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Attualità
Emma Borgonovo, 4bb
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“Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”. Questo aveva capito Carlo, beato millennial: il rischio dei giovani, ma non solo, di rinunciare alla propria unicità e ai propri talenti per omologarsi e perdere la bellezza dell’anima, caratteristica di ognuno di noi. Per chi si sente solo, per chi si sente perso, per chi vive in una società in cui tutti sono connessi con tutti e possono raggiungere chiunque in pochi secondi con un messaggio, eppure si sentono sempre più isolati e privi dell’amore e dell’amicizia genuine, Carlo Acutis è un’àncora. Non un esempio da invidiare, assolutamente no, ma da accogliere e imitare con entusiasmo. Solitamente, nell’immaginario collettivo, la Beatitudine viene attribuita a persone dalla barba bianca, anziane, mature e forse, diciamo la verità, noiose. Sì, perché per diventare beato bisogna condurre una vita casta, priva di ogni piacere, pregare mattino, mezzogiorno e sera... Una vita completamente fuori moda rispetto agli ideali del XXI secolo. Eppure, c’è un ragazzo giovane, Carlo, intelligente, appassionato di informatica, che ha frequentato il liceo classico all’Istituto Leone XIII di Milano, ma colpito a soli 15 anni da una leucemia fulminante. Ecco, Carlo, che potremmo definire uno “smart guy”, ha dimostrato il contrario: la beatitudine non è assolutamente privazione ma pienezza di Dio. Egli ha vissuto la sua vita coltivando un’amicizia profonda con il Signore, è rimasto innamorato dell’Eucarestia e grazie alla sua passione per l’informatica ha allestito sul web una mostra dedicata ai miracoli eucaristici. Papa Franceso, chiamando Carlo “Beato millennial”, ha affermato: “Egli non si è adagiato in un comodo immobilismo, ma ha colto i bisogni del suo tempo, perché nei più deboli vedeva il volto di Cristo”. Quante volte ci sentiamo impotenti di fronte alle difficoltà, senza speranza, abbiamo paura del vuoto e ci chiudiamo in noi stessi, creando barriere che ci separano dagli altri, pensando che ci proteggano. E invece Carlo ha capito che bisogna sconfiggere quella cella claustrofobica in cui ci siamo rinchiusi. Possiamo aprirci a Dio, lasciare che il Suo Amore invada il nostro cuore e non avere paura di amare, come dice S. Giovanni: “Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell’amore”. Carlo Acutis è stato proclamato beato sabato 10 ottobre, nella Basilica di San Francesco ad Assisi e sarà celebrato ogni anno il 12 ottobre.