizzazione, che purtroppo viene ottusamente difeso anche di fronte ad una sua chiara inefficacia (2). Un sistematico scoraggiamento dell’inventiva e del contributo personale si verifica in molti contesti lavorativi ed è collegato all’insorgere di manifestazioni di stress evidenti. In questi casi, il lavoratore propositivo accumulerà una frustrazione sempre maggiore, dovendo reprimere le proprie idee, per difendersi da un gruppo arroccato in posizioni difensive. È evidente che ciascun lavoratore può trovarsi di volta in volta nelle due situazioni: proporre, senza riuscirvi, delle innovazioni, oppure opporsi collegialmente ad esse. Entrambe hanno

un costo altissimo in termini di disagio e di allontanamento dai risultati concreti. Per questo si ritiene necessario che l’intervento diretto sul gruppo preveda la presenza di professionisti, esterni al gruppo stesso, anche se non necessariamente all’organizzazione, di sostegno al Management, con funzione di consulenza tecnico/ operativa alla soluzione dei problemi. Questo tipo di supervisione per essere veramente tale, deve: • agire in modo neutrale, non esprimendo giudizi e valutazioni e non intervenendo sui contenuti; • mantenere il gruppo focalizzato sul compito di analisi; • suggerire a tutti la modalità migliori per partecipare e per procedere nell’analisi; • proteggere gli individui dagli attacchi personali; • mantenere fluida la comunicazione. Il successo dell’intervento di questi professionisti può essere misurato a livello del gruppo attraverso alcuni segnali. La situazione ottimale si ottiene se: • il supervisore viene percepito giusto ed imparziale; • i partecipanti si sentono coinvolti e utilizzati al massimo; • i problemi sono affrontati da tutti apertamente; • sono utilizzati gli strumenti e le conoscenze tecniche per favorire il lavoro di gruppo e quello di analisi della situazione organizzativa; • tutti si sentono responsabili di quanto accade; • il gruppo si esprime chiaramente su come si procederà per migliorare la situazione organizzativa: chi deve fare cosa e quando. L’intervento del “supervisore allo stress lavorativo” può iniziare esplicitando la concezione dello stress di cui egli è portatore e procede inducendo un dialogo aperto sulle situazioni di stress, che si incontrano nella vita quotidiana e sulle modalità che cia-


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scun membro del gruppo utilizza per affrontarle. Tutto ciò al fine di portare alla luce la visione che il gruppo ha della propria situazione organizzativa e del proprio stress. Fondamentale in questa fase ottenere la progressiva partecipazione attiva di tutti. I partecipanti a questo tipo d’iniziative potranno così esprimere i loro punti di vista su come dividere il tempo dell’intervento e cosa desiderano ottenere tramite l’azione del supervisore. Ovviamente, è necessario che egli tenga adeguatamente conto delle resistenze al cambiamento del gruppo stesso. In caso contrario, il rischio è che il gruppo percepisca la sua presenza come un messaggio da parte dell’organizzazione il cui significato fondamentale è: “Noi vi offriamo quest’opportunità per risolvere i vostri problemi di stress, vedete di utilizzarla produttivamente, perché d’ora in poi ne sarete considerati responsabili in prima persona” (Dryden e Palmer 1995). L’intervento del supervisore sullo stress non è semplice e non potrà consentire da parte sua nessuna distanza. L’operatore di un tale intervento sarà profondamente implicato, addirittura impegnato nel tessuto di relazioni, che si costituiranno tra lui, il gruppocliente e le occasioni di stress che esso esprime e manifesta. Per raggiungere un tale obiettivo il supervisore deve innanzitutto aiutare il gruppo-cliente a formulare la propria domanda e a precisarla (Cifiello 1992). Il suo primo compito sarà di far ruotare la domanda d’intervento, spesso troppo generica o troppo mediata dall’organizzazione, verso il gruppo che l’ha posta, per far emergere gli elementi di crisi a esso specifici. 3 - Verso l’operatività: un progetto di Osservatorio permanente di ricerca-intervento sullo Stress Lavoro Correlato Un’organizzazione, per essere in grado di far fronte alle problematiche legate allo stress, spesso differenti

da ambiente ad ambiente, dovrebbe disporre di un Osservatorio strutturato in grado di elaborare e applicare metodologie di ricerca-intervento (Minardi e Cifiello 2005) al fine di leggere le realtà lavorative e monitorare il clima organizzativo. Si tratterà di applicare metodologie di ricerca sociale e psicologica, di analisi del clima organizzativo e della percezione dei lavoratori del vissuto all’interno della rete sociale dell’organizzazione oggetto di attenzione (Borghi, Grandi 2013), al fine di coglierne i segnali attraverso indicatori leggibili da parte del Management, per consentire poi di tradurre gli esiti delle indagini in politiche concrete e trasparenti di miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia lavorativa. Questi principi ispiratori rappresentano la guida orientativa del progetto di Osservatorio verso traiettorie integrate di: 1. Facilitazione a livello individuale e collettivo dell’acquisizione della cultura della sicurezza e di sani stili di vita, come principi fondamentali, indipendentemente dai ruoli e dalle mansioni ricoperte, nella vita professionale, ma anche in quella privata. 2. Creazione e supporto nella crescita

La mancata realizzazione di una buona cooperazione tra singolo e organizzazione aziendale può comportare numerosi problemi per entrambe le parti: di carattere economico (riduzione della produttività, conflitti interni, forti tensioni) e di carattere psico-somatico (derivanti da fenomeni quali sindrome da burn-out, mobbing) TEME 7/8.15

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3. D.Lgs. 81/2008 e s.i.

4. Va ricordato che i pacchetti formativi preconfezionati da Agenzie esterne non tengono conto il più delle volte delle specificità che connotano un ambiente lavorativo, segnatamente sanitario, ciò determina un’inefficace e inefficiente formazione

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della cultura organizzativa da parte dirigenziale, accanto alla promozione di una cultura orientata alla partecipazione interattiva fra tutte le componenti dell’organizzazione. 3. Realizzazione di percorsi di formazione sulla prevenzione per la sicurezza, del rischio lavorativo e in particolare dello SLC. Segnatamente in un’organizzazione sanitaria (ASL, Ospedale etc) questo aspetto deve essere orientato anche allo sviluppo sostenibile dell’organizzazione stessa, per la garanzia e la promozione del benessere della società nel suo insieme. Progettazione formativa, che non può prescindere dalla componente comunicativa. Ricordiamo che la normativa vigente in tema di prevenzione e protezione dai rischi nei luoghi di lavoro (3) pone particolare enfasi sulla creazione di network per lo scambio fra i soggetti attori della prevenzione e della sicurezza (datore di lavoro, dirigenti, preposti, RSPP, ASPP, RLS, medico competente, addetti alle emergenze, organi di vigilanza ecc.), al fine di creare un sistema corretto ed esauriente di trasmissione e di ricezione delle informazioni e di consentire a ogni figura istituzionale di agire coerentemente il proprio ruolo (4). 4. Monitoraggio del clima organizzativo e segnatamente la rilevazione dei segnali di disadattamento/ disagio, a cui consegue la diagnosi e l’intervento o collettivo o individuale. Attraverso l’organizzazione di un Osservatorio permanente di ricerca-intervento sullo stress lavorativo, l’organizzazione segnala innanzitutto la propria volontà e il proprio costante impegno per una piena tutela della salute, dell’integrità e della dignità della persona.La formazione e l’informazione sui temi dell’intervento e della prevenzione dello SLC è purtroppo spesso considerata un onere, piuttosto che il tassello centrarle di un quadro progettuale, in grado di facilitare la creazione di un ambiente lavorativo efficace, efficiente e non stressogeno. Fondamentale

la cura per la comunicazione (Bucchi, Naresini 2001). È attraverso una corretta comunicazione che l’organizzazione formerà i propri lavoratori. È attraverso la corretta comunicazione che essa adempirà in maniera trasparente ai propri compiti manageriali. È infine sempre attraverso quella corretta comunicazione che i lavoratori potranno costruire relazioni proattive e assertive fra pari e col Management. Ma una corretta comunicazione segue canoni metodologici precisi e non sempre immediati, che possono essere insegnati e appresi, proposti e richiesti, e senza i quali è come viaggiare su un treno senza binari. Queste fondamentali competenze, in particolare la metodologia della formazione e della comunicazione, trovano nella psicologia, nella pedagogia e nella sociologia le basi non altrimenti reperibili per un’autorevole gestione dei processi ad essi sottesi. Qui di seguito esporremo alcune considerazione più operative per un progetto fin qui delineato nei temi generali. 4- Aree d’intervento Da questi assunti preliminari, la ricerca intervento che può essere proposta ai vertici aziendali, si articola su due aree complementari, ma integrate. 4-1 - Area del monitoraggio del clima organizzativo e della valutazione sociale della popolazione lavorativa La formazione in tema di salute, sicurezza sul lavoro e benessere organizzativo è notoriamente strettamente legata a un processo double-loop di formazione e responsiveness. A tal proposito si ritiene importante pensare e strutturare nel progetto un sistema di valutazione (Morin et Al. 2004) organizzativa e sistemica al fine di misurare costantemente il gap fra competenze individuali/ di team e aderenza alle procedure e ai sistemi organizzativi in un flusso circolare di adattamento reciproco sulla base della learning organization. In linea con questa visione, è opportuno garantire un sistema integrato e univoco di raccolta e monitoraggio degli


