

Cari lettori,
che nei quieti uffici delle vostre imprese state per sfogliare queste pagine alla ricerca di consigli per conquistare nuovi mercati. Attraverso le parole di questo editoriale, vi invitiamo a condividere un viaggio non solo e non tanto tra le righe del magazine che tenete tra le mani, quanto nel cuore di ExportUSA, una realtà che ha reso possibile il sogno di migliaia aziende italiane: trovare l’America.
Vent'anni fa, sullo sfondo di una New York che si staglia impavida tra cielo e cemento, Lucio Miranda e Muriel Nussbaumer accendevano una piccola ma brillante luce, un faro verde per tutti quegli italiani che ambivano a vendere negli Stati Uniti. Con la tenacia di chi sa che i grandi traguardi si costruiscono con la pazienza, hanno lavorato incessantemente, consapevoli che ogni passo avrebbe portato a qualcosa di straordinario. L’odierna ExportUSA è il risultato di quel percorso: non più un simbolo di aspirazione fitzgeraldiana verso la quale tendere la mano come Jay Gatsby, ma una squadra di professionisti con le competenze necessarie per supportare la vostra internazionalizzazione oltreoceano. Vent’anni d’impegno significano migliaia di interazioni con aziende di ogni settore, un sapere che ci rende preparati a ogni vostra esigenza senza cadere nella presunzione, ma con la consapevolezza di chi ha costruito una solida expertise.
È in questo contesto, a vent’anni dall’intuizione di Lucio e Muriel, che nasce ExportUSA Magazine, un condensato dei dialoghi, degli incontri, dei successi e delle sfide vissute dai nostri clienti e partners. E adesso tutto questo lo doniamo a voi. Questo progetto editoriale è il risultato del grande operato del nostro team di oltre venti persone riconosciute come esperte del mercato americano tra New York, Rimini e Bruxelles.
Vorremmo esprimere un sentito ringraziamento al nostro direttore editoriale, Paolo Zucca, per il suo costante e prezioso supporto. Ecco dunque il nostro impegno: siamo qui a condividere con voi – imprenditori, sognatori, architetti del domani – la nostra conoscenza, la nostra passione, la nostra visione. E siamo pronti a garantirvi che il sogno americano è più accessibile che mai.
Buona lettura!
Il Team di ExportUSA
Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita” - William Shakespeare, La tempesta
Direttore editoriale: Paolo Zucca
Vicedirettore: Muriel Nussbaumer
Art Director: Alfio Martire
Copy Editor: Anna Breda, Chiara Gentilini
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Registrazione tribunale di Rimini n. 525 del 28 Marzo 2024
Direttore responsabile: Paolo Zucca
Pubblicazione a stampa ISSN 1122-2832 Pubblicazione online ISSN 2499-1600
Vi racconto il mio sogno americano: La storia di Lucio Miranda , dal suo arrivo a New York fino alla nascita di ExportUSA.
Intervista a Federico Leoni : caporedattore centrale di SkyTg24, esperto di politica americana e autore di " America Contro, Paesi Edizioni 2024".
I vantaggi di aprire una Sede in America: Contrariamente a quanto si pensi, aprire negli USA non significa chiudere nel proprio paese.
La nuova corsa all'oro: Il contesto socioeconomico e Da Tocqueville ai giorni nostri.
Perché aprire un ristorante a New York: Il cuore pulsante della cucina internazionale.
Insegnare
Un viaggio nel sogno dorato delle opportunità della West Coast.
Un fenomeno urbano che ha catturato l'attenzione di urbanisti, sociologi e residenti.
La guida galattica dello zio Sam: l'oroscopo
Tra un ecosistema fatto di canali, paludi, foreste di cipressi sulle sponde del grande Mississippi, nel profondo sud americano.
"CONCRETE JUNGLE,
ARE MADE OF"
(UNA GIUNGLA DI CEMENTO DOVE VENGONO REALIZZATI I SOGNI)
- EMPIRE STATE OF MIND, JAY-Z FT. ALICIA KEYS THE BLUEPRINT 3 ℗ 2009
A cura dell'osservatorio di ExportUSA
Nella recente analisi della Federal Reserve emerge una prospettiva di miglioramento nei mercati finanziari, con segnali incoraggianti che delineano una tendenza alla ripresa. Nonostante le incertezze degli ultimi tempi, sembra che, finalmente, stiamo assistendo a una svolta positiva, soprattutto per quanto riguarda i prezzi dei Treasury. Secondo gli ultimi indicatori economici pubblicati in America, la disoccupazione negli Stati Uniti si attesta al al 3.9%, evidenziando una buona tenuta rispetto ai dati precedenti e un miglioramento rispetto alle aspettative degli analisti.
QUESTI NUMERI
RAPPRESENTANO UN CHIARO
SEGNALE DI DINAMISMO
ECONOMICO, SUPPORTATO ANCHE DALLE POLITICHE DI STIMOLO FISCALE ATTUATE DALL'AMMINISTRAZIONE BIDEN.
Gli ingenti investimenti nelle infrastrutture e nell'economia verde stanno contribuendo a consolidare la ripresa economica. Tuttavia, nonostante i progressi, resta un possibile elemento di incertezza legato alla possibile necessità del Tesoro americano di emettere un quantitativo di titoli più alto del solito per coprire da una parte le esigenze di cassa sorte a valle del blocco, ora risolto, della capacità di spesa del governo federale, e, dall'altra, per finanziare un deficit americano crescente.
Se questa necessità dovesse protrarsi, potrebbe rivelarsi inevitabile un aumento dei rendimenti. La Federal Reserve
continua a monitorare attentamente l'evoluzione del mercato, valutando con attenzione l'eventuale necessità di regolazioni nei tassi d'interesse o nelle politiche monetarie.
L'obiettivo è mantenere la stabilità economica nel lungo periodo, garantendo una crescita sostenibile e una riduzione della disoccupazione. Mentre il mercato dei Treasury si rafforza e l'economia americana continua a prosperare, è evidente che un mix di politiche fiscali e monetarie sta guidando questa rinascita. La capacità di adattamento e di risposta alle sfide attuali dimostra la resilienza dell'economia degli Stati Uniti, un merito che va riconosciuto e apprezzato.
Nell'ambito della situazione economica attuale, i dati emergenti dalla Federal Reserve non solo confermano una fase di stabilizzazione, ma evidenziano anche l'efficacia delle politiche economiche attuate. La resilienza dei mercati finanziari, il mantenimento di una bassa disoccupazione e
i segnali di un rafforzamento nei prezzi dei Treasury sono tutti indicatori che puntano verso una ripresa tangibile e sostenibile.
QUESTO SCENARIO
POSITIVO È IL FRUTTO DI UNA COMBINAZIONE DI POLITICHE
MONETARIE
PRUDENTI E STIMOLI FISCALI MIRATI, CHE
INSIEME STANNO
PLASMANDO UN TERRENO FERTILE PER UNA CRESCITA FUTURA.
L'orizzonte non è privo di nuvole. La possibilità che il Tesoro americano debba aumentare l'emissione di titoli per finanziare il deficit crescente potrebbe mettere pressione sui rendimenti dei titoli di stato, innescando potenziali sfide per il controllo dell'inflazione.
È qui che la creatività nelle politiche economiche diventa cruciale. Invece di limitarsi a reazioni convenzionali, potrebbe essere il momento di esplorare nuove strategie come l'implementazione di tecnologie avanzate
“"La grandezza di un'economia non si misura solo dalle vette raggiunte nei suoi momenti di prosperità, ma dalla sua capacità di ascendere nuovamente dopo le discese." — Paul Samuelson
per ottimizzare la spesa governativa o incentivare ulteriormente l'innovazione nel settore privato, specialmente in aree come l'economia verde e le infrastrutture sostenibili. Questi sforzi dovrebbero essere visti non solo come misure di mitigazione, ma come opportunità per rafforzare le basi economiche del paese. Investire in tecnologie sostenibili e infrastrutture non solo contribuirebbe alla stabilità economica, ma potrebbe anche posizionare gli Stati Uniti come leader nella
lotta contro il cambiamento climatico e nell'innovazione tecnologica a livello globale. Così mentre ci dirigiamo verso un periodo di potenziale incertezza, la forza e la flessibilità dell'economia americana offrono un barlume di speranza. È un momento decisivo, e la capacità di adattamento e risposta alle circostanze attuali sarà un testamento alla resilienza e al dinamismo dell'economia statunitense .
Nel cuore pulsante dell'America, tra le luci sfavillanti delle sue metropoli e le sterminate praterie che ne disegnano l'orizzonte, si cela un richiamo antico quanto la Dichiarazione d'indipendenza stessa: il diritto al perseguimento della felicità. Questo ideale, profondamente radicato nell'anima statunitense, offre una chiave di lettura unica per comprendere l'inesauribile attrattiva degli Stati Uniti, una terra dove il sogno di realizzazione personale e professionale sembra sempre a portata di mano, nonostante le sfide e le contraddizioni. Gli italiani hanno da sempre guardato all'America come a una terra di opportunità. Ricordiamo l'emigrazione massiva di italiani arrivati nel Nuovo Mondo tra il 1880 e il 1915 in cerca di un futuro migliore, una testimonianza della lunga storia di coraggio e aspirazione che lega l'Italia agli Stati Uniti. Ma perché, una volta varcato l'Oceano, molti decidono di non fare più ritorno in Italia? La risposta giace non tanto nelle difficoltà del presente quanto nella promessa di un futuro. Sì, gli USA sono un paese nel quale la vita può essere costosa e il percorso disseminato di ostacoli, ma sono anche un luogo dove l'impegno e la determinazione trovano un terreno fertile, dove il merito può davvero fare la differenza. L'attrattiva degli Stati Uniti risiede nel cosiddetto sogno americano, l'idea che chiunque, indipendentemente dalla propria origine, possa raggiungere i propri obiettivi attraverso il duro lavoro e la perseveranza. È questa promessa di mobilità sociale e di successo che seduce gli imprenditori e i talenti italiani, spingendoli a cercare oltreoceano le opportunità che la loro terra natale, per varie ragioni, non sembra offrire con la stessa generosità. Per chi contempla il grande passo verso gli Stati Uniti, il messaggio è chiaro: l'America offre un palcoscenico vasto e variegato per chi è disposto a mettersi in gioco, a sperimentare e a innovare. Qui, le idee nuove e le iniziative audaci non solo sono benvenute ma sono la linfa vitale dell'economia e della società. È vero, la competizione è feroce e la difficoltà elevata, ma le ricompense possono essere all'altezza delle aspettative più ambiziose. La ricerca della felicità, quindi, è molto più di un diritto inalienabile sancito dai padri fondatori. È un vero e proprio stile di vita, un approccio all'esistenza che incoraggia l'individuo a superare i propri limiti, a esplorare nuovi orizzonti. Gli italiani che scelgono di rimanere negli USA lo fanno perché, in questo vasto e complesso paese, vedono la possibilità di scrivere la propria storia, di plasmare un futuro che sia all'altezza delle loro aspirazioni più profonde. La decisione di rimanere negli Stati Uniti, con tutti i suoi difetti e le sue sfide, è una testimonianza della forza del sogno americano, capace ancora oggi di ispirare e motivare. Affrontare le incertezze di questo grande passo può rappresentare l'inizio di un'avventura straordinaria, in cui la ricerca della felicità diventa il motore di una continua aspirazione al superamento e all'innovazione.
“
TUTTI GLI UOMINI SONO
CREATI UGUALI; CHE ESSI
SONO DAL CREATORE DOTATI DI CERTI INALIENABILI
DIRITTI, TRA QUESTI DIRITTI
VI SONO LA VITA, LA LIBERTÀ
E IL PERSEGUIMENTO DELLA FELICITÀ
“
A cura della redazione di ExportUSA
Negli Stati Uniti Lucio Miranda vive da molto tempo, ne è cittadino dal 1993. Per 30 anni ha vissuto in prima persona tutta la recente storia economica, politica e sociale americana. Dopo la California, ora è un neworkese d'adozione. Da più di 27 anni alla guida di ExportUSA, aiuta le imprese europee ad esportare business e investire negli USA.
D: Lucio, è un piacere averti qui. Ricordi l'esatto momento in cui hai deciso di lasciare l'Italia per gli Stati Uniti? Cosa ti ha spinto a fare questo grande passo?
R: In realtà, la mia partenza dall'Italia non è stata diretta verso gli Stati Uniti. È stata un'avventura globale: prima
Parigi, poi Seul, seguita dalla frenetica Tokyo, e infine il Brasile. Solo dopo sono approdato a New York, dove ho intrapreso un Master alla NYU, alla Stern School of Business. New York mi ha accolto non solo con le sue sfide, ma anche con la nascita dei miei figli; è diventata la mia casa, il palcoscenico della mia vita.
D: Arrivando a New York per la prima volta, quali sono state le tue prime impressioni e come hai vissuto il momento di transizione dalla vita in Italia a quella americana?
R: L'arrivo a New York è stato un vero shock culturale. Venivo direttamente da Rio de Janeiro, una città baciata dal sole, e mi sono trovato in un contesto completamente diverso.
Ricordo ancora il viaggio in macchina dall'aeroporto JFK: quartieri cupi, paesaggi urbani che gridavano disperazione. In quel momento, mi sono chiesto: "Dove caspita sono finito?"
D: In che anno è avvenuto questo drastico cambiamento?
R: Era il 1992. I contrasti tra la vibrante Rio e la grigia New York erano palpabili. Ma, come si sa, l'adattamento arriva con il tempo, e per me New York è stata la rampa di lancio per realizzare ambizioni che altrove sarebbero state irraggiungibili. Quello che ho fatto qui non l'avrei potuto fare da nessun'altra parte. E devo essere sincero nel dire che con il lavoro che faccio adesso, viaggiando spesso tra Italia e Stati
si divide in classi di censo e classi sociali; quindi, anche nell'immaginifico americano dobbiamo intenderci bene su cosa si poggiasse concretamente il “sogno americano”. Per alcuni non ha mai avuto senso, per altri nel corso del tempo si è ovviamente anche un po' degradato, agli inizi della ricostruzione l'economia che saliva trainava tutti, adesso le cose sono più difficili. Il mio sogno americano è stato la possibilità di realizzare le cose senza intoppi, senza una burocrazia soffocante, senza costi o investimenti assurdi, di riuscire a creare un'attività, di riuscire a veder finito qualcosa di reale. Senza quell’interminabile tunnel di procrastinazione in cui viaggia l’Italia. Ed è proprio qui che ho fondato ExportUSA, un'impresa impensabile in Italia per le difficoltà strutturali e del sistema.
D- Il sogno americano di un cittadino statunitense è diverso rispetto al sogno americano che abbiamo noi italiani?
Uniti, alla fine della fiera ho il meglio di tutte e due, il meglio dell'Italia e il meglio degli Stati Uniti.
D: Il "sogno americano" è sempre stato un termine molto dibattuto. Qual è la tua interpretazione personale?
R- Il concetto del sogno americano si è prestato a parecchie interpretazioni propagandistiche, populiste e quant'altro. Il sogno americano, quello del dopoguerra, è quello legato alla ricostruzione o al rilancio dell'economia, della vita sociale pacifica, per cui il sogno americano era quello della villetta monofamiliare con il giardino davanti, il giardino dietro, due macchine nel driveway e un lavoro stabile e ben pagato per tutti. Ovvio poi che questo lavoro stabile e pagato non è stabile e ben pagato per tutti. L’America
R- Ottima domanda! Sì, questo penso sia l'elemento. Ricordiamoci che questa è la terra delle mille possibilità, gli economisti la soprannominarono “ Land of Opportunities” dove vai e se ci sai fare, crei, trasformi, riesci. Perché da una parte hai un'economia forte; quindi, ovvio che le possibilità che hai qui sono di maggiori che non in un'economia asfittica. Il sistema in America però è anche cinico e spietato non perdona, e le strade sono lastricate di fallimenti e sogni infranti. Però è una società che si basa su di un sistema pro-business, è una società che premia le idee, la creatività, il modo di fare, poi la burocrazia è infinitamente più snella che non in Italia e non è basata tutta su autorizzazioni preventive, permessi, licenze quasi impossibili da ottenere. Per cui in questo senso se hai un'idea è molto più facile realizzarla qui che in qualsiasi altra parte del mondo.
L'OPPORTUNITÀ DI REINVENTARSI È UNA DELLE GRANDI PROMESSE
PAESE.
D: Durante i tuoi primi mesi a New York, c'è stato un incontro o un evento che ti ha particolarmente segnato?
R: Assolutamente, ricordo un corso di Information Technology alla NYU. Era il 1993 e il professore discusse di una novità chiamata " Internet ", che avrebbe potuto rivoluzionare il mondo. Quell'ispirazione mi ha portato a fondare la mia prima web agency, e poco dopo, a vendere biciclette da corsa online a livello globale.
D: Come hai gestito le differenze culturali e l'integrazione nella società americana?
R: Fare amicizia in America è diverso rispetto all'Italia, dove i legami sono spesso più spontanei e profondi. Tuttavia, New York, con la sua natura cosmopolita, mi ha offerto la possibilità di instaurare rapporti significativi con persone di diverse nazionalità. Anche se non ho stretto amicizie profonde con molti americani, ho trovato un senso di comunità con altri expatriates.
D- Essere italiano ti ha aiutato? O ha influenzato il tuo percorso, sia professionalmente che personalmente?
R: L'essere italiano ha avuto un impatto decisivo, sia professionalmente che personalmente. ExportUSA è diventato un ponte tra l'Italia e gli USA, facilitando il successo di numerosi imprenditori italiani in America. I nostri uffici sono stati un crocevia di sogni imprenditoriali che abbiamo aiutato a realizzare. Molti casi di successo gran parte delle volte senza clamore mediatico, perché ci piace la discrezione e la soddisfazione dei nostri clienti. A livello personale, l'italianità è sempre stata un vantaggio: la simpatia e la cordialità tipiche del nostro carattere aprono molte porte qui.
D: Quali consigli daresti a chi, come te anni fa, sta considerando di trasferirsi negli Stati Uniti per inseguire il proprio sogno americano?
R: Il mio consiglio è uno solo: fallo. Molti sognano, ma pochi osano realmente fare il passo. Guardando indietro, con i capelli ormai bianchi, posso dire che non c'è nulla da perdere quando si è giovani. Anche se il percorso si rivela difficile, o non va come previsto, l'esperienza che ne ricavi è inestimabile. È fondamentale agire secondo il proprio istinto e desiderio, perché l'opportunità di reinventarsi è una delle grandi promesse di questa terra.
D: E infine, come è nata l'idea di ExportUSA?
R: ExportUSA è nata quasi per caso, dopo la chiusura di un primo progetto fallito. Avviando la mia web agency, ci siamo specializzati nel posizionamento sui motori di ricerca quando ancora Google non esisteva. Le aziende italiane che aiutavamo iniziavano a ricevere richieste dagli USA e non sapevano come gestirle. Così, abbiamo iniziato a offrire servizi di logistica, trasporti, sdoganamento, e man mano tutte le necessità che queste imprese incontravano. È stato un percorso organico, cresciuto dalle esigenze dirette dei nostri clienti, e dall'esperienza accumulata nei primi anni di internet e e-commerce.
L'AMERICA È UN'ALTRA PAROLA PER OPPORTUNITÀ. LA NOSTRA INTERA STORIA RUOTA ATTORNO ALLA NECESSITÀ DI SFRUTTARE LE OPPORTUNITÀ CHE CI VENGONO DATE.
“D: Quindi il consiglio è come il payoff di un noto brand statunitense: "Just do it!", fallo?
R: Esattamente. Non lasciare che le paure o le incertezze frenino il tuo slancio. Se c'è un desiderio ardente, una visione o un sogno di vita che ti chiama, la risposta è agire. E non c'è posto migliore degli Stati Uniti per vedere se quel sogno può diventare realtà.
D: Hai una citazione preferita?
