Sarà un paese migliore

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Emanuele Vezzola

SarĂ un paese migliore



Intervista

Dopo cinque anni da Sindaco è possibile tracciare un percorso? Fare un bilancio finale? Penso di sì, anzi ne sento il bisogno. Non sempre sono riuscito a far conoscere i diversi perché di tante scelte e queste pagine possono essere utili anche per questo motivo. Cosa è successo in questi cinque anni? In questi anni la gente ha capito che è finita la bohème. Non potremo più vivere al di sopra delle nostre possibilità, i servizi sociali sono allo stremo, abbiamo una ventina di minori da assistere in comunità con una spesa di centinaia di migliaia di euro. Al nord - forse - qualche sacca di benessere ci sarà ancora, ma io non la vedo. Ed è per questo motivo che bisogna gestire al meglio le (poche) risorse libere che abbiamo. Non ci è data la possibilità di sbagliare. Oggi non si può amministrare con la sola buona volontà nei ritagli di tempo. Serve anche una certa preparazione e professionalità per non finire stritolati dalla burocrazia.


Ora vorrei sapere qual è lo sbaglio più grosso fatto in questi cinque anni. Ci ho riflettuto molto. Di errori ne ho fatti, sempre però in buona fede. Il tempo ti permette di riflettere e di vedere – a posteriori – cosa avresti potuto fare di differente. Se fosse possibile riavvolgere la pellicola del tempo darei una seconda possibilità all’ex presidente della Casa di Riposo. In quei giorni la tensione era tanta e la sua caparbietà si è scontrata frontalmente con la mia, quando magari sarebbe bastato attendere qualche mese per evitare tutta una serie di spiacevoli strascichi. Purtroppo non è possibile cancellare quanto fatto e riavvolgere la pellicola. E sul futuro, qual è un obiettivo che le piacerebbe inserire nel prossimo programma elettorale. Perché ci pare di aver capito che si ricandida. Sì, mi ricandido e con la nuova squadra che si sta affinando ho alcune buone idee da mettere in cantiere. Se non sono un segreto di stato, può dircele? La prima riguarda le ex scuole elementari di viale Ferretti. Un paio di bandi europei che stiamo valutando potrebbero dare l’avvio al recupero dell’immobile per fini sociali, per farci un’esperienza di social housing e residenza leggera da gestire con il privato-sociale, da integrare con la Casa di Riposo da cui dista pochi metri.


Cosa vuol dire? In parole più semplici.. Vuol dire che oggi tanti anziani hanno bisogno di due stanze. Sono autonomi, ma hanno bisogno di un controllo medico quasi quotidiano per gli acciacchi della salute e un ambiente “protetto” nel quale invecchiare serenamente. Poi ci sono le giovani coppie che non sempre riescono ad acceder al credito bancario e non possono permettersi un affitto ai prezzi di mercato. Infine ci sono le nuove marginalità, in particolare i genitori separati. E la seconda idea? La seconda idea riguarda invece una cooperativa per le persone meno fortunate. Nei tanti lunedì pomeriggio passati ad ascoltare storie e disagi anche importanti mi sono convinto della necessità di investire maggiori risorse per le famiglie più bisognose. Penso in particolare a quelle famiglie che hanno persone disabili. Dove c’è un disabile, l’intera famiglia è disabile; dove i bambini pian piano smettono di andare alle festine di compleanno perché il genitore è a disagio ed il suo bambino neppure si diverte. Ecco, qualcosa in più per loro vorrei provare a farlo. Ma non solo per loro. Oggi è “disabile” chi ha perso il lavoro, chi in seguito ad una separazione non riesce ad arrivare a fine mese, chi aveva un’attività economica e si ritrova senza neppure la casa.


Per la sicurezza nel centro storico non avete fatto molto in questi anni, o sbaglio? Sbaglia. Oggi il controllo del territorio è maggiore. Le videocamere da noi installate con discrezione hanno evitato che la situazione degenerasse. Omicidi violenti non ce ne sono più stati e le zuffe serali sono in sostanza scomparse. Lo spaccio – mi dicono le forze dell’ordine – si è trasferito altrove, fuori dal nostro comune. Ma un’idea per il futuro? C’è un progetto Europeo sulle vie d’acqua sul quale sarebbe molto bello costruire una piena valorizzazione della Gavardina, integrandola con l’Isolo come polmone verde e qualificando interamente la piazza del Comune e l’edificio comunale, per realizzare un primo concreto recupero del Centro Storico. In queste settimane va di moda Renzi.