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indicatori rappresentativi di queste dinamiche che, valutati unitariamente, concorrono a generare il panorama di contesto per la ricerca-intervento. Nel contesto, è importante che i dati provenienti dalla metodologia di valutazione del rischio SLC (Magnavita 2008; Angelini 2013), vengano integrati da altri flussi provenienti da fonti diverse:  Che da un lato consentano un’analisi approfondita delle dinamiche organizzative e comunicative aziendali (le chiameremo Fonti indirette),  Che dall’altro, permettano di dimensionare la percezione soggettiva della popolazione lavorativa rispetto alle dinamiche organizzative e di definire le reti comunicative e relazionali informali entro l’ambiente lavorativo (Fonti dirette). Fra le Fonti indirette è possibile annoverare ciò che emerge dai seguenti documenti:  Il sistema di valutazione del personale di comparto, dei quadri e dei dirigenti aziendali.  Le segnalazioni e considerazioni susseguenti alle attività del Comitato unico di Garanzia (CUG).  Le valutazioni e segnalazioni provenienti dallo staff di Governo Clinico in tema d’incident reporting e sicurezza dei pazienti, come indicatore indiretto del clima aziendale.  Le segnalazioni e i contenziosi registrati dall’Ufficio Relazioni col Pubblico, come indice di contrasto nella pratica clinica.  Il sistema di rilevazione del fabbisogno formativo in relazione alle esigenze sistemico-organizzative. Fra le Fonti dirette d’informazioni si possono prevedere, se non già presenti:  Questionari e interviste di gruppo o semi-strutturate.  Focus Group e gruppi di miglioramento.  Discussione e confronto in gruppi omogenei o misti.  Safety Walk Around (SWR) ( 5 ) e World Cafè.  Uno sportello di ascolto del disagio

SLC in ambito personale/ lavorativo.  Le segnalazioni e i contenziosi registrati dai flussi dedicati al monitoraggio dei fenomeni di prepotenza e vittimizzazione subita o prodotta dagli operatori.  Dati informali riferiti dai lavoratori in occasione di sopralluoghi, riunioni, incontri finalizzati alla tematica o ad altro titolo. 4-2 - Area della prevenzione del disagio e del rischio, della promozione del benessere e della cultura della sicurezza, degli stili di vita sani e sicuri È risaputo che i ritmi e le dinamiche sociali odierne sottopongono tutti noi a sforzi di adattamento psico-fisico molto elevati, sia nel mondo vitale, sia nel contesto organizzativo e che il vissuto sociale ambientale e ruolo sociale organizzativo non sempre si armonizzano, generando conseguenze variabili a seconda dei sistemi protettivi di coping e delle risorse disponibili per ogni persona (Cifiello 1997). Si è già detto che questo progetto fa propria una concezione per cui la responsabilità sociale o mission di un’azienda, segnatamente se sanitaria, è attuare azioni volte a educare e promuovere costantemente stili di vita sani e sicuri, da adottare non solo in ambiente professionale, ma anche in ambiente vitale. Tematiche come la lotta all’obesità, le dipendenze patologiche anche legali (Alcol e Tabacco), la promozione di sane abitudini alimentari, ossia di comportamenti positivi per sé e per gli altri, sono piattaforme sulle quali conviene costruire e perseguire progetti anche per una funzione educativa indiretta verso la società. Quest’area si arricchisce in questo modo non solo di una funzione preventiva rispetto a patologie che limitano la capacità produttiva delle persone (6), ma assume anche un’elevata valenza psicologica, pedagogica e sociologica, in termini di aumento del sentimento di appartenenza delle persone al proprio ambiente di lavoro. In questa direzione, fondamentale

5. Nei SWR un Team Aziendale promuove incontri di intervista di gruppo dei lavoratori presso i Reparti/Servizi con lo scopo di rilevare, in modalità bottom-up, le criticità tecniche e organizzative in tema di sicurezza sul lavoro e percezione del rischio. Tali rilevazioni rappresentano la base di partenza per la pianificazione di azioni di miglioramento tese a eliminare o a ridurre gli elementi critici evidenziati

6. Cfr. NIOSH, 2008; EU-OSHA 2002,2010,2014

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gestione

AA.VV. (2009) Correlazione fra soddisfazione lavorativa e fattori di stress, burnout e benessere psicosociale tra infermieri che lavorano in differenti ambiti sanitari” Giornale Italiano di Medicina del Lavoro, v. 31, n. 1: A36-A44 AA.VV. (2010) Job Stressors and Coping Mechanisms among Emergency Dep.t Nurses in the Armed Forced Hospitals of Taiwan International Journal of Human and Social Sciences Angelini L. (2013 a cura di) La prevenzione dei rischi da stress lavoro correlato: profili normativi e metodiche correlate, Atti del Convegno, UNIURB Avallone, F., Bonaretti M. (2003) Benessere organizzativo. Per migliorare la qualità del lavoro nelle amministrazioni pubbliche, Roma, Rubettino Editore Bocchi G. e Ceruti M. (2007) La sfida della complessità, Milano, Bruno Mondadori Borghi V. e Grandi S. (2013 a cura di) Cosa vuol dire essere sicuri? Milano, Franco Angeli Bucchi M., Neresini F. (a cura di 2001) Sociologia della Salute, Roma, Carocci Cifiello S. (1992) Formazione, analisi dello stress e qualità dei servizi sociali, Sociologia del lavoro, n. 44 Cifiello S. (1997) Stress lavorativo, Personale e risorse umane, n. 411 Cifiello S. (2004) Strumenti di rilevazione e intervento nelle situazioni di stress lavorativo. Ricerche fra le professioni del sociale e del terzo settore, Milano, Franco Angeli Cooper C. (1998) Theories of Organizational Stress, Oxford Dryden W. e Palmer S. (1995) Counselling for Stress Problems, London, Sage European Agency for Safety and Health at Work (2014) Campaign Guide 2014/2015 European Agency for Safety and Health at Work (2002) E-Facts Mental Health promotion in the Health Care Sector European Agency for Safety and Health at Work (2010) European Survey of Enterprises on New and Emerging Risks. Managing safety an health at work Hess R. (1981) La sociologie de l’intervention, Paris, Puf Jaques E. (1974) Autorità e partecipazione nell’azienda, Milano, Angeli (edizione originale 1951) Lewin K. (scritti di), a cura di P. Colucci, La teoria, la ricerca, l’intervento, Il Mulino, Bologna, 2005 Magnavita N. (2008) Strumenti per la valutazione dei rischi psicosociali sul lavoro, Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, n. 1 Minardi E., Cifiello S. (a cura di) (2005) Ricercazione.Teoria e metodo del lavoro sociologico, Milano, Angeli Morin E. et alt. (2004) Educare per l’era planetaria. Il pensiero complesso come metodo di apprendimento, Milano, Armando Editore NIOSH CDC (2008) Exposure to Stress. Occupational Hazards in Hospitals Pratt D. (2000) Creating healthy organizations, CMA Management

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Bibliografia

sarà l’organizzazione di uno Sportello di ascolto psicologico interno all’azienda, rivolto a quei lavoratori che esprimono disagio nell’ambiente di lavoro. Percorso volontario che avrà una funzione supportiva e preventiva di disagio psicologico più grave e sarà volto a precedere l’eventuale accesso al medico competente e utile nel tentativo di risolvere le problematiche fonte di disagio al fine di una positiva ricollocazione al lavoro. Il quadro che si genera dalla collocazione di tutti i tasselli provenienti dall’area di osser-

vazione andrà a costituire la base decisionale, strategica, programmatoria e operativa degli interventi. La condivisione e il pieno coinvolgimento della direzione aziendale rappresentano però la conditio sine qua non per concretizzare le finalità del presente progetto. 5 - Conclusioni Un lavoro è buono se: • si fonda su un ampio e articolato tessuto di informazioni, che lo attraversa in tutte le sue fasi; • si esplicita in un insieme di compiti possibili e attuabili con un inizio, una fine e un’utilità esterna a sé o al gruppo di lavoro; • si esplicita in una relazione interindividuale in cui anche la dimensione immaginaria, di auto-conferma, trova una sua attuazione in momenti in cui si sta bene assieme. Intervenire su questi temi per migliorare la qualità del lavoro è oggi uno dei compiti fondamentali dei dirigenti di un’organizzazione. Essi però possono chiedere l’aiuto a professionisti interni o esterni, che opereranno come facilitatori dei gruppi di lavoro. Al contrario, estremamente deleterio un tentativo di auto-riforma del lavoro condotto dai soli lavoratori. Le organizzazioni complesse necessitano di un apparato di governance per poter adempiere in maniera efficace e efficiente alle finalità poste dalla loro mission. Esse sono costrutti antropologici che agiscono le dinamiche psico-sociologiche degli individui e dei gruppi in un contesto multidimensionale, che non prescinde però dalle relazioni e dagli assunti culturali (Bocchi, Ceruti 2007). La sociologia e la psicologia sono le discipline in grado di leggere le dinamiche che intervengono nelle relazioni e di restituire ai dirigenti, investiti della responsabilità della governance, gli elementi necessari per esercitare consapevolmente e autorevolmente il proprio compito decisionale, rendendolo coerente con le finalità specifiche dell’organizzazione.


accordo quadro

Gli Accordi Quadro: obbligo generale di utilizzo degli strumenti telematici messi a disposizione da Consip SpA In Italia, la Pubblica Amministrazione (PA), è da diversi anni coinvolta nel “programma per la razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi”, gestito da Consip SpA1, braccio operativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) che ne determina missione, obiettivi strategici ed organizzazione. Il progetto di Consip nasce nel 1999, quando il MEF effettua una analisi sulla spesa della PA, che fa emergere delle rilevanti criticità2: 1. differenze nei prezzi di acquisto 2. lunghe procedure di approvvigionamento 3. livelli di servizio dei fornitori migliorabili 4. necessità di sviluppare e diffondere nuove tecnologie 5. carenza di dati analitici di spesa In questo contesto Consip diviene una Amministrazione Aggiudicatrice, all’interno della quale sono esternalizzate le procedure di acquisto della PA, non mutando l’obbiettivo da raggiungere (l’aggiudicazione di beni e servizi nel rispetto della normativa vigente), ma il processo percorso, attraverso l’accentramento dei fabbisogni e l’inevitabile creazione di economie di scala. Il fine ultimo è rendere più efficaci ed efficienti le risorse disponibili migliorandone la gestione. Il Codice degli Appalti, D.Lgs n. 163 del 2006, che recepisce la Direttiva Europea del 31 marzo 2004, n. 2004/18/CE3, introduce degli “istituti innovativi” tra cui l’accordo quadro. Lo scopo è rendere le procedure di acquisto ripetitive più flessibili, ma pur sempre garantendo trasparenza e concorrenzialità. L’articolo 59 recita “Le stazione appaltanti possono concludere accordi quadro... le stazioni

appaltanti seguono le regole di procedura previste... la durata... non può superare quattro anni”. Tale strumento è un accordo concluso tra PA e fornitore, con condizioni base stabilite, come prezzo, qualità e quantità del prodotto, da Consip SpA attraverso una preventiva negoziazione a seguito di bando pubblico. Nell’ottica del programma di razionalizzazione degli acquisti della P.A. l’accordo quadro nasce dall’esigenza di accorpare l’acquisizione di beni e servizi omogenei, aventi carattere di ripetitività e costanza nel tempo. In un primo momento il Legislatore non impone alla PA l’utilizzo di tali innovativi strumen ti telematici, consentendo di continuare a percorrere la strada delle procedure di scelta del contraente per così dire tradizionali. La situazione a livello di transato muta radicalmente a seguito dell’introduzione della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (art. 1 comma 449 – legge finanziaria per l’anno 2007). Infatti in ossequio al suddetto disposto normativo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con proprio decreto, individua le tipologie di beni e servizi per le