R: Sì, c'è una frase di Ralph Waldo Emerson che mi ha sempre ispirato: "L'America è un'altra parola per opportunità. La nostra intera storia ruota attorno alla necessità di sfruttare le opportunità che ci vengono date".
Lucio è un imprenditore italiano che vive a New York dal 1993. Fondatore e Presidente di ExportUSA New York Corp., un'azienda con sedi a New York, Rimini e Bruxelles, specializzata nel supportare le imprese europee nelle esportazioni e investimenti negli USA. Con oltre 26 anni di esperienza, Miranda ha collaborato con migliaia di aziende in vari settori, come elettronica, beni industriali, moda, agroalimentare e costruzioni. Ha lavorato per Alitalia in diversi paesi e inizialmente per JP Morgan a Milano. È stato tra i pionieri dell’e-commerce con il sito coppi.net nel 1997, dedicato alla vendita di biciclette da corsa. Laureato in economia all’Università Bocconi e con un master in Marketing & Finance dalla NYU Stern School of Business, Miranda ha scritto tre libri pubblicati da Hoepli. Recentemente è stato nominato Coordinatore del Gruppo di Lavoro Internazionalizzazione di Assoconsult.
D: Lucio perché abbiamo bisogno dell'America?
R: Gli Stati Uniti rimangono ancora il mercato "unificato" [con la stessa lingua le stesse leggi e la stessa valuta] più grande del mondo. Un sistema stabile, che non discrimina nei confronti delle società straniere, e che ha in corso un piano di investimenti da migliaia di miliardi di dollari che sta sostenendo la crescita economica USA. E che la sosterrà ancora per almeno i prossimi cinque anni. Se un'azienda Italiana vuole continuare a crescere non può sperare solo sul mercato interno... deve internazionalizzarsi guardando ad altri mercati. E gli Stati Uniti rimangono ancora il mercato che offre le maggiori opportunità."
D: Come può influire questo sulle prossime elezioni americane?
R: La polarizzazione culturale e politica negli Stati Uniti si è molto accentuata nel corso degli ultimi anni. Le aree rurali sono decisamente conservatrici, le aree metropolitane sono molto più liberali. E questo è un dato di fatto insanabile a mio modo di vedere. Non penso che a breve possa intervenire una riconciliazione. Gli elementi di novità possono essere rintracciati nelle migrazioni interne da uno stato all'altro e/o da una città all'altra e nell'ingresso delle giovani generazioni nel novero degli elettori. Queste sono le due variabili da monitorare per capire quale sentiero prenderà la politica [e la società] Americana dei prossimi decenni.
D: Le nuove elezioni in Europa influiranno in qualche modo sui rapporti internazionali dell’asse Europa-USA e soprattutto sul futuro dell’economia americana?
R: La società America è sempre stata una società multiculturale, con tutte le sue contraddizioni. L'elemento della multiculturalità è sempre stato presente nella politica e nella società Americana. La valenza è soprattutto interna alla società americana. Quello che invece penso che incida molto sui rapporti con Europa e con il resto del mondo è la strategia di ridefinizione della supply chain per sganciarsi dalla Cina. E in questo senso l'Amministrazione Biden si sta dimostrando molto più aggressiva di quanto non era stata l'Amministrazione Trump. Penso che l'Europa dovrebbe analizzare bene il rapporto con la Cina, un rapporto che coinvolge sì l'aspetto tecnico-logistico delle forniture, ma anche temi più problematici legati alla sicurezza nazionale.
D: I BRICS possono o potranno mai sostituire il dollaro?
R: Beh, sostituire il dollaro non è proprio un gioco da ragazzi... Non basta inventarsi una valuta [o adottarne una già esistente] e dire: "da oggi usiamo questa valuta per fare i pagamenti" Qual è la base su cui si fonda il valore di questa valuta? E spero che nessuno risponda "L'oro" Qual è l'autorità di controllo monetario che assicura stabilità al corso di questa valuta? Esiste poi un mercato secondario di titoli [di ogni tipo
ma soprattutto governativi], denominato in questa ipotetica valuta, dove investire, a breve o lungo termine, i surplus monetari denominati in questa ipotetica valuta? Sono questioni cruciali che vanno pensate bene e risolte ancora meglio e non mi pare che al momento ci sia una armonia di vedute tra i vari paesi parte dell'area BRICS."
D: Con quale slogan convincerebbe investitori e imprenditori italiani, che guardano con incertezza al futuro finanziario statunitense, a fidarsi dell'economia più grande del mondo?
R: Direi che che la risposta può essere la stessa già data al primo punto. Qui
possiamo aggiungere una ulteriore considerazione. Gli Stati Uniti hanno un tessuto sociale molto pro business e aperto all'innovazione. È negli USA che si sono sviluppati i trend che hanno inciso sugli stili di vita e sui modelli di acquisto del mondo intero. Pensiamo alla nascita di Internet e dell'ecommerce, a
Microsoft, Apple, Amazon, Google, Netflix, alle applicazioni di AI, al mercato della musica e del cinema di massa. Imparare a competere con successo su questo mercato vuol dire inserirsi su dinamiche che si proiettano nei decenni a venire e su tutti i paesi del mondo."
A cura della redazione di ExportUSA
Nell'epoca dell'innovazione e della sostenibilità, l'Italia si erge come il partner commerciale strategico per gli Stati Uniti, non solo nell'ambito del monumentale "Inflation Reduction Act" del Presidente Biden da 1.700 miliardi di dollari per il rinnovo delle infrastrutture e la transizione all'economia verde, ma anche in un settore altrettanto cruciale: il software. Questo provvedimento è infatti destinato a trasformare il panorama economico globale, e l'Italia è pronta a svolgere un ruolo di primo piano non solo nella fornitura di beni tradizionali, ma anche nell'implementazione di nuovo know-how nel campo dei software, un settore fondamentale per la competitività e la modernizzazione degli Stati Uniti. In questo contesto, l'Europa diventa la fonte di una corrente di importazione cruciale per sostenere l'ambizioso progetto americano. Le imprese italiane si stagliano come controparte di fiducia per gli States, in particolare con la recente riforma delle linee di approvvigionamento (anche nota come "friendshoring"), che le riorienta puntando sul Vecchio Continente.
MA CHI SONO GLI INDISCUSSI CAMPIONI DELL'AMERICAN DREAM NELL'AMBITO DELLA TECNOLOGIA E DELL'INDUSTRIA?
Scopriamo ora le storie di successo di due aziende che hanno brillato grazie alla loro straordinaria expertise:
Amped Software è una software house leader mondiale nello sviluppo di tecnologie per le analisi di immagini e filmati a uso forense e investigativo. Fondata a Trieste dall’ingegnere Martino Jerian e con sede presso il parco scientifico tecnologico “Area Science Park”, Amped vanta un team di oltre 40 persone tra dipendenti e collaboratori e opera in 100 paesi, affiancando circa 1400 agenzie governative e organizzazioni delle Forze dell’Ordine. La mission
aziendale è migliorare la qualità delle prove video e delle immagini per il loro utilizzo in ambito sia investigativo che giudiziario. Il progetto di Amped nasce dalla tesi di laurea di Jerian: un progetto sperimentale scaturito dalla richiesta, da parte del RIS di Parma, di fruire di un software che potesse aiutare e amplificare le loro attività investigative. Da quel progetto di tesi Jerian ha costituito l’azienda che, negli anni, ha realizzato cinque tipi diversi di software utili alle varie fasi e attività del processo investigativo e probatorio.
Attiva da oltre 15 anni, Amped ha investito negli USA creando una propria società con sede a Brooklyn, New York, proprio per soddisfare il mercato americano e assecondare le esigenze sia delle organizzazioni delle forze dell’ordine che delle agenzie governative statunitensi.
Da quando hanno stabilito una propria presenza negli States nel 2019 assumendo, negli anni, cinque professionisti americani, il riscontro da parte del mercato è stato
pressoché immediato: l’azienda ora opera in tutto il territorio statunitense, in proporzione alla dimensione economica di ciascuno stato. L'apertura della società USA, che oggi determina circa il 30% del fatturato complessivo, ha permesso di incrementare la crescita del 20% su base annua.
Dallan Spa è un’eccellenza del territorio nella produzione di sistemi per la lavorazione delle lamiere. Il gruppo produce macchine profilatrici, macchine punzonatrici e taglio laser da coil, con elevata automazione. Negli ultimi trent’anni l’azienda trevigiana ha installato circa un centinaio di impianti negli States: un traguardo importante, per il quale è stato necessario dotarsi di un ottimo servizio clienti.
«Il mercato americano ha bisogno di munirsi di macchinari con elevata automazione, questo perché durante gli anni della globalizzazione molta della manifattura si era spostata dagli USA verso il Messico e la Cina provocando un’enorme perdita di know-how» spiega Andrea Dallan, AD del Gruppo.
Attualmente le aziende americane puntano a ricostruire e, oltre ai macchinari, devono affrontare una grande sfida: quella di trovare tecnici esperti per la produzione. Non è fondamentale solo la tecnologia quindi, ma anche la formazione e l’aggiornamento del personale americano. Quando nel 2018 l’azienda ha deciso di fare un passo in avanti e costituire una propria società in America, la risposta da parte del mercato è arrivata subito e conseguentemente sono incrementate le commesse. A oggi, la fiducia da parte dei clienti USA è aumentata proprio perché Dallan dispone di un ottimo servizio clienti direttamente sul mercato che ha permesso all’azienda di installare impianti in tutti e cinquanta gli stati americani. L’apertura verso il mercato statunitense ha richiesto cospicui investimenti, dal personale in loco allo stabilimento – sito a Dayton, Ohio, vicino alla più nota “Rust Belt” (cuore dell’industria pesante statunitense tra gli Appalacchi e i Grandi Laghi) – che gestisce i ricambi e il service. «Da quando abbiamo costituito la nostra società negli USA», precisa Dallan, «il nostro fatturato con i soli Stati Uniti è passato da 2 a 9 milioni di dollari», su un fatturato globale di 44 milioni di euro.
"New York. Ah, New York. Una città che non sa di essere una poesia scritta su un pacchetto di sigarette. Sono venuto qui con un paio di valigie e un cuore pieno di inchiostro, sperando di trovare qualcosa che somigliasse a una casa. La città non mi ha accolto; mi ha inghiottito, mi ha masticato e mi ha sputato su un marciapiede di Times Square. Ma l'ho amata per questo, per la sua brutalità sincera, per il suo caos senza scuse.
Tra i grattacieli che graffiano il cielo e le strade che puzzano di vita e di perdizione, ho imparato a respirare. Le luci di Broadway sono come stelle cadenti, promesse di una notte che non finisce mai. E le persone, oh le persone, sono frammenti di storie non raccontate, volti incisi da solchi di dolore e flebile allegria.
Di notte, mi siedo al bar con un bicchiere di ricordi, guardando attraverso la finestra appannata come i taxi gialli tagliano attraverso la pioggia. E penso a come questa città sia la mia amante e la mia nemica, la mia musa e il mio mostro. Lei mi tira a sé, mi respinge, mi consuma. Ascolto le sirene come Ulisse all'angolo della trentaduesima strada.
Lei è bella perché è cruda, è reale. Ti dà tutto e ti prende tutto. E in qualche modo, in quel dare e prendere, trovi la poesia della vita, il bello nel brutto. Qui ho trovato la bellezza nel fondo di un crepuscolo, nella risata di un vecchio seduto su una panchina, nel grido di un venditore di giornali all'alba.
È la città più bella del mondo perché è imperfetta, imprevedibile, irriducibile. E come un vecchio poeta stanco, continuo a tornarci, ancora e ancora, perché solo New York sa come ballare con i miei demoni e cantare con i miei angeli. Solo qui posso essere veramente perso e veramente trovato, tutto in una notte di follia o in un giorno di meraviglia".
Intervista a Federico Leoni, autore di “America Contro”
ttraverso le pagine di questo libro, ci addentriamo in un viaggio avvincente e illuminante tra gli intricati tessuti della società americana contemporanea. Federico Leoni guida i lettori con maestria attraverso una narrazione articolata e coinvolgente. Il volume è suddiviso in due parti che delineano distintamente i contorni di un paese in continua evoluzione.
Nella prima parte del libro di Leoni, veniamo immersi nella complessità culturale, politica e sociale degli Stati Uniti d'America. Con sguardo attento e acuto, Leoni analizza dettagliatamente le radici storiche che plasmano l'identità americana trattando i temi più scottanti: la wokeness, l’immigrazione, le armi, l’aborto, il diritto di voto, la crisi climatica e la guerra in Ucraina. Nella seconda parte, l'autore affronta gli eventi tumultuosi che hanno scosso il cuore della democrazia americana e portato all'assalto a Capitol Hill. Attraverso una disamina ponderata e riflessiva, Leoni ci aiuta a comprendere le implicazioni di questo evento senza precedenti e le sue ripercussioni sulla società americana, intervistando esperti scrittori giornalisti e attori della politica USA.
Ma ciò che rende “America Contro” veramente straordinario è la sua struttura innovativa e interattiva. Ogni capitolo è arricchito da titoli di canzoni che catturano l'essenza e il significato del tema trattato, offrendo una colonna sonora emotivamente coinvolgente per l'esperienza di lettura.
Inoltre, celebri frasi di ex Presidenti americani, scrittori ed esperti di politica statunitense identificano il contesto e la comprensione di ogni argomento trattato.
D- Federico, spiegaci com’è nata l’idea di questo libro che si collega al tuo interessante podcast “America Contro” e raccontaci perché la scelta di un titolo così (apparentemente) forte
R- È un libro che non ambisce a raccontare gli Stati Uniti nella loro totalità. Il titolo lo scelse il Direttore di SkyTg24 ed è stata un’ottima intuizione da parte sua. Un altro titolo a cui avevamo pensato era “Punto di rottura”, ma non conteneva alcun elemento che riconducesse agli Stati Uniti ed è per questo che lo abbiamo scartato. Volevamo un’intestazione che catapultasse immediatamente il lettore negli USA per sottolineare come, nel corso del tempo, si sia arrivati a una spaccatura provocata da una serie di elementi e motivi di divisione che vedono le loro radici ben prima dell’arrivo di Trump alla Casa Bianca nel 2016. “America Contro” è il ritratto di quell’America che sembra essere contro tutto e tutti o, per meglio dire, è convinta che tutto e tutti siano contro di lei. Andando più nello specifico e analizzando il tessuto sociale risulta che anche gli stessi elettori votano non a favore di un candidato, ma contro un candidato, cioè affinché quel candidato non vinca (una conseguenza tipica della polarizzazione). Come analizzato in uno dei capitoli, i social media sono stati un game changer nell’affrontare questa tendenza, per cui l’algoritmo dei social premiava, e in parte premia ancora, soprattutto i discorsi più incendiari e divisivi.
DI CANZONI CHE CATTURANO L'ESSENZA
E IL SIGNIFICATO DEL TEMA TRATTATO
Il problema è che più viene esaltato l’estremismo lessicale sui social, e più si diventa estremisti tutti quanti. Si creano delle vere e proprie eco chambers, ovvero delle stanze virtuali dove continui a sentire costantemente opinioni simili alla tua o sempre più estreme rispetto alla tua. Ecco perché la scelta di questo titolo.
D-Nel libro nomini Trump 262 volte, mentre Biden 58 volte… ritieni che la comunicazione di Trump, nel bene e nel male, sia stata predominante anche quando Twitter (ora X) lo escluse dai social?
R-Come accennavo, il libro non ha l’ambizione di narrare l’America nella sua totalità. Racconta una parte d’America, che è quella dominata da questo sentimento che io chiamo “risentimento” e che negli USA viene definito Status Anxiety. Una sensazione che appartiene in particolar modo al popolo MAGA (Make America Great Again), il movimento dei trumpiani, per semplificare. Non si tratta nemmeno dei conservatori, ma proprio dei seguaci del Tycoon. Fin dal 2016 noi giornalisti abbiamo sentito proprio l’esigenza di scindere tra repubblicani e trumpiani come se fossero due realtà diverse, e lo sono. Adesso il partito repubblicano è pienamente trumpiano, ma sappiamo che comunque - sottotraccia - ci sono ancora delle resistenze di esponenti che non vorrebbero dirsi trumpiani. Prima erano più liberi di parlare e meno sottomessi, basti pensare a John McCain, Mitt Romney, Liz Cheney che, per motivi diversi, hanno lasciato il campo libero a Trump. Quindi, per rispondere alla tua domanda, ho parlato più di Trump proprio con l’intento di parlare dell’America trumpiana. Poi mi sono collegato anche a Biden e all’ala più progressista del partito democratico per contestualizzare.
D- Ci piace molto la citazione che hai tratto da un discorso di Ronald Reagan all'inizio del capitolo che tratta il controverso tema dell'immigrazione: "Chiunque, da qualsiasi angolo del mondo, può venire in America e diventare un americano". È esattamente il mantra di ExportUSA quando parliamo di relazioni commerciali. Che significato ha per te questa frase?
R-È interessante che l’autore di questa frase sia stato un presidente repubblicano spesso stimato anche da chi repubblicano non era e osannato dal suo partito. Questa citazione, pronunciata nell’ultimo discorso prima di lasciare la presidenza, è rilevante anche perché in ideale controtendenza con l’attuale posizione repubblicana e trumpiana. All’epoca di Reagan l’America era in qualche modo ancora quella della frontiera, della linea da spostare sempre un po’ più in avanti, come fa una squadra di football che deve guadagnare campo per arrivare a meta.
SUI SOCIAL, E PIÙ SI DIVENTA ESTREMISTI TUTTI QUANTI.
“L’America poteva essere aggressiva o addirittura arrogante, ma era aperta al mondo. Ora quella stessa linea è diventata un confine dietro il quale arroccarsi, e fuori di metafora mi riferisco anche (ma non solo) al confine con il Messico. L’America si sente attaccata culturalmente e anche economicamente, nonostante dopo la pandemia abbia ripreso a crescere con slancio. Una parte della popolazione ha la sensazione di una minaccia incombente e sente il bisogno di proteggersi: il trumpismo cavalca questi sentimenti e facendolo incassa molti consensi. Trovo la citazione rilevante perché ci dà la percezione immediata di quanto accaduto negli ultimi decenni: le categorie sono rimaste più o meno le stesse (repubblicani e democratici, liberal e conservatori, eccetera), ma spesso indicano cose molto diverse rispetto al passato.
D-Se dovessi definire con una frase il tuo libro, quale sceglieresti?
R- La domanda è molto interessante. La verità è che il pitch migliore è la frase di Hemingway che ho messo in esergo, e che suona anche come un augurio per il futuro “Il mondo spezza chiunque, ma poi in molti si ritrovano forti proprio nei punti spezzati”. L’America ha molti punti di rottura, ma le sue divisioni, se e quando verranno risolte, potrebbero in futuro rappresentare i suoi punti di forza.
È DAVVERO BELLO CIÒ CHE PIACE? DALLA TRADIZIONE ALLA RIVOLUZIONE, IL MADE IN ITALY NON È PIÙ SUFFICIENTE
A cura della redazione di ExportUSA
L'Italia, culla del Rinascimento e museo a cielo aperto, è da secoli un epicentro di creatività e innovazione. La tradizione del design italiano, arricchita da secoli di storia, ha sempre trovato ispirazione nel paesaggio mozzafiato del paese e nella passione per l'arte che scorre nelle vene dei suoi artisti. Già nel 1817, durante il suo Grand Tour, Stendhal rifletteva sull'inebriante bellezza italiana con parole che risuonano ancora oggi: “La bellezza non è che una promessa di felicità”. Tuttavia, nel contesto globale attuale, dominato da mercati volubili e consumatori esigenti, l'Italia può ancora affidarsi solo al prestigio del suo passato. >
L'America di oggi non è più un territorio vergine, ma un campo di battaglia economico altamente competitivo. Secondo un rapporto del 2022 della Camera di Commercio Italiana negli USA, l'export italiano verso gli Stati Uniti ha superato i 55 miliardi di euro, segnando un incremento significativo rispetto agli anni precedenti. Questo successo dimostra che il "Made in Italy" mantiene un forte appeal, ma evidenzia anche l'importanza di non sottovalutare la sofisticatezza e l'informazione del consumatore americano moderno. Con un accesso quasi illimitato a informazioni online e un acuto senso critico, questo consumatore è sempre più capace di discernere l'autenticità e il valore reale di un prodotto. Per mantenere la propria posizione nel mercato americano, le aziende italiane devono reinventare
la loro strategia comunicativa. "Nel contesto attuale, la comunicazione non è solo trasmissione di informazioni ma costruzione di relazioni", afferma Marco Fortis, economista e vicepresidente della Fondazione Edison. Le aziende devono quindi focalizzarsi su una narrazione che valorizzi innovazione, ricerca e sostenibilità. Ad esempio, la fusione tra estetica tradizionale e tecnologie avanzate, come quella sperimentata nella recente collaborazione tra designer italiani e tech companies di Silicon Valley, può creare prodotti che non solo rispettano l'ambiente ma offrono anche esperienze utente rivoluzionarie.