Ha fatto

l’arbitro, lo scout, ha militato nel Partito Popolare… Insomma, sembra un quadretto fatto su misura per lei. Renzi mi è simpatico e spero proprio riesca a farcela nel tracciare una nuova strada per l’Italia. Mi piace perché – almeno fino ad oggi – è saggio nel riconoscere gli avversari come tali e non come nemici da abbattere con ogni mezzo. Pensi che due anni addietro lo avevamo contattato per


fargli concludere il corso di Amministrazione che abbiamo organizzato per i nostri giovani. Non mi dica che si vuole iscrivere al PD? Non penso che mi accetterebbero..

A parte gli scherzi, mi

piace l’affabilità mediatica, la furbizia politica di Renzi. Ha la stessa scaltrezza che aveva il Cavaliere nel ’94. Ma questa è un’altra storia. In questi cinque anni ha perso qualche pezzo della sua iniziale compagine: un assessore ed un paio di consiglieri. Perché? Con i miei compagni di ventura avevano fatto un patto, scritto e sottoscritto da tutti gli attori all’inizio della campagna elettorale. Non avevo promesso loro una vita meravigliosa, avevo promesso loro di decidere, nel bene e nel male ma di decidere, anche senza l’unanimità. Se un Sindaco deve avere l’unanimità prima di decidere ecco, non decide. Neppure le coppie più affiatate possono dire quotidianamente ci ameremo, ci parleremo sempre, lui mi capirà, ci sarà sempre una birra fresca in frigo, invecchieremo insieme. Capisco però le ambizioni personali e auguro loro miglior fortuna di quella avuta finora.


Come ha costruito la nuova squadra di governo con la quale si presenterà alle prossime elezioni? Ho tentato di mantenere un equilibrio tra il vecchio ed il nuovo. Ho però constatato una maggiore difficoltà nell’avvicinare i giovani e convincerli a intraprendere un percorso politico amministrativo. Fra cinque anni Gavardo avrà bisogno di nuovi protagonisti e mi piacerebbe legare la mia Amministrazione alla storia che si andrà a costruire fra cinque anni. Cosa hanno fatto le opposizioni in questi cinque anni in Consiglio Comunale? Mi pare abbiano fatto molte polemiche, aiutate dai giornali, senza proposte alternative per Gavardo. Sono state molto impegnate a cercarsi un nemico da abbattere. Ma questo lo dico io che sono molto di parte. Allora è vero che “Vezzola è il peggior Sindaco di Gavardo” come hanno scritto nella bacheca i suoi oppositori. Abbiamo combattuto a fronte alta la peggior crisi dal dopoguerra, senza tagliare i servizi sociali, gli aiuti ai meno abbienti, ai disabili, alle scuole, agli asili. Abbiamo garantito buoni servizi, un paese pulito, decoroso, con tante associazioni e volontari impegnati a fianco dell’Amministrazione e con tanti momenti di crescita culturale. Voglio solo citare la dozzina di concerti di musica classica tenuti in Parrocchia


ed in Santa Maria in occasione del Natale ed in giugno per la Festa della Repubblica. Ecco, non mi pare poco. Se a questo si aggiungono opere pubbliche per oltre dieci milioni di Euro, non mi pare di essere stato il peggiore. Avete fatto tante cose ma poco per i giovanissimi? E solo per quelli che stanno all’Oratorio. A Sopraponte abbiamo rinnovato un campo da calcio che oggi è molto ben frequentato. A Soprazzocco il campo da calcio già lo aveva fatto la Comunità Montana ed allora siamo intervenuti sul Teatro parrocchiale, a Gavardo abbiamo tolto dall’oblio quell’area accanto all’oratorio che ora ogni sera vede numerose squadre di calcio giocare amichevolmente e con profitto offrendo a tanti giovani momenti di svago sano per la mente e per il fisico. Insomma, tante spese per la Chiesa o per chi vive negli oratori? Non sono spese ma investimenti; e noi che siamo stati battezzati in fasce dovremmo ringraziare almeno ogni domenica i nostri genitori che non cedettero alle sirene del soggettivismo (“deciderà lui quando sarà grande”). Ringrazio dunque chi ancora tiene insieme una comunità anche attraverso gli oratori, le feste, le piazze. Ecco abbiamo sostenuto anche parecchie feste in piazza, un bel concerto cover dei Nomadi, lo spiedo su tutta la lunghezza del ponte,


il Capodanno per le famiglie e tanto altro ancora. E per i giovani abbiamo messo in campo una bella iniziativa che si svolgerà all’estero la prossima estate: My first job! Se funziona la riproporremo e allargheremo grazie al progetto Europeo Erasmus Plus.