Silvia Dari Docente a Contratto Diritto Amministrativo, Università di Roma “La Sapienza” Alessandro Ruggeri Capo del Servizio Amministrativo del Centro Tecnico Logistico Interforze NBC, Ministero della Difesa

1. “... società per azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF)... opera secondo i suoi indirizzi strategici, lavorando al servizio esclusivo della Pubblica Amministrazione...” fonte www.consip.it

2. Intervista Dr. Paolo Rella, Consip spa, www.consorziomipa.it

3. Relativa al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi

Nell’ottica del programma di razionalizzazione degli acquisti della P.A. l’accordo quadro nasce dall’esigenza di accorpare l’acquisizione di beni e servizi omogenei, aventi carattere di ripetitività e costanza nel tempo TEME 7/8.15

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accordo quadro

Bibliografia e sitografia

quali tutte le amministrazioni centrali e periferiche dello Stato4 sono tenute per il così detto vincolo di obbligatorietà, ad approvvigionarsi utilizzando le convenzioni quadro stipulate dalla CONSIP S.p.A. ai sensi dell’ex art. 26 della legge 23 dicembre 1999, n. 488. L’introduzione delle disposizioni normative di cui al combinato disposto dell’art. 7 d.l. 52/2012 e dell’art. 1 d.l. 95/2012, in tema di spending review, estende l’obbligo precedentemente introdotto di utilizzare a carattere generale tutti gli strumenti negoziali resi disponibili dalla CONSIP S.p.A., prevedendo, tra l’altro, la nullità dei contratti posti in essere in violazione del citato obbligo di approvvigionare beni e servizi per il tramite della predetta centrale di committenza nazionale. Si pensi che nel 2012 Consip riesce a gestire 4 Accordi Quadro con 24 Appalti

Andrea Appolloni, Domenico Ferrari (2014), chapter: Il Programma di Razionalizzazione della Spesa Pubblica nella Sanità. Il Caso Consip, Publisher: ETS, Pisa, Editors Marco Frey, Marco Meneguzzo, Gloria Fiorani, book: La sanità come volano dello sviluppo economico Fabrizio D’Ascenzo (2002), Public e.procurement. Analisi di una modalità innovativa di approvvigionamento delle amministrazioni pubbliche in un’ottica di razionalizzazione della spesa ed incremento dell’efficienza, Edizioni Kappa Silvia Dari (2014), E.Procurement e reingegnerizzazione dei processi in sanità, TEME 5/6 2014 Sergio Foà, Luca Fascio (2011), L’accordo quadro negli appalti pubblici tra nuove tecniche di committenza e modelli contrattuali aperti http://www.centroestero.org/business/repository/12_05_2011_12_29_ accordo-quadro-appalti-europei.pdf Stefano Tremolanti (2013), Consip nel nuovo contesto normativo, Atti del Convegno “MePAIE 2013”, Cremona 28/02 – 01/03 2013 www.acquistinretepa.it www.codiceappalti.it www.consip.it www.consorziomipa.it

4. Ad eccezione degli Istituti e Scuole di ogni ordine e grado, delle Istituzioni Educative e delle Istituzioni Universitarie

5. Tremolanti (2013)

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specifici pubblicati dalle Amministrazioni per un valore totale a base d’asta di oltre 53 milioni di euro5. I vantaggi che ne scaturiscono sono molteplici per tutti gli attori coinvolti. Da un lato I fornitori hanno: rapporti più trasparenti con la PA; tempistiche delle procedure di gara ridotte; una maggiore conoscenza del mercato che gli permette di analizzare le richieste dei clienti ed i concorrenti, acquisendo così la capacità di migliorare i prodotti offerti. Dall’altro le PA possono godere di economie di scala, semplificare le procedure amministrative, migliorare il rapporto qualità/ prezzo grazie alla concorrenza tra i fornitori, avere maggior garanzia per la presenza di fornitori pre selezionati, riduzione dei tempi di approvvigionamento.

www.mef.gov.it www.osservatori.it


le aziende informano

Il mondo di Accord Healthcare

Mentre le aziende farmaceutiche indiane cercano di diventare operatori globali, la maggioranza di esse sono state attirate principalmente dagli Stati Uniti. “Ad oggi, siamo probabilmente l’unica società indiana ad avere un impatto ed una influenza pan-europea”, ha dichiarato Binish Chudgar, vicepresidente e Managing Director di Intas Group (il gruppo multinazionale a cui fa capo Accord Healthcare) al Generics Bullettin, mentre James Burt, Executive Vice President Europe di Accord durante una intervista esclusiva al Notiziario Generic, ha affermato: ”Siamo qui per il lungo termine”. Dopo aver affermato la propria posizione in Europa principalmente attraverso prodotti ospedalieri iniettabili come i farmaci oncologici, Accord sta ora “ampliando e approfondendo” le sue vendita al dettaglio in tutta Europa sotto la guida di Michael Cann Vice President Europe Retail Generics, che si è unito al Top Management. La strategia di crescita di Accord in Europa si basa su diversi punti di forza competitivi. Capitalizzare l’integrazione verticale In primo luogo, l’azienda sta capitalizzando sull’ integrazione verticale offerta dalla Capogruppo Intas. Questo comprende un team di sviluppo del prodotto composto da 400 -scienziati, la sua CRO (Contract Research Organization) Astron presente in Azienda, la produzione di API (Active Pharmaceutical Ingredients) per molecole strategiche e due stabilimenti di produzione su larga scala in India, che sono stati accreditati dall’Unione Europea e dalle Autorità Americane, come pure il primo impianto Biofarmaceutico Indiano con l’approvazione delle GMP Europee.

In secondo luogo, Accord sta sfruttando la sua posizione di forza nel settore oncologico in Europa per spingere in altri segmenti i gli iniettabili, e in terzo luogo, l’azienda sta alimentando un ulteriore crescita sviluppando la sua vasta pipeline di prodotti, con l’obiettivo di raddoppiare le sue attuali 2.500 linee di prodotto entro il 2017. All’interno di questa pipeline vi sono diversi farmaci generici differenziati, biosimilari e marchi di specialità. Possedendo tutte le fasi dello sviluppo farmaceutico e il processo di produzione, Accord può portare i farmaci ai pazienti più velocemente, con alta qualità, abbattimento dei costi e maggiore innovazione rispetto ai competitors. Va sottolineato che l’aver integrato verticalmente i processi interni - che vanno dalla chimica di processo, alla ricerca clinica alla produzione di materie prime, al controllo di qualità, alla farmacovigilanza e alle funzioni

Sfruttando la sua forza in oncologia, Accord ha recentemente avviato la fase successiva del suo percorso strategico introducendo il primo biosimilare, Accofil (Filgrastim), dopo l’approvazione UE nel settembre dello scorso anno. Preso atto che questo è stato il primo biosimilare approvato dall’UE di origine indiana TEME 9.10

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le aziende informano

regolatorie- non è cosa comune nelle aziende di farmaci generici. Le attività di ricerca e sviluppo sono state adattate a innovare prodotti normalmente visti come generici. L’organizzazione, costituita da uno staff di 550 persone, ha condotto ad oggi più di 5000 trials clinici, inclusi quelli dalla Fase I alla IV e studi di bioequivalenza. La produzione L’impianto di Matoda certificato ISO è stato ispezionato dalla Food and Drug Administration (FDA) nel mese di giugno 2013 e dai revisori del Regno Unito nel marzo dello scorso anno. Il sito di ZES ha superato una verifica FDA nel dicembre dello scorso anno a livello della produzione di dosi solide così pure come il controllo di qualità di sistemi solidi e iniettabili, senza alcun commento o osservazione. L’approvazione europea per la produzione Biofarmaceutica Intas del sito produttivo di Moraiya è stata rinnovata l’anno scorso, e un controllo della FDA è previsto nel prossimo futuro, dopo che la Ditta Indiana Apotex, nostro partner di Marketing Internazionale, ha accettato di fornire le informazioni necessarie sul Biosimilare del Pegfilgrastim all’Agenzia Statunitense. (Generics Bullettin,16 gennaio 2015, pagina 15). Nel giugno 2009, Accord ha aperto uno stabilimento di packaging europeo e un centro di distribuzione a Haverhill, vicino a Cambridge, nel Regno Unito. Il complesso di 13.000 mq – che ha superato l’ispezione per le GMP da parte del Regno Unito lo scorso anno, offre blister primari per compresse e capsule, compresi i farmaci per l’oncologia, nonché imballaggi secondari, come l’incollaggio degli adesivi e l’inserimento dei foglietti informativi per il paziente. Inoltre, vi sono linee automatiche dedicate alla etichettatura e al confezionamento delle fiale. I Farmaci Nel settore ospedaliero, le terapie oncologiche costituiscono più della 36