L'ultima grande sfida per il Made in Italy è diventare localmente rilevante in contesti globali, imparando a "parlare americano" senza perdere la propria identità italiana.
Questo significa comprendere a fondo le aspettative culturali e sociali degli americani, personalizzando l'approccio di mercato per rispecchiare tali
aspettative. In ultima analisi, nel contesto globale, come osserva il famoso adagio americano, "people buy from people they like".
Per conquistare e mantenere la fiducia dei consumatori americani, l'Italia deve mostrarsi non solo come esportatrice di beni, ma come partner e alleata nella creazione di un futuro condiviso e prospero.
Il divano "Superonda" fece la sua prima apparizione nel vibrante 1966, in occasione della memorabile mostra "Superarchitettura", un evento che mirava a sfidare il consumismo imperante. Il talentuoso architetto italiano Adolfo Natalini, ispirato dalla devastante alluvione che aveva colpito Firenze, sentì l'urgenza di rispondere con un gesto forte e significativo: organizzò così la mostra a Pistoia, nella rinomata Galleria Jolly. Fu un momento di grande ispirazione, durante il quale emerse il gruppo "Archizoom Associati", pionieri del movimento del Radical Design. Il divano Superonda non è solo un pezzo di arredamento, ma un simbolo di libertà e ribellione, un invito a respingere il convenzionale a favore di una semplicità provocatoria che sfida la complessità del design pop. Questo oggetto non è semplicemente un luogo dove sedersi; è un'icona che ha scosso il mondo del design, lodata da critici come un elemento "efficace nel gettare il panico". La sua versatilità permette di trasformarlo da divano a lettino e poi in una chaise longue che non manca mai di stupire. Alla Galleria Jolly, l'incontro tra Sergio Camilli, l'illuminato proprietario della Poltronova, e gli Archizoom Associati, segnò l'inizio di una produzione che avrebbe portato il Superonda nelle case di tutto il mondo. Con le sue curve sinuose, il Superonda sfida la rigidità formale dell'epoca e diventa un inno all'ergonomia, invitando il corpo a rilassarsi in modi che stimolano la fantasia. L'aspirazione a rompere con i canoni degli anni '60 e l'anarchia creativa che ne scaturì portarono alla luce il Radical Design, un movimento che con il suo sarcasmo e la sua provocazione ha saputo conquistare persino il mercato americano, dimostrando come il design possa influenzare profondamente i consumatori. Come disse Ettore Sottsass, un altro grande nome del design, "il design è un dialogo con la vita, che abbraccia temi come la società, la politica, l'erotismo, il cibo e persino il design stesso". In questo contesto, il Superonda si afferma come un audace esponente di questi dialoghi, un vero e proprio manifesto vivente delle idee che propugna.
Costruire un ponte culturale significa anche saper innovare rispettando la tradizione. Per le aziende italiane, questo può significare sviluppare nuovi prodotti che mantengano un legame con il passato ma che siano anche in linea con le tendenze contemporanee e le preoccupazioni globali come la sostenibilità e la responsabilità sociale. L'integrazione di materiali ecosostenibili e processi produttivi etici può essere un forte punto di risonanza con il consumatore americano, sempre più attento all'impatto ambientale dei suoi acquisti. Creare questo tipo di connessione culturale richiede tempo, pazienza e un impegno genuino nel voler comprendere e apprezzare le differenze culturali. Richiede campagne di comunicazione che siano culturalmente sensibili e che sappiano evocare emozioni e suscitare interesse. La storia del design italiano, con la sua enfasi sull'artigianato, sulla bellezza e sulla funzionalità, offre numerosi spunti per storie che possono affascinare e ispirare. La sfida, quindi, per le imprese italiane è duplice. Da un lato, devono mantenere e onorare le proprie radici culturali, preservando quelle tecniche e quei metodi che definiscono l'autenticità del Made in Italy. Dall'altro, devono essere aperti a reinterpretare questi elementi in modi che parlino alle nuove generazioni e ai diversi contesti culturali, in particolare a quello americano. In questo modo, il ponte culturale non è solo un canale per vendere prodotti, ma diventa un vero e proprio scambio reciproco di idee, valori e ispirazioni. Costruire un ponte culturale non significa solo esportare un brand o un prodotto, ma esportare un'esperienza, un pezzo di cultura italiana che possa essere accolto, apprezzato e, soprattutto, compreso in tutta la sua ricchezza e complessità. Ciò non solo rafforza il posizionamento delle aziende italiane sul mercato globale, ma contribuisce anche a un dialogo interculturale più ampio che arricchisce tutte le parti coinvolte .
INSEGNARE A TRASGREDIRE: LA GENERAZIONE ANTI-BENESSERE TRA SALUTE E BELLEZZA
A cura della redazione di ExportUSA
Chi di voi ha sentito parlare della serie TV di HBO Euphoria? Teen drama per eccellenza, questo discusso show esplora il lato oscuro dell’adolescenza tra droghe, sesso, solitudine e relazioni e lo fa anche attraverso la rappresentazione dell’ossessione per la bellezza – o almeno questo è quello che ci abbiamo letto noi. È indimenticabile la scena che mostra la spirale inquietante innescata da uno dei personaggi, Cassie, che ogni giorno si sveglia alle 4 di mattina per eseguire un’estenuante beauty routine fino ad accorgersi grazie a un
crollo nervoso che questa routine non l’ha resa né più bella né più felice. Lo sappiamo tutti. La pandemia ci ha profondamente segnati e nulla potrà farci tornare com’eravamo prima del 2020. Quanti, in fondo, si sono potuti permettere di non fare i conti con la propria condizione, il proprio benessere psicofisico e il proprio posto nel mondo a partire dal lockdown e per i quattro anni successivi? Eppure il mondo è tornato a girare, le persone hanno riabbracciato i loro lavori, le aziende hanno premuto l’acceleratore e tutti ci siamo
rituffati nella vita quotidiana al motto di «Ne usciremo migliori».
Quel “migliori”, forse, è stato preso troppo alla lettera, ed è così che l’esigenza di lavorare sulla nostra salute ha finito per portare a galla l’asimmetria tra un me reale e un me idealizzato. Idealizzato o meglio “ottimizzato” come si ottimizza un macchinario o un sito web, guarito dalle ferite psicologiche inflitte dalla crisi sanitaria, in altre parole un individuo che sta indiscutibilmente bene. Il problema è che per quanto ci si provi uno stato simile è irraggiungibile, ed è qui che nascono le perplessità.
Il settore che ha beneficiato maggiormente di questa corale aspirazione a un benessere a trecentosessanta gradi è stato il comparto cosmetico. Ma quanto è grande la Beauty Industry? Da 483 miliardi di dollari nel 2020 a 619 miliardi nel 2023 – e con un tasso di crescita annuale composto
del 7,9% –, l’industria della bellezza è una macchina potentissima e inarrestabile il cui 24% dei ricavi viene generato negli USA. Grazie alla rapida espansione dell’ecommerce e all’aumento dei clienti disposti a pagare prezzi più alti in cambio di una qualità superiore, il settore ha sbaragliato la concorrenza all’interno del macrosistema del benessere, sicché gli americani sono passati dalla volontà di migliorarsi al dover per forza stare bene.
E quale miglior modo per farlo se non con creme e trucchi e massaggi facciali? Altri settori hanno promesso ai consumatori di dare loro sollievo dalla cultura del burnout, dello stress e dell’ansia, ma in qualche modo hanno fallito nel loro intento originario, rendendo le persone ossessionate dalla Pursuit of Wellness.
Tuttavia, c’è una fetta di popolazione che ha colto questa dissonanza cognitiva e che sta guidando l’America
verso una rivoluzione: stiamo parlando della Generazione Z, o Pandemials che dir si voglia. Perché proprio loro?
A causa del Covid, gli americani nati tra 1997 e 2012 sono stati pressoché obbligati a preoccuparsi della propria salute, dell’ambiente e della qualità delle loro relazioni personali. Comprensibile che essi possiedano alcune caratteristiche singolari come una spiccata coscienza ecologica, competenze digitali sorprendenti (non a caso vengono definiti “nativi digitali”), un ottimo livello di istruzione e un fortissimo senso di comunità. Sono stati proprio questi giovani a mettere in discussione il lato tossico della cultura del benessere perfetto, promuovendo pratiche più sane di cura di sé e ribellandosi alle richieste che, alla fine dei giochi, sono diventate pressioni che gli americani si sono auto imposti. Insomma, molti Gen Z stanno sottolineando come l’ossessione per il miglioramento di sé stia alla base della tossicità che essa intendeva curare e che la costante ricerca del benessere non fa che farci sentire peggio.
Per questo motivo, la Generazione Z non solo sta aiutando le generazioni più anziane a guarire dalle loro insicurezze postpandemiche, ma darà anche sempre più spazio alla crescita di tutte le dimensioni del benessere in modi gentili e, soprattutto, salutari.
Le dimensioni del benessere a cui facciamo riferimento sono principalmente queste:
• SALUTE (farmaci da banco, vitamine, igiene personale);
• FITNESS (fitness clubs, attrezzature per l’home fitness, accessori indossabili);
• NUTRIZIONE (programmi dietetici, servizi alimentari su abbonamento, app per la nutrizione);
• SONNO (integratori per il sonno, sleep trackers, altri prodotti per la qualità del riposo);
• MINDFULNESS (consulenza, terapia, studi di meditazione, app per la mindfulness).
Non daremo i numeri di queste industrie né formuleremo previsioni sul loro andamento. Il punto è che gli americani vogliono tornare a piacersi e per farlo avranno bisogno di aziende che rifiutano la retorica del bene a tutti i costi, prendendo esempio da chi, come i Gen Z, ha sperimentato sulla propria pelle i danni dei buoni propositi nati dal lockdown e ne ha preso le distanze. Come lo faranno? Ce lo dirà il tempo, ma intanto iniziamo dalla comunicazione e dallo storytelling e trasgrediamo anche noi la crudele legge della perfezione.
CASI DI SUCCESSO: L’INTERVISTA A FEDERICO CHECO, CEO PERFECT WELLNESS GROUP
Perfect Wellness Group è nata 9 anni fa da un’idea di Federico Checo per pianificare e progettare spazi benessere con soluzioni standard o su misura. Dai sopralluoghi alla pianificazione sino alla progettazione, alla realizzazione di disegni tecnici, alla costruzione, alla logistica e all’installazione, l’azienda segue il processo a 360°. L’avventura di Checo è iniziata a seguito della sua esperienza di Export Manager nel campo della distribuzione di attrezzature per il settore wellness e bagno tra cui saune, arredo bagno e bagno turco. Dopo due anni di esperienza tra gli USA e l’Italia, Federico ha iniziato a immedesimarsi nella mentalità degli americani e a studiare quale tipo di servizio fosse più consono da offrire in un mercato così competitivo e dinamico. La redazione di ExportUSA Magazine lo ha intervistato per saperne di più:
Federico, come è nata Perfect Wellness Group?
Dopo due anni di viaggi costanti negli Stati Uniti ho capito che il solo prodotto non bastava. Serviva molto di più per accontentare e assecondare le aspettative dei clienti americani: certificazioni specifiche, presenza costante sul territorio e un'assistenza post-vendita impeccabile. Vendere dall'Italia con visite sporadiche non era una strategia sostenibile, specialmente senza un sostegno robusto né un significativo investimento da parte delle aziende italiane. Per questo motivo, insieme a un socio che era già affermato
in America, abbiamo fondato una società di distribuzione nel settore delle SPA. Successivamente abbiamo stretto un importante accordo con Effegibi: nome storico in Italia nel campo del benessere, ciò ha rappresentato per noi un’importante svolta. L'azienda ha investito non solo in certificazioni prodotto per il mercato USA, ma anche in marketing, supportando la nostra partecipazione a fiere locali. Con la crescita del business e gli sviluppi commerciali sempre più consistenti, nel 2019 ho acquisito la società di distribuzione americana e aperto un ufficio a New York. Nel giro di 5 anni la nostra presenza in Nord America è diventata capillare: abbiamo realizzato progetti ambiziosi del calibro di QC Terme NYC, Ritz Carlton NYC, Arte by Citterio a Miami, MIIAmo SPA a Sedona e One High Line by BIG nella Grande Mela. Questi importanti risultati ci hanno consentito di sviluppare un’importante rete di 100 punti vendita. Oggi vantiamo un team di 26 persone nei nostri uffici di New York, Miami e Los Angeles e professionisti installatori in-house.
Come si muove il settore del Wellness negli USA e quali sono, secondo la tua esperienza, gli elementi distintivi rispetto al modo di fare business in Italia?
Il panorama del wellness negli Stati Uniti presenta alcune differenze rispetto all'Italia, tuttavia il mercato evolve continuamente. Negli USA la SPA veniva inizialmente associata ai trattamenti specifici, mentre in Italia ha sempre prevalso l’esperienza olistica di relax, con la sauna e il bagno turco. Solo recentemente in alcune grandi città degli Stati Uniti, come New York, sono stati realizzati progetti di Day SPA per superare l’idea del mero trattamento e garantire un’esperienza a tutto tondo. In alcuni luoghi dell’America il modello sta evolvendo: le SPA diventano veri e propri social club dove le persone si riuniscono anche solo per socializzare … un ritorno al concetto termale dei romani, insomma. Secondo le nostre previsioni gli introiti generati dalle SPA saranno via via sempre più differenziati anche negli States: oltre ai trattamenti, i ricavi proverranno anche dai servizi ancillari come la ristorazione, l’utilizzo degli spazi termali e la vendita di prodotti per la cura personale. Si tratta
di un settore in continua trasformazione che sta abbracciando anche il real estate e le abitazioni: non mi reco in palestra, ma fruisco del servizio nel mio condominio o direttamente a casa.
Cosa vogliono gli americani dal settore wellness: cosa cercano? Il Made in Italy, a tuo avviso, è sufficiente a soddisfare la domanda negli USA?
Il sigillo "Made in Italy" non garantisce più automaticamente il successo del settore SPA negli Stati Uniti, dove i requisiti del mercato trascendono l'origine di un articolo. C'è esitazione nell'adottare soluzioni tecniche italiane senza un solido supporto post-vendita, soprattutto in ambiti professionali dove l'utilizzo è continuo e l'affidabilità è prioritaria. Gli acquirenti statunitensi richiedono conferme che altri abbiano già avvalorato la qualità attraverso il loro utilizzo. È dunque cruciale non solo l'eccellenza del prodotto, ma anche un servizio di supporto tangibile: l'accompagnamento durante la progettazione, la consegna e, particolarmente, l'assistenza successiva alla vendita. I consumatori americani pongono grande attenzione alle normative e richiedono che ogni elemento sia pienamente conforme alle certificazioni richieste dal loro mercato, a fronte dei rischi legali e delle responsabilità derivanti da eventuali difetti. La semplice provenienza italiana non basta. Spesso discuto con imprenditori del mio Paese che ritardano la certificazione sperando che l'eccellenza artigianale parli da sé. Questa prospettiva è inadeguata. La mentalità corretta per eccellere nel settore del wellness in America si basa su un impegno onnicomprensivo, che integra qualità, supporto continuo e conformità normativa, tutti elementi indispensabili per affermarsi in questo mercato.
A cura della redazione di ExportUSA
Aprire un ristorante in questa metropoli è una scelta affascinante e ambiziosa che offre numerose opportunità di successo. In questo articolo, esploreremo le ragioni per cui New York è una destinazione ideale per chi desidera avviare un ristorante e come la città può offrire un ambiente propizio per la crescita e il successo dell'attività culinaria.
Un ristorante nella Grande Mela genera tranquillamente un fatturato di due o tre milioni di dollari all'anno. L'apertura di un ristorante va considerata come un investimento e come una vera e propria attività imprenditoriale dove la passione per la cucina è sicuramente un fattore critico di successo ma che non può essere l'unici. Alla buona cucina deve unirsi appunto un approccio da imprenditore. Sono molteplici i fattori che concorrono al successo di un ristorante in America (o al suo fallimento). Ci sono degli elementi costanti da tenere a mente quando si decide per l'apertura di un ristorante in una metropoli come New York. Indispensabile, dunque, esserne a conoscenza, per non ricadere nell’errore comune di pensare che avere un modello di ristorante vincente in Italia sia sinonimo di successo assicurato in America.
Se da una parte la cucina italiana è una delle cifre principali del Made in Italy, tra le prime attrazioni per i turisti e tra le maggiori eccellenze riconosciute all’estero (che vede proprio tra gli americani i suoi maggiori estimatori), dall’altra l’italianità non può più essere l’unica garanzia di buona riuscita per un ristorante. I clienti americani, infatti, sono più esigenti rispetto a un tempo, e lo spirito di innovazione è ormai un requisito essenziale per lanciare un ristorante di successo in America.
L'IMPORTANZA DI CREARE IL CONCEPT GIUSTO DEL RISTORANTE:
Il concept è alla base della differenziazione del locale e contribuisce alla sua unicità rendendo il ristorante riconoscibile
Lo studio del concept è alla base dell’apertura di un ristorante di successo: che sia a New York, a Los Angeles o in un paese sperduto negli Stati Uniti la creazione di un concept è il primo step da compiere; prima ancora di concepire il menù o assicurarsi un finanziamento. Il concept è il tema centrale, è lo stile su cui si fonderà il ristorante e intorno al quale ruoterà tutto il resto, sia che si tratti di un locale di fascia alta con una cucina gourmet, sia che si tratti di un locale casual, o ancora più nello specifico “fast casual” (termine che incontreremo nel prossimo step).
I format di ristoranti di successo negli ultimi anni possono essere definiti dei veri e propri concept store della gastronomia: tutto, dall’ambiente al menù, è studiato per fornire un’esperienza riconoscibile e appagante. Il concept consiste esattamente in questo, nella creazione di un’identità fortemente distintiva per il ristorante, è il fil rouge che viene declinato in ogni aspetto del locale e che si riflette in primis nell’anima della cucina.
Qualsiasi imprenditore, che ne sia consapevole o meno, nel momento in cui decide di avviare un ristorante sta creando un concept. Se prendiamo un ristorante di pesce, ad esempio, ogni suo aspetto dovrà essere curato in modo da trasmettere in
Gli ultimi dati dell'osservatorio di ExportUSA hanno stimato circa 23.650 ristoranti in tutta la città, con le cucine di oltre 150 paesi. Questi quartieri, sebbene non classificati esclusivamente per il numero di ristoranti, sono evidenziati per la loro popolarità e crescita, che in genere supporta una vivace scena gastronomica. Questa combinazione di attrattiva residenziale e diversità culturale spesso porta a una alta concentrazione di locali gastronomici, rendendoli luoghi eccitanti per gli amanti del cibo a New York:
maniera esemplare la cucina, l’ambiente e il servizio offerti: dal pesce sul menù, all’arredamento in stile marinaro rustico o raffinato, al servizio elegante o informale, all’immagine coordinata dell’insegna, del menù o dei bigliettini da visita.