Quasi dimenticavo di dire che

abbiamo investito oltre 250 mila euro per dare nuova luce e smalto al centro sportivo. Quando sono arrivato era malandato e la sera trovava rifugio anche qualche sbandato. Abbiamo riaperto il bar, rinnovato le convenzioni sportive, mantenuto il verde, la pulizia, rinnovato le caldaie, installato il wi-fi, sostituito interamente il pallone del Palafiera e costruito una sala musica di primo livello. Tante di queste opere le abbiamo fatte con fondi regionali o di sponsor privati. Ma è tutta farina del suo sacco o vuole ringraziare qualcuno che ha lavorato per lei? Il merito è di chi, insieme a me, è riuscito a creare una squadra affiatata che – pur tra mille difficoltà – ha saputo resistere per cinque anni filati facendo del suo meglio per migliorare il paese. Niente nomi? Dato che abbiamo parlato di Palafiera ringrazio Claudio Andreassi per i quattro anni trascorsi (gratis) al far rinascere il centro sportivo. È stato talmente bravo che ora tutti i sindaci valsabbini lo hanno voluto a dirigere la società di valle


“Secoval”. In Comunità Montana abbiamo riconquistato un ruolo. Basti pensare al grande intervento fotovoltaico che – non è un caso – è stato realizzato a Gavardo, in località San Carlo e ha già portato nelle casse comunali diverse centinaia di migliaia di euro. Un altro tassello di cui sono orgoglioso è la presidenza dell’Associazione Comuni Bresciani: un ruolo importante che mi ha permesso di conoscere tanti colleghi amministratori e molte opportunità di finanziamento. In precedenza solo il Sindaco Franchi aveva ricoperto tale ruolo. Non posso dimenticare i prestigiosi risultati raggiunti dal Museo di Gavardo presieduto dal prof. Angelo d’Acunto (che ringrazio di vero cuore anche per le riuscite visite guidate nelle città della Lombardia). Il nostro museo è divenuto sede UNESCO per gli straordinari materiali recuperati dal Gruppo Grotte guidato dall’appassionato Carlo Pettini e dal direttore dott. Marco Baioni. Non vuole ringraziare i suoi Assessori, anche quelli meno presenti? In Giunta non ci sono fannulloni. Ci sono diverse professionalità e sensibilità.

Gli Assessori in pensione

hanno maggior tempo rispetto ad altri. Non dimentichiamo che oggi chi si reca in Comune trova sempre il Sindaco o un Assessore. Non è sempre stato così. Ed una risposta – magari non positiva – arriva sempre. Non siamo quelli che lasciano in sospeso i problemi o li scaricano sui funzionari comunali.


Mi

risulta

che

i

dipendenti

non

vi

amino

particolarmente. Lo so, la nostra Amministrazione ha fatto tante cose. Ma alla fine sono i dipendenti comunali che hanno dovuto lavorare di più, e lo hanno fatto. In certi casi con reciproca soddisfazione, in altri con malumori più o meno comprensibili. Bisognerebbe avere sempre chiaro in mente, e lo dico proprio da dipendente pubblico, che il cittadino che ci sta davanti è la persona che ci paga lo stipendio e merita pertanto il nostro impegno e la nostra gentilezza. Avete messo spesso le mani in tasca ai cittadini… Al contrario. Il nostro primo atto di bilancio è stato quello di cancellare la famosa tassa sui lumini cimiteriali. Forse ce ne siamo dimenticati ma in tutti gli altri comuni della Provincia quella tassa si paga ancora. Abbiamo diminuito le rette agli asili, abbiamo mantenuto stabili i costi dei pasti alle scuole. In certi casi i tributi sono aumentati, non per scelta nostra ma per tagli poderosi ai trasferimenti dello Stato, ma laddove potevamo incidere applicando riduzioni e detrazioni, noi lo abbiamo fatto. Ricordo che in tre anni le Stato centrale ci ha sottratto oltre 2.300.000,00 euro di risorse. Ciononostante, al Polo dell’Infanzia le rette sono diminuite, nuove iscrizioni sono state raccolte ed il costo pro capite è sceso dai 12 ai 7 mila euro l’anno. Altro esempio, sempre nel campo della famiglia: grazie all’Associazione Genitori,