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metà del portafoglio, i farmaci dell’area del sistema nervoso centrale il 15% e gli anti-infettivi il 10%. ” Noi non ci vediamo come una Azienda di Oncologici Ospedalieri” “ ha dichiarato Burt, sottolineando che l’azienda sta ampliando la sua offerta di prodotti parenterali; “Inoltre, abbiamo 30 lanci al giorno in Europa per i prossimi cinque anni “, ha rivelato Burt, evidenziando le opportunità in nicchie come i trattamenti contro l’HIV. Sfruttando la sua forza in oncologia, Accord ha recentemente avviato la fase successiva del suo percorso strategico introducendo il primo biosimilare, Accofil (Filgrastim), dopo l’approvazione UE nel settembre dello scorso anno. Preso atto che questo è stato il primo biosimilare approvato dall’UE di origine indiana, Accord sta costruendo medical-affairs e infrastrutture di marketing per supportare ulteriori lanci di biosimilari, Intas ha un ampio portafoglio di biosimilari e una pipeline di 11 farmaci biologici, tra cui Etanercept) che la Società ha lanciato con il nome Intacept in India all’inizio dell’anno. “I Biosimilari sono chiaramente parte del nostro futuro,” ha dichiarato Burt. Accord sta fissando l’obiettivo del suo primo lancio di un biosimilare di un anticorpo monoclonale nel 2017, poco dopo che l’azienda avrà introdotto il suo primo marchio di specialità nel 2016. In conclusione, si può senz’altro sostenere che Accord Healthcare abbia la volontà e le capacità di giocare un ruolo fondamentale nei mercati, tra cui l’Italia, dove la richiesta di nuove risorse necessarie per far fronte a Farmaci innovativi è sempre più pressante, attraverso l’offerta di Farmaci di Alta Qualità a prezzi competitivi e in settori chiave come l’Oncologia, l’Infettivologia e soprattutto, nel settore dei Biosimilari, sicuramente i più importanti generatori di risorse economiche dei prossimi anni. (tratto da Generics Bullettin n°223 del 5 giugno 2015)


gli esperti rispondono

Sul ricorso al Tar in caso di contestazione di più lotti. Un nostro lettore ci chiede di sapere se, in presenza di una gara suddivisa in lotti, il concorrente che voglia presentare ricorso al Tar, debba presentare un unico ricorso oppure ne debba presentare tanti quanti sono i lotti. Com’è noto agli operatori del settore, le pubbliche gare spesso sono suddivise in una pluralità di lotti, che possono essere aggiudicati a diverse ditte e succede, nella pratica, che un concorrente voglia presentare, ad esempio, un ricorso al Tar per contestare l’aggiudicazione di alcuni lotti in favore di altri concorrenti. In altri termini, il concorrente può promuovere un ricorso in base ad un motivo comune a tutti i lotti, ad esempio perché si rileva un vizio nella composizione della commissione di gara; oppure con motivi di ricorso che sono specifici per ciascun lotto: ad esempio si potrebbe chiedere l’annullamento dell’aggiudicazione di un lotto perché l’aggiudicatario ha presentato una dichiarazione falsa e di un altro lotto per difformità dell’offerta tecnica rispetto alle previsioni del capitolato di gara. La giurisprudenza più recente e ormai prevalente ritiene inammissibile il ricorso che investe le aggiudicazioni di diversi lotti, ciascuno dei quali costituisce un’autonoma gara e si conclude con una distinta aggiudicazione sostenuta da specifiche ragioni; tale orientamento si è sviluppato soprattutto a partire da quanto statuito in materia di ammissibilità della proposizione di un ricorso cumulativo nella sentenza della Sez.IV del Consiglio di Stato n.4305 del 26.8.2014. Le uniche ipotesi in cui la giurisprudenza prevede che il ricorso cumulativo possa essere considerato ammissibile sono quelle

nelle quali ricorrono congiuntamente i requisiti della identità di situazioni sostanziali e processuali, che le domanda siano identiche nell’oggetto e che gli atti impugnati abbiano lo stesso contenuto e della identità di censure. La pronuncia del Consiglio di Stato sopra richiamata, inoltre, formula considerazioni di carattere generale su questo tema: “la tensione dell’ordinamento processuale generale e di quello amministrativo in particolare verso il “simultaneus processus” costituisce principio consolidato che non può essere messo in dubbio. Esso trova fondamento in più esigenze (esemplificativamente: non aggravare la posizione del ricorrente costringendolo ad intraprendere più iniziative processuali; semplificare l’iter processuale; risparmiare tempo ed “energie” giudiziarie; favorire la cognizione unitaria di vicende identiche etc). Il limite negativo, riposa nell’esigenza di non complicare la vicenda processuale, cumulando la trattazione di procedimenti che poco o nulla hanno in comune tra loro, se non la identità delle parti processuali. Ulteriore considerazione degna di nota, poi, è quella che, muovendo dalla attuale disciplina del contributo unificato, riposa nella necessità di evitare che strumentalmente proponendo ricorsi cumulativi senza che sussistano le ragioni giustificatrici di tale opzione, si venga ad eludere il detto regime”. (vedasi anche più recentemente: Tar LazioRoma, 13.3.2015, n.4164; T.A.R. Campania-Napoli, 19.5.2015, n. 2782; T.A.R. Campania-Napoli,

18.5.2015, n. 2758; T.A.R. LazioRoma, 15.5.2015, n. 7131). Tale orientamento solleva molte perplessità soprattutto sotto il profilo pratico: stabilire che una ditta, salvo le eccezioni sopra richiamate, dovrà presentare tanti ricorsi quanti sono i lotti di partecipazione comporterà ad esempio che essa dovrà corrispondere il cd. contributo unificato per ciascun ricorso e che il numero complessivo degli atti processuali crescerà in modo assai rilevante, con moltiplicazione di attività di varia natura ( notifiche, depositi, fissazione udienze ecc…); con ovviamente aumento del carico di lavoro della difesa della stazione appaltante, parte resistente in giudizio. Tale orientamento suscita molte perplessità soprattutto sotto il profilo pratico: sostenere che una ditta, a parte le eccezioni appena richiamate, debba presentare tanti ricorsi quanti sono i lotti di partecipazione comporta, ad esempio, la corresponsione, a suo carico, del cd. contributo unificato per ciascun ricorso, una crescita assai rilevante del numero complessivo degli atti processuali, la moltiplicazione di attività di varia natura ( notifiche, depositi, fissazione udienze ecc…) e, ovviamente, l’aumento del carico di lavoro della difesa della stazione appaltante, parte resistente in giudizio. A noi sembra che tutto ciò vada nella direzione opposta rispetto ad un’esigenza di semplificazione e razionalizzazione dell’attività della pubblica amministrazione nel suo complesso.

Monica Piovi Piero Fidanza PA Consultant

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juris aula in collaborazione con

Osserva il Collegio che la stazione appaltante – quando il bando prevede l’ammissione esclusivamente delle imprese che hanno prodotto negli anni precedenti un determinato fatturato non globale, ma specificamente attinente a rapporti identici o analoghi a quello da instaurare in esito al procedimento - persegue lo scopo di assicurarsi che l’impresa aggiudicataria dia un affidamento tecnico tale da evidenziare in modo obiettivo l’affidabilità dell’appaltatore. Si tratta di una scelta corrispondente a quella del «buon padre di famiglia», il quale restringe la scelta fra coloro di cui conosce precedenti esperienze positive, escludendo altri, spesso in grado di praticare un prezzo più basso, che non appaiono ugualmente affidabili. In questi casi, quindi, la stazione appaltante non richiede un requisito di natura finanziaria (per la quale si provvede, ad esempio, con il richiamo al fatturato globale), ma un requisito di natura tecnica (consistente nel possesso di precedenti esperienze che consentono di fare affidamento sulla 38

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capacità dell’imprenditore di svolgere la prestazione richiesta). L’avvalimento di un tale requisito di natura tecnica non può essere generico (e cioè non si può limitare, come nella specie, ad un richiamo ‘meramente cartaceo o dichiarato’ allo svolgimento da parte dell’ausiliaria di attività che evidenzino le sue precedenti esperienze), ma deve comportare il trasferimento, dall’ausiliario all’ausiliato, delle competenze tecniche acquisite con le precedenti esperienze (trasferimento che, per sua natura, implica l’esclusività di tale trasferimento, ovvero delle relative risorse, per tutto il periodo preso in considerazione dalla gara). Ragionando diversamente, il contratto di avvalimento avrebbe, nel caso di specie, un contenuto totalmente astratto. Infatti, il contributo dell’ausiliario consisterebbe nella sola partecipazione (se del caso, sotto il profilo risarcitorio) alla garanzia per eventuali insufficienze delle prestazioni svolte, ma senza fornire alcun contributo oggettivo perché l’opera dell’ausiliato sia migliorata come consentito dallo svolgimento di espe-

rienze pregresse, ovvero si caratterizzi per l’effettiva sussistenza di quella esperienza considerata rilevante nel bando di gara. In sostanza, ritiene il Collegio che il “prestito” del requisito in esame ha un significato solo se il relativo contratto prevede i modi – che possono essere diversi, a seconda delle circostanze, dall’affitto d’azienda alla messa a disposizione della dirigenza tecnica, ovvero alla predisposizione di un programma di formazione del personale o altro elemento comunque valutabile dalla stazione appaltante – perché l’esperienza dell’impresa ausiliaria si possa considerare effettivamente trasferita all’impresa ausiliata. (cfr. art. 49, comma 2, lett. f) d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163) Tratta da Consiglio di Stato, Sez.V, 23 febbraio 2015, n. 864, Avr s.p.a.contro il Comune di Caserta, nei confronti di s.r.l. Malegori Comm. Erminio, in proprio e in qualità di mandataria del Raggruppamento Temporaneo di Imprese con Casertana Costruzioni s.r.l. e Qatar Costruzioni s.r.l.