Così come un’orchestra deve suonare all’unisono, allo stesso modo tutti i punti di contatto con il cliente dovranno essere coerenti ed in linea con il concept. Il primo passo per aprire un ristorante in America è dunque la ricerca dell’identità del locale e per fare ciò è necessario immaginarlo inizialmente come un brand e solo poi come un ristorante.
Oggi l’esperienza del cliente deve essere circolare (“customer life cycle”), soprattutto in America, dove il consumatore medio cerca informazioni in rete prima ancora di mettere piede nel ristorante, e continua a perpetuarne il ricordo attraverso i feedback, che condivide sui social con gli amici o con le recensioni sui siti preposti. Una comunicazione efficace sarà dunque fondamentale per rafforzare l’identità del ristorante, che in ogni touch point di contatto con il pubblico, sia offline, che online, dovrà essere in grado di rassicurarlo in modo puntuale e coerente.
DECIDERE IL FORMAT: RISTORANTE TRADIZIONALE O FAST CASUAL?
Il format del ristorante fonde le premesse su cui si basa il concept con l'operatività quotidiana del ristorante
Il successo di un locale di ristorazione in America deriva dalla combinazione di diversi fattori, di cui i più importanti sonimages by exportusa.uso senz’altro il collegamento tra il concept o identità del ristorante (che si riflette nel menù, nell’ambiente e nel servizio), il target demografico di riferimento e il format prescelto (fast o slow).
È importante sottolineare, inoltre, che il profilo tipico del consumatore americano in tema di ristorazione non ha una definizione univoca, specialmente a New York (o in altre grandi metropoli), dove la società americana si è articolata per logiche storiche o demografiche in una miriade di comportamenti di consumo, che lasciano spazio tanto a idee e modelli di offerta originali, quanto a strutture più tradizionali. Altri fattori che favoriscono l’apertura di ogni tipo di attività di ristorazione in America sono la costante crescita demografica e l'abitudine degli americani a mangiare fuori casa. Negli ultimi anni, tuttavia, si è imposto il trend dei ristoranti fast casual, soprattutto nelle città densamente popolate, dove i ritmi di vita sono intensi e le persone non dedicano molto tempo alla cucina si sta imponendo il business model basato sull’automazione del processo di ordine.
Ma al contrario dei fast food, i ristoranti fast casual offrono cibo di qualità, al pari di quello di un ristorante normale in termini di freschezza e ingredienti, e lo servono in modoapido lasciando al consumatore la libertà di servirsi e ordinare, senza bisogno di essere serviti da personale in sala ed eliminando l’obbligo della mancia (molto sentito in America).
Negli Stati Uniti i camerieri vengono pagati con lo stipendio minimo legale, e la loro vera retribuzione consiste nelle mance lasciate dai clienti, che si ritrovano sul conto finale la percentuale aggiunta di “tips” consigliata (mai al di sotto del 10/15%), che da una parte mette in luce l’importanza del servizio per il mercato americano, ma dall’altra alza di non poco la spesa al ristorante.
Proprio rispetto alla gestione del personale di sala, se da una parte il ristoratore ha il vantaggio economico in termini di basso costo del personale, d’altra, deve ricordare che il turnover del personale è altrettanto alto: i ristoranti soffrono di bassa fidelizzazione delle proprie risorse (e ciò vale non solo per i camerieri, ma anche per i lavapiatti, gli aiuto-cuoco, ecc) e devono essere pronti a un piano B per sostituirle, senza impattare in modo negativo il servizio o la performance economica del business. In questo caso vengono in aiuto agenzie dedicate a procurare il personale per ristorante, che assolvono a questo compito in tempi brevi (non oltre la mezz’ora). A New York, soprattutto, c’è l’imbarazzo della scelta (se assumere in un secondo il personale inviato dall’agenzia è a discrezione del proprietario).
VERIFICARE CHE IL CONCEPT FUNZIONI CON LA CLIENTELA/TARGET DELLA LOCATION DEL RISTORANTE
Concept, format e zona dove aprire il ristorante devono essere in sintonia
Prima di investire tempo e denaro in un ristorante è fondamentale sapere come si comportano i clienti di riferimento e svolgere un’accurata ricerca di mercato, identificando il tipo di clientela che vive o frequenta la zona prescelta (età, reddito, abitudini, ecc.). Mediante un’indagine qualitativa, infatti, si è in grado di scoprire e comprendere tutti i bisogni e comportamenti di consumo che caratterizzano un determinato
Ciò che emerge è un cambiamento epocale nel settore del Food&Beverage, poiché i consumatori delle nuove generazioni prestano sempre più attenzione a una dieta sana ed equilibrata e prediligono la freschezza e l’organicità degli ingredienti. Al contrario della Generazione X e dei Baby-boomers (le altre generazioni di età maggiore), i Millennials tendono ad essere guidati nelle loro scelte di spesa e ristoranti non tanto dai meccanismi di prezzo, quanto da un desiderio di novità, anche al solo fine di essere i primi a poter condividere la scoperta con i loro amici nell’era dei social.
PER I NUOVI CONCEPT DI RISTORANTI IN AMERICA
“
IL BUSINESS DELLA RISTORAZIONE A NEW YORK CITY È MOLTO PIÙ CHE SEMPLICE CENTRO DEL PIATTO .
mercato. Banalmente un gruppo di pensionati che vive a Miami desidera un'esperienza diversa rispetto a un impiegato d’ufficio newyorkese durante la pausa pranzo. Nel settore della ristorazione i riflettori sono puntati soprattutto sulla generazione Millennial e sulla generazione Z, che guidano e influenzano le tendenze di consumo negli Stati Uniti, determinando il mercato dei prossimi decenni.
Autenticità e Differenziazione sono alla base del successo di un ristorante
Per aprire un’attività ristorativa in America l’offerta culinaria è senza dubbio uno dei primi aspetti da considerare, ma a prescindere dalla tipologia di cucina che si andrà a proporre il minimo comun denominatore per avere successo è soltanto uno: distinguersi! Seguono a ruota la valorizzazione delle materie prime e quindi del territorio (soprattutto quando le eccellenze alimentari sono importate dall’Italia), così come l’educazione al prodotto, che affonda le sue radici nella cultura gastronomica italiana, una delle cifre del Made in Italy nel mondo.
Il grande patrimonio culinario nazionale e le basi delle ricette italiane vengono dalle realtà regionali e comunicare il proprio prodotto o ristorante come romano o pugliese ad esempio, piuttosto che come italiano, funziona di più in termini di autenticità, perché è ormai fatto noto che molti speculino sull’italianità, inventandosi nomi che suonano
come italiani (fenomeno che va sotto il nome di italian sounding). L’educazione del cliente diventa dunque prioritaria, tanto per introdurlo a concetti alimentari a lui ancora sconosciuti, quanto per accendere la sua curiosità; soprattutto la generazione Millennial ama imparare e conoscere la storia dietro un prodotto o una ricetta.
Al giorno d’oggi, tuttavia, il Made in Italy non può più essere l’unica garanzia per affermarsi nella food-industry degli Stati Uniti, i cui stili di vita e tendenze alimentari si evolvono alla velocità della luce. Da una parte il settore della ristorazione in America sta vivendo una crescita senza precedenti e la cucina italiana viene riscoperta al di là
di pizza e fettuccine Alfredo (la famosa ricetta della tradizione gastronomica italo-americana), e dall'altra, in un panorama sempre più caotico e iperdiversificato il nuovo punto di forza diventa la specializzazione.
Un esempio su tutti è un nuovo modello di ristorante che si sta diffondendo a macchia d’olio a New York, così come nelle maggiori città statunitensi: il ristorante monoprodotto, che offre un menù ridotto in un’unica specialità con molte varianti (ad esempio la pasta fresca ripiena, con varianti sia nella farcitura che nei sughi), come caratteristica distintiva del ristorante, per poter dominare su una nicchia di mercato.
Perché se la sfida che vi attende è quella di aprire un ristorante in una città come New York, o Miami, o Los Angeles, non dovrete confrontarvi solo con italiani, ma con tutto il mondo, e vi accorgerete che i ristoratori di successo contemporanei (spesso anche con chef americani esperti di cucina italiana) non propongono più menù di cinque pagine, né sperano di attirare i clienti con prezzi al ribasso, ma sempre più spesso puntano su un piatto bandiera e danno al cliente una sola, semplice ragione per dimenticarsi della concorrenza.
TUTTI COLORO CHE ANCORA
CREDONO CHE LA SCELTA
INFINITA DI PIATTI SIA LA STRADA PER IL SUCCESSO, È ARRIVATO IL MOMENTO DI STUDIARE PIÙ A FONDO LE EVOLUZIONI DEL PANORAMA
CULINARIO GLOBALE .
“" Da anni residente a New York, ho potuto osservare un fenomeno che, per un italiano all'estero, ha un sapore di casa: l'ascesa e l'espansione della cucina italiana nella Grande Mela. Il legame tra New York e il cibo italiano è diventato così stretto che, oggi più che mai, l'influenza culinaria italiana è palpabile in ogni angolo della città.
La connessione inizia dalla storia dell'immigrazione italiana a New York. Fin dall'inizio del ventesimo secolo, gli italiani hanno portato con sé non solo la loro cultura e lingua, ma anche le ricette culinarie che definiscono una parte così essenziale della loro identità. Questi immigrati, lavorando spesso in condizioni difficili, trovavano conforto nel cibo della loro terra, cucinando piatti tradizionali nelle loro nuove case americane.
Oggi, quella tradizione si è trasformata in un vero e proprio pilastro dell'offerta gastronomica di New York. Dalle piccole trattorie nascoste nei quartieri più tranquilli fino ai ristoranti stellati Michelin, il cibo italiano ha trovato la sua nicchia. Pizza, pasta, gelato, espresso—nomi che ormai non hanno bisogno di traduzione e che sono diventati simboli di qualità e comfort food per molti newyorkesi.
La ragione di questo successo risiede nella capacità dei ristoratori italiani di innovare pur mantenendo salde le radici della tradizione. Ingredienti importati direttamente dall'Italia garantiscono l'autenticità, mentre l'adattamento di piatti alle moderne tendenze alimentari mantiene viva l'attenzione dei consumatori. Si veda, ad esempio, la recente popolarità delle versioni vegane e senza glutine di piatti classici come la pasta e la pizza.
Inoltre, la cultura del cibo in Italia - che valorizza la freschezza degli ingredienti, la semplicità delle preparazioni e il piacere di condividere i pasti - risuona profondamente con il crescente interesse verso il cibo sano e sostenibile a New York. Questo allineamento di valori ha permesso una
fusione quasi naturale delle cucine e delle pratiche culinarie, rendendo il cibo italiano non solo un'opzione esotica, ma una componente stabile del panorama gastronomico newyorkese.
Alla fine della fiera, New York e il cibo italiano sono più connessi che mai, un legame che si rafforza attraverso nuove generazioni di chef italiani e americani che continuano a esplorare e a celebrare questa affinità culinaria. Per chi come me è cresciuto con questi sapori, vedere la propria cultura così amata e apprezzata è un motivo di orgoglio e un ponte tra il passato e il futuro"
- Lucio Miranda, Presidente ExportUSA
"DOBBIAMO
A cura della redazione di ExportUSA
ostruire una brand identity efficace per il consumatore americano richiede un'attenta analisi del mercato e delle preferenze culturali degli Stati Uniti. Ecco alcuni passaggi chiave da considerare durante il processo di costruzione della brand identity:
01.RICERCA DI MERCATO:
Prima di tutto, devi condurre una ricerca di mercato dettagliata per comprendere il tuo pubblico target americano. Analizza le tendenze di consumo, le preferenze di acquisto, i valori culturali e i comportamenti dei consumatori. Questo ti aiuterà a definire i bisogni e le aspettative dei tuoi potenziali clienti americani.
02.POSIZIONAMENTO DEL BRAND:
Definisci la posizione unica del tuo brand sul mercato statunitense. Identifica i punti di forza distintivi del tuo prodotto o servizio e determina come possono rispondere alle esigenze dei consumatori americani. Questo ti aiuterà a differenziarti dalla concorrenza e a creare un valore unico per il tuo marchio.
03.VALORI DEL BRAND:
Determina i valori e la personalità del tuo marchio. Gli americani apprezzano la trasparenza, l'autenticità e la responsabilità sociale delle aziende. Definisci i valori che il tuo marchio rappresenta e assicurati che siano allineati con le aspettative dei
consumatori americani, che sono sempre attenti al cambiamento.
04.IDENTITÀ VISIVA:
Crea un'identità visiva accattivante per il tuo brand. Questo include il design del logo, la scelta dei colori, i tipi di carattere e gli elementi visivi che saranno associati al tuo marchio. Assicurati che l'identità visiva rispecchi la personalità del tuo marchio e che sia coerente in tutti i materiali di marketing e le piattaforme online.
05.COINVOLGIMENTO DEI CONSUMATORI:
Crea esperienze coinvolgenti per i consumatori americani che favoriscano la fedeltà al marchio. Questo può includere l'utilizzo dei
Durante la creazione della tua brand identity, è fondamentale dimostrare sensibilità e consapevolezza culturale. Prendi in considerazione le diverse tradizioni, festività e sensibilità culturali degli Stati Uniti. Evita stereotipi o rappresentazioni offensive. Lavora con consulenti o esperti locali, se necessario, per garantire un approccio rispettoso e appropriato.
social media, l'organizzazione di eventi o partnership con influencer per creare una connessione autentica con il pubblico americano.
Considera le diversità culturali degli Stati Uniti. Gli americani provengono da diverse background culturali e possono avere preferenze diverse a seconda delle regioni geografiche. Assicurati di adattare la tua brand identity in modo tale da rispecchiare la diversità culturale del paese e di adottare strategie di marketing specifiche per ciascuna regione, se necessario.
07.MONITORAGGIO E ADATTAMENTO:
Una volta che hai costruito la tua brand identity per il consumatore americano, è importante monitorare costantemente i risultati e l'interazione del pubblico con il tuo marchio. Raccogli feedback, analizza le metriche di marketing e apporta eventuali modifiche necessarie per migliorare ed adattare la tua strategia in base ai risultati ottenuti. Mantieni un dialogo aperto con i consumatori attraverso i social media, i sondaggi o il customer support per capire meglio le loro esigenze e mantenere una connessione autentica con il pubblico americano.
MANTIENI COERENZA NELLA TUA BRAND IDENTITY SU TUTTI I PUNTI DI CONTATTO CON I CONSUMATORI, INCLUSI SITO WEB, SOCIAL MEDIA, PUBBLICITÀ, MATERIALI D'IMBALLAGGIO E ALTRO ANCORA. QUESTO TI AIUTERÀ A CREARE RICONOSCIBILITÀ E A CONSOLIDARE LA VOSTRA BRAND IDENTITY NELLA MENTE DEI CONSUMATORI AMERICANI.
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09.ADATTAMENTO AL DIGITALE:
Considera l'impatto delle piattaforme digitali nella tua strategia di brand identity. Gli americani sono molto attivi sui social media e nel mondo digitale. Assicurati di avere una presenza online forte e coerente con la tua brand identity, utilizzando strategie di marketing digitale, creando contenuti rilevanti e coinvolgenti e interagendo attivamente con il pubblico americano attraverso i canali digitali.
10.ASCOLTO ATTIVO:
Infine, ascolta attentamente i feedback e le opinioni dei consumatori americani. Sii aperto a modifiche e adattamenti alla tua brand identity in base alle loro esigenze e preferenze. Dimostra che il tuo marchio è orientato al cliente e pronto a soddisfare le aspettative del pubblico americano.
Ricorda che la creazione di una brand identity efficace richiede tempo, sforzo e adattabilità. Continua a monitorare l'evoluzione del mercato americano e fai regolari valutazioni per assicurarti che la tua brand identity rimanga valida e attraente per i consumatori americani.
Oggi il mercato degli Stati Uniti è un vero e proprio tesoro per le aziende italiane che vogliono spiccare il volo oltreoceano. Ma come ogni grande sfida, la conoscenza delle regole del gioco è la chiave per il successo a lungo termine e il 2024 è l'anno giusto per investire.
Immagina di aprire il tuo locale italiano a New York, San Diego, Los Angeles, Chicago, Miami o in qualsiasi altra città americana: un sogno che può diventare realtà.
Prima di tutto devi avere un'idea chiara del tipo di locale che vuoi aprire. Se un ristorante, un cocktail bar, un negozio di abbigliamento o altro. Ed è fondamentale capire subito quale sia la tua nicchia di mercato sul territorio statunitense e quale il tuo pubblico target.
AMERICANO DOVREBBE SCEGLIERE
Qui entra subito in gioco l'agenzia di branding che ti aiuterà a costruire con un messaggio unico e diretto la tua autenticità, passione e dedizione nell'offrire un'esperienza di alta qualità. Devi entrare nell'ottica che non stai semplicemente fornendo un servizio; stai offrendo un viaggio attraverso le tradizioni italiane, catturando gli occhi e il cuore di chiunque varchi le porte della tua attività.
Ti sceglieranno per la tua costante ricerca dell'eccellenza, la tua attenzione ai dettagli e il tuo impegno. Rappresenti l'essenza stessa della know-how italiano e sei la destinazione ideale per chi desidera un'esperienza autentica.
Il risultato lo raggiungerai solo con l'ardente passione che metterai nel tuo lavoro e il costante impegno nel miglioramento, continuerai a guadagnare la fiducia e la fedeltà dei tuoi clienti, contribuendo a creare ricordi concreti e duraturi per tutti coloro che entreranno a contatto con il tuo brand. La scelta fondamentale è affidarsi ad uno studio di professionisti per avviare tutto il processo di realizzazione tecnico, burocratico e creativo.
Nel settore della brand identity, attirare e convincere i consumatori americani a scegliere la propria azienda rispetto alla concorrenza può essere una sfida significativa. Un approccio fondamentale è enfatizzare l'unicità e la distinzione del design offerto. I consumatori americani tendono ad essere particolarmente attratti da soluzioni di design innovative che permettono al loro brand di distinguersi visivamente nel mercato. È quindi essenziale mostrare come il proprio lavoro possa non solo rispettare ma anche elevare l'identità visiva di un marchio, rendendolo immediatamente riconoscibile e memorabile.
Un altro aspetto cruciale è l'adattabilità e la personalizzazione del servizio. I clienti desiderano sentirsi unici e valorizzati; perciò, offrire soluzioni completamente personalizzabili e flessibili aiuta a creare una connessione più profonda con loro. Questo può includere il coinvolgimento dei clienti nel processo creativo, offrendo loro una partecipazione attiva nella creazione della loro identità visiva, o essere disponibili a modifiche e adattamenti in base alle loro specifiche esigenze.
La competenza tecnica è altrettanto fondamentale. Utilizzare e avere una profonda conoscenza delle ultime tecnologie e software nel campo del design grafico e della creazione di marchi è imprescindibile. Essere al passo con le tendenze attuali non solo nel design ma anche nelle strategie di marketing digitale è vitale, poiché gli strumenti digitali sono sempre più centrali nelle strategie di branding. Mostrare che si può offrire un pacchetto completo che integra sia il design che la strategia può essere un forte punto di differenziazione.
L'integrità e l'autenticità del brand sono qualità molto apprezzate nel mercato americano. I consumatori sono inclini a scegliere aziende che non solo parlano di valori, ma che dimostrano attivamente tali valori attraverso le loro pratiche aziendali e la loro etica di lavoro. Essere trasparenti sui processi, sull'origine dei materiali utilizzati e sulle politiche aziendali può rafforzare la fiducia e costruire una relazione duratura.
Infine, le testimonianze e le case history di successo sono strumenti potenti per guadagnare credibilità. Presentare esempi concreti di successi passati con altri clienti può offrire ai potenziali nuovi clienti la sicurezza di cui hanno bisogno per scegliere la tua azienda. Mostrare come si è contribuito al successo di altri marchi può servire come prova tangibile delle capacità e dell'impatto del proprio lavoro.
Incorporando questi elementi nel proprio approccio e nella comunicazione con i potenziali clienti, un'azienda può
Esegui una ricerca di mercato per capire la domanda per il tuo prodotto o servizio nella zona di New York in cui desideri aprire il tuo locale. Considera la concorrenza esistente e cerca di identificare le opportunità di mercato.
Prepara un piano aziendale dettagliato che includa una previsione finanziaria, un piano di marketing, un'analisi dei costi e delle entrate, e una strategia di gestione. Un solido business plan è essenziale per ottenere finanziamenti, se necessario.
Scegli una zona in cui c'è una domanda per il tuo prodotto o servizio e che sia accessibile al tuo pubblico target. Dove c'è un grande passaggio e dove ci sono sia uffici che scuole. E calibrare bene il contratto di locazione per non andare fuori budget, soprattutto nelle grandi città come New York, Los Angeles e San Francisco.
Assicurati di ottenere tutte le licenze e i permessi necessari per aprire e gestire il tuo locale. Questi possono includere licenze per l'alcol, la salute pubblica, i permessi per l'edilizia e molto altro. Le procedure variano a seconda del tipo di attività che stai avviando.
Decidi come finanzierai il tuo locale. Potresti aver bisogno di fondi propri, di prestiti bancari, di investitori o di una combinazione di queste opzioni.
Aprire una società negli Stati Uniti è rapido e poco costoso. I tipi di società americane sono corporation ed LLC. Negli ultimi 15 anni in ExportUSA New York Corp. abbiamo aperto centinaia di società, sia corporation che LLC.
Acquista l'arredamento e l'attrezzatura necessari per il tuo locale. Assicurati che tutto sia conforme alle normative locali. Ad esempio: uno studio di consulenza si avvale della collaborazione di diversi architetti e arredatori a seconda delle esigenze progettuali del cliente.
Se il tuo locale richiede dipendenti, inizia il processo di assunzione e assicurati di adempiere a tutti gli obblighi legali in materia di lavoro.
Fatti aiutare nel creare un piano di marketing per promuovere il tuo locale. Questo può includere la creazione di un sito web (anche e-commerce), l'uso dei social media, la pubblicità e tutta la comunicazione che sarà fondamentale all'avvio dell'attività.
Una volta completati tutti i 9 passaggi precedenti e ottenuti tutti i permessi necessari, puoi procedere con un breve periodo di prova e poi all'apertura ufficiale del tuo locale.
Sognando la California, questa frase ha sempre esercitato un fascino particolare, evocando immagini di tramonti dorati, infinite opportunità e un ethos di innovazione e libertà. Questo stato, con il suo vasto paesaggio che si estende dalle nevose cime della Sierra Nevada alle lussureggianti vigne della Napa Valley e oltre, è più di un semplice luogo geografico: è un simbolo di possibilità. La storia della California è tessuta da una varietà di narrazioni: da quelle dei nativi americani che l'hanno abitata per millenni, passando per la febbre dell'oro del XIX secolo, fino all'ascesa della Silicon Valley. Ogni epoca ha aggiunto un nuovo strato di complessità e fascino a questo stato eccezionale.
La forza motrice dietro il richiamo della California è senza dubbio la sua potenza economica. Non solo è la patria di Hollywood e del cinema mondiale, ma è anche il cuore pulsante dell'innovazione tecnologica grazie alla Silicon Valley. Giganti della
tecnologia come Apple, Google e Facebook hanno qui le loro sedi principali, creando un ecosistema che favorisce la crescita di startup innovative e attrai talenti da tutto il mondo. L'agricoltura, un altro pilastro dell'economia statale, vede la California come il maggiore produttore americano di frutta, verdura e noci, un vero e proprio "cestino del pane" per gli Stati Uniti e il mondo.
Il clima californiano è celebre per la sua mitezza e per le giornate soleggiate, che permettono una vita all'aria aperta quasi tutto l'anno. Le spiagge, come quelle di Malibu o Laguna Beach, offrono scenari mozzafiato e sono popolari tra surfisti e amanti del sole da ogni parte del globo. Verso l'interno, i parchi nazionali come Yosemite offrono paesaggi montani spettacolari e possibilità di trekking, scalata e campeggio, che non hanno eguali in nessun'altra parte del paese. Questo contatto con la natura non solo eleva la qualità della vita, ma arricchisce anche lo spirito degli abitanti e dei visitatori.
La diversità culturale della California è uno dei suoi tratti distintivi più significativi. Ogni ondata di immigrazione ha lasciato il segno nella cucina, nelle tradizioni e nella vita sociale dello stato. Los Angeles è forse l'esempio più eclatante di questa fusione, con i suoi quartieri che vanno da Little Armenia a Chinatown, ognuno con le sue peculiarità e specialità culinarie. Eventi come il Chinese New Year o il Carnival brasiliano sono solo alcune delle festività che animano le strade californiane, trasformando lo stato in un mosaico di espressioni culturali.
Le istituzioni educative in California sono al vertice mondiale. Università come Stanford e l'Università della California a Berkeley sono centri di eccellenza riconosciuti a livello internazionale per la ricerca e l'innovazione. Queste istituzioni non solo preparano la prossima generazione di leader mondiali, ma sono anche al centro di significative scoperte scientifiche e tecnologiche che continuano a modellare il nostro futuro. La presenza di queste università rende la California un luogo ideale per chi cerca un'istruzione di alto livello in un ambiente stimolante e competitivo.
Nonostante le sfide, come il costo della vita elevato e le minacce naturali come siccità e incendi, il sogno californiano resta vivo e forte. La California non è solo un luogo di residenza, ma uno stato mentale, dove il possibile è a portata di mano e i sogni possono diventare realtà. Che si tratti di intraprendere una carriera nell'hi-tech, godere della natura incontaminata, o immergersi in una cultura vibrante e diversificata, la California offre un ambiente senza pari. Il suo irresistibile mix di opportunità economiche, qualità della vita e innovazione continua a fare dello Stato Dorato un luogo dove le aspirazioni prendono forma e i sogni si realizzano.
L'INDUSTRIA DELL'INTRATTENIMENTO E L'ARTE
Hollywood è un nome che riecheggia in tutto il mondo come il cuore pulsante dell'industria cinematografica e televisiva. Questo settore, oltre a contribuire significativamente all'economia della California, plasma anche la cultura popolare globale. Studi cinematografici, produttori, attori e una miriade di professionisti creativi trovano in California un terreno fertile per la loro arte. Oltre al cinema, la California è un hub importante per la musica, le arti visive, e la letteratura, ospitando eventi di fama internazionale come il Coachella Music Festival e la fiera d'arte contemporanea di Los Angeles.
Nell'epoca attuale, la California è anche all'avanguardia nella lotta contro il cambiamento climatico, implementando politiche ambientali pionieristiche che hanno reso lo stato leader nella sostenibilità. Dal sostegno alle energie rinnovabili alla promozione di veicoli elettrici, lo stato si impegna a creare un futuro più verde. Questa consapevolezza ambientale non solo migliora la qualità della vita, ma attrae anche aziende e talenti che valorizzano la sostenibilità come elemento chiave del loro ethos lavorativo e personale. Nonostante i suoi molti vantaggi, la California
affronta sfide significative. La crisi abitativa e l'alta disuguaglianza economica minacciano di erodere la coesione sociale e l'accessibilità dello stato dorato. Le tensioni si manifestano in questioni di accesso all'abitazione, assistenza sanitaria e istruzione. Inoltre, la gestione delle risorse idriche e la prevenzione degli incendi rimangono compiti ardui a causa del clima e del paesaggio unici della California. La risposta a queste sfide sarà determinante per il futuro dello stato e il benessere dei suoi abitanti.
Guardando al futuro, la California continua a essere una terra di innovazione e opportunità. La sua economia robusta, combinata con la sua cultura accogliente e il suo impegno per la sostenibilità, pone le basi per una società progressista che valorizza la diversità e l'innovazione. Per molti, il sogno californiano è tanto un ideale da perseguire quanto una realtà quotidiana. Nonostante le sfide, la promessa della California come terra di opportunità rimane intatta, attrattiva per chi cerca di reinventarsi e prosperare in un mondo in rapido cambiamento.
n°1
Per lavorare temporaneamente in California è necessario un visto di lavoro di 6 mesi, ottenibile tramite datore di lavoro prima di trasferirsi. È essenziale seguire le procedure regolari per evitare il rischio di espulsione.
n°2
Per risiedere permanentemente negli USA e aspirare alla cittadinanza, è richiesta una Green Card, ottenibile attraverso sponsorizzazione di un datore di lavoro, legami familiari o con cittadini statunitensi.
n°3
Gli Stati Uniti mettono a disposizione ogni anno circa 50.000 visti attraverso un sistema di lotteria per incrementare la diversità dei suoi immigrati. La selezione è casuale, ma i vincitori devono soddisfare requisiti di educazione o di esperienza lavorativa e superare un controllo di sicurezza.
La California è più di un semplice stato; è un fenomeno culturale, economico e ambientale. Che si tratti di esplorare le sue bellezze naturali, di contribuire al suo tessuto economico dinamico, o di partecipare alla sua scena culturale effervescente, la California offre un ambiente unico che continua a ispirare e accogliere persone da tutto il mondo. Il sogno californiano, con tutte le sue sfaccettature e sfide, rimane una potente forza motrice per chi cerca di costruire un futuro migliore nel cuore del Pacifico.
La canzone "California Dreamin'" degli Mamas & the Papas evoca un senso di anelito e desiderio, una fuga verso un paradiso caldo e accogliente lontano dal freddo e dalla grigia monotonia. Il brano, con la sua malinconia mescolata a speranza, cattura perfettamente lo spirito di chi guarda alla California come a una terra di rifugio e di nuove possibilità. Sognando di un luogo dove il sole brilla luminoso e l'aria è carica di opportunità. La realtà californiana, con le sue sfide e le sue promesse, riflette questa dualità. Il costo della vita elevato e le problematiche ambientali possono offuscare il sogno per molti, rendendo la quotidianità a volte difficile e la lotta per l'affermazione più ardua di quanto si immagini. Tuttavia, la resilienza e l'innovazione dimostrate dai californiani sono testimonianza della vitalità e della forza dello spirito
che anima lo stato. La promessa di un futuro migliore e più sostenibile è sempre presente, e la determinazione a superare le sfide fa parte del tessuto stesso della società californiana. La California continua a essere un luogo dove i sogni grandi possono non solo nascere, ma anche realizzarsi. È una terra che, nonostante le sue imperfezioni, invita a sognare ad occhi aperti, a perseguire ambizioni grandiose e a rinnovare la speranza nel potere delle opportunità. Forse, in questo senso, il sogno californiano è più vivo che mai, alimentato non solo dalla bellezza e dalle risorse dello stato, ma anche dallo spirito intraprendente di coloro che lo chiamano casa. Non è solo un luogo di destinazione; è un viaggio, un processo continuo di scoperta, sfida e trasformazione. Per chi è pronto ad abbracciare queste dinamiche, la California offre un palcoscenico senza eguali per vivere una storia unica e personale nel cuore del sogno americano.
- JAMES M. CAIN
Ogni anno, l'iniziativa
"America Buys Italian" si rivela un evento cruciale per le aziende italiane che aspirano a espandere la loro presenza oltre oceano, consolidando una vetrina imperdibile nel fervente mercato degli Stati Uniti. Questa manifestazione annuale, frutto della collaborazione tra ExportUSA e la Italy-America Chamber of Commerce di New York (IACC), si configura come un fulcro di opportunità per le imprese italiane interessate a esplorare e conquistare le complesse dinamiche del commercio al dettaglio americano.
L'evento prende vita sotto forma di incontri B2B mirati, progettati per facilitare dialoghi costruttivi e partnership strategiche tra i produttori italiani e le catene di distribuzione americane, con un focus particolare sulle catene di supermercati indipendenti. Questi incontri non solo offrono una piattaforma per presentare i prodotti italiani di eccellenza, ma permettono anche di tessere relazioni commerciali durature, vitali per l'affermazione nel mercato USA.
Per comprendere appieno l'importanza di eventi come "America Buys Italian", è essenziale considerare il ruolo dominante che la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) gioca negli Stati Uniti. Il settore
della GDO americano è uno dei più grandi e diversificati al mondo, ospitando giganti del retail che vanno dai colossi delle vendite al dettaglio a catene di supermercati specializzati. La presenza capillare e l'ampia portata di queste catene rendono la GDO un canale imprescindibile per qualsiasi marchio internazionale desideroso di guadagnare visibilità e accrescere il proprio impatto sul consumatore americano.
Partecipare a "America Buys Italian" non significa solo avere un'occasione per mostrare i propri prodotti, ma rappresenta anche un'opportunità unica per comprendere meglio le esigenze e le preferenze del consumatore americano, il quale è noto per il suo desiderio di qualità combinato con la ricerca continua di novità e autenticità, valori che il Made in Italy incarna perfettamente.
Attraverso workshop, seminari e incontri diretti, i rappresentanti delle aziende italiane possono acquisire conoscenze cruciali riguardo alle normative di importazione, alle tendenze di consumo e alle strategie di marketing più efficaci per entrare e affermarsi in questo mercato complesso e altamente competitivo. Questi momenti di formazione e confronto sono indispensabili per affinare le strategie di ingresso e di crescita, minimizzando i rischi e massimizzando le potenzialità di successo.
ALCUNE DELLE CATENE AMERICANE COINVOLTE:
WAKEFERN ( 362 punti vendita in New Jersey, New York, Connecticut, Pennsylvania, Delaware, Maryland, Massachusetts, New Hampshire e Rhode Island);
NORTH STATE GROCERY (23 punti vendita in California e in Oregon);
LOWES FOODS ( 80 punti vendita in North Carolina, South Carolina e Virginia);
SENDIK’S FOOD MARKET (18 punti vendita nella Greater Milwaukee area);
BUSCH’S FRESH FOOD MARKET ( 16 punti vendita nello stato del Michigan).
«Attualmente – afferma Jacopo Campochiaro, CEO di UBV Ocean & Air – seguiamo una trentina di aziende del comparto agroalimentare. Il nostro punto di forza per il settore food sono le nicchie di prodotto come olio, olive, farine, dolciumi, prodotti sott’olio e sott’aceto. Ultimamente stiamo concentrando la nostra attenzione anche su conserve, pasta, pane e biscotti».
L'evento è molto più di un semplice incontro di affari: è un ponte strategico che collega il saper fare italiano con il gigante economico americano, rappresentando un'opportunità inestimabile per le aziende italiane di ogni dimensione. La collaborazione tra ExportUSA e la Italy-America Chamber of Commerce di New York crea un'arena privilegiata dove il Made in Italy può brillare, dimostrando la forza e la qualità che lo contraddistinguono.
«L’atteggiamento e le risorse rappresentano il primo passo per ottenere successo nel mercato statunitense, così come in qualsiasi altro mercato. È fondamentale avere un progetto ben definito, considerarlo come un investimento e dedicare le risorse necessarie per realizzarlo. La distinzione tra spesa e investimento risiede nel fatto che l’investimento, entro un periodo di tempo determinato, genera un ritorno, mentre la spesa no. Molto spesso le aziende che ci contattano vogliono entrare nella grande distribuzione o nei department stores americani come Walmart, Target, Macy’s. Per una azienda che si affaccia per la prima volta al mercato statunitense è velleitario pensare di vendere alla grande distribuzione. In primo luogo perché è improbabile venire presi in considerazione dalla distribuzione stessa, in secondo luogo perché in termini operativi vendere alla grande distribuzione in America richiede un grande sforzo organizzativo e finanziario. Le procedure sono molto strutturate e molto rigide: la logistica, la fatturazione, i pagamenti, i resi. La distribuzione è la vera sfida di questo mercato, ma la grande distribuzione, soprattutto agli inizi, non è la soluzione», - Lucio Miranda, presidente di Export USA.
A cura dela redazione di ExportUSA
Nel 1831 Alexis de Tocqueville ha attraversato per nove mesi il territorio americano, studiando ciò che viene più comunemente definito come “The American Way of Life”. Lo ha fatto partendo dalla sua esperienza di storico e scienziato politico, incontrando illustri personaggi come Quincy Adams, Andrew Jackson e Daniel Webster.
Ed è stato proprio quel viaggio l’occasione per scrivere uno dei più importanti libri della sociologia politica, un volume tuttora oggetto di studio di molte università a livello internazionale: “ La democrazia in America ”, che ha suscitato, nel corso del tempo, reazioni e interpretazioni diverse da parte degli esperti di Stati Uniti. Molti critici lo hanno descritto come la più fedele interpretazione dell’America che viene narrata in tutte le sue sfaccettature e presentata come nazione dominante sia dal punto di vista militare che economico.
Crediamo fermamente che all’interno della sua opera Alexis de Tocqueville sia stato un grande illuminato, capace di distillare ogni singolo fattore che ha consentito all’America di prosperare in maniera costante sino ai giorni nostri, libera da qualsiasi preconcetto e stratificazione sociale e completamente distaccata dalla rigidità delle tradizioni. Prendiamo, ad esempio, un estratto del capitolo XIX (“Il senso degli affari è ampiamente diffuso tra gli americani”).
«Gli Stati Uniti d’America si sono emancipati da
mezzo secolo (nel 1840) dallo stato di dipendenza coloniale dalla Gran Bretagna; le risorse e il capitale sono ancora scarsi. Nonostante ciò, nessuno al mondo ha fatto progressi così importanti e in così poco tempo, soprattutto nei settori del commercio e della manifattura». Qui l’autore sottolinea che il tempo non vale l’essenza delle cose.
Nel paragrafo che segue, Tocqueville osserva l’impressionante lavoro che trascende lo status sociale. «Negli Stati Uniti le imprese più ambiziose vengono portate a termine senza alcuna difficoltà, poiché l’intera popolazione è impegnata nell’industria produttiva e perché i ceti meno abbienti, così come i membri più facoltosi, sono pronti a condividere
i propri sforzi in nome di un obiettivo comune. La conseguenza è che un esploratore è costantemente affascinato dall’immensità dei lavori pubblici eseguiti da una nazione così inclusiva».
Nel paragrafo successivo, possiamo evincere quanto attuale fosse il pensiero di Tocqueville dopo il suo viaggio. «Ciò che maggiormente mi ha impressionato degli Stati Uniti non è tanto la grandezza di alcune imprese, ma la innumerevole quantità di quelle piccole. Quasi tutti gli agricoltori mettono insieme l’agricoltura con il commercio, la maggior parte di loro fa dell’agricoltura il commercio. Infatti, gli americani fanno convergere la propria attitudine al business con l’agricoltura e la loro passione per il commercio si riflette anche in tutte le altre attività personali».
Gli americani hanno creato una società uguale per tutti e ricca di opportunità, dove chiunque può esprimersi e avere successo.
Nelle sue puntuali analisi, Alexis de Tocqueville ha sottolineato le stesse caratteristiche che noi rivediamo oggi quando lavoriamo negli Stati Uniti: l’utilizzo di un approccio diretto, pratico, con bassi livelli di burocrazia, ma soprattutto una mentalità completamente aperta ad accogliere nuove idee e a renderle realtà .
CIÒ CHE MAGGIORMENTE
MI HA IMPRESSIONATO
DEGLI STATI UNITI NON È
TANTO LA GRANDEZZA DI
ALCUNE IMPRESE, MA LA INNUMEREVOLE QUANTITÀ DI QUELLE PICCOLE.
Abbiamo sempre trovato affascinante esaminare come le opere classiche della politica risuonino ancora oggi. "La democrazia in America" di Alexis de Tocqueville, un'opera del XIX secolo, offre una visione profonda che si dimostra sorprendentemente pertinente nell'analizzare il clima politico contemporaneo degli Stati Uniti.
Tocqueville visitò gli Stati Uniti nel 1831 per studiare il sistema penitenziario, ma il suo interesse si ampliò rapidamente verso l'analisi delle istituzioni democratiche americane. La sua prospettiva europea gli permise di osservare con occhio critico e di valutare i motivi del successo della democrazia rappresentativa repubblicana in America, un successo non replicato in molti altri paesi.
Uno degli aspetti più rilevanti del suo lavoro riguarda la " tirannia della maggioranza ". Avvertiva che in una democrazia, il potere della maggioranza potrebbe facilmente sopprimere le minoranze e le voci dissidenti. Questo concetto è estremamente attuale, considerando il crescente fenomeno della polarizzazione politica negli Stati Uniti, dove il dialogo fra visioni opposte sembra sempre più difficile e dove le leggi e le politiche tendono a favorire il gruppo dominante, spesso a discapito delle minoranze.
Tocqueville era anche preoccupato dalla possibilità che la democrazia potesse degenerare in un " dispotismo addolcito ", dove il potere, diffuso tra molte mani, diventa così invasivo da limitare le libertà individuali sotto la maschera del bene collettivo. Oggi, queste preoccupazioni risuonano nella crescente ansia riguardo alla sorveglianza governativa e alle leggi che, pur essendo presentate come misure di sicurezza, potrebbero minacciare la privacy e le libertà civili degli individui.
Un altro tema trattato da Tocqueville che trova eco oggi è il ruolo della religione nella società. La sua osservazione sulla separazione tra Chiesa e Stato come salvaguardia per entrambe le istituzioni è ancora centrale nel dibattito americano, specialmente quando questioni di diritti religiosi e legislativi si intrecciano in modo complesso.
Nel confrontare "La democrazia in America" con le dinamiche attuali, diventa evidente che Tocqueville aveva identificato dinamiche e pericoli che continuano a manifestarsi. Le sue riflessioni sulle sfide della democrazia offrono una lente attraverso la quale possiamo esaminare le tensioni contemporanee, dalla gestione del potere politico alla protezione delle libertà individuali e dei diritti delle minoranze.
L'opera non solo illumina vari aspetti della vita americana del XIX secolo, ma continua a fornire lezioni vitali per chi si occupa di politica, sociologia o storia oggi. Riflettendo sulla sua opera nel contesto politico attuale degli Stati Uniti, "La democrazia in America" rimane un testo fondamentale per comprendere e navigare nelle complesse dinamiche del potere, della libertà e del governo in una società democratica.
Alexis de Tocqueville è indubbiamente stato non solo un personaggio determinante per la storia della sociologia politica, ma anche un illuminato che ha colto l’essenza della società americana. La sua analisi della società ci proietta fedelmente al 2024, uno degli anni elettorali più delicati per gli Stati Uniti e per l’Unione Europea, soprattutto considerando lo scenario geopolitico attuale.
Nel corso della nostra esperienza abbiamo assistito a diversi scenari: la crisi, la ripresa, l’alternarsi di amministrazioni repubblicane e democratiche, e possiamo tranquillamente affermare che il fil rouge della storia di questo paese è sempre stato l’economia. Gran parte degli americani non ha la giusta percezione del contesto economico in cui vive – ci riferiamo, in particolare, a chi guarda solo alla propria condizione, senza metterla a confronto con quella di altri paesi. Dal nostro punto di vista, risalendo agli ultimi vent’anni, l’America è uno dei pochi mercati su cui puntare, questo per la sua grande solidità economico-finanziaria: investire negli States per un’impresa italiana non è mai un obiettivo sbagliato perché si tratta di un mercato che premia e traina gli altri mercati.
INDIPENDENZA
ENERGETICA
Oggi, nel 2024, assistiamo ad una Cina completamente
isolata che deve affrontare molteplici sfide legate alla crescita economica, all’export e alla situazione demografica. Uno scenario impensabile fino a cinque anni fa. In questo contesto, si sono poi verificate delle condizioni ancor più favorevoli per gli Stati Uniti, ovvero l’indipendenza energetica e la produzione e relativa esportazione di petrolio e gas naturale. Con queste premesse è difficile pensare a un’economia in declino, come paventato da alcuni. Se sommiamo la lotta all’inflazione, il PIL che aumenta del 2.6% e il tasso di disoccupazione al 3.9% ecco che il quadro è più che positivo.
TECNOLOGIE
Altro elemento di forza dell’economia americana sono le nuove tecnologie. Oltre alla Silicon Valley californiana, New York viene chiamata metaforicamente “Silicon Alley”, il vicolo della tecnologia. Il sistema americano ne ha da sempre incoraggiato e finanziato l’indotto, dettando le tendenze a livello mondiale. Pensiamo a Internet, al GPS, a tutto l’ecosistema Apple, all’e-commerce, ad Amazon: realtà che hanno inciso innegabilmente nella nostra vita. E lo sviluppo continua: Microsoft cominciò a investire in OpenAI dieci anni fa mettendo sul piatto 10 miliardi di dollari e adesso ChatGPT è il vessillifero dell’intelligenza artificiale, a uso di tutti in ogni angolo del pianeta. Tutto questo è nato negli USA, perché gli States sono un sistema estremamente pro-business
dove il lancio delle nuove idee viene supportato con importanti strumenti finanziari immediatamente disponibili.
TECNOLOGIE GREEN
Come abbiamo già accennato, le tecnologie green così come i macchinari, i beni industriali e la componentistica di precisione hanno trovato terreno fertile con il Piano Biden per il rinnovo delle infrastrutture e la transizione all’economia verde. 1.700 miliardi di dollari discussi e approvati nel giro di un anno, appetibili anche a tutte quelle eccellenze italiane che attualmente investono negli States, forti della riforma delle linee di approvvigionamento e del fenomeno del reshoring.
CHIP
È con Chips and Science Act (CaSA), che l’amministrazione americana ha deciso di investire 50 miliardi di dollari per riportare la produzione dei Chip e dei semiconduttori in house. Le restrizioni alle importazioni dalla Cina hanno favorito la crescita del settore negli USA, escludendo il gigante asiatico dalle linee di approvvigionamento garantendosi, così, il primato tecnologico. Grazie all’accordo con la taiwanese TSMC, sono riusciti ad aprire uno stabilimento di semiconduttori di ultima generazione in Arizona: tutto questo ha dato la spinta ad altre aziende che hanno aperto il proprio stabilimento negli States, altro elemento che sta determinando la supremazia tecnologica del nuovo continente .
A cura della redazione di ExportUSA
ew York City, una città che non dorme mai, palpitante di vita e ricca di contrasti sorprendenti. Ricordo come fosse ieri la mia prima volta che ci arrivai. Sembrava avessi vissuto lì da sempre, mi sentivo totalmente a mio agio. Atterrato al JFK presi un taxi verso Manhattan, la città si presentava subito come un labirinto scintillante, pronto ad inghiottirti ad ogni incrocio nel suo frenetico battito. Il primo impatto è stato un misto di ansia e fascino, come accade quando si è di fronte a qualcosa di grandiosamente imponente come questo universo urbano
"New York è la città dove tutto è possibile ", ma anche dove tutto è impossibile. Per vivere qui devi avere tanta fame e tanta voglia di rendere la tua vita migliore. Costruire è
possibile solo se sai come usare gli strumenti che hai a disposizione. New York non perdona, qui avrai freddo, stanchezza, proverai la solitudine e la parsimonia. Quello che ti dà in cambio è un'overdose di energia, un estasi di conoscienza. In questa città non riuscirai ad annoiarnti mai, nemmeno un secondo.
Se però dovesse capitarti puoi sempre andare al Metropolitan Museum of Art, al MoMA, o al Guggenheim. Questi non sono solo edifici, ma santuari della creatività umana.
Ogni visita è un nuovo viaggio attraverso culture ed epoche differenti, un'immersione in opere che continuano a influenzare e ispirare. C'è sd esempio Broadway che offre spettacoli capaci di far ridere, piangere e sognare, o anche tutte e tre le cose insieme.
Attraversando il ponte di Brooklyn, ci si trova immersi in una realtà completamente diversa. Quartieri come Williamsburg e Bushwick che offrono un'atmosfera più bohémien, mercatini vintage e murales che trasformano le strade in gallerie d'arte a cielo aperto. Brooklyn è il mio quartiere preferito, qui New York è nuda, erotica, perversa, colta, cattiva, sporca e
suggestiva. Mi ha insegnato che la città è molteplice; è come un libro con infinite storie, scritte da chi ha scelto di chiamarla casa.
RILANCIA: RINNOVI DA MILIARDI E PROGETTI AVVINCENTI
New York City è un crogiolo di culture e stili di vita, un luogo dove l'energia pulsante non si esaurisce mai. Chi visita la Grande Mela per la prima volta o chi ci vive, trova sempre qualcosa di nuovo e stimolante.
A New York, la gastronomia varia dai classici hot dog di strada fino ai piatti raffinati dei ristoranti stellati Michelin. È possibile assaporare sapori da tutto il mondo, dalla pizza sottile e croccante fino ai piatti autentici di Chinatown e Little Tokyo. Ogni morso dato è un'esperienza da provare.
La città è un hub per artisti e creativi, con una scena artistica che spazia dalle gallerie di Chelsea ai murales di Brooklyn. Eventi come l'Armory Show e la Biennale di Whitney attestano la vitalità culturale della città.
Oltre a Central Park, ci sono numerosi spazi verdi come il Brooklyn Bridge Park e Riverside Park, ideali per godersi un momento di tranquillità con vista su Manhattan.
L'architettura di New York mescola il fascino storico di edifici come l'Empire State Building con le strutture moderne del One World Trade Center e Hudson Yards. La High Line, un parco lineare ricavato da una ferrovia sopraelevata dismessa, è un esempio eccellente di come spazi urbani in disuso possano essere trasformati in vitali aree verdi che offrono nuove prospettive sulla città.
New York è rinomata per il suo ritmo incessante. A tutte le ore, la città vibra di attività, dai caffè aperti 24 ore su 24 ai club notturni e alle luminose insegne di Times Square. Per questo si usa dire da queste parti che il denaro non dorme mai.
New York, la metropoli che non dorme mai, si sta trasformando con un'iniezione di oltre 20 miliardi di dollari destinati alla modernizzazione delle sue infrastrutture aeroportuali. Questo colossale sforzo di rinnovamento mira a mantenere la città al passo con l'aumento costante del flusso di passeggeri e a consolidarne il ruolo di avanguardia globale.
Entro il 2026, proprio in tempo per l'evento mondiale del calcio ospitato congiuntamente da Stati Uniti, Canada e Messico, i tre grandi aeroporti di New York — John F. Kennedy, LaGuardia e Newark Liberty — saranno completamente rinnovati. Questi interventi promettono di trasformarli nel miglior biglietto da visita che New York potrebbe mai offrire ai suoi visitatori internazionali. Fred Dixon, presidente e CEO di NYC Tourism + Conventions, ha recentemente rivelato che il Terminal B di LaGuardia è stato eletto miglior nuovo aeroporto al mondo da Skytrax, un'autorità di rating del trasporto internazionale. Inoltre, ha annunciato l'imminente lancio di una nuova iniziativa commerciale al Terminal 8 del JFK, un progetto sviluppato in collaborazione con American Airlines e UnibailRodamco-Westfield Airports, che vedrà l'apertura di oltre 60 nuove attività commerciali tra negozi e ristoranti.
Ma non è tutto sul fronte dei trasporti. La prossima primavera, New York accoglierà ' Beluga24 ', un innovativo traghetto a zero emissioni che collegherà Manhattan a Brooklyn lungo il fiume Hudson, parte integrante del servizio New York Water Taxi. Per gli appassionati di calcio, il 2027 segnerà l'inaugurazione del primo stadio di calcio della città a Willets Point nel Queens. Questa struttura, frutto di una collaborazione pubblico-privata, è solo un elemento di un più ampio progetto di sviluppo che include spazi pubblici, un nuovo istituto scolastico e migliaia di alloggi a prezzi accessibili. Si prevede la creazione di circa 16.000 posti di lavoro e un impatto economico di 6 miliardi di dollari.
Questa estate al 51 di Christopher St. aprirà anche il primo ufficio turistico dedicato alla celebrazione della storia dei moti di Stonewall del 1969. Il Stonewall National Monument Visitor Center troverà casa nel West Village, vicino allo storico Stonewall Inn, all'interno del parco nazionale dedicato alla storia LGBTQ+. Con oltre 65 milioni di presenze stimate entro la fine del 2024, previsioni che puntano a superare il record pre-pandemico di 66,6 milioni di visitatori nel 2024, New York dimostra di essere sulla giusta strada per un recupero turistico completo. L'Italia, con 481mila visitatori, si colloca al quinto posto nella lista dei paesi con maggior affluenza, segnando un recupero del 79% del turismo rispetto al 2019.
New York ha vissuto un 2023 scoppiettante, accogliendo ben 61.8 milioni di visitatori, generando un impatto economico colossale di 74 miliardi di dollari tra spese dirette e ricavi indiretti. Benché questa cifra non abbia ancora raggiunto il picco storico di 66 milioni di visitatori del 2019, rappresenta un salto significativo rispetto ai 56.7 milioni del 2022.
Il 2023 ha visto un notevole aumento del turismo d'affari: 12.1 milioni di visitatori erano a New York per lavoro, registrando un incremento
quasi del 30% rispetto all'anno precedente. L'osservatorio di ExportUSA è ottimista, prevedendo che il 2024 potrebbe segnare un nuovo record, superando i numeri del 2019.
La metropoli americana attrae visitatori da ogni angolo del globo. La lista dei paesi di provenienza degli ospiti internazionali vede al primo posto l'Inghilterra, seguita da Canada, Francia, Brasile, Australia, Germania, Spagna, Italia, Messico e Cina.
Le previsioni per il 2024 suggeriscono un cambiamento nella gerarchia: Infatti si prevede che la Cina sorpasserà l'Inghilterra, diventando il secondo maggior paese di provenienza dei turisti. New York si conferma come il principale portale d'ingresso negli Stati Uniti, gestendo il sistema aeroportuale più affollato del mondo. I due giganti aeroportuali, il John F. Kennedy International (JFK) e il Newark Liberty International (EWR), hanno registrato insieme più di 2900 voli internazionali alla settimana, testimoniando l'incessante flusso di visitatori che continuano a scegliere la Grande Mela come loro destinazione prediletta.
NEW YORK IS ALWAYS A GOOD IDEA
A cura della redazione di ExportUSA
Williamsburg, ossia il quartiere bohémien di Brooklyn, è un crogiolo culturale famoso per il suo vibrante mix di storia, arte e comunità. Il quartiere si affaccia sulle sponde dell'East River e offre una vista spettacolare sullo skyline di Manhattan, attrazione che non manca di affascinare tanto i residenti quanto i turisti. La sua storia, le sue peculiarità culturali e la sua continua evoluzione lo rendono un luogo unico nel suo genere.
Williamsburg è stato fondato nel 1638 da coloni olandesi e inizialmente chiamato " Boswijck ", che significa " piccola città nel bosco ". Con l'arrivo degli inglesi, il nome è stato anglicizzato in Williamsburgh, in onore di William III d'Inghilterra, e solo più tardi il nome è stato abbreviato nella forma attuale. L'area ha vissuto una significativa trasformazione nel corso dei secoli, evolvendosi da una comunità agricola a un quartiere industriale
nel XIX secolo, grazie alla sua posizione lungo il fiume che facilitava il trasporto e il commercio.
L'industrializzazione portò un'ondata di immigrati, principalmente tedeschi e italiani, che contribuirono a plasmare il tessuto culturale del quartiere. Durante il XX secolo, Williamsburg ha continuato a evolversi, diventando un rifugio per la comunità ebraica ortodossa e successivamente per la comunità ispanica.
Negli anni '90 e all'inizio del XXI secolo, il quartiere ha iniziato ad attrarre un nuovo gruppo demografico: giovani artisti e professionisti attratti dagli affitti relativamente bassi e dalla vicinanza a Manhattan.
Questa nuova ondata di residenti ha portato con sé una trasformazione culturale, rendendo Williamsburg un centro di attività creative e artistiche. Gallerie d'arte, spazi per performance dal vivo, e
mercati all'aperto sono solo alcuni degli spazi che hanno trovato casa in questo quartiere. Il "Williamsburg Art and Historical Center", fondato nel 1996, è un esempio emblematico di come il quartiere abbia abbracciato le arti, offrendo una piattaforma per artisti emergenti e affermati.
La scena musicale di Williamsburg è altrettanto ricca, con numerosi locali che ospitano artisti indie e alternative da tutto il mondo. Il "Brooklyn Bowl", "Music Hall of Williamsburg" e "Baby's All Right" sono solo alcuni dei luoghi che hanno contribuito a rendere il quartiere un punto di riferimento per gli appassionati di musica.
Oltre all'arte e alla musica, Williamsburg è noto per la sua scena culinaria eclettica, che riflette la diversità dei suoi abitanti. Ristoranti che servono cucina da ogni angolo del mondo, caffetterie indipendenti, panetterie artigianali e market biologici.
Il "Smorgasburg", un mercato alimentare all'aperto che si tiene ogni sabato nei mesi più caldi. Ribattezzato dal New York Times "il Woodstock del mangiare", Smorgasburg è il più grande mercato alimentare all'aperto settimanale d'America, che accoglie più di 2 milioni di visitatori all'anno nei suoi mercatini a New York, Los Angeles e Miami.
Smorgasburg (unione delle parole "smorgasbord" e "Williamsburg") è stato inaugurato nel maggio del 2011, sviluppandosi dal successo dei venditori di cibo al Brooklyn Flea. Da allora, ha contribuito alla crescita di centinaia
di imprese indipendenti che vendono cibo e bevande provenienti da tutto il mondo. Grazie a questa piattaforma, molti hanno trovato successo come venditori assidui per molti anni e hanno anche prosperato aprendo negozi fisici, ristoranti e marchi di prodotti confezionati.
La gentrificazione ha avuto un impatto significativo su Williamsburg, con un aumento dei costi degli affitti e una trasformazione del paesaggio urbano. Nonostante le controversie, questa evoluzione ha portato nuovi investimenti e ha migliorato le infrastrutture, rendendo il quartiere più accessibile e vivibile. La linea
L della metropolitana di New York collega Williamsburg a Manhattan, facilitando i pendolarismi giornalieri e rafforzando ulteriormente la sua reputazione come uno dei quartieri più desiderabili di New York.
Riflettendo le tendenze e le trasformazioni che caratterizzano la metropoli più ampia. È un quartiere che continua a evolversi, mantenendo al contempo un senso di comunità e identità uniche. Per chiunque sia interessato alla storia, all'arte, alla musica o alla cucina, Williamsburg offre un'esperienza indimenticabile che rappresenta il meglio della cultura urbana contemporanea.
ABrooklyn negli ultimi decenni, è stata teatro di un fenomeno urbano che ha catturato l'attenzione di urbanisti, sociologi e residenti: la gentrificazione.
Questo processo ha trasformato aree un tempo trascurate e degradate in quartieri alla moda, aumentando il valore immobiliare e attirando un nuovo flusso di residenti benestanti. Mentre bar, caffè e negozi chic proliferano, il volto autentico di Brooklyn sembra sfumare, suscitando sentimenti contrastanti tra gli abitanti.
Spike Lee, celebre regista e nativo di Brooklyn, ha pubblicamente criticato questo fenomeno, paragonandolo a una " sindrome di Colombo " moderna, dove nuovi arrivati scoprono aree che per molti erano casa decenni fa.
Questa trasformazione è spesso vista come una minaccia per le comunità di lunga data, che si trovano a dover lottare per mantenere la propria identità culturale e sociale in
un mare di cambiamenti.
La narrativa di Truman Capote su Brooklyn negli anni '50, "A House on the Heights ", racconta una Brooklyn molto diversa, ma già allora le sue parole catturavano l'essenza di un luogo in continua evoluzione. Brooklyn si è sempre distinta per il suo spirito pionieristico, un luogo dove nuove idee e culture hanno potuto prosperare grazie alla sua apertura e diversità.
È vero, il cambiamento è una costante inevitabile della vita umana, riflettendo un dinamismo che tocca ogni angolo del mondo, inclusa Brooklyn. Le generazioni si susseguono, portando con sé nuove idee, tecnologie e modi di vivere che trasformano paesaggi urbani e tessuti sociali.
E il processo di trasformazione è particolarmente palpabile, data la sua posizione come crocevia multiculturale e sociale di una città di milioni di abitanti. Accettare il cambiamento
può anche essere visto come un abbraccio delle nuove opportunità che esso porta. Il rinnovamento e la rivitalizzazione possono portare benefici significativi, come l'aumento della sicurezza, infrastrutture migliorate, e nuove opportunità economiche. Cambiamento però gestito con attenzione e sensibilità verso coloro che potrebbero essere maggiormente impattati dalle transizioni, specialmente le comunità storiche e le minoranze economicamente vulnerabili. Il dialogo tra vecchio e nuovo, tra conservazione e innovazione, è essenziale.
La sfida quindi è quella di trovare un equilibrio che permetta a Brooklyn di crescere e prosperare, mantenendo al contempo il rispetto per le sue radici e la sua storia unica. In questo modo, il cambiamento non solo è inevitabile, ma può anche essere fonte di arricchimento e progresso, piuttosto che un sentimento di negazione urbano .
BRAND IDENTITY, APERTURA RISTORANTI, PACKAGING DESIGN, APERTURE SOCIETÀ, LOGO DESIGN, SITI WEB, COMUNICAZIONE E MARKETING.
Questi leader non solo hanno accumulato immense ricchezze ma hanno anche plasmato l'economia globale, spingendo innovazioni in settori come tecnologia, spazio, e media. La loro influenza si estende ben oltre il loro valore netto, avendo un impatto significativo su industrie e comunità in tutto il mondo.
LA TOP 10 DEI MILIARDARI PIÙ RICCHI D'AMERICA NEL 2024
A cura della redazione di ExportUSA
A capo di Tesla e SpaceX, Elon Musk vanta un patrimonio di circa 251 miliardi di $. Oltre a rivoluzionare il settore automobilistico con Tesla, Musk sta progettando missioni su Marte con SpaceX. La sua visione per il futuro include anche lo sviluppo di soluzioni innovative per il traffico urbano tramite The Boring Company e le ricerche nel campo dell'intelligenza artificiale con Neuralink.
Fondatore di Amazon, Bezos ha costruito un impero del valore di circa 161 miliardidi $ , estendendosi ben oltre il commercio elettronico.
Amazon è ora un gigante nella cloud computing con Amazon Web Services e nell'industria dell'intrattenimento con Amazon Studios. Recentemente, Bezos ha incrementato il suo interesse per l'esplorazione spaziale con Blue Origin.
Ha co-fondato Oracle 46 anni fa, vanta un patrimonio di 158 miliardi di $.
Ha esteso i suoi interessi al settore immobiliare e alla vela, con la sua squadra che ha vinto la Coppa America più volte.
Ha donato più di 20 milioni di dollari alle cause repubblicane prima delle elezioni mid term dello scorso anno. Nel 2012 ha acquistato per 300 milioni di dollari un’isola alle Hawaii.
Co-fondatore di Google, ha un patrimonio di 114 miliardidi $. Oltre a Google, ha investito in progetti come Kitty Hawk e Opener. Nel corso degli anni, Google ha lanciato Gmail nel 2004, Google Maps nel 2005, ha acquisito YouTube nel 2006 e lanciato Android nel 2008. Oggi investe in intelligenza artificiale e apprendimento automatico.
Conosciuto per la sua saggezza negli investimenti, Buffett ha un patrimonio di 121 miliardi di $. La sua compagnia, Berkshire Hathaway, possiede una vasta gamma di aziende, da ferrovie a marchi di consumo. Ha comprato le sue prime azioni ad 11 anni e a 16 anni aveva già accumulato un patrimonio di 53.000 dollari. Vive nella stessa casa dal 1958.
Negli Stati Uniti, la cifra dei miliardari ha registrato un incremento del 5% nell'ultimo anno, con il numero di individui super ricchi che è salito da 720 a 775. Questo dato emerge da una recente mappa pubblicata da Visual Capitalist, basata su informazioni raccolte da Forbes, che offre una panoramica dettagliata sulla distribuzione geografica della ricchezza nel paese. La mappa rivela una concentrazione significativa di miliardari in stati come Texas, California e New York, aree già note per le loro economie robuste e mercati immobiliari elitari. Sorprendentemente, quasi ogni stato degli USA ospita almeno un miliardario, segno di una diffusione capillare della ricchezza estrema, anche se la maggior parte è concentrata in pochi luoghi. La California si distingue come lo stato con il maggior numero di miliardari, vantando 179 individui super ricchi. Questo non sorprende, considerando che lo stato è un hub per la tecnologia e l'innovazione, settori che continuano a generare enormi quantità di ricchezza. Segue New York, con 130 miliardari, molti dei quali sono probabilmente concentrati nella città di New York, un epicentro finanziario globale. La Florida e il Texas non sono da meno, ospitando rispettivamente 92 e 73 miliardari, grazie alle loro politiche fiscali favorevoli e a mercati immobiliari in forte espansione. La distribuzione dei miliardari nei vari stati è molto disuguale: California, New York, Florida e Texas insieme ospitano il 61% dei miliardari del paese. Questo squilibrio solleva questioni importanti riguardo le dinamiche economiche e la distribuzione delle opportunità. Mentre alcune regioni vedono un afflusso continuo di investimenti e sviluppo, altre lottano per attrarre lo stesso livello di risorse. Questo aumento dei miliardari negli USA riflette tendenze più ampie a livello globale, dove la ricchezza continua a concentrarsi nelle mani di pochi. Mentre alcuni vedono questo come un segno di prosperità e di un ambiente favorevole agli imprenditori, altri sollevano preoccupazioni riguardo l'ingiustizia sociale e la disparità economica che ne può derivare. Questi dati, oltre a fornire uno spaccato interessante sulla distribuzione della ricchezza, sollecitano una riflessione più profonda sui sistemi economici e su come possono essere riformati per promuovere una maggiore equità, garantendo che i benefici del successo economico siano condivisi più ampiamente.
Insieme a Larry Page co-fondatore di Google, Brin ha un patrimonio stimato di 110 miliardi di $. Si trasferì negli Stati Uniti dalla Russia all’età di 6 anni per accuse di antisemitismo nei confronti della sua famiglia. Recentemente, si è concentrato su progetti personali e filantropici, tra cui il Brin Wojcicki Foundation.
Cofondatore di Microsoft e con un patrimonio di 111 miliardi di $. Gates ora si dedica principalmente alla filantropia globale attraverso la Bill & Melinda Gates Foundation, con un focus su salute, sviluppo e istruzione. I primi anni dopo la fondazione di Microsoft, era abituato a memorizzare le targhe delle auto dei dipendenti per tenere traccia dei loro movimenti, poi ha dovuto smettere.
L'ex CEO di Microsoft, proprietario dei Los Angeles Clippers, ha trasformato la sua passione per la tecnologia e lo sport in un patrimonio di 101 miliardi di $. È noto per il suo entusiasmo contagioso e il sostegno energico al team. In poco tempo ha costruito una squadra competitiva per il titolo NBA
Con un patrimonio stimato di 106 miliardi di $ , Zuckerberg ha guidato Meta (precedentemente Facebook) attraverso l'espansione dei social media e ora nel metaverso. Ha anche impegni filantropici significativi attraverso la Chan Zuckerberg Initiative, focalizzata su salute e istruzione.
10
MICHAEL BLOOMBERG
Fondatore di Bloomberg LP, Bloomberg ha accumulato un patrimonio di 96,3 miliardi di $. Ha servito tre mandati come sindaco di New York e ha dedicato grandi somme alla lotta contro il cambiamento climatico e il controllo delle armi attraverso la sua Bloomberg Philanthropies.
Nell'era in cui l'innovazione e la resilienza economica guidano il progresso industriale, l'industria meccanica italiana sta riscrivendo le regole del gioco negli Stati Uniti. Questo settore, radicato in una storia di eccellenza e maestria, si è affermato come una forza dominante, testimoniando una crescita notevole in termini di investimenti, innovazioni e impatto economico. L'espansione strategica delle aziende italiane di meccanica sul suolo americano non è soltanto un'espressione di internazionalizzazione, ma un chiaro segno di rinascita e dominio.
La presenza italiana nel settore meccanico statunitense si manifesta attraverso numerose realtà aziendali che hanno saputo capitalizzare su un mix unico di tradizione artigianale e avanguardia tecnologica. Un esempio lampante è la FCA (Fiat Chrysler Automobiles), la cui fusione ha non solo salvato Chrysler dalla bancarotta nel 2009 ma ha anche stimolato una rinascita produttiva con investimenti che superano i 14 miliardi di dollari negli ultimi dieci anni.
Questo impegno ha creato decine di migliaia di posti di lavoro e ha dato vita a
prodotti innovativi che si sono distinti nel mercato automobilistico globale.
Parallelamente, aziende come Comau, specializzata in soluzioni di automazione industriale, stanno guidando la trasformazione tecnologica nelle fabbriche americane. Comau ha stabilito collaborazioni significative con giganti dell'automotive e della tecnologia, fornendo sistemi robotici che sono pietre miliari nell'evoluzione verso l'Industria 4.0. Queste collaborazioni hanno non solo rafforzato la posizione di Comau sul mercato, ma hanno anche catalizzato una nuova ondata di efficienza produttiva e innovazione tecnologica.
Dal punto di vista finanziario, il contributo dell'industria meccanica italiana all'economia degli USA è tangibile. Le esportazioni italiane di macchinari verso gli Stati Uniti hanno raggiunto i 5 miliardi di euro nel 2023, segnando un incremento del 12% rispetto all'anno precedente.
Questo non solo evidenzia la crescente domanda per tecnologie italiane avanzate ma sottolinea anche l'importanza strategica del mercato americano per le aziende italiane.
L'investimento in ricerca e sviluppo da parte delle aziende italiane negli Stati Uniti ha visto un aumento
significativo. Un rapporto di Confindustria sottolinea che il 20% del budget in R&D di aziende italiane meccaniche è destinato a facilità americane, un segnale chiaro di un impegno a lungo termine per l'innovazione e l'adattamento alle necessità del mercato locale. La rinascita della meccanica italiana negli Stati Uniti non è solo un fenomeno economico, ma una dichiarazione di forza e un impegno verso l'eccellenza.
Le aziende italiane stanno non solo sopravvivendo ma prosperando, portando con sé secoli di innovazione e una qualità senza compromessi. Questo scenario impone una riflessione sul potenziale delle sinergie internazionali e sull'importanza di un approccio che valorizzi le radici e la storia, proiettandole verso un futuro di successo globale.
A cura dell'osservatorio di ExportUSA
La recente performance delle esportazioni italiane nel settore della meccanica rivela una serie di dinamiche interessanti e di cambiamenti significativi nei flussi commerciali internazionali, che riflettono non solo le scelte strategiche delle aziende italiane, ma anche le variazioni nella domanda globale e le sfide geopolitiche. Una panoramica approfondita di questo scenario può offrire spunti rilevanti sullo stato attuale e sulle prospettive future dell'industria meccanica italiana nel contesto del commercio mondiale.
Al centro di questa analisi c'è il ritorno degli Stati Uniti come principale destinatario delle esportazioni italiane di meccanica. Con le importazioni dall’Italia che ammontano a 1.93 miliardi di euro nel primo semestre dell’anno, si registra un incremento notevole del 40% rispetto al corrispondente periodo del 2023. Questo forte aumento può essere interpretato come un segnale della robusta ripresa economica americana e della crescente fiducia nel settore manifatturiero italiano, noto per la sua qualità e innovazione.
Subito dietro gli Stati Uniti, la Germania si posiziona come il secondo maggiore importatore di meccanica italiana, con un flusso che ha raggiunto i 1.82 miliardi di euro, segnando anch'esso una crescita, seppur più contenuta, del 16%. La posizione della Germania, leader europeo nell'industria manifatturiera, sottolinea una continua interdipendenza e integrazione tra le economie europee, con l'Italia che rappresenta un partner chiave nel fornire componenti e sistemi meccanici avanzati.
Altri mercati europei mostrano pure un trend positivo, benché meno marcato rispetto a quello americano e tedesco. In Francia, le importazioni di meccanica italiana sono cresciute dell’ 11% , mentre nel Regno Unito l’aumento è stato del 4%, nonostante le incertezze legate alla Brexit e alle sue conseguenze sul commercio
bilaterale. La Spagna, d'altra parte, ha registrato un incremento notevole del 22% , evidenziando un recupero economico significativo e una crescente domanda di macchinari e attrezzature industriali.
Contrastando questi successi, si osserva una decisa flessione delle esportazioni verso la Cina, che mostrano una diminuzione del 34% rispetto al primo semestre del 2023, fermandosi a 600 milioni di euro . Questo calo drastico può essere attribuito a diversi fattori, tra cui il rallentamento economico cinese, le tensioni commerciali e politiche e una possibile riorientazione delle strategie di sourcing da parte delle aziende cinesi, che potrebbero privilegiare fornitori locali o di altri paesi asiatici in un contesto di crescente nazionalismo economico.
D'altra parte, mercati extraeuropei come Australia, Canada e India mostrano segnali di forte interesse verso i prodotti meccanici italiani, con aumenti delle esportazioni che variano dal 14% al
20% . Questi dati positivi possono riflettere una diversificazione geografica delle esportazioni italiane, un'adattabilità dell'offerta a esigenze di mercati in rapida evoluzione e una capacità di penetrare in economie in crescita che cercano tecnologia avanzata per modernizzare le loro infrastrutture industriali. Mentre l'industria meccanica italiana continua a navigare in un panorama globale complesso, i dati recenti evidenziano sia opportunità che sfide.
L'aumento significativo delle esportazioni verso i mercati tradizionalmente forti e quelli emergenti suggerisce una resilienza e un dinamismo che possono servire da fondamento per ulteriori successi. Tuttavia, il crollo delle esportazioni verso la Cina serve da monito sulle incertezze che il futuro può riservare, richiedendo una continua valutazione delle strategie di mercato e un adattamento agile alle mutevoli condizioni globali.
Oltremodo, è essenziale per il settore meccanico italiano continuare a investire in ricerca e sviluppo.
“La politica non è solo una questione di soldi. È l'arte di stabilire priorità, un ponte tra il presente bisognoso e il futuro desiderabile."
— John Kenneth Galbraith
L'innovazione tecnologica non solo migliora la competitività dei prodotti, ma apre anche le porte a nuovi mercati che sono alla ricerca di soluzioni avanzate per modernizzare le loro infrastrutture e migliorare l'efficienza produttiva. L'attenzione crescente verso la sostenibilità e l'efficienza energetica offre ulteriori opportunità per il settore di distinguersi e di sfruttare queste tendenze globali a proprio vantaggio.
Sebbene il panorama delle esportazioni della meccanica italiana mostri luci e ombre, la capacità di navigare in questo ambiente complesso sarà determinante per il successo futuro. Le aziende italiane devono continuare a essere agili, innovative e strategiche, adattandosi rapidamente ai cambiamenti del mercato e sfruttando le opportunità nei diversi angoli del mondo.
A cura della redazione di ExportUSA
Nel cuore pulsante degli Stati Uniti del Sud, immerso tra canali sinuosi e foreste di cipressi avvolti in muschio spagnolo, il Bayou della Louisiana offre uno spettacolo di natura incontaminata e di cultura profondamente radicata nei secoli.
Questa regione non è solo una mera espressione geografica; è un crogiolo di storie, musica, credenze e tradizioni che si intrecciano per formare il tessuto unico della cultura louisianese.
Il Bayou , termine derivato dalla lingua dei nativi Choctaw che significa "piccolo corso d'acqua", ha visto nel corso dei secoli l'influenza di francesi, spagnoli e africani, ognuno dei quali ha lasciato un'impronta indelebile sulla regione. Questo miscuglio culturale è palpabile non solo nella lingua parlata, un peculiare creolo e il patois franco-louisianese, ma anche nelle abitudini quotidiane, nell'arte, nella cucina e nelle festività.
Uno degli aspetti più affascinanti e misteriosi del Bayou è senza dubbio il Voodoo , una religione portata dagli schiavi africani e mescolata con elementi cattolici dei colonizzatori francesi. Contrariamente alle rappresentazioni hollywoodiane, il Voodoo louisianese è una pratica spirituale profonda, centrata sulla guarigione,
sulla protezione e sul collegamento con l'aldilà attraverso riti e amuleti. I rituali voodoo sono spesso accompagnati da danze, canti e il battito di tamburi che riecheggiano antiche melodie africane.
Il Delta del Mississippi, che si estende fino ai confini del Bayou della Louisiana, è la culla del blues, un genere musicale che esprime le sofferenze, le speranze e la resilienza degli afroamericani. Artisti come Robert Johnson e Muddy Waters hanno tracciato i sentieri sonori di quello che sarebbe diventato un elemento fondamentale della musica moderna. Il blues del Bayou, infuso di melodie creole e cajun, racconta storie di vita, amore e perdita, offrendo uno spaccato autentico dell'anima del Sud.
Le acque scure del Bayou sono spesso state fonte di ispirazione per racconti di apparizioni e creature mistiche. Storie di lucci feroci e di spiriti chiamati " Rougarou ", simili a licantropi, sono narrate ai bambini come moniti o racconti educativi.
Queste leggende, mescolate alle superstizioni voodoo, creano un tessuto di mistero che avvolge la regione, rendendola un fertile terreno per narratori e folkloristi.
Visitare le paludi significa immergersi in un ambiente dove la natura e la cultura convivono in modo
sorprendentemente armonioso. Dal sapore speziato del gumbo ai vibranti festival di Mardi Gras, ogni aspetto della Louisiana è un testamento vivente della sua storia.
Le Swamps non sono solamente un luogo geografico, ma un'esperienza culturale che continua a influenzare e a ispirare tutti coloro che si avventurano nelle loro profondità.
Il Bayou della Louisiana è molto più di un semplice habitat naturale; è un epicentro di cultura, storia e spiritualità. La sua musica, le sue credenze e le sue tradizioni si intrecciano creando un tessuto culturale che non ha eguali. Questa regione continua a essere un punto di riferimento essenziale per comprendere la diversità e la complessità del Deep South.
“...Vorrei ritornare sul Bayou, Rotolando su una regina cajun. Vorrei essere un treno merci veloce, Che va giù fino a New Orleans..."
— Born on th Bayou, Creedence Clearwater Revival -1969
Tra le paludi e i corsi d'acqua del Bayou, molteplici sono le storie che hanno preso forma, tramandate di generazione in generazione. Questi racconti non sono solo intrattenimento, ma pezzi di una memoria collettiva che rispecchia paure, speranze e sogni di una comunità.
La Dama Bianca del Bayou Teche
Una delle leggende più affascinanti è quella della Dama Bianca del Bayou Teche, una figura spettrale che appare nelle notti di luna piena. Si dice che sia lo spirito di una giovane donna che morì di cuore spezzato dopo che il suo amato fu trascinato via dalle acque torbide durante una tempesta improvvisa. La leggenda racconta che ella vaga lungo le rive, avvolta in un mantello bianco, cercando il suo amore perduto. Coloro che affermano di averla vista sostengono che il suo canto malinconico possa essere udito sopra il fruscio delle foglie e il gorgoglio dell'acqua.
Il Tesoro del Pirata Lafitte
Jean Lafitte, il famoso pirata e contrabbandiere, è una figura storica avvolta nel mistero e protagonista di numerose storie del Bayou. Una delle più celebri narra di un immenso tesoro nascosto nelle profondità inesplorate del Bayou. Secondo il racconto, Lafitte avrebbe seppellito il suo bottino in un luogo segreto, marcato solo da un antico cipresso inciso con simboli misteriosi. Molti cacciatori di tesori hanno tentato di ritrovare le ricchezze perdute, ma il Bayou custodisce i suoi segreti gelosamente, e il tesoro di Lafitte rimane una delle grandi leggende irrisolte della Louisiana.
Il Rougarou: Il Guardiano del Bayou
Il Rougarou è una creatura temuta, parte uomo e parte bestia, che si aggira tra le ombre del Bayou. Questo essere è al centro di un'avvertenza comune tra le comunità locali: chi non segue le regole o si avventura nel Bayou di notte potrebbe incontrarlo. Si racconta che il Rougarou sia il custode delle leggi della natura e che punisca coloro che osano violare il sacro equilibrio del Bayou.
Il Delta blues è uno stile di musica blues che è emerso all'inizio del XX secolo, ha le sue radici nella regione del Delta del Mississippi, un'area geografica che si estende dal nord-ovest del Mississippi fino a New Orleans. La musica blues ha origini profonde nella cultura africana americana, sviluppandosi principalmente tra le comunità di schiavi ed ex schiavi che fuggivano dalle piantagioni di cotone e cercavano rifugio nelle zone paludose del sud, luoghi difficili da raggiungere per i cacciatori di schiavi. Questi luoghi isolati e spesso pericolosi
diventarono centri di resistenza culturale e spirituale. Così come in altre aree isolate, gli schiavi fuggitivi mantenevano viva la loro cultura africana, inclusa la musica. Questi suoni e ritmi africani si mescolavano con elementi musicali europei e indigeni americani, portando alla nascita di nuovi stili musicali. Il delta, con le sue caratteristiche melodie malinconiche e il suo uso intensivo della " call and response ", è un diretto discendente di queste espressioni musicali. In particolare il Delta blues, si caratterizza per i testi che spesso parlano di dolore, lotta e speranza, riflettendo le dure realtà della
vita degli afroamericani del tempo. L'utilizzo combinato della chitarra slide fatta con bottlenecks - colli di bottiglia rotti- e delle armoniche a bocca è profondamente radicato. Figure iconiche come Robert Johnson, Charley Patton e Son House, Sonny Boy Williamson, Little Walter e Howlin' Wolf, tra gli altri, sono state fondamentali nello sviluppo e nella popolarizzazione del Delta blues. Questo genere non solo ha fornito un mezzo di espressione personale e resistenza culturale, ma ha anche gettato le basi per molti altri generi musicali americani, come il rock 'n' roll e il rhythm and blues.
Marie Laveau è una figura affascinante ed enigmatica nella storia del voodoo, notoriamente conosciuta come la "Regina del Voodoo" di New Orleans.
Nata il 10 settembre 1801, Marie era figlia di un libero di colore e di una donna creola. La sua vita e le sue pratiche religiose hanno avuto un profondo impatto sulla cultura di New Orleans, tanto che la sua fama è cresciuta fino a diventare quasi leggendaria.
Marie era nota per la sua straordinaria bellezza, il suo carisma e le sue abilità come guaritrice e medium. Gestiva un salone di bellezza e utilizzava la sua influenza e le sue conoscenze per aiutare gli altri, spesso offrendo protezione, consigli e rimedi naturali. Era anche famosa per i suoi rituali e cerimonie voodoo che attiravano sia la comunità afroamericana che i visitatori bianchi, inclusi alcuni membri dell'alta società di New Orleans.
Uno degli episodi più raccontati della sua vita riguarda un importante uomo politico locale che si rivolse a lei per aiuto
quando il figlio fu accusato di un crimine grave. Si dice che Madame Laveau organizzò un impressionante rituale voodoo nel cuore della notte in uno dei cimiteri della città, invocando gli spiriti per assistere il giovane. Poco dopo, le circostanze cambiarono misteriosamente a favore del figlio dell'uomo politico, che fu scagionato.
Questo evento accrebbe enormemente la sua reputazione e solidificò il suo status nella comunità. Marie Laveau continuò a praticare il voodoo fino alla sua morte, il 16 giugno 1881. La sua tomba nel Cimitero di St. Louis No. 1 è ancora oggi un luogo di pellegrinaggio per coloro che desiderano rendere omaggio o chiedere favori.
La sua eredità vive non solo attraverso le storie
del folklore, ma anche nella continua pratica e rispetto del voodoo a New Orleans.
La sua storia è un intricato tessuto di fatti storici, aneddoti popolari e mistero, rendendo Marie Laveau una delle figure più affascinanti e discusse nella storia del voodoo creolo .
Eredità Multietnica:
Di origini africane, francesi e native americane, Marie navigava tra diverse comunità culturali.
Dinastia di Voodoo:
Spesso confusa con sua figlia, Marie Laveau II, entrambe erano praticanti voodoo influenti.
Infermiera e Guaritrice: Assiste i malati durante epidemie, combinando medicina tradizionale e rimedi voodoo.
Consulente delle élite: Politici e commercianti cercavano i suoi consigli e la sua protezione attraverso il voodoo.
Leggende e poteri: Circondata da leggende, si dice avesse il potere di essere ovunque e controllare le persone con lo sguardo.
Omaggi nella cultura popolare: Ispirazione per opere di cultura popolare, inclusa la serie "American Horror Story".
Influenza duratura: Continua ad essere un simbolo importante di New Orleans e del voodoo.
Misteriosa Icona: Nonostante la sua morte avvenuta molti anni fa, Marie Laveau rimane avvolta nel mistero, con il suo impatto culturale e spirituale che perdura attraverso i secoli.
Marie Laveau è una delle figure più enigmatiche e affascinanti della storia della Louisiana.
Nascosta tra le placide paludi e gli intricati bayou della Louisiana, si cela una tradizione culinaria che ha catturato il palato e il cuore di milioni di persone in tutto il mondo: la cucina cajun. Questa ricca e appassionata forma di cucina è il frutto di una storia complessa, un'intersezione unica di culture e tradizioni che hanno dato vita a piatti che vanno oltre il semplice nutrimento per diventare vere e proprie opere d'arte gastronomiche.
La cucina cajun trae le sue radici dalle influenze francesi, spagnole, africane e native americane che si sono mescolate nella calda e umida regione della Louisiana. Questa fusione di culture ha dato
origine a un repertorio di piatti distinti, caratterizzati da sapori audaci, spezie intense e ingredienti freschi provenienti direttamente dalla terra e dalle acque circostanti.
Al centro di questa tradizione culinaria vi è il famoso gumbo, un piatto che incarna perfettamente lo spirito della cucina cajun. Il gumbo è una miscela ricca e complessa di carne (spesso pollo, salsiccia e frutti di mare), verdure fresche, riso e una generosa dose di spezie come pepe di Caienna, timo e alloro. La preparazione del gumbo è un vero e proprio rituale, un'esperienza che coinvolge l'intera comunità e che viene tramandata di generazione in generazione.
Ma il fascino della cucina cajun va ben oltre il gumbo. Dai succulenti jambalaya, alle croccanti frittelle di mais, fino ai deliziosi etouffee di gamberi, ogni piatto racconta una storia, un pezzo della ricca storia culturale della Louisiana.
L'impatto della cucina cajun non si limita alle rive della Louisiana. Negli ultimi decenni, questa forma di cucina ha conquistato il palato degli americani di tutto il paese e ha trovato un pubblico internazionale sempre più vasto. Ristoranti cajun e creoli sono fioriti in città come New York, Los Angeles e Parigi, portando i sapori distintivi della Louisiana a tavole in tutto il mondo.
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Oggi, mentre il mondo diventa sempre più connesso, la cucina cajun continua a essere una forza unificante, un ponte che collega le persone attraverso il cibo, la musica e la cultura. È una celebrazione della diversità e dell'inclusione, una dimostrazione tangibile di come la bellezza possa emergere dalla fusione di tradizioni diverse.
Quindi la prossima volta che vi ritrovate a gustare un piatto fumante di gumbo o a cedere al richiamo di un croccante beignet, ricordate che state assaporando non solo il gusto della Louisiana, ma anche un pezzo della sua anima. E mentre il mondo continua a cambiare e a evolversi, possiamo essere certi che la cucina cajun rimarrà una costante, un faro di speranza e un tesoro culturale da preservare per le generazioni future.
I RISTORANTI CAJUN E CREOLI SONO FIORITI IN CITTÀ COME NEW YORK, LOS ANGELES E PARIGI, PORTANDO I SAPORI DISTINTIVI DELLA LOUISIANA A TAVOLE IN TUTTO IL MONDO.
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Ma l'eredità della cucina cajun va oltre il semplice gusto. È una testimonianza vivente della resilienza e della creatività di un popolo che ha dovuto affrontare molte sfide lungo il cammino. Dalle origini degli schiavi africani e dei coloni francesi, alla devastazione dell'uragano Katrina, la cucina cajun ha resistito alle tempeste del tempo, rimanendo un faro di speranza e una fonte di gioia per generazioni di cuochi e commensali.
RICETTE AMERICANE
"Furore" di John Steinbeck
Pubblicato per la prima volta nel 1939 dalla Viking Press, attraverso la saga della famiglia Joad, Steinbeck esplora temi di povertà, ingiustizia e resilienza umana, con una prosa che combina acume sociale e intensità emotiva.
Tre manifesti a Ebbing, Missouri - (2017)
Il film esplora temi di giustizia, rabbia e perdono, con un cast eccezionale e una sceneggiatura brillante che bilancia umorismo nero e pathos.
Highway 61 Revisited è un viaggio attraverso temi sociali, politici e personali, esplorando con acutezza e ironia le complessità della società americana degli anni '60. Highway 61 Revisited Bob Dylan (1965) - Columbia Records
"Radici" di Alex Haley
Uscito nel 1976 e pubblicato da Doubleday, Haley utilizza la narrazione genealogica per tracciare la storia della sua famiglia dall'Africa all'America, offrendo una potente riflessione sull'eredità della schiavitù e la lotta per la libertà.
Un thriller avvincente che esamina la moralità e il potere, con straordinarie performance che gli sono valse numerosi premi, incluso un Oscar per Washington. Training Day (2001)
Elvis Presley Elvis Presley (1956) - RCA Victor
La sua energia contagiosa e il carisma rivoluzionario hanno segnato l'inizio di una nuova era nella musica popolare, rendendolo un punto di riferimento culturale duraturo.
"Infinite Jest" di David Foster Wallace
Pubblicato nel 1996 da Little, Brown and Co. Il romanzo è un'analisi della società contemporanea e delle sue dipendenze, con un'attenzione particolare alla cultura dell'entertainment e alle sue implicazioni etiche e personali.
Boyz n the Hood (1991)
Un film rivoluzionario che esplora la vita nei quartieri difficili di South Central Los Angeles. Il film segue la vita di tre giovani amici che affrontano violenza, povertà e discriminazione, cercando vie di uscita attraverso l'educazione e le relazioni personali
Kind of Blue Miles Davis (1959) - Columbia Records
Il disco è celebrato per il suo stile modale innovativo, che ha aperto nuove direzioni nel jazz. Un viaggio emotivo e contemplativo che continua a essere una pietra miliare del jazz moderno.
"Il libro delle illusioni" di Paul Auster
Rilasciato nel 2002 dalla Henry Holt and Company, questo romanzo esplora la fragilità dell'identità umana attraverso la storia di un uomo che si immerge nella vita di un attore misteriosamente scomparso.
Green Book (2018)
La storia vera dell'amicizia tra Tony Lip, un buttafuori italo-americano, e il Dr. Don Shirley, un pianista afro-americano di fama mondiale, durante un tour nel Sud segregazionista degli Stati Uniti negli anni '60. Il film esplora temi di razzismo, amicizia e accettazione.
Cosmo's Factory Creedence Clearwater Revival (1970) - Fantasy Records
"Travelin' Band", "Lookin' Out My Back Door" e la lunga jam "I Heard It Through the Grapevine". "Cosmo's Factory" non solo mostra la versatilità musicale della band ma cattura anche l'essenza del clima culturale e sociale dell'epoca.
"On the Road" di Jack Kerouac
Pubblicato nel 1957 da Viking Press, è diventato un testo iconico che definisce la Beat Generation. Kerouac racconta il suo viaggio attraverso l'America, un'odissea personale e collettiva che esplora temi della libertà, dell'amicizia e della scoperta di sé in un periodo di grande cambiamento culturale e sociale.
Manhattan (1979)
L'essenza di New York attraverso la storia di un uomo con la crisi di mezza età. Il protagonista si innamora della migliore amica della sua ex-moglie e al contempo inizia una relazione con una ragazza molto più giovane. Girato in bianco e nero, il film è un tributo romantico alla città.
The Velvet Underground & Nico The Velvet Underground (1967) - Verve Records
Prodotto da Andy Warhol e con la voce di Nico, questo album è noto per la sua sperimentazione sonora e suoi testi controversi che trattano temi come droghe e sessualità, diventando uno dei dischi più influenti del rock.
A cura della redazione di
L'eterna questione su quale sia il segno zodiacale business di questo 2024! Ovviamente, la risposta è Bilancia. E perché, chiederete? Perché la Bilancia è il campione indiscusso del mondo zodiacale, naturalmente!
Prima di tutto, i Bilancia hanno un senso innato dell'equilibrio e della giustizia—cosa che dicono continuamente, anche se poi sono i primi a giudicare silenziosamente tutti al tavolo durante una cena. Ma, ammettiamolo, hanno un modo così affascinante di farlo che finisci per ringraziarli anche quando ti criticano. Questo è talento puro.
Inoltre, chi non ama qualcuno che può trasformare anche la decisione più banale, come scegliere un gelato, in una epica saga di indecisione? Assaporate il dramma, la suspense... Avranno vaniglia o cioccolato? La tensione è palpabile! E proprio quando pensi che abbiano fatto la loro scelta, boom! Tornano al punto di partenza. Un vero thriller psicologico.
E poi c'è il loro senso estetico. I Bilancia hanno un gusto così impeccabile che potrebbero farti sentire inadeguato solo con uno sguardo al tuo arredamento. Ma non preoccuparti, ti daranno consigli su come migliorare la tua casa, la tua vita e praticamente tutto il resto, che tu lo voglia o no.
Bilancia vince perché unisce charme, una dose sana di indecisione (perché impegnarsi in qualcosa quando puoi rimanere sul sicuro?), e una capacità straordinaria di essere il giudice estetico del mondo. E se non sei d'accordo, probabilmente non hai avuto il privilegio di essere giudicato da un Bilancia—dai tempo al tempo, arriverà anche il tuo momento!
(21 MARZO - 19 APRILE)
Ciao Ariete, sempre pronto a correre, anche quando non sai dove stai andando. Quest'anno, l'energia frenetica dell'economia si abbina alla tua impulsività. Perfetto per lanciarti in startup di dubbia necessità o tech gadgets che nessuno sa realmente usare. Ma chi se ne importa? L'importante è muoversi, giusto? Le tue "grandi" idee potrebbero anche non fruttare un centesimo, ma almeno non sarai annoiato.
(23 LUGLIO - 22 AGOSTO)
Hey Leone, finalmente un palcoscenico su cui puoi brillare: il marketing e le industrie creative. Usa il tuo carisma per vendere prodotti inutili agli ignari consumatori, mascherando il tutto come "must-have innovations." Il tuo ego sarà sazio e il tuo portafoglio anche, finché non scopriranno che l'imperatore è nudo.
(22 NOVEMBRE - 21 DICEMBRE)
Hola Sagittario, il tuo eterno ottimismo e il bisogno di fuggire da ogni responsabilità effettiva potrebbero essere mascherati da "espansione internazionale". Commercio internazionale ed educazione sono campi vasti e confusi abbastanza per nascondere la tua mancanza di piani a lungo termine. Viaggia, esplora e parla di globalizzazione, mentre eviti di controllare la tua casella email troppo spesso per non rovinare il tuo buon umore con realtà lavorative.
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Toro, la tua strategia di "muoversi lentamente e non fare nulla di troppo rischioso" potrebbe effettivamente pagare in un'economia che sembra altalenante come l'umore di un adolescente. Quest'anno, puntare su investimenti noiosi ma sicuri come immobili o settori essenziali potrebbe non essere esaltante, ma almeno potresti avere ancora dei soldi quando tutto il resto crollerà. Conservatore? Sì. Intelligentemente noioso? Assolutamente.
(23 AGOSTO - 22 SETTEMBRE)
Oh mia Vergine, il tuo perfezionismo analitico troverà finalmente un uso pratico in settori come la finanza e l'analisi dei dati. Prepara le tue tabelle Excel e grafici che nessuno capisce, ma che tutti ammirano. Ricorda, se sembra complicato, deve essere importante, vero? Rafforza le tue credenziali, così potrai sembrare ancora più intelligente durante le riunioni.
(22 DICEMBRE - 19 GENNAIO)
Egregio Capricorno, la tua ossessione per il successo e la posizione sociale ti vedrà brillare in un mondo che confonde spesso austerità con saggezza. Legale, amministrativo, qualsiasi cosa con una scrivania pesante e una sedia scomoda è il tuo ambiente ideale. Ricorda, se lavori fino allo sfinimento, devi essere importante, giusto? Non importa se la tua vita sociale è inesistente, i tuoi titoli sul LinkedIn compensano.
MAGGIO
Caro Gemelli, il tuo indecisismo cronico sarà travestito da "adattabilità" quest'anno. Brillante! I media e le comunicazioni sono settori ideali per qualcuno che cambia idea più spesso di quanto cambia calzini. Sfrutta questa tua "abilità" per saltare da un'opportunità all'altra, senza mai impegnarti veramente in nulla. Alla fine, qualcosa di buono verrà fuori... forse.
(23 SETTEMBRE - 22 OTTOBRE)
Carissima Bilancia, il tuo dono di fare sempre bella figura anche quando non sai di cosa stai parlando ti porterà lontano. Networking e gestione dei clienti sono i tuoi giochi da ragazzi. Sorridi, annuisci, e tutto andrà per il meglio. Chi ha bisogno di sostanza quando hai stile?
(20 GENNAIO - 18 FEBBRAIO)
Bellissimo Acquario, il tuo spirito rivoluzionario troverà eco in un'economia che cerca disperatamente innovazione—soprattutto quella che suona bene nei comunicati stampa. Tecnologie verdi, startup sociali, qualsiasi cosa che ti permetta di indossare jeans al lavoro e sentirsi un salvatore del pianeta. Proprio ciò che serve per calmare la tua ansia da prestazione sociale senza reali sacrifici.
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Cancro, il tuo continuo bisogno di sicurezza e comfort potrebbe effettivamente trovare un rifugio nell'industria sanitaria e del benessere. Occupati di altri, così potrai evitare di affrontare i tuoi stessi problemi. Le tue cure maternistiche potrebbero portarti successo, a meno che non ti perdi in un mare di lacrime emotive durante il prossimo meeting di team.
(23 OTTOBRE - 21 NOVEMBRE)
Caro il mio Scorpione, il tuo lato oscuro potrebbe effettivamente servirti quest'anno. Il tuo fascino misterioso è perfetto per settori come la biotecnologia o la cybersecurity. Chi meglio di te può vendere il prossimo gadget di sorveglianza sotto copertura di "sicurezza"? Usa la tua intensità per spaventare i concorrenti e forse anche qualche collega.
(19 FEBBRAIO - 20 MARZO)
E infine tu Pesci, la tua tendenza a sognare ad occhi aperti e fuggire dalla realtà è perfettamente adatta per carriere nelle arti, o meglio ancora, in quei ruoli aziendali che nessuno capisce bene cosa facciano. Utilizza la tua creatività per inventare titoli di lavoro esotici e descrizioni vaghe. Il tuo ambiente ideale? Qualsiasi posto dove possano apprezzare il tuo "processo creativo" senza chiederti troppi risultati tangibili.
"Ci piace mostrare ai nuovi associati il tesoro in contanti."
"Solo per una volta mi piacerebbe essere definito un cane intelligente."