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Un rientro a scuola particolare

Scuola

Daniele Riso, 4 FF

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È passato ormai un mese da quando siamo tornati a scuola. Fin dal primo giorno abbiamo portato con noi lo zaino, il diario nuovo, gli auricolari, la nostra maglietta preferita, i compiti fatti, tanta voglia di studiare... Ma no, che dico, un terzo dei compiti (se va bene) e tanta voglia di dormire, semmai. A parte gli scherzi, purtroppo, insieme alle solite cose, quest’anno abbiamo dovuto aggiungere al nostro “equipaggiamento di sopravvivenza” altri “gadgets”: gel disinfettante e mascherina. La new entry “gel disinfettante”, almeno per me, non è poi così male dato che dona una sensazione di freschezza che non dispiace, a parte quando si hanno dei tagli sulle mani (ahia, in quel caso sì che brucia!). Per quanto riguarda la mascherina, invece, penso che tutti siamo d’accordo sul fatto che non sia piacevole indossarla per quattro/cinque/sei ore consecutive con il rischio di morire soffocati o fucilati dai professori perché, magari, mentre stiamo mangiando la merenda, rivolgiamo per un secondo la parola al vicino di banco con la bocca scoperta. Ecco, ho toccato un tasto dolente, la mancanza di un compagno di banco. Come sopravviveremo senza quella persona con cui si scambiano le risate durante le lezioni ed i suggerimenti durante le interrogazioni? Nessuno lo può sapere. Eppure, sono sicuro che ce la faremo. Anche se ci mancheranno alla follia gli intervalli a navigare tra le masse di gente per i corridoi, le merendine delle macchinette e il caffè (purtroppo quest’anno non potremo contare nemmeno su di lui per stare svegli durante le lezioni), le conferenze in aula magna, il rischio di essere travolti mentre si sale sull’autobus...(no ok, forse questo no), la mascherina non nasconderà le nostre risate alle battute dei prof, i nostri pianti per le interrogazioni imminenti, i nostri occhi a cuoricino per la/il tipa/o che ci piace (ma almeno i brufoli sì!). Non cancellerà le nostre esperienze, le nostre passioni, le nostre vittorie, le nostre sconfitte, i nostri sogni e la nostra voglia di apprendere, non per forza le declinazioni o i teoremi, la filosofia di Platone o le scoperte di Newton, ma sicuramente l’importanza di essere parte di un gruppo, di una famiglia, di una comunità, di un mondo fantastico, che è il Majo.

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