1. L’Amministrazione comunale indiceva una gara per l’affidamento del servizio integrato per la gestione e la manutenzione quinquennale del patrimonio infrastrutturale stradale dell’ente. Alfa partecipava alla gara e impugnava davanti al competente Tar l’aggiudicazione definitiva disposta in favore del raggruppamento temporaneo fra Beta e Gamma, cos’ come l’atto con cui la stessa Amministrazione aveva rigettato l’istanza di esercizio del potere di autotutela, formulata dalla ricorrente ex art. 243 bis del d. lgs. n. 163/2006, confermando la determinazione già adottata. 2. Il Tar respingeva il ricorso con sentenza che veniva quindi impugnata da Alfa davanti al Consiglio di Stato contestando anche la regolarità della modificazione soggettiva del raggruppamento aggiudicatario, sopravvenuta dopo l’aggiudicazione, e, in particolare, la legittimità degli atti con cui l’amministrazione appellata aveva considerato valido il contratto di avvalimento prodotto dall’aggiudicataria a causa della sua indeterminatezza che lo rendeva inidoneo a garantire la stazione appaltante circa la qualità delle

prestazioni offerte dall’impresa ausiliata. 3. Il Consiglio di Stato ha ritenuto fondata la suddetta censura, perché, osserva il Collegio, “il contratto di avvalimento di cui si tratta riguarda il requisito di partecipazione alla gara relativo al ‘fatturato specifico pregresso per rapporti analoghi’ a quello concernente la gara in esame. Osserva il Collegio che la stazione appaltante – quando il bando prevede l’ammissione esclusivamente delle imprese che hanno prodotto negli anni precedenti un determinato fatturato non globale, ma specificamente attinente a rapporti identici o analoghi a quello da instaurare in esito al procedimento - persegue lo scopo di assicurarsi che l’impresa aggiudicataria dia un affidamento tecnico tale da evidenziare in modo obiettivo l’affidabilità dell’appaltatore. Si tratta di una scelta corrispondente a quella del «buon padre di famiglia», il quale restringe la scelta fra coloro di cui conosce precedenti esperienze positive, escludendo altri, spesso in grado di praticare un prezzo più basso, che non appaiono ugualmente affidabili. In questi

casi, quindi, la stazione appaltante non richiede un requisito di natura finanziaria (per la quale si provvede, ad esempio, con il richiamo al fatturato globale), ma un requisito di natura tecnica (consistente nel possesso di precedenti esperienze che consentono di fare affidamento sulla capacità dell’imprenditore di svolgere la prestazione richiesta). L’avvalimento di un tale requisito di natura tecnica non può essere generico (e cioè non si può limitare, come nella specie, ad un richiamo ‘meramente cartaceo o dichiarato’ allo svolgimento da parte dell’ausiliaria di attività che evidenzino le sue precedenti esperienze), ma deve comportare il trasferimento, dall’ausiliario all’ausiliato, delle competenze tecniche acquisite con le precedenti esperienze (trasferimento che, per sua natura, implica l’esclusività di tale trasferimento, ovvero delle relative risorse, per tutto il periodo preso in considerazione dalla gara). Ragionando diversamente, il contratto di avvalimento avrebbe, nel caso di specie, un contenuto totalmente astratto. Infatti, il contributo dell’ausiliario consisterebbe

nella sola partecipazione (se del caso, sotto il profilo risarcitorio) alla garanzia per eventuali insufficienze delle prestazioni svolte, ma senza fornire alcun contributo oggettivo perché l’opera dell’ausiliato sia migliorata come consentito dallo svolgimento di esperienze pregresse, ovvero si caratterizzi per l’effettiva sussistenza di quella esperienza considerata rilevante nel bando di gara”. In definitiva e in buona sostanza, “ritiene il Collegio che il “prestito” del requisito in esame ha un significato solo se il relativo contratto prevede i modi – che possono essere diversi, a seconda delle circostanze, dall’affitto d’azienda alla messa a disposizione della dirigenza tecnica, ovvero alla predisposizione di un programma di formazione del personale o altro elemento comunque valutabile dalla stazione appaltante – perché l’esperienza dell’impresa ausiliaria si possa considerare effettivamente trasferita all’impresa ausiliata. Nel caso di specie, il contratto di avvalimento (..) nulla prevede a tale riguardo, sicché la doglianza proposta dall’odierna appellante si appalesa fondata”. TEME 7/8.15

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elenco fornitori

elenco fornitori 1

alime nta zio ne | r is t or az ione | at t r ez z at ur e e

manutenzione per cucine industriali

CIR food Cooperativa Italiana di Ristorazione, con 10.516 dipendenti fra cui oltre 1.200 cuochi, è una delle maggiori aziende europee nel settore della ristorazione moderna. Nata nel 1992 a Reggio Emilia, è oggi la realtà del settore più diffusa sul territorio italiano con attività in 16 regioni e 70 province e all’estero opera in Belgio, Bulgaria, Stati Uniti e Vietnam. CIR food sviluppa la propria attività in tutti i segmenti di mercato: ristorazione collettiva (scolastica, socio-sanitaria, aziendale, per militari e comunità), ristorazione commerciale, banqueting e buoni pasto. Con 969 cucine, di cui 101 pubblici esercizi, nel 2010 CIR food ha prodotto 62 milioni di pasti per un fatturato di 398,5 milioni di € di cui il 68% generato dalla ristorazione collettiva. Sede di Roma Via Tenuta del Cavaliere,1 - 00012 Guidonia - ROMA Tel. 0774/390368 - Fax 0774/392359 Sede Legale Via Nobel, 19 - 42124 Reggio Emilia - Tel. 0522/53011 - fax 0522 530100 e-mail: cir-food@cir-food.it - http: www.cir-food.it

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apparecchiature elettromedicali

Air Liquide Sanità Service, società leader nel settore dei gas medicinali e tecnici, potendo contare su una consolidata esperienza, un ampio know how e un’elevata professionalità, garantisce alla propria clientela ospedaliera l’intero processo di fornitura e di distribuzione di gas medicinali e tecnici, dalla produzione all’applicazione clinica. Air Liquide Sanità Service è partner di fiducia delle strutture ospedaliere e delle equipe mediche e chirurgiche grazie alla varietà e professionalità dei servizi e prodotti offerti: •la fornitura di gas medicinali e tecnici; i servizi ospedalieri legati alla gestione dei gas medicinali e tecnici; la progettazione e la realizzazione di impianti di distribuzione dei gas; la progettazione e la realizzazione di complesse banche criogeniche controllate con sistemi di controllo telematico; un rapporto di tipo consulenziale per la ricerca e l’elaborazione di soluzioni sempre più innovative ed efficaci. I gas medicinali prodotti da Air Liquide consentono di migliorare le cure, il comfort, il benessere e la vita dei pazienti. In ambito ospedaliero, essi servono ad eseguire diagnosi, alleviare il dolore, anestetizzare e curare. A casa, essi vengono utilizzati per assistere la respirazione del paziente. I principali gas medicinali sono: •l’ossigeno, somministrato puro in ospedale o a domicilio; il protossido d’azoto, utilizzato come anestetico o, in miscela con l’ossigeno, come analgesico; l’aria, somministrata in ospedale, in ambito chirurgico o nei reparti di pneumologia; il monossido di azoto, prescritto in ospedale nell’ambito della chirurgia cardiaca. Air Liquide Sanità Service S.p.A. Via del Bosco Rinnovato, 6 - Edificio U7 20094 Milanofiori nord, Assago (MI) - Tel. 02 40211 - Fax 02 4021533 - www.airliquidesanita.it

40 40 TEME TEME 7/8.15 4.10

Divisione Aesculap: Elettrobisturi - Apparecchiature per Videolaparoscopia - Trapani e sistemi motori Aspiratori chirurgici - Neuronavigazione Divisione Hospital Care: Sistemi per infusione e trasfusione - Accessori per linee infusionali - Pompe volumetriche peristaltiche ed a siringa - Pompe per nutrizione enterale - Sistemi automatizzati per riempimento sacche per nutrizione parenterale B. Braun Milano S.p.A. Via Vincenzo da Seregno, 14 - 20161 MILANO Tel. 02 66218.2 - Fax 02 66218 290 - Customer Service - Fax 02 66243 350 Div. Aesculap - Fax 02 66243 310 - Div. Hospital Care - Fax 02 66218 298 Div. Out Patient Market - Fax 02 66218 357 servizio.clienti@bbraun.com - info.bbitalia@bbraun.com - www.bbraun.it

•Servizi •Ecografia •Ecocardiografia •RM e TC

•Emergenza •Cardiologia •Monitoraggio •Information Technology

ESAOTE S.p.A. Via Siffredi, 58 - 16153 Genova - Tel. 010-6547.1 - Fax 010-6547275 Via Di Caciolle, 15 - 50127 Firenze - Tel. 055-4229.1 - Fax 055-434011 www.esaote.com GE Healthcare fornisce tecnologie e servizi medicali progettati per rispondere alla necessità di un maggiore accesso alle cure, e una migliore qualità e accessibilità delle stesse in tutto il mondo. GE (NYSE: GE) si occupa di cose che contano - grandi persone e grandi tecnologie che affrontano sfide difficili. Attraverso l’esperienza nell’imaging medicale, nella diagnostica, nelle tecnologie informatiche, nei sistemi di monitoraggio paziente, nella ricerca su nuovi farmaci e nello sviluppo di tecnologie dedicate alla ricerca farmacologica, nel miglioramento delle prestazioni cliniche, GE Healthcare sta aiutando i professionisti della medicina ad offrire migliori cure ai loro pazienti. Per maggiori informazioni su GE Healthcare visitare www.gehealthcare.com. GE Healthcare via Galeno, 36 - 20126 Milano - tel 02 26001111 - fax 02 26001119 www.gehealthcare.com

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apparecchiature e servizi di sterilizzazione

Divisione Aesculap Autoclavi - Containers ed accessori B. Braun Milano S.p.A. Via Vincenzo da Seregno, 14 - 20161 MILANO Tel. 02 66218.2 - Fax 02 66218 290 - Customer Service - Fax 02 66243 350 Div. Aesculap - Fax 02 66243 310 - Div. Hospital Care - Fax 02 66218 298 Div. Out Patient Market - Fax 02 66218 357 servizio.clienti@bbraun.com - info.bbitalia@bbraun.com - www.bbraun.it


elenco fornitori

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apparecchiature radiologiche ed accessori

Carestream Health nasce dallo scorporo del business medicale di Eastman Kodak Co. Offre prodotti e soluzioni a marchio Kodak per l’imaging medicale, dentale, molecolare e per la radiografia industriale: film, chimici, direct e computed radiography, sistemi RIS/ PACS, CAD, soluzioni di archivio immagini, servizi customer care e professionali.