sono arrivati a Gavardo numerosi contributi esterni e si è finanziato a costo zero il servizio doposcuola. La sezione primavera che prima non c’era è stata creata da questa Amministrazione, al Grest estivo sono stati accettati sempre tutti i bambini, eliminando gli accampamenti di genitori che facevano la coda per ore all’alba per essere certi di avere il figlio iscritto… Bravi! Ci ha quasi convinto. Ci spiega perché per le iniziative culturali vi siete spesso appoggiati alla Pro Loco del Chiese? Perché oggi i comuni sono allo stremo. Lo stato ci conta anche i kilometri che le auto dei vigili devono percorrere. E se per fare una mostra io devo impiegare due dipendenti comunali, fare quattro delibere, otto impegni di spesa, andare a Salò per i permessi SIAE, passare 4 volte in tipografia e altro ancora, ecco, meglio che queste cose le faccia la Pro Loco che si può muovere con più agilità e semplicità burocratica, sempre seguendo le direttive del Sindaco o dell’Assessore. Voglio però che si sappia che la Pro Loco ha sempre depositato in Comune i bilanci e le pezze giustificative degli incarichi ricevuti ed ha raccolto più risorse dai privati che dal Comune. Le menzogne non diventano realtà solo perché le si ripete ossessivamente per cinque anni.


Insomma, tutto trasparente? È tutto molto più trasparente di quanto ho trovato il Municipio cinque anni addietro quando con tanta enfasi si parlava di casa di vetro, ma per avere un documento bisognava fare domanda in carta bollata. Da quattro anni ogni cittadino può vedere dal sito internet tutti, dico tutti, gli atti, le delibere e gli impegni di spesa del singolo funzionario.

Chiunque

può vedere gli interventi del Consiglio Comunale in diretta internet sul proprio computer; ogni anno abbiamo organizzato pubbliche assemblee nelle frazioni ed in centro per spiegare le ragioni di ogni scelta e raccogliere le proteste. Ho persino pubblicato sul periodico comunale “Il Gattopardo” la mia busta paga, prima ancora che diventasse un obbligo di legge. Sul periodico comunale trovano spazio anche le opposizioni. Chi mi ha preceduto non ha fatto nulla di tutte queste belle iniziative a favore della trasparenza. Ed oggi viene a farmi la predica? Cerchiamo di essere seri.. Ma questa Gavardo Servizi non sta facendo troppo? La Gavardo Servizi fa quello che il Comune gli chiede. Anzi, ringrazio Daniele Comini per averla gestita nei primi tre anni del mio mandato e Bruno Braga per averlo sostituito con altrettanta professionalità e passione. La nuova Biblioteca Comunale, il Progetto Kyoto ed il futuro Teatro di Sopraponte li dobbiamo anche al loro impegno.


Ecco un’altra spina: il Teatro di Sopraponte. Non le pare uno spreco mettere tanti soldi per ristrutturare un teatro di frazione? Ritorniamo al concetto di comunità di cui abbiamo parlato poco fa. Se una frazione si riconosce in un’opera di tale genere, mi pare giusto fare di tutto per assecondarla. Chiamarlo teatro è forse pretenzioso, forse è meglio dire “sala polivalente”. Va però anche fatta una seconda considerazione. Per dieci anni a Sopraponte non è stata realizzata alcuna infrastruttura e tutte le forze politiche si sono presentate cinque anni fa con l’impegno di recuperare un edificio che è insieme luogo di ricordi e di comunità. Il rispetto degli impegni elettorali non mi pare un elemento negativo. Dopo tante domande “cattive” gliene faccio una buona. Come vive la sua famiglia l’impegno totalizzante di Sindaco? La famiglia è cresciuta con l’arrivo di due figli e l’impegno è raddoppiato. Ho cercato di evitare gli impegni nel fine settimana proprio per stare maggiormente in famiglia e mi devo scusare se non sempre ho potuto partecipare ai diversi inviti di bande, oratori, associazioni, comitati, gruppi vari. Un noto autore scriveva che la politica è importante, ma la famiglia viene prima della politica. Condivo, e penso che, per quello che è stato il mio vissuto, la famiglia ed il futuro dei propri figli sono le ragioni del proprio impegno per costruire


un paese migliore da lasciare loro in eredità . Spero, in parte, di esservi riuscito, nonostante il vento dell’antipolitica soffi ancora forte, troppo forte, incredibilmente vicino.

Stampato nel mese di marzo 2014 da Fly Color (Vobarno - BS) 0365.598081


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