La Boston Scientific è un’azienda a livello mondiale che sviluppa, produce e distribuisce dispositivi medici. Da oltre 30 anni la Boston Scientific si dedica al miglioramento delle procedure mediche meno invasive grazie ad un ampio e dettagliato portafoglio di prodotti, tecnologie e servizi innovativi che coprono una vasta gamma di specialità mediche. Diffusi a livello mondiale, i prodotti della Boston Scientific consentono a medici ed altri professionisti del settore di migliorare la qualità della vita dei pazienti fornendo alternative all’intervento chirurgico. Boston Scientific Spa Viale Forlanini, 23 - 20134 Milano - Italy - Tel. +39 02 269830

CARESTREAM HEALTH ITALIA Viale Matteotti 62 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) Tel 02 660981 - www.carestreamhealth.com

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arredamento | mobilio PROGETTAZIONE COSTRUZIONE ARREDAMENTI PER OSPEDALI - CLINICHE - ISTITUTI - CASE DI CURA COMUNITÀ - RESIDENZE ASSISTITE PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE BLOCCHI OPERATORI

INDUSTRIE GUIDO MALVESTIO S.p.A. Via Caltana,121 - 35010 VILLANOVA (Padova) - Italy Azienda certificata ISO 9001:2008 - ISO 13485:2003 Tel. 049 9299511 - Fax 049 9299500 - info@malvestio.it - www.malvestio.it

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articoli sanitari | dispositivi medici e prodotti farmaceutici Accord Healthcare Italia Srl Viale Colleoni, 1/3/5 Palazzo Taurus A/1 20864 Agrate Brianza (MB) Tel +39 039 642 1544 Fax +39 039 642 1540 www.accord-healthcare.it

Divisione Aesculap: Suture - Protesi vascolari - Filtri per vena cava - Sistemi totalmente impiantabili - Sostituti durali - Reti chirurgiche - Drenaggi post-operatori - Emostatici - Strumentario per chirurgia mininvasiva - Strumentario chirurgico specialistico e di base - Protesica anca e ginocchio - Osteosintesi Prodotti per colonna vertebrale - Artroscopia - Sistemi di navigazione per ortopedia e neurochirurgia - Prodotti per cardiologia interventistica e diagnostica - Prodotti per monitoraggio emodinamico - Accessori per elettrofisiologia. Divisione Hospital Care: Siringhe e cannule - Sistemi per venipuntura centrale e periferica - Sistemi per anestesia spinale, epidurale e del plesso - Cateteri uretrali - Sistemi di misurazione e drenaggio delle urine - Prodotti e presidi per nutrizione enterale e parenterale - Soluzioni infusionali e per irrigazione. Divisione OPM: Presidi per colo, ileo ed urostomizzati - Presidi per la raccolta dei liquidi di drenaggio - Presidi per la raccolta di urina - Cateteri vescicali idrofili per il cateterismo intermittente - Sistemi per la gestione del catetere vescicale a permanenza. B. Braun Milano S.p.A. Via Vincenzo da Seregno, 14 - 20161 MILANO Tel. 02 66218.2 - Fax 02 66218 290 - Customer Service - Fax 02 66243 350 Div. Aesculap - Fax 02 66243 310 - Div. Hospital Care - Fax 02 66218 298 Div. Out Patient Market - Fax 02 66218 357 servizio.clienti@bbraun.com - info.bbitalia@bbraun.com - www.bbraun.it

Partner in chirurgia

SUTURE CHIRURGICHE E MONOUSO SPECIALISTICO

Distrex S.p.A. Via P. Donà, 9 - 35129 PADOVA Tel. 049 775522 r.a. - Telefax 049 8073966

ASTRAZENECA S.p.A. Palazzo Volta - Via F. Sforza 20080 Basiglio (MI) www.astrazeneca.it I numeri per contattarci: - CentralinoTel. 02 98 011 - BibliotecaTel. 02 98 01 57 61 - Ufficio GareTel. 02 98 01 65 78 - Customer Service Hospital numero verdeTel. 800 33 42 98 - Customer Service Hospital numero verdeFax. 800 30 23 50 - Responsabile relazioni istituzionaliTel. 02 98 01 53 84

Con il contributo non condizionato

Suture assorbibili e non assorbibili per chirurgia tradizionale e mininvasiva, adesivi cutanei, reti, protesi, sistemi di drenaggio e prodotti speciali per sala operatoria. Via del Mare, 56 - 00040 PRATICA DI MARE - POMEZIA (RM) Tel. 06 911941 - Fax 06 91194290 Servizio clienti Tel. 06 91194500 - Fax 06 91194505 - cservice@ethit.jnj.com

Vendite Ospedaliere Pannolini e salviettine per bambini - Ausili per incontinenti - Assorbenti igienici femminili e proteggislip - Assorbenti interni - Prodotti per l’igiene della persona. Azienda certificata ISO 9001:2008 Via A. Volta, 10 - 65129 PESCARA Tel. 085 4552554 - Fax 085 4552552 - legnini.a@fater.it - www.fater.it

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elenco fornitori

La realizzazione pratica di quanto Fe.Ma intende proporre all’Ente Ospedaliero pubblico e privato, consiste nella messa in opera di un “global service” che si articola nella: -Progettazione di S.O. e Gestione della Centrale di Sterilizzazione; -Somministrazione di materiale monouso In tessuto non tessuto per sala operatoria, Custom Pack “Fe.Ma” -Kit ambulatoriali (cateterismo vescicale, sutura, etc.) “Fe.Ma” -Camici, teli, coperture “Fe.Ma” -Fornitura e noleggio di strumentario Chirurgico Tedesco “AS” -Lampade Scialitiche -Mobili e Arredi in Inox “Blanco” -Mobili e Arredi per ufficio “Styl Office” -Fornitura di Strumentario chirurgico monouso Inox Sterile “Fe.Ma” Fe.Ma Srl Via Rosa Luxemburg, 23/25 - 20085 Locate di Triulzi (MI) Tel. 02.90470177 - Fax 02.90470049 - www.femaservizi.com - info@femaservizi.com

GlaxoSmithKline S.p.A. Via A. Fleming, 2 - 37135 - Verona Centralino: 045 921 8111 Direzione Affari Regionali: Tel. 045 921 9819 - Fax: 045 921 8097 Mail: onofrio.n.palombella@gsk.com

Dispositivi medici monouso sterili in TNT per sala operatoria (teli, set, camici, kit procedurali, guanti chirurgici, cotone radiopaco), strumentario in acciaio monouso, medicazione classica e avanzata, bende di fissaggio, supporto ed elastocompressione, guanti da esplorazione, ausili assorbenti per l’incontinenza, prodotti per l’igiene dell’ospite e strumenti per l’autodiagnosi. PAUL HARTMANN SPA Via della Metallurgia, 14, zai 2 - 37139 Verona Tel. 045 8182411 - fax 045 8510733 - www.hartmann.info - info@it.hartmann.info • Dispositivi medici ed accessori per stomia. • Dispositivi medici per il trattamento delle ferite. • Dispositivi medici per il drenaggio di ferite e fistole. • Dispositivi medici per la gestione di continenza ed incontinenza urinaria. Azienda che da anni si dedica alla produzione di dispositivi medici mono e due pezzi per la cura e la gestione di colo, ileo e urostomie.

Merck Serono è la divisione biofarmaceutica di Merck. Con sede centrale a Darmstadt, Germania, Merck Serono ricerca, sviluppa, produce e commercializza farmaci da prescrizione di origine chimica o biotecnologica in indicazioni specialistiche. L’Azienda è fortemente impegnata nello sviluppare nuovi trattamenti nelle proprie aree terapeutiche d’elezione: neurologia, oncologia, immuno-oncologia e immunologia. Merck Serono opera in italia attraverso Merck Serono S.p.A., società italiana del gruppo Merck con sede centrale a Roma. Merck Serono S.p.A. - Via Casilina 125, 00176 Roma tel. 06/703841 - fax 06/70384643 www.merckserono.it Da oltre 150 anni Smith & Nephew sviluppa dispositivi medici innovativi per gli operatori sanitari di tutto il mondo ed è leader in ognuno dei segmenti nei quali è focalizzata: Ortopedia, Wound Management ed Endoscopia. La divisione Endoscopy è leader di settore perché offre una gamma di prodotti unica oltre a numerosi servizi a valore aggiunto che la rendono un partner più che un fornitore. Il suo catalogo include telecamere 3 CCD Full HD endoscopiche e tutti gli accessori per la visualizzazione, il trattamento e l’archiviazione dell’immagine, sistemi di resezione meccanica, manuale e a radiofrequenza, dispositivi elettromedicali per la gestione della pressione intrarticolare. Gli strumentari chirurgici e i relativi impianti per la riparazione dei tessuti molli per Ginocchio, Spalla, Piccole Articolazioni ed Anca ne completano il porfolio. Nell’ambito del Wound Management Smith & Nephew è leader nel settore delle medicazioni avanzate. Il suo portafoglio prodotti è il più completo del mercato ed include medicazioni, farmaci e dispositivi elettromedicali (come la terapia a pressione negativa - NPWT) per la cura di ferite croniche, acute ed ustioni. Con un patrimonio di competenze che non ha eguali nel wound care, offre supporto clinico, formativo e gestionale, per favorire la diffusione di un approccio orientato all’efficienza ed all’appropriatezza delle cure. Smith & Nephew Ortopedia è uno dei principali soggetti sul mercato mondiale nella traumatologia e nella ricostruzione articolare. Da sempre impegnata nella ricerca e sviluppo, si propone nel settore ortopedico con tecnologie sempre più innovative al fine di ottenere soluzioni protesiche anche per pazienti giovani ed attivi, per garantire agli stessi il minor impatto chirurgico ed il massimo recupero funzionale. La formazione, la comunicazione e la diffusione delle conoscenze in ambito ortopedico sono da sempre importanti obiettivi volti a soddisfare le sempre crescenti esigenze degli ortopedici. Smith & Nephew S.r.l. Via De Capitani, 2a - 20864 Agrate Brianza (MB) Tel. 039 60941 - Fax 039 651535

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attrezzature e prodotti di laboratorio A.MENARINI DIAGNOSTICS S.rl. Via Sette Santi, 3 - 50100 Firenze Tel. 055 5680233 / 5680304 - Fax 055 5680216 diaggare@menarini.it - www.menarinidiagnostics.it

Hollister S.p.A. Strada 4 - Palazzo 7 - Centro Direzionale MilanoFiori - 20090 Assago (MI) Tel. 02 8228181 - Fax 02 57518377 - www.hollister.it - www.dansac.it Sistemi di aspirazione monouso per liquidi biologici (Medivac) - Guanti chirurgici sterili specialistici e Guanti da esame - Tessuto non tessuto per sale operatorie (Convertors) - Set Procedurali (Custom Sterile)

MEDLINE INTERNATIONAL ITALY S.r.l. UNIP. Via dei Colatori, 5E - 50019 Sesto Fiorentino (FI) Tel. +39 055 7766511 - Fax +39 055 340112 - www.medline.com/it Produzione e commercializzazione di sistemi biomedicali all’avanguardia per il trattamento delle malattie croniche. Medtronic italia offre molteplici soluzioni cliniche e tecnologie innovative in varie aree terapeutiche: Aritmie Cardiache, Cardiochirurgia, Vascolare, Neurologia, Chirurgia Vertebrale, Diabete, Gastrourologia, Otorinolaringoiatria e Tecnologie Neurochirurgiche. Medtronic Italia S.p.A. Piazza Indro Montanelli, 30 Tel: +39 02.24137.2 - Fax: +39 02.24138.2 - www.medtronic.it

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Il Gruppo Roche Con sede centrale a Basilea, Svizzera, Roche è leader nell’area salute in cui opera nei settori farmaceutico e diagnostico con un forte orientamento alla ricerca. Roche è la più grande azienda di biotecnologie al mondo, con farmaci innovativi nelle aree oncologia, virologia, malattie infiammatorie, metabolismo e sistema nervoso centrale. È leader mondiale nella diagnostica in vitro, nella diagnostica istologica del cancro ed è all’avanguardia nella gestione del diabete. Fornire farmaci e strumenti diagnostici che permettano miglioramenti tangibili della salute, della qualità di vita e della sopravvivenza dei pazienti è la strategia di Roche nella Medicina Personalizzata. Roche Italia Il Gruppo Roche è presente in Italia dal 1897. Oggi è attivo con le sue due competenze, quella farmaceutica rappresentata da Roche S.p.A. e quella Diagnostica, rappresentata da Roche Diagnostics S.p.A. Roche Diagnostics S.p.A. - È leader della diagnostica in vitro, con un portafoglio prodotti unico. Grazie all’attività svolta da più di 600 collaboratori tra dipendenti ed agenti fornisce un ampissimo range di prodotti e servizi innovativi rivolti a ricercatori, medici, pazienti, ospedali e laboratori. Roche Diagnostics S.p.A. Viale G.B. Stucchi, 110 - 20900 Monza Tel. 039 2817.1 - www.roche.it


elenco fornitori Siemens Healthcare Diagnostics è l’azienda leader a livello globale nella diagnostica clinica, impegnata nel mettere a disposizione dei propri clienti in tutto il mondo le informazioni cliniche utili per ottenere screening accurati, diagnosi precoci, trattamento, monitoraggio e terapia del paziente. Il portfolio prodotti comprende: chimica clinica, immunochimica, sistemi integrati, plasma proteine, farmacotossicologia, sistemi di automazione, ematologia, emostasi, analisi urine, infettivologia, biologia molecolare, batteriologia, diabetologia, emogasanalisi, funzionalità piastrinica, analisi d’urgenza e test rapidi droghe. Siemens Healthcare Diagnostics S.r.l. Viale Piero e Alberto Pirelli, 10 - 20126 Milano Tel. 02 243 67 593 - Fax 02 243 67 659

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cancelleria | macchine per ufficio | tipografie

Servizi ed idee per la sanità Lavaggio e noleggio biancheria e materasseria Sterilizzazione biancheria e strumentario chirurgico.

Servizi Italia S.p.A Sede Legale e Amministrativa: Via San Pietro, 59/4 - 43019 Castellina di Soragna (PR) Tel. 0524 598511 - Fax 0524 598232 sede@si-servizitalia.com - www.si-servizitalia.com

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materiali e macchine per l’igiene ambientale | prodotti per l’igiene personale

OFFSET - TIPOGRAFIA RILIEVO - SERIGRAFIA Via G. Mazzoni, 39/A - 00168 ROMA Tel. 06 6243159 - Fax 06 6140499

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COOPSERVICE S. Coop. p.a. Via Rochdale, 5 - 42122 Reggio Emilia Tel. 0522 94011 - Fax 0522 940128 - info@coopservice.it - www.coopservice.it

detersivi | detergenti | disinfettanti Divisione OPM Antisettici e disinfettanti per trattamento di: mani, cute, ferite, mucose, strumenti, apparecchiature e superfici.

B. Braun Milano S.p.A. Via Vincenzo da Seregno, 14 - 20161 MILANO Tel. 02 66218.2 - Fax 02 66218 290 - Customer Service - Fax 02 66243 350 Div. Aesculap - Fax 02 66243 310 - Div. Hospital Care - Fax 02 66218 298 Div. Out Patient Market - Fax 02 66218 357 servizio.clienti@bbraun.com - info.bbitalia@bbraun.com - www.bbraun.it

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Servizi di igiene e sanificazione per ospedali e strutture sanitarie.

lavanderia | noleggio | accessori | attrezzature

- Gestione di oltre 20 centrali di sterilizzazione ferri chirurgici presso clienti. - Stabilimenti produttivi di lavanderia Ferrara, Lucca, Castellalto (TE), Marcellinara (CZ). - Centrali di sterilizzazione strumentari chirurgico di proprietà: Lucca, Castellalto (TE). - Centrali di sterilizzazione telerie di proprietà: Ferrara, Lucca, Castellalto (TE). Certificazione CE Dispositivi Medici Sterili. Sistema Ambientale norma UNI EN ISO 14001:2004, OHSAS 18001 Sistema Gestione Sicurezza. Sistema Qualità norme UNI EN ISO 9001:2008, UNI EN ISO 13485:2004, UNI EN ISO 14065:2004, UNI EN 471:2008. Gestione servizi: Servizi di lavaggio e noleggio biancheria piana e confezionata per ospedali, case di cura e case di riposo. Raccolta e distribuzione biancheria con gestione dei presidi (guardaroba) interni alle strutture. Servizi di lavanderia disinfezione e stiratura di biancheria ospedaliera (teleria da letto e sala operatoria, abiti da lavoro, divise per sala operatoria, materassi e cuscini). Logistica interna Integrata nelle strutture sanitarie. Fornitura e sterilizzazione di Kit procedurali in tessuto tecnico riutilizzabile (TTR) per sala operatoria. Progettazione realizzazione e gestione centrali di sterilizzazione. Gestione e Noleggio strumentario chirurgico. Sterilizzazione strumentario chirurgico. Gestione delle ottiche flessibili di endoscopia. [P: Produzione - C/D:Commercio/Distribuzione - S:servizi] SERVIZI OSPEDALIERI S.p.A. Sede legale: Via G. Calvino, 33 - 44122 FERRARA FE Tel. 0532599711 Fax 0532773800 Email serviziospedalierispa@serviziospedalieri.it - Internet www.serviziospedalieri.it

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medicazioni

Coloplast sviluppa prodotti e servizi per rendere la vita più facile alle persone con bisogni di cura intimi e personali. Lavorando a stretto contatto con le persone che utilizzano i nostri prodotti, creiamo soluzioni che rispondono ai loro bisogni speciali. Èquesto che intendiamo con “Intimate Healthcare”. Le nostre aree di business includono stomia, urologia e continenza, lesioni cutanee. Operiamo a livello globale e impieghiamo oltre 8.000 persone. Da oltre 30 anni operiamo in ambito Wound Care con un portafoglio ampio e completo per la cura delle lesioni cutanee a tutti i livelli. Le nostre medicazioni avanzate offrono soluzioni semplici e innovative per la guarigione delle lesioni in ambiente umido. Biatain, il nostro Brand di punta, garantisce Assorbimento Superiore per una guarigione più rapida. Grazie alle sue varie soluzioni la gamma Biatain offre schiume di poliuretano, alginati, medicazioni idrocapillari, medicazioni a rilascio di argento ionico contro le infezioni e a rilascio di ibuprofene contro il dolore delle ferite. Biatain Silicone, l’ultimo arrivato in casa Biatain, combina l’Assorbimento Superiore della schiuma Biatain con la delicatezza di un adesivo in Silicone per un ambiente di guarigione ottimale. Le nostre medicazioni avanzate sono sviluppate in costante sinergia ed interscambio con i professionisti sanitari ed i pazienti, lavoriamo insieme per raggiungere gli stessi obiettivi: accelerare la guarigione, garantire un comfort ottimale e semplificare il lavoro di chi opera in ambito Wound Care. COLOPLAST S.p.A. Via Trattati Comunitari Europei 1957-2007, n° 9 - Edificio F - 40127 Bologna Tel. 800.018.537 chiam@coloplast.it

Materiale per medicazione in garza e TNT, sterile e non sterile. Medicazioni adesive aderenti.

DEALFA srl Via Borgazzi, 93 - 22052 MONZA (MB) Tel. 039 2103626 - Fax 039 2148566 www.dealfa.it

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elenco fornitori

Materiale per medicazione ed ortopedia, dispositivi monouso per l’incontinenza e l’igiene della persona.

Via Messina, 15 - 36040 SAREGO (VI) Tel. 0444 726328/7 - Ufficio Gare fax 0444 726391

Ausili per incontinenti (con service a domicilio). Articoli monouso per l’igiene del paziente. Pannolini e salviettine umidificate per bambini. Assorbenti igienici per signora. Salviette umidificate milleusi e per igiene intima. SILC S.p.A. Divisione Ospedaliera Strada Provinciale n. 35 km. 4 - 26017 Trescore Cremasco (CR) www.silcitalia.com Tel. 0373 2711 - Fax 0373 274762 - info@silcitalia.com Div. Ospedaliera: Tel. 0373 271256 - Fax 0373 273922 - istituzionale@silc.it

Da oltre 40 anni Dussmann Service fornisce servizi integrati di ristorazione, pulizie, sanificazione e facility management per i settori della sanità, le scuole, l’industria e le forze armate. Dussmann Service appartiene a Dussmann Group, società multinazionale di servizi. Il gruppo impiega 58.000 dipendenti in 20 nazioni. In Italia Dussmann Service conta 13.000 dipendenti, 5 filiali e un fatturato che nel 2013 ha toccato i 320 Mln.€.Dussmann Service ha otte¬nuto la certificazione ISO 9001 relativa ai Sistemi di Gestione della Qualità dei servizi. L’azienda è certificata ISO 14001:2004 per il metodo di gestione ambientale e possiede altre certificazioni che garantiscono la qualità dei nostri servizi. Da anni inoltre Dussmann Service è certificata SA8000, sistema che attesta la Responsabilità Sociale dell’azienda nei confronti dell’eticità sui luoghi di lavoro. Recentemente, l’azienda ha attivato l’iter per il conseguimento della certificazione ambientale EMAS. La mission di Dussmann Service è quella di concentrarsi sulla soddisfazione dei desideri e delle necessità dei clienti per essere il migliore partner per il loro successo. Il fondatore del Gruppo Dussmann, Peter Dussmann, afferma “L’organizzazione è il nostro prodotto, tutto il resto viene di conseguenza” e questa è la base della nostra unica filosofia di servizio che si riflette ogni giorno nell’impegno dei nostri dipendenti. Dussmann Service S.r.l. Via Papa Giovanni XXIII, 4 24042 Capriate S.Gervasio (BG) Tel. +39 02 915 18 Fax +39 02 915 18 499 info@dussmann.it www.dussmann.it

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Azienda leader di dispositivi medici fondata nel 1856 e operante in oltre 90 paesi. Nell’ambito del Wound Management Smith & Nephew è leader nel settore delle medicazioni avanzate ed il suo portafoglio prodotti è il più completo del mercato, includendo medicazioni, farmaci e dispositivi elettromedicali (come la terapia a pressione negativa - NPWT) per la cura di ferite croniche, acute ed ustioni. Con un patrimonio di competenze che non ha eguali nel wound care, offre supporto clinico, formativo e gestionale, per favorire la diffusione di un approccio orientato all’efficienza ed all’appropriatezza delle cure. Smith & Nephew S.r.l. Via De Capitani, 2a - 20864 Agrate Brianza (MB) Tel. 039 60941 - Fax 039 6056931

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gestioni in service | logistica

Sistema Qualità ISO 9001, ISO 14001, ISO 22000, OHSAS 18001, SA 8000, UNI 10854, ISO 22005, ristorazione senza glutine e certificazione di ristorazione biologica. Servizi di pulizia e sanificazione. Servizi di pulizia e sanificazione in ospedali, cliniche private, case di riposo, aziende, grandi strutture. Ser­vizi di ristorazione collettiva. Servizi di ristorazione collettiva in ospedali, cliniche private, case di riposo, università, scuole e aziende. Servizio di accoglienza in reparto e servizi complementari. Servizio di tra­ sporto degenti intraospedaliero, servizio di acco­glienza in reparto, disinfestazione e servizi MARKAS S.r.l. Via Macello, 73 – 39100 BOLZANO - Tel. 0471 307611 – Fax 0471 307699 info@markas.it, info@cert.markas.it www.markas.com Sedi: 20056 TREZZO SULL’ADDA (MI) Via Carlo Biffi 12 - Tel. 02 90980179 – Fax 02 90980800 12010 S. DEFENDENTE DI CERVASCA (CN) Via Tetto Garrone, 11 - Tel. 0171 857310 – Fax 0171 857348 35127 PADOVA – Via Romania, 25 - Tel. 049 8703603 – Fax 049 6988975 70026 MODUGNO (BA) – Via Paradiso, 29 - Tel. 080 5367208 – Fax 080 5368005

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varie

Raccolta, stoccaggio e smaltimento di rifiuti radioattivi provenienti da impiego medico, ricerca scientifica e usi industriali, sorgenti radioattive non più utilizzabili, rottami metallici contaminati, rivelatori di fumo contenenti elementi radioattivi, materiali radiferi. Distribuzione per l’Italia di sorgenti radioattive Eckert & Ziegler industriali e di calibrazione, rivelatori di radiazioni. Sorgenti, farmaci e radiofarmaci (soluzioni di 90Y e 177Lu per radioimmunologia), strumenti e tecnologie per la medicina nucleare. Reagenti per la ricerca biomedica, biotecnologie e diagnostica, prodotti e accessori per i laboratori di ricerca, strumenti per la ricerca biomedica, software tecnico-scientifici. Servizi di consulenza e formazione in materia di sicurezza e salute dei lavoratori, tutela dell’ambiente. Via Quintiliano, 30 - 20138 Milano Tel. 02 5803901 - Fax 02 58039021 campoverde@campoverde.it - www.campoverde-group.com Mostra internazionale al servizio della sanità e dell’assistenza servizi, convegni, seminari, corsi di formazione, iniziative speciali dedicati agli operatori della sanità e dell’assistenza. È una manifestazione fieristica di: Via di Corticella, 181/3 - 40128 Bologna Tel. 051 325511 - Fax 051 324647 info.bo@senaf.it - www.senaf.it

Il Gruppo GPI riunisce aziende, controllate o partecipate in diversa misura dalla capofila GPI SpA, Società che dal 1988 opera nel mercato Sanità e Sociale. Obiettivo del Gruppo è mettere a fattor comune le competenze distintive delle entità che lo compongono allo scopo di ampliare l’offerta e migliorare le prestazioni erogate. L’attenzione alla salute e la cura della persona hanno sempre rappresentato l’obiettivo finale sotteso alla nostra attività e ai nostri investimenti, perché un sistema eccellente permette ad una organizzazione sanitaria di erogare prestazioni puntuali ed efficienti.Cardine della nostra proposta sono le soluzioni e i servizi per la sanità e il sociale. L’offerta comprende, oltre a Sistemi Informativi integrati Amministrativi, Ospedalieri, Socio-sanitari, per la Veterinaria e la Sicurezza Alimentare; Protesica 3D; servizi specialistici di CUP e Contact Center; soluzioni complete per la Logistica del Farmaco; tecnologie di Ambient Assisted Living. A ciò si aggiungono altre competenze specialistiche, quali: Business Intelligence e Data Warehousing, Web tools, sistemi di e-payment (POS), global service ICT. La profonda e articolata conoscenza dell’universo ICT consente di qualificare l’offerta con servizi mirati di progettazione, sviluppo e consulenza. Sono oltre 700 i clienti del settore pubblico e privato che lavorano con le nostre soluzioni. Il Gruppo GPI è in costante crescita dal punto di vista dell’occupazione, del fatturato e degli investimenti in ricerca e formazione. La sede principale è a Trento e numerose sono le filiali distribuite sul territorio nazionale e all’estero. Via Ragazzi del ‘99, 13 - 38123 Trento Tel.: 0461.381515 - Fax: 0461.381599 info@gpi.it - www.gpi.it Questa rubrica è riservata alla comunicazione pubblicitaria e costituisce una “vetrina” in cui sono esposti marchi di aziende specializzate nei vari settori merceologici e dei servizi.


Dussmann Service

Pulizia Sanificazione

Ristorazione

Da oltre 175 anni al Servizio della Salute Facility Management B. Braun è un azienda del settore medicale che fornisce al mercato sanitario soluzioni e prodotti per ogni reparto clinico o ambito terapeutico - come anestesia, medicina intensiva, nutrizione artificiale, terapia infusionale, chirurgia, cardiologia, medicina generale, - e per il settore dell’assistenza domiciliare. B. Braun, azienda a capitale privato interamente controllata dalla famiglia Braun, è stata fondata nel 1839 da Julius Wilhelm Braun a Melsungen, in Germania, sede centrale del Gruppo. Grazie alla vastità dell’offerta, ad una expertise di oltre 175 anni nel settore sanitario e la capacità di proporre soluzioni innovative e consulenziali B. Braun si propone come un vero e proprio partner nei processi di gestione dell’ospedale.

B. Braun Milano S.p.A. | www.bbraun.it

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7/8.15 TEME - TECNICA E METODOLOGIA ECONOMALE

BIMESTRALE DI TECNICA ED ECONOMIA SANITARIA ISSN 1723-9338

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Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - 70% - Roma - Trib. Viterbo n.393 del 13/04/93 Anno 53 - N° 7/8 Luglio/Agosto 2015 In caso di mancato recapito inviare al CMP Romanina per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

LACERENZA DELEGA APPALTI ALLA PROVA DELLA CAMERA

ROCCHI DIRETTIVA 24/2014 E SUA POSSIBILE APPLICAZIONE PER L’ACQUISIZIONE DI FARMACI IN AMBITO OSPEDALIERO

PISELLI, SUPERTI LA DISCIPLINA DEGLI “ESPOSTI ANONIMI” ALLA LUCE DELL’ INTERVENTO CHIARIFICATORE DEL PRESIDENTE DELL’ANAC

BATTISTON LA GESTIONE DELLE GARE IN FORMA AGGREGATA: DELEGA DI FUNZIONI E CENTRALI DI COMMITTENZA